- Arizona… - la bionda sentendosi chiamare si spaventò, era completamente immersa nei suoi pensieri da non sentire sua moglie arrivare
- Ti ho svegliata vero?
- Cosa ti succede?
- Non riuscivo a dormire, sono in ansia per domani. Prendere l’aereo mi suscita ancora brutte sensazioni
- Capisco. Vieni, torna a letto, altrimenti non riuscirai a svegliarti domattina
Le dita di Eliza le accarezzarono i capelli e con quel dolce gesto riuscì a prendere sonno.
Alle 7am in punto la sveglia suonò e come previsto per la bionda fu difficile alzarsi
- Amore.. Se non ti alzi farai tardi
- Mi alzo subito, ma sono stanchissima
- Lo so, magari riposerai un po’ in aereo e non penserai al viaggio
- Lo spero tanto. Vado a farmi una doccia
- Vuoi compagnia?
- Mi farebbe tanto piacere, ma farei tardi. Ne faccio una al volo e bevo un caffè, tu rimani ancora un po’ a letto
- Da quando ti vergogni di tua moglie?
- Non mi vergogno di te, ma dello sguardo che stai facendo
- E che sguardo ho?
- Vorresti fare sesso
- Davvero tanto – la mora gattonò sul letto e avvicinandosi ad Arizona iniziò a baciarle la schiena, per poi salire sulle spalle – cavolo!
- Che c’è?
- Ieri sera ti ho lasciato un succhiotto
- Davvero? Dove? Non me ne sono accorta – Arizona si alzò dal letto e si diresse davanti lo specchio. Il succhiotto c’era ed era ben visibile proprio sull’incavo del collo. Come aveva fatto a non accorgersene? – Eliza, adesso devo andare in giro così?
- Metti una maglia poco più accollata e vedrai che neanche si vedrà
- Mm, se lo dici tu
- Da un bacio a Sofia, ci vediamo domani mattina
- Io non lo merito un bacio?
- Certo, vieni qui – Eliza si avvicinò alle labbra di sua moglie, che gliele catturò in un bacio profondo
- Caspita e stai partendo per un solo giorno
- Mi mancherai
- Anche tu, salutami Amelia
- Buongiorno Ari
- Buongiorno
- Tutto bene?
- Diciamo di si, non ho dormito stanotte – Amelia prese le mani di Arizona tra le sue e le avvicinò alle labbra
- Ricordati che stiamo partendo per capire cosa ci sta succedendo, non faremo nulla che tu non voglia fare
- Lo so, ma se penso ad Eliza che mi ha praticamente spinta a venire con te mi sento male
- Non pensarci, sgombera la mente
- Ci proverò. A che ora hai il convegno?
- Alle 8pm. L’albergo è proprio lì vicino. All’aeroporto di Atlanta dovremmo arrivare per le 5pm, calcolando il fuso orario, quindi possiamo fare una doccia e riposare un po’ per poi andare al convegno
- Perfetto. Spero di dormire in aereo, ho l’ansia
Un’ora dopo l’aereo decollò.
- Come è andata la serata con Sofia?
- Benissimo, abbiamo cucinato e alla fine ci siamo ritrovate cosparse di farina dalla testa ai piedi
- Sei davvero una brava mamma
- Tu non vorresti esserlo?
- Sapevi che ho affrontato una gravidanza?
- No, non lo sapevo
- Ho scoperto di essere incinta dopo la morte di Ryan
- Lo hai perso?
- No, è nato anencefalico. È stata una dura scelta per me, ma alla sua nascita ho deciso di donare i suoi organi
- Mio Dio Amelia. Non avrei mai pensato ad una cosa del genere
- Poche persone lo sanno, non è stato un capitolo molto felice della mia vita. Solo quando mi sono trasferita a Seattle ho ricominciato a vivere
- Arizona… Io lo so che ti ho messa in una situazione molto scomoda, ma ho bisogno di capire, ho bisogno di sapere il motivo per cui mi fai quest’effetto
- Anche io ho bisogno di capire, ma ho paura di ciò che potrebbe voler dire tutto questo. Manderei in frantumi tutto quello che ho costruito fino ad ora
- Te l’ho detto, io non farei nulla che ti possa dar fastidio o altro, non potrei mai
Quando tre ore dopo la bionda si svegliò, si accorse che durante il sonno era andata a finire sulla spalla di Amelia e le loro mani erano ancora intrecciate. Cercò di allontanarsi il più lentamente possibile, ma la mora si svegliò
- Scusami, non volevo svegliarti, ma ti sono andata a finire praticamente addosso
- Stavo bene
Non appena l’aereo atterrò le due donne andarono a ritirare i bagagli per poi dirigersi verso l’albergo
- Amelia, prendi tu le chiavi? Voglio chiamare Eliza
- Certo, fai pure
- Eccoci qui. Accanto la mia c’è la tua camera. Non sapevo cosa volessi sinceramente e ne ho presa un’altra anche per te
- Hai fatto bene, se non ti dispiace vado a riposare un po’
- Certo, vai pure, ci vediamo più tardi
- Amore ciao, scusami ma sono incasinatissima qui
- Volevo solo dirti che siamo arrivate e che sono in albergo
- Va bene, ti chiamo io appena stacco?
- Qui sarà mezzanotte, non so se sarò ancora sveglia a quell’ora, ma tu prova lo stesso
- Perfetto, a dopo allora
- Ti disturbo?
- No entra
- Scusami, è che ero in camera e non facevo altro che pensare al fatto che tu fossi qui e che l’unica cosa che avrei voluto era stare con te
- E perché hai preso due camere separate?
- Perché nonostante la situazione ancora ti rispetto Arizona, rispetto i tuoi sentimenti e quindi lascio a te la scelta
- Quali sono le opzioni?
- Non ci sono opzioni. Ci sono solo io qui, accanto a te e possiamo fare tutto ciò che vuoi
- Non so cosa voglio fare
- Posso aiutarti?
- Si
- Sono troppo vicino? – nel muovere la bocca le labbra si toccarono maggiormente in alcuni punti.
Amelia allora prese coraggio e poggiò completamente le labbra a quelle di Arizona. Nessuna delle due si mosse, rimasero in questa posizione per un tempo quasi infinito, fino a quando la bionda non alzò le mani e non le portò attorno al collo di Amelia, che rispose a quel gesto con lo stesso identico movimento. Arizona iniziò a spogliare la mora sfilandole lentamente la maglia e così fece anche la mora. Quando con la mano destra Amelia scostò i capelli della bionda, però, un’espressione diversa comparve sul suo viso e si allontanò
- Perché ti sei allontanata?
- Il succhiotto, Arizona
- Cavolo
- Non posso farcela. Ieri sera hai fatto sesso con tua moglie e adesso sei in una stanza di albergo con me
- Amelia, sai come stanno le cose. Non abbiamo un patto che ci impedisce di farlo, soprattutto perché è mia moglie. Fino a qualche giorno fa non sapevamo neanche di essere attratte l’una dall’altra
- Lo so, è che non riesco a pensarti tra le sue braccia e quel succhiotto non aiuta
- Fermiamoci allora
- Amelia
- Dimmi Arizona
- Io ti voglio
- Tu sei sposata
- Anche tu
- Tu ami tua moglie
- Tu non ami Owen?
- Io e Owen non abbiamo fatto sesso ieri sera
Per scrollarsi quei pensieri di dosso decise di farsi una doccia e poi di riposare almeno un’ora.
Prima che si mettesse nel letto, però, qualcuno bussò di nuovo alla sua porta
- Scusami, volevo solo dirti che se non ti va di venire al convegno posso andare da sola, durerà massimo un’ora e mezza, dopodiché posso tornare qui per cenare insieme. Intanto potresti riposare, ti vedo stanca
- Si hai ragione, forse è meglio fare così. Chiamami quando stai tornando, mi faccio trovare giù
Con questi pensieri la bionda crollò in un sonno profondo.
Si svegliò di soprassalto qualche ora dopo, con il telefono che continuava a squillare. Ancora mezza addormentata rispose alla chiamata: era Amelia
- Arizona, stai ancora dormendo?
- Si scusami, ho preso il sonno pesante
- Io sto per arrivare in albergo, ti va di uscire?
- Si certo, mi cambio e arrivo
- Non ti ho detto che sei bellissima stasera
- Grazie Amelia, anche tu stai molto bene. Come è andato il convegno?
- Benissimo, tutto ciò che riguarda le nuove tecnologie mi affascina moltissimo
- Ami molto il tuo lavoro, è difficile trovare persone così
- E due di queste sono sedute a questo tavolo, è piccolo il mondo
- Avevi ragione, è bellissimo qui
- Visto? Devi fidarti di me
- Mi fido di te, Amelia. Se fossi stata un’altra persona te ne saresti fregata di questo dannato succhiotto e mi avresti scopata e basta
- Io non sono come tutte le altre persone. Io credo di provare qualcosa per te. Mi sento attratta mentalmente e per me è difficile anche ora non baciarti, non toccarti. Non lo faccio, perché nonostante io sappia che questa situazione è sbagliata in partenza, nutro molto rispetto nei tuoi confronti
- Lo so, Amelia. So che entrambe siamo in una posizione scomoda, ma a casa ad aspettarmi ho una moglie ed una figlia, come dovrei sentirmi secondo te? Dovrei far finta di nulla e cedere a tutto questo?
- Tutto cosa, Arizona? Parlami, dimmi tutto ciò che provi
- Cavolo, Arizona
- Visto? Non dovrei aver paura a provare tutto ciò per una donna che non è mia moglie?
- Vieni
Amelia, era sopra Arizona e la baciava. La bionda, sotto di lei, teneva una mano tra i capelli lisci della mora e con l’altra esplorava la sua schiena; le loro bocche quasi febbrili si cercavano vogliose. Senza staccarsi da Arizona, Amelia infilò le mani sotto il suo vestito e un brivido le percorse tutta la schiena. Il contatto con la pelle nuda, liscia, le sembrò la cosa più bella del mondo. Con un gesto lento, quasi maniacale, tolse il vestito alla bionda, che rimase solo con il completo intimo. Amelia si sedette a cavalcioni su di lei e ammirò la straordinaria bellezza di quella donna.
- Dio santo, sei stupenda. – avvicinò le sue mani sulle spalle della bionda e facendo scendere le spalline del reggiseno glielo tolse. Strinse i seni perfetti tra le sue mani e le loro bocche si rincontrarono, staccandosi solo per far prendere fiato. Con la bocca Amelia iniziò un viaggio sul corpo di Arizona: sul collo, sul petto, sui seni ed iniziò a stuzzicarle i capezzoli. Non appena con la mano sinistra trovò quella di Arizona, fece intrecciare le loro dita e l’altra vagò sul suo corpo. La bionda inarcò la schiena e Amelia le allargò piano le gambe per farsi spazio nel suo intimo, entrando prima con un dito, poi con due. Un gemito chiaro, feroce uscì dalla bocca della bionda. Amelia, inebriata da quella donna che si muoveva sotto di lei continuò a muovere le dita nella sua intimità sempre più velocemente, fino a quando un urlo liberatorio non le dimostrò che le aveva appena provocato un orgasmo. Amelia però non ne aveva abbastanza, voleva di più, così con le labbra scese per tutto il corpo fino ad arrivare lì, proprio dove un attimo prima c’erano le sue dita e con la lingua iniziò a stuzzicarle il clitoride. Arizona si dimenò, strinse le lenzuola sotto di se, graffiò la schiena della mora, che continuò con quel lento gioco erotico. Era un sapore nuovo per lei, un sapore che la eccitava. La sua lingua si muoveva, prima lentamente, poi sempre più veloce, fino a quando la bionda non fu pervasa dal secondo orgasmo. Anche se sfinita, con un colpo di reni, Arizona riuscì ad invertire le posizioni: ora Amelia era sotto di lei. La spogliò e con il vestito legò i suoi polsi impedendole qualsiasi movimento con le mani. Non appena le tolse anche l’intimo, con la lingua iniziò a vagare lungo tutto il corpo. Amelia era eccitata, poteva sentirlo non solo dai movimenti che compiva sotto di lei, ma anche dal profumo che emanava. Arizona respirò a fondo e con due dita penetrò la donna che, sotto di lei, rimase con il fiato sospeso. Gli occhi che Arizona era abituata a vedere, ora erano quasi completamente neri. Ad ogni spinta che compiva con le dita, la mora sotto di lei veniva pervasa da spasmi sempre più forti. L’orgasmo di Amelia era sempre più vicino, così Arizona con le labbra si avvicinò a quelle della mora e gliele catturò in un bacio profondo nel momento esatto in cui Amelia arrivò all’apice del piacere. In quel momento un brivido pervase anche il corpo di Arizona, come se avesse raggiunto anche lei, in quel preciso istante, il piacere più assoluto.