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Autore: leti_0907    04/08/2017    3 recensioni
-No, My lady. Non c'è più niente che tu possa fare- con quella frase la gelò completamente. Non poteva averlo detto veramente.
-Mi stai dicendo che preferisci morire?- gli urlò in faccia. -Mi vuoi abbandonare, è così?-
-Affatto, fosse per me non ti lascerei mai- la rassicurò. Ci mancherebbe altro. -Ma è il destino, Ladybug-
-Il destino si può mutare, poiché è solo una conseguenza inevitabile delle nostre scelte. Tu puoi ancora vivere, Chat Noir, se solo lo volessi-
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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P.s.: consiglio di ascoltare la canzone "A Thousands Years" di Christina Perri. L'ho trovata particolarmente adatta a questo capitolo. Buona lettura❤




Trattene le lacrime. Asciugò la due scie bagnate che le attraversavano le guance paffute che da un mese erano insolitamente pallide. Aveva l'aria di una perenne malata, e Tikki era molto preoccupata: Marinette non sorrideva più come un tempo ed aveva perso la sua goffaggine. Sembrava una donna adulta, sebbene avesse solo diciotto anni, ma anche se era in dolce attesa, non sembrava davvero felice del nuovo e futuro arrivo.

Erano passati due mesi dalla morte del suo più caro amico, il suo amante, il suo compagno di avventure, nonché di scuola, Adrien. Il suo Chat Noir se n'era andato, e la giovane si illudeva ancora che potesse tornare da lei, ma il funerale che si sarebbe svolto quello stesso pomeriggio rendeva ancora più reale la vita: Adrien era morto per salvare la sua vita, la loro vita, e mai avrebbe visto il bambino nascere.


Strinse le mani sul suo grembo e riprese a piangere come se volesse annegare tra le sue stesse lacrime. "Amore mio, sono passati due mesi dalla tua scomparsa e già vorrei raggiungerti in cielo per stare con te. Ma non posso lasciar morire con me il frutto del nostro amore"

Era la promessa che aveva fatto al suo amato poco prima di morire e, sebbene quella piccola vita che cresceva in lei mese dopo mese le ricordava il suo gattino, andava avanti solo e soltanto per il piccolo o la piccola.

Plagg raggiunse Tikki che, intristita, osservava Marinette. Il Kwami stava davvero male, il suo Possessore era morto ed anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, si era affezionato a quel ragazzino che aveva un carattere così diverso dal suo. Si avvicinò alla Kwami sua coetanea e le diede un lieve bacio sulla guancia, ottenendo un sorriso di gratitudine che lo riempì d'orgoglio.

In Tikki aveva ritrovato cosa significava avere qualcuno accanto nella vita, ed in soli due mesi trascorsi insieme aveva capito che la piccola coccinella non era solo una amica, ma tutto ciò che aveva sempre desiderato. Facevano coppia fissa da pochi giorni, eppure per loro sembrava passata un' eternità.

Ma in fondo al suo animo, la piccola amica di Marinette si sentiva in colpa per la sua protetta. Lei aveva trovato l'amore vero in quei due mesi, mentre lei soffriva e passava la notte a disperarsi, e continuava ad averlo al suo fianco. Rifletteva su quanto risultasse ingiusto essere felice per aver trovato Plagg in quel periodo così difficile per Marinette perciò le stava sempre accanto a confortarla, sebbene ormai sembrava un traguardo impossibile farla tornare serena.

Perché era questo il motivo dei suoi numerosi sfoghi: si sentiva in colpa. In colpa perché lei doveva stare attenta più del solito, ma si era distratta e Adrien aveva pagato con la sua vita il suo sbaglio, e questo non se lo perdonava.

Si asciugò nuovamente le guance e finì di truccarsi con l'obiettivo di far scomparire le due zone viola che si estendevano sovrane sotto gli occhi blu mare, le stesse iridi che più volte Adrien le aveva detto di adorare.

Scosse la testa ed applicò sulla palpebra un filo di eye-liner per poi passare lo scovolino impregnato di mascara sulle sue lunghe ciglia. Voleva rendersi davvero bella per dare il suo ultimo saluto al suo Chat Noir, anche se probabilmente sarebbe scoppiata a piangere al momento del discorso.

Poichè solo Gabriel Agreste, il padre di Adrien, avrebbe tenuto il discorso di addio, lo stilista aveva più volte insistito che Marinette avrebbe dovuto fare lo stesso. Tutti in città la consideravano la sua fidanzata, siccome era incinta di lui, e perciò sembrò giusto che lei avesse dovuto condividere i suoi pensieri e considerazioni. Dopo numerosi dissensi, si era fatta coraggio ed aveva accettato l'offerta.


Notando che mancavano venti minuti prima della funzione religiosa, indossò con accuratezza il suo vestito nero a maniche lunghe, che sottolineava il suo stato interessante, subito dopo aver infilato le lunghe calze nere di nylon. Come se anche il cielo piangesse per la perdita della sua più bella stella, quella mattina l‘azzurro limpido venne oscurato da nubi plumbee e da circa dieci minuti stava piovendo a dirotto. Sospirò, sia per quello che stava per accadere sia per la frustrazione di sopportare il tempaccio, e calzò gli stivali neri con tacco. Indossò un lungo cappotto caldo, avvolse il collo con un sciarpona e mise al riparo i capelli, lasciati sciolti per l'occasione, con un cappello dello stesso colore di tutti i suoi vestiti.


Scese le scale e raggiunse i suoi genitori che l'aspettavano davanti alla soglia di casa, suo padre vestito elegantemente e sua madre ce teneva in mano un grande mazzo di rose rosse. Le sue preferite.


Arrivati al cimitero, la futura madre intravide una gruppetto di ombrelli neri. Avvicinandosi, vide i volti dei presenti, ovvero tutti coloro che conoscevano l'identità segreta del defunto: la sua migliore amica Alya, Nino, il migliore amico di Adrien, Chloé con suo padre, il signor Agreste ed infine il parroco che avrebbe officiato la cerimonia. Il tutto sarebbe durato al massimo mezz'ora, davanti alla lapide sulla quale erano state incise poche parole piene di significato:

Ad Adrien Agreste,
figlio, fidanzato devoto e padre affettuoso
24 Marzo 2019

Non si sapeva come fosse stato possibile, ma mentre Marinette piangeva disperata sul corpo esanime del suo amato, quello scomparve nel nulla. Dopo numerose ricerche che coinvolsero tutte le guardie di Parigi e l'aiuto di Ladybug, non era stato ritrovato perciò alla fine si erano arresi: avrebbe celebrato comunque il suo funerale. Con o senza il suo corpo, il suo nome sula lapide sarebbe rimasto per sempre, e tanto bastava.

Verso la fine della funzione, il signor Agreste invitò Marinette ad affiancarlo e prese parola.

-Come ben sapete tutti, non sono mai stato presente nella vita di mio figlio: avevo spesso e volentieri riunioni a cui dovevo partecipare, e della sua felicità mi importava ben poco. Non riuscivo a stargli accanto non solo per i miei numerosi impegni, ma anche perché i suoi occhi, il suo carattere mi ricordavano la mia amata moglie perduta. Lui era la prova lampante che lei aveva fatto parte della mia vita, e sapere che non c'era più mi mandava in bestia. Forse tutto questo non giustifica i miei comportamenti passati e il mio passato da Papillon, ma volevo solo dire di essere davvero orgoglioso di mio figlio, sia come Adrien, sia come Chat Noir, un eroe che va ricordato assolutamente. Sono veramente fiero di te, figlio mio-

Tutti avevano già le lacrime agli occhi quando l'ultima parola di orgoglio paterno lasciò le labbra del famoso stilista, che andò a mischiarsi tra le persone per lasciare spazio alla ragazza.

Marinette prese un lungo sospiro e lasciò perdere il foglio su cui si era appuntata il suo discorso. Preferiva che parlasse il cuore in modo che, se Adrien l'avrebbe sentita, avrebbe capito subito che gli stava parlando con il cuore in mano e in modo sincero.

-Lo sai che la prima volta che ti ho incontrato ho pensato che fossi uno snob, insopportabile e presuntuoso?- ridacchiò lievemente al ricordo dei pensieri poco buoni che gli aveva rivolto. -Ho pensato da subito che saresti stato bene in coppia con Chloé. Ed invece lo stesso giorno mi hai fatto ricredere prestandomi quell'ombrello che ancora custodisco gelosamente. Ogni giorno passato con te è stato fantastico, ma non solo perché eri i mio compagno di classe, ma perché eri il mio compagno di aavventure e, ahimè, di guai. Le tue battutine, la tua aria arrogante e d ogni tuo tentativo di flirt con me hanno contribuito ad affezionarmi sempre di più a te, ma il mio cuore era già occupato da qualcun altro. Ma come se tu mi avessi letto nei miei pensieri, hai rivelato di essere sempre stato tu, Adrien, il mio Chat Noir, e ciò mi ha reso la donna più felice di questo mondo, ma per poco, perché te ne sei andato. Se mi stai ascoltando, credo che ripeterò le tue stesse parole, le stesse a cui non ho saputo rispondere mentre mi guardavi lì, ferito gravemente: ti amo Adrien, ti ho sempre amato ed ora non ho niente che mi possa ricordare te, ma c'è una persona che mi ricorderà ogni giorno quale grande eroe sei realmente: nostro figlio. Perché amore mio, sono incinta e nel mio grembo sta crescendo una vita che abbiamo generato noi due. Pazzesco vero?- lacrime nere scendevano lungo le sue gote ed andavano a macchiare la superficie levigata della lapide. -Ora so di averti per sempre con me, e come ti ho già promesso, proteggerò il nostro bambino a costo della mia vita. Saprà che grande e buona persona era suo padre, lo porterò qui e farò in modo che si ricordi sempre di te, in modo che il tuo nome non si perda mai-

Il parroco, quando la ragazza tacque in preda ai singhiozzi, annunciò la fine della cerimonia. Il gruppo si separò, ognuno prese la sua strada ma non prima di aver fatto le proprie condoglianze al padre di Adrien ed a Marinette.

Tutti si allontanarono dalla lapide, i loro cuori pieni di tristezza per la sorte del loro amico, tranne la giovane futura madre. Lacrime che scioglievano il trucco continuavano a scendere, e lei sentiva l'impellente bisogno di rimanere ancora lì con lui.

Suo padre la guardò intenerito. La sfortuna aveva scelto lei come vittima: anni e anni di silenzioso amore, per poi potersi dichiarare al suo amato solo in punto di morte di lui. Ma adesso aveva un figlio a cui badare ed aveva bisogno assolutamente della sua speciale cioccolata calda per tirarle su il morale.
-Vieni tesoro, andiamo a casa- la prese per le spalle e lei, ormai senza più forze per controbattere, lo seguì in silenzio.



Ecco, sono pronta al secondo round di insulti😊 Ho già ricevuto minacce di morte per il primo, non immagino quante ne arriveranno dopo aver letto questo😑
Al prossimo capitolo!
   
 
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