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Autore: Selva oscura    04/08/2017    2 recensioni
Tratto dalla fan fiction Il Fato Bussa a Natale.
Lui principe ereditario del regno di Zagar. Lei Avvocato di difesa e Pubblico Ministero.
Due persone profondamente diverse, due caratteri forti e determinati... Però quando il destino decide di giocare le sue carte, li travolge in un evento inaspettato e atteso a lungo da entrambi: L'arrivo di un figlio!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2
Incontrarsi a metà strada


Kagome salì lentamente i gradini. 
" Ma chi si credeva di essere? D'accordo era un principe ereditario, ma non aveva diritto di prendere decisioni per lei. Più che offrirle una soluzione... lui le aveva imposto di rimanere con lui addirittura a sposarlo non ci pensava proprio!" pensava stringendo a se le ginocchia scivolando lentamente sul pianerottolo.
I pensieri della ragazza erano più o meno gli stessi mentre la rabbia lasciava posto all'assoluta amarezza.Entrando in casa il suo sguardo vagò tristemente come volesse imprimersi nella memoria ogni minimo dettaglio del appartamento, aveva in mente appena nato il bambino di comprare una casa indipendente con giardino dove il piccolo poteva giocare senza alcun pericolo e anche un pochino più grande dei 55 mq in cui viveva al momento.
Sospirò mandando al diavolo mentalmente i suoi problemi finanziari e l'incontro con l'arrogante pricipe. La prima cosa che avrebbe fatto l'indomani era contattare un agenzia immobiliare.


<< Trovatela immediatamente! Quella donna ha bisogno di protezione! Brutto imbecille è per questo che vi pago, non m'interessa se si è volatilizzata senza lasciare tracce! E' il vostro mestiere trovatela prima che la stampa la rintracci. >> urlava il giovane principe stringendo convulsamente il telefono.
Il giovane tornò a concentrarsi sulla figura mascolina, che in quei anni era stato vicino a lui come un fratello.
 Miroku lo conosceva meglio dei suoi genitori ed era ben consapevole dello stato d'animo di Inuyasha, in tutta quella faccenda imprevista lui aveva visto semplicemente una povera ragazza impaurita come un coniglietto e che si era trovata a suo malgrado in una situazione più grande di lei. E come al solito il principe Inuyasha aveva ignorato volutamente il suo self control ed era stato brusco e precipitoso, però se fosse riuscito ad avere controllo sulle sue emozioni ed avrebbe affrontato la questione in un modo alternativo la fanciulla non sarebbe scappata a gambe levate. 
<< Inuyasha. >> lo chiamò cauto.
<< Miroku ti avviso scegli con cura le parole che stai per usare, in questo momento ho difficolta a trattenere la collera. >>  gli disse fissandolo ancora furioso e incredulo che una semplice femmina aveva sconvolto il suo mondo vuoto.
<< So dove si trova la ragazza. Ho semplicemente chiamato la clinica e mi hanno passato una certa Sango. >> dichiarò sospirando, lo sguardo attento che gli rivolse l'amico valeva più di cento parole. << A quanto pare c'è stata una fuga di notizie e i giornalsti sono già lì. >>
<< Vai a prendere la ragazza. >> ordinò il moro estraendo il cellullare dalla tasca.


Circondato dalle guardie del corpo, Miroku bussò energicamente alla porta del quarto piano.
<< Non occorreva che si presentasse qui di persona Altezza. Avremmo potuto portare la ragazza da lei. >> rivolgendosi ad una guardia vagamente somigliante a Inuyasha.
<< Ma come diamine lo hai capito? >> borbottò il giovane << Non volevo aspettare così tanto. Procedi. >> bloccando ogni eventuale protesta con un gesto imperioso.
 Nelle ultime ore aveva scoperto di essere ancora in grado di provare emozioni profonde: gioia, rabbia verso quella ragazza orgogliosa e testarda,  nessuna donna aveva avuto l'ardire di rifiutare una sua richiesta, ma sopratutto era adirato verso se stesso per non aver saputo gestire una situazione tanto delicata. Da quando la vista di un bel corpo femminile lo aveva spinto ad abbassare la guardia? E come poteva immaginare l'arrivo di un figlio? Doveva prevedere che lei avrebbe respinto la sua semi proposta.
<< Lo so che si trova lì dentro. Aprite quella dannata porta! >> ringhiò guadagnandosi uno sguardo di rimprovero da parte del amico.
Ma, prima che le guardie potessero agire, la porta si aprì e lei apparve sulla soglia. Inuyasha non era intenzionato a rivelare la sua identità ben nascosta e la studiò di sottecchi, rimase immobile, e quando incrociò il suo sguardo ne rimase imprigionato.


Lei indossava una maglietta rosa più grande della sua taglia con un orso polare stampato sul davanti. I capelli corvini sciolti sulle spalle ed era a piedi nudi. " Evidentemente era a letto " considerò lui osservando l'aspetto giovane e ingenuo che ella presentava davanti agli occhi di tutti loro.
<< Signor Miroku, ma... ma cosa ci fa Lei qui? >>  chiese con voce tremula e da bambina.
<< Ci scusi l'inaspettata visita Signorina Higurashi. Sono qui per ordine di sua Altezza Inuyasha. Ho ricevuto disposizioni per il suo trasferimento. >> rispose con sicurezza, che non provava affatto quella giovane gli faceva riaffiorare il suo istinto di protezione.
<< Cosaaaa! No! Io non vado proprio da nessuna parte. >> reagì inalberandosi << Riferisca al Suo Principe che io non mi muovo di qui. >>
<< Signorina è per la sua sicurezza. >> cercò di spiegare l'uomo era visibilmente ammirato per la forza d'animo che la giovane stava dimostrando. Glielo leggeva in quei occhi marroni quasi neri. << Una folla di giornalisti sta venendo qui. E solo i Kami sanno quanto possano essere invadenti e opportunisti. Non sappiamo come, ma sono riusciti a scoprire lo scambio delle provette e il nome del donatore e ovviamente il suo. La prego cerchi di non complicare più del dovuto la situazione. >> spiegò dolcemente Miroku per alleggerire la situazione.
All'improvviso uno stridio di gomme e un assordante rumore di passi squarciò il silenzio in cui era caduta.
<< Accomodatevi in casa Signor Miroku. Sono convinta che esista una soluzione alternativa. >> disse scostandosi dalla porta permertendo al giovane di entrare assieme al suo seguito.
<< Ti prego diamoci del tu, odio le formalità se non sono necessarie. In fondo credo che sappia la situazione altrimenti non sarebbe venuto. >> prese parola Kagome dopo aver visto il ragazzo osservare la sua mobilia. << Temo però di non aver nulla da offrire, non aspettavo visite. >> continuò andandosi a sedere sul divano e aspettò pazientemente che il suo ospite la imitasse.
<< Kagome come le dicevo poc'anzi c'è stata una fuga di notizie dalla clinica, e i giornalisti più avidi e spietati sentendo odore di scoop ci si sono fiondanti come avvoltoi. Il nostro principe è stato messo al corrente di ciò e ci ha impartito l'ordine di proteggerla. Ovviamente ci ha dato anche disposizioni per portarla in un luogo sicuro e... >>
<< Come si permette! >> inveì la ragazza battendo entrambe le mani sul tavolino di legno.
<< Io ho la mia vita qui! Ho il mio studio legale e quello di cui mi occupo è molto importante. Ripeto non voglio assolutamente andare in nessun posto! >> dichiarò sentendosi montare una grande rabbia. << A me non interessa che lui sia un principe o un presidente, nessun uomo ha il diritto di decidere della vita altrui. >> 
<< Si calmi Kagome! Lei non sta considerando molte cose ti consiglio di ragionarci sopra all'intera faccenda. E' ammirevole che lei si sta battendo per la sua indipendenza, ma come si comporterebbe se in un futuro non lontano inizieranno a chiamare vostro figlio: principe bastardo? Come vivrebbe la sua vita avendo sempre e costantemente la stampa addosso, glielo spiego in parole povere in modo che può considerare anche il punto di vista del principe e può riconsiderare le sue opposizioni. >> rispose accavallando le gambe con eleganza guardando il viso della ragazza impallidire di fronte alla prospettiva. 
<< Il principe le ha fatto quella proposta assurda proprio perchè aveva previsto che la stampa ne sarebbe venuta a conoscenza. E' un uomo potente e molto in vista nel mondo degli affari e la stampa non sempre è stata generosa con lui perfino la sua vita privata è stata resa pubblica. Lui è molto diverso dall'immagine di despota che la sua mente si è creata. Inoltre la sua gravidanza ha anche un importante rilievo nel nostro regno, lei porta in grembo il nostro futuro re o regina. Consideriamo anche il valore affettivo del neonato avrebbe una famiglia: un padre, una madre, dei nonni e degli zii che lo proteggerebbero. Avrebbe una istruzione che un bambino normale non può permettersi perchè ha i genitori poveri e vivono di stenti. Kagome ci pensi seriamante. Davvero vuole privare suo figlio quello che gli appartiene di diritto? E se un giorno... anzi sicuramente scoprirà chi è suo padre, non crede che l'accuserà di avergli tenuto tutto nascosto e di averlo privato di tutto ciò? Non voglio spaventarla le sto dicendo alcune eventualità. >> concluse il ragazzo con veemenza alzandosi dal divano.
<< Tutto questo per un banalissimo errore. >> sussurrò prossima alle lacrime non si era mai soffermata su tutto quello che aveva appena ascoltato. In parte doveva dare ragione al ragazzo, ma dall'altra parte lei non voleva assolutamente sposarsi con un estraneo per pura e semplice convenienza. La stanza prese a girarle intorno vorticosamente e un senso di nausea e paura presero possesso del suo corpo facendola sprofondare nell'oblio.


<< Inuyasha! Fermati per carità! Non puoi portarla via senza il suo consenso! >> gridò Miroku correndo dietro al giovane che con ampie falcate stava raggiugendo la porta portando la ragazza svenuta tra le braccia.
<< Non ti darà mai ascolto! E' una testarda! Hai visto il suo sguardo battagliero. >> affermò spazientito arrestando la sua corsa, Lei si stava riprendendo. La posò delicatamente su una sedia della minuscola cucina e tornò ad impersonare la guardia.
<< Cosa mi è successo? >> chiese la ragazza aprendo gli occhi.
<< Siete svenuta Kagome. >> rispose Miroku prendendole la mano.
<< Vorrei chiamare la mia amica Sango, per favore mi lasci da sola per un po. >> si alzò dalla sedia e si diresse nella sua camera.

   
 
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