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Autore: eleCorti    27/07/2017    3 recensioni
Ultima chiamata per il volo diretto a Londra... ecco la tanto attesa chiamata. Mark guardò per l’ultima volta l’entrata dell’aeroporto, ma di lei nessuna traccia. Sbuffò e prese il suo trolley, pronto a dirigersi verso il gate.
“Mark! Aspetta!” una scarica di adrenalina lo pervase. Si voltò: Strawberry stava correndo verso di lui. Le sorrise di rimando. Aveva sperato fino all’ultimo che la sua ragazza arrivasse in tempo e finalmente era giunta lì.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dubbio
 
 
Era lì, davanti allo spogliatoio che la stava aspettando. Aveva le braccia incrociate e il piede destro appoggiato al muro. Con l’indice destro, picchiettava l’avambraccio segno che fosse alquanto impaziente. Aprì gli occhi per controllare il corridoio. La vide: la giovane Pam stava camminando verso la porta dello spogliatoio.
“Devo parlarti” disincrociò le braccia, appoggiò il piede sul pavimento e sbarrò la strada alla sua dipendente. Pam lo guardò scettica.
“Che cosa c’è?”domandò con un’aria apparentemente scontrosa.
“Devo parlarti di Strawberry...” prese una pausa e chiuse gli occhi, cercando le parole giuste.
“Sai la vedo... strana” continuò parlando con un tono di voce basso, come se non volesse farsi sentire.
“Tu... tu ne sai qualcosa?” le domandò, guardandosi attorno con circospezione, come se temesse davvero che qualcuno li stesse ascoltando.
“Sì...” rispose, dopo un breve silenzio. Ryan la invitò ad andare avanti.
“Si è lasciata con Mark” rispose con semplicità, mentre lo sorpassava e apriva la porta bianca dello spogliatoio.
“Ah... e sai...” si voltò verso di lei. Voleva sapere tutto. Era come se il suo sogno più nascosto si fosse appena avverato.
“Non dovrei essere io a dirtelo” si voltò per scoccargli un’ultima occhiata e sparì oltre l’ingresso dello spogliatoio.
Si è lasciata con Mark... quelle parole riecheggiarono nella mente del giovane Shirogane. Si sentì felice alla notizia. Ma... voleva sapere come, quando e perché. Poi tornò alla realtà: lui era impegnato e Strawberry rappresentava il passato.

 
****
 
 
Un altro giorno di lavoro era appena finito, e non era andato per niente male. Le ragazze la tennero sempre allegra e non aveva sbagliato a fare le ordinazioni. Ryan non l’aveva rimproverata o punzecchiata e nulla poteva andare meglio. Anche se doveva ammettere che si divertiva quando litigava con Ryan.
“Ehi Strawberry, non vieni?” le domandò Pam sulla soglia dello spogliatoio.
“No, devo parlare con Ryan” le disse mentre correva per il corridoio.
Aveva intenzione di chiedere se poteva fare delle ore extra. Aveva bisogno di tenere la mente impegnata e non pensare, e quello era l’unico modo per farlo.
Salì di corsa le scale, fermandosi davanti ad una piccola porta sulla destra. Indugiò prima di bussare. Era entrata due volte nella stanza di Ryan ed entrambe le volte era stato imbarazzante. Perché? Perché lo aveva beccato mezzo nudo. Scosse la testa, scacciando quei brutti pensieri. Appoggiò il pugno sulla porta di legno, ma subito notò che fosse socchiusa. Avvicinò l’occhio per sbirciare dentro, notando con sommo stupore che la stanza fosse esattamente come se la ricordava: una scrivania sulla sinistra appoggiata al muro, dove c’era un computer, e sulla destra un letto e il comodino con una foto e un orologio digitale.
Degli ansimi. Li aveva uditi chiaramente. Spostò l’occhio sul letto. Rimase a bocca aperta. Ryan e la nuova arrivata – Berry – erano sul letto e... ed erano nudi. Si sentì avvampare. Non si accorse, però, che la porta, a causa del suo peso, si fosse aperta. E aveva cigolato.
Il giovane Ryan – arrabbiato con chi avesse osato interromperli – si voltò verso la porta. E rimase pietrificato.
“Ehm... scusate... non volevo interrompervi” riuscì a biascicare. Era rossa in volto. Si voltò e corse via. Non voleva restare lì un minuto di più. Era come se il mondo le fosse crollato addosso per la seconda volta.
“Merda!” imprecò. Non doveva scoprirlo così. Si sentì un verme, nonostante non avesse fatto nulla di così compromettente.

 
*****
 
 
Si era fermata a riprendere fiato, non appena era giunta al piano di sotto. Le luci erano spente, i tavolini tutti in ordine e le sedie sistemate. Non c’era più nessuno. Doveva andarsene anche lei. Quell’immagine riaffiorava ancora nella sua mente. Perché aveva sbirciato? Perché? Maledì la sua curiosità.
“Strawberry...” e poi quella voce. La sua. Ansimava, doveva avere corso.
“Io... mi dispiace. Non volevo...” disse senza prendere fiato. Era agitata. Quella scena le fece ripensare a Mark e a lei, quella donna, con cui l’aveva tradita. Si mise le mani sul viso, sull’orlo dell’isteria. Stava scoppiando.
“Va tutto bene? Ho saputo di te e di... Mark” prese una pausa prima di pronunciare quel nome. Le aveva messo una mano sulla spalla.
Strawberry trasalì. Un’ondata di calore la pervase. Le fece rilassare i nervi. Si tolse le mani dal viso, aveva un’espressione vuota.
Si voltò. E pianse. Pianse sul suo petto, liberandosi di tutta quella sofferenza che aveva nascosto in un angolo recondito del suo cuore e che ora incombeva come un grosso macigno. Ryan era impassibile. Ma dentro piangeva anche lui.
“Mi ha tradito...” sussurrò tra i singhiozzi.
“Lui mi ha tradito” si strofinò gli occhi e tirò su con il naso.
Qualcosa dentro Ryan si ruppe. E così quel viscido verme l’aveva tradita. Strinse i pugni. Sarebbe andato a Londra a picchiarlo di persona. Ma non era nella sua natura la violenza.
“Sì, lui mi ha tradito! Mi ha tradito!” iniziò a tirare pugni sul petto del giovane, che rimaneva impassibile.
“Mi ha tradito!” smise di urlare e strinse la maglietta nera del giovane, mentre appoggiava la testa sul suo petto, facendosi cullare dai suoi battiti.
“Ryan...” una voce ruppe quel piccolo incantesimo che si era appena creato. Berry era lì, in cima alle scale e osservava i due con un’espressione dura.
“Va” Strawberry si staccò da lui. Non lo guardò negli occhi. Non voleva che la vedesse in quel modo.
Lo oltrepassò, dirigendosi verso lo spogliatoio, ma lui la bloccò con la mano. Strawberry trasalì di nuovo.
“Comunque sappi che puoi sempre contare su di me” aveva detto al suo orecchio. Strawberry trasalì di nuovo. Voltò il capo e lo vide mentre saliva le scale e raggiungeva la sua ragazza, che non si era mossa da lì.
Si ricordò di quando gli aveva detto la stessa frase, quando aveva scoperto il suo doloroso passato. E ora lui era pronto a fare lo stesso.
Fino a non poco tempo fa, quel ragazzo aveva provocato dei dubbi in lei che l’avevano fatta dubitare del suo amore per Mark. Dubbi che era riuscita a risolvere. Ma ora che le cose erano cambiate, possibile che questi dubbi erano ritornati? Non poté fare a meno di chiedersi, mentre fissava il punto in cui poco prima c’era Ryan.
Quella sera la giovane Strawberry non riuscì a chiudere occhio. I suoi pensieri erano tutti occupati da Ryan.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: allora... sto riuscendo ad aggiornare in tempo piuttosto brevi. In questo capitolo finalmente abbiamo un'interazione tra Strawberry e Ryan! Finalmente non vedevo l’ora dato che li shippo. XD comunque... tornando a noi! Da adesso le cose potrebbero complicarsi... ovviamente mia ispirazione permettendo. Spero di aggiornare presto. A presto.  
   
 
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