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Autore: Kano_chan    04/08/2017    1 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’indomani i cinque ragazzi si alzarono non appena sorse il sole, e trascorso il tempo necessario per la colazione e per caricare di nuovo tutto sulla Regalia, ripartirono.
La pioggia del giorno prima era sparita, lasciando un cielo limpido spruzzato di nuvole bianche, e un sole piacevole sulla pelle.
Il panorama restava lo stesso; una distesa brulla cosparsa di rottami qua e là, ravvivata solo qualche sparuto branco di smilodonti. 

Con gran sollievo collettivo, un sms di Iris confermò che la ragazza stava bene e che si stava dirigendo a Lestallum con altri profughi di Insomnia. Dalla radio appresero inoltre che la capitale era blindata e che si stavano cercando i componenti per un governo provvisorio. A Tenebrae invece, era stata fatta una veglia in onore della prematura dipartita della Sciamata, mentre ad Altissia in molti si erano radunati a lasciare fiori davanti alla vetrina che ospitava il suo futuro abito da sposa. Noctis accolse la notizia con una faccia stoica, ma il pugno serrato sul suo ginocchio la diceva lunga sul suo reale stato d’animo.

-   Dite che è quello l’avamposto che diceva Cid? – domandò Prompto, indicando ad un certo punto un gruppo di edifici che si stagliavano all’orizzonte.
-   La cartina lo conferma – rispose Selenis ripiegando la mappa.
-   Cosa sia andato a fare in un tumulo proprio non riesco a capirlo – commentò Noctis con il mento appoggiato al palmo aperto.
-   Ci sarà sicuramente una spiegazione plausibile – replicò Ignis svoltando per raggiungere il caseggiato – deve essere importante per spingerlo a recarsi fino a qui – aggiunse.
-   Sarà – ribattè atono il principe.

Ignis parcheggiò tra i confini di quello che sembrava essere nient'altro che un semplice bivacco.
C’erano giusto un pugno di edifici, una roulotte, e un banchetto che vendeva lo stretto necessario per chi vi si recava. Per il resto il posto rimaneva del tutto anonimo. Nonostante questo, era parecchia la gente che vi si era riunita, tutti affiliati alla corporazione di cacciatori Meldacio, come suggerivano i loro abiti.
La Medalcio era stata fondata con lo scopo di dare la caccia ai deamon, dai più comuni a quelli più ostici, che imperversavano un po’ per tutta Eos al calare del sole.


-   Cor non si vede – disse Gladio scendendo dall’auto e guardandosi intorno.
-   Sicuramente ci sarà qualcuno che saprà dirci dove.. – Selenis si interruppe a metà della frase.

Non appena i suoi piedi aveva toccato il suolo, l’anello che portava al dito le aveva dato una piccola scossa.

-   Che succede? –

Prompto si avvicinò alla ragazza seguito dagli altri.

-   L’anello..- mormorò lei osservando la pietra liscia che però non presentava alcuna alterazione.
-   L’anello? – ripetè Noctis confuso.
-   È come se mi stesse indicando qualcosa.. – rispose alzando lo sguardo verso i suoi amici – non so spiegarvelo bene, ma è come se un filo invisibile lo stesse tirando – spiegò.
-   Da quando fa così? – chiese Ignis.
-   Non ho mai avvertito nulla da quando me lo ha dato mio padre – raccontò la giovane – Ha dato segni di "vita" solo dopo che abbiamo lasciato la capitale – proseguì – Ah! E ha reagito anche con quello strano tipo incontrato a Galdin –
-   In che senso? – domandò Gladio studiando la pietra.
-   Ha dato un lampo di luce e quando l’ho rimesso al dito sembrava… teso, non saprei dirlo in altro modo – rispose corrugando la fronte.
-   Era di tua madre vero? –
-   Sì, non ha alcuna parentela con l’anello dei Lucis.. non capisco – replicò Selenis a Noctis.
-   È probabile che il generale abbia una spiegazione anche per questo – asserì Prompto inclinando appena la testa con fare interrogativo.
-   Sì, può essere – concordò la ragazza.
-   Allora sbrighiamoci a cercarlo – soggiunse Gladio dirigendosi verso l’edificio più grande che si scoprì essere una specie di punto di ritrovo.

L’interno era tappezzato di apparecchi radiofonici per le trasmissioni, e il resto dello spazio era ingombro di tavolini attorno ai quali i cacciatori si sedevano per pianificare le prossime imprese, o più semplicemente per chiacchierare con un birra in mano.
Discosta da tutti, una donna con i capelli castani sembrava aspettarli. Monica Elshett, che faceva parte del corpo di guardia di Insomnia, si fece loro incontro non appena li vide.

-   Sue maestà, sono lieta di vedere che stiate bene – si inchinò rivolgendosi a Noctis e Selenis.
-   Monica dove sono gli altri? – le domandò Gladio.
-   La maggior parte delle guardie reali non ce l’ha fatta – rispose la donna in tono contrito – Siamo riusciti soltanto a portare la signorina Iris in salvo fuori città – spiegò – Dustin è con lei in questo momento, la sta scortando fino a Lestallum –
-   Sono davvero in debito con voi – rispose il ragazzo.
-   Cor? – s'informò Noctis.
-   Il generale vi sta aspettando nel mausoleo reale – disse Monica – Basta che seguiate questa strada e al bivio giriate a sinistra – aggiunse indicando la via sterrata che aggirava il bivacco dei cacciatori.
-   Grazie, ci andiamo subito – rispose Ignis.

I ragazzi, seguendo le indicazione di Monica, si diressero verso la loro meta.

-   Mi chiedo come abbia fatto a scappare dalla capitale – disse Prompto riferendosi al generale.
-   Beh, non per niente viene chiamato Cor L’immortale – replicò Gladio.
-   La fortuna aiuta gli audaci – commentò Noctis con praticità.
-   Vorresti dire che è sopravvissuto a tutte queste battaglia solo per caso? – ribattè l’Amicitia scettico – Come va l’anello? – aggiunse subito dopo osservando Selenis.

La ragazza che teneva una mano sopra il gioiello, guardò il compagno.

-   La sensazione si fa più insistente, qualsiasi cosa mi stia indicando ci siamo vicini – rispose.
-   Magari sta puntando al generale – disse Prompto.
-   Mi pare improbabile – replicò Ignis.
-   Beh, adesso lo scopriremo – commentò Noctis.

Il gruppo era arrivato al fondo del sentiero. Due colonne poste ai lati dell'ingresso, introducevano ad uno spiazzo, al fondo del quale una struttura a cupola faceva capolino. Lì, davanti ad una porta di pietra intarsiata, sostava il generale Cor Leonis.

-   Finalmente, Altezza – li accolse lui con la solita espressione seria.
-   Si può sapere perché siamo qui? – domandò il principe squadrando l’uomo.

Selenis si portò la mano con l’anello al petto, stringendo la pietra che sembrava ormai vibrare.

-   Prima entriamo nel mausoleo – replicò l’uomo – Principessa –

Cor si scostò da davanti la porta, invitandola a procedere.

-   Non... capisco – disse la giovane guardando interdetta l’entrata.
-   Speravo che il Re avesse avuto il tempo di avvisarvi – sospirò contrito l’uomo.
-   Avvisarmi di cosa? – domandò la ragazza spaesata.
-   L’anello che portate al dito, è l’unico oggetto che può aprire le porte dei mausolei reali – spiegò.

Selenis rimase a fissare scioccata l’uomo.

-   Com’è possibile? – s’intromise Gladio – Apparteneva alla madre di Selis, che correlazione può mai esserci? – aggiunse.
-   Questo non lo so nemmeno io – rispose il generale – Temo che il Re fosse l’unico ad avere delle risposte – asserì.

La principessa provò una forte delusione nel sentire quelle parole. Il mistero che ruotava attorno a lei si infittiva, e sapere che probabilmente non avrebbe mai avuto delle risposte non la consolava di certo. Nonostante questo, si avvicinò alla porta.
La superficie di pietra non presentava giunture, solo un foro ovale: perfetto per incastonarci la sua gemma.

Con titubanza, Selenis avvicinò il gioiello all’incavatura. Quando fu a pochi centimetri dalla superficie, come se fosse attirato da una calamita invisibile, l’anello si incastrò. La porta fu percorsa da una serpentina di arabeschi iridescenti e alla fine si aprì. Uno sbuffo di polvere uscì dalla cripta assieme all’odore di umidità e di polvere. Disorientata, Selenis si ritrasse.

-   Stai bene? – le chiese Ignis.
-   Sì – rispose lei abbassando lo sguardo sulla pietra che sembrava essersi acquietata di colpo – penso che mi indicasse proprio il mausoleo – commentò.
-   Entriamo – li esortò Cor, precedendoli all’interno.

La cripta era rischiarata solo dalla luce che entrava dalla porta. I muri erano ornati da statuine appartenenti a dee ormai dimenticate, mentre al centro dell'impolverato pavimento di marmo, c’era una tomba del tutto uguale a quelle che ospitavano i genitori di Selenis.
Tra le mani, la figura di pietra teneva una spada.

-   Per rispondere alla domanda di prima, Altezza – esordì il generale – siamo qui per il potere dei Re, che trasmigra dagli antichi sovrani fino a te, in un connubio di anime – spiegò passando la mano nell’aria sopra la tomba – Qui giace l’anima di un tuo antenato. – sentenziò – Reclamarne il potere è tuo diritto e dovere  in quanto re – concluse l’uomo.
-   Re di cosa? – ribattè a denti stretti Noctis, suscitando lo stupore dei suoi amici.
-   Non è il momento di mettere in dubbio la tua missione – replicò Cor inflessibile – un Re deve proteggere la sua gente –
-   Ma c’è chi ha scelto di salvare solo il suo erede – sbottò il principe – Era questa la sua missione? Sacrificare milioni di vite per risparmiare quella del proprio figlio? – domandò amareggiato.
-   Noctis… - mormorò Selenis affranta.

Capiva bene i suoi sentimenti, ma vedeva la scelta compiuta dallo zio in una maniera completamente diversa.

-   Per quanto hai intenzione di farti proteggere? – ribattè Cor – Il Re ha affidato a te il ruolo di protettore, non il contrario – asserì.
-   Affidato a me? – ripetè Noctis scettico – E non poteva dirmelo lui? Invece di salutarmi sorridendo quando l’ho lasciato! – alzò la voce aggrappandosi al bordo della tomba – Perché.. perché mi ha mentito? – si chiese.

Selenis gli appoggiò delicatamente una mano sul braccio, non sapendo con quali parole consolarlo.

-   Quel giorno non voleva che tu lo ricordassi nel suo ruolo di sovrano – riprese Cor – Quando è stato il momento di separarvi, ha voluto essere tuo padre – asserì, e quelle parole calarono come un macigno sui presenti, sgretolando gli ultimi dubbi del figlio - Ha sempre creduto in te – continuò il generale – Sapeva che al momento opportuno saresti stato all’altezza del tuo popolo –
-   Non mi ha lasciato scelta... – commentò Noctis alzando la testa e distendendo una mano sopra la tomba.

La spada, stretta tra le dita di pietra dell’antico re, reagì all'istante, illuminandosi così tanto da ferire gli occhi. Una proiezione immateriale dell'arma, si alzò nell’aria sovrastando i presenti. Rimase immobile per alcuni secondi, per poi dirigersi contro Noctis, attraversandolo e sparendo nel suo petto.
Un istante più tardi riapparve davanti a lui, prendendo a girargli attorno e rischiarando i volti dei presenti. A Selenis tornò in mente l’unica volta che aveva visto suo zio combattere, la notte che la Lamia li aveva aggrediti. Si ricordava di quelle armi fulgide che si avventavano contro il nemico.


-   Il potere dei Re è con voi, Maestà – sentenziò Cor mentre la spada spariva senza lasciare traccia – ma quello non è l’unico potere che ti è stato lasciato – proseguì il generale – Ci sono altri mausolei che custodiscono altrettante armi. Di alcuni di essi ci è nota la locazione, ma di altri dovrete affidarvi all’anello della principessa – spiegò.
-   Immagino che farà così ogni volta che ci avvicineremo ad uno di essi – disse Selenis accarezzando la pietra.
-   Infatti e vi consiglio di farci molta attenzione – assentì l’uomo.
-   Non ci resta che metterci in marcia – asserì Gladio.
-   Prima avrei bisogno che mi aiutaste – intervenne Cor – Gli Imperiali stanno costruendo una base lungo la strada occidentale di Duscae - spiegò – se dovessero riuscirci perderemmo l’accesso a quei territori e ai relativi mausolei – 
-   Allora sarà meglio andare – commentò Noctis – Non aspetteranno di certo i nostri comodi – aggiunse.
-   No, per l'appunto – assentì il militare.
-   Generale Cor aspettate! – lo bloccò Selenis – Devo sapere una cosa.. - proseguì quando ebbe l’attenzione dell’uomo – In città.. c’era un Kingsglave, un ragazzo di nome Nyx Ulrich. Penso che sia stato coinvolto negli scontri… - disse.

Cor stava aprendo la bocca per risponderle quando un latrato li interruppe.
La ragazza si voltò verso l’entrata. Seduta sulla soglia, la gemella dal pelo candido di Umbra, reclamava la loro attenzione.

-   Pryna! – esclamò Selenis avvicinandosi.

L’animale abbaiò ancora una volta, abbassando la testa. Selenis potè così notare che trasportava qualcosa; un involto saldamente legato alla schiena. La ragazza lo slacciò e aprì il drappo scuro. Il cuore le balzò subito in gola. Avrebbe riconosciuto quell'arma ovunque...
Uno dei Kukri di Nyx brillava alla fioca luce della cripta, assieme ad esso c'era una busta con il suo nome vergato sul frontespizio.

Selenis cercò di aprirla, ma la mano le tremava talmente tanto da non permetterle di riuscirci.


-   Posso? –

La principessa alzò lo sguardo spaesato su Ignis.

-   Sì – mormorò, lasciando che prendesse la lettera.

Il ragazzo la aprì, ritrovandosi in mano un volantino stropicciato. La parte bianca era fittamente scritta con una grafia dettata da una grande fretta. Ignis fece per restituirlo all'amica, ma lei scosse la testa.

-   Non credo... di riuscirci – gli disse con voce spezzata – leggila tu, ti prego – 

Ignis annuì e poi lesse ad alta voce.

Ho poco tempo, ma basterà. Non pensare più alla tua vendetta, me ne sto per occupare io, e smetti di inseguire la prossima. Sei forte Selis, molto più di quanto tu possa immaginare. Usa questa forza per proteggere le persone che ami! Non seguire il mio esempio!
Ti affido il mio Kukri, penso che tu te lo sia meritato. Mi hai dato parecchio filo da torcere l'altra mattina anche se non volevo ammetterlo! L’altro purtroppo è andato perso, ma sono sicuro che anche di uno solo ne saprai fare buon uso. Arriveranno tempi duri, ma tu sei una guerriera, lo so fin dal primo giorno che ti ho conosciuta.

Mi sarebbe piaciuto allenarmi ancora con te.

Vai avanti Chocobo girl!
Nyx.


Le ultime parole della lettera rimbombarono tra le  pareti di roccia della cripta.

-   Vendetta? - domandò confuso Prompto.
-  
Da quello che so, il comandante Drautos in realtà faceva il doppio gioco in favore di Nifelheim – spiegò Cor.
-   Cosa?! – esclamò Noctis allibito.
-   Non sono riuscito ad avere i dettagli, ma pare che fosse lui a celarsi dietro il generale Glauca – disse l’uomo.

Ora aveva tutto terribilmente senso...
L’uomo, oggetto per tanti anni dell’ira di Selenis, altri non era che il comandante che aveva preso il posto dello stesso Revis trucidato anni prima.
I ragazzi guardarono la giovane che, con il capo chino sul petto, stringeva tra le mani l’elsa del suo nuovo pugnale. Le spalle le tremavano vistosamente e sembrava sul punto di scoppiare a piangere, ma quando alzò la testa il suo sguardo era di ghiaccio. La giovane si voltò verso Noctis, avvicinandosi a lui.
Quando gli fu davanti si inchinò, appoggiando un ginocchio a terra e stendendo la mano che teneva il Kukri davanti a sé.


-   Io, Selenis Lucis Caelum, qui, davanti alla tomba di uno degli Antichi, giuro fedeltà al nuovo Re di Insomnia – esordì con voce autorevole – Dichiaro quindi guerra all’Impero di Nifelheim, suo nemico, e mi impegno ad aiutare il legittimo sovrano a riavere il trono che gli spetta di diritto – asserì, per poi alzare lo sguardo su Noctis – Dovesse anche costarmi la vita ti proteggerò, proteggerò tutti voi! – aggiunse con gli occhi che scintillavano di determinazione.

Gladio osservava la ragazza, stupito e orgoglioso. Pensava che la notizia della morte del suo amico l’avesse messa in ginocchio e invece lei si era rialzata più forte di prima, nonostante la sofferenza fosse benl leggibile nei suoi occhi verdi.

-   Ci riprenderemo ciò che è nostro – rispose Noctis con voce ferma.
-   Tuo padre faceva bene ad essere orgoglioso di te – disse Cor alla giovane mentre si alzava.
-   Ho anche io un compito da assolvere – replicò lei accarezzando col pollice l’incisione sul manico del Kukri.

C’era scritto Galad, la città di origine di Nyx. Erano ormai passati diversi anni da quando il ragazzo le aveva raccontato che i suoi due pugnali erano stati fabbricati in due diversi luoghi: Insomnia e Galad. 
 
-   A tal proposito sarà meglio sbrigarsi – concordò Cor uscendo fuori alla luce del sole.
-   Come procediamo? – domandò Ignis.
-   Abbiamo scoperto un accesso secondario alla base – spiegò il generale dirigendosi verso il bivacco dei cacciatori – Datemi la mappa – disse arrestandosi per un momento – L’ingresso è qui – asserì puntando l’indice vicino alla linea di confine – La base copre tutta quest’area – continuò facendo un segno circolare sulla zona – Iniziate a recarvi lì, io vi raggiungo non appena avrò parlato con Monica – concluse restituendo la cartina ai ragazzi.
-   D’accordo – confermò Noctis -  a dopo –

Il gruppo recuperò così la Regalia per dirigersi al confine.
L’ingresso indicatogli da Cor risultò essere uno stretto passaggio tra due pareti di roccia, che facevano da accesso naturale alla struttura di quella che sarebbe stata la futura base Imperiale.

-   Ora non ci resta che aspettare il generale – commentò Prompto – A dirla tutta sono un po’ emozionato a trovarmi di fronte a lui, è praticamente una leggenda! – aggiunse eccitato.
-   È il caso di dire che la sua fama lo precede – commentò Ignis appoggiato alla parete della conca.
-   Ehi –

Selenis voltò la testa smettendo di seguire la conversazione, per trovare gli occhi blu di Noctis a scrutarla.

-   Ehi – rispose mentre lui si sedeva sulla roccia che la ragazza aveva occupato.
-   Mi dispiace per il tuo amico – esordì il principe – mi sarebbe piaciuto conoscerlo – aggiunse alzando gli occhi verso il cielo limpido.
-   Penso che ti sarebbe stato simpatico – replicò Selenis con un sorriso mesto – Ti raccomanda di regnare bene –
-   Mh? – Noctis la guardò senza capire.
-   Lo avevo visto sai? Il primo giorno che l’ho incontrato.. – disse lei con gli occhi velati dal passato – Avevo visto la sua morte.. ma ero piccola, non lo avevo capito e ho finito per dimenticarmene – confessò incrociando le dita delle mani e afferrandosi un ginocchio - Le sue ultime parole, nella mia visione, erano state “Regna bene, giovane Re” –
-   Non so come tu faccia a sopportare così bene questo peso – disse dopo un attimo Noctis, puntando lo sguardo sull’erba ai suoi piedi.
-   L’ho detto anche a Ignis, è solo merito vostro – rispose Selenis – Da sola sarei crollata già da un pezzo e penso che sia lo stesso per te, no? – aggiunse con un sorriso.
-   Già – confermò il principe restituendoglielo.
-   Non riesco ancora a realizzare che Dautros fosse Glauca – mormorò la ragazza tornando seria.
-   Un solo uomo è riuscito a disfarsi di entrambi i fratelli.. – commentò il giovane.
-   Ho desiderato di ucciderlo per tutto questo tempo ed è stato sempre sotto il mio naso a darmi ordini dal posto di mio padre – ringhiò Selenis tra i denti.
-   Adesso non devi più pensarci – replicò Noctis.
-   No.. – concordò la principessa  – Sai? Ho sempre voluto le armi di Nyx, ma non avrei mai pensato che veder esaudito questo mio desiderio mi rendesse così triste – 
-   Dovresti essere orgogliosa del fatto che te lo abbia affidato – ribattè il ragazzo.
-   E tu dovresti essere orgoglioso del fatto che tuo padre ti abbia affidato il compito di salvare tutti noi – commentò la principessa.
-   Touchè – sospirò con un sorriso Noctis.
-   Comunque io non penso di passarci –

I due ragazzi si concentrarono su Gladio che stava studiando la stretta apertura decisamente scettico.

-   Colpa dei tuoi muscoli, dovevi allenarti di meno – replicò Prompto.
-   Per essere pelle e ossa come te? No grazie – ghignò l’Amicitia.
-   Tranquilli, nessuno dei due ci dovrà passare –

Il gruppo si voltò verso Cor appena sopraggiunto.

-   Generale – lo salutò Ignis.
-   Cosa intendi? – chiese Noctis avvicinandosi a lui assieme alla cugina.
-   Che io e te ci infiltreremo passando di qui – rispose Cor – mentre gli altri dovranno creare un diversivo passando dall’ingresso principale, così facendo li prenderemo tra due fuochi  - spiegò.
-   Mi sembra un buon piano – concordò Selenis.

Noctis la guardò per un istante, poi sospirò.

-   D’accordo allora, fate attenzione – si raccomandò seguendo Cor.
-   Sì, e tu fagli vedere i sorci verdi! – replicò Gladio.
-   Ci vediamo dall’altra parte! – lo salutò Prompto.

Il principe ben presto sparì nella sottile apertura e i quattro ragazzi rimasero soli.

-   È il caso anche per noi di muoverci – disse Ignis.
-   Andiamo – assentì Gladio.

Il gruppo aggirò la neo base, che per ora non era nient’altro che un gruppo di edifici fatiscenti.

-   Non riesco a vedere quanti nemici ci sono –

Gladio tornò ad inginocchiarsi in mezzo ai suoi amici dopo aver dato un’occhiata oltre il riparo dietro al quale si erano rifugiati.

-   Potrei usare quel palo – rimuginò Selenis indicando un traliccio dell’alta tensione poco distante da lì – Se mi proietto posso avere una visione più chiara dei nemici senza che loro vedano me –
-   Sei sicura? – domandò Ignis valutando – E' una distanza considerevole – aggiunse.
-   Sicurissima, ora non ho più problemi – rispose lei afferrando saldamente il Kukri.
-   Allora ci affidiamo a te – assentì Gladio.
-   Buona fortuna! – le augurò Prompto.

La principessa sorrise ai suoi amici, poi cambiò riparo per avvicinarsi ulteriormente al suo bersaglio.
Quando fu nel punto giusto si alzò in piedi, prese la mira e tirato indietro il braccio, lanciò l’arma. Il pugnale fendette l’aria con un sibilo, diretto alla parte più alta del traliccio. Un secondo dopo, Selenis si ritrovò sospesa ad un ventina di metri da terra, aggrappata saldamente al Kukri.
Una volta posizionatasi sulla struttura di metallo guardò in basso.
La strada si interrompeva bruscamente contro la spessa porta di metallo che chiudeva i confini delle due regioni. Davanti ad essa, una decina di Imperiali passeggiavano avanti e indietro. Quando fu sicura che non ce ne fossero altri, Selenis si proiettò nuovamente a terra e raggiunse i suoi amici.

-   Wow Selis! – esordì Prompto quando si unì a loro – Sei stata grande! – esultò.
-   Com’è la situazione? – le chiese Gladio.
-   Ci sono una decina di soldati Magitek della fanteria leggera a fare la guardia – rispose – per fortuna niente cecchini – aggiunse.
-   Bene questo cambia tutto – commentò Ignis da dietro il riflesso dei suoi occhiali.
-   Come pensi di procedere allora? – domandò Prompto.
-   Attacchiamo – rispose semplicemente il ragazzo.
-   Tutto qui? –
-   Mi piace! – replicò invece Gladio.
-   Il nostro unico compito è fare da diversivo – spiegò Ignis – non serve andarci cauti, e comunque non con un numero così esiguo di nemici –
-   Le classiche botte da orbi – sorrise Selenis alzandosi.
-   Ehi! Non cercare di farli fuori tutti tu! – la ammonì Gladio andandole dietro.
-   No ma fate pure voi due... – disse Prompto mentre la prima sventagliata di colpi di arma da fuoco veniva indirizzata loro contro.
-   Non è colpa mia se tu non puoi proiettarti – replicò Selenis alzando sollevando una mano.

La barriera che ne scaturì e che avvolse il gruppo, rintoccò dei proiettili che le rimbalzarono contro.

-   Voi Lucis e la vostra magia... – borbottò Gladio lanciandosi assieme ad Ignis contro il nemico che si faceva loro incontro.
-   Tutta invidia! – rise la principessa, inserendosi nello scontro assieme a Prompto.

Nel giro di un quarto d’ora la zona antistante la porta era stata ripulita. I cadaveri fumanti dei nemici formavano un tappeto chiazzato sull’asfalto rovente della tangenziale.

-   Parapapa papparà! – canticchiò Prompto.
-   Sembra che tu ti stia divertendo – commentò Gladio facendosi scrocchiare il collo.
-   Sei migliorato molto, vero Iggy? – si complimentò Selenis, aprendo e chiudendo una mano per sciogliere i muscoli contratti.
-   Sì, una volta tanto devo ammettere che è così – assentì il ragazzo.
-   Cosa intendi per una volta tanto!? – saltò su Prompto.

Le sue proteste vennero interrotte dall’aprirsi della porta sul confine. Dietro di essa apparvero Noctis e Cor.

-   Avete avuto problemi? – domandò loro il principe.
-   No, tutto liscio come l’olio! – rispose Gladio – Gli Imperiali non riuscivano a toglierci gli occhi di dosso – aggiunse con un ghigno.
-   Grazie per l’azione diversiva – disse Cor.
-   Fermi dove siete! –

Il gruppo di amici si voltò per vedere in arrivo una delle solite aereonavi che trasportavano la fanteria magitek.

-   Cosa c’è adesso? – piagnucolò Prompto.
-   Guarda guarda – proseguì la voce all’alto parlante – Cor l’immortale! A quanto pare sei uscito tutto intero da palazzo – commentò con scherno – ma non sopravvivrai a quello che ho in serbo per te. È ora che la tua leggenda volga al termine! – sentenziò.
-   Ma questo chi diamine è? – sospirò Selenis mentre davanti a loro la nave apriva il portellone per far apparire un blindato.
-   Chiunque sia è ben attrezzato – commentò Gladio facendo riapparire la sua spada.
-   Loqi – replicò Cor, katana alla mano – Uno dei generali sotto il comando Imperiale – spiegò mentre la macchina atterrava davanti a loro scuotendo il suolo.
-   Noct – reclamò l’attenzione del principe l’Amicitia – mentre noi lo distraiamo tu lancia una magia di tuono, dovrebbe bastare per metterlo fuori gioco il tempo necessario per farlo crollare – disse.
-   Non penso che sarà così semplice – ribattè Cor osservando il blindato avanzare a passi pesanti.
-   Tentar non nuoce.. - commentò Selenis – Ma perché si è fermato? – domandò guardando confusa il mezzo.

La macchina si era arrestata ad una decina di metri da loro, apparentemente senza motivo, finchè alle sue spalle non comparve uno scompartimento metallico che aprendosi, mostrò una fila ordinata di razzi.

-   Oh dai, dimmi che stai scherzando!!! – gridò Prompto proprio mentre i missili venivano lanciati.
-   Restate uniti! – urlò Selenis portando entrambe le mani in avanti ed evocando una barriera.

L’impatto e la deflagrazione furono pesantissimi. La principessa si ritrovò in ginocchio nel tentativo di reggere l’esplosione.

-   State bene? – domandò madida di sudore quando l'attacco terminò.
-   Sì, tu?  - replicò Ignis.
-   Un po’ a corto di energie, ho bisogno di qualche istante per riprendermi – rispose lei.
-   Vostra altezza, restate con Sua grazia e tenetevi pronto – disse Cor rivolgendosi a Noctis.
-   Cosa intendi fare? – chiese il principe.
-   Lo capirete – rispose sibillino il generale – Voi altri con me, ho bisogno che distraiate Loqi – disse poi rivolgendosi a Gladio, Ignis e Prompto.
-   Conti su di noi signore – replicò il ragazzo biondo con orgoglio.
-   Che diavolo avrà in mente? – mormorò Selenis cercando di riprendere fiato mentre il gruppo partiva all’assalto.
-   Non ne ho la minima idea – rispose Noctis.

C’era da dire che per quanto pericoloso e potente potesse essere il blindato, i suoi movimenti erano limitati e decisamente lenti. Faticava chiaramente a stare dietro ai colpi precisi di Ignis, a quelli potenti di Gladio e alle raffiche di proiettili di Prompto.
Cor, nel frattempo, si era portato alle spalle della macchina. Sembrò studiare per un momento la situazione e poi, estratta la sua katana, diede un unico fendente apparentemente nel vuoto. Dopo qualche istante però, un liquido nero iniziò a colare abbondantemente per terra, allargandosi a macchia d’olio sulla strada.
Un pungente odore di carburante colpì le narici dei due principi rimasti indietro.


-   Ho capito! – esclamò Noctis armandosi di un’ampolla magica.

Imprigionate dentro di essa, una miriade di fiamme si scatenavano.

-   Via di lì! – urlò Selenis.

I ragazzi intuirono subito il pericolo e retrocedettero.

-   È inutile che fuggiate! – rise Loqi all’interno del mezzo.
-   Sua Altezza, ora!- gridò Cor.

Noctis prese per bene la mira e lanciò il contenitore di cristallo. Quello descrisse un ampio cerchio in aria per poi spaccarsi al suolo, esattamente nel punto in cui iniziava la macchia di benzina.
L’esplosione fu immensa e il calore che ne scaturì costrinse gli amici a ripararsi come meglio potevano. Qualche istante dopo, quando il fumo si fu leggermente diradato, la carcassa divelta del blindato faceva bella mostra di sé ormai inerme in mezzo al cherosene in fiamme. L’abitacolo era aperto, ma del suo occupante non c’erano tracce.

-   Siamo stati grandi! – esclamò Prompto su di giri come al solito.
-   Notevole – concordò Cor – Ora che vi ho visti combattere non ho più motivo di preoccuparmi – disse – tornerò a tenere d’occhio gli Imperiali. Fino al nostro prossimo incontro abbiate cura di voi – aggiunse voltandosi verso la macchina che era appena sopraggiunta guidata da Monica.
-   Anche tu – rispose Noctis guardandolo salite sul mezzo.
-   Ok, ora che si fa? – chiese Selenis stiracchiandosi.
-   Sarebbe meglio accamparci, tra poco farà buio – disse Ignis – Vado a recuperare la Regalia – aggiunse.
-   Ok – concordò Noctis sbadigliando.

Cinque minuti dopo, il ragazzo ritornò con la loro auto. Gli ultimi raggi della sera filtravano tra i muri cadenti dell’ex nuova base Imperiale, illuminando i resti carbonizzati del blindato e specchiandosi sulla carrozzeria lucente della Regalia.

-   Non è poi così male se ci si abitua – commentò Gladio mentre procedevano a passo d’uomo a fianco dell’auto.
-   Però abbiamo un sacco di cosa da scoprire ancora – replicò Prompto.
-   E un sacco di cose da fare – aggiunse Ignis al posto di guida.
-   Però direi che si siamo meritati un po’ di riposo per oggi – disse Selenis seduta sulla fiancata all’esterno dell’auto.
-   Pensavo ad una cosa.. – proseguì Prompto – se Pryna è ancora in circolazione potrebbe voler dire che anche Lunafreya.. – osservò lasciando la frase in sospeso.
-   Può essere – rispose Noctis – ma dobbiamo avere informazioni più certe – aggiunse.
-   Pryna e Umbra si sono sempre divisi il compito di portarci le lettere di Luna – raccontò Selenis osservando l’asfalto procedere lento sotto di lei – Pryna per me e Umbra per Noct –
-   Sembra un vita fa – sospirò il principe.
-   Già – concordò lei – Domani direzione Lestallum quindi? – s’informò.
-   Direi proprio di sì – rispose Ignis.

Il loro viaggio era appena all’inizio.



Campeggio dell'autrice:

Buon torrido venerdì a tutti!

Nonostante il caldo da "sono entrati in camera mia due Hobbit e ci hanno buttato l'anello" sono riuscita a finire il capitolo!
Ma guarda un pò chi è arrivato! Cor, il nostro soldato tutto d'un pezzo, che sparisce nel giro di due missioni per non riapparire praticamente mai più! Va bene che c'è stato Episode Gladio, però mi sembra proprio poco sfruttato...
Il nostro generale comunque porta ben due novità: le armi ancestrali di Noctis e l'anello chiave di Selenis. Quest'ultima informazione apre altri quesiti sulle origini del gioiello... che però ancora non hanno trovato risposte (siate fiduciosi arriveranno). Per la ragazza questa scoperta è stata fonte di turbamento, e lo è stata ancora di più la lettera di Nyx.
Forse ho un pò forzato gli eventi inserendo questa parte, ma volevo riservargli ancora un piccolo spazio. Senza contare che mi sembrava giusto far sapere di Drautos, visto che secondo me è una di quelle cose che fanno parte dei buchi di trama ^^" Della serie Nyx si è immolato e nessuno lo sa ^^"
Nonostante questo, Selenis è ancora più agguerrita di prima, anche se, prima o poi, avrà anche lei il suo momento di cedimento... ma ne riparleremo più avanti!
I ragazzi sono adesso diretti a Lestallum, ma quali peripezie troveranno prima di raggiungerla?
Un ringraziamento sentito ai Lettori, alle mie recensiste e a coloro che mi hanno messa tra le fic seguite e preferite!

Baci,
Marta
  
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