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Autore: esserre93    30/07/2017    1 recensioni
Callie era ormai a New York con Penny e Sofia e Arizona da allora non aveva più avuto una persona accanto.
Al Grey Sloan Memorial Hospital arriverà qualcuno che le cambierà la vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella notte Arizona dormì molto male. Si rigirò nel letto più del dovuto; quando si accorse che con i suoi continui movimenti stava rischiando di svegliare Eliza, decise di alzarsi e andare in cucina dove si fece una tazza di tisana. Di li a poche ore sarebbe partita per Atlanta con una persona per cui provava cose che non riusciva a spiegare neanche a se stessa. Fare l’amore con sua moglie era stata una cattiva idea, nonostante fosse stato bellissimo. I sensi di colpa la stavano divorando. Era tutto troppo complicato. Amelia aveva salvato non solo la vita di sua figlia, ma anche quella di sua moglie ed ora stava mandando in rovina il loro matrimonio. Eliza era stata, come sempre, fin troppo comprensiva quando le aveva riferito la volontà di Amelia di portarla con sé ad Atlanta, non aveva fatto domande, l’aveva semplicemente incoraggiata a prendersi un giorno di ferie. Se solo avesse saputo cosa stesse facendo.
  • Arizona… - la bionda sentendosi chiamare si spaventò, era completamente immersa nei suoi pensieri da non sentire sua moglie arrivare
  • Ti ho svegliata vero?
  • Cosa ti succede?
  • Non riuscivo a dormire, sono in ansia per domani. Prendere l’aereo mi suscita ancora brutte sensazioni
  • Capisco. Vieni, torna a letto, altrimenti non riuscirai a svegliarti domattina
Arizona accolse l’invito di Eliza e, una volta distesasi sotto le coperte prese posto tra le braccia di sua moglie.
Le dita di Eliza le accarezzarono i capelli e con quel dolce gesto riuscì a prendere sonno.
Alle 7am in punto la sveglia suonò e come previsto per la bionda fu difficile alzarsi
  • Amore.. Se non ti alzi farai tardi
  • Mi alzo subito, ma sono stanchissima
  • Lo so, magari riposerai un po’ in aereo e non penserai al viaggio
  • Lo spero tanto. Vado a farmi una doccia
  • Vuoi compagnia?
  • Mi farebbe tanto piacere, ma farei tardi. Ne faccio una al volo e bevo un caffè, tu rimani ancora un po’ a letto
Arizona uscì dalla doccia e dopo essersi avvolta nell’asciugamano andò in camera da letto per vestirsi. Appena entrata si ritrovò gli occhi di sua moglie che esploravano il suo corpo, per un attimo si sentì a disagio
  • Da quando ti vergogni di tua moglie?
  • Non mi vergogno di te, ma dello sguardo che stai facendo
  • E che sguardo ho?
  • Vorresti fare sesso
  • Davvero tanto – la mora gattonò sul letto e avvicinandosi ad Arizona iniziò a baciarle la schiena, per poi salire sulle spalle – cavolo!
  • Che c’è?
  • Ieri sera ti ho lasciato un succhiotto
  • Davvero? Dove? Non me ne sono accorta – Arizona si alzò dal letto e si diresse davanti lo specchio. Il succhiotto c’era ed era ben visibile proprio sull’incavo del collo. Come aveva fatto a non accorgersene? – Eliza, adesso devo andare in giro così?
  • Metti una maglia poco più accollata e vedrai che neanche si vedrà
  • Mm, se lo dici tu
Mezz’ora dopo il taxi con Amelia a bordo era in strada in attesa di Arizona
  • Da un bacio a Sofia, ci vediamo domani mattina
  • Io non lo merito un bacio?
  • Certo, vieni qui – Eliza si avvicinò alle labbra di sua moglie, che gliele catturò in un bacio profondo
  • Caspita e stai partendo per un solo giorno
  • Mi mancherai
  • Anche tu, salutami Amelia
La bionda chiuse la porta alla sue spalle e si diresse verso il taxi, dove prese posto accanto ad Amelia
  • Buongiorno Ari
  • Buongiorno
  • Tutto bene?
  • Diciamo di si, non ho dormito stanotte – Amelia prese le mani di Arizona tra le sue e le avvicinò alle labbra
  • Ricordati che stiamo partendo per capire cosa ci sta succedendo, non faremo nulla che tu non voglia fare
  • Lo so, ma se penso ad Eliza che mi ha praticamente spinta a venire con te mi sento male
  • Non pensarci, sgombera la mente
  • Ci proverò. A che ora hai il convegno?
  • Alle 8pm. L’albergo è proprio lì vicino. All’aeroporto di Atlanta dovremmo arrivare per le 5pm, calcolando il fuso orario, quindi possiamo fare una doccia e riposare un po’ per poi andare al convegno
  • Perfetto. Spero di dormire in aereo, ho l’ansia
Nel frattempo le due donne scesero dal taxi e si diressero verso la zona di imbarco.
Un’ora dopo l’aereo decollò.
  • Come è andata la serata con Sofia?
  • Benissimo, abbiamo cucinato e alla fine ci siamo ritrovate cosparse di farina dalla testa ai piedi
  • Sei davvero una brava mamma
  • Tu non vorresti esserlo?
  • Sapevi che ho affrontato una gravidanza?
  • No, non lo sapevo
  • Ho scoperto di essere incinta dopo la morte di Ryan
  • Lo hai perso?
  • No, è nato anencefalico. È stata una dura scelta per me, ma alla sua nascita ho deciso di donare i suoi organi
  • Mio Dio Amelia. Non avrei mai pensato ad una cosa del genere
  • Poche persone lo sanno, non è stato un capitolo molto felice della mia vita. Solo quando mi sono trasferita a Seattle ho ricominciato a vivere
Arizona strinse la sua mano a quella di Amelia e cercò di infonderle più sicurezza possibile.
  • Arizona… Io lo so che ti ho messa in una situazione molto scomoda, ma ho bisogno di capire, ho bisogno di sapere il motivo per cui mi fai quest’effetto
  • Anche io ho bisogno di capire, ma ho paura di ciò che potrebbe voler dire tutto questo. Manderei in frantumi tutto quello che ho costruito fino ad ora
  • Te l’ho detto, io non farei nulla che ti possa dar fastidio o altro, non potrei mai
Qualche minuto dopo entrambe si addormentarono. Il viaggio sarebbe durato altre 4ore ed entrambe avevano iniziato ad accusare la stanchezza.
Quando tre ore dopo la bionda si svegliò, si accorse che durante il sonno era andata a finire sulla spalla di Amelia e le loro mani erano ancora intrecciate. Cercò di allontanarsi il più lentamente possibile, ma la mora si svegliò
  • Scusami, non volevo svegliarti, ma ti sono andata a finire praticamente addosso
  • Stavo bene
 
Non appena l’aereo atterrò  le due donne andarono a ritirare i bagagli per poi dirigersi verso l’albergo
  • Amelia, prendi tu le chiavi? Voglio chiamare Eliza
  • Certo, fai pure
La bionda prese il telefono e digitò il numero di sua moglie, ma dopo vari squilli dovette chiudere la comunicazione, avrebbe provato più tardi
  • Eccoci qui. Accanto la mia c’è la tua camera. Non sapevo cosa volessi sinceramente e ne ho presa un’altra anche per te
  • Hai fatto bene, se non ti dispiace vado a riposare un po’
  • Certo, vai pure, ci vediamo più tardi
Amelia e Arizona entrarono nelle rispettive camere ed entrambe si distesero sul letto. La bionda controllò il telefono, ma da parte di Eliza ancora nessuna notizia, così provò a chiamarla di nuovo. Questa volta fu più fortunata, dopo qualche squillo ricevette risposta
  • Amore ciao, scusami ma sono incasinatissima qui
  • Volevo solo dirti che siamo arrivate e che sono in albergo
  • Va bene, ti chiamo io appena stacco?
  • Qui sarà mezzanotte, non so se sarò ancora sveglia a quell’ora, ma tu prova lo stesso
  • Perfetto, a dopo allora
La bionda poggiò il telefono su uno dei comodini e stendendosi sul letto iniziò a vagare con la mente: era da sola in una stanza di albergo e dall’altra parte c’era la donna che in quel periodo la stava mandando nella confusione più totale. Forse aveva fatto bene Amelia a prendere due camere separate. Non appena formulò questo pensiero sentì bussare alla sua  porta. Era più che certa di sapere chi ci fosse aldilà della porta e non appena aprì ne trovò la conferma
  • Ti disturbo?
  • No entra
  • Scusami, è che ero in camera e non facevo altro che pensare al fatto che tu fossi qui e che l’unica cosa che avrei voluto era stare con te
  • E perché hai preso due camere separate?
  • Perché nonostante la situazione ancora ti rispetto Arizona, rispetto i tuoi sentimenti e quindi lascio a te la scelta
  • Quali sono le opzioni?
  • Non ci sono opzioni. Ci sono solo io qui, accanto a te e possiamo fare tutto ciò che vuoi
Amelia e Arizona erano sempre più vicine, le loro dita si sfioravano e il loro fiato era sempre più corto
  • Non so cosa voglio fare
  • Posso aiutarti?
  • Si
La mora si avvicinò maggiormente alla bionda ed ora le loro bocche si sfioravano appena
  • Sono troppo vicino? – nel muovere la bocca le labbra si toccarono maggiormente in alcuni punti.
Arizona non parlò, scosse leggermente la testa. Si sentiva completamente sopraffatta da quella situazione.
Amelia allora prese coraggio e poggiò completamente le labbra a quelle di Arizona. Nessuna delle due si mosse, rimasero in questa posizione per un tempo quasi infinito, fino a quando la bionda non alzò le mani e non le portò attorno al collo di Amelia, che rispose a quel gesto con lo stesso identico movimento. Arizona iniziò a spogliare la mora sfilandole lentamente la maglia e così fece anche la mora. Quando con la mano destra Amelia scostò i capelli della bionda, però, un’espressione diversa comparve sul suo viso e si allontanò
  • Perché ti sei allontanata?
  • Il succhiotto, Arizona
  • Cavolo
  • Non posso farcela. Ieri sera hai fatto sesso con tua moglie e adesso sei in una stanza di albergo con me
  • Amelia, sai come stanno le cose. Non abbiamo un patto che ci impedisce di farlo, soprattutto perché è mia moglie. Fino a qualche giorno fa non sapevamo neanche di essere attratte l’una dall’altra
  • Lo so, è che non riesco a pensarti tra le sue braccia e quel succhiotto non aiuta
  • Fermiamoci allora
Amelia senza esitare raccolse la maglia che qualche minuto prima era andata a finire per terra e la indossò per poi dirigersi verso la porta
  • Amelia
  • Dimmi Arizona
  • Io ti voglio
  • Tu sei sposata
  • Anche tu
  • Tu ami tua moglie
  • Tu non ami Owen?
  • Io e Owen non abbiamo fatto sesso ieri sera
Amelia abbassò la maniglia della porta e lasciò Arizona da sola nella stanza a rimuginare su quello che era appena successo. Amelia aveva dannatamente ragione, eppure c’era qualcosa che continuava a spingerla verso di lei. Era solo pura e semplice attrazione fisica? Arizona non lo sapeva, ma quando qualche minuto prima Amelia le si era avvicinata il cuore aveva iniziato a martellarle nel petto, quando le loro labbra si sfioravano appena la salivazione era venuta meno; erano tutte cose che mandavano in tilt il cervello.
Per scrollarsi quei pensieri di dosso decise di farsi una doccia e poi di riposare almeno un’ora.
Prima che si mettesse nel letto, però, qualcuno bussò di nuovo alla sua porta
  • Scusami, volevo solo dirti che se non ti va di venire al convegno posso andare da sola, durerà massimo un’ora e mezza, dopodiché posso tornare qui per cenare insieme. Intanto potresti riposare, ti vedo stanca
  • Si hai ragione, forse è meglio fare così. Chiamami quando stai tornando, mi faccio trovare giù
Senza dire altro Amelia si voltò e tornò nella sua camera. Arizona riusciva a capire il suo stato d’animo. Ciò che aveva bloccato la mora era stato il segno evidente che qualcun’altra aveva posseduto il suo corpo e, nonostante sapesse che Arizona era “felicemente” sposata, questa cosa la turbava molto.
Con questi pensieri la bionda crollò in un sonno profondo.
Si svegliò di soprassalto qualche ora dopo, con il telefono che continuava a squillare. Ancora mezza addormentata rispose alla chiamata: era Amelia
  • Arizona, stai ancora dormendo?
  • Si scusami, ho preso il sonno pesante
  • Io sto per arrivare in albergo, ti va di uscire?
  • Si certo, mi cambio e arrivo
Dopo essersi incontrate nell’atrio dell’albergo le due donne decisero di andare a mangiare in un ristorante lì vicino. Il quartiere in cui soggiornavano era molto bello, quindi decisero di non sposarsi più di tanto.
  • Non ti ho detto che sei bellissima stasera
  • Grazie Amelia, anche tu stai molto bene. Come è andato il convegno?
  • Benissimo, tutto ciò che riguarda le nuove tecnologie mi affascina moltissimo
  • Ami molto il tuo lavoro, è difficile trovare persone così
  • E due di queste sono sedute a questo tavolo, è piccolo il mondo
Dopo aver cenato, durante il tragitto di ritorno si fermarono a “Park Piedmont”, Amelia aveva insistito e non accettava che Arizona tornasse a Seattle senza averlo prima visitato. Fecero una lunga passeggiata costeggiando il laghetto, per poi stendersi sul prato.
  • Avevi ragione, è bellissimo qui
  • Visto? Devi fidarti di me
Arizona si stese di fianco con il gomito poggiato sul prato e la mano che reggeva la testa, Amelia imitò la sua postura e si guardarono negli occhi
  • Mi fido di te, Amelia. Se fossi stata un’altra persona te ne saresti fregata di questo dannato succhiotto e mi avresti scopata e basta
  • Io non sono come tutte le altre persone. Io credo di provare qualcosa per te. Mi sento attratta mentalmente e per me è difficile anche ora non baciarti, non toccarti. Non lo faccio, perché nonostante io sappia che questa situazione è sbagliata in partenza, nutro molto rispetto nei tuoi confronti
  • Lo so, Amelia. So che entrambe siamo in una posizione scomoda, ma a casa ad aspettarmi ho una moglie ed una figlia, come dovrei sentirmi secondo te? Dovrei far finta di nulla e cedere a tutto questo?
  • Tutto cosa, Arizona? Parlami, dimmi tutto ciò che provi
Arizona, di fronte alle domande postale da Amelia, prese coraggio e distendendosi su di lei iniziò a baciarla in ogni parte del corpo, senza freni, senza se, senza ma. Poco dopo, anche se con fatica, si allontanò dalla donna e tornò nella posizione in cui era all’inizio. Davanti a sé, aveva ora un’Amelia molto sorpresa
  • Cavolo, Arizona
  • Visto? Non dovrei aver paura a provare tutto ciò per una donna che non è mia moglie?
  • Vieni
Amelia si alzò e allungando il braccio verso Arizona la invitò ad alzarsi e a seguirla. Qualche minuto dopo si ritrovarono nella stanza della mora.
Amelia, era sopra Arizona e la baciava. La bionda, sotto di lei, teneva una mano tra i capelli lisci della mora e con l’altra esplorava la sua schiena; le loro bocche quasi febbrili si cercavano vogliose. Senza staccarsi da Arizona, Amelia infilò le mani sotto il suo vestito e un brivido le percorse tutta la schiena. Il contatto con la pelle nuda, liscia, le sembrò la cosa più bella del mondo. Con un gesto lento, quasi maniacale, tolse il vestito alla bionda, che rimase solo con il completo intimo. Amelia si sedette a cavalcioni su di lei e ammirò la straordinaria bellezza di quella donna.
  • Dio santo, sei stupenda. – avvicinò le sue mani sulle spalle della bionda e facendo scendere le spalline del reggiseno glielo tolse. Strinse i seni perfetti tra le sue mani e le loro bocche si rincontrarono, staccandosi solo per far prendere fiato. Con la bocca Amelia iniziò un viaggio sul corpo di Arizona: sul collo, sul petto, sui seni ed iniziò a stuzzicarle i capezzoli. Non appena con la mano sinistra trovò quella di Arizona, fece intrecciare le loro dita e l’altra vagò sul suo corpo. La bionda inarcò la schiena e Amelia le allargò piano le gambe per farsi spazio nel suo intimo, entrando prima con un dito, poi con due. Un gemito chiaro, feroce uscì dalla bocca della bionda. Amelia, inebriata da quella donna che si muoveva sotto di lei continuò a muovere le dita nella sua intimità sempre più velocemente, fino a quando un urlo liberatorio non le dimostrò che le aveva appena provocato un orgasmo. Amelia però non ne aveva abbastanza, voleva di più, così con le labbra scese per tutto il corpo fino ad arrivare lì, proprio dove un attimo prima c’erano le sue dita e con la lingua iniziò a stuzzicarle il clitoride. Arizona si dimenò, strinse le lenzuola sotto di se, graffiò la schiena della mora, che continuò con quel lento gioco erotico. Era un sapore nuovo per lei, un sapore che la eccitava. La sua lingua si muoveva, prima lentamente, poi sempre più veloce, fino a quando la bionda non fu pervasa dal secondo orgasmo. Anche se sfinita, con un colpo di reni, Arizona riuscì ad invertire le posizioni: ora Amelia era sotto di lei. La spogliò e con il vestito legò i suoi polsi impedendole qualsiasi movimento con le mani. Non appena le tolse anche l’intimo, con la lingua iniziò a vagare lungo tutto il corpo. Amelia era eccitata, poteva sentirlo non solo dai movimenti che compiva sotto di lei, ma anche dal profumo che emanava. Arizona respirò a fondo e con due dita penetrò la donna che, sotto di lei, rimase con il fiato sospeso. Gli occhi che Arizona era abituata a vedere, ora erano quasi completamente neri. Ad ogni spinta che compiva con le dita, la mora sotto di lei veniva pervasa da spasmi sempre più forti. L’orgasmo di Amelia era sempre più vicino, così Arizona con le labbra si avvicinò a quelle della mora e gliele catturò in un bacio profondo nel momento esatto in cui Amelia arrivò all’apice del piacere. In quel momento un brivido pervase anche il corpo di Arizona, come se avesse raggiunto anche lei, in quel preciso istante, il piacere più assoluto.
   
 
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