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Autore: MrEvilside    15/06/2009    3 recensioni
In fondo, era quello il motivo per il quale era sopravvissuto sino a quel giorno.
Perché l’ambizione del suo amato maestro potesse divenire realtà.
Per quello aveva cancellato passato e presente, puntando solo al futuro; per quello si era macchiato ripetutamente le mani di sangue; e per quello aveva scelto di diventare poco più di una macchina, un semplice involucro fatto di carne e ossa privo di un reale contenuto.
Aveva perso tutto nel momento stesso in cui aveva preso la decisione di divenire il contenitore per l’anima di Orochimaru, ma non se ne era mai pentito.
[.A Kimimaro.
Buon compleanno, senpai.]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kabuto Yakushi, Kimimaro Kaguya, Orochimaru
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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A Kimimaro-senpai.
Perché oggi, un giorno esatto dopo il mio, è il suo di compleanno.
Quale modo migliore di festeggiarlo, se non narrando di una What If...? nella quale il suo desiderio si sarebbe finalmente realizzato.
Stai bene, senpai. E ancora buon compleanno.

Birth of Everything

[It is the End of All Hope
To Lose the Child, the Faith
To End All the Innocence
To be Someone like Me]
[Questa è la Fine di Tutta la Speranza
Perdere il Bambino, la Fede
Finire tutta l’Innocenza
Essere Qualcuno come Me]

Teneva il capo chino in avanti, di modo che i capelli bianchi scivolassero davanti al volto per nasconderne l’espressione. Le palpebre erano chiuse sugli occhi smeraldini, le labbra serrate in una linea perfettamente dritta.
-Non dici nulla, Kimimaro-kun?- commentò Kabuto mentre terminava di prepararlo per la cerimonia, spezzando il silenzio gravido di desiderio e impazienza che, dalla camera del kokage, era ben presto dilagato in tutto il Villaggio.
Non mancava più molto, lo si poteva intuire da quanto i movimenti del ragazzo si fossero fatti frenetici, benché lui avesse cercato di nasconderlo.
Kimimaro non rispose, né si mosse.
Il braccio destro di Orochimaru controllò ancora una volta che l’obi viola fosse ben stretto intorno alla vita del giovane contenitore – il loro signore voleva che tutto fosse perfetto per la rinascita – poi si prese qualche istante per sistemarsi gli occhiali, scivolati per l’ennesima volta sulla punta del suo naso aquilino.
-Dopotutto è comprensibile.- proseguì con una scrollata di spalle. -Avrai anche aspettato questo momento per tutta la vita, ma nessuno dona mai quanto ha di più prezioso così alla leggera. E tu non fai eccezione, Kimimaro-kun. Ora però è troppo tardi per tornare indietro-.
-Lo so perfettamente-. Infine il ragazzo aveva sollevato il capo per incontrare i suoi occhi scuri, inespressivi dietro le lenti degli occhiali – eppure, in un certo qual modo, sembrava che lo stessero canzonando. -Donando il mio corpo, permetterò a Orochimaru-sama di prolungare ulteriormente la sua esistenza e avere più tempo per riuscire a scoprire i meccanismi che regolano il creato. È il suo desiderio ciò che ho di più prezioso, nient’altro-.
In fondo, era quello il motivo per il quale era sopravvissuto sino a quel giorno.
Perché l’ambizione del suo amato maestro potesse divenire realtà.
Per quello aveva cancellato passato e presente, puntando solo al futuro; per quello si era macchiato ripetutamente le mani di sangue; e per quello aveva scelto di diventare poco più di una macchina, un semplice involucro fatto di carne e ossa privo di un reale contenuto.
Aveva perso tutto nel momento stesso in cui aveva preso la decisione di divenire il contenitore per l’anima di Orochimaru, ma non se ne era mai pentito.
-È arrivata l’ora.- annunciò infine Kabuto dopo un lungo momento di silenzio.
La porta si aprì senza un suono quando la spinse, mostrando uno sprazzo del lungo corridoio rischiarato dalla luce delle torce; il braccio destro del kokage si volse indietro e chiese in tono ironico: -Allora, Kimimaro-kun? Non vieni?-.
Ovviamente sarebbe venuto, non poteva fare altrimenti né aveva intenzione di disobbedire.
Il suo corpo però rispondeva con lentezza agli ordini, quasi fosse ancora restio ad accettare il destino che procedeva inesorabile nella sua direzione.
Nell’avvicinarsi a Kabuto, il suo sguardo spento si posò sul grande specchio rettangolare appeso alla parete a poca distanza da lui.
Non provava reale interesse – come per tutto il resto non fosse stato Orochimaru, d’altronde – per quel ragazzo dal volto inespressivo che ricambiava con fredda compostezza la sua occhiata, tuttavia lo contemplò ugualmente per qualche breve istante, forse perché sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto vederlo con i suoi occhi – e non con quelli del pericoloso serpente.
Kabuto lo attese pazientemente, senza nascondere un leggero sorrisetto beffardo.
Alla fin fine nemmeno tu sei la macchina perfetta, Kimimaro-kun. Nemmeno tu sei in grado di dire addio tanto facilmente alla vita.
L’interminabile dedalo di corridoi del covo era immerso in una quiete pregna d’aspettativa.
Kimimaro poteva percepire addosso gli sguardi colmi di timore reverenziale degli altri shinobi di Oto che seguivano il loro cammino senza osare privarsi della sicura oscurità delle proprie camere.
Infine giunsero all’ultima porta, un rettangolo di pregiato legno d’ebano esattamente simmetrico, perfetto nella sua essenza tenebrosa come l’uomo che attendeva dall’altra parte della parete.
Kabuto si fece da parte, invitandolo ad entrare. -Prego. Ti starà aspettando.- mormorò con un filo di voce, come se parlando più forte avesse potuto rovinare l’incantesimo che sembrava aver incatenato l’intera popolazione del Villaggio.
Il giovane contenitore indugiò un istante ancora, poi posò la mano sul pomello, spalancò il battente e mosse i suoi primi ed ultimi passi all’Inferno.

[This is the Birth of All Hope
To have What I once had
This Life Unforgiven
It will End with a Birth]
[Questa è la Nascita di Tutta la Speranza
Avere Quello che una volta avevo
Questa Vita Imperdonabile
Finirà con una Nascita]

Orochimaru increspò le sottili labbra diafane in un sorriso di perfido compiacimento quando Kimimaro mise piede nella stanza, ammirandone lo splendido corpo avvolto dall’elegante kimono d’un viola chiaro e puro ben poco accostabile al cuore nero di peccato dell’uomo che a breve ne sarebbe stato vestito.
Il momento era giunto. Quel giorno la sua pazienza sarebbe stata premiata.
Posò i piedi scalzi sul pavimento di nuda terra e incedette con quel suo passo sinuoso ed elegante in direzione del ragazzo che, il capo chino in segno di rispetto, attendeva in ossequioso silenzio.
Giunto di fronte al sottoposto, l’uomo allungò una pallida mano e gli strinse il mento fra pollice ed indice affinché lo sollevasse e ricambiasse lo sguardo dei suoi occhi di serpe. Sorrise ancora e allargò lentamente le dita, lasciando scivolare il palmo sulla guancia del ragazzo in una carezza pregna di ossessivo desiderio.
-Oggi diventeremo una cosa sola, Kimimaro-kun. Finalmente.- sibilò, senza nascondere la soddisfazione che permeava il suo tono crudele. Portò la lingua a lambire lentamente le proprie perlacee labbra, assaporando quelle parole che aspettava da così tanto tempo – troppo – di poter pronunciare.
-Fate di me ciò che volete, Orochimaru-sama. Non vi chiedo altro.- rispose Kimimaro, totalmente sottomesso alla sua persona come il kokage desiderava che fosse.
Socchiudendo le palpebre, questi emise un lungo sospiro di concentrazione.
L’aria si fece elettrica attorno al suo corpo mentre si preparava ad emettere il chakra che aveva preparato a lungo per la cerimonia.
Quando riaprì gli occhi, scintille viola si rincorrevano sotto il sottile strato di pelle opalescente e nelle iridi scintillanti di puro oro. Un ghigno scoprì i canini affilati e la mano che ancora sfiorava il volto del ragazzo si strinse su di lui come un artiglio.
La Cerimonia della Rinascita stava per avere inizio.
E, grazie a Kimimaro, Orochimaru avrebbe potuto impossessarsi di quella gioventù che non gli apparteneva più da molti anni e proseguire il suo operato, forte dei poteri pressoché illimitati del nuovo corpo. Il suo volere avrebbe sconfitto ogni Kami e le sue ambizioni lo avrebbero elevato ben al di sopra del loro livello.
Con la fine della cerimonia, tutto sarebbe cominciato.
Ti ringrazio molto, Kimimaro-kun.
Poi furono solo il rosso del sangue e il bianco delle scaglie di serpente.
Ed Oto, tacendo e trattenendo il respiro, attese ancora una volta, consapevole che sarebbe stata l’ultima.
Infine nella stanza del kokage scese un profondo silenzio e la porta si schiuse per permettere alla figura di avanzare alla luce delle torce che si posò dolcemente sul sontuoso kimono, sottolineando così l’eleganza delle sue morbide pieghe.
-Orochimaru-sama-. Kabuto si profuse in un inchino di riverente elogio che conteneva l’esaltazione dell’intero Villaggio per la conquista della totale perfezione da parte del loro signore.
L’uomo sollevò le mani innanzi agli occhi e le studiò a lungo, contemplando assorto l’osso sottile che fuoriuscì lentamente dall’indice destro.
Un sorriso di macabro trionfo si disegnò sul suo nuovo volto.
Sì.

Forse può sembrare - x°°°°D - ma la canzone, End of All Hope, non è mia: appartiene ai Nightwish, a loro i diritti e i soldi dei concerti.
Yakushi Kabuto, Kaguya Kimimaro e Orochimaru-sama [il suffisso è a discrezione dell'autore ù.u] appartengono [purtroppo xD] a Masashi Kishimoto, a lui i diritti e i soldi del manga Naruto, sempre suo, dove figurano codeste persone.
La prima strofa si riferisce a Kimimaro-senpai, che per il suo signore ha perso ogni cosa, speranza compresa; la seconda a Orochimaru-sama, che in Kimimaro-senpai vede la sua speranza, ciò che un tempo aveva, ossia la giovinezza. Questa vita imperdonabile finirà con una nascita mi sembra fin troppo chiaro da esporre, non trovate? u.u
Il verso Perdere il bambino, la fede non l'ho interpretato come perdere un figlio, ma come perdere l'infantilismo... passatemela, vi prego.
Non interpreto la fic come una song-fic poiché la canzone non è nemmeno il 10% dell'intero testo, quindi vedo le strofe scelte come semplici citazioni.
Kabuto-senpai e Orochimaru-sama apostrofano Kimimaro-senpai 'Kimimaro-kun' perché, chiamando anche l'Uchiha 'Sasuke-kun', ho pensato che l'avessero fatto anche con il giovane Kaguya.
In ultimo, ma non meno importante, non vedo la fanfiction come una yaoi; se voi però volete vedercelo ugualmente [che i personaggi siano ambigui lo ammetto, ma non credo sino a questo punto], fatelo pure. Non è che mi cambia la vita. xD
Detto questo, anche il regalo di compleanno per Kimimaro-senpai termina qui. Ancora auguri, senpai.
Yay.

Saeko no Danna, scrittrice a tempo pieno... purtroppo
  
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