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Autore: Avery Silver    04/08/2017    4 recensioni
ATTENZIONE: VARI SPOILER DELLA SECONDA STAGIONE
Thomas ha voluto regalarci un pezzetto di anteprima di un episodio della seconda stagione: Troublemaker.
In questo episodio Jagged Stone è al Bakery per fare pubblicità a Marinette e accidentalmente mentre cercava una stanza si è ritrovato nella sua camera, sommersa da foto su foto su altre foto di Adrien ovviamente, la troupe lo segue e Adrien che stava seguendo la live vede tutto. Questa storia si basa sull'ipotetico seguito, spero vi piacerà.
AVVISO CHE GLI AGGIORNAMENTI VARIANO A SECONDA DELLE RECENSIONI, PIÙ L'ULTIMO CAPITOLO È APPREZZATO E PIÙ VELOCEMENTE NE PORTERÒ UN ALTRO.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Finalmente anche le lezioni pomeridiane finirono, non era necessario specificare che avevo passato tutte quelle ore a pensare a cosa dire ad Adrien.
Mi ero fatta perfino una scaletta ma Alya mi aveva subito sequestrato il foglio, sussurrandomi che non ne avrei avuto bisogno.

Lo speravo davvero.

Ma in fondo l'incontro con Tam e Alex, la reazione generalmente positiva della classe e il fatto che Chloè mi aveva lasciata stare per tutto il resto della giornata consegnandomi pure l'invito alla sua festa di benvenuto senza dire una parola, mi avevano messo di buon umore.

Rimasi bloccata in classe un po' più del dovuto a causa della professoressa, essendo la rappresentante di classe mi diede l'incarico di aiutare i nuovi arrivati ad ambientarsi, il che sicuramente non sarebbe stato un problema. Appena mi liberò corsi verso l'uscita della scuola, trovando Adrien seduto sugli scalini ad aspettarmi.

« Mi dispiace per il ritardo, la professoressa mi ha trattenuta. » tentai di scusarmi e riprendere fiato allo stesso tempo.

« Tranquilla non fa niente, nel mentre ho pensato ad un posto dove potremmo parlare. » mi sorrise forse per mettermi più a mio agio, il problema era che ogni volta che lo faceva gli occhi diventavano, se possibile, ancora più belli e non riuscivo ad elaborare pensieri coerenti.

Visto che non dissi nulla lui iniziò a scendere le scale, fu solo quando arrivò a metà scalinata che riuscii a riprendermi ed affrettarmi a seguirlo.

« Al… parco? » azzardai e per la fretta incespicai sui miei stessi piedi rischiando di cadere. 
Adrien fece cenno di no con la testa e mi porse la mano per aiutarmi a scendere gli ultimi scalini.

Arrossii ma accettai l'aiuto riuscendo a superare l'ostacolo, il suo tocco era particolare, forte e delicato allo stesso tempo e le sue mani erano molto più grandi delle mie.

Era un tocco familiare. 

Sperai ardentemente che non avesse notato il brivido che mi aveva attraversata e lo seguii in silenzio verso la fermata dell'autobus.

« In un posto molto più bello. » mi svelò con un sorriso complice risvegliando in me una sana curiosità.
Oltrepassammo un po' di fermate e fu quando ci toccò fare un pezzo a piedi che cominciai ad intuire dove mi stesse portando.

Eravamo lungo la riva della Senna, in un punto dove il livello del terreno si abbassava permettendo di camminare tranquillamente sul bagnasciuga cosa che, normalmente, non si poteva fare. In giro c'erano solo ville quindi doveva essere un quartiere molto ricco e quando seguii il corso del fiume con lo sguardo mi accorsi che spariva in mezzo alla vegetazione, intuii che più avanti ci fosse un parco e se alzavo lo sguardo potevo vedere la Tour Eiffel da lontano.

« Wow… » sussurrai scendendo i gradini che portavano alla piccola spiaggia.
« Allora avevo ragione? » mi chiese sorridendo alla mia espressione sorpresa.

Non avevamo fiatato per tutto il tragitto ma, anche se io mi sentivo in imbarazzo, a lui quel silenzio non sembrò pesare.

« S-Sì, è stupendo! » riuscii a rispondere sedendomi di fianco a lui su un grande masso piatto.
« Come… hai trovato questo posto? » chiesi sinceramente incuriosita.

« Oh non l'ho trovato io, ho fatto un servizio fotografico qui… qualche tempo fa. » mi guardò di sottecchi quando lo disse, il tono sommesso. Non potei far altro che arrossire e distogliere lo sguardo, capendo a cosa alludeva.

« Adrien io… » iniziai, la voce tremante e il respiro che iniziava a farsi irregolare dall'emozione.
Pregai di non scoppiare a piangere ma lui per fortuna mi interruppe gentilmente, capendo che avevo bisogno di tranquillizzarmi forse.

« È dura a volte sai, mio padre pretende tanto da me indipendente se sto male o altro. Ma non sono i servizi o le altre cose che mi programma ad essere pesanti, ma soprattutto il comportamento che mi costringe ad avere per essere il figlio perfetto. » 
Mentre parlava però la sua espressione era serena, come se stesse scrivendo sul suo diario, raccolse alcuni sassolini da terra facendoli tintinnare tra le mani.

Non riuscivo a capire però, perché ne stesse parlando proprio adesso.
« È una maschera che molte volte mi soffoca, non importa se sono tra amici o conoscenti. Devo mantenere sempre una certa facciata perché potrebbe ricadere sulla reputazione di mio padre. » iniziò a tirare distrattamente i sassolini sulla superficie dell'acqua facendoli rimbalzare a volte.

« È sempre stato così ma quando mia madre sparì la situazione peggiorò. Anche quando piangevo, in camera mia lui non mi lasciava tregua e mi costringeva a sorridere. Ormai mi sono abituato ma così facendo ho chiuso a chiave tanti aspetti del mio carattere alla gente. » 

Avevo paura ad aprire bocca perché più lo ascoltavo, più lui si confidava e più io sentivo quello che aveva provato lui. Le lacrime premevano per uscire ormai.

« Mi dispiace… mi dispiace sul serio Adrien, non credevo che ti sentissi in questo modo. » cercai di non piangere, ci provai sul serio ma comunque un paio di lacrime sfuggirono al mio controllo, solcandomi le guance.

Lui sembrò sorpreso, poi mi fece un sorriso incerto allungando la mano per asciugarmi le lacrime.
« Hey va tutto bene, nessuno lo sa. Nemmeno Nino o mio padre probabilmente. » mi accarezzò dolcemente la guancia, catturando la lacrima con il pollice.

Non riuscivo a respirare, ero totalmente divisa tra la sensazione della sua mano e tra quello che mi aveva appena raccontato.
« P- Perché l'hai raccontato proprio a me? » gli chiesi senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.

« Perché così tu puoi capire che tipo di persona hai davanti, per farti capire se ti piace la maschera di mio padre o me. » 
Persi un battito e riuscii finalmente ad incontrare i suoi occhi, la mia bocca socchiusa la sorpresa, ma non ebbi il coraggio né un motivo per ribattere.

Fu lui questa volta a distogliere lo sguardo, raccolse altri sassolini rigirandoseli fra le mani.
« Quella maschera non mi è mai piaciuta. » dissi infine richiamando la sua attenzione, fece per dire qualcosa ma lo fermai subito.

« Vuoi sapere cosa penso? » gli chiesi, lui chiuse la bocca e dopo un attimo annuì.

« Penso che mi piaccia quel ragazzo che mi ha rincorsa per chiarire che stava cercando di togliere la gomma dalla mia sedia, che mi ha confidato che quella era la prima volta che andava scuola e che mi ha dato il suo ombrello per tornare a casa… il ragazzo di cui ho sentito di potermi fidare. E non trovo nulla di più stupendo di qualcuno che, pur avendo perso tutto, continua ad avere un cuore buono. » lo dissi tutto d'un fiato, senza nemmeno pensarci perché sapevo che se lo avessi fatto non avrei mai più avuto il coraggio di dirglielo.

« E sì, mi piace il tuo sorriso, il tuo atteggiamento, il tuo stile ma non è per questo che mi sono innamorata. » a questo punto non riuscivo più a guardarlo, chiusi gli occhi sentendo le guance andare in fiamme e abbassai la testa. Volevo fermarmi ma ormai le parole volevano uscire e mi travolgevano come un fiume in piena, impedendomi di fermarle.

« Sì, mi piace il modo in cui mi rallegri con la tua sola presenza.
E sì, sei veramente bellissimo, in ogni modo possibile. Ma non è nemmeno per questo che mi sono innamorata… » mi fermai un attimo per respirare e cercare di calmare il mio cuore che batteva furiosamente. Temevo che lui potesse sentirlo, quel battito furioso.

« La ragione per cui mi sono innamorata sei tu, l'essere te e semplicemente te. » finii trovando il coraggio per posargli una mano sul petto, all'altezza del cuore.

Angolo manicomio:

Quanto posso essere cattiva a finire il capitolo qui? ( ͡° ͜ʖ ͡°)
BUAHHAHAHAHAHXOHWNDJWAJEIJD ok la smetto :3 
Vorrei anche specificare che il servizio fotografico alla Senna Adrien lo ha fatto veramente, ho visto una foto con lui lungo il fiume nell'ufficio di Gabriel nel episodio di Simon Dice. 
Spero vi sia piaciuto e giuro che sto provando con tutta me stessa a non fare i personaggi troppo OOC ma non so quanto ci sto riuscendo, oh nice ¯\_(ツ)_/¯
Coooome al solito, commentate cosa ne pensate, se devo andare avanti, se ho fatto errori, se sono troppo malefica e cose così :D
Vorrei poi ringraziare fairytales lover, AleeKiki, BellaDawson99, Silver4Ever e _purcit_ per il supporto.
You're the BEST ☜(⌒▽⌒)☞

Bacioni e al prossimo aggiornamento ( ˘ ³˘)♥ 

Avery💎
  
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