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Autore: DesiKookie93    06/08/2017    2 recensioni
Scopri una verità che i tuoi genitori ti hanno nascosto fin da quando eri piccola... pensando di farlo per il tuo bene...
Come la prenderai?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PoV You

 
Il canto degli uccellini fuori dalla finestra e la leggera luce del sole che filtrava dalla finestra semichiusa mi fece capire che era mattina, ma non avendo sentito la sveglia non seppi con esattezza che ore fossero.
Non che avessi comunque intenzione di alzarmi.
Anzi, quella mattina sentivo un calore piacevole che proprio non mi faceva venir voglia di alzarmi ed abbandonare il letto, ma il contrario, anche se non mi spiegavo cosa fosse quel calore dato che dormo da sola.
Ancora con gli occhi chiusi e mezza addormentata, allungai il braccio davanti a me, per stiracchiarmi, e solo allora mi accorsi che il mio braccio stava TOCCANDO qualcosa.
E quel QUALCOSA in quel momento si mosse, e sentii qualcosa accarezzarmi la schiena.
Che stava succedendo?
 
Decisi di aprire gli occhi, controvoglia e, nel momento in cui vidi cosa stavo TOCCANDO, spalancai gli occhi mentre le mie guance avvamparono.
Davanti a me, o meglio, sdraiato di fianco a me c’era… Jungkook.
Fortunatamente lui stava ancora dormendo, però le sue braccia mi stavano circondando e tenendo stretta a lui, mentre il mio braccio era appoggiato sul suo fianco.
 
Un momento, come mai mi trovavo a letto con Jungkook?
 
Solo allora mi accorsi che ero nella sua stanza e non nella mia, mentre i ricordi della sera prima tornavano alla mente.
Il temporale.
Mi trovavo in quella situazione per colpa del temporale che era scoppiato durante la notte.
Rimasi a guardare il ragazzo davanti a me che ancora era nel mondo dei sogni.
Quando dormiva, il suo viso era così rilassato che non sembrava per nulla il ragazzo arrabbiato che era arrivato a casa il giorno prima.
 
Senza rendermene conto, una mia mano aveva iniziato a sfiorargli il viso, accarezzandolo, mentre i miei pensieri tornarono a quando eravamo piccoli e i nostri genitori ci facevano dormire insieme.
Ricordavo di come pregavo mia madre per farmi dormire con lui a volte senza riuscirci o, quando ci mettevano in due camere separate, io sgattaiolavo fuori dal letto e andavo da lui, spesso per colpa di un incubo, e Jungkook mi teneva sempre stretta a sé.
 
Ripensandoci, non era poi cambiato così tanto, dopotutto, nonostante ora fosse arrabbiato con me, si era comunque ricordato che avevo paura dei temporali e, proprio come quando eravamo piccoli, mi teneva stretta a sé evitando di farmi sentire il rumore dei tuoni, per tranquillizzarmi.
Anche se ancora non mi spiegavo questo suo comportamento quasi… bipolare?
Insomma, prima è arrabbiato con me e mi guarda male e poi mi stringe a sé come se nulla fosse…
Comunque, anche fisicamente non era cambiato molto.
Il viso era ancora così dolce che stentavo a credere avesse solo un anno meno di me.
 
In quel momento, lui mugugnò nel sonno e si leccò le labbra, mentre le sue braccia mi strinsero di più a sé, facendomi arrossire completamente.
Chissà cosa stava sognando…
 
Beh, in quel momento avevo altro a cui pensare.
Non potevo di certo rimanere lì con lui.
Dovevo tornare in camera mia prima che si svegliasse.
Che avrei fatto se si fosse svegliato mentre ero ancora lì?
E lui che avrebbe fatto?
 
Lentamente, cercando di non svegliarlo, spostai il suo braccio dai miei fianchi e scivolai giù dal letto.
Non avendo più qualcosa tra le braccia, vidi che strinse il lenzuolo dove poco prima mi trovavo io, mugugnando e storcendo il naso, ma non si svegliò.
Sembrava un bambino quando gli togli dalle mani il suo gioco preferito.
Era… carino.
 
Scossi la testa a quel pensiero, dovevo andarmene.
Così, senza far rumore, mi diressi verso la porta della camera e la aprii per uscire.
 
- Y/N… - 

Mi bloccai sulla porta sentendo il mio nome pronunciato dalla sua voce impastata dal sonno, e mi girai a guardarlo, pensando di averlo svegliato.
Fortunatamente però stava ancora dormendo…quindi mi stava sognando?
Ora ero davvero curiosa di sapere cosa stesse sognando, ma mi affrettai ad uscire dalla camera.
 
Chiusa la porta della sua camera dietro di me, decisi di andare a fare una doccia rinfrescante.
Almeno, mi avrebbe rinfrescato le idee svegliandomi completamente, e avrebbe abbassato un po’ la pressione delle mie guance che sentivo andare a fuoco per lo strano risveglio appena avuto.
Era anche la primissima volta che dormivo con un ragazzo da quando ero piccola, quindi era normale che fossi imbarazzata.
 
Dopo la doccia, scesi diretta in cucina a fare colazione.
Mentre mi preparavo qualcosa di semplice, decisi che forse non era una brutta idea preparare qualcosa anche per Jungkook.
Certo, date le circostanze non potevamo dire di andare d’accordo, dovevamo prima di tutto chiarire tutto quello che era successo, però dopo quello che era successo la sera prima, mi sembrava giusto ringraziarlo in qualche modo, e a parole non ci sarei mai riuscita, quindi optai per la colazione.
Preparai il suo piatto e, non sapendo per che ora si sarebbe svegliato, glielo lasciai sul tavolo coperto in modo che la colazione non si raffreddasse e lasciai un biglietto per far capire che era per lui.
Non avevo nessuna intenzione di cucinare per i miei genitori.
Finita la mia colazione, tornai in camera mia e mi misi a leggere un manga.
 
 
 
PoV Jungkook

  
Mi girai nel letto mugugnando nel sonno quando percepii la sensazione del calore che avevo sentito tutta la notte contro di me scomparire all’improvviso lasciando come un vuoto.
Aprii gli occhi stropicciandoli con la mano e facendo una smorfia per la luce del sole che mi colpì in pieno viso.
Mi guardai attorno non riconoscendo la camera, quando mi ricordai che non mi trovavo più in Corea ma ora ero nella mia nuova camera, nella casa dei miei VERI genitori.
Quel pensiero mi innervosii.
Non dovevo pensare a loro.
 
Presi il telefono e guardai l’ora, erano le 10:30.
Mi chiesi se sarei riuscito a fare colazione senza vedere i miei genitori, mi avrebbero solo rovinato la giornata.
 
In quel momento mi venne in mente cosa successe la sera prima, con Y/N.
L’avevo portata in camera mia senza pensarci, e la tenevo stretta a me come quando si spaventava da piccola.
Mi ero detto che non mi sarei avvicinato a lei finchè non avessimo chiarito, ma vederla piangere o spaventata scatenava qualcosa in me che non riuscivo a controllare e, seppur ieri pomeriggio sentendola piangere ero riuscito a fermarmi, ieri sera non ce l’avevo fatta.
 
A proposito, dov’era adesso Y/N?
Probabilmente si era svegliata prima di me e se n’era andata…
Ecco spiegata la sensazione di vuoto che avevo sentito prima.
Mi sarebbe piaciuto vederla dormire come facevo da bambino.
 
Decisi di alzarmi, nonostante fossi ancora mezzo addormentato, e scesi in cucina a prepararmi qualcosa per colazione, quando il mio sguardo si posò sul piatto che giaceva sul tavolo.
Tolsi il piatto rovesciato che copriva quello sotto e vidi una colazione probabilmente preparata da poco, e solo quando appoggiai l’altro piatto sul tavolo mi accorsi del biglietto posato lì vicino.
 
“Per Jungkookie, grazie per ieri sera.”
 
Un sorriso si fece spazio sul mio volto sapendo chi aveva scritto quel biglietto.
Almeno sapevo di non averla fatta arrabbiare con il mio comportamento strano.
Come facevo ad essere arrabbiato con lei?
Mi sedetti al tavolo iniziando a mangiare la colazione, sperando che avremmo chiarito presto, perché non mi piaceva per niente essere arrabbiato con mia sorella.
Volevo tornare a come ci divertivamo da piccoli, volevo stare con lei.
 
 
 
PoV You


Verso l’ora di pranzo, scesi di nuovo in cucina a cucinare, ma mi bloccai sulla soglia.
Ai fornelli c’era mia madre, ed io non volevo parlarle.
Purtroppo, lei si accorse della mia presenza.
 
- Buongiorno Y/N. Cosa vuoi mangiare per pranzo? – mi chiese, anche se percepii la sua voce tremante.
- Niente, mi preparo qualcosa da sola. – dissi senza guardarla. 

Sinceramente, dopo averla vista, mi stava passando la fame.
 
In quel momento, probabilmente sentendo il profumo provenire dai fornelli, arrivarono in cucina anche mio padre e Jungkook, e nel momento in cui tutti ci guardammo, si poteva percepire l’aria tesa che si era creata.
 
Vidi con la coda dell’occhio Jungkook fare una smorfia quando vide mio padre, ma senza dire nulla, si sedette al tavolo, e aspettò che mia madre finisse di cucinare.
Mio padre guardò prima me e poi lui, tristemente, e anche lui prese posto al tavolo, proprio di fronte a Jungkook.
Io non avevo nessuna intenzione di stare vicino ai miei, così andai a sedermi vicino al ragazzo, che sembrò molto sorpreso vedendomi vicino a lui, mentre io cercavo di non incrociare i nostri sguardi.
Mi sentivo ancora in imbarazzo per quello che era successo con lui, e sentivo le mie guance iniziare a scaldarsi.
 
Nessuno parlò mentre mangiavamo, ma io e Jungkook sentimmo gli sguardi preoccupati dei nostri genitori su di noi tutto il tempo, come se stessero studiando le nostre reazioni.
 
- Y/N… - mi chiamò mia madre, la voce quasi un sussurro.
- Io ho finito. Me ne torno in camera. – dissi, prendendo il mio piatto e posandolo nel lavandino. 

Non volevo sentirla.
Uscii dalla cucina non sapendo che Jungkook si era girato a guardarmi quando mia madre parlò, e appena io uscii dalla cucina, si alzò anche lui, seguendomi.
 
Stavo aprendo la porta della mia camera quando…
 
- Y/N… - 

Mi girai verso la fonte della voce che mi aveva chiamato.
Jungkook se ne stava fermo a poco meno di un metro da me e mi stava fissando.
 
-Che vuoi? – gli risposi. 

Non volevo rispondergli così, ma ero innervosita da quando avevo visto i miei.
 
- Possiamo parlare? – mi chiese semplicemente. 

Io lo guardai un attimo, voleva chiarire, ed era quello che volevo anche io.
Ero stanca di essere l’unica a non sapere nulla.
Così aprii la porta della mia camera facendogli segno di entrare, e poi la chiusi dietro di me.
Vidi che appena entrò, prima di girarsi a parlare, si guardò in giro, e io mi sentii un po’ in imbarazzo.
 
- Carina la tua camera. –
- Non è niente di speciale. – dissi abbassando lo sguardo.
- Beh, non si direbbe tanto che è la camera di una ragazza. Direi più di un ragazzo. – rispose lui in tono sarcastico.
- Beh, scusa se non hai una sorella molto femminile, ma sono fatta così. – risposi, un po’ offesa.
- Scusa… - mi disse lui facendo il labbruccio. 

Come potevo avercela con lui se faceva così?
 
- Di che volevi parlare? – chiesi.
- Davvero tu non sapevi proprio nulla? Insomma, del fatto che… -
- Che siamo fratelli? – completai la frase per lui, e lui semplicemente annuì.
- No… davvero, avrei davvero tanto voluto che lo fossimo, ma non pensavo che fosse sul serio. Mia… cioè, nostra madre mi diceva sempre che eri il mio cuginetto, e stessa cosa la zia e nostro padre. Non ho nemmeno mai pensato che mi stessero mentendo. E ora all’improvviso, senza dirmi nulla, ti portano qui rivelandomi che siamo fratelli e che da adesso vivremo insieme… come dovrei guardarli adesso sapendo che mi hanno mentito per tutti questi anni? Sapevano benissimo quanto mi sarebbe piaciuto avere un fratellino tutto mio, e mi hanno sempre detto che dopo di me non riuscivano più ad avere figli, anche per la situazione economica in cui eravamo… - dissi tutto questo mentre i miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime, stavo tremando. 

Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi, alzai le braccia per stringermi le spalle, abbracciandomi mentre mi inginocchiai per terra nascondendo il viso.
Jungkook rimase a guardarmi mentre parlavo, non riuscii a vedere l’espressione che aveva sul volto alle mie parole, ma non lo sentivo muoversi.
Mi tornò in mente la discussione del giorno prima, a quello che aveva detto Jungkook, e che mi aveva fatto innervosire a tal punto da non volergli rivolgere la parola finchè non avessimo chiarito.
E quello fu proprio il momento giusto per chiederglielo.
 
- Tu come facevi a saperlo? – gli chiesi, la voce interrotta dal pianto.
- A sapere cosa? – chiese lui.
- Il fatto che siamo fratelli. A quanto pare tu lo sapevi già quando eravamo piccoli, o almeno così hai detto ieri. –
- Una notte ho sentito i nostri genitori parlarne. Solo che non avevo idea di come dirtelo. Una parte di me si chiedeva se tu già non lo sapessi, e solo il pensiero mi faceva arrabbiare. Insomma, non è bello per un bambino venire a scoprire in quel modo che i tuoi veri genitori ti hanno lasciato alla zia e ti fanno credere di essere il cugino della loro figlia no? Solo che dopo averlo scoperto non potevo iniziare di punto in bianco a chiamarti “sorellona”, dovevo prima scoprire se tu lo sapevi già, o sarebbe stato troppo ambiguo…però poi voi ve ne siete andati, e loro non ci facevano nemmeno parlare insieme sapendo che io sapevo la verità. Avevano paura che potessi dirti qualcosa… - disse lui con una nota amara nella voce. – se avessi avuto prima la certezza che tu non sapevi nulla, non ti avrei guardato male quando ti ho vista la prima volta… e non ti avrei gridato contro colpevolizzandoti per una cosa in cui non centravi… – finì la frase in un sussurro. 

Io l’avevo fissato tutto il tempo da quando aveva iniziato a parlare, e vedevo che teneva la testa bassa e si mordeva spesso il labbro inferiore, tenendo le mani strette a pugno lungo i fianchi.
Non avevamo ragioni di essere arrabbiati tra di noi, era tutto un malinteso creatosi dalle azioni dei nostri genitori.
Non avevamo motivo di essere arrabbiati tra di noi, solo che le circostanze avevano creato questo casino.
Se solo da piccoli Jungkook fosse riuscito a capire che io non sapevo nulla prima che venissimo in Italia, lui non si sarebbe mai arrabbiato con me, e quindi io non lo avrei fatto con lui appena arrivò il giorno precedente.
Che stupidi che siamo stati.
 
Mi alzai e andai verso di lui, stringendolo forte a me, e sentii che lui, dopo qualche secondo di sorpresa, ricambiò l’abbraccio, stringendomi forte.
 
- Scusa… - mi sussurrò, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
- Non è colpa tua…gli unici che hanno colpa sono i nostri genitori. - gli dissi, accarezzandogli la testa. 

Lui mi strinse più forte a sé e io finalmente sorrisi, non avendo più alcuna ragione per avercela con lui.
Ero contenta che avevamo chiarito.
Ero contenta di averlo di nuovo vicino a me.
Di poterlo abbracciare di nuovo.
E questa volta… non avrei permesso a niente e a nessuno di dividerci.
Nemmeno ai nostri genitori.


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- Angolo Autrice – 

Eccomi finalmente con il nuovo capitolo, un giorno di ritardo, ma ieri ho avuto degli impegni e non sono riuscita a pubblicarlo prima. Mianhae!!!
Allora, finalmente la protagonista e Kookie fanno la pace, chiarendo i dubbi che avevano e capendo che loro non centravano nulla, ma la colpa è solo dei loro genitori.
Spero vi piaccia il capitolo e come sempre ringrazio chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate, e a chi la recensisce.
 
Alla prossima, un bacione. 
   
 
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