7)EFFETTO MIRTO
Era ufficiale, era
una Lesa, con la elle maiuscola, la patente e la sua foto sul dizionario
accanto al lemma, come esempio esplicativo.
“Ascolta….Frena!”
“Non capisco.”
“Fai finta di non capire,
come tutti gli uomini fai finta di non capire l’importanza di una piccola
sfumatura che cambia la prospettiva.
Credi che non veda
il tuo cervello che macina idee su come “salvare” Lisa?
Qualcosa magari di
esagerato?
Da eroe?
Bhe levatelo dalla testa!”
“La vuoi lasciare
al suo destino?”
“Non voglio che tu…..Ti metta nei guai agendo in modo sbagliato.
Ci vuole calma in
questa situazione, non bisogna forzarla e devi considerare chi diavolo è suo
padre.”
“Potrei
denunciarlo.”
“Potrebbe non
essere l’opzione giusta! È suo padre e lei ci è affezionata in un modo
malato,potrebbe odiarci se sbagliamo.”
“Uffa!”
“Non voglio
pensare che tu lo stia facendo esclusivamente per la maledizione,ma se davvero
vuoi aiutarla ci vuole calma, non devi fare l’esagitato.
Non ti conosce
nemmeno, ci hai pensato a questo?”
“Hai ragione,
potrebbe prendermi per un pazzo.”
“Hai centrato il
punto.
Lei si fidava poco
delle persone, quindi prima devi andarle a genio e poi forse potrai fare
qualcosa.”
“Che brutta
situazione!”
“Esattamente, se
ci dovessimo muovere male, faremmo danno.”
“Ma ci dobbiamo
muovere.”
Lei annuì.
“Si, ma tu giurami
che non farai cazzate.”
“Ecco io…”
“Tu cosa?”
“Niente. Lo
giuro.”
“Non farmi
preoccupare, sono troppo giovane per fare da mamma a qualcuno!”
“Potresti avere
più fiducia in me!”
“Ma io ne ho! È
per questo che ti dico di non fare cazzate, ho fiducia che nel fatto tu mi
ascolterai.
In ogni caso se
non mi dai retta, rischi tu, rischia Lisa e rischio io.”
“TU?”
“Io rischio già
adesso, quando dovrò dire tutto a Sefarei, quella mi
ammazzerà.”
Scoppiò a ridere e
finì di mangiare una pizzetta ormai fredda, Salias
bevve un sorso d’acqua, era riuscita a convincerlo, per fortuna, ma che
rischiasse l’ira di Sara era vero.
Iniziò a torturare
il tovagliolo, aveva parlato troppo, la sera prima e anche adesso, forse non
era un bene per Lisa che lui si immischiasse…
-Ragiona Salias…quando questo finirà lei ci rimarrà male.-
Stava affrontando
il problema in modo sbagliato, se anche ci fosse rimasta male, non poteva stare
peggio di adesso, lei aveva già fallito una volta, forse Bill ci sarebbe
riuscito.
-E non fare
l’egoista, bella mia….
Lo sai come finirà
questa storia, se finirà bene lei lo denuncerà e poi dovrà stare in una casa famiglia, in ogni caso non lo vedrà.
Se finirà male…-
“Un penny per i
tuoi pensieri.”
“Se vuoi darmi dei
soldi, sgancia in euro.”
“Materialista!”
“Realista! Il
costo della vita è alto, le banche vanno a gambe all’aria, le aziende chiudono
e ormai non resta altro che andare a lavorare in miniera.”
“Ottimismo…accidenti!”
“L’ottimismo è una
fregatura.”
“Non ti capisco.”
“Non importa.
Andiamo?”
Si alzarono, lui
perplesso, lei leggermente malinconica, c’erano delle volte in cui il mondo
perdeva all’improvviso i suoi colori e non c’era modo di farli tornare, bisognava
solo aspettare.
“Vuoi una
sigaretta?”
“Eh?”
“Una sigaretta…dove eri?”
“In un luogo buio
e tetro…”
Le allungò la
sigaretta e gliel’accese senza dire niente.
“Sei strana…”
“Già, me lo dicono
in tanti.”
Salirono in
macchina, lei si sentiva catapultata alla gloriosa età di cinque anni, quando
combinava guai e doveva presentarli a sua madre facendo in modo di non
guadagnarsi gli arresti domiciliari fino ai diciotto, solo che ora non era la
terribile Martina Secchi(alias la mamma lombarda emigrata in Sardegna) a
spaventarla, ma Sara e la posta in gioco era la sua vita.
-Poco ma sicuro,
ma mi ammazza.-
“Testate al muuurooo!”
“Eh?”
“No niente,
pensieri miei.”
Lui parcheggiò a
qualche modo davanti al condominio, mentre stavano per entrare qualcuno gettò
loro addosso un secchio d’acqua da uno dei balconi e scappò a gambe levate, lui
si mise a imprecare, lei scosse la testa e decise che era un brutto presagio,
anche se aveva una mezza idea di chi potesse essere la colpevole.
Bill non smise un
attimo di imprecare, ovviamente nella sua lingua, il problema sembrava
risiedere nella sua acconciatura ormai distrutta.
“Su su, non è
tanto grave…”
Lui la fulminò con
un’occhiataccia e lei decise di rimanere in silenzio, il lutto degli altri, di
qualsiasi cosa piangessero la perdita ( anche di un calzino usato) era un
affare privato che andava rispettato.
Non appena
arrivarono all’appartamento lui occupò il bagno, sempre smadonnando,lei
lo richiamò all’ordine.
“Scusa non è che
mi porteresti il cordless e una bottiglia di mirto?”
“Mirto?”
“è un liquore
sardo, è in una bottiglia viola…mi porteresti anche
un bicchiere per favore?”
Lui esegui,
continuando a borbottare.
“Mamma mia! Sei
peggio di una pentola di fagioli!”
“Perché mi ha
preso a secchiate?”
“Perché è vecchia
e stronza.”
“Non le vado a
genio.”
“Io non le vado a
genio, non tu…è una vecchia faida.”
“è buono il pirto?”
“Mirto! Ti renderò
un sardo perfetto prima o poi.”
“è una minaccia?”
“Qualcosa del genere…se vuoi puoi assaggiarlo…”
Era appena
riuscita a stappare il Mirto, quello delle grandi occasioni che aveva
distillato suo nonno Gavino e che doveva conservare per il giorno della laurea,
ma visto che non ci sarebbe arrivata tanto valeva berselo.
“Dopo.”
“Va bene.”
Omise il piccolo
dettaglio che probabilmente dopo di liquore non ne sarebbe rimasto e lo vide
barricarsi in bagno, canticchiando.
Versò un po’ di
liquido nel bicchiere, lo trangugiò alla russa e poi compose il numero della
dark.
-Fa che non ci
sia, fa che non ci sia, fa che non ci sia..-
“Pronto?”
-D’oh!-
“Ciao Aisha. Che c’è ?”
“Devo dirti una cosa….”
Le raccontò della
notte prima e di quello che gli aveva detto di Lisa, dall’altra parte ci fu un
grande silenzio, Sefarei stava scegliendo come
ucciderla con ogni probabilità.
“Aisha…io sono senza parole…
Tanto voleva
dirgli che ti saresti sacrificata in un rito satanico pur di annullarla questa
maledizione! avresti dovuto stare zitta! Soprattutto per Lisa!”
“Ma forse potrebbe
aiutarla!”
“Palle! a quello
interessa solo tornare alla sua vecchia vita!”
“Sei troppo
cinica, Sara, cazzo! Per una volta pensa positivo della gente!”
“Cosa ti è servito
pensare positivo su Alex?”
“Stronza.”
“Io sarò stronza,
non lo nego, ma mi preoccupo per voi e comunque ora arrivo.”
Un”click” annunciò
la fine della conversazione, ancora una volta Sara arrivava a tirarla fuori dai
guai, ma questa volta non era certa di volerla vedere, così tracannò un
bicchiere dopo l’altro di liquore, finché la bottiglia non fu vuota e lei
ubriaca fradicia.
Sara smadonnò per tutto il percorso, imprecando contro Salias, gli automobilisti, l’onnipresente e onnipotente
destino e visto che c’era contro Alex e chiunque avesse operato quella
maledizione.
Negli anni duemila
possibile che uno morisse così incazzato o traumatizzato da maledire? Non potevano
vendere camomilla agli spiriti?
Scosse la testa,
era in delirio, come quando doveva affrontare un esame e non si sentiva pronta,
cioè praticamente sempre indipendentemente dal risultato che otteneva, ed era
colpa di Salias, che come il coniglio di Donnie Darko una ne faceva e
cento ne pensava e che quando si muoveva attirava gli dei della sfortuna.
Che facesse
Fantozzi di cognome?
Che la buona sorte
quando la sentisse nominare decidesse di attuare gli scioperi bianchi?
-Basta Sefarei! Siamo seri!-
Parcheggiò la sua
sgangherata macchina in parte a quella della sarda e mentre si avvicinava
all’atrio alzò la testa per puro caso e scorse la vecchia con un secchio
d’acqua in mano.
“Non ci provi o
una di queste notti la trucido!”
Salì le scale a
passo di marcia, ma quando aprì la porta rimase a bocca aperta.
Il crucco
sbraitava nel suo idioma sul fatto che il pirto(ma
probabilmente era al mirto che si riferiva) era finito e Salias
martirizzava una canzone della Famiglia Rossi.
“Dammi ragione che se no ti do una sberla!…
Quan - to? Quan - to … ho bevuto stase ra?
Quan - to? Quan - to … ho bevuto stase ra?”
-per fortuna che non capisce….
Proprio “Quanto ho bevuto stasera?” doveva scegliere?
Vabbhè c’azzecca….”
“Aisha! Sanremo è tra due mesi!”
“Amoreeeee!!”
Tentò di alzarsi, ma ricadde sorpresa sulla sedia.
Avrebbe voluto schiaffarsi una mano in faccia, quanto alcool si era ingurgitata?
Tutta la bottiglia probabilmente e perché, tra l’altro?
“Oh, ma che ti è preso?”
Lei per tutta risposta attaccò a cantare “Canapa” dei Punkreas e così ripassò il ciclo di coltivazione della
cannabis.
Le tolse il bicchiere di mano, Aisha la guardò
in cagnesco, come un’animale a cui si toglie la ciotola del cibo, per fortuna
che aveva la gamba ingessata o temeva che le sarebbe saltata alla gola.
Iniziò a sudare freddo, l’ubriaca era in fase aggressiva e così alzò la
mano le mani in segno di resa, la viola sembrò calmarsi.
“Cosa è successo?”
“Bevo adesso perché in cielo non c’è birra e allora approfitto.”
“Si, bhe più che altro non c’è mirto…Dai, ti aiuto ad andare a letto.”
“Nuoooo!”
Fase ribelle in arrivo.
“Eh?”
“Cazzo! Non mi capisce nessuno! Tu vieni per per…rimproverarmi,
sei tipo la nonna Rita che nascondeva la bacchetta dietro la schiena per
picchiare la gente e poi le si vedeva lo stesso.
Ho una vita di merda, un lavoro che odio, l’università è così e la
famiglia è dispersa che comprende l’ottava piaga di di
Egitto e…… e Un amico fedigrafo…no
fedifago….fe- fe-fe-fe quel
coso lì! Hai capito no?”
“Ho capito che sei ubriaca marcia…”
“Non hai capito un cazzo!”
“Ho capito che tra tutto quell’alcool che hai in corpo c’è del sangue
che grida di essere salvato!”
“Piantala Sara, va tutto male!”
La corvina la osservò preoccupata.
“Lui…quel bastardo mi ha fatto fessa.
Io gli raccontavo tutto e lui se la rideva alle mie spalle, lui sui miei
sogni ci rideva.
Sapeva che non li avrei realizzati, lui me l’avrebbe impedito e
quando’ho buttato fuori casa lui, dovevi vedere come mi guardava!
Come se fossi pazza e lui la povera vittima innocente!
Lui!
E il brutto, la parte peggiore… era che mi
piaceva!”
Questo era troppo, ripromettendosi di picchiare Alex non appena l’avesse
visto o di investirlo con la macchina, nessuno poteva ferire impunemente le
persone a cui teneva, decise che era giunto il momento di mettere fine al
teatrino di Salias.
Fulminò il tedesco con un’occhiata, sperando che non avesse capito
nulla, lui indietreggiò d’istinto e poi corse ad aprire la porta della camera
dalla viola.
La tirò in piedi e nonostante le proteste, la portò in camera e la fece
distendere sul letto, crollò come un sasso.
Sospirando tirò giù la tapparella e fece per uscire dalla camera.
“Sara…”
“Ohi…”
“Te la ricordi
“La profe?”
“Quella di Geometrico….minchia! quante tavole…
Ecco, questa situazione è aberrata, come tutte le mie prospettive mal
riuscite.
E cazzo erano troppe per ignorarle Sefa…
Capisci?
Corretta a livello teorico, procedimenti giusti, regole seguite, ma
cannata.
Impossibile che gli occhi umani vedano con un tale scorcio.
E questa situazione è fottutamente aberrata…”
Si addormentò di botto e la corvina rimase bloccata sulla soglia della
stanza, colpita dalle parole di una sibilla ubriaca, perché Aisha
poteva essere stralunata, distratta e persa in un suo mondo, ma a volte
riusciva a tirare massime di una profondità allucinante e allucinata.
Da brivido.
“TUUU!”
Il ragazzo fece un salto.
“Allora, chiariamo un paio di cose:
Non fare soffrire Lisa e Aisha o ti maledirò
anche io.
Non fare cose avventate.”
“E due. Ma….”
“Niente ma! Se ti muoverai accecato dal fine di rimuovere la maledizione
sarai fottuto, verresti ulteriormente punito.”
“Cosa cazzo devo fare?”
“Ora è chiaro che è Lisa che devi aiutare, ma non farla soffrire, non se
lo merita e nemmeno Salias.
Trattamela bene.”
Lui la guardò stralunato, ma lei decise di non aggiungere altro, ci
avrebbe pensato lui a tirare le fila del tutto.
-Questa è situazione è aberrata e non sai quanto, socia.-
“Me ne vado”
E uscì di casa con un’uscita degna di un film.
Si risveglio con un cerchio alla testa, le sembrava che il suo cranio
pesasse tonnellate,aveva in bocca un retrogusto di liquore e aveva voglia di
piangere.
-Questa situazione è aberrata.-
L’eco di quella farse non finiva di spegnersi nella sua mente, come un
sogno che non spariva al sopraggiungere del mattino, come un mantra.
Sulla stranezza di quella situazione non ci pioveva, il problema era
aveva cominciato ad affezionarsi a quello , ma allo stesso tempo sapeva che non
poteva durare per sempre.
Si tirò in piedi con molti sforzi, la testa le si stava spaccando, aveva
bisogno di prendere qualcosa e così iniziò ad arrancare verso il bagno cercando
di non fare troppo rumore.
Si sentiva un’idiota a strisciare rasente ai muri di casa sua, ma si
vergognava a farsi vedere dopo la sua scenata, era sempre stato così,
riconosceva di avere dei problemi mentali.
Il corridoio le sembrò incredibilmente lungo, ma finalmente approdò alle
soglie del salotto e trasalì, persino il mal di testa sembrava ridimensionarsi
davanti a quella visione così normale, ma così sconvolgente per lei.
Bill era stravaccato sul divano, dormicchiava davanti alla televisione
come una qualsiasi persona, lo sconvolgente era Nana che gli dormiva in grembo,
quella gatta si lasciava coccolare solo da lei, a volte da Sara.
[“Quella gatta mi detesta!”
“Non è vero, alex! Esageri!”
Aisha aveva ridacchiato con la gatta in braccio, lui
aveva allungato una mano titubante verso la testa di Nana, la gatta l’aveva graffiato.]
Virò verso il bagno, trangugiò un Moment, leggermente in trance.
Era troppo simile a lui, ma Nana lo accettava, la sua gatta misantropa e
psicotica lo accettava, era qualcosa di assurdo, come buttare del sale su una
ferita.
Perché Alex era la sua ferita, quella che non lasciava vedere a nessuno, ma che non dimenticava mai.
Tornò in camera.
Quello che aveva pensato a proposito di Lisa, valeva anche per lei,
soprattutto per lei, che ancora una volta come quando andava a scuola aveva
sbagliato una prospettiva, doveva ficcarsi in testa che era una situazione
temporanea.
T e m p o r a n e a.
Non poteva farci film sopra, non poteva paragonarlo ad Alex, non poteva
sperare che rimanesse e soprattutto niente affetto, solo una sana cortesia.
-è aberrata SAlias e fin qui ci siamo, lui non
è di qui.
È fuoriposto e finirebbe solo male.-
Si tirò il cuscino sopra la testa.
ANGOLO DI LAYLA
_Pulse-: sono contenta che
ti piaccia^^-
In quanto a Lisa, ho la bocca cucita….heem…
abbi la pazienza di aspettare XD.
Fragolottina:Abbi fede, lo vedrai
prima o poi Bill che canta “my heart
will go on”XD.
Per Lisa, si, è la chiavi di tutto
e Alex bhe si capirà più avanti…
Alla prossima XD!