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Autore: orchidee    28/07/2017    1 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 19 “No! No non voglio! Mamma no! Vai via! Mammaaaa!!!” Riccardo corse nella sua cameretta piangendo, Armando cercò di seguirlo, ma Betty lo fermò. “Aspetta, aspetta qui, lo calmerò io...” Betty non intendeva escludere Armando, ma sapeva bene che nessuno era importante quanto il figlio. Armando, impietrito e sconvolto, si sedette sul divano in attesa di capire ciò che stava succedendo. Poco prima avevano parlato al bambino del loro amore e della loro intenzione di stare insieme. Erano stati cauti, avevano usato parole semplici e comprensibili per un bambino di poco meno di cinque anni. Avevano però ritenuto apportuno rendere partecipe di ciò che stava succedendo tra di loro il piccolo prima che lo ascoltasse da qualche genitore pettegolo dei suoi compagni. Sui giornali infatti, erano cominciati a comparire alcuni articoli che insinuavano dubbi sulla situazione sentimentale dei genitori. Erano stati molto attenti a tutelare la loro privacy, infatti i loro nomi non venivano usati negli stessi articoli. Si trattava di trafiletti singoli accostati che alludevano a delle storie d'amore che viveva da una parte il rampollo Mendoza, dall'altra la bella vedova di Cartagena. Era chiaro che i giornalisti, incuriositi dalla loro fuga dalla sfilata dell'Ecomoda, dalla distanza dai riflettori inconsueta sopratutto per Armando, avevano intuito che tra di loro c'era qualcosa ma senza prove si limitavano a porsi domande generiche ma molto esplicite. Prima o poi i pettegolezzi sarebbero arrivati alle orecchie del bambino, magari distorte, magari con cattiverie, così si erano decisi a parlare con lui. “Amore, io e papà vorremmo dirti che abbiamo fatto la pace e che ora ci vogliamo tanto bene...” Il bambino aveva quindi manifestato quel suo disagio e quel malessere dei giorni precedenti, nel vedere i genitori comportarsi in maniera strana e diversa, atteggiamenti per lui incomprensibili e inopportuni. Era chiaro che per lui non era accettabile che il loro rapporto fosse cambiato. “Riccardo, cosa c'è che non va? Perché sei silenzioso? Se mamma e papà si vogliono bene potrai vederli spesso, e insieme, non dovrai scegliere di vedere un film con uno solo di noi... Pensa a Giulio, la sua mamma e il suo papà si vogliono tanto bene e sono sempre insieme... Tra noi sarà lo stesso...” “Come quando c'era il mio papà?” Armando e Betty furono scioccati da quella domanda “Sarà diverso, io e... Michelle... Con Armando sarà diverso perché tra me e lui c'è un rapporto speciale...” “Tu gli vuoi più bene? Più bene che al papà? Più bene che a me?” “No tesoro mio, la mamma non ama nessuno quanto ama te! E anche io ti amo più di qualsiasi cosa! Noi tre potremmo essere tanto felici insieme se tu lo volessi...” “Vai via! Non ti voglio più qui!” “Riccardo... Io... Perché...” “Tesoro, papà ti vuole bene e io anche. Le cose non cambieranno. Anzi, sarà tutto più bello, non ti piacerebbe se un giorno stessimo insieme? Noi tre?” “No! No non voglio! Mamma no! Vai via! Mammaaaa!!!” “Riccardo, tesoro, ti prego non piangere! Calmati. Mi vuoi dire perché piangi?” “No! non lo voglio più come papà! Lui non è il mio papà vero!” Betty capì che il suo bambino solo in quel momento realizzava tutto quello che era successo in quei mesi. Quando Michelle si era ammalato avevano cercato di proteggerlo da quel dramma, ma poi aveva subito il dolore della perdita di un padre che lui adorava, la prostrazione della madre, i cambiamenti erano stati enormi e lui aveva retto bene, poi aveva saputo di avere un altro padre, vivo, completamente diverso da quello che conosceva, e anche in quel momento non aveva ceduto. Lo aveva conosciuto e gli era piaciuto, aveva imparato a volergli bene, e a stare bene con lui, erano andati via dall'unica casa che conosceva, dalla sua realtà, era stato bravo il suo bambino. Ora però era crollato. Il suo mondo stava cambiando ancora, per l'ennesima volta e lui non era preparato, era piccolo e non riusciva a capire. Sapeva solo che ancora una volta, la sua vita sarebbe cambiata. Betty si morse un labbro e poi lo abbracciò “Amore mio, ricordi quando ti raccontai che il tuo papà era Armando? Ti promisi che ti avrei amato sempre, qualsiasi cosa fosse successa! Ed è così! Ora calmati! Sono qui io. Dormi un pochino, ti va?” Riccardo si calmò e si addormentò quasi subito, Betty lo mise nel letto e lo baciò sulla fronte prima di tornare dall'uomo a cui avrebbe dovuto spezzare il cuore, per l'ennesima volta! “Betty, come sta?” “Si è addormentato. Armando perdonami! Tutti e due dovete perdonarmi, solo adesso capisco quanto sia terribile la scelta che presi in quel momento! Perdonami amore mio!” Betty si strinse ad un Armando interdetto. “Betty, tutto si risolverà, lui capirà, vero?” “Darei la mia vita! Ti giuro che farò di tutto per risolvere ciò che ho fatto!” “Amore non piangere! Risolveremo tutto insieme adesso...” “Armando, no! Riccardo non riesce a capire cosa ci sia tra di noi, per lui noi siamo i genitori, perché nonostante ciò che ti ha detto lui ti adora, ma non siamo che due entità distinte. Che fanno parte della sua vita, che sono parte della sua vita ma in maniera distinta. Ha bisogno di tempo per accettare come stanno le cose...” “Cosa faremo? Tra di noi ora cosa succederà?” “Riccardo ha bisogno di tempo. Lo aiuteremo insieme sì, ma non come coppia, lo faremo nel modo in cui vuole lui, nel modo in cui lui ci vede...” “Mi stai lasciando? Ti prego Betty no!” “No, io non potrei vivere senza di te, non ora, non potrei sopportare di vederti soffrire... Io ti amo troppo! Ma dobbiamo pazientare. Aspettare che lui accetti che la sua vita cambierà per l'ennesima volta. Promettimi Armando che questa volta non ci perderemo! Promettimi che rimarremo ciò che siamo ora!” “Ho bisogno di te... Mi fido di te Betty! Fidati di me! Riccardo presto sarà il bambino più felice della terra. Noi tre saremo una famiglia! Ma ti prego, non allontani da te!” “Solo per un po'...” Armando si staccò da lei, le accarezzò una guancia, prese la giacca e andò verso la porta, poi, prima di uscire, le disse “Io mi fido, ti prego fidati di me anche tu! Non scappare...” Betty sorrise e quasi senza emettere alcun suono gli rispose “te lo giuro”. Era deciso, per qualche tempo, avrebbero interrotto il loro rapporto, avrebbero ricominciato a vivere la vita di prima. Armando, come deciso con Betty, aspettò che fosse Riccardo a chiedere di lui, vinto dalla nostalgia, non fu forzato, semplicemente dopo pochi giorni, l'assenza del padre aveva fatto capire al bambino che gli mancava e tanto; i loro giochi, le loro passeggiate, le chiacchierate e le risate che insieme facevano erano ormai fondamentali per il piccolo che non voleva rinunciare al suo papà. Così Betty compose il numero di Armando e passò il telefono al piccolo. La telefonata fu molto dolce, Riccardo un po' imbarazzato e pentito per quanto aveva detto, chiese al padre di venirlo a prendere per giocare al parco. L'uomo corse dal figlio, lo abbracciò e gli giurò che l'unica cosa importante per lui e la mamma era la sua felicità! Poi lo prese per mano e sorridendo a Betty, uscì col bambino. Si occupavano del figlio singolarmente, come prima di essersi dichiarati il proprio amore. Era difficile stare lontani ma era giusto così, entrambi lo sapevano, ma non per questo soffrivano di meno. Dover star separati li riempiva di tristezza. Avevano pensato di vedersi, magari di nascosto, ma volevano essere sinceri e fare le cose per bene, sperando che quella situazione potesse sistemarsi presto. I giornali però non demordevano, era capitato che li vedessero appostati di fronte alle loro abitazioni e presto, se non fossero riusciti a trovare una soluzione, la verità sul loro figlio sarebbe venuta a galla. “Non puoi chiuderti in casa! Questa occasione potrebbe mettere a tacere i pettegolezzi. Ti accompagnerò io!” “Signor Ugo, crede che i giornalisti penseranno che è lei il mio amante?” disse Betty sorridendo” “Ti piacerebbe cara la mia dottoressa Beatrice!” Rispose Ugo fintamente stizzito. Il viso di Betty si rabbuiò “Sì, mi piacerebbe, se fosse lei l'uomo di cui sono innamorata, se lei mi ricambiasse, sarebbe tutto più semplice sa? Mio figlio accetterebbe che io avessi un altro uomo, ma non accetta che questo uomo sia il suo vero padre...” “Amica mia, tuo figlio accetterà il vostro amore e presto sarete felici, ma adesso pensiamo a come non creargli altri traumi causati dai pettegolezzi dei giornali e da quei pettegoli dei genitori dell'alta società di Bogotà, ti va?” “Betty, Ugo ha ragione. È necessario che quegli sciocchi che insinuano voci su di voi la smettano. Se continuassero a scavare potrebbero trovare dei collegamenti anche con Riccardo e questo sarebbe un problema che deve essere assolutamente evitato!” “Betty, se nessuno dei due si presentasse alla festa sembrerebbe strano, quasi una conferma della vostra storia. Ma se entrambi partecipaste, separatamente, accompagnati da persone diverse e vi sforzaste di intrattenere rapporti amichevoli forse smetterebbero di darvi il tormento.” Disse Marcella. “Avete ragione ma non capisco perché dovrebbero cambiare idea su di noi! Io e il signor Ugo non siamo certo una coppia credibile!” “Tu ed io no, ma non è necessario sia tu a dover dimostrare qualcosa. Non hai mai dato adito a chiacchiere sul tuo conto, pertanto sarebbe sciocco vederti con un partner occasionale... Ma per Armando è sempre stata una consuetudine apparire sulle riviste con donne diverse...” “La curiosità passerebbe alla nuova fiamma di Armando, dell'ennesima donna che Armando presenta al pubblico...” “Armando con un'altra donna? Non credo che accetterebbe!” “Betty, non ci deve andare a letto, fidanzarsi o sposarla! Deve presentarsi ad una festa, flirtare con lei e dimostrare che i suoi interessi non sono cambiati!” “Betty per quel don Giovanni del tuo uomo, non sarà una cosa difficile! Si deve limitare a fare quello che ha fatto per anni!” Disse Ugo tra il divertito e il serio. “Betty domani sera tu sarai accompagnata da Ugo, Armando con una delle sue modelle. Vi dimostrerete amichevoli tra di voi. Vi saluterete scambierete qualche parola e poi Armando giocherà con la ragazza. Tutto qui! Avrete guadagnato tempo, forse sufficiente per sistemare i problemi con il bambino.” “Dottoressa Beatrice, chiama Armando e digli che questa è la soluzione a questa pressione mediatica. Io farò in modo di presentargli oggi stesso una delle ragazze che partecipa alla campagna dell'Ecomoda, una delle tante stelline emergenti. Lei, se non altro, otterrà un po' di visibilità! Tesoro, non fare quella faccia!” “Betty andrà tutto bene! Ogni tanto giocare potrebbe rivelarsi divertente...” Ancora piena di dubbi, Betty accettò e convinse anche Armando che quella fosse la miglior soluzione per liberarsi dei giornalisti. La sera seguente Betty, accompagnata da Ugo si presentò all'evento organizzato dall'associazione degli prenditori e finanzieri di Bogotà, con un meraviglioso abito blu notte presentato durante l'ultima collezione dallo stilista. Ugo, orgoglioso dell'eleganza della sua accompagnatrice non si staccava da lei nemmeno quando le si avvicinavano importanti personalità per complimentarsi per la dirigenza della Terra Moda, sembrava volesse proteggerla da chiunque non fosse lui. Finalmente Marcella e Nicola fecero capolino all'ingresso della sala del ricevimento e giornalisti e organizzatori corsero per congratularsi per l'enorme successo dell'Ecomoda. “E pensare che se non disegnassi degli abiti da favola, quei due sarebbero solamente dei contabili...” “Signor Ugo, io lo so bene! Senza di lei L'Ecomoda sarebbe solo un'azienda di confezionamento.” Gli rispose sincera Betty, lui le strinse la mano e le sorrise grato per il riconoscimento che l'amica gli aveva tributato. tutto filò liscio fino a quando l'interesse dei presenti non fu attratto dai nuovi arrivati. Armando elegantissimo accompagnato da Thais Herrera, giovane e bellissima modella messicana che prestava l'immagine alla campagna pubblicitaria dell'Ecomoda. Lei, bionda, capelli sciolti, con una abito nero in pizzo sempre di Ugo, gli stringeva la mano e si appoggiava a lui in maniera molto confidenziale. I due si diressero verso Nicola e Marcella e si misero a chiacchierare amichevolmente. “Sei pronta bambina? Adesso devi sfoderare il tuo sorriso più bello e recitare la parte che ti ho assegnato! Lei è solo una comparsa, qualsiasi cosa dica o faccia, ricorda, è un gioco e serve a te più che a chiunque altro!” vedendola ancora incerta le prese un braccio e se lo strinse al suo, la guardò e le disse “Tu sei una donna meravigliosa Betty, sotto ogni aspetto! Sei bella, intelligente, brillante e di un'eleganza rara... Ricordi quando conoscesti Marcella? Ecco, la gente che ti guarda stasera, vede in te ciò che vedevi tu in lei... Ammirazione e rispetto! È ora di andare in scena e io sarò con te!” “Grazie!” Fu la semplice risposta di Betty, poi appoggiata al braccio dell'amico, raggiunse il quartetto poco distante. Armando la guardò, sentì un grande desiderio di correrle incontro e abbracciarla, baciarla, ma si trattenne e non si mosse verso di lei. Salutò Ugo e poi rivolto a lei “Buonasera Beatrice, sei molto bella questa sera! Come stai? Ti presento la mia amica Thais, cara, lei è una nostra cara amica, Beatrice Pin... Doinell!” Betty si irrigidì leggermente nel sentirgli fare le presentazioni, ma Marcella la coinvolse in un discorso superficiale e riuscì a smorzare la tensione. Thais prese Armando per la mano e lo spinse in un angolo tranquillo, dove aveva la possibilità di sussurrargli parole che gli altri, evidentemente, non dovevano udire. Armando sembrava stare al gioco con molta naturalezza e Betty si infastidì nel vederlo tanto a proprio agio. “Betty, è tutto perfetto, le cose non potrebbero andare meglio! Guarda i giornalisti, sembra si siano dimenticati della nostra presenza...” “Marcella, non immagini quanto ne sia felice... Però darei qualsiasi cosa per avere in mano un palo di acciaio da scagliargli sulla testa! Guardatelo come è allegro! Guardate lei... Guardatela! Quella...” “Betty!!” Le gridarono all'unisono gli amici. Era gelosa. Sapeva che era tutta una farsa, ma quella donna che metteva le mani sul suo uomo in modo molto eloquente, la faceva impazzire. Doveva allontanarsi e prendere aria. Uscì sul terrazzo e respirò a lungo. “Dottoressa Pinzon...” Daniele l'aveva vista allontanarsi e ne aveva approfittato per raggiungerla. “Devo ammettere che non sbaglia un abito. O forse è semplicemente il fatto che lei starebbe bene anche in pigiama...” “Davvero dottor Valencia? Ha forse dimenticato i miei completi del periodo in cui facevo l'assistente al dottor Mendoza?” “Sì, li ho dimenticati, o meglio li ho seppelliti quei ricordi... Chi lo sa, forse oggi anche vestita in quel modo sarebbe interessante...” “Lo sa dottor Valencia, non ci crederei nemmeno se me lo giurasse... Mi ricordo molto bene il discorso che mi fece quel giorno in presidenza!” “Beatrice, gliene ho fatti così tanti che il fatto che lei ne ricordi almeno uno mi lusinga, sa?” “Mi dica dottore, la bellissima Barbara che fine ha fatto?” “È di là, mi piace stare con lei! È il tipo di donna con cui mi piace passare il tempo. Ma lei su di me ha un certo fascino, lei mi piace molto lo sa? E non sto scherzando, trovo lei abbia qualcosa di eccitante, di molto sensuale. È molto provocante la sua aria da professionista impeccabile...” “Dottore, le ho già detto tante volte che lei non è interessato davvero, lei è un uomo estremamente affascinante e le donne non le mancano, anzi, io credo che ciò che le piace di me, sia il fatto che non abbia mai ceduto alle sue lusinghe...” “Forse, ma non può negare di essere una donna bella e sexy, non sono l'unico ad essere interessato a lei... Molti uomini presenti a questo ricevimento vorrebbero avvicinarla. Alcuni sono scoraggiati dal suo atteggiamento tanto distaccato, appare quasi algida...” “Lo pensa anche lei?” “Certamente, ma sono anche sicuro che dietro l'apparenza e soprattuto, tolto il vestito che la copre in modo così elegante, lei nasconda una donna piena si passione...” “Dottor Valencia, la prego forse sta superando i limiti! Il suo atteggiamento mi ha sempre divertito perché molto schietto, ma la prego, non vada oltre!” Daniele rimase in silenzio per qualche secondo poi le disse “Mi perdoni Beatrice! Ha ragione. Non ho mai mentito dicendole che mi piace, tutto ciò che le ho detto è vero... Ma non dovevo permettermi di parlare in questo modo. Torno da Barbara! Ah Betty, un'ultima cosa... All'inizio lei non mi piaceva non solo perché delle donne ho sempre guardato solo l'aspetto, ma soprattutto perché era l'ombra di Armando, la sua parte migliore. Ad un certo punto la volevo sedurre per lo stesso motivo, per infastidire lui. Pensi, se lei non fosse innamorata di quell'uomo invece di scherzare con lei, l'avrei corteggiata sul serio. Quello stupido di Mendoza non so se abbia mai capito la fortuna che ha!” Betty rimasta impietrita da quelle parole rimase a guardare il panorama sulla città. “Betty... Armando ti ha vista parlare con quel cretino di mio fratello... Nicola è riuscito a calmarlo... Betty? Betty, va tutto bene?” “No, sono stanca.” “È successo qualcosa con Daniele?” “No, al contrario, è stato molto carino ad un certo punto. Non guardarmi così, mi ha fatto solo pensare al fatto che desidero solo una vita normale, una famiglia felice come lo era quella di mia madre e mio padre, vorrei che mio figlio fosse felice... Invece gli errori che abbiamo fatto in passato sembra non riescano a scomparire...” “Amica mia, le cose non potranno che migliorare! Ora tra di voi non ci sono più i segreti di un tempo, vostro figlio accetterà il vostro amore e succederà presto. Abbi un po' di pazienza... Hai aspettato tanto e non puoi proprio mollare ora che siete quasi riusciti a raggiungere il traguardo. Ora, ti prego, torna di là con noi, e sorridi. Fingi per un momento che tutti gli sguardi di quegli sciocchi, ti facciano piacere. Alla prossima festa, sarai tu a stringere la mano al tuo uomo!” Le parole di Marcella fecero bene a Betty, era riuscita a rassicurarla. Sì, presto non avrebbe più dovuto nascondere nulla a nessuno. La serata si concluse e come previsto il giorno successivo i trafiletti che le erano stati dedicati sulle riviste riguardavano solo la sua classe e bellezza. I giornali avevano invece dato ampio spazio alla nuova storia di Armando con la bellissima modella. Il piano di Ugo aveva funzionato. Ora doveva impegnarsi perché Riccardo fosse felice del loro amore. Ma era anche intenzionata a togliere dalla testa di Armando quella ragazzina, nel caso il suo uomo si fosse fatto strane idee. Organizzò quindi una serata speciale fuori città, in un piccolo albergo fuori mano. Inviò ad Armando un messaggio in cui lo invitava a raggiungerla per discutere di cose molto importanti. Aveva avvertito il personale di far salire Armando direttamente in camera non appena fosse arrivato. Si fidava di quelle persone perché erano i figli di vecchi amici dei suoi genitori e sapeva che non avrebbero tradito la sua fiducia e avrebbero mantenuto la discrezione necessaria. Armando seguì le istruzioni che Betty gli aveva comunicato e fu stupito nel trovarla in quella camera completamente nuda ad aspettarlo. “Buonasera dottor Armando, spero non abbia preso impegni con la sua “amica”, perché avrei alcune cose da dirle... Molto, molto importanti!” “Anche io ho qualcosa da dirle dottoressa Beatrice. Il fatto che l'altra sera si sia attardata a parlare con quell'imbecille di Valencia, mi ha molto irritato... Gli accordi intercorsi non prevedevano la presenza di un uomo che non fosse Ugo al suo fianco!” Le disse Armando mentre si toglieva la giacca e la cravatta. “Davvero? Perché mi sembra che anche lei abbia infranto il nostro accordo. O magari sbaglio? Forse ha scordato che tra le altre cose, la sua amica le metteva le mani addosso e le sussurrava paroline irripetibili? Mi dica, cosa le diceva la sua amica?” Armando le si avvicinò fino a sdraiarsi accanto a lei sul letto e mentre le accarezzava una guancia cominciò a darle piccoli baci sugli angoli delle labbra “Mi diceva che ero sexy e che avrebbe voluto andar via dalla festa il prima possibile... Mi dica dottoressa, sa essere dolce quanto lei?” “No dottore, in questo momento vorrei solo riempirla di schiaffi...” “È forse gelosa? Perché io quando l'ho vista chiacchierare tanto allegramente con quel cretino lo ero sa? Lo avrei buttato giù dal terrazzo... Dottoressa, mi dimostri che non ho sbagliato a tenere a freno i miei istinti nei confronti del suo di amico...” Il battibecco, tra lo scherzoso e il risentito, tra i due continuò ancora per qualche momento, si scambiarono battute stizzite e frecciatine tra un bacio e una carezza. Era evidente che quell'incontro era necessario. La loro gelosia, le loro paure, le loro fragilità e la tensione che avevano accumulato, furono chiariti solo quando si abbandonarono al loro amore. Ne avevano bisogno per confermare che quel gioco necessario aveva fatto un po' male a tutti e due, ma che nulla tra loro poteva più rompersi. “Mi hai fatto un regalo meraviglioso mia Betty! Non ti nego che quando ho ricevuto il tuo messaggio ho temuto che volessi interrompere la nostra storia...” “L'altra sera per me è stata dura sai? Per un momento ho creduto non ne valesse la pena. È stato solo un attimo!” Armando la strinse a se. Era ormai arrivato il momento di salutarsi ma nessuno dei due sembrava intenzionato ad uscire dalla porta della stanza. “Eri molto bella sai? Stavo impazzendo vedendo come tutti quegli stupidi ti guardavano. Se Nicola non me lo avesse impedito, avrei messo le mani addosso a Valencia. Che diavolo ti stava dicendo? Come riesci a sopportare la sua vicinanza?” “Non ti dirò ciò di cui parlavamo. Ma ti garantisco che Daniele non è un mostro. Dietro il suo aspetto e il suo atteggiamento si nasconde una certa sensibilità sai?” Armando stizzito, si staccò da lei. Non sopportava che Betty pensasse certe cose di un uomo. Sensibile? Che diavolo significava? Betty non poteva davvero averlo detto! “Perché ti arrabbi? Non capisco...” “Perché? Sembra che tu e quel cretino siate intimi e non dovrei arrabbiarmi? Cosa ti ha detto? Betty, dimmi di cosa avete parlato!” “Armando, davvero dubiti di me? Giungi sempre alle tue assurde conclusioni, possibile che tu non riesca ad accettare che due persone possano rispettarsi e chiacchierare senza nessun tipo di implicazione?” “Non dubito di te ma di quel cretino! Sono certo che vorrebbe portarti a letto! Si vede che vorrebbe metterti le mani addosso! Ti guarda sempre come fosse pronto a toglierti i vestiti... Non dirmi che non te ne sei accorta Betty! Ti piace? Ti piace che ti guardi in quel modo?” “Per favore smettila di dire sciocchezze!” “No!! Hai detto che hai pensato che non valesse la pena... Non mi racconti cosa ti ha detto Valencia, e io non dovrei preoccuparmi?” “No! Non devi preoccuparti! Perché io amo te, solo te! Da sempre! Ho sposato un uomo meraviglioso, che mi amava e ha sopportato per anni i miei silenzi, i miei rifiuti e tutto perché il mio cuore batteva solo per te! E tu credi che mi basti essere lusingata e corteggiata perché mi piaccia qualcuno? Armando quando la smetterai? Quando il tuo orgoglio ferito, il tuo ego smisurato lasceranno parlare la ragione?” Betty era furiosa e Armando capì che anche quella volta aveva esagerato. “Amore ti prego, guardami! Betty, guardami! Scusa, sono geloso! Sono pazzo di gelosia! Non sopporto di vederti con altri! So bene che tu sei una donna meravigliosa, bellissima e che qualunque uomo ti vorrebbe! E tu sei sempre così gentile... L'altra sera avrei voluto gridare a tutti che sei mia! Solo mia! Perché sono l'uomo più felice ed orgoglioso del mondo! Tu, tra tutti ami me! Ti prego Betty, dimmi che mi ami!” Betty corse ad abbracciare Armando. Sapeva che quell'uomo meraviglioso, sicuro di sé, di successo aveva una fragilità e delle debolezze. Si sentì piena d'amore perché ogni cosa di quell'uomo per lei era indispensabile, anche quella gelosia, che lui riservava per lei e per nessun'altra! “Ti amo Armando! L'altra sera ero gelosa anche io nel vederti avvinghiato a quella donna! Mi sembrava ti piacesse e... Anche io sono gelosa! Tanto! Non sopportavo che quella... Quella modella ti prendesse la mano, ti sussurrasse parole all'orecchio! Ero solo arrabbiata.” Armando la baciò e le tolse la camicia che lei aveva rimesso. Le accarezzò la schiena e le disse che aveva ancora bisogno di lei. Le giurò che nessuna poteva prendere il suo posto e le chiese di promettergli la stessa cosa. Fecero di nuovo l'amore, senza pensare più agli altri, al tempo e ai problemi. Furono riportati alla realtà solo dalle prime luci dell'alba. Tra i due amanti era tornato il sereno nonostante la consapevolezza che per loro la felicità completa non sarebbe stata semplice da raggiungere.
   
 
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