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Autore: DesiKookie93    01/08/2017    3 recensioni
Scopri una verità che i tuoi genitori ti hanno nascosto fin da quando eri piccola... pensando di farlo per il tuo bene...
Come la prenderai?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno l’aeroporto era strapieno, dopotutto era domenica quindi era normale.
C’erano persone ovunque, chi si metteva in fila per prendere l’aereo, chi era appena sceso e stava aspettando i propri bagagli, chi cercava il proprio volo, e chi, come i genitori di Y/N, stava controllando gli orari degli arrivi, aspettando qualcuno.
 
- Tutta questa situazione mi rende troppo nervosa. – disse la moglie a bassa voce, gli occhi puntati verso il tabellone degli orari di arrivo.
- Non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene. Forse non ci perdoneranno subito, non mi aspetto che lo facciano, però vedrai che con il tempo lo accetteranno e capiranno perché abbiamo preso questa scelta. È stato solo per il loro bene, di entrambi. – rispose il marito, cercando di consolarla. 

Dopodichè, tra i due calò il silenzio più assoluto.
Nessuno dei due sapeva più cosa dire.
Il marito aveva cercato di rassicurare la moglie, ma nascondeva il fatto di essere lui stesso tesissimo da questa situazione.
Un annuncio all’altoparlante dell’aeroporto annunciò che il volo proveniente dalla Corea che sarebbe dovuto arrivare per le 13.30, che era lo stesso volo che la coppia stava aspettando, aveva avuto un contrattempo e quindi sarebbe arrivato più tardi, anche se non sapevano dire con certezza per che ora sarebbe atterrato.
La coppia, appena sentito l’annuncio, si scambiò uno sguardo leggermente spaventato, e speravano con tutto il cuore che il contrattempo non fosse nulla di grave.
Il marito decise così di portare la moglie a fare una passeggiata, per smorzare un po’ la tensione, e più tardi sarebbero tornati a controllare gli orari, era inutile stare lì ad aspettare tutto il tempo.
 
Dopo due ore, finalmente videro che il volo sarebbe atterrato per le 16.00, quindi decisero di avviarsi verso lo sbarco.
Quando i passeggeri iniziarono a scendere dall’aereo, la coppia cominciò a guardarli uno a uno, in cerca di una persona in particolare.
Ad un certo punto, la donna fece segno al marito verso l’unico ragazzo che era sceso da solo, tutti gli altri passeggeri erano coppie o famiglie.
Il ragazzo stava trasportando il suo trolley senza per niente guardarsi intorno, il filo di una cuffia che pendeva dal suo orecchio destro e lo sguardo basso.
La coppia seppe che era lui la persona che stavano aspettando, perché notarono che anche se non stava guardando nessuno in particolare, si stava dirigendo proprio verso di loro, per poi fermarsi quando fu abbastanza vicino.
La donna lo guardò per qualche secondo, era tesissima, e poi lo abbracciò a sé, notando però che lui non ricambiava minimamente ma al contrario, girò il viso dall’altra parte, e questo la fece rimanere un po’ delusa, ma se lo aspettava.
 
- Non sai quanto ci sei mancato, e quanto ci dispiace… - disse con la voce spezzata, guardandolo.
- Mmh… - rispose semplicemente lui, sempre con lo sguardo basso.
- Y/N sarà contenta di rivederti, vedrai quanto è cresciuta. – disse il marito, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo, cominciando ad avviarsi al ritiro bagagli. 

Il ragazzo non rispose, ma storse leggermente le labbra.
I genitori presero una valigia ciascuno, e insieme al ragazzo si diressero verso la macchina.
Lui si sedette dietro ed indossò anche l’altra cuffia, concentrando il suo sguardo fuori dal finestrino, ignorandoli completamente.
La coppia lo fissò un attimo, per poi scambiarsi uno sguardo veloce, prima di salire anche loro in macchina e mettere in moto, diretti verso casa.
 
 
PoV You
 
Finito il quarto manga, controllai l’ora, erano già le 17.45.
Quando sarebbero tornati i miei? Almeno avrebbero potuto dirmi un orario.
Per passare il tempo, decisi di disegnare qualcosa, alzando leggermente il volume della musica.
Fu proprio quando stavo per iniziare il secondo disegno, che sentii finalmente il rumore della macchina dei miei che parcheggiavano.
Mi diressi verso la finestra per guardare se avevano comprato qualcosa, o se avessero qualcosa, qualsiasi cosa che spiegasse dove fossero stati fino a quel momento, e li vidi scaricare dal baule due valigie.
Non mi avevano detto che sarebbe venuto qualcuno…
 
Fu allora che lo vidi.
Il mio sguardo era rimasto concentrato sui miei genitori, e quindi mi accorsi solo quando sentii il rumore di una terza portiera chiudersi, visto che entrambi loro erano scesi dalla macchina prima, che vidi un ragazzo mai visto prima avvicinarsi a mio padre, e seguirlo verso l’entrata.
Chi era? E perché era con i miei genitori?
 
Rimasi alla finestra anche quando tutti e tre furono entrati, persa nei miei pensieri,  finchè ad attirare la mia attenzione non fu la voce di mia madre.
 
- Y/N, scendi un momento! – mi chiamò dal piano inferiore appena varcò la soglia di casa, trascinando la valigia dietro di lei. 

Io uscii dalla mia camera, diretta di sotto, ma quando stavo per scendere le scale mi bloccai, un piede a mezz’aria sopra il primo scalino.
Dietro mia madre entrò quel ragazzo, seguito da mio padre che trasportava l’altra valigia.
Lo vidi poggiare il trolley dove mia madre e mio padre avevano lasciato le altre valigie, per poi girarsi e fermarsi quando il suo sguardo incrociò il mio.
Mi guardò malissimo, come se volesse polverizzarmi solo guardandomi, ed io distolsi lo sguardo, leggermente spaventata, e rimasi bloccata sul posto.
Perché mi guardava così? Nemmeno lo conoscevo…
O forse sì?
Il mio sguardo si posò nuovamente sul ragazzo, mentre questo dubbio mi balenava nella mente, e notai fortunatamente che aveva voltato lo sguardo altrove.
Fu mia madre a togliermi ogni dubbio.
 
- Y/N, che fai lì impalata? Saranno dieci anni che non vi vedete, ma non riesci proprio a riconoscere Jungkook? Pensavo che gli saresti corsa incontro subito come facevi da piccola… - 

Eh? Un attimo!
Forse avevo sentito male. Aveva davvero detto Jungkook?
Cioè, Jungkook il mio cuginetto?
Stava scherzando vero?
Non poteva essere lui, me lo avrebbero detto che sarebbero andati a prenderlo, e avrebbero portato anche me no?
 
Però ripensandoci, non mi facevano nemmeno parlare con lui quando chiamava mia zia, quindi non era troppo strano se non mi avevano portato con loro oggi.
Ma perché tenermelo nascosto?
Non ci stavo capendo nulla, rimasi in cima alle scale a guardare Jungkook.
Davvero quel ragazzo era il mio cuginetto che adoravo tanto?
Quello stesso ragazzo che mi aveva appena fulminato con lo sguardo appena mi aveva vista?
 
Lo guardai meglio, magari avrei trovato qualche particolare che mi avrebbe convinta che era proprio lui.
Aveva i capelli biondo ramati, probabilmente li aveva tinti da poco, era alto, ma davvero alto, va bene che era un ragazzo quindi era normale che lo fosse, ma molto probabilmente vicino a lui io gli sarei sicuramente arrivata a malapena alla spalla, ed era muscoloso, non in modo esagerato, diciamo il giusto per un ragazzo della sua età.
In quel momento, lui si girò per rovistare nel suo trolley alla ricerca di qualcosa, e quindi io potei guardare il lato sinistro del suo viso, e i miei occhi si spalancarono un poco.
Anche se non molto visibile, aveva una piccola cicatrice sulla guancia sinistra, proprio nello stesso punto in cui il mio cuginetto se n’era procurata una da piccolo quando giocavamo insieme.
Quando poi si rigirò, si stava mordendo il labbro, e vidi che aveva un neo subito sotto il labbro, e lì non ebbi più dubbi.
Era davvero il mio cuginetto.
Ma allora perché mi aveva guardata male poco fa?
Non ricordavo di avergli fatto qualcosa di male…
 

- Y/N, Jungkook, io e vostra madre abbiamo una cosa importante da dirvi, e vorremmo che ci ascoltaste. – disse mio padre, guardando entrambi. 

Io guardai prima mio padre e poi mia madre, e notai che quest’ultima si stava torturando le mani nervosamente, tenendo lo sguardo basso per non guardare nessuno di noi.
Poi con la coda dell’occhio, guardai anche Jungkook, e vidi che anche lui aveva la stessa mia espressione perplessa mentre guardava i nostri genitori, anche se subito dopo si morse il labbro come se avesse capito di cosa volevano parlare, ed era innervosito.
 
Io finalmente scesi le scale e seguii mio padre che nel frattempo aveva iniziato ad andare verso il salotto, e sentii i passi di mia madre e Jungkook dietro di me.
Mentre passavo però, mi sentito osservata, e girando appena la testa, notai che Jungkook mi stava fissando da quando scesi le scale, anche se non capivo l’espressione con cui mi stava guardando.
Almeno non sembrava arrabbiato come prima.
O questo è quello che speravo.
 
Ognuno di noi prese posto senza dire nulla, i miei genitori si sedettero sul divano, mentre io e Jungkook occupammo le due poltrone che si trovavano ai lati.
Mia madre guardò prima ma e poi il ragazzo, per poi girarsi verso mio padre, impaziente.
Si notava che non voleva essere lei ad iniziare il discorso.
 
- Ecco…C’è una cosa che non vi abbiamo mai detto… e sappiamo benissimo che avremmo dovuto dirvelo molto tempo fa… anzi, non avremmo mai dovuto mentirvi in questo modo… ma l’abbiamo fatto solo per il vostro bene, di entrambi… - iniziò mio padre, senza alzare lo sguardo dal tavolino davanti a lui, poi prese un profondo respiro e continuò. – Beh, questo è quello che speravamo… ma ci stavamo sbagliando… o adesso non saremo in questa situazione… spero solo che ci possiate perdonare… anche se sappiamo che non sarà facile… - 

Erano entrambi molto tesi, mentre parlava mio padre, nessuno dei due alzava lo sguardo, mentre io li guardavo sempre più confusa, non capivo proprio di cosa stessero parlando.
Che bisogno c’era di fare tutti questi giri di parole? Non potevano arrivare subito al punto?
E poi, su cosa avrebbero mentito? A entrambi me e Jungkook…
Mi girai a guardare il ragazzo davanti a me, cercando di capire cosa mai avessero detto i miei genitori su di noi che non era vero, ma l’unica cosa che mi veniva in mente che poteva riguardare entrambi… fu il fatto che siamo cugini.
Aspetta…Non sarà che…
 
- Scusate, ma cosa state… - iniziai, volendo dare voce ai miei dubbi.
- Perché tutti questi giri di parole? Ci vuole tanto ad ammettere che mi avete abbandonato alla zia quando ero piccolo e fino ad ora ci avete fatto credere di essere cugini? – disse Jungkook, alzandosi dalla poltrona e sbattendo le mani sul tavolino, cosa che mi fece saltare in aria dallo spavento, e anche i miei genitori. 

Cosa aveva detto? I miei genitori lo avevano abbandonato? Ma perché?
 
- Jungkook, calmati… ti prego… - disse mia madre, tremando.
- Perché dovrei calmarmi? – rispose lui, arrabbiato.
- Jungkook, Y/N non ne sa niente di questa storia, lasciaci spiegare… - disse mio padre.
- Volete farmi credere che lei non l’abbia mai scoperto? –
- Che non ho mai scoperto cosa? – chiesi, sempre più confusa. 

A quanto pare l’unica all’oscuro di tutto ero solo io, dato che Jungkook sembrava sapere di che parlavano.
 
- Non fare finta di nulla, sai benissimo che sono tuo FRATELLO! E hai sempre finto chiamandomi “cuginetto” – disse lui, alzandosi e guardandomi con odio. 

Io rimasi a guardarlo a bocca aperta, non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo.
In più sentii una fitta fortissima al cuore quando mi guardò in quel modo, rivolgendomi quelle parole così piene di odio.
 
Rivolsi lo sguardo verso i miei genitori, erano davvero spaventati guardando Jungkook così arrabbiato.
 
- ………È la verità? – chiesi con un filo di voce, un po’ per paura che lui potesse arrabbiarsi di più, un po’ per paura di sentire la risposta.
- …Sì… è la verità… Ci dispiace che tu lo abbia scoperto così… - disse mio padre. 

Quindi era vero? Jungkook non era mio cugino ma… mio fratello…?
Ma…Perché?
Perché mentire?
 
- Perché avete mentito? – chiesi di nuovo, abbassando lo sguardo.
- Come ti abbiamo detto prima, l’abbiamo fatto per il vostro bene. Io e tua madre non potevamo permetterci di avere più di un figlio, non saremmo riusciti a crescervi entrambi, così dato che vostra zia non riusciva ad averne, ha accettato di tenere uno di voi con sé, e così ha cresciuto Jungkook. Non potevamo dirvi di essere fratelli e poi separarvi così, quindi vi abbiamo sempre detto che siete cugini… era la cosa più semplice da dire. Jungkook non lo abbiamo abbandonato, semplicemente gli abbiamo trovato un posto dove crescere che noi non saremo mai riusciti a dargli, almeno fino ad ora… -
- Ma perché lui? – chiesi.
- Che vuoi dire? – chiese mia madre, perplessa. Anche Jungkook a quella domanda mi guardò senza capire.
- Perché avete lasciato lui e non me alla zia? – 

Tutti e tre mi guardarono straniti, mentre i miei occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
 
- Perché la zia ha sempre voluto un maschietto, e poi è stata lei a dirci che tra i due dovevamo tenere la femmina. È stata una scelta presa tutti insieme. Sappiamo che non avremo mai dovuto dividervi, ma sai bene anche tu in che situazione siamo stati prima di venire qui in Italia…
- Allora quando siamo partiti per l’Italia dovevamo portare con noi anche Jungkook!!! – gridai, serrando gli occhi cercando di trattenere le lacrime. 

Appena finii la frase, corsi verso le scale e chiusi dietro di me la porta della mia camera sbattendola così forte che la sentirono anche al piano di sotto.
Mi buttai sul letto e mi rannicchiai abbracciando il cuscino e nascondendo il viso per non far sentire che stavo piangendo.
Non volevo più sentirli, non volevo più rivolgergli la parola per un bel po’.
Sapevano di aver sbagliato a mentirci, ma sapevano anche benissimo che la cosa che volevo di più al mondo era avere un fratellino.
E loro mi avevano sempre fatto credere che fosse mio cugino.
Certo, non che essendo mio cugino non gli volevo bene come a un fratello, anzi, era proprio il contrario, ma scoprirlo così…
E poi lui lo sapeva… ripensando alla discussione di poco fa, ero io l’unica a non sapere nulla di questa cosa…
Lui invece lo sapeva… e a quanto pare, da quello che aveva detto, lo sapeva da molto tempo…
 
- Non fare finta di nulla, sai benissimo che sono tuo FRATELLO! E hai sempre finto chiamandomi “cuginetto” – 

Come faceva a saperlo? Come lo aveva scoperto? E perché anche lui non mi aveva mai detto nulla?
Più ci pensavo e meno capivo…
Come avrei fatto adesso con lui? Come avrei dovuto chiamarlo?
E perché era così arrabbiato con me?
Tenendo il viso nascosto nel cuscino, presi la nostra foto dal comodino e la fissai.
Nonostante non sapessi come guardarlo, come chiamarlo, o perché lui sembrasse così arrabbiato con me… volevo abbracciarlo.
Non potevo negare che mi mancasse da morire, che avevo voglia di stringerlo a me come quando eravamo piccoli, che volevo risentire la sua voce, non quella arrabbiata, che mi chiamava per nome…
Però non avrei potuto farlo, non adesso…
 
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Angolo Autrice

Ecco il secondo capitolo!
Spero non sia uscito troppo noioso e che vi piaccia.
Ora sappiamo chi è questo misterioso “cuginetto”, che poi cuginetto non è.
E decisamente non ha preso bene questa cosa dell’essere separati e vivere in una menzogna se così si può dire.
La protagonista è un po’ divisa tra il voler stare con il suo fratellino e il volere spiegazioni prima di rivolgergli la parola… Dopotutto lei non può negare di volergli bene…
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio davvero di cuore chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate e chi dedica un po’ di tempo a recensirla.
Sto già lavorando al terzo capitolo e spero di pubblicarlo presto.
 
Un bacione e alla prossima
   
 
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