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Autore: Kano_chan    28/07/2017    1 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Molo di Galdin, regione di Leide.
Il giorno dopo.


-   È incredibile quanto questo qui riesca a dormire – esclamò incredulo Gladio scuotendo la testa.
-   È sempre stato così? – domandò Prompto premendo leggermente la guancia di Noctis con la punta dell’indice.
-   Sempre – affermò Selenis mentre il principe apriva gli occhi mugugnando infastidito – ovunque e in qualsiasi occasione – aggiunse sorridendo all’interessato che la guardava corrucciato dal letto sul quale si era tirato a sedere.
-   Ehi, buongiorno – lo apostrofò Prompto.
-   Giorno... – borbottò l’altro alzandosi – Dov’è quattrocchi? – chiese notando l’assenza di Ignis.
-   Sarà qui a momenti – rispose Gladio.
-   È andato ad informarsi per il traghetto – spiegò Selenis.
-   Speriamo abbia fortuna allora – replicò il principe.
-   Già –

La ragazza tornò ad appoggiarsi con la spalla alla porta finestra, sorseggiando il caffè mentre guardava fuori. Quella mattina il cielo era plumbeo e il mare grigio come il ferro. Sembrava che al largo stesse per scatenarsi una tempesta e sicuramente sarebbe venuto a piovere di lì a qualche ora.
Se anche Ignis fosse stato così fortunato da trovare un’imbarcazione in partenza contro l’ordine Imperiale, con un tempo simile non avrebbe preso di certo il largo; il che portava sol altri problemi.
La principessa stava portandosi di nuovo la tazza alle labbra, quando un movimento riflesso nel vetro catturò la sua attenzione. Sulla soglia della porta dietro di lei, la figura minacciosa del generale Glauca sostava immobile, fissandola con occhi ridotti a due fessure prive di vita dall’usbergo.
La tazza di caffè si infranse sul pavimento.

-   Selis! –

La giovane si girò a guardare i volti interdetti dei suoi amici. Ovviamente del cavaliere non c'era neppure l'ombra.

-   Scusatemi – disse lei, affrettandosi ad aiutare Prompto a pulire.

Proprio in quel momento la porta si aprì, lasciando entrare Ignis.
Un brivido gelido percorse la schiena di Selenis non appena posò gli occhi sull’espressione contratta dell’amico.

-   Cos’è quella faccia? – lo apostrofò Noctis notando lo sguardo che gli rivolgeva.

La principessa si tirò in piedi senza badare allo scricchiolio del vetro sotto alle sue scarpe.

-   Ignis, cos’è successo? –  gli domandò mentre Gladio si faceva dare il quotidiano che il ragazzo aveva in mano.
-   È su tutti i giornali – si limitò a rispondere l'amico.
-   Cosa? – chiese Noctis con una punta di apprensione nella voce.
-   La caduta… di Insomnia? – lesse Prompto ad alta voce sbirciando la prima pagina.
-   Eh?! Che scherzo è questo?! – esclamò Noctis.
-   Stai calmo e lascia che ti spieghi – lo anticipò Ignis.
-   Sono già fin troppo calmo! – sbottò il principe.
-   Noct, ti prego... – Selenis gli mise una mano sulla spalla.

Il ragazzo guardò la cugina e ci lesse il suo identico stato d’animo: paura e incertezza.


-   Ignis – si rivolse poi lei al giovane invitandolo a proseguire.
-   C’è stato un assalto. L’esercito Imperiale ha conquistato la capitale – spiegò.

La presa della principessa sulla spalla di Noctis ebbe un cedimento mentre il suo cuore sprofondava.

-   Subbuglio nella sala delle cerimonie e improvvise esplosioni nel cielo. Quando il fumo si è diradato, il Re è stato trovato… morto – lesse ad alta voce Gladio.

Tre teste si girarono verso Selenis che chiuse gli occhi affranta. I suoi sogni… le visioni che aveva avuto! Solo adesso quelle maledette avevano un senso!

-   No... Aspetta un attimo! – balbettò Noctis incredulo.
-   Non potevamo saperlo – replicò Ignis abbassando lo sguardo.
-   Cosa? Sapere cosa?! – abbaiò il principe.
-   Che la firma sarebbe avvenuta ieri, che Insomnia… -
-   Ma il matrimonio, Altissia! –
-   Lo so che non ha senso!  - lo interruppe Ignis caustico – Eppure le notizie sull’invasione coincidono. Credi davvero che tutti i quotidiani del regno si sbaglino? – gli domandò.
-   Mentono… - mormorò allibito Noctis – Selis, le tue visioni? – il principe si rivolse alla cugina.
-   Io…. – sussurrò lei senza sapere cosa dire – potrebbero anche sbagliarsi – rispose con poca convinzione.
-   Che altro sappiamo? – domandò Gladio a Ignis, che però scosse la testa – Allora andremo a vedere di persona per essere sicuri – propose.
-   Cioè? Tornare ad Insomnia? – 
-   Potrebbe essere rischioso.. – valutò Ignis.
-   Potrebbe esserlo anche qui – replicò Prompto.
-   Abbiamo bisogno di sapere – affermò Selenis tenendo in mano il giornale lasciato da Gladio.
-   Torniamo indietro? –

Tutti si voltarono verso Noctis seduto sulla poltrona. Il ragazzo stette per qualche istante con lo sguardo perso in un punto imprecisato davanti a sé prima di rispondere.

-   Andiamo –

**

Il viaggio di ritorno alla Capitale fu senza soste e parecchio silenzioso. Ognuno dei cinque ragazzi avvertiva il peso della notizia di quella mattina e della speranza che non fosse davvero successo l’inevitabile.
Quando passarono davanti ad Hammerhead, nessuno di loro si voltò a vedere se alla stazione di servizio ci fosse qualcuno. Man mano che procedevano il cielo si faceva sempre più scuro e umido.

-   Speriamo stiano tutti bene.. – disse ad un certo punto Prompto.
-   Sperare serve a poco – ribattè Noctis dal sedile posteriore.
-   Non possiamo smettere di crederlo – replicò Ignis guardandolo brevemente dallo specchietto.
-   E perchè? Basta "credere" per fermare una flotta Imperiale? – disse sarcastico il ragazzo.
-   Smettila... – lo ammonì Gladio.
-   Mio padre sì che ci ha creduto! –
-   Noctis Lucis Caelum! – esplose Selenis al suo fianco – Non una parola di più! –
-   L’Impero ha mentito, siamo stati traditi – intervenne Prompto, bloccando sul nascere la risposta del principe rivolta alla cugina.
-   È inutile fare congetture, dobbiamo scoprire la verità – asserì Ignis.

Un rombo improvviso ruppe la loro conversazione, mentre alcune corazzate Imperiali sorvolavano il confine dirette verso la capitale. Quei bestioni, solitamente trasportavano truppe militari scelte ed era più che evidente il loro ruolo in quel momento.

-   Ehi, guardate! –

Ignis rallentò il procedere della Regalia. La porta di Insomnia era ormai prossima, ma davanti ad essa c’era uno schieramento serrato di soldati imperiali supportati da un paio di blindati Magitek. A distanza di sicurezza, un capannello di persone guardava la scena intimorito; con tutta probabilità erano cittadini rimasti fuori come loro. Una signora teneva in braccio una bambina che piangeva disperata.

-   Dobbiamo trovare un’altra strada – disse Gladio.
-   Per di qua allora – rispose Ignis svoltando e percorrendo la strada sterrata che costeggiava quella principale.

Dopo qualche decina di metri, il ragazzo parcheggiò l’auto all’imbocco di un sentiero che si faceva strada tra alcune palazzine distrutte.
Quattro portiere si aprirono e i ragazzi scesero, producendo un rumore umido a contatto con il terriccio bagnato. La minaccia di pioggia era diventata realtà ed ora gocce fini, ma persistenti, cadevano dal cielo.

-   Andiamo? – domandò Selenis con i capelli già fradici.

Noctis la guardò facendole cenno di sì con la testa, e il gruppo si mosse.
Le zone di confine erano disabitate da tempo, memorie di un passato ridotto a macerie. Da quando la barriera era stata eretta, chi abitava a ridosso di essa si era spostato altrove, temendo incursioni da parte degli Imperiali. Per questo motivo la fatiscenza si era impossessata della zona, trasformandola in una terra di nessuno.
I quattro amici presero a salire per un vecchio accesso, che pareva portare a quello che in origine doveva essere il cortile interno di un complesso di palazzine costruite chissà quanti anni prima.


-   Aspettate! – li bloccò all’improvviso Gladio con un sussurro.

L'Amicitia si mosse in avanti, rasentando il muro e sbirciando per qualche secondo oltre di esso, poi tornò verso i suoi compagni.

-   Truppe Magitek – li avvisò – Sei assaltatori e altrettanti cecchini nelle retrovie – disse passandosi una mano sulla testa per togliere l’acqua in eccesso.
-   Cosa ci fanno qui?! – saltò su Prompto.
-   L’Impero non lascia niente al caso, soprattutto ora che hanno in mano la capitale – commentò Ignis asciugandosi gli occhiali.
-   Come ci muoviamo? – domandò Selenis inginocchiata di fianco al cugino.
-   Prompto, fai da fuoco di copertura mentre io e Ignis ci occupiamo degli assaltatori – rispose pronto Gladio – Noct, Selis, siete in grado di proiettarvi alle spalle dei cecchini e di metterli fuori gioco? – chiese rivolto ai due Lucis.
-   Lascia fare a noi – affermò con sicurezza il principe guardando brevemente la ragazza che annuì.
-   Ottimo – asserì l’Amicitia – Allora al mio tre… - aggiunse avvicinandosi al bordo.

In mano a Prompto comparvero un paio di pistole che ricaricò con un gesto fulmineo.

-   Uno, due… tre! – esclamò.

Il ragazzo biondo si lanciò rotolando oltre la copertura, sparando una sequela di pallottole.
Dietro di lui uscirono Noctis e Selis, che lanciate le proprie armi al di là della prima barriera di nemici, si proiettarono dietro la linea dei fucilieri.
La ragazza afferrò saldamente l’elsa dello spadone e in perfetta sincronia con il cugino, mulinò una spazzata che destabilizzò la fila di soldati. Con un rondò, tagliò la parte iniziale del fucile di uno di essi per, successivamente, passarlo a fil di spada. Avvertendo poi un movimento alle sue spalle, impugnata una lancia trapassò il nemico che cercava di coglierla di sorpresa.
Nel frattempo i suoi amici facevano incetta della cavalleria Magitek, che per quanto addestrata fosse non poteva competere con anni di allentamento e con il perfetto gioco di squadra che li contraddistingueva.

-   Selis! In alto! –

La ragazza si voltò appena in tempo per evocare una sottile barriera di cristallo che la protesse da una raffica di colpi sparati da una zona sopraelevata.
Oltre il cortile si snodava un sentiero tra due strette pareti di roccia, sopra di esse un paio di cecchini ben occultati aspettavano prede incaute.
Selenis puntò quello più vicino, proiettandosi al suo fianco. Con rapidità gli affondò la lancia nel petto, e poi con una rotazione completa, ne scagliò il corpo contro il suo alleato a qualche metro di distanza. Quello barcollò, crollando a terra per essere distrutto da Noctis.
Improvvisamente il silenziò riprese il sopravvento, segno che la battaglia era terminata. Restava solo il rumore della pioggia e lo sfrigolio elettrico dei cadaveri imperiali.


-   Tutto bene? –

Prompto, Ignis e Gladio raggiunsero i due reali scesi a terra.

-   Sì – rispose Selenis – Voi tutti bene? – domandò squadrandoli ad uno ad uno in cerca di ferite.
-   Stai tranquilla – la rassicurò Prompto con un sorriso.
-   Si va? – li incalzò Noctis precedendoli.

Il momento della verità era appena dietro l’angolo e una volta raggiunta la sommità del sentiero, le speranze furono infrante dall’ineluttabilità di ciò che videro.
La barriera che proteggeva i confini di Insomnia era scomparsa. Aeronavi Imperiali solcavano il cielo sopra la città, dalla quale diversi pinnacoli di fumo si levavano verso il cielo confondendosi con il suo colore plumbeo. Era il perfetto ritratto della devastazione e non c’era bisogno di ulteriori conferme.

“I termini provvisori stabiliti per garantire i negoziati dell’armistizio sono stati sospesi alla luce dei recenti sviluppi”

Selenis si girò verso Prompto, dal cui cellulare scaturiva la voce del notiziario.

“ Inoltre, a breve distanza dalla notizia dell’uccisione di Re Regis, anche il principe ereditario Noctis, la principessa Selenis figlia del compianto comandante Revis e Sua Grazia Lunafreya la Sciamana, sono stati dichiarati morti”

La ragazza spalancò gli occhi, incredula per quello che aveva appena sentito, mentre Prompto preso alla sprovvista interrompeva l’audio.

-   Lasciala accesa! – lo bloccò Gladio.
-   Ma.. va bene – balbettò il ragazzo, che per la concitazione perse la presa sul cellulare che cadde a terra.
-   Lascia perdere! – scattò Noctis.

Selenis afferrò il proprio telefono mentre suo cugino faceva partire una chiamata sul suo. Compose in fretta il numero di Nyx e se lo accostò all’orecchio.
Sopra di loro passò l'ennesima flotta di areonavi, sollevando una nube di polvere che avvolse i cinque ragazzi.

“Siamo spiacenti, ma il numero selezionato è spento o non ra…”

La principessa interruppe bruscamente la chiamata sentendo un’ondata di panico travolgerla.
Doveva stare calma. Non era detto che Nyx fosse… poteva semplicemente aver perso il telefono o che questo si fosse rotto durante l’attacco. Non doveva arrivare a conclusioni affrettate.
Inghiottendo la paura, Selenis si concentrò sulla telefonata che Noctis stava avendo con il generale Cor Leonis.

-   Ovviamente?! Mi prendi in giro?! Qui non c’è niente di ovvio! – lo sentì gridare all’apparecchio mentre camminava nervosamente – Alla radio hanno appena detto che sono morto! Stessa cosa per Selis, Luna e mio padre – proseguì furente.

Selenis lo osservò ascoltare la risposta di Cor, poi Noctis alzò la testa di scattò e la guardò. I suoi occhi esprimevano una quantità di emozioni difficili da scindere, ma più di tutte vi si leggeva un’incredulità quasi tangibile. La sensazione di panico che aveva avvolto la principessa quasi la sopraffece e la visione dolorosa del pomeriggio precedente le si ripresentò alla mente.
Noctis tornò a voltarsi verso la capitale, come ad aver bisogno di imprimersi bene nella mente quella realtà.

-   D’accordo – disse solamente chiudendo la chiamata.
-   Cosa dice il generale? – gli chiese Ignis.
-   Che va ad Hammerhead.. – rispose Noctis con voce incerta.

Il rumore della pioggia riprese il sopravvento; nessuno osava fare l’unica domanda veramente importante.  Il principe aveva abbassato la testa e guardava il terreno fangoso ai suoi piedi. A Selenis tornò in mente lo sguardo che aveva il giorno che si era ripreso dall’attacco della Lamia: vuoto e distante.
Alla fine fu Gladio a porre il gravoso quesito.


-   Il Re? –

Noctis non rispose, limitandosi ad alzare di nuovo gli occhi verso Insomnia.
Selenis sentì una fitta dolorosa salirle nel petto e arretrò fino ad appoggiarsi alla parete di roccia lì vicina.
Non era possibile… non era giusto che fossero di nuovo a quel punto, che dovessero di nuovo perdere qualcuno.

-   Maledizione! – gridò battendo il pugno chiuso contro pietra.

Sentì la pelle graffiarsi e il dolore propagarsi lungo il braccio, ma non ci fece caso.

-   Cosa… cosa si fa adesso? – chiese Prompto.
-   Mi sembra chiaro che dobbiamo dirigerci ad Hammerhead – rispose Ignis – Il Generale è l’unico ad avere le risposte che cerchiamo – affermò.

Senza aggiungere una parola, Noctis si mise in marcia, voltando le spalle alla vista di Insomnia e riprendendo il sentiero che li aveva condotti fin là.

-   Gladio? –

Selenis chiamò il ragazzo prima che andasse dietro agli altri e questi si girò con le punte dei capelli che stillavano acqua.

-   Dimmi – la invitò a proseguire.
-   Tuo padre…- la giovane non seppe come continuare.
-   Ha compiuto il suo dovere – rispose il ragazzo.

Ciò voleva dire che era morto proteggendo il suo Re. Esattamente quello che ogni Scudo avrebbe sempre fatto per i Lucis. Gladio lo affermò con stoicità, ma il suo sguardo rivelava il dolore per aver perso il padre.

-   Mi dispiace – mormorò Selenis.
-   Spero solo che Iris stia bene… - replicò l’Amicitia facendo trapelare la sua ansia dalla voce.

La pirncipessa gli si avvicinò, passandogli le braccia attorno al collo e stringendolo in un abbraccio delicato.

-   Sono sicura che sia così – lo rassicurò.

**

Il viaggio verso la stazione di servizio fu fatto nel più assoluto silenzio, molto diverso da quello che c’era stato qualche ora prima verso Insomnia. Quella residua speranza che erano riusciti a conservare, era stata spazzata via assieme al ricordo della capitale nel suo fulgore. Ora non restava che l’immagine sbiadita di una città in fumo... Una volta ad Hammerhead fu Cindy ad accoglierli; la sua solita allegria era appena velata di preoccupazione.

-   Per fortuna state bene – esordì quando il gruppo scese dalla Regalia.
-   Dov’è Cor? – domandò Noctis guardando la meccanica.
-   Se n’è andato poco fa – rispose la ragazza fronteggiando lo sguardo interdetto del principe – Aveva del lavoro da fare, ma ha lasciato un messaggio al nonno da darvi – proseguì lei, indicando con il pollice verso il garage – Non l’ho mai visto così abbattuto... – aggiunse corrugando la fronte sotto la visiera.
-   Grazie, andiamo subito da lui – rispose Selenis.

Trovarono Cid all'interno dell’officina, seduto su un paio di copertoni; teneva il capo chino e le mani intrecciate. Quando i ragazzi fecero il loro ingresso, alzò la testa verso di loro.

-   Siete arrivati... – constatò – La città? –
-   Presa – rispose Gladio – Gli Imperiali la sorvegliano, sperare di tornarci per ora è impossibile – aggiunse.
-   Capisco – assentì l’uomo.
-   Sappiamo che Cor ti ha lasciato un messaggio per noi – soggiunse Noctis andando dritto al punto.

Cid guardò il principe fisso negli occhi e poi sospirò.

-   L’Impero mirava al Cristallo e all’anello dei Lucis – esordì cogliendo tutti di sorpresa.
-   Quindi le trattative di pace erano solo una farsa – commentò Ignis nello sconforto generale.
-   Mio padre si è fatto fregare come uno stupido – disse tra i denti Noctis.

Selenis stava per insorgere di nuovo, ma Cid la precedette.

-   Non dirlo neanche per scherzo! – lo ammonì – Regis non era nato ieri – disse afferrando la chiave inglese appoggiata lì vicino, proprio accanto alla foto che li ritraeva nel viaggio di tanti anni fa – Per Lucis era una partita persa in partenza e tuo padre l’ha giocata al meglio che ha potuto. Sapeva benissimo come sarebbe andata e puoi star sicuro che non ha ceduto alla prima – affermò con convinzione – Alla fine però non è servito… - concluse amareggiato.

Il silenzio calò di nuovo per qualche istante prima che l’uomo prendesse di nuovo la parola.

-   Se volete sapere altro, chiedete a Cor – disse, riappoggiando la chiave dove l’aveva presa e alzandosi – Non ricordò nemmeno più l’ultima volta che ho visto Regis, saranno passati anni... – commentò, superandoli e dirigendosi fuori dal garage.

I ragazzi lo seguirono nella luce morente del tramonto.

-   Cor ha detto che vi aspetta al mausoleo – riferì Cid fermandosi vicino alla sua sdraio sotto l’ombrellone – si trova a nord-ovest, oltre un bivacco. Trovate prima quello – aggiunse congedandoli con un gesto della mano.
-   Che facciamo adesso? Andiamo direttamente verso il mausoleo? – chiese Prompto.
-   Si sta facendo buio, non è saggio muoversi a quest’ora – intervenne Ignis.
-   Non voglio perdere altro tempo – ribattè invece Noctis appoggiato alla fiancata della Regalia.
-   Ignis non ha tutti i torti, tra poco la strada pullulerà di deamon – soggiunse Selenis – certo è che possiamo anche provarci – commentò con un’alzata di spalle.
-   Se volete mettervi in viaggio c’è un rifugio a metà strada, potrebbe farvi comodo –

Il gruppo si voltò verso Cindy che li aveva raggiunti.

-   Un rifugio? – domandò Prompto confuso.
-   C’è ne sono un po’ ovunque, vengono usati dai viaggiatori per passare la notte quando sono troppo lontani dalle città o dalle stazioni di servizio – spiegò la ragazza aggiustandosi il berretto sulla testa.
-   Non vengono attaccati dai deamon? – chiese Gladio scettico.
-   No, sono cosparsi di una pozione benedetta dalla Sciamana che li tiene lontani – raccontò Cindy.
-   Che ne dite? Potrebbe essere un buon compromesso – disse Selenis guardando sia Noctis che Ignis.
-   Per me va bene – assentì il principe.
-   Ottimo! Allora prestatemi un attimo la vostra mappa, vi segno quelli che mi ricordo a memoria – esclamò la meccanica.

Mentre la ragazza appoggiava la cartina sul cofano dell’auto, la principessa si scostò un attimo dal gruppo.
Tirò fuori per l’ennesima volta il proprio cellulare componendo il numero di Nyx. La solita voce incolore della segreteria la informò che non era raggiungibile.
Con un sospiro, Selenis infilò l’apparecchio di nuovo in tasca. Non riusciva a non pensare che il militare potesse essere rimasto coinvolto negli scontri, sia perché si trovava in città al momento dell’attacco, sia perché la visione che aveva avuto il giorno prima si riproponeva insistentemente nella sua mente.
Ricordava distintamente due figure oltre quella barriera di cristallo... Una era Luna, l’altra più ci pensava e più qualcosa le suggeriva che appartenesse proprio a Nyx.

-   Come ti senti? –

Ignis comparve al fianco della principessa mentre questa si massaggiava una tempia.

-   Tutto sommato per essere defunta mi sento piuttosto viva – scherzò lei – Iggy, cosa vuoi che ti dica? – aggiunse subito dopo vedendo l’espressione seria dell’amico – Mio zio è morto, ho appena sentito annunciare la mia morte e gli Imperiali si sono portati via il cristallo – snocciolò – Non so dirti come sto… - concluse con un sospiro.
-   Ammetterlo è già qualcosa – replicò l’amico voltandosi per tornare dagli altri.
-   È merito vostro –

Il ragazzo si bloccò, tornando a girarsi verso la giovane che lo guardava.

-   È solo grazie a voi se non sono ancora andata in pezzi; fossi stata da sola non ce l’avrei fatta – disse sentendo gli angoli degli occhi pizzicare.
-   Siamo sempre qui per te – rispose Ignis sorridendole.

Una volta che Cindy ebbe dato le indicazioni sul rifugio, i cinque ragazzi si misero in marcia. Lasciata la guida a Noctis, Selenis si accomodò sul sedile posteriore tra Gladio e Ignis cadendo ben presto addormentata, cullata dal tepore e stremata per i recenti avvenimenti.
Si svegliò solo un paio di ore più tardi, quando ormai il tramonto aveva lasciato spazio alla luna. La ragazza sollevò la testa dalla spalla di Gladio per guardarsi intorno. Erano fermi in un parcheggio a bordo strada, intorno a loro si estendeva la stessa distesa brulla che faceva da contorno ad Hammerhead.

-   L’accampamento? – domandò con voce arrochita mentre scendeva dall’auto.
-   Là – rispose Ignis indicandole un punto verso l’entro terra.

Ad una trentina di metri dalla tangenziale, una roccia circolare leggermente rialzata da terra, interrompeva il buio della notte. Anche da lì si potevano vedere, incisi sulla pietra, le centinaia di simboli geometrici che brillavano di un blu opalescente.

-   Speriamo tenga davvero lontano i deamon – commentò Prompto accingendosi a scaricare l’attrezzatura dal baule.
-   Non penso che Cindy ci avrebbe mandati qui se rischiassimo la vita – replicò Gladio caricandosi in spalla la struttura della tenda.
-   Da qualche parte devo aver letto di queste pozioni repellenti – disse Selenis aiutando Noctis a prendere altra roba.
-   E per quale motivo allora non ce la spruzziamo addosso? – chiese il ragazzo biondo.
-   Perché è la combinazione dell’elisir e delle rune che fanno funzionare il tutto – rispose Noctis.
-   Allora non facevi solo finta di studiare – soggiunse Ignis.
-   Simpatico – borbottò il principe mentre si dirigevano al rifugio.

All’improvviso una scossa fece tremare violentemente la terra, costringendo i ragazzi a fermarsi per riuscire a mantenere l’equilibrio.

-   Cosa diamine sta succedendo? – esclamò Selenis aiutando Prompto a rimettersi in piedi.
-   Dietro di voi! –  L’urlo di Ignis fece voltare entrambi i ragazzi.

Dall’asfalto, letteralmente, stava uscendo un braccio.

L’enorme mano di un colore scuro non ben definito, arpionò il terreno, facendo leva per consentire al resto di emergere. Con uno stridore metallico, pian piano, la mole di quello che inequivocabilmente si trattava di un deamon, si erse sopra di loro.  Il gigante di almeno una trentina di metri, brandiva un’enorme spadone che venne presto rivolto al loro indirizzo.

-   Un Gargantua!! – gridò Gladio – Scappate! –

Selenis non se lo fece ripetere due volte e afferrato il braccio di Prompto che fissava il bestione con occhi sgranati, prese a correre trascinandoselo dietro.
Il deamon non reagì bene alla loro fuga e, ruggendo furioso, si lanciò al loro inseguimento.

-   Forza sbrigatevi! – urlò Noctis.

Il gruppo corse a rotta di collo verso l’accampamento, ma il nemico era ormai ad un passo da loro.

-   Giù! – esclamò la principessa, tirando verso terra Prompto giusto in tempo per schivare il fendente che il gigante aveva inferto.
-   Attenta! – le gridò il ragazzo biondo alzando lo sguardo.

Selenis si voltò proprio mentre il Gargantua calava un altro colpo. Con un sonoro clangore, l’enorme arma venne intercettata dallo spadone appartenente a Gladio, che sbuffando riuscì a pararlo. Il deamon colto in contro piede, perse leggermente l’equilibrio, dando il tempo ai ragazzi di rimettersi a correre.

-   Ci sta raggiungendo di nuovo! – urlò Noctis voltandosi di tre quarti per guardare oltre la propria spalla.
-   Un ultimo sforzo! – li incoraggiò Ignis.

Il gruppo finalmente caracollò sulla roccia incisa. Il Gargantua, appena dietro di loro, si bloccò improvvisamente. I ragazzi lo fissarono inebetiti mentre riabbassava la spada e voltatosi, tornava esattamente da dove era venuto, come se loro fossero spariti nel nulla.

-   Ora sai per certo che questi rifugi funzionano – commentò Gladio con il fiato corto.
-   Ci credevo sulla parola – replicò Prompto sdraiato sulla schiena.
-   Sarà meglio montare la tenda – consigliò Ignis – Noct mi dai una mano con i fornelli? –
-   Certo – rispose il principe accostandosi all’amico.
-   Io mi occupo del fuoco – propose Selenis.

Il lavoro di squadra portò, non molto tempo dopo, all’allestimento di un pratico e confortevole accampamento. Le cinque sedie furono posizionate attorno ad un falò scoppiettante e i piatti riempiti di ottimo stufato. Nonostante la serenità del momento e la bellezza del cielo trapunto di stelle, la cena si svolse con toni pacati e con un senso generale di inquietudine. Le macerie di Insomnia alle loro spalle, bruciavano nei loro ricordi oscurando qualsiasi altra cosa.
Quando il pasto fu terminato, i ragazzi rimasero seduti davanti al fuoco, ognuno immerso nei propri pensieri; perfino Prompto restò in silenzio e non propose neppure una partita a carte o a King’s knight. Selenis, sentendo invece la necessità di fare qualcosa di pratico, si alzò a prendere i piatti vuoti.


-   Potevi restare seduta, ci avrei pensato io – le disse Ignis mentre le tendeva il suo.
-   Tu cucini già per tutti, finirai per viziarci – replicò la ragazza con un sorriso avvicinandosi al ripiano che usavano per preparare le pietanze.

Fu in quel momento che l’inconfondibile custodia di una chitarra attirò la sua attenzione. Si era dimenticata di averla portata con sé.
Selenis non si considerava una musicista; tutto quello che aveva imparato lo aveva fatto perché l’etichetta di corte di una principessa imponeva di saper suonare almeno uno strumento.


-   Potresti suonarci qualcosa –

La voce di Gladio la sorprese mentre il suo sguardo era ancora fisso sulla chitarra.

-   Non so se è la serata giusta – replicò lei restia.
-   Penso che invece lo sia – ribattè il ragazzo dando una rapida occhiata a Noctis.

Era quello che aveva parlato di meno in tutta la serata e onestamente non c’era da stupirsene. In Selenis era ancora vivido il ricordo della sofferenza di quando suo padre era morto.
Così, una volta estratto dalla custodia lo strumento, tornò a sedersi assieme agli altri. Posizionò la chitarra sul ginocchio accavallato e rimase con le dita premute sulle corde. Pian piano trovò gli accordi che cercava e ben presto una melodia ben definita si levò nell’aria.
La principessa prese a cantare quella vecchia canzone con voce sommessa. Il ritornello diceva questo:

Cause they say home is where your heart is set in stone, is where you go when your alone, is where you go to rest your bones. Is not just way you lay your head, is not just were you make your bed, as long as we’re together doesn’t matter where we go. Home.

Casa non doveva essere solo un “luogo”, ma molte cose. Nonostante ora non ne avessero più una a cui poter fare ritorno, se fossero rimasti insieme, ovunque sarebbero andati, lì ci sarebbe sempre stato un posto da poter chiamare in quel modo.

Quando il brano terminò, tornò il silenzio rotto solo dal crepitio del fuoco. I ragazzi stavano chi con la testa china, chi con lo sguardo perso in lontananza. Selenis invece si sentiva il cuore stretto in una morsa dolorosa.

-   Perdonatemi.. - esordì dopo un momento – Non avrei dovuto cantarla..- si scusò, alzandosi in fretta per riporre la chitarra dove l’aveva presa.

Una mano però l'afferrò per un polso, bloccandola. La ragazza abbassò lo sguardo sul viso parzialmente in ombra di Noctis. Il giovane aveva gli occhi evidentemente lucidi, ma sembrava aver riacquistato un po’ di serenità.

-   Grazie – disse semplicemente.



Campeggio dell'autrice:

Giorno a tutti ^^

Ed ecco qui che il danno è fatto. La capitale è stata presa ed è solo la punta dell'iceberg di tutto ciò che dovrà accadare.
Non ti rendi conto della difficoltà di adattare un videogioco in una storia, finchè non ci sono dei combattimenti ^^" Perchè un minimo di senso glielo devi dare, non è che puoi far comparire i nemici dal nulla o lanciarti addosso a loro così come viene fatto nel gioco! Mi auguro di esserci riuscita quindi!
Nella trama di questa prima parte di gameplay mi hanno sempre lasciata perplessa tre cose:
1) L'uso a spot del cellulare... ma diamine, non potevate già chiamare da Galdin?! Dovevate proprio aspettare di essere davanti alle macerie di Insomnia?? Boh!
2) Ma sto povero Clarus? Vogliamo spendere due paroline sul fatto che sia morto e che sia (tra l'altro) il padre di uno dei protagonisti?? No? E va bene...
3) Ma le barriere? Usarle anche nei combattimenti mai! Abbiamo la magia ma la usiamo solo per lanciare palline di cristallo infuocate... perfetto!
OK, ai punti 2 e 3 ho cercato io di dargli un senso almeno qui, per i cellulari non ho parole xD
Per finire ho voluto mettere una nota musicale al capitolo. E' un vizio che mantengo in tutte le mie storie, perdonatemi ^^" Se volete ascoltare la canzone suonata da Selenis la potete ascoltare a questo link: Home - Gabrielle Aplin
Siete emozionati per la beta a numerso chiuso per FFXV Comrades? Io sì! O almeno fino a quanto non ho scoperto che ci vuole anche il PS Plus e che io non ho la benchè minima intenzione di pagare ^^" Per il resto sono riuscita a prendere la Afro sword.. che per la cronaca è più inutile di Kimahri in FFX...
Detto questo vi saluto, rinnovandovi l'appuntamento per il prossimo venerdì, nel quale scopriremo una particolarità in più dell'anello di Selis, una lettera verrà recapitata e Cor farà la sua comparsa!
Un grande ringraziamento ai miei Lettori, le mie Recensiste e a chi mi ha aggiunta tra le storie seguite e preferite.

Un abbraccio!
Marta
  
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