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Autore: miseenabime    05/08/2017    3 recensioni
"Una delle cose che il suo primo cavaliere aveva cercato di farle capire, e che lei aveva notato nel corso di quell’incontro, era che Jon Snow non si sarebbe piegato. [...] aveva capito che l’unico modo per fare di Jon Snow un alleato era guadagnarsi la sua fiducia, e Jon Snow non si sarebbe mai fidato di un’estranea."
Ambientato dopo la 7x03.
Il soggiorno di Jon Snow a Dragonstone da più punti di vista e lo sviluppo della relazione con Daenerys.
Vorrei tanto essere in grado di gestire una storia con più trame e personaggi, ma siccome sarebbe solo un bel casino, si parlerà principalmente di chi si trova a Roccia del Drago. Ah, dovrebbe avere 9 capitoli (prologo escluso). Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Davos Seaworth, Jon Snow, Missandei, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Fuoco

 

“Some say the world will end in fire
Some say in ice
From what I’ve tasted of desire
I hold with those who favor fire”

 – R. Frost

 

Jon aveva sempre odiato le porte. No, non è vero. Ma quella porta la stava odiando davvero. La dualità della porta, aperta o chiusa, insopportabile. In realtà non odiava tanto la porta quanto il doverla aprire, o forse non odiava tanto il doverla aprire quanto affrontare ciò che vi stava dietro. Non che avesse paura, certo che no, come si fa ad avere paura di una ragazza così giovane e più bassa di lui per giunta, era in netto vantaggio. I draghi, quelli sì che facevano paura, ma fortunatamente non era con loro che doveva parlare. Aveva tentato di evitare quella situazione in ogni modo possibile, ci aveva provato da quando la ragazzina Targaryen aveva deciso di ignorarlo. In verità, non che lo ignorasse, nemmeno era arrabbiata, semplicemente era totalmente indifferente. Aveva incaricato Tyrion di occuparsi di tutte le richieste del Re del Nord e Jon aveva tentato di coinvolgere il folletto, proprio per evitare di trovarsi nella situazione in cui si trovava.

 

«Ah no, i tempi in cui facevo da balia sono finiti quando il mio amato nipote ha tirato le cuoia – sia ringraziato chiunque ne abbia il merito – siete un Re e una Regina, finitela di fare i bambini e comportatevi come tali. Io non risolvo i tuoi casini Jon, per cui veditela da solo. Stando a quello che dici hai affrontato un esercito di morti-ma-non-troppo, che paura può farti una chiacchierata con Daenerys Targaryen?» Tyrion non si era nemmeno fermato ad ascoltarlo, continuava a camminare mentre lui gli andava dietro. Non aveva voluto sapere nulla della discussione tra lui e la madre dei draghi, nonostante Jon avesse cercato di spiegarsi.

«Non so nemmeno dove si trova!» aveva tentato di difendersi Jon.

«Ah questo non te lo posso dire, vaga per il castello e cercala. Di sicuro non posso dirti che ha passato ogni giorno nella Sala del Tavolo, e sicuramente non è lì che la puoi trovare. Ora ti saluto, ho piani da elaborare e vino da bere»

 

Così ora Jon si trovava di fronte a quella porta, ancora incerto su cosa dire una volta entrato. Sollevò una mano e pensò, mentre bussava alla porta, che il Re della Notte non era poi così male.
«Si?» rispose una voce dall’altra parte
«Jon Snow, Vostra Grazia» idiota, potevi presentarti con un altro nome, nemmeno ti farà entrare
«Entrate» Jon 1-0 porta.
Daenerys era seduta, mentre sfogliava certe carte sul tavolo, non prestava attenzione a Jon
«Mia Signora, io…» Jon aspettò che lei lo guardasse. Non lo fece. «io credo sia doveroso che… mi renda conto dei… beh, credo di aver esagerato quando…» si accorse che la Khaleesi non lo stava nemmeno ascoltando, cercò quindi di attirare la sua attenzione «… ho ucciso quel Dothraki. Ah, abbiamo trovato oro nella miniera, a fiumi»
«Molto bene» rispose Daenerys, senza realmente ascoltarlo
«Vorrei cavalcare uno dei vostri draghi, ho sempre sognato di volare»
«Certamente»
«Non mi state ascoltando»
«Certo che vi sto ascoltando» Daenerys alzò la testa dalle carte e si rivolse direttamente a lui «Sono solo consapevole del fatto che vi incenerirà prima che possiate anche solo avvicinarvi. E credo che casualmente non sarò lì a fermarlo»
 Jon sospirò e si voltò verso la porta, deciso ad andarsene vista la buona volontà di chiacchierare della Regina. Poi si ricordò di cosa aveva detto Tyrion. Si ricordò anche di come lei gli aveva parlato così sinceramente. Si ricordò, anche, di averla delusa, già una volta, con le sue parole. Non poteva farlo di nuovo.
«Mi dispiace» disse rivolgendosi di nuovo a lei. Mi dispiace, due semplici parole, niente di troppo articolato, niente chiedo umilmente il vostro perdono mia Regina. Solo quello che sentiva davvero. Daenerys tentennò di fronte a quelle parole e scrutò nei suoi occhi, cercando di capire se quello che le stava dicendo era la verità. «Non avrei dovuto dire quello che ho detto. Semplicemente perché non lo penso davvero. Credetemi, so che non siete come vostro padre. Voi avete buon cuore e io non avrei dovuto offendervi»
«Non mi avete offeso, mi avete-»
«Lo so» la interruppe Jon «Proprio per questo mi dispiace». Restarono a guardarsi a lungo, senza dire nulla, cercando l’uno di scrutare nell’animo dell’altro.
Daenerys stava per dire qualcosa, Jon intervenne prima di lei «Vorrei mostrarvi una cosa, mia Signora»
«Che cosa?» chiese la ragazza
«Venite con me» Jon le tese una mano, perché si alzasse dalla sedia. Daenerys era titubante, sapeva che le sue scuse erano sincere, ma c’era qualcosa che la tratteneva. Voleva guadagnarsi la fiducia di Jon Snow ma esporsi in quel modo aveva risvegliato in lei una vulnerabilità che si era quasi dimenticata di avere. Conoscere Jon comprendeva affrontare quella parte di lei che aveva tentato di seppellire sotto il titolo di Regina, sotto i suoi draghi, sotto il suo esercito. Non sapeva se fosse pronta, non sapeva cosa fare.
Sospirò.
Lentamente, posò la sua mano su quella di Jon.

 

L’interno della montagna era più buio e freddo di quanto Daenerys immaginasse. C’erano alte e imponenti pareti che sembravano piegarsi e chiudersi su di loro alternate a stretti passaggi, dove riuscivano a malapena a stare due persone. La mano di Jon non aveva mai lasciato la sua dall’inizio della caverna. È molto pericoloso, Vostra Grazia, si scivola troppo facilmente, aveva detto. Che fosse una scusa o la verità, a Daenerys non importava. Arrivarono in un punto dove la cava, con le sue pareti, sembrava quasi una cattedrale, i contorni delle rocce che brillavano, illuminati dalla luce delle torce. Daenerys era stupefatta, non credeva che sotto terra, in mezzo all’oscurità e al freddo, potessero esistere posti così belli.
«È meraviglioso» disse
«Lo è» replicò Jon «volevo mostrarvelo prima che iniziassimo a scavare anche qui»
«Grazie» disse lei sospirando, lo sguardo che esaminava piano piano ogni centimetro delle pareti. Jon, invece, fece l’opposto, spostando l’attenzione dei suoi occhi dalla pietra a lei. Se ne pentì quando si rese conto di non riuscire a smettere di guardarla. I suoi lineamenti immersi nell’oscurità e illuminati dalla fioca luce delle torce erano ancora più dolci del solito, ma allo stesso tempo il fuoco che la illuminava gli ricordava il suo elemento – il fuoco – la sua indole. All’improvviso, Jon desiderò tenerle la mano di nuovo.
«Ero spaventato» disse d'un tratto. Lei lo guardò perplessa. «Temevo che tutto quello che mi avevate detto servisse al solo fine di fingervi una persona che avrei ammirato. Per arrivare al vostro scopo. Combattere Cersei».
«A questo avete pensato? Che vi stessi mentendo?» chiese lei, l’espressione corrugata sul volto.
«Sì. Non lo penso più, certo che no. Ma in quel momento…»
«Jon» disse, muovendo qualche passo verso di lui. Jon si raddrizzò, turbato sia dal fatto che l’avesse chiamato solo per nome – Jon, sia dal fatto che lei era più vicina – così vicina. In realtà non era turbamento, probabilmente, sentiva solo un po’ troppa agitazione e il cuore battere un po’ troppo veloce. Cercò di calmare il suo respiro – Jon. «Ero nervosa per come stanno andando le cose, avrei dovuto controllare la mia rabbia. Non era il trattamento che meritavi, scusami» mosse ancora un paio di passi nella sua direzione. Jon non aveva più nemmeno la forza per reagire – per allontanarsi, che altro? –, talmente era perso a guardarla negli occhi. «Ma quello che ho detto, come mi sono comportata… non c’è l’ombra di menzogna. Perché dovrei mentire, perché a te? Quando sei arrivato una delle cose che hai detto è che non ti saresti fidato di un’estranea. Cercavo solo di mostrarti chi fosse Daenerys. Non è la tua alleanza cieca che voglio, nemmeno una delle persone che mi ha seguito fin qui è stata obbligata, perché dovrei obbligare te, è la tua fiducia
Jon si diede dello stupido per tutto quello che aveva pensato, per quello che si era lasciato mettere in testa. La ragazza che ora stava davanti a lui non aveva nessuna intenzione di ingannarlo, non l’aveva mai avuta, e lui le aveva addirittura dato della pazza. Uno sciocco del nord. Ora, davanti a Daenerys così bella, e al suo cuore, così sincero, non sapeva proprio cosa dire. Riusciva solo a guardarla, in silenzio, come faceva troppe volte ormai, impossibile non notarlo. A pensare a queste cose nel bel mezzo di una guerra, con l’avvicinarsi di un nemico così spaventoso, Jon si sentiva quasi in colpa, ma non riusciva a farci nulla, non riusciva a staccarsi dai suoi occhi – quegli occhi.
Fu lei a rompere il silenzio per prima «Andiamo» disse «C’è un altro posto in cui dobbiamo recarci»
«Dove?» chiese lui, una volta ritornato in sé stesso.
«Venite» stavolta fu lei a tendergli la mano.
Jon – Jon non aspettava altro.

 

Una volta fuori dalla grotta avevano camminato per un bel po’, e tutto in salita. Arrivarono in uno spiazzo verde, niente di particolare. Jon si chiese cosa ci facessero lì. Poi li vide, come se fosse facile non notarli, due draghi stavano seduti poco più in là. Pensò che la Regina non l’avesse perdonato veramente e quella fosse la sua fine.
«Rhaegal e Viserion» disse Daenerys sorridendo, nella direzione dei suoi due figli.
«Maestà…»
«Avevate detto di voler cavalcare un drago, no?» lo anticipò la ragazza, ridendo.
Jon sbiancò. Non li aveva mai visti così da vicino. Erano creature gigantesche, spaventose e imponenti, ma allo stesso tempo avevano un ché di affascinante. Dopo il terrore iniziale a Jon venne quasi il desiderio di avvicinarsi.
«Non vi preoccupate, non ho intenzione di farvelo fare. Non scherzavo quando ho detto che vi incenerirebbero. Volevo solo mostrarveli»
«Sono davvero…» Jon non riuscì a finire la frase che un altro drago comparve nel cielo e, lanciando uno dei versi più forti e spaventosi che Jon avesse udito, atterrò accanto agli altri.
«Drogon» disse Daenerys. Si avvicinò a lui e lo accarezzò. Lesse l’espressione sul viso di Jon: vide la paura ma vide anche la curiosità – e forse… attrazione?. «Coraggio» si rivolse al ragazzo «Non vi faranno del male, finché ci sono io a impedirglielo»
Jon, contro ogni suoi istinto di sopravvivenza, mosse un passo, uno solo verso il drago color crema. L’animale lo percepì, girò la testa verso di lui e, dopo aver ruggito si alzò in volo. Jon cadde seduto per terra dallo spavento.
Daenerys represse una risata. «Non piacete a Viserion, mio Re»
Jon non rispose, aveva lo sguardo fisso sull’altro drago. Aveva delle scaglie bronzee e verdi, colore del muschio nel fitto del bosco al tramonto. Anche il drago lo stava guardando, Jon l’avrebbe giurato: quegli occhi bronzei, più luminosi di scudi da battaglia lucidati, lo stavano fissando e brillavano del loro stesso calore. Era come ipnotizzato. Si alzò da terra e si avvicinò lentamente al drago.
Il sorriso di Daenerys era sparito, mentre osserva attenta la scena e ne percepiva l’intensità. Era stata lei ad incoraggiarlo ad avvicinarsi ma ora non poteva fare a meno di temere per l’incolumità di Jon: non sempre era in grado di controllare i draghi. Ma Rhaegal sembrava stranamente tranquillo, fin troppo, non si era opposto all’avvicinarsi del Re del Nord.
«Mio lord» intervenne lei, cercando di metterlo in guardia.
Jon non vi prestò attenzione «Rhaegal» sussurrò. Il drago ruggì. Stavolta Jon non cadde, non si spaventò, restò esattamente dov’era. Quando fu abbastanza vicino allungò una mano. All’inizio il drago si mosse, sembrava nervoso. «Rhaegal!» urlò Daenerys, cercando di calmarlo. Il drago si acquietò, ma non perché sua madre l’aveva richiamato.
Jon lo stava accarezzando.
«Jon…» disse Daenerys, incredula, sgranando gli occhi, la bocca aperta e il cuore a mille. Non poteva credere a quello che stava davanti ai suoi occhi.
Jon si girò verso di lei, la mano ancora sulla testa del drago, il cuore a mille. La guardò a lungo. Nessuno di due sapeva cosa pensare, tanto meno cosa dire.
Daenerys sussurrò, un’altra volta «Jon».

 

 

 

 

 

Heeere we are
Prima di tutto, volevo ringraziare Papergirl per la recensione
Poi chiedervi se avete già visto la quarta puntata (io sono una delle brutte persone che l'ha fatto) se non l'avete vista

SPOILER

Quanto sono belli?
Giuro che la scena nella cava volevo metterla ancora prima di vedere la puntata, ho comunque cercato di farla il più diversa possibile per evitare velati spoiler

FINE SPOILER

spero che il capitolo vi sia piaciuto, sarebbe bello mi faceste sapere cosa ne pensate
un bacione, alla prossima

Hypatia

  
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