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Autore: Celen Marinaiden    15/06/2009    12 recensioni
"Rallegrati, Naruto. Abbiamo sconfitto il tempo e la morte. Se non abbiamo potuto stare insieme nella nostra vita precedente, allora lo saremo in questa." Un futuro alternativo, un Sasuke e Naruto inediti per uno dei finali più belli che siano mai stati scritti per questa coppia. Dedicato a chi crede nelle seconde occasioni.
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il numero di stranezze in una vita era enorme, e indubbiamente anche la quantità di cose che sfuggono alla logica

Salve a tutti!sono Lirio e quella che sto per presentarvi è "Bella traicion" di Celen Marinaiden (potete trovare la storia in lingua originale qui http://www.fanfiction.net/s/4208878/1/Bella_Traicion). E senza ombra di dubbio la fan fiction del mondo di Naruto che più mi ha colpito e ho desiderato di tradurla fin dalla prima volta che l'ho letta e finalmente l'ho fatto. Visto l'andazzo del manga mi tengo questa storia come finale consolatorio e mi piace pensare che possa finire così. Ma non voglio anticiparvi nulla, lascerò che vi godiate questa fan fiction. Mi raccomando recensite numerosi perché  merita assolutamente. Buona lettura!

ps: gli asterischi colorati rimandano a una legenda in fondo, per chi non sapesse certe parole giapponesi. Ho preferito lasciarle così come le aveva usate l'autrice permettendo però a chi ancora non masticasse bene certi termini di capire cosa significhino.



Bella traicion- bel tradimento





Il numero di stranezze in una vita era enorme e, indubbiamente, anche la quantità di cose che sfuggono alla logica. Cose che sembrano non avere una vera spiegazione.

Sakura Haruno, l’ottava Hokage di Konoha, non aveva alcun dubbio sul fatto che le stramberie facevano parte della vita. Era da poco che lei era ascesa a Hokage, dopo che Konohamaru, colui che era stato il settimo, era morto recentemente a causa di una malattia a cui Sakura aveva trovato la cura, la quale tuttavia era inefficace sulle persone in età avanzata. A causa di ciò il villaggio della Foglia- e molti altri villaggi in verità- era rimasto senza la maggior parte dei suoi shinobi più anziani. Per sua fortuna, una parte degli anziani poterono salvarsi, perché ebbero la grande fortuna di non essersi contagiati. Sakura rientrava in quella percentuale di anziani fortunati.

Alla sua età- che non diceva mai, perché era un mancanza di rispetto nei confronti di una donna- qualsiasi persona la guardasse avrebbe detto che aveva degli splendidi e perfetti vent’anni. La giovinezza piena di splendore! Ma la verità era che tutto il mondo sapeva che la nuova Hachidaime*** era nata ai tempi del Sandaime***e si scherzava sul fatto che fosse vecchia quanto il monumento agli Hokage. Sakura, che fu la celebre allieva della Sannin Tsunade- che a sua volta fu la quinta Hokage-, aveva superato la sua mentore e inoltre aveva perfezionato un incalcolabile numero di tecniche che riguardavano la rigenerazione del corpo. Perciò a nessuno sembrava strano che andasse a zonzo con un jutsu di ringiovanimento completo, dal momento che si sapeva vagamente che Tsunade aveva fatto lo stesso nelle ultime decadi della sua vita.

Konohagakure era il più potente dei sei villaggi ninja, di questo nessuno aveva dubbi. E per di più aveva come alleate Sunagakure e Otogakure.*

C’era qualcosa di curioso nel ricordare come all’inizio, sembrava che il villaggio del Suono e della Foglia avessero una certa rivalità fra di loro e di fatto, si diceva fossero nemiche dichiarate. Uchiha Sasuke era stato Nidaime Otokage**, e grazie al suo mandato intelligente, Otogakure si era guadagnato un posto nella storia shinobi, oltre che il rispetto degli altri villaggi. Era grazie a lui che il villaggio del Suono era adesso il sesto villaggio principale. E a un certo punto della storia a partire dalla sua accettazione ufficiale, dall’essere vista come rivale della Foglia si convertì in un alleato in più, degno di tanta fiducia quanto il villaggio della Sabbia.

Anche se attualmente Konoha era forte, prospera e aveva il posto migliore di tutti tra gli shinobi, nessuno avrebbe negato che forse il suo periodo più radioso era stato sotto il mandato del Rokudaime***, che la fece risorgere come una fenice, nel suo disgraziatamente breve tempo come lider.

Sakura fu distolta in quel momento dalle sue reminiscenze cronologiche, quando la porta del suo ufficio, posto nella parte più alta e gloriosa della Torre dell’Hokage, fu aperta bruscamente, facendo passare una moltitudine di disordinati capelli rossi. La giovane donna –anche se solo in apparenza- sospirò pesantemente, affondando ancor di più la schiena nello schienale della sua seggiola.

- Sono tornato dalla mia missione! – annunciò il rumoroso visitante – Fammi i complimenti, okaa-chan* , ho portato a termine quello che volevi.

La donna sospirò, chiudendo gli occhi.

- Quante volte devo dirti di non entrare così nel mio ufficio, Akeru?

- Non essere noiosa! Ti chiamerò obaa-chan* se non ti animi un po’!

- Sai che non devi chiamarmi così!- grugnì lei.

Ciononostante, l’Hachidaime ricevette come risposta un’allegra risata.

Akeru Uzumaki con i suoi quattordici anni era un chuunin, ed era il discendente di Naruto Uzumaki...

l’ultimo di loro.

Sakura iniziava a credere fermamente che il destino di tutti coloro nelle cui vene scorreva il sangue dello Yondaime, era quello di morire in tragedie eroiche.

Naruto aveva mantenuto la sua promessa di diventare Hokage , il sesto di loro, il migliore. Tuttavia, quel fatto non durò a lungo, per la verità qualche anno che sembrarono essere troppo pochi. Si sposò finalmente con Hinata ed ebbero un figlio…un figlio che rimase senza padre a dieci anni, quando Naruto dovette sacrificare se stesso per il benessere di Konoha, dal momento che la volpe al suo interno si era trasformata in un nemico letale, minacciando di rompere il sigillo e uscire per distruggere tutto ciò che Naruto aveva amato tanto. Tutti iniziarono a cercare una soluzione, una tecnica che ristabilisse il sigillo, qualsiasi altra cosa che potesse essere d’aiuto. Perfino i bambini pregavano di crescere velocemente per poter essere grandi e fare qualcosa per il loro Hokage. L’intero villaggio voleva aiutare, c’erano le buone intenzioni da tutte le parti, tuttavia le buone intenzioni molte volte non sono sufficienti. E Naruto semplicemente annunciò che se l’unica soluzione, che garantiva la sicurezza del suo popolo, era morire, allora lo avrebbe fatto con piacere… e lo fece.

Konoha rimase senza il suo Rokudaime, e quello fu considerato il giorno più triste della storia del villaggio. Konohamaru fu allora il successivo Hokage, però il nipote del Terzo disse che non era stato mai veramente suo desiderio essere il settimo Hokage, perché aveva sempre conservato la speranza che Naruto invecchiasse il più possibile con quella carica.

Chiunque avrebbe pensato che non sarebbero più accadute altre disgrazie agli Uzumaki, ma tristemente queste accaddero. I genitori di Akeru erano morti mentre si trovavano in una missione di assoluta importanza per Konoha, dalla quale dipendeva in gran parte l’impedimento del sorgere di una guerra che prevedeva l’alleanza dei villaggi della Nuvola, della Nebbia e della Roccia. Se fosse stata portata a termine questa alleanza, sarebbe seguita una terribile devastazione da entrambe le parti, formate da tre villaggi ciascuna. Ma i genitori di Akeru ebbero successo anche se a costo delle proprie vite, lasciando il loro figlio di due anni orfano, ma salvando un incalcolabile numero di vite innocenti e risparmiando fiumi di sangue.

Per sfortuna del povero Akeru, lui non era nato con il caratteristico Byakugan degli Hyuuga, perciò fu disprezzato da loro, e senza alcun parente Uzumaki in vita – visto che i suoi nonni ebbero una sorte simile a quella dei suoi genitori- si trovava assolutamente solo al mondo.

Tuttavia lui era il pronipote del migliore amico di Sakura, di quel biondo di cui lei aveva finito con l’innamorarsi e che in certi momenti ancora si domandava se continuava a volergli bene a quel modo. Perciò l’Haruno non esitò quando decise di porre Akeru sotto la sua protezione e così lui crebbe con una madre- anche se era una sostituta- e una casa.

Attualmente con i suoi quattordici anni, Akeru aveva una somiglianza, da far quasi accapponare la pelle, con il suo antenato il Rokudaime. Sebbene i capelli rossi fossero un mistero per Sakura, quel paio di brillanti occhi azzurri senza alcun dubbio erano gli stessi del suo vecchio amico e compagno di squadra. Per giunta i tratti e i lineamenti del suo viso erano incredibilmente simili a quelli di Naruto e ciò che era ancora più sconvolgente dal punto di vista dell’attuale Hokage, era il modo d’essere di Akeru: ricordava troppo quello che una volta era Naruto. Aveva la stessa incrollabile forza di volontà, la stessa facilità nel fare amici ovunque, il dono di cambiare le persone e una nobiltà di spirito che senza dubbio veniva dal cuore.

Molti avrebbero detto che tutto ciò era irrilevante, che era qualcosa di normale se si pensava che era il pronipote del sesto Hokage. Ma non era questo che di tanto in tanto faceva rabbrividire Sakura. Oh no, non era questo.

- D’accordo, Akeru –disse lei alla fine- mi complimento con te, come sempre sei all’altezza di tutto.

A quelle parole, Akeru sorrise enormemente, poiché per lui l’approvazione di Sakura era una delle cose più importanti della sua vita.

- Ne, ne, Sakura-okaa-chan! Mi assegnerai un’altra missione adesso? Sono pronto per una nuova sfida!

- Tranquillizzati un po’, Akeru –chiese lei- Per il momento la tua sfida deve consistere nell’andare a casa, farti un bagno e non fare qualche sciocchezza delle tue, e sai che non ho alcun problema a farti gennin nuovamente. Sentito, ragazzo?

Akeru fece qualcosa di simile a un broncio e incrociò le braccia a esprimere il suo disappunto.

Non mi lascia mai fare cose emozionanti!- sillabò senza temere nessuna rappresaglia

- Non incominciare a tormentarmi, shannaro!

- Vecchia ingiusta!

- Moccioso maleducato!

- Madre cattiva!

- Figlio cattivo!

Inevitabilmente, il ragazzo dagli occhi azzurri iniziò a ridere giovialmente, mentre l’espressione irata sul viso di Sakura fu completamente cancellata e un sorriso materno si formava sulle labbra.

Nonostante tutto, lei voleva veramente bene ad Akeru come se fosse suo figlio, e avrebbe dato la sua vita per proteggere quella di lui. Tutti i giorni aveva una gran paura di perderlo, paura che la triste vicenda degli Uzumaki si ripetesse con l’ultimo loro superstite. Quel pensiero la tormentava sempre, ogni volta che lo spediva in qualche missione, perché soffriva profondamente all’idea di non poterlo vedere mai più.

- Ora smettila di infastidirmi, sono occupata e se non esci di qui in questo istante, ti mando a trovare i tuoi amichetti di Suna con un solo colpo- minacciò lei, con quel sorriso che esibiva sempre quando pianificava qualcosa di losco.

- D’accordo, d’accordo, Sakura-okaa-chan –disse Akeru, levando le mani in segno di resa- Me ne vado... ma prima ci tenevo a dirti di migliorare il tuo jutsu, perché da qui riesco a vedere le orribili zampe di gallina che ti si sono formate intorno agli occhi.

- Akeru!!

Con una risata, il giovane rossino si diresse verso la porta, aprendola rapidamente per schivare il kunai che fu lanciato contro di lui e affondò nel legno.

Sakura sospirò con frustrazione, prima di aprire i suoi occhi verdi aggrottando la fronte, mentre pensava che quel suo ragazzo era il più insolente possibile. Proprio in quel momento inaspettatamente la porta tornò ad aprirsi con forza e Akeru – che non poteva agire in altro modo- nuovamente entrava nell’ufficio.

- Stavo dimenticando… -disse con entusiasmo- Okaa-chan, Shadoru è al villaggio?

Al sentir pronunciare quel nome, Sakura fece una momentánea smorfia di dolore.

- Si, Akeru –rispose moderatamente- E’ tornato tre giorni fa dalla sua missione.

- Bene! Andrò a trovarlo, lo inviterò a mangiare ramen! –si voltò verso la porta, agitando la mano- Ci vediamo, okaa-chan! Ricordati di dare un’occhiata alle rughe!

Questa volta anche se la porta si chiuse di colpo, non ci fu nessun kunai minaccioso che affondasse in essa. Nonostante le sue sembianze di gioventù e bellezza, Sakura in quel momento sentiva pesare tutti i suoi anni, cosa che era iniziato ad accadere piuttosto di frequente.

Uchiha Shadoru era l’unico nome che riusciva a farla rabbrividire. La sua storia non era tragica né oscura come quella di Akeru... almeno non durante le tre ultime generazioni.

Poco dopo che Sasuke divenne l’Otokage, le notizie sul fatto che avesse avuto un figlio giunsero a Konoha e con quelle, il sorriso eterno e radioso di Naruto fu sostituito da uno completamente falso fino all’ultimo dei suoi giorni. Ormai non c’era più motivo nel mascherare la vicenda o ignorare cosa era successo. Naruto era innamorato di Sasuke, molto di più di quanto la stessa Sakura lo era stata a suo tempo ed era per quel motivo che l’aver fallito definitivamente nel riportarlo indietro, aveva causato una profonda ferita nell’Uzumaki, e con il passare degli anni, il biondo aveva voluto farle credere che era tutto superato perciò non c’era motivo di essere tristi, anche quando Sasuke divenne Nidaime di Otogakure, la qual cosa stava a significare che non sarebbe mai tornato al villaggio della Foglia, per cui ogni speranza era spezzata e abbandonata.

Ma il fatto che avesse deciso di avere figli e condurre una vita felice da ammogliato, gli aveva fatto capire all’istante a Naruto che Sasuke non lo aveva mai amato... che nonostante i suoi disperati desideri di adolescente, si era sbagliato nell’interpretare le cose e l’Uchiha non aveva mai avuto altro sentimento da regalargli eccetto l’odio. Ormai niente aveva senso. Per questo decise di sposarsi, quando il padre di Hinata era venuto da lui quasi “offrendogli” sua figlia in matrimonio. Sarebbe una bugia dire che Naruto ingannò Hinata, e pure dire che lei soffrì, perché certamente insieme formarono una coppia abbastanza felice, perché Naruto voleva bene ad Hinata e lei non necessitava altro che d’essere voluta bene. Ma una cosa è voler bene, un’altra molto diversa è amare…e Sakura sapeva che nell’ultimo istante della sua vita, Naruto aveva pensato a Sasuke.

Una tragica, triste storia di amore non corrisposto. Quella era la frase perfetta che lei era solita utilizzare per descrivere in privato ciò che era stata la vita di Naruto, o perlomeno, la gran parte di essa. Perchè la verità era che il sigillo si era indebolito semplicemente e pienamente per il fatto che la forza di volontà del biondo, che sempre aveva tenuto a freno Kyuubi, si era a poco a poco spenta, dal momento in cui ebbe la certezza che lui non aveva significato nulla per Sasuke. In un cieco momento d’ira e furente, Sakura si era incaricata di inviare una lettera piuttosto estesa all’ Otokage, dicendo a Sasuke quanto lo odiasse e quanto desiderasse che soffrisse nello stesso modo in cui aveva sofferto Naruto, augurandogli di morire di una morte orrenda, perché chi doveva essere vivo era Naruto e non lui, poiché se il biondo era morto, era stata interamente colpa di Sasuke e di nessun’altro.

L’ amore era tanto meraviglioso che poteva essere capace di creare vita e, tuttavia, era pure così mostruoso da essere capace di spegnerne una.

Molti anni dopo, i nonni di Shadoru avevano deciso di tornare a vivere a Konoha, riportando non solo il cognome al villaggio, ma anche prendendo giustamente possesso dell’esteso quartiere Uchiha, che fino a quel momento era stato considerato un posto stregato che incuteva timore ai bambini che passavano per di lì. Perciò attualmente esistevano Uchiha tanto in Oto quanto a Konoha, y nuovamente erano quel Clan tanto rispettato di cui tutti volevano far parte.

Stupidaggini!Semplici stupidaggini!Se tutti loro avessero saputo le cose come Sakura le sapeva, allora avrebbero odiato il cognome Uchiha come lei.

Tutto era andato abbastanza bene per Sakura fino al giorno in cui Akeru si diplomò all’Accademia e fu inserito in una squadra, di cui sarebbe stato membro assieme a Shadoru Uchiha e Binjin Aburame. L’Hokage analizzò i due compagni di suo “figlio”e mentre le fece una buona impressione Binjin, che era una ragazza piuttosto riservata ed educata come ogni buon Aburame, le cose con Shadoru Uchiha erano tutta un’altra storia.-

Tanto per incominciare, il solo fatto di essere un Uchiha era un detestabile punto a suo sfavore, ma anche così Sakura avrebbe potuto passarci sopra se non fosse stato che aveva notato qualcosa che la lasciò di stucco. Lei era stata lontana da tutto ciò che aveva a che fare con gli Uchiha, e anche se conosceva i nomi principali, raramente si era interessata agli altri. Essendo Shadoru tanto giovane, non aveva ancora fatto nulla degno di menzione o che valesse la pena di andare a vederlo. Ma al formar parte della squadra di Akeru, la ragazza dai verdi occhi, fu costretta a conoscerlo. E quando lo fece, sentì la necessità di mettersi a gridare.

Shadoru Uchiha sembrava una copia di chi lei aveva conosciuto come Sasuke Uchiha, l’unica cosa che discordava era il castano dei suoi capelli, dato che perfino il suo portamento e attitudine era indubbiamente simili.

Doveva per forza trattarsi di un brutto scherzo del destino; essendo Shadoru e Akeru tanto simili ai loro antenati, Sakura non riusciva a smettere di sentirsi gelosa a riguardo, oltre che piuttosto commossa. Se ci fosse stato qualcun altro in vita, tra quelli che avevano conosciuto Naruto e Sasuke, sarebbe stato d’accordo con lei a proposito di quei due.

Tuttavia non era la somiglianza fisica a spaventare l’ Hokage, perché quella si poteva spiegare meramente per il fatto che Shadoru era discendente di Sasuke. No, ciò che la spaventava era il modo in cui sempre la guardava quel ragazzino, con i suoi occhi neri che sembravano celare un’età che discordava con la sua fisicità, e la osservavano sempre come se la conoscesse anche quando si erano guardati in faccia la prima volta. Inoltre, c’era anche il modo di parlare di quell’Uchiha, perché c’erano cose che diceva che lasciavano l’Hachidaime in preda un profondo turbamento. Sakura ammetteva che le sue idee erano illogiche e paranoiche. Era cosciente del fatto che Shadoru non era Sasuke per quanto si assomigliassero e sapeva anche che la sua mente le giocava brutti scherzi associando due persone con lo stesso cognome che esistevano in tempi diversi. Sasuke era morto e soffriva un qualche tipo di castigo -almeno era quello che si augurava-, e Shadoru non era altri che un moccioso che con pessimo tempismo era capitato di assomigliare a qualcuno del suo passato.

Ma anche così …qualcosa dentro di lei le diceva che non si sbagliava, che i suoi folli presentimenti non erano assurdi. Che c’era qualcosa di anomalo in tutto questo …qualcosa che non era assolutamente normale.

Con un sospiro abbattuto, Sakura si mise in piedi, sentendo pesare sulle sue vecchie ossa il peso della sua vera età, pensando che davvero ormai gli anni volessero farle pagare gli arretrati.

La donna si avvicinò alle finestre dell’ufficio, le quali erano enormi come tutto il resto. Con un gesto stanco, la rosa levò la mano per poi appoggiarla sul vetro.

- Spero che non siate voi, ragazzi, perché allora finirete col farmi invecchiare definitivamente.-

Ovvio che non erano loro! Sasuke si trovava giustamente all’inferno e Naruto meritatamente in paradiso. E certamente non se ne andavano in giro per il villaggio, vivendo sotto false spoglie, come la sua mente danneggiata voleva farle credere.

- Sono impazzita, senza dubbio -se schernì la occhiverdi- Meglio che smetta di pensare sciocchezze e mi metta al lavoro…anche se un bicchierino di sake non sarebbe male…

Con un’altra risata, Sakura pensò che era orribile che assomigliasse tanto alla sua antica maestra Tsunade. Che ironia! Ma non poteva evitarlo, la Godaime aveva avuto vizi che erano molto facili da adottare.

Un sorrisa gradevole comparve sul suo giovane volto, mentre che l’attuale Hokage cominciava a escogitare un piano di fuga dall’ufficio senza che la sua assistente, Omizu Nara, la scoprisse. Omizu era una donna implacabile – come tutte le donne Nara- e sicuramente non avrebbe preso bene il fatto che l’Hokage scappasse nuovamente un po’ dai suoi obblighi.

Perciò mentre pianificava la fuga, i pensieri che tanto la preoccupavano rimasero sepolti in qualche anfratto della sua mente..


ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų ŞaşΰŊąrų



L’idea iniziale di Akeru era di andare direttamente a casa -quella in cui viveva assieme a sua “madre”-levarsi l’equipaggiamento da viaggio e farsi una doccia. Dopo sarebbe andato a cercare Shadoru e gli avrebbe raccontato tutte le cose che erano successe durante la missione.

I suoi piani furono completamente stravolti quando, al suo arrivo alla sua grande ed elegante casa, trovò all’esterno una persona con tutta l’apparenza di stare aspettando. Pur indossando l’uniforme comune a tutti i chuunin e jounnin, Akeru poté riconoscere quella persona perché quei capelli color cioccolato, la pelle bianca e la forma tanto aggraziata di stare in piedi non potevano appartenere ad altri che a quella che più tardi avrebbe cercato, se non fosse già stata lì ad aspettarlo

- Shadoru! –gridò il rossino, agitando la mano destra in aria.

Effettivamente si trattava dell’ Uchiha, che gli sorrise ampiamente quando lo vide arrivare.

- Ehi, mi hai rovinato i piani- disse Akeru non appena giunse al suo fianco.- Non si presumeva che tu fossi qui.

- Hai ragione, ma mi piace fare le cose che gli altri non presumono.

Il ragazzo dagli occhi azzurri sbuffò, levando gli occhi al cielo.

- Beh, ormai che sei qui non ho alternative che farti passare. Andiamo!!

E con entusiasmo Akeru aprì l’alto portone che serrava la sua proprietà, aspettando che il castano entrasse per poterlo chiudere.

- Devi raccontarmi della tua missione, scommetto che non è stata meglio della mia- commentava cammin verso casa- mi toccano sempre le missioni migliori!

- Questo perché quella vecchia pazza ti preferisce- rispose con un sospiro il ragazzo dagli occhi neri.

- Più rispetto, che è mia madre!

- Sí, sí –minimizzò il fatto con un movimento dispregiativo della mano- e so che si arrabbierà perché mi hai fatto entrare un’altra volta della sua sacra casa.

- Non credo, Sakura-okaa-chan è un po’ fissata con te, ma non così tanto.

- Un po’? –Shadoru chiese con sarcasmo- Quella donna mi odia nel modo più assoluto.

- Stai esagerando -Akeru sorrise leggermente- Succede che ormai perde colpi per via dell’età. Chi lo sa quanti anni ha Sakura-okaa-chan!

- Se ti dicessi quanti anni ha ti sorprenderesti -Shadoru sorrise con arroganza- Lei aveva dodici anni quando morì il Sandaime, e aveva trentasei anni quando il Rokudaime venne a mancare. Perciò fai il calcolo.

- E’ vecchissima! -Akeru sembrò tanto sorpreso che quasi si bloccò- Oh, povera okaa-chan, non la prenderò più in giro per l’età... principalmente perché anche se è vecchissima sono sicuro che picchia come quando ne aveva trentasei.

Il rossino si accinse ad aprire la porta principale della casa, accorgendosi che non era chiusa a chiave, cosa che era normale; non era necessario chiudere, nessuno nel villaggio avrebbe osato entrare senza permesso nella casa dell’ Hokage.

- Questo pure te lo posso assicurare -Shadoru assentì, entrando dopo di lui.

- Oi, e come è che tu sai tutte queste cose?

Akeru chiuse la porta , mentre si toglieva i sandali ugualmente all’Uchiha. Per lasciarli all’ingresso.

- Si chiama cultura, qualcosa che tu non hai. Al contrario di te io si che ho studiato la storia di Konoha e di tutti i suoi Kage... ne so così tanto dell’ Hachidaime e del suo passato che si potrebbe perfino dire che io ero la…

- Davvero? Be’ a okaa-chan non farà piacere sapere che la sua vita è così pubblica, sai quanto lo odia! E anche la fissazione che ha di non parlare mai di quando era giovane. Non vuole mai raccontarmi del Rokudaime! – il rossino fece una smorfia di dissenso- Capisci? Non ha senso avere il miglior Hokage in famiglia e che tua madre, che l’ha conosciuto, non voglia dirti molto di lui. Devo sempre venire a sapere le cose dai libri!E non mi piace leggere.

- Non ti perdi molto -Shadoru si strinse nelle spalle- ti assomigliava molto.

- Tsk! Sai che odio quando parli con quell’accento da so-tutto-io.

Shadoru sorrise mentre iniziava a salire le scale che svoltavano ad angolo sul primo corridoio della casa. Aveva visitato qual posto le sufficienti volte come per averlo memorizzato e per di più, come per sapere dove si trovava la stanza dell’ Uzumaki.

- Ma lascia stare, voglio che mi racconti della tua missione - riprese Akeru, seguendolo- Così dopo ti riassumo la mia.

- Puoi incominciare a riassumere, non è successo niente di interessante e lavorare con quell’ Inuzuka è una seccatura.

- Non dire così, Rou è simpatico, mi piace.

- Sì, perché è tanto infantile e fastidioso quanto te.

Akeru stava per replicare, ma in quel momento giunsero in camera sua e, come al solito, Shadoru aprì la porta mentre faceva un inchino esagerato.

- Dopo di lei, futuro Hokage –disse il castano, con burla.

Akeru sospirò scuotendo la testa negativamente ed entrò senza troppe cerimonie, seguito dal castano.

- Non so per quale motivo credi che diventerò Hokage -commentò il rossino, avvicinandosi al suo letto e sedendosi.

Shadoru sorrise allora in quel modo enigmatico che Akeru non era mai riuscito a spiegarsi, avvicinandosi a lui e sedendosi di fianco, affondando ancora di più il materasso col suo peso.

- Si potrebbe dire che ce l’hai nel sangue, non credi? Pensaci bene: Minato Namikaze, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno... credo che sei destinato a quella carica.

- Sakura-okaa-chan non è la mia vera madre -replicò, come se quell’affermazione potesse spiegare qualcosa.

- Sì, ma non importa, lei ti ha adottato e anche se non ne condividi il sangue è comunque una prova della teoria che essere Hokage è una cosa di famiglia per te.

- No, grazie -Akeru negò agitando i suoi capelli rossi- Hai visto che fine hanno fatto il Quarto e il Sesto, neanche per scherzo mi impiccio di quelle cose.

- E’ successo per colpa di Kyuubi -ragionò- Non esiste più, perciò non ci sono problemi.

- E tu?Potresti essere l’Otokage.

- No, ci sono già molti Uchiha che aspirano a quel posto, non fa per me.

- E io insisto che la neanche la faccenda dell’Hokage fa per me.

- Ah...chi ti sentisse dire così- esclamò, in tono di burla mischiato a compassione.

Prima che Akeru potesse lamentarsi, Shadoru si inclinò e mettendogli una mano sulla vita e l’altra sulla sua nuca lo attirò verso di lui, incollando le labbra alle sue. Il rossino chiuse gli occhi all’istante, sospirando soddisfatto e, aprendo le sue labbra, permise che la lingua umida dell’altro scivolasse nella sua bocca e le loro salive si mescolassero in perfetta armonia. Abilmente il castano utilizzò il peso del proprio corpo per farlo scendere fino al punto di rimanere disteso, mentre lo stesso Shadoru faceva salire anche le gambe sul letto e giocherellava intrecciando la lingua con la sua.

Per un motivo che Akeru non poteva spiegarsi, fin dal momento in cui furono assegnati nello stesso gruppo, lui e l'Uchiha si erano frequentati e conosciuti ancor di più che in tutti gli anni passati studiando in Accademia. Erano diventati migliori amici e qualche mese prima avevano cominciato qualcosa di completamente diverso rispetto all'amicizia. Si poteva dire che si erano messi assieme pur non rivelandolo al resto del mondo, visto che, sia lui sia Shadoru, l'idea di avere un segreto talmente grandioso li affascinava alquanto, anche se concordavano che una volta diventati jounnin avrebbero rivelato l'enorme segreto e avrebbero aspettato per vedere che tipo di reazioni avrebbero causato a quella notizia. Il “figlio”della Hokage non poteva sentirsi più felice riguardo ciò perché non era possibile esserlo di più, giacché oltre a essere scioccamente innamorato era anche corrisposto, e si sentiva ben voluto in ogni gesto che il ragazzo dagli occhi neri compiva per lui. Adorava quegli occhi neri che avevano attirato la sua attenzione fin da quando era piccolo, ma che non aveva mai affrontato perché non sapeva come avvicinarsi al loro padrone. La formazione del team Grigio con lui stesso, Shadoru e Binjin, gli diede l'opportunità per poter finalmente parlare e convivere con l' Uchiha della sua classe, e inoltre, gli permise di conoscerlo più a fondo, abbandonandosi poi a quei sentimenti che gli provocava il suo compagno di squadra.

E senza capire il perchè, tutte le volte che Shadoru gli diceva che gli voleva bene, sentiva dentro di se una sensazione talmente commovente che si avvicinava alle lacrime...come se fosse qualcosa che avesse aspettato di sentirsi dire da sempre.

Infine dopo un paio di baci in più, baci in cui i denti si erano scontrati, la saliva era colata un pochino e lelignue si erano accarezzate fino alla sazietà, Shadoru si lasciò cadere di lato, lasciando il suo braccio sinistro sotto la testa rossa, in modo che l'Uzumaki potesse ultizzarlo come cuscino.

Era in momenti come quelli che Akeru si sentiva immensamente felice di vivere, perché anche se quegli idioti del Clan Hyuuga lo disconoscevano come loro membro, tuttavia aveva Sakura che era davvero una madre per lui, aveva anche i suoi amici -un sacco di amici a dirla tutta- che lo apprezzavano e soprattutto aveva Shadoru, che rendeva la sua vira perfetta.

-Ehi, Akeru, dato che la mia missione non è stata per niente interessante, che te ne pare se finisco di raccontarti la leggenda di prima?

Akeru aprì i suoi occhi azzurri e si voltò per rimanere di fianco, osservando da vicino il viso del castano che pure lui si erano messo di fianco, in modo che loro potessero vedersi comodamente e intimamente vicini.

- Certo -disse con entusiasmo- Ho odiato che ti interrompessi sul più bello. Perciò ti conviene raccontarmi cosa è successo al Signore del Giorno e il Signore della Notte.

Shadoru sorrise, con un particolare brillio negli occhi neri.

- Bene, dove eravamo rimasti?

- Al punto cui quel ritardato della Notte gli era venuto in mente di mettersi con quella volpastra del Bosco- disse Akeru, con un risentimento infantile.

L'Uchiha allungò la mano ad accarezzare il volto del rosso, e con il suo dito indice iniziò a delineare accarezzando dolcemente le labbra dell'altro.

- Sì, allora... il Signore della Notte pensò che dopo tutto quello che aveva fatto, la cosa migliore che potesse fare era allontanarsi per sempre dalla vita del Signore della Notte- cominciò a narrare con quel tono di voce tanto saggio che aveva sempre attirato l'attenzione di Akeru - così pensò che sposarsi con la Dama del Bosco era l'ultima cosa da fare. Il suo stesso odio finì col sommergerlo e troppo tardi si rese conto di aver commesso un terribile errore, perché con chi voleva stare davvero era il Signore del Giorno, e allora infine fu cosciente di tutte le cose orribili che gli aveva fatto e anche quanto lo aveva ferito in tutti quegli anni. Sfortunatamente, il Signore della Notte aveva già avuto un figlio con la Dama del Bosco e anche se pensò che la situazione era ancora riparabile, gli giunse la notizia che il Signore del Giorno si era sposato con la Ninfa del Sole, a dimostrazione del fatto che l'aveva perso.-

Shadoru si fermò per un millesimo di secondo, per poter scostare le ciocche rosse che nascondevano un po' gli occhi azzurri che stava fissando in contemplazione.

- Certamente il Signore della Notte poteva ancora rimediare -continuò- se avesse voluto, avrebbe abbandonato il suo regno per andare a quello del signore del Giorno, e avrebbe potuto persino togliere di mezzo la Ninfa del Sole, ma il Signore della Notte era così risentito, tanto arrabbiato per ciò che aveva fatto il Signore del Giorno, che ancora una volta si lasciò trascinare dal suo odio e non fece nulla.

- Quel Signore della Notte è uno stupido -lo interruppe Akeru, come raramente faceva.

- Lo era -concordò l'Uchiha- Lo era e perciò meritava il castigo peggiore, e gli fu dato, giacché poco dopo il Signore del Giorno si ammalò gravemente... si era ammalato di tristezza e contro quella raramente c'è cura. Così il Signore del Giorno morì, e perché sapesse che era stata colpa sua, la Principessa delle Rose si assunse il compito di farlo sapere al Signore della Notte tramite una lettera, per rinfacciarglielo. Ormai niente aveva senso, perché a causa delle stupidaggini che già abbiamo elencato, il Signore della Notte aveva perso l'unico che avesse veramente amato nella sua vita, tutto per colpa di errori egoisti e decisioni completamente sbagliate. Per lui non c'era consolazione e nessuna sua azione avrebbe cambiato ciò che era successo, perché il Signore del Giorno non sarebbe tornato in vita -

E se Akeru non fosse stato troppo assorto per le parole ascoltate, allora avrebbe notato lo sguardo triste negli occhi neri di Shadoru.

- Lo aveva perso per sempre, perché i morti non fanno ritorno, vero?

Allora il castano, smise di parlare il tempo sufficiente perché Akeru si sentisse intrigato.

- No, si presuppone che non ritornino -replicò l'occhiazzurri Allora cosa è successo poi?

- Ah, è successo che ti sbagli- Shadoru sorrise leggermente- il Signore della Notte sapeva di un modo per rivedere il Signore del Giorno, così in un ultimo disperato tentativo per cercare di redimersi nei confronti della persona amata, il Signore della Notte condannò per mezzo del sangue i suoi successivi discendenti e non solo i suoi ma anche quelli del Signore del Giorno, sacrificando in quel modo le loro anime come prezzo affinché dopo al morte, lui potesse ritornare in vita assieme al Signore del Giorno, così facendo in un qualche futuro lontano loro avrebbero potuto rincontrarsi, essere in grado di camminare ancora su questo mondo e così il signore della Notte avrebbe posto rimedio ai suoi errori e avrebbe regalato al Signore del Giorno tutta la felicità che , nella sua altra vita, gli aveva negato.

Seguì il silenzio, che incoraggiò l'Uzumaki a parlare nuovamente per scoprire come continuava la storia.

- E poi? -disse infine.

- Oh, beh... la storia finisce così -disse con un tono indifferente.

- Finisce così? -Akeru sembrava sorpreso – Non può finire così!

- Ok, ok -Shadoru sospirò con sorriso di burla- Il Signore della Notte e il Signore del Giorno si rincontrarono molto tempo dopo, cosa che confermò al Signore della Notte che il sacrificio di tutte quelle anime innocenti era valso la pena.

- Questo è... orribile - disse, assottigliando lo sguardo- Sacrificare delle persone che non avevano alcuna colpa è qualcosa di spaventoso, soprattutto se appartengono alla tua famiglia.

- Lo è -ammise il castano- Ma il Signore della Notte lo ha fatto per amore, e per amore si possono commettere le cose più macabre ed egoiste che si possano immaginare.

- Perlomeno vissero felici per sempre o qualcosa del genere?

- Sí, si potrebbe dir e di sì

Akeru non disse niente, sul volto si formava un'espressione pensierosa che chiaramente faceva intravedere che stava vagliando qualcosa silenziosamente. Infine, inchiodò il suo sguardo sull'altro.

- Tutto ciò poteva essere evitato se il Signore della Notte avesse agito bene- disse l'occhiazzurri in conclusione- tutte le cose che fece furono delle sciocchezze, non fu felice e rese infelici gli altri, in special modo il Signore del Giorno.

- Hai ragione e fu per quel motivo che anche nella morte cercò di porre rimedio a tutto.

- Ma non sarebbe stato necessario, se avesse abbandonato quella stupida idea di uccidere il Dio del Sangue, se fosse rimasto con Signore del Giorno, la Principessa delle Rose e il Maestro dei Libri, allora nessuno sarebbe stato triste.

- Sí, ma il “se” non esiste, Akeru. E molto tardi il Signore della Notte si rese conto. E' per questo che dicono che nessuno sa quello che possiede finchè non lo perde.-

- Be questo non lo capirò mai- disse determinato il rossino – io so quello che ho e non farò alcuna idiozia per perderlo.

- Anch'io so quello che ho -concordò- E stavolta non lo perderò. Perciò spero che tu ti sia mentalizzato al fatto che non ti libererai di me, neanche nella morte.

- Sempre così esagerato – rise, assottigliando lo sguardo- Mmn... non so perché, ma nonostante tutto quello che ha fatto quel bastardo della Notte sia stato terribile, anche così credo che la storia mi è piaciuta molto.

- Non poteva essere altrimenti.

Nonostante la posizione in cui si trovavano, Shadoru riuscì a depositare un bacio sulle labbra bendisposte di Akeru, che sorrise quasi innocentemente quando si separarono e i loro sguardi tornarono a connettersi.

- Ehi, Shadoru, non ti disturba se mi addormento, vero? L'idea di un riposino con te mi sembra geniale- ammise in totale franchezza.

- Dobe -mormorò, facendo si che qualcosa nel rossino si svegliasse- dormi se vuoi, io sarò ancora qui quando ti sveglierai.

Akeru sorrise, sentendo di non poter essere più felice né più fortunato che in quel momento. Perciò accomodandosi per bene tra le braccia del ragazzo dagli occhi neri, che lo accolse con naturalezza, presto si sentì preda del sonno al quale si abbandonò con tranquillità e fiducia, perché sapeva che al suo risveglio Shadoru sarebbe stato lì e la vita avrebbe continuato ad essere tanto perfetta come in quel momento.

Solo quando Shadoru constatò che Akeru dormiva profondamente, si concesse la libertà di accarezzare i suoi capelli rossi, mentre lo contemplava osservando ogni dettaglio del suo volto pacifico e rilassato.

- Biondi ti donano di più- disse infine al ragazzo addormentato- Inoltre, continui ad essere terribilmente ingenuo, Naruto... ma va bene così, io mi assumerò il compito che nessuno possa approfittarsi di questo.

Shadoru depositò allora un bacio sui suoi capelli rossi, strofinando un po' la guancia nella morbidezza di questi.

- Sai, smetterò di terrorizzare Sakura, credo che la sto facendo impazzire – il ragazzo dagli occhi neri sorrise audace- inoltre, se gli capita qualcosa di brutto tu non la prenderesti troppo bene, eh?

Con un sorriso più leggero, il castano chiuse gli occhi, accomodandosi un po' con l'intenzione di addormentarsi anche lui.

- Chi avrebbe mai detto che avrebbe vissuto tanto -la sua voce cominciò ad affievolirsi- Ma non importa... ha funzionato, sei qui, siamo qui... e stavolta non soffrirai, te lo prometto.

L'Uchiha scoprì che avere fra le braccia quel ragazzo dagli occhi azzurri era una delle soddisfazioni più grandi che avesse provato, e si pentì ancora una volta di essersi lasciato sfuggire l'occasione in passato.

- Il tradimento perfetto sussurrò, quasi inudibile- Abbiamo tradito tutti, Naruto. I vivi e i morti, la morte e il tempo...si, definitivamente un bel tradimento.

Poco dopo, Shadoru cadde addormentato provando una gran pace interiore e sulle sue spalle non gravava alcuna colpa...perché qualsiasi male, per quanto grottesco e perverso fosse, se era commesso per amore, allora si sarebbe convertito in un male perdonabile.

Nel sonno, Akeru sorrise, senza sapere quella verità che Shadoru perfettamente conosceva e che Sakura intuiva profondamente.

 

                                                                                                                                                  Fine

 

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* Konohagakure, Sunagakure,Otogakure: villaggio della Foglia, Sabbia, Suono

** Nidaime Otokage: secondo Hokage del villaggio del Suono

*** Sandaime, Yondaime, Rokudaime, Hachidaime:terzo, quinto, sesto, ottavo Hokage

* Okaa-chan, obaa-chan: mamma, nonna

  
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