Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Layla    15/06/2009    3 recensioni
E se Bill per una maledizione fosse stato cancellato dal mondo ? E se trovasse una ragazza e una strega più o meno disposte ad
aiutarlo?
è RIPUBBLICATA PERCHè L'HO CANCELLATA PER ERRORE.
[“Sono il frontman e cantante dei Tokio Hotel.”
Lei sgranò gli occhi, confusa e anche un po’preoccupata, a quando ne sapeva lei i Tokio Hotel erano tre e il chitarrista era anche il cantante e comunque aveva i dread, non i capelli come un porcospino.
“Sei sicuro di non avere battutola testa?”
“Eh?”
Sguardo risentito. 
“Ascolta…Non offenderti, davvero… Hai battuto la testa contro il cassonetto? Succede sai?”
-Si,ai dementi e agli ubriachi Salias-Disse una voce dentro di lei-Lo hai offeso!-
“NEIN!”
Lei cominciò a sudare freddo, aveva trovato un pazzo furioso....
Arretrò.
“Senti,io non so come dirtelo…I Tokio Hotel non hanno un frontman vero e proprio, il chitarrista è anche cantante.”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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7)EFFETTO MIRTO

 

Era ufficiale, era una Lesa, con la elle maiuscola, la patente e la sua foto sul dizionario accanto al lemma, come esempio esplicativo.

Ascolta….Frena!”

“Non capisco.”

“Fai finta di non capire, come tutti gli uomini fai finta di non capire l’importanza di una piccola sfumatura che cambia la prospettiva.

Credi che non veda il tuo cervello che macina idee su come “salvare” Lisa?

Qualcosa magari di esagerato?

Da eroe?

Bhe levatelo dalla testa!”

“La vuoi lasciare al suo destino?”

“Non voglio che tu…..Ti metta nei guai agendo in modo sbagliato.

Ci vuole calma in questa situazione, non bisogna forzarla e devi considerare chi diavolo è suo padre.”

“Potrei denunciarlo.”

“Potrebbe non essere l’opzione giusta! È suo padre e lei ci è affezionata in un modo malato,potrebbe odiarci se sbagliamo.”

“Uffa!”

“Non voglio pensare che tu lo stia facendo esclusivamente per la maledizione,ma se davvero vuoi aiutarla ci vuole calma, non devi fare l’esagitato.

Non ti conosce nemmeno, ci hai pensato a questo?”

“Hai ragione, potrebbe prendermi per un pazzo.”

“Hai centrato il punto.

Lei si fidava poco delle persone, quindi prima devi andarle a genio e poi forse potrai fare qualcosa.”

“Che brutta situazione!”

“Esattamente, se ci dovessimo muovere male, faremmo danno.”

“Ma ci dobbiamo muovere.”

Lei annuì.

“Si, ma tu giurami che non farai cazzate.”

“Ecco io…

“Tu cosa?”

“Niente. Lo giuro.”

“Non farmi preoccupare, sono troppo giovane per fare da mamma a qualcuno!”

“Potresti avere più fiducia in me!”

“Ma io ne ho! È per questo che ti dico di non fare cazzate, ho fiducia che nel fatto tu mi ascolterai.

In ogni caso se non mi dai retta, rischi tu, rischia Lisa e rischio io.”

“TU?”

“Io rischio già adesso, quando dovrò dire tutto a Sefarei, quella mi ammazzerà.”

Scoppiò a ridere e finì di mangiare una pizzetta ormai fredda, Salias bevve un sorso d’acqua, era riuscita a convincerlo, per fortuna, ma che rischiasse l’ira di Sara era vero.

Iniziò a torturare il tovagliolo, aveva parlato troppo, la sera prima e anche adesso, forse non era un bene per Lisa che lui si immischiasse…

-Ragiona Salias…quando questo finirà lei ci rimarrà male.-

Stava affrontando il problema in modo sbagliato, se anche ci fosse rimasta male, non poteva stare peggio di adesso, lei aveva già fallito una volta, forse Bill ci sarebbe riuscito.

-E non fare l’egoista, bella mia….

Lo sai come finirà questa storia, se finirà bene lei lo denuncerà e poi dovrà stare in una  casa famiglia, in ogni caso non lo vedrà.

Se finirà male…-

“Un penny per i tuoi pensieri.”

“Se vuoi darmi dei soldi, sgancia in euro.”

“Materialista!”

“Realista! Il costo della vita è alto, le banche vanno a gambe all’aria, le aziende chiudono e ormai non resta altro che andare a lavorare in miniera.”

Ottimismo…accidenti!”

“L’ottimismo è una fregatura.”

“Non ti capisco.”

“Non importa. Andiamo?”

Si alzarono, lui perplesso, lei leggermente malinconica, c’erano delle volte in cui il mondo perdeva all’improvviso i suoi colori e non c’era modo di farli tornare, bisognava solo aspettare.

“Vuoi una sigaretta?”

“Eh?”

“Una sigaretta…dove eri?”

“In un luogo buio e tetro…

Le allungò la sigaretta e gliel’accese senza dire niente.

“Sei strana…

“Già, me lo dicono in tanti.”

Salirono in macchina, lei si sentiva catapultata alla gloriosa età di cinque anni, quando combinava guai e doveva presentarli a sua madre facendo in modo di non guadagnarsi gli arresti domiciliari fino ai diciotto, solo che ora non era la terribile Martina Secchi(alias la mamma lombarda emigrata in Sardegna) a spaventarla, ma Sara e la posta in gioco era la sua vita.

-Poco ma sicuro, ma mi ammazza.-

“Testate al muuurooo!”

“Eh?”

“No niente, pensieri miei.”

Lui parcheggiò a qualche modo davanti al condominio, mentre stavano per entrare qualcuno gettò loro addosso un secchio d’acqua da uno dei balconi e scappò a gambe levate, lui si mise a imprecare, lei scosse la testa e decise che era un brutto presagio, anche se aveva una mezza idea di chi potesse essere la colpevole.

Bill non smise un attimo di imprecare, ovviamente nella sua lingua, il problema sembrava risiedere nella sua acconciatura ormai distrutta.

“Su su, non è tanto grave…

Lui la fulminò con un’occhiataccia e lei decise di rimanere in silenzio, il lutto degli altri, di qualsiasi cosa piangessero la perdita ( anche di un calzino usato) era un affare privato che andava rispettato.

Non appena arrivarono all’appartamento lui occupò il bagno, sempre smadonnando,lei lo richiamò all’ordine.

“Scusa non è che mi porteresti il cordless e una bottiglia di mirto?”

“Mirto?”

“è un liquore sardo, è in una bottiglia viola…mi porteresti anche un bicchiere per favore?”

Lui esegui, continuando a borbottare.

“Mamma mia! Sei peggio di una pentola di fagioli!”

“Perché mi ha preso a secchiate?”

“Perché è vecchia e stronza.”

“Non le vado a genio.”

“Io non le vado a genio, non tu…è una vecchia faida.”

“è buono il pirto?”

“Mirto! Ti renderò un sardo perfetto prima o poi.”

“è una minaccia?”

“Qualcosa del genere…se vuoi puoi assaggiarlo…

Era appena riuscita a stappare il Mirto, quello delle grandi occasioni che aveva distillato suo nonno Gavino e che doveva conservare per il giorno della laurea, ma visto che non ci sarebbe arrivata tanto valeva berselo.

“Dopo.”

“Va bene.”

Omise il piccolo dettaglio che probabilmente dopo di liquore non ne sarebbe rimasto e lo vide barricarsi in bagno, canticchiando.

Versò un po’ di liquido nel bicchiere, lo trangugiò alla russa e poi compose il numero della dark.

-Fa che non ci sia, fa che non ci sia, fa che non ci sia..-

“Pronto?”

-D’oh!-

“Ciao Aisha. Che c’è ?”

“Devo dirti una cosa….”

Le raccontò della notte prima e di quello che gli aveva detto di Lisa, dall’altra parte ci fu un grande silenzio, Sefarei stava scegliendo come ucciderla con ogni probabilità.

Aisha…io sono senza parole…

Tanto voleva dirgli che ti saresti sacrificata in un rito satanico pur di annullarla questa maledizione! avresti dovuto stare zitta! Soprattutto per Lisa!”

“Ma forse potrebbe aiutarla!”

“Palle! a quello interessa solo tornare alla sua vecchia vita!”

“Sei troppo cinica, Sara, cazzo! Per una volta pensa positivo della gente!”

“Cosa ti è servito pensare positivo su Alex?”

“Stronza.”

“Io sarò stronza, non lo nego, ma mi preoccupo per voi e comunque ora arrivo.”

Un”click” annunciò la fine della conversazione, ancora una volta Sara arrivava a tirarla fuori dai guai, ma questa volta non era certa di volerla vedere, così tracannò un bicchiere dopo l’altro di liquore, finché la bottiglia non fu vuota e lei ubriaca fradicia.

 

Sara smadonnò per tutto il percorso, imprecando contro Salias, gli automobilisti, l’onnipresente e onnipotente destino e visto che c’era contro Alex e chiunque avesse operato quella maledizione.

Negli anni duemila possibile che uno morisse così incazzato o traumatizzato da maledire? Non potevano vendere camomilla agli spiriti?

Scosse la testa, era in delirio, come quando doveva affrontare un esame e non si sentiva pronta, cioè praticamente sempre indipendentemente dal risultato che otteneva, ed era colpa di Salias, che come il coniglio di Donnie Darko una ne faceva e cento ne pensava e che quando si muoveva attirava gli dei della sfortuna.

Che facesse Fantozzi di cognome?

Che la buona sorte quando la sentisse nominare decidesse di attuare gli scioperi bianchi?

-Basta Sefarei! Siamo seri!-

Parcheggiò la sua sgangherata macchina in parte a quella della sarda e mentre si avvicinava all’atrio alzò la testa per puro caso e scorse la vecchia con un secchio d’acqua in mano.

“Non ci provi o una di queste notti la trucido!”

Salì le scale a passo di marcia, ma quando aprì la porta rimase a bocca aperta.

Il crucco sbraitava nel suo idioma sul fatto che il pirto(ma probabilmente era al mirto che si riferiva) era finito e Salias martirizzava una canzone della Famiglia Rossi.

“Dammi ragione che se no ti do una sberla!…
Quan - to? Quan - to … ho bevuto stase ra?
Quan - to? Quan - to … ho bevuto stase ra?”

-per fortuna che non capisce….

Proprio “Quanto ho bevuto stasera?” doveva scegliere?

Vabbhè c’azzecca….”

Aisha! Sanremo è tra due mesi!”

Amoreeeee!!”

Tentò di alzarsi, ma ricadde sorpresa sulla sedia.

Avrebbe voluto schiaffarsi una mano in faccia, quanto alcool si era ingurgitata?

Tutta la bottiglia probabilmente e perché, tra l’altro?

“Oh, ma che ti è preso?”

Lei per tutta risposta attaccò a cantare “Canapa” dei Punkreas e così ripassò il ciclo di coltivazione della cannabis.

Le tolse il bicchiere di mano, Aisha la guardò in cagnesco, come un’animale a cui si toglie la ciotola del cibo, per fortuna che aveva la gamba ingessata o temeva che le sarebbe saltata alla gola.

Iniziò a sudare freddo, l’ubriaca era in fase aggressiva e così alzò la mano le mani in segno di resa, la viola sembrò calmarsi.

“Cosa è successo?”

“Bevo adesso perché in cielo non c’è birra e allora approfitto.”

“Si, bhe più che altro non c’è mirto…Dai, ti aiuto ad andare a letto.”

Nuoooo!”

Fase ribelle in arrivo.

“Eh?”

“Cazzo! Non mi capisce nessuno! Tu vieni per per…rimproverarmi, sei tipo la nonna Rita che nascondeva la bacchetta dietro la schiena per picchiare la gente e poi le si vedeva lo stesso.

Ho una vita di merda, un lavoro che odio, l’università è così e la famiglia è dispersa che comprende l’ottava piaga di di Egitto e…… e Un amico fedigrafo…no fedifago….fe- fe-fe-fe quel coso lì! Hai capito no?”

“Ho capito che sei ubriaca marcia…

“Non hai capito un cazzo!”

“Ho capito che tra tutto quell’alcool che hai in corpo c’è del sangue che grida di essere salvato!”

“Piantala Sara, va tutto male!”

La corvina la osservò preoccupata.

Lui…quel bastardo mi ha fatto fessa.

Io gli raccontavo tutto e lui se la rideva alle mie spalle, lui sui miei sogni ci rideva.

Sapeva che non li avrei realizzati, lui me l’avrebbe impedito e quando’ho buttato fuori casa lui, dovevi vedere come mi guardava!

Come se fossi pazza e lui la povera vittima innocente!

Lui!

E il brutto, la parte peggiore… era che mi piaceva!”

Questo era troppo, ripromettendosi di picchiare Alex non appena l’avesse visto o di investirlo con la macchina, nessuno poteva ferire impunemente le persone a cui teneva, decise che era giunto il momento di mettere fine al teatrino di Salias.

Fulminò il tedesco con un’occhiata, sperando che non avesse capito nulla, lui indietreggiò d’istinto e poi corse ad aprire la porta della camera dalla viola.

La tirò in piedi e nonostante le proteste, la portò in camera e la fece distendere sul letto, crollò come un sasso.

Sospirando tirò giù la tapparella e fece per uscire dalla camera.

Sara…

Ohi…

“Te la ricordi la Marini?”

“La profe?”

“Quella di Geometrico….minchia! quante tavole…

Ecco, questa situazione è aberrata, come tutte le mie prospettive mal riuscite.

E cazzo erano troppe per ignorarle Sefa…

Capisci?

Corretta a livello teorico, procedimenti giusti, regole seguite, ma cannata.

Impossibile che gli occhi umani vedano con un tale scorcio.

E questa situazione è fottutamente aberrata…

Si addormentò di botto e la corvina rimase bloccata sulla soglia della stanza, colpita dalle parole di una sibilla ubriaca, perché Aisha poteva essere stralunata, distratta e persa in un suo mondo, ma a volte riusciva a tirare massime di una profondità allucinante e allucinata.

Da brivido.

“TUUU!”

Il ragazzo fece un salto.

“Allora, chiariamo un paio di cose:

Non fare soffrire Lisa e Aisha o ti maledirò anche io.

Non fare cose avventate.”

“E due. Ma….”

“Niente ma! Se ti muoverai accecato dal fine di rimuovere la maledizione sarai fottuto, verresti ulteriormente punito.”

“Cosa cazzo devo fare?”

“Ora è chiaro che è Lisa che devi aiutare, ma non farla soffrire, non se lo merita e nemmeno Salias.

Trattamela bene.”

Lui la guardò stralunato, ma lei decise di non aggiungere altro, ci avrebbe pensato lui a tirare le fila del tutto.

-Questa è situazione è aberrata e non sai quanto, socia.-

“Me ne vado”

E uscì di casa con un’uscita degna di un film.

 

Si risveglio con un cerchio alla testa, le sembrava che il suo cranio pesasse tonnellate,aveva in bocca un retrogusto di liquore e aveva voglia di piangere.

-Questa situazione è aberrata.-

L’eco di quella farse non finiva di spegnersi nella sua mente, come un sogno che non spariva al sopraggiungere del mattino, come un mantra.

Sulla stranezza di quella situazione non ci pioveva, il problema era aveva cominciato ad affezionarsi a quello , ma allo stesso tempo sapeva che non poteva durare per sempre.

Si tirò in piedi con molti sforzi, la testa le si stava spaccando, aveva bisogno di prendere qualcosa e così iniziò ad arrancare verso il bagno cercando di non fare troppo rumore.

Si sentiva un’idiota a strisciare rasente ai muri di casa sua, ma si vergognava a farsi vedere dopo la sua scenata, era sempre stato così, riconosceva di avere dei problemi mentali.

Il corridoio le sembrò incredibilmente lungo, ma finalmente approdò alle soglie del salotto e trasalì, persino il mal di testa sembrava ridimensionarsi davanti a quella visione così normale, ma così sconvolgente per lei.

Bill era stravaccato sul divano, dormicchiava davanti alla televisione come una qualsiasi persona, lo sconvolgente era Nana che gli dormiva in grembo, quella gatta si lasciava coccolare solo da lei, a volte da Sara.

[“Quella gatta mi detesta!”

“Non è vero, alex! Esageri!”

Aisha aveva ridacchiato con la gatta in braccio, lui aveva allungato una mano titubante verso la testa di Nana, la gatta l’aveva graffiato.]

Virò verso il bagno, trangugiò un Moment, leggermente in trance.

Era troppo simile a lui, ma Nana lo accettava, la sua gatta misantropa e psicotica lo accettava, era qualcosa di assurdo, come buttare del sale su una ferita.

Perché Alex era la sua ferita, quella che non lasciava vedere a  nessuno, ma che non dimenticava mai.

Tornò in camera.

Quello che aveva pensato a proposito di Lisa, valeva anche per lei, soprattutto per lei, che ancora una volta come quando andava a scuola aveva sbagliato una prospettiva, doveva ficcarsi in testa che era una situazione temporanea.

T e m p o r a n e a.

Non poteva farci film sopra, non poteva paragonarlo ad Alex, non poteva sperare che rimanesse e soprattutto niente affetto, solo una sana cortesia.

-è aberrata SAlias e fin qui ci siamo, lui non è di qui.

È fuoriposto e finirebbe solo male.-

Si tirò il cuscino sopra la testa.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

_Pulse-: sono contenta che ti piaccia^^-

In quanto a Lisa, ho  la bocca cucita….heem… abbi la pazienza di aspettare XD.

 

Fragolottina:Abbi fede, lo vedrai prima o poi Bill che canta “my heart will go on”XD.

Per Lisa, si, è la chiavi di tutto e Alex bhe si capirà più avanti…

Alla prossima XD!

   
 
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