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Autore: skinplease    03/08/2017    4 recensioni
Un momento di Tony e Steve, tra Age of Ultron e Civil war, quando tutto deve ancora accadere e ci sono troppe cose da dire. Quando c'è da decidere da che parte stare e c'è un mondo da salvare, e troppe parole sono ancora da dire.
DISCLAIMER nessun personaggio mi appartiene, sono tutti della Marvel!
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tony/Steve – Slash tematica omosessuale, se non gradite, non leggete!)

Ambientata tra “Age of Ultron” e “Civil war”

 

 

“Salta, Capitano! Salta adesso!”

Il grido sovrasta per un attimo il frastuono allucinante dei motori, la polvere non riesce a bloccare l’urlo che ti trapassa le orecchie anche sotto quel cappuccio azzurro, e il tuo fiato sfinito esce troppo forte dalla bocca perfino per te, Superuomo. Forse stavolta stai davvero chiedendo troppo, soprattutto dopo tre ore e passa di lotta senza tregua, nell’ennesimo inferno sulla terra che hai cercato di ripulire. Forse hai chiesto troppo, e te ne rendi rovinosamente conto solo adesso.

Adesso, mentre corri all’impazzata dietro un aereo che è la tua unica via di fuga e che sta per lasciarti irrimediabilmente indietro, nella terra di fuoco tra le più ostili del pianeta terra, sfuggendo a una battaglia tra mercanti di morte che non avete ancora speranza di vincere.

E allora…

“Corri, Steve!” Burton urla, sfigurato e con un rivolo di sangue proprio in mezzo al viso, ti tende la mano “Salta, perdio!”

“AAAH!” urli con tutto il fiato che hai, e corri, corri e le gambe flettono l’aria e acceleri ancora, il cuore ti sfonda il petto, e senti il caldo dei jet che ti si riversa addosso, il portello posteriore dove cerchi di saltare in corsa sta per chiudersi, Burton viene sbalzato dentro, ma poi vedi una macchia nera e indistinta che si getta verso di te.

“Steve!” Occhio di Falco ha gli occhi rossi e la bocca spalancata mentre urla e ti tende la mano, appeso con l’altra a quella che pare una rete da carico “Steve, prendimi la mano!” grida, e dopo un attimo tutto trema su di te e vicino a te, Burton grida ancora e si tende, ma non ci riesci. Il veivolo si sta alzando, ora o mai più.

“Burton!” gridi, mentre le tue membra geneticamente modificate stanno tenendo dietro a un aereo in partenza e non ne hai per scattare, corri ancora, un piede avanti all’altro e scalpicci in un inferno di detriti, rumore e… sono proiettili?

Un fischio sordo e poi un altro, e le vedi ammaccare la fiancata dell’areo: ti stanno sparando addosso.

“Burton!” gridi ancora, corri e le pallottole che fischiano su di voi, ci riprovi e allunghi il braccio “Cliff!” provi a sporgerti, e…

“Ci sei!”

La tua mano afferra qualcosa, e Burton viene quasi sbalzato fuori dall’aereo che si alza in volo di colpo, tremando come se fosse sul punto di esplodere. Invece tiene e tu ti ritrovi sospeso in aria, con il suolo che si allontana da te e in meno di due respiri sei sospeso nel vuoto e vedi gli uomini sotto di te come formiche. Con un mitra in mano.

In un attimo, le pallottole sono tutt’attorno a te.

“Cazzo!” Burton grida mentre una seconda sventagliata di arriva a un soffio da voi, sbatte violentemente contro la paratia d’acciaio dell’apertura di carico, tu ondeggi e non sai fare altro che fissare i tuoi piedi negli stivali rossi annaspare nel vuoto, ma non mollate, le vostre mani unite sono la sola cosa a cui appenderti, il carrello sale e il portello non riesce a chiudersi se ci siete voi due in mezzo. Non c’è più tempo, le formiche sparano ancora.

Alzi gli occhi e fissi Burton, l’aria ti sferza ondeggiante nel vuoto, devi fare qualcosa!

“Cliff, la corda!” gridi senza più voce, non resisterà a lungo, tu forse si, ma lui no “tirami la corda!”

Burton impreca e viene quasi sbalzato fuori “non c’arrivo, arrampicati!” sobbalza ancora e lo senti gemere, inizi a pesare per lui “arrampicati su di me, Capitano!”

“Ok!” e mentre allunghi la mano, accade. Un soffio, un sibilo e Burton urla e tu non lo senti più perché un proiettile gli ha centrato il braccio e la sua mano ha mollato; e tu stai cadendo.

“Cliff!” urli, ma lui è già distante, e ti fissa con gli occhi sbarrati e tu precipiti.

Stai precipitando, Capitano.

Nemmeno tu ti salvi, a questo punto, è così lampante.

Finisce così? Precipiti, precipiti nel vuoto e non c’è suono, solo aira che sferza, non c’è niente se non l’impatto imminente.

E stai per urlare, e senti l’aria schiacciarti il torace, c’è un solo Dio e tu stai per…

Una macchia rossa davanti a te? Cos’è?

Improvvisamente hai un forte colpo al torace, il respiro si mozza mentre sei sbalzato avanti. Ti ritrovi sottosopra, e non capisce più nulla.

Cazzo!” l’hai detto, proprio tu, il signor linguaggio! Imprechi, e vedi tutto roteare, cerchi di muovere le braccia, ma non ci riesci, ti dimeni furioso “Che cazzo succede?” ma non vedi niente…

“Ti salvo il culo, maledizione!”

Come quella voce arriva all’auricolare nelle orecchie, ti blocchi all’istante. Il suolo si allontana sotto di te, da te e dalle formiche, che ormai non possono prenderti più. L’aria fende il tuo volto, ma puoi sopportarlo bene, ti senti stretto in due morse d’acciaio che comprendi essere due braccia: le sue braccia.

Sei salvo; ma non del tutto, vedendo e capendo chi ti ha afferrato al volo mentre precipitavi.

Cazzo, proprio lui doveva vederti precipitare e cadere?

Alzi il viso e ti ritrovi schiacciato a lui, lacrimano gli occhi per l’altitudine e lo sforzo di non soffocare a mille metri di quota dove volate sospinti dalle scie di luce sotto i suoi piedi, un’altra delle mille idee uscite da quella mente troppo geniale per essere quella di un solo individuo.

Vedi la sua maschera di metallo, impassibile, ma credi di scorgere il suo viso anche in quei lineamenti fermi; e non sai perché, ma capisci che è…

“Sta zitto e basta!”

La voce di Tony ti arriva alle orecchie, ed è talmente gelida da farti quasi spaventare. Ti sembra quasi di vedere la sua faccia sotto quella maschera immobile.

Ti rigiri appena nella sua stretta, è accaduto tutto in una manciata di secondi, ansimi per la corsa, per lo sforzo, per l’aria rarefatta “Tony…” ci provi a parlarci, attaccato proprio a lui, ad Iron man che ti ha preso al volo mentre precipitavi, stringendo le braccia di metallo “Grazie, Tony, ma non…”

Ti dai del cretino da solo.

“Ti ho detto zitto, idiota!” ha quasi ringhiato, e preghi che Friday abbia disattivato la ricezione della conversazione con gli altri “oppure hai ancora il cervello congelato?”

“Tony…”

“Ma vaffanculo, Capitan coglione!”

Tony tronca ogni conversazione, impenna nell’aria verso le nuvole, accelerando e facendoti venire quasi il voltastomaco. Stringi i denti e imprechi sottovoce, ma chiudi la bocca, prudentemente.

La terra sfreccia sotto di voi, nella luce della sera dell’Equatore africano, mentre tornate verso casa. Anche oggi è andata, stai zitto e fissi la linea dell’orizzonte, non ci sono più parole, ve le direte quando sarete nascosti di nuovo nei prati verdi del Montana; ma una cosa è certa.

Stavolta, l’hai fatto davvero incazzare.

 

 

Se il viaggio è stato silenzioso e gelido, sballottato senza pietà e con piena consapevolezza dal signor “genio/miliardario/playboy/filantropo” in un vortice perpetuo difficile da sopportare pure per te e i tuoi super sensi ultra sviluppati, atterraggio e rientro sono stati, se possibile, ancora peggio.

Stark non ha avuto alcuna pietà umiliandoti davanti tutto lo SHIELD e le reclute.

Sei stato scaricato in volo nell’hangar da un barattolo di metallo con dentro Tony Stark, che ti ha mollato planando in mezzo alla volta d’acciaio a tutta velocità e facendoti rotolare sui container dell’immondizia della nuova base.

Come hai visto il pattume sotto di te, e hai compreso cosa voleva fare, era troppo tardi, ci stavi già cascando dentro.

Hai urlato mentre infrangevi coi tuoi muscoli d’acciaio tutta quella porcheria ammucchiata, e per porcheria intendi proprio porcheria, compresi gli scarti della mensa e delle pulizie; ci sei rotolato dritto dritto in mezzo.

Quando ti sei rialzato hai fissato immediatamente il punto, duecento metri oltre, in cui quel genio fottuto e bastardo si era dolcemente posato, mentre usciva dalla sua armatura scintillante con un lievissimo balzo. Anche da quella distanza, e con tutti gli occhi dello SHIELD addosso e le patetiche risatine di sottofondo, ha potuto vedere il suo sguardo, puntato esattamente su di te, coperto di spazzatura e con del chili con carne di una settimana sparso addosso.

L’ha fatto apposta! Sai che l’ha fatto apposta, per fartela pagare. Puzzavi come una merda di vacca.

Ok, ora sei incazzato anche tu.

Non hai detto una sola parola, ti sei diretto come una furia fuori dall’hangar, sentendo le risatine sommesse di tutti, ma proprio di tutti, e che la tua rettitudine morale che spesso in questi casi non è comoda, ti impone di sopportare perché sono sensate! Cazzo, rideresti anche tu!

“L’amore non è bello…”

“ma vedi di piantarla, Nat!” hai ringhiato contro Romanoff, che ti fissava poggiata mollemente a un lato del corridoio degli alloggi, mentre a grandi falcate ti muovevi verso un posto qualsiasi in cui ripulirti.

La Vedova nera ti ha fissato con quel perpetuo sorriso beffardo all’angolo della bocca sensuale, scuotendo i riccioli rossi mentre tu le sfilavi accanto puzzolente come un porcile.

“puzzi di merda”

“e lo sapevo, grazie!” rispondi quasi urlando, non ci stai proprio più, Capitano gentilezza. Solo Tony sa farti perdere le staffe così.

Poi, mentre la superi sporco peggio di una latrina, rallenti impercettibilmente, per tutti tranne che per lei; la fissi e per un attimo quasi tremi, mentre chiedi “Burton?”

Lei sorride, e stavolta non è per posa “tutto ok, una sciocchezza. Gli spiace averti mollato, e quando gli dirò dove sei atterrato…”

Dio, grazie. Non ce la faresti a perdere qualcun altro, non ora.

Non dici altro, e annuisci appena.

Hai quindi ripreso la tua corsa, incurante di tutti, e sei andato a lavarti e a cercare di reprimere il pensiero di spaccare qualcosa, perché sai che tu potresti farlo davvero.

E adesso sei lì, grondante frustrazione per esserti quasi ammazzato cadendo nel vuoto (un novellino! Un fottuto novellino che non sa salvarsi le chiappe da solo! Nemmeno un aereo in corsa sai prendere?), ma soprattutto per chi ti è venuto a togliere dalla brace per riportarti nella padella.

Sei sotto la doccia da un po’ e lascia che l’acqua abbia l’ingrato compito di riportarti un po’ di pace. Ma non ce n’è.

Sono ormai giorni che va avanti così, non vi sopportate più, non vi parlate se non a urla, non sapete più combattere assieme, non…

Apri gli occhi e fissi la porcellana bianca della doccia, almeno l’ì è inutile mentire, perché sai benissimo esattamente da quando avete iniziato a non sopportarvi più, e soprattutto perché.

Già, perché?

Scrolli la testa, Capitano, no, non ci vuoi ancora pensare, perché non sai nemmeno cosa pensare che non sia che avete fatto, in fondo, una colossale cazzata.

Esci dal bagno, ti avvolgi in un asciugamano talmente ruvido che da fastidio anche a te che sei soldato, cammini a testa bassa e ti appoggi al muro di quella spartana stanza militare del centro addestramento che chiami casa. C’è silenzio, attorno a te ora.

Chiudi gli occhi e posi la testa al muro, improvvisamente sei stanco morto, senti solo la stanchezza, perché la tua divisa è dura da portare, e un sospiro lascia le tue labbra. C’è silenzio…

“Sei un Capitano dei fumetti, lo sai?”

Spalanchi gli occhi di colpo, quella voce ti ha sorpreso, perchè non credevi che si sarebbe davvero intrufolato nella tua stanza. Ma come lo vedi, la sorpresa lascia il posto a un tumulto interiore che non sai ora, e mai saprai, descrivere davvero. Avete combinato un casino, lo sai da solo.

“Stark…”

“Lo dici come fosse un insulto, ma non sai fare bene nemmeno questo, dannazione!”

Come sempre, lui ha rotto il silenzio. Sei comunque incazzato “che ti devo dire, eh? … e dovevi mollarmi sull’immondizia, porca…”

“linguaggio! Mio Dio, Capitano!”

Ti fa il verso Tony, seduto sull’unica sedia della stanza a cavalcioni, le mani incrociate al petto e gli occhi neri, davvero neri. Ha addosso un completo sportivo scuro che costerà come tutto quello che possiedi, e visto quanto poco possiedi, probabilmente, anche il doppio; o il triplo. Non sai perché, ma ti infastidisce ancora di più.

“Finiscila” soffi a bassa voce, alzandoti dal muro e dirigendoti verso l’armadio. Ma lui non molla.

“Oh, che delizia dev’essere stato precipitare…” inizia quasi a decantare, alzando le mani e agitandole come nei vecchi film che ti piacciono tanto “… volare senza ali, ti sentivi leggero come piuma? Sai, ho sempre desiderato saperlo…”

No, Tony non ha intenzione di finirla.

“…e chissà, magari un uccellino di passaggio…”

“Se ti aspetti un grazie, ok, eccoti accontentato” lo interrompi secco, non lo guardi nemmeno, lo senti alzarsi rumorosamente in piedi dietro di te, prendi una maglietta e la dispieghi. Non guardi le tue mani, fissi le ante socchiuse e borbotti “Grazie mille, testa di cazzo!”

“Dei tuoi grazie non so che farmene! Sono tutte bugie, come quelle dietro le quali ti nascondi da quando ti hanno scongelato!”

Ti volti mentre afferri le mutande, Tony non ti ha mai parlato così, bugiardo tu? No, questo no! “Prego?” sei quasi incredulo, socchiudi gli occhi e dai perfettamente l’idea di quanto sei incazzato adesso “Puoi ripetere, Stark?”.

Ma non ha paura di niente, Tony, alza il mento e ribadisce “Bugiardo, ecco cosa sei, un bugiardo figlio di puttana! Capitan America è Capitan cazzata!”

“Questa poi!” stringi istintivamente i pugni, lui lo vede e scoppia quasi a ridere.

“Cos’è vuoi che metto l’armatura?” agita ancora le mani mentre ridacchia infuriato “se non ci sono armature e schermi dietro cui nascondersi non ti riconosci più?”

“Finiscila!” hai quasi urlato, lo vedi irrigidirsi e mettersi quasi sulla difensiva, perché non è una buona cosa far incazzare il supersoldato e lo sa anche lui “non mento mai, io! Queste sono le tue solite cazzate, Stark! Tutti ti mentono perché sei il solo depositario della verità, giusto? Il genio che conosce tutte le risposte sei solo tu, no?”

“Io non mento mai, non ne ho bisogno Rogers!” la voce è secca, inclina appena la testa e prosegue “non puoi fare il capitano e poi cadere da un aereo in corsa, dannazione! Non puoi! Devi essere responsabile di te stesso, altrimenti come lo potresti essere per la squadra?”

Ti metteresti volentieri a ridere. E lo fai.

“Oddio!” la risata è così feroce che da fastidio anche a te, mentre ti poggi contro l’armadio in quella stanza già asfittica che sta diventando ancora più piccola “Oddio, davvero? Ti interessa della squadra, Stark? Tu che non fai altro che provare ad affondarla!”

“io sono così, e non mi nascondo dietro stelle e strisce filanti!” non ci sta Tony e fa un passo verso di te, ormai state per venire alle mani “chiamo le cose con il loro nome, e oggi tu hai messo in pericolo la squadra, penzolando da quell’aereo!”

“Non è che ti confondi con te stesso, signor creo Ultron e non lo dico a nessuno?”  non riesci proprio a trattenere un sorrisetto quasi beffardo “Questo è mettere in pericolo la squadra, Stark! tu sei…”

“un cretino che ti ha voluto credere” punta il dito verso di te, gli occhi nocciola vibrano di qualcosa che non sai definire, tutto il suo corpo compatto è teso come non mai ”e sinceramente, non me lo perdonerò mai!”

Tony l’ha quasi sibilato, è sceso il gelo. Senti i brividi sulla schiena umida e nuda, la situazione non ti piace, serri le mascelle “forse ti confondi con qualcun altro, ma io non ti ho mai chiesto di credermi!”

Tony si blocca e vedi i suoi occhi tremare. Annuisce dopo un attimo di ritardo, mentre la maschera di stronzetto gli si riappende al viso “Già, è vero…” ridacchia scuotendo la testa e fissando il pavimento “tu non chiedi, vero Steve? Tu… sei la risposta, non la domanda, vero Capitano? Perché è questo che sei, no? Capitan America… Il soldato sempre pronto a fare la cosa giusta, anche se non capisce mai qual è!” conclude quasi soffiandoti le parole addosso.

Alza il viso e il sorriso si incrina appena, tu sei praticamente immobile, potresti polverizzarlo solo con gli occhi. Nessuno sa irritarti e colpirti duro come Tony Stark.

“Tu sei l’ultima persona sulla terra a cui chiederei cos’è giusto, Stark!”

L’hai proprio detto, ed è pesante, lo capisci da solo dopo averlo detto.

“Inutile anche continuare!” Tony scuote la testa, il petto si alza e si abbassa furioso, mentre un sorriso amaro si dipinge su quel volto curato, ma incredibilmente tirato “ho sbagliato a venire qui…”

Ti scarta di lato, improvviso e ti passa a fianco.

Sta per andare via, e finalmente avrete chiuso anche questa conversazione, finalmente…

Errore madornale, perché senti il suo odore.

E la bocca ti si apre da sola, mentre quel misto di dopobarba e polvere da sparo si sparge addosso a te, e ti ricorda troppe cose, ti fa smuovere le viscere come nient’altro prima. Tony cammina, e tu segui la sua scia che per te resterà sempre la sola e l’unica che ti interessa seguire.

Ma anche lui sente te, e vedi che rallenta, pur continuando a fissare la porta. Rallenta e gira appena la testa, sentendo il tuo odore di maschio, di sapone militare e di pelle troppo calda.

Rallenta, e si ferma.

Quasi non respirate più.

La rabbia si mescola a qualcos’altro che tutti e due non volete più sentire, lo sai Capitano, e quindi non muovi un muscolo, anche se vorresti urlare.

Sei convinto che Tony se ne andrà, che adesso uscirà, e…

“Non ci riesco…”

Sussulti appena e la tua bocca si apre di stupore, Tony a tuo fianco ha sussurrato quelle parole con un dolore immenso.

Giri appena la testa e lo vedi, e improvvisamente ti manca il fiato, sei colpito duro allo stomaco dalla visione di un Tony Stark immobile, a tuo fianco, semplicemente a pezzi.

Cazzo. Tony è a pezzi, ha gli occhi lucidi, il volto tirato… e tu non lo vedevi? Ma cosa sta dicendo?

“Tony…”

“Non ci riesco” deglutisce a  vuoto e le mani gli tremano trema tutto dentro quell’abito da 3.000 dollari. Trema e volta la testa guardandoti finalmente negli occhi “non ci riesco a cancellarti”

Questo è troppo anche per te. Allunghi la mano e gli afferri il polso, e lo senti irrigidirsi, ma te ne freghi. Lo tiri a te, e senti la sua resistenza, ma hai smesso di pensare.

“No” Tony cerca di divincolarsi, ma non ha forza “No, Steve…”

“Vieni qui”

Lo dici di getto, come tante altre volte prima di ora, ma mai ha avuto un significato così. Tony accartoccia il volto, e piega la testa, odia sentirsi così. Così vulnerabile, così esposto, così… umano.

Sei certo che farebbe volentieri a cambio con la sua armatura, se potesse.

E di conseguenza, odia te, che l’hai reso così. E’ possibile odiare così tanto la persona che ama come la tua vita? E’ la vera domanda che vi ponete entrambi, probabilmente.

“Dannazione…” sussurra, la rabbia si mescola al dolore “Dannazione, Steve…”

Non lo fai nemmeno finire.

Lo tiri a te e posi le labbra sulle sue. Dopo un attimo gli hai circondato i fianchi e l’hai stretto forte, perché hai bisogno di sentirtelo addosso. E lui ti ha preso il viso tra le mani, ti tiene a lui e la sua lingua ti affonda in bocca.

Dio, non è possibile. Non è possibile che ti senti a casa soltanto adesso che lo stringi a te e che gli mangi la bocca, che senti il sapore di voi due assieme sulle vostre lingue che non smettono di cercarsi per divorarsi a vicenda.

E’ un attimo, e mentre le sue mani ti affondano nei capelli chiari ancora umidi, lo sollevi e cadete sul letto, un fottutissimo letto singolo che a malapena tiene te, figurarsi in due.

Ma non vi importa, non mentre vi baciate ancora, non mentre le tue mani risalgono il suo petto sopra la stoffa scura della camicia e mentre le sue gambe si allargano per farti spazio.

Le vostre inevitabili erezioni si scontrano e gemete l’uno nella gola dell’altro.

Vi staccate e ansimate assieme, le fronti collidono e vi fissate negli occhi, le dita di Tony ti solleticano la nuca.

Lo baci piano, a occhi aperti “Ti voglio, Tony…” lo dici così, e non pensi nemmeno a cosa stai davvero dicendo, mentre infili le mani sotto la giacca per spingertelo addosso “Ti voglio, adesso…”

La sua lingua lecca piano le tue labbra, scuote appena la testa “Avevamo detto di smetterla…” e poi lecca ancora, e Oddio! Si sporge e soffia appena al tuo orecchio “L’avevi detto tu, Capitano… e sei un bugiardo, avevo ragione, vedi…”

“Finiscila!” ringhi, e stavolta sei meno gentile, ti scosti solo per prendergli i polsi e inchiodarlo con le mani sulla testa sotto di te “Hai detto abbastanza cazzate, per oggi, Stark!”

Ma lui non si arrabbia, no. Fa una cosa ancor più stupefacente, ovvero… ti fissa.

Chiude la bocca, non si oppone alla tua forza, socchiude appena gli occhi mentre tu lo sovrasti, è docile nelle tue mani… ma il suo volto è diverso, è…

“Tony…”

La voce ti si spezza, e lui sorrise, un sorriso sotto quel lievissimo pizzetto nero che adori quando ti strofina la pelle del volto, un sorriso dolente e amaro che ti fa capire ogni cosa.

“Tony…” ripeti, e quasi singhiozzi, Capitano, mentre ti chini e affondi il volto nell’incavo del suo collo, e le sue mani scivolano alla tua presa ormai perduta, perché quel sorriso ti ha tolto ogni forza.

Non sai quasi respirare, sai solo che fa male, fa tanto male, come nemmeno una bomba potrebbe. Hai il cuore che batte troppo forte sotto quel petto innaturale che ti ritrovi, le sue mani ti stringono e ti abbraccia, sussurra appena la tuo orecchio “Hai capito, Steve?”

Lo abbracci, stretti avvinghiati su quel letto troppo piccolo, tu nudo sopra di lui, l’asciugamano volato via chissà dove e un dolore troppo grande.

“Non hai mai detto niente…” riesci a dire, ma fa male la bocca, fa male la gola, fa male tutto mentre lo dici ancora contro la sua spalla “non hai mai detto…”

“Non ho mai amato nessuno prima di te, come potrei dirlo, Steve?”

L’ha detto, e ora gridi. Gridi di dolore contro la sua spalla e lui ti stringe, sussurrandoti parole che solo voi potrete mai capire, e senti il suo doloroso respiro sotto di te.

Quel sorriso ti ha detto che ti ama. E hai capito, improvvisamente capisci la sua rabbia, che non è perché la missione stava fallendo, non è perché non ti crede in grado di guidare gli Avengers, no… è solo che…

“Potevi morire, oggi… potevi precipitare da quell’aereo, ed è un modo così stupido di morire dopo tutto quel che abbiamo passato… ma stava accadendo, Steve! E come me ne sono reso conto, è stata la fine di Iron man” Tony parla, un sospiro dentro al tuo orecchio che ti apre l’anima “potevi morire, e ho capito che puoi sempre morire e che da adesso in poi io non guarderò più il nemico... io guarderò solo te, perché non ti accada nulla”

Trasali, sollevi finalmente il volto arrossato e lo fissi a bocca aperta.

Tony annuisce appena, fissa un punto sul soffitto e ha lo sguardo cupo “E’ la mia visione, Steve, tutti gli Avengers che soccombono… alla fine, la mia visione di morte e distruzione nel mondo torna a mostrarsi, ma la sola cosa che ora mi interessa…” ti guarda e c’è la verità più dolorosa di tutte nei suoi occhi nocciola “è che tu non sia tra loro che muoiono”

Deglutisci a vuoto, e non dici niente, ma sai che la tua faccia parla per te. E Tony sorride, carezzandoti appena la spalla nuda col dorso della mano “Capitan America è morto da tempo, lo so… perché ti vedo, quando combatti, che guardi sempre me…”

Sospirate entrambi, rendendovi conto una volta per tutte che cos’avete combinato.

“Adesso capisco perché vietano le relazioni sul posto di lavoro” Tony sospira e mette un braccio sotto la testa, ti carezza piano mentre tu posi il volto sulla sua spalla. L’eccitazione è sparita, con la consapevolezza di ciò che provate e di ciò che ha comportato senza che voi ve ne accorgeste nemmeno.

Lo stringi piano, baciandogli appena quello spicchio di pelle scoperto sulla sua spalla “Quando l’hai capito?” chiedi pianissimo.

Tony sospira e fissa ancora il soffitto su di voi “Quando ti ho visto cadere… non c’era nient’altro, per me”

“Non possiamo essere noi, gli Avengers” lo dici con una chiarezza così dura che è inevitabile “non possiamo essere una squadra se…”

Lo so” Tony ti interrompe e si sporge a baciarti appena “Iron Man e Capitan America non ci sono più.”

Ed entrambi sapete che per Steve e Tony non c’è comunque speranza, perché il mondo la fuori li schiaccerebbe senza pietà.

Non siete niente, senza le vostre armature, e l’hai capito troppo tardi. Capisci, con una punta di terrore, che Stark butterebbe Iron man nel cestino in meno di un attimo per te.

“perché diavolo mi sono innamorato di te?” sospiri, posando il mento sul suo petto e lui inaspettatamente sorride.

“perché sono un genio, miliardario, playboy, filantropo!” Tony fa una battuta sciocca come questa e poi ti guarda socchiudendo gli occhi “piuttosto io, come ho fatto a finire con una milf come te!”

Ridacchiate entrambi, e vi baciate appena. Come due persone qualsiasi, in un mondo qualsiasi che non sta per crollare sotto una minaccia sconosciuta che ancora non sapete.

Ma tu Capitano, le annusi le battaglie. E adesso, ti senti morire dentro, mentre per l’ultima volta ti sporgi verso di lui e lo baci ancora, e ancora, finchè vi eccitate di nuovo e vi unite su quel letto minuscolo per quella che sai sarà davvero l’ultima volta. E gli Avengers non ci saranno più, a proteggerlo, perché il vostro amore è di troppo.

No, non puoi permetterlo; non puoi permettere che Tony faccia questo, e nemmeno tu puoi farlo.

E mentre sorridi a lui con la morte nel cuore, capisci che te ne devi andare, e devi trovare una scusa per non far ricadere la colpa su Tony. C’è un solo modo per dare una speranza agli Avengers, e tu devi sparire, devi farti odiare da Tony.

Lo tradirai, correrai da Bucky e tradirai Tony.

E forse, allora, gli Avengers avranno una speranza. Il mondo avrà una speranza.

 

 

Ridacchia appena, mentre guarda dentro la sfera del tempo che lo porta a vedere tutto ciò che desidera, Thanos.

Vede gli eroi terrestri dilaniati da loro stessi, e non può far a meno di pensare che sarà facile, prendergli tutto.

Gli Avengers moriranno, tutto ciò che hanno edificato, cadrà; la guerra, anche se loro non lo sanno, è già iniziata.

 

Ciao Fandom! E’ la prima volta che scrivo qui, su questa meravigliosa creatura che è il MCU! E’ per me un piacere e un grande onore poterlo fare. Grazie a voi, che siete arrivati alla fine di questa storia. Siate clementi, non scrivo da almeno due anni… prometto che la prossima volta andrà meglio e non ci saranno fiumi di angst…

A presto, nel magico mondo delle fic!

Skinplease

 

  
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