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Autore: Irene_Violet    07/08/2017    3 recensioni
Voglio riprovarci: Sono tornata con una nuova storia, su questo bellissimo fandom! Una storia, completa, in modo da non rischiare di avere dubbi, che mi spingano a cancellarla. Questa storia mi ha veramente reso felice, quindi spero vivamente che possa piacervi. Vi auguro buona lettura. -Irene_Violet.
[Magic Kaitō/Detective Conan]
Cosa accadrebbe, se a causa di varie vicissitudini e circostanze indipendenti dalla sua volontà, il giovane Kaito Kuroba in arte Kaitō Kid, si ritrovasse costretto a rivolgersi all'Agenzia del Detective Mori, in veste di se stesso, per risolvere un caso di rapimento, riportante la sua firma? Il Detective e il Ladro, saranno costretti a collaborare per la risoluzione di un caso fatto d'inganni e sottotterfugi, con l'unico obbittivo di salvare la vita della ragazza in ostaggio. Il tutto con il costante pericolo per Kaito, di venir scoperto, dalla geniale mente del piccolo Detective in miniatura.
Genere: Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Kaito all'Agenzia Investigativa Mori.


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POV Kaito Kuroba/Conan Edogawa.

L'espressione del viso di Kaito nel leggere l'indirizzo del biglietto da visita, datogli da Nakamori, fu un ghigno nervoso, che si accentuò, quando egli alzò lo sguardo per fissare l'edificio corrispondente, le cui finestre riportavano la scritta: “Agenzia investigativa Mori”. Dalle labbra di Kaito uscì una risatina nervosa, mentre pensò:

“Ohi Ohi, siamo seri?”

Quando Ginzo Nakamori, si fu ripreso dall'ira per la scoperta del biglietto del Ladro, porse a Kaito il biglietto da visita dell'Agenzia Investigativa, che egli afferrò ed osservò, riconoscendo appunto l'indirizzo; Nakamori fatto ciò, cominciò a parlare al ragazzo puntandogli contro il suo indice, come quando ordinava ai suoi uomini di dare la caccia al suo alter ego in bianco.

«Ascolta bene Kaito-kun, ora recati a questo indirizzo» - affermò l'Ispettore con convinzione - «Qui troverai, l'ufficio di un detective privato, Porta a lui, questo biglietto di Kid e raccontagli quello che è successo. Io andrò alla centrale per avvisare che ho un problema famigliare e poi ti raggiungerò. Tutto chiaro? »

Il viso del ragazzo assunse l'identico ghigno che aveva in quell'istante, Kaito ridacchiò, per poi intervenire - «Però Ispettore, perché non possiamo semplicemente rivolgerci alla polizia, non sarebbe meglio, avrebbe molte più forze disponibili, non crede?» - osservò il ragazzo, ma fu tutto inutile.

«Assolutamente no! Voglio che se ne occupi lui!» - ribadì con convinzione.

Questo “lui”, non è il detective, ma quel ragazzino, giusto?” - pensò tra sé e sé, ridacchiando.

«Non c'è tempo da perdere Kaito-kun!» - esclamò, Ginzo - «Adesso vai, vai. Io ti raggiungo presto» - affermò muovendo le mani per fargli segno di affrettarsi, Kaito roteo gli occhi senza farsi vedere ed acconsentì, solo per il bene di Aoko. Tuttavia, prima di mettersi in cammino, rientrò a casa e si cambiò, indossando il costume da Kaitō Kid, assieme alla pistola spara carte ed alcuni gadget aggiuntivi quali fumogeni, bombe accecanti e rampino, nascondendoli ben bene sotto la divisa scolastica, così da prepararsi ad ogni evenienza, per poi mettersi in cammino.


«Ed eccoci, qui» - sbuffò. Kaito una volta giunto a destinazione, era già stato all'Agenzia, nei panni di Shinichi Kudo, per riprendersi una delle sue colombe, rimasta ferita a causa del Killer Scorpion. Ellae sparandogli, l'aveva fatto precipitare, ma in quella situazione di per sé non troppo rosea, la peggio, la ebbe quel povero animaletto, che per fortuna, venne soccorso dal Detective in miniatura. Quella, era stata l'unica volta in cui gli aveva fatto visita a casa. Non avrebbe mai pensato che ci sarebbe tornato, soprattutto non in veste di cliente! Quella era davvero una situazione ridicola - «Come di dice? “L'agnello costretto ad entrare nella tana del lupo”... pare.» - Kaito stracciò il bigliettino da visita e fece apparire un fazzoletto bianco che ripose nella tasca dei pantaloni, dove vi era anche il biglietto di Kid, che non gli apparteneva.

Salì le scale, con non poca esitazione, essendo leggermente nervoso nel dover incontrare uno dei miei più grandi rivali, senza travestimenti, con il rischio di venire smascherato, proprio lì, all'interno di quelle mura, prima che potesse risolvere il problema, che lo aveva condotto sin lì. Kaito scosse la testa, scacciando così quei pensieri, ripetendosi che se avesse mantenuto la sua Poker Face, tutto sarebbe andato bene; e poi era lì per una ragione seria. Inoltre, era Giovedì, sia Conan che la sua ragazza, sarebbero stati entrambi a scuola, quindi non ci sarebbero stati problemi. Dopo un lungo respiro profondo, Kaito, suonò il campanello posto accanto alla porta, per attendere di essere ricevuto.

«Sì, arrivo. Un attimo!» - affermò una voce femminile dall'interno della stanza. Diversi minuti dopo, la porta venne aperta, e la figlia del Detective, Ran, con un sorriso radioso, spalancò l'uscio, chiedendo - «Sì, mi dica, cosa posso fare per lei?» - la ragazza ebbe un lieve sussulto, notando la somiglianza tra il ragazzo che le stava di fronte, e Shinichi Kudo, il detective liceale.

Kaito stesso, era sorpreso di vedere la ragazza, ma mantenne un sorriso rilassato per tutto il tempo, ignorando almeno apparentemente quel sussulto da parte di lei - «Buongiorno signorina» - disse Kaito, con un lieve inchino - «Mi dispiace di averla disturbata durante le sue faccende, ma starei cercando il Detective. Avrei un caso di estrema urgenza da sottoporgli» - disse bisbigliando alla ragazza avvicinandosi leggermente a lei.

Ran a quel punto sussultò di nuovo e spalancò la porta accogliendo il cliente nell'ufficio del padre - «Prego, entri e si accomodati, pure» - disse, per poi esclamare - «Papà, c'è un cliente!»

«Grazie, molto gentile» - disse Kaito, addentrandosi nella stanza. Fu allora che furono ben udibili dei colpi di tosse ripetuti, il diciassettenne, si voltò e vide un bambino occhialuto, con una mascherina ospedaliera sulla bocca, avvolto in una felpa di colore blu.

Può essere una coincidenza... giusto?” - pensò inquieto, il mago del chiaro di luna.

Kaito, scoprì poi, grazie alla linguaccia del Detective Kogoro, che Conan era andato a pesca con il dottor Agasa ed i bambini qualche giorno prima, ed era caduto in acqua nel tentativo di recuperare un pesce. La cosa fece sorridere nervosamente Kaito, quando venne a sapere che alla fine, l'enorme trota, era stata issata e cucinata per la cena. Rabbrividì, lui detestava il pesce. Per quanto riguardava Ran, era rimasta a casa, poiché quel giorno era festa al Liceo Teitan.

Dopo brevi discussioni di famiglia, Kaito si avvicinò al Detective, che si trovava nei pressi della sua scrivania e gli porse la mano - «La ringrazio per avermi ricevuto Detective» - disse il ragazzo.

Kogoro rise - «Figurati ragazzo, avanti siedi, dì tutto al Grande Detective Kogoro Mori, che risolverà ogni tuo problema, seduta stante!» - a quelle affermazioni, sia Conan, che Kaito, guardarono con un ghigno di scherno l'uomo baffuto.


““Certo, come no!”” - pensarono i due all'unisono

Dopo qualche minuto, Ran servì all'ospite una tazza di tè e qualche cracker, Kogoro si spostò dalla scrivania e si sedette di fronte a Kaito sul divanetto, con il malaticcio Conan, che tossiva di fianco a lui, mentre Ran si appoggiò alla scrivania del padre pronta ad ascoltare.

Kaito, prese un profondo respiro, auto convincendosi nuovamente che sarebbe andato tutto bene, per poi cominciare il suo racconto - «Dunque, il mio nome è Kaito Kuroba, frequento il secondo anno del Liceo Ekoda. Sono qui per una mia compagna di classe: Aoko Nakamori» - fece una pausa, approfittando del tè, gentilmente offertogli. Al sentire quel nome, i tre presenti nella stanza trasalirono.

«Cosa?! Nakamori hai detto?» - urlò Kogoro shoccato.

«Nakamori, non si tratterà per caso della figlia dell'Ispettore, vero? » - chiese Ran con orrore. Kaito annuì, e questo fece scendere un velo di serietà maggiore, a quella che era già presente nella stanza.

«L'ispettore, è andato alla centrale per avvisare che sarebbe stato assente a causa di un problema familiare, sarà qui presto» - Kogoro annuì e lo invitò a proseguire - «Ieri, Aoko ed io stavamo tornando insieme a casa, quando ad un certo punto, lei si è ricordata di non aver fatto la spesa e quindi si è recata ad un Mini-Market poco distante. Io non l'ho più vista da allora. Questa, mattina l'Ispettore mi chiese se sapessi, qualcosa di Aoko, perché non era più rientrata a casa, ho chiamato anche una nostra compagna di scuola, amica di Aoko, ma lei non era lì. Inoltre ho provato a chiamarla e non risponde, dopo dieci squilli, si attacca la segreteria. E' strano perché non è da lei sparire di punto in bianco.» - disse mangiando un paio di cracker e bevendo un altro sorso di tè.

Kogoro, si mise in atteggiamento di pensare - «Quindi è apparentemente svanita nel nulla, senza lasciare traccia. Avete fatto bene a rivolgervi a me, vedrete che risolverò tutto!» - affermò sempre superbo Kogoro, esplodendo in una risata fragorosa. Kaito, Conan e Ran, lo guardarono storto. Non aveva senso sghignazzare come un pazzo, quando la situazione non era ancora minimamente risolta.

Approfittando di quei momenti “spensierati”, Ran né approfittò per soddisfare la sua curiosità, verso il ragazzo - «Perdonami se te lo chiedo, Kuroba-kun, ma in che rapporti sei con la figlia dell'Ispettore Nakamori?» - chiese un po a disagio.

«In che rapporti... ecco-»

Kaito venne immediatamente interrotto da Kogoro che sbraitò - «Non fare l'impicciona Ran, fatti i fatti tuoi!»

Conan ridacchiò sotto la mascherina, pensando - “Niente da fare, Ran è incorreggibile”

«Ma no, non c'è problema, si figuri» - Kaito intervenne in difesa della ragazza e sorrise, verso di lei per poi rispondergli - «Oltre ad essere compagni di classe, siamo anche vicini di casa ed amici d'infanzia. Ecco tutto.»

Ran assunse un'espressione sorpresa, la loro relazione era molto simile a quella che lei aveva con Shinichi, nel mentre ripeté a bassa voce - «Compagni di classe, vicini di casa e amici d'infanzia, eh?» - la ragazza sorrise divertita, a quanto pareva, conoscere questi dettagli, la rendeva particolarmente allegra.

Kogoro, riprese la parola poco dopo, domandando - «Per caso hai una foto della figlia dell'Ispettore?» - nonostante fosse la figlia di un personaggio pubblico, Aoko non compariva spesso in Tv o sui giornali, quindi era plausibile che il Detective Mori non ne conoscesse il volto.

«Certo» - annuì Kaito, che prese il cellulare dalla tasca e cercò in galleria una foto di Aoko, ma quelle che aveva, li rappresentavano sempre insieme – non avrebbe voluto mostrare una foto del genere, così da non far venir loro un'idea sbagliata della loro relazione, tuttavia non vi era molto da fare – mostrò loro, una foto fatta durante un uscita dei due: erano al palazzetto del ghiaccio ed erano raffigurati, l'uno accanto all'altra appoggiati al perimetro della pista, sorridenti. Kaito, fissando la foto, poco prima di porre il cellulare sul tavolino, per mostrarla agli altri, abbozzò un sorriso, ricordava che era stato un pattinatore tremendo e che dovette farsi aiutare da Aoko per rialzarsi, quella foto, fu scattata poco prima che decidessero di rincasare.

Kogoro annuì avendo ora in mente il suo aspetto.

Ran sorrise, osservando la foto - «Oh, ma che carini!»

Anche Conan si mise a fissare la foto, e come prima cosa, notò la somiglianza, seppur vaga, della ragazza con Ran. La figlia del Detective di colpo batté il pugno destro sul palmo della mano sinistra, esclamando - «Ma certo, ci sono!»

«Come sarebbe a dire, “ci sono”? Non dirmi che credi che la ragazza si trovi nel palazzetto del ghiaccio Ran, è ridicolo» - la sbeffeggiò Kogoro, tentando di accendersi una sigaretta, ma venne prontamente fermato dalla figlia.

«Ma che fai?!» - sbraitò la ragazza prendendogli sigaretta ed accendino, di mano - «Non puoi fumare, Conan-kun non si sente bene, e così non lo aiuti» - Kogoro sbuffò, cercano di ammorbidire la figlia, ma nulla di quello che disse, giocò a suo vantaggio.

Kaito si divertì a vedere quelle scene di vita famigliare, infatti non fece un fiato, per non rischiare di interrompere il divertente spettacolo. Ad un certo punto, si sentì bussare alla porta e Ran andò ad aprire.

«Eccomi! Arrivo.» - disse aprendo la porta, quando ebbe di fronte il visitatore esclamò - «Ma è la mamma di Shinichi!» - facendola accomodare.

La donna si stirò una volta superata la soglia - «Buongiorno a te Ran-chan, ti trovo bene. Da quanto tempo, mi è mancato un sacco il Giappone»

«Oh, Yuki-chan! Che bello vederti, cosa ti porta qui?» - domandò Kogoro alzandosi, seguito da Conan e dallo stesso Kaito, che la osservò in silenzio.

«Sono tornata perché Yusaku ha un intervista alla Stazione Tv Nichiuri, riguardo il suo nuovo libro, diventato molto famoso in America. E poi volevo rivedere il mio Shin-Conan-kun, dopo tanto tempo» - la donna tentò di camuffare l'errore con una risatina lieve.

Quindi lei è la madre del ragazzino eh? La fan di Ryoma” - pensò Kaito - “Eppure, ho la sensazione di averla già incontrata da qualche altra parte”

Yukiko prese in braccio Conan e lo abbracciò entusiasta - «Ciao piccolino, allora che dici? Ti è mancata la Sorellona?»

«Ah, certo certo. Ma ora mettimi giù!» - si lamentò Conan, a causa dell'imbarazzante situazione.

Dopotutto Yukiko, approfittava di quella sua situazione, per trattarlo ancora come un bambino piccolo, nonostante avesse ben 17 anni! Dopo un paio di minuti di tormento al piccolo Conan, Yukiko si accorse della presenza di Kaito e domandò incuriosita - «Oh, e quel ragazzo?»

Kaito a quel punto sorrise e fece un lieve inchino - «Sono Kaito Kuroba, molto piacere, Signora»

«Aspetta un attimo... Kuroba... non mi dirai che, tu sei il figlio del grande mago Giapponese, Toichi Kuroba?» - chiese Yukiko elettrizzata, avvicinandosi al ragazzo, sorridente.

«Sì, Toichi Kuroba era mio padre, lo conosceva?» - domandò il ragazzo confuso, fissando la donna.

«Lo conoscevo eccome! Mi ha dato una grande mano con la recitazione, sai? Grazie a lui ho appreso l'arte del travestimento oltre che utilissimi consigli per calarmi nelle parti. Ricordo perfettamente che mi disse qualcosa come: “Per un mago, è importante mantenere viva l'attenzione del pubblico, facendogli credere che tutto può accadere. E' la stessa cosa accade per la recitazione, ciò che importa veramente, in ogni situazione, è-”»

Yukiko venne interrotta da Kaito che concluse la frase per lei - «”Non dimenticare mai la Poker Face”» - da parte degli altri tre, presenti nella stanza, non si sentì un fiato, anzi, ascoltavano lo scambio di battute tra i due, davvero interessati di conoscere il resto, perfino Conan non conosceva nei dettagli gli studi di recitazione della madre.

«Esatto, diceva proprio così!» - sorrise la donna, verso il ragazzo - «Ah, probabilmente non ti ricordi di me, ma circa dieci anni fa, ci incontrammo una volta. Avevo chiesto consigli a tuo padre, per la recitazione e tu sbucasti di colpo, durante la conversazione, regalandomi una rosa, peccato che facesti un brutto scivolone nell'offrirmela e dopo che ti ripresi, scappasti via con aria sorpresa. Eri un bambino tanto carino, ed ora sei davvero un bel giovanotto. Somigli tanto al mio Shinichi!» - disse lanciando una fulminea occhiata a Conan che la guardò storto per un attimo, prima che Yukiko scoppiasse in un'altra lieve risatina.

Ma che ha da fissarmi così?” - sbuffò Conan nella sua testa, per poi fissare il ragazzo per qualche attimo - “In effetti, è vero che mi somiglia”.

E' per questo che lo uso spesso come travestimento, eheheh” - ridacchiò Kaito tra sé e sé, per poi notare su di se, lo sguardo del piccolo Conan - “Ehi, ragazzino, cerca di non accorgertene, okay?”

«Dieci anni fa eh?» - ripeté Kaito ad alta voce, nell'atto di rievocare, ricordi così lontani - «Ma certo, dev'essere quella bella signora di quel giorno. Certo che mi ricordo, un'attrice famosa di cui mia Madre è una grande fan... il suo nome... il suo nome...» - Kaito prese tempo per rimuginare e fu allora che un flash gli ritornò in mente assieme al nome della donna.


 

«Papà chi era quella Signora che si è arrabbiata tanto?» - chiese un giovanissimo Kaito di sette anni, al padre, quando Yukiko ebbe lasciato il bar dell'incontro con lui.

«Quella Signora, Kaito, è la famosa attrice Yukiko Kudo, molto stimata all'estero. Ci siamo conosciuti ad un corso, in cui ho insegnato a lei ed a una sua collega, l'arte del travestimento, che presto un giorno insegnerò anche a te. Come ho detto anche a lei poco fa, tua Madre, adora i lavori della signora Kudo, è una sua grande fan. La prossima volta, devo ricordarmi di chiederle un autografo da regalarle.» - l'espressione di Toichi, dicendo quella frase ad alta voce, si fece assorta, mentre il piccolo Kaito ebbe un esclamazione di sorpresa e corse via sorridendo.


 

«Yukiko Kudo-san, dico bene?» - pronunciò con un tono a metà tra un'affermazione ed una domanda retorica.

Yukiko annuì allegramente - «Esatto, è davvero bello sapere che dopo tutti questi anni, ti sia ricordato di me, dopotutto ci siamo visti solo una volta, per pochi minuti ed è passato così tanto tempo.»

«Mi sembra ovvio» - affermò Kaito con un sorriso - «In tutti questi anni lei non è cambiata di una virgola, dopotutto.» - detto ciò Kaito, pose la mano, nella forma di pugno morbido, fece un rapido gesto con essa ed una rosa rossa sbucò da essa - «Una rosa per una bellissima donna, eternamente giovane» - disse ciò con un lieve inchino.

«Oh, vedo che Toichi, ha tramandato la sua dote» - sorrise Yukiko - «Sì, direi che possiamo archiviare quella vecchia storia. Te la sei cavata piuttosto bene, giovanotto»

Ran rimase a bocca aperta dall'apparizione della rosa nella mano di Kaito ed esclamò - «Wow, fantastico. Quindi sei anche tu un mago!»

Kaito annuì, mantenendo il sorriso - «Non mi sono dimenticato della padrona di casa, Il tuo nome, se non sbaglio, significa orchidea, esatto?» - domandò, di nuovo, retoricamente il mago.

«Emh... S-Sì...» -annuì Ran. Kaito allora liberò la visuale, verso alla scrivania del detective Kogoro, per mostrare che su di essa, era posta un Orchidea bianca. Ran ne fu entusiasta e provvide subito a mettere il fiore in un vaso pieno d'acqua - «Davvero Meraviglioso, i miei complimenti» - ripeté Ran, con gli occhi luccicanti di meraviglia.

«Nah, trucchetti da quattro soldi» - borbottò il Detective Mori, dopo aver osservato il tutto. Conan in quel frangente si trovò perfettamente d'accordo con lui. Il trucco era banale, ma il sorriso di Ran, inibì le polemiche del piccolo Sherlock Holmes del nuovo millennio.

«Adesso che ci penso, come mai qui Kaito-kun?» - domandò Yukiko, spizzicando un paio di cracker di riso.

«Una mia compagna di classe, è sparita nel nulla ed ho chiesto l'aiuto del Detective Kogoro per ritrovarla» - spiegò brevemente Kaito.

«Cavoli, quindi ti ho interrotto durante il lavoro, scusami tanto Kogoro-kun» - disse Yukiko, parlando con una mano davanti alle labbra, con fare mortificato. Kogoro la rassicurò, allora lei riacquistata la serenità, si rimise a chiacchierare - «Allora, questa compagna di classe?» - chiese incuriosita.

«Si chiama Aoko Nakamori, è la figlia dell'Ispettore della seconda Divisione, che si occupa del caso di Ladro Kid» - spiegò Ran, porgendo una tazza di te alla mamma di Shinichi.

«Capisco...» - disse Yukiko, sorseggiando il suo tè - «Posso vederla?»

«Certo, nessun problema.» - così dicendo Kaito sbloccò il cellulare, mostrando la foto di poco prima, anche a Yukiko, non sapendo di essersi condannato con le sue stesse mani.

«Come siete carini!» - esclamò Yukiko, sorridendo - «Vero, Ran-chan?» - chiese rivolgendosi alla ragazza, ella annuì.

«Già, proprio una bella coppia!»
 

Kaito cercò di trattenersi da una reazione melodrammatica, dettata dall'imbarazzo. Mantenne la sua Poker Face e semplicemente mosse le mani per dissentire - «No, no, non è come pensate. Siamo solo amici d'infanzia»

«E pensi un po, persino vicini di casa... è inevitabile» - disse Ran con leggera aria di superbia.

«Tu lo sai per esperienza, vero Ran-chan?» - la imbeccò Yukiko, sorridendo divertita all'affermazione della ragazza.

«Come, ma no, si sta sbagliando!» - cercò di difendersi Ran arrossendo per l'imbarazzo. La donna, sorrise continuando a prendere in giro la ragazza, che inutilmente cercava di cacciarsi fuori da quel pasticcio, in cui era cascata, praticamente da sola.

Alla fine di quel piccolo “battibecco” Yukiko sì alzò dal divanetto dell'Agenzia con il sorriso sulle labbra - «E' stato veramente bello rivedervi e rincontrare anche il giovane Kaito-kun. Ma ora è tempo per me di andare.» - disse la donna.

«Come, così presto?» - chiese Ran con tono rattristato.

«Eh, sì, purtroppo. Yusaku ha bisogno della sua bella mogliettina» - disse facendo loro l'occhiolino.

«Un attimo solo, Signora Kudo» - la fermò Kaito avvicinandosi a lei - «Potrebbe farmi un autografo? Sa, mia madre è una sua grande fan ed il suo compleanno è vicino, quindi le farebbe un grande regalo.» -chiese il ragazzo grattandosi la nuca.

Yukiko favorì a Kaito il suo autografo, che fece su del fazzoletto del ragazzo, che egli aveva in tasca, con ciò, l'attrice salutò tutti quanti, schioccando un bacio sulla fronte dell'amato figlio, Shinichi, ritornato bambino. Dopo che la donna, si dileguò, uscendo in strada. Tutti tornarono alle loro precedenti posizioni, parlando ancora un po, della visita della “Baronessa della notte”; diversi minuti dopo, Conan prese, la parola dopo un gran periodo di silenzio, come gli aveva ordinato il dottore, per far passare più velocemente il raffreddore.

«Comunque Ran-nēchan, cosa stavi dicendo poco fa? Prima che arrivasse la Zia» - Conan intervenne incuriosito dalla precedente affermazione della ragazza, quindi la riportò a quel discorso.

«Huh?» - Ran rifletté un attimo - «Ah, già. Ricordate quando, diverso tempo fa, in occasione del annunciato furto da parte di Ladro Kid della Black Star della famiglia di Sonoko, vi dissi di aver visto, in centro un ragazzo identico a Shinichi, in compagnia di una ragazza?»

Conan annuì e Kogoro brontolò - «Che cosa centra adesso quella vecchia storia?»

«Bé, aveva ragione Conan, non era affatto Shinichi.» - Ran si rivolse verso Kaito, sporgendosi sorridendo - «Scommetto che era Kuroba-kun, in compagnia della figlia dell'Ispettore. Ho indovinato?»

Kaito ci rifletté su. Effettivamente, qualche giorno prima del colpo, aveva fatto un sopralluogo della sala della mostra, portando con sé una gioiosa Aoko - «In effetti, è vero, siamo andati alla mostra della Perla Nera, prima del giorno annunciato dal ladro...» - ammise, grattandosi la guancia destra.

«Lo sapevo!» - disse lei, allontanandosi verso la scrivania del padre, appoggiandosi di nuovo, ridacchiando, pensando che i due avessero avuto un appuntamento romantico..

Kaito, trattenne un sospiro e mise la mano in tasca per cercare il suo fazzoletto, ma frugando in essa, oltre al pezzo di stoffa in questione, trovò anche un rettangolo di carta, con su un simbolo scarabocchiato. Come aveva potuto dimenticarlo, era un tassello importante del puzzle! Kaito allora lo pose sul tavolino e prese la parola.

«Scusate, mi sono appena ricordato un dettaglio importante. Stamattina, l'Ispettore Nakamori, ha trovato questo tra la sua posta» - disse spingendo verso Kogoro il rettangolo bianco al quale si riferiva. Il Detective, vide che nel lato anteriore vi era scritto un messaggio, – che tuttavia non si prese affatto il disturbo di leggere – , lo rigirò tra le mani e notando il simbolo, sgranò gli occhi, esclamando fragorosamente.

«Cosa?! Kaitō Kid?!» - attirando l'attenzione di Ran che si avvicinò al padre per vedere il biglietto. Nel mentre, lo sguardo di Conan si assottigliò in un espressione interessata.

«E' vero, sembra proprio un avviso di Kid!» - confermò Ran per poi leggere ad alta voce il testo del biglietto:



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“Sua figlia e nelle mie magiche mani,

se ci tiene a rivederla, porti 1 milione di Yen in contanti,

alle cinque di questo pomeriggio, al cesto

 

-Kaitō Kid”


 

«Ma questo messaggio non ha senso!» - sbottò Kogoro - «Di quale cesto parla? Pretende che inseriamo un milione di Yen, in tutti i cesti dei rifiuti della città? Tsk...» - l'uomo fece scivolare il biglietto sul tavolino di vetro, finendo esattamente al centro di esso.

E chiaramente un falso” - pensò Conan - “La firma e la figura sul retro, sono nello stile di Kid, ma quel messaggio... non c'è alcuna possibilità, che sia opera sua” - pur essendo convinto di ciò, si allungò verso l'avviso, fotografandolo, sia nella parte anteriore, che posteriore, in modo da tenerlo sempre sott'occhio.

Kaito osservò il bigliettino, con un'espressione stizzita - “Come sarebbe a dire “Magiche mani”?!. Cavoli, ma che razza d'idiota ha rapito Aoko? Se ha scritto un messaggio del genere, non è assolutamente sveglio. Se ragiona come scrive, per lo meno, non dev'essere in grado di farle nulla di male. Poi,  che razza di avvertimento è? Se avessi mandato io questo messaggio – non che io rapirei mai Aoko, per chiedere un riscatto, ovvio – sarebbe stato qualcosa sulla linea di: “La principessa in blu, è rinchiusa nella torre, la polvere di fata è l'unica via di fuga, portala alla fine dell'arcobaleno, in una pentola oscura, prima che il sole incontri il mare, sul retro della castello incantato” o qualcosa di simile” - la riflessione di Kaito, gli dette una strana sensazione, come se un'intuizione fulminea, gli attraversasse la mente, in un lampo - “Sul retro... Forse...” - frettolosamente Kaito prese con il suo fazzoletto, il biglietto dal tavolino, ed una penna, appoggiata su di esso. Voltò il biglietto, in corrispondenza del simbolo di Kid e dopo aver verificato con una rapida controllata il punto esatto, cominciò a strofinare con la penna, scrivendo tratti paralleli, come nel vecchio trucco per scoprire cosa si è scritto sul foglio strappato da un blocco note, passando la matita su quello successivo - “Non sono affatto dei professionisti, questo è chiaro. Sono stati bravi, ma sono dei dilettanti. Quindi se ho abbastanza fortuna potrei trovare-” - Quando Kaito ebbe finito, dei caratteri Kanji emersero nel punto in cui tracciò delicatamente con la punta della penna, come aveva immaginato, adesso, l'ultima riga del messaggio, si faceva decisamente, più comprensibile -”...una cancellatura, della bozza del messaggio che indica il luogo della consegna del riscatto”.

«Ehi, ma si può sapere che cosa ti è preso, maghetto da due soldi?» - sbuffò Kogoro indignato - «Guarda che quella è una prova, non puoi scarabocchiarci sopra come ti pare e piace!»

Conan osservate le manovre del ragazzo, ne fu stupito, aveva avuto la stessa intuizione, ma il mago era stato più veloce di lui ad applicarla al foglietto. Conan, allora si avvicinò al ragazzo, con aria innocente, sfilandosi la mascherina dalla faccia, che poggiò sul tavolino - «Sei proprio un Mago, hai fatto apparire una parola sul foglio! Hai visto Zietto, come per magia, sul retro è comparsa la parola “Parco”. Ecco dove vogliono che venga consegnato il denaro! Kaito-niichan, sei stato fantastico!»

Certo, certo, non mi loderesti mica così tanto, se sapessi chi altri sono” - disse con un risolino ironico sul volto - “E poi non chiamarmi “Niichan” (Fratellone), detto da te suona strano!”

«Quindi vogliono che consegniamo il denaro in un parco, molto bene, ma quale tra il parco di Haido e quello Beika secondo voi due sapientoni?» - domandò Kogoro, con un espressione superba in viso.

«Bé difficile a dirsi...» - commentò Kaito a quella domanda.

«Questo è facile» - intervenne prontamente Conan - «Basterà ricostruire il percorso fatto della Signorina, scommetto che il parco di cui parlano, non può essere tanto lontano, dalla strada che è solita fare per tornare a casa» - disse sorridendo - «Ran-nēchan, puoi portarci per favore la mappa della città, un pennarello ed un foglio trasparente?»

«Ma certo Conan-kun» - la ragazza sorrise e dopo qualche minuto, portò l'occorrente richiesto dal bambino - «Ecco a te»

«Grazie» - replicò ricevendoli.

«Ottima pensata» - affermò, Kaito, mentre tracciava il percorso da Casa di Aoko a scuola con un pennarello rosso, sulla carta trasparente sovrapposta alla mappa - «Se ragioniamo così...» - disse cerchiando la zona del parco, meno distante da casa di Aoko - «Non può essere altro che il parco Beika.»

Kaito ebbe a mal appena il tempo di concludere la frase, che un suono frenetico di passi, rimbombarono presso la porta dell'Agenzia, qualche secondo dopo, un Ispettore Ginzo Nakamori, meno sconvolto nell'aspetto, di quello che Kaito aveva visto quella mattina, ma comunque estremamente agitato irruppe nella stanza, urlando - «Allora, ci sono novità, Detective!?»

«Oh, Ispettore Nakamori!» - Kogoro, si alzò vedendolo - «Bé, abbiamo scoperto che i rapitori vogliono, che il riscatto di un milione di Yen, in un cesto dei rifiuti nel parco Beika» - spiegò.

«Bene, allora chiamerò la centrale e mi farò dare quella somma! Così attrarremo quei farabutti in trappola, gli incastreremo e faremo sputare fuori loro, dove tengono nascosta la mia povera bambina» - disse ciò con enfasi e Kaito lo guardò con quel suo ghignò ironico, che sorgeva sul suo viso, in situazioni simili-

Ed io cosa ti ho detto sin dall'inizio, sciocco Ispettore di terza categoria?” - bofonchiò tra sé e sé Kaito.

«Naturalmente, vi darò anch'io tutto l'aiuto possibile» - replicò Kogoro, con un'enfasi simile. I due esultarono, come se tutto fosse già risolto, esattamente come Kogoro all'arrivo di Kaito, che vennero squadrati da sguardi increduli, dallo stesso Kaito e da Conan e Ran.

Le risate dei due uomini, furono interrotti dalla suoneria improvvisa di un cellulare, che riecheggiò per tutta la stanza. Il suono proveniva dal dispositivo, lasciato sul tavolinetto di vetro, dal giovane Kuroba tempo prima - «Oh, è il mio, scusate...» - disse prendendolo in meno e accettando la chiamata senza neppure osservare il nome sul display - «Pronto?» - chiese con un tono a metà tra l'indifferente e l'apatico, poi di colpo l'espressione del suo viso mutò ed esclamò, con voce tonante - «Aoko!»


















Riferimenti:
Testo
•EP n° 472-473  (512-513) di Detective Conan.
•EP n° 76 (78-79) di Detective Conan.
•EP n° 4 di Magic Kaito 1412


Originali
Biglietto di Kaitō Kid.
   
 
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