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Autore: damnslyth    08/08/2017    3 recensioni
Sono passati sette anni da quando la famiglia Malfoy è stata dichiarata uccisa dai Mangiamorte Superstiti.
Sette anni da quando Rose ha tentato di continuare la sua vita senza Scorpius, portandosi dietro un grande dolore, un segno del tempo. Ma, quando finalmente le cose sembrano andarle per il verso giusto, qualcuno arriverà per sconvolgerle la vita e nuove insidie, dopo anni di pace, saranno pronte a incombere nel Mondo Magico.
{Questa storia è il seguito di Unexpected, mai completata. Verrà ripresa attraverso flashback, ricordi, e narrerò cos'è accaduto dagli avvenimento del suo ultimo capitolo al primo di Sign of Times. Non è fondamentale, ma sarebbe consigliabile leggere anche Unexpected.}
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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SALVE a tutti!

Come promesso nell'ultimo capitolo di Unexpected, sono tornata ;)
Sono entusiasta e spero questa storia vi piaccia... ci sto lavorando molto.
Dunque, Sign of Times è il seguito di Unexpected, mai completato. Come scritto 
nell'introduzione,
non è fondamentale aver letto Unexpected, ma
consigliabile. Insomma, penso possa essere interessante
scoprire come Rosetta e Scorpioncino 
si siano conosciuti e sia nata la loro storia d'ammmore!
E anche vedere come si sono 
evoluti i vari personaggi. A proposito di questo: i protagonisti, oltre alla nostra 
indiscussa Rose, saranno i soliti Albus, James, Lily e Dominique.
Alcuni, 
come Josh e John, non saranno più presenti, altri, come la nostra amata Alice Paciock, sì! Ma vedremo se sarà
ancora innamorata persa o no di James...
Alphard Ruslan, soprannominato Alan, rimarrà, ma apparirà più avanti
nella storia. 
Ci sarà, ovviamente, tutta la famiglia Weasley-Potter e anche Lovegood-Smith. 
Zachary Nott, primo cugino di Scorpius e storico fidanzato di Dominique, non sarà più uno dei personaggi
principali, ma lo vedrete comunque. 

Per coloro che non sanno chi siano tutti questi tizi o non hanno mai letto il prequel Unexpected, non preoccupatevi:
li conoscerete man mano. Per quanto riguarda la 
storia, ve la riassumo sotto:


SPOILER UNEXPECTED:

Rose, a metà del sesto anno di Hogwarts, decide di aiutare la cugina Lily a farle ottenere un appuntamento con l'impenetrabile Scorpius, ma l'operazione non risulta per nulla facile: a parte Albus, nessuno sembra avergli mai proferito parola, e a parte le lezioni, nessuno sa dove passi le sue giornate. Così inizia la caccia al Malfoy e grazie alla sfacciataggine, grinta, energia ed impulsività, Rose riesce a intrufolarsi nella sua vita senza permesso e abbattere uno ad uno i muri che da sempre ha innalzato verso chiunque, venendo a conoscenza del fatto che si porta un grosso fardello alle spalle: l'amata mamma, Astoria Greengrass, è stata rapita da mesi da alcuni Mangiamorte Superstiti. Scopre la Stanza delle Necessità, luogo dove lui trascorre la maggior parte del tempo da solo, e si ritrova presto innamorata di quel biondo così enigmatico, riservato e silenzioso ma dall'animo grande e dolce, completamente opposto a suo padre. Reprime i sentimenti per correttezza verso la cugina Lily, riesce a farle ottenere l'appuntamento desiderato ma questa, come prevedibile, molla la presa e si prende una cotta per qualcun altro, comprendendo che Scorpius non è per nulla il suo tipo. Rose, sollevata, inizia allora il suo intricato, sofferente e frustrante percorso verso Malfoy che fa un passo avanti e cinque indietro, ma alla fine, durante una vacanza con Zac, Albus e Domi, a casa della nonna di quest'ultima in Francia, si dichiarano reciprocamente -dopo mille peripezie-.
Comincia la loro relazione e l'ultimo anno di Hogwarts, con un nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure sospetto, perciò la Preside McGranitt decide di aumentare la sicurezza a Hogwarts assumendo Ted Lupin come Auror che protegga la scuola, affiancato da James che ha appena iniziato l'apprendistato per diventare professionista come lui (James, Fred e Dominique sono coloro che hanno finito l'ultimo anno l'estate appena trascorsa).
E poi... nulla, perché non l'ho conclusa.

 


Bene, direi che ora siete pronti a inoltrarvi in questo nuovo racconto! Il capitolo è una slice-of-life introduttiva che ha il compito di darvi il quadro generale di cosa sta accadendo, con un colpo di scena che chissà se indovinerete... eheh
La narrazione vera e propria inizierà ad articolarsi nel capitolo successivo. Spero apprezziate questo assaggio!

 

Buona lettura bellezze,
semper fidelis,

damnslyth


PS: il titolo della storia è la stessa della canzone di Harry Styles uscita recentemente,
      perché la adoro e penso possa essere la colonna sonora di questa creazione.
      Per cui, quando la ascolterete, pensate alla nostra Rose <3








                                                        
Sign of Times




        Gonna bianca, a vita alta che racchiude

        una camicia celeste e formale,

        capelli rosso-castano,

        due occhi azzurri e segnati,

        un sorriso luminoso, rassicurante, deciso,

        così ci appare Roseline Weasley,

        la nuova Direttrice della Confederazione

        Internazionale dei Maghi (C.I.M.).

        Ex Auror, dopo aver dato le dimissioni si è

        cimentata in un lavoro più mentale, conferendole

        responsabilità diverse dal dare la caccia ai maghi oscuri.


 Ha ottenuto quest'importante posizione il mese scorso, ma oggi, 1 Aprile, ventisei anni appena compiuti quattro giorni fa, è ufficialmente in carica. Oltre a dover essere un'ottima diplomatica e trattare importanti questioni magiche con l'estero, Rose -così come si fa chiamare da tutti- sarà il braccio destro del Primo Ministro. Di fronte al suo nuovo importante lavoro, appare entusiasta: << Sono felice di essere stata votata dalla maggioranza dei Membri del Ministero. So che sarà un compito arduo e importante, soprattutto perché sarò la più giovane, ma mi sento pronta >> dichiara con euforia. << Fosse stato fino a poco tempo fa, avrei rifiutato per via del mio temperamento spesso troppo impulsivo e immaturo, ma sono cambiata e mi sento adatta a cooperare con diplomatici di tutto il mondo magico per questioni riguardanti la salute, la società e in parte la politica >>. Infine, aggiunge: << Il Primo Ministro crede molto in me e pensa che sia ora di dare a noi giovani nuove posizioni importanti al Ministero. Non posso che essere d'accordo con lui: per quanto inesperti rispetto a Membri più anziani, possiamo portare una ventata di novità, energia ed entusiasmo. Ciò non toglie che, ovviamente, necessitiamo comunque del bisogno di maghi e streghe più grandi e saggi >>.

Dinanzi a una giovane così preparata, avvincente e determinata, non possiamo che fidarci delle sue parole. In bocca ai Licantropi, Supremo Pezzo Grosso*, e ricorda che contiamo su di te.


* Il Supremo Pezzo Grosso è il nome
del Capo della Confederazione.
La C.I.M. corrisponde all'Organizzazione
Babbana delle Nazioni Unite.

 

A cura di
Liberty Thomas



                                                                 *   *   *
 

Erano le 7.27. La sveglia non aveva ancora smesso di suonare, tuttavia non riuscivo ad allungare la mano per spegnerla. Ero davvero stanca.
La giornata precedente l'avevo passata tra firme e congratulazioni per il mio nuovo incarico al Ministero. Ero entusiasta, senza dubbio, ma... che fatica! In più, da un paio di notti dormivo turbata. Di nuovo. Non riuscivo a evitare di svegliarmi più volte e poi riprendere a vagare nel mondo di Orfeo, ma ciò non mi consentiva comunque di avere un ritmo di sonno continuo e rilassante. Non ricordavo cosa sognassi, ma sapevo di farlo.

Sbadigliai e mi stiracchiai, con il lenzuolo attorcigliato alle gambe. Per quanto fossero passati molti anni, in certe cose non ero cambiata per niente -tipo la poca grazia nel fare le cose-; restava di fatto che avevo almeno imparato a smettere di inciampare ogni tre secondi. E meno male, altrimenti che razza di Supremo Pezzo Grosso sarei stata, se non fossi in grado nemmeno di stare in piedi?
Mi alzai assonnata, dando il via alle solite routine. Doccia, denti, capelli... e mi affrettai, perché mi resi conto di essere in ritardo. Certe gaffe non me le potevo più permettere.
Optai per una camicietta a fiori e colorata, pantaloni neri eleganti e un poco svolazzanti, sandali -era iniziata la primavera-, e capelli legati in una treccia laterale e sbarazzina.

Presi la colazione nel solito bar sotto casa mia, un appartamento open space in una cittadina sia Babbana che magica nella periferia di Londra, e lo mangiai prendendo il bus giusto in tempo. Essendo figlia e nipote dei salvatori del mondo magico, ho sempre passato la vita sotto lo sguardo altrui, ma negli ultimi anni la situazione era degenerata. Giornalisti appostati per fotografarmi, articoli a volte falsi e screditanti, altre più simpatici, ma la mia vita privata era diventata quasi inesistente, specialmente dopo quello che era successo l'ultimo anno di scuola a Hogwarts. Per cui al tempo avevo deciso, con molta saggezza, di andare a vivere in un posto più tranquillo lontano da occhi indiscreti, ma non troppo distante da Godric's Hollow, dove vi risiede la maggioranza della mia famiglia. Una scelta che soprattutto in vista del nuovo lavoro, ringraziai di aver intrapreso. Anche per la faccenda Materializzazioni preferivo eseguirle in posti sicuri e isolati, e a questo proposito ogni mattina prendevo mezzi di trasporto babbani per recarmi in un vicolo predestinato e puf! catapultarmi al Ministero.

 

<< Rose, cosa ci fai qui? >>. Henry mi guardò accigliato, gli occhi verdi puntati su di me, i riccioli nocciola per il capo, intento a scrivere qualcosa -da in piedi- sulla scrivania.

<< Che domande fai? Ci lavoro >> risponsi, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Si alzò cercando di non scoppiare a ridermi in faccia. Non compresi e lo guardai un po' dubbiosa. Ci scrutammo in silenzio, lui che sempre più a stento tratteneva le risate, e io sempre più perplessa e un tantino irritata.

<< Hai dimenticato che ormai non lavori più qui? che hai uno studio dall'altro lato? che oggi è il tuo nuovo giorno libero e che, in ogni caso, hai orari diversi? >>.

A ogni domanda, mi sentii sempre più piccola. << Dannazione >>. Ma che figure mi faccio? Lo ringraziai distrattamente e mi fiondai nel mio presunto ufficio a prendere la pergamena magica con i nuovi orari e deleghe, afferrai un caffé dal vassoio svolazzante e mi incamminai per scendere, promettendomi che sarei stata più attenta la prossima volta. Qualcuno mi toccò la spalla:

<< Albus?! Che ci fai qui oggi? >>.

<< Qualche straordinario, e papà ha dimenticato il pranzo >>.

Albus faceva parte della Squadra Cancellazione della Magia Accidentale. Aveva deciso di intraprendere studi e carriera molto all'ultimo, dopo un lungo periodo di dubbi esistenziali e dilanianti che gli avevano fritto il cervello -e reso la vita di noi, suoi parenti, un inferno-. Zia Ginny gli aveva suggerito qualcosa in campo, essendo molto bravo in Incantesimi e scaltro da gestire situazioni caotiche, ma lui aveva borbottato qualcosa alla “Eh certo, non sono abbastanza Potter da fare l'Auror, allora mi proponi lavori a caso” per poi rendersi conto, una volta imboccata la strada, che non era facile per niente. Il suo primo intervento come apprendista l'aveva portato ad avere un colpo di fulmine per una ragazza Babbana, e il doverla guardare negli occhi mentre la obliviava lo aveva indotto a riflettere molto sul suo percorso lavorativo. Per quanto avessi insistito nel saperne di più su questa sua presunta -e unica- pseudo fiamma, non apriva bocca nemmeno sotto pressione psicologica.
Oltre a lui -e ai miei genitori più zio Harry-, al Ministero si aggirava anche mia cugina Lucy che lavorava al Wizengamot -e dov'altro avrebbe potuto stare, una strega dedita alla legge e alle regole come lei?- e James, indubbiamente Auror, come Teddy e Victoire. Pure Domi era diventata un'eccellente Auror, ma operava più in Francia che in Inghilterra; tuttavia capitava spesso di incrociarla per la sede, me ne accorgevo perché sentivo James bigonellare una bionda eterea cuginetta-fatina. No, i ventisette anni non lo avevano reso per niente maturo. Ci speravate?


<< Ah >> annuii distrattamente, stropicciandomi un po' gli occhi e dimenticando di averli truccati.

Albus mi scrutò con profondità e lieve preoccupazione: << Rose.. ti sono tornati? >>.

<< Che? >> accigliata, realizzai la sua domanda e scossi la testa. << No, no Al. Non preoccuparti. Non è quello >>.

<< Mmh >> sorrise un poco, prima di guardare l'ora << cerca di rilassarti, allora, e di non stressarti troppo per il nuovo incarico. Devo andare, passo a trovarti più tardi >> e corse via a portare il pranzo al padre.
Rimasi a guardare il vuoto per qualche istante, prima di riprendermi e scendere le scale.

 

 

Mentre spingevo la porta girevole dell'androne principale per uscire, mi imbattei distrattamente in qualcuno che stava entrando. Stavo per chiedere scusa, quando alzai lo sguardo e sentii un battito mancato; il tempo parve rallentare per qualche istante.
Un uomo di circa la mia età, alto, muscolatura asciutta ma con spalle relativamente larghe, mi stava guardando intensamente attraverso i suoi indecifrabili occhi nocciola. Era un volto del tutto sconosciuto, un volto dai lineamenti irrealisticamente perfetti, fini, con la pelle diafana, il naso regolare e i capelli biondo grano. Non seppi perché -o meglio, non sul momento-, ma un inspiegabile brivido mi percosse il corpo. Aveva un'espressione gentile ma ermetica, tuttavia non riuscivo a capire perché mi incutesse qualcosa di indefinito, sottile, misterioso e inquieto. E, non seppi perché, ma la sensazione fu che mi conoscesse fin troppo bene.
Tentai un “scusa” poco convincente, e non mi rispose, andandosene e disperdendosi tra la folla. Restai a osservare il punto in cui era sparito, promettendomi che avrei indagato sulla sua identità, prima di fermarmi da sola. “Aspetta un attimo, Rose... non è più tua competenza, non sei più Auror e non puoi giudicare da un primo impatto. Lascia perdere”e uscii.

 

                                                                                  * * *

 

Al e Lily sarebbero venuti a cena da me, perciò passai al supermercato babbano per comprare qualcosa di appettibile. Ero rimasta negata a cucinare, e tranne per le volte in cui qualche gentile parente mi lasciava in dono teglie di ottimo cibo, tendevo a comprare roba molto semplice da preparare -spesso surgelata, lo ammetto, e si vedeva dai chiletti di ciccia in più che coronavano fianchi e vita-. Mi promettevo sempre che avrei iniziato a mangiare cibo sano come faceva Domi, diventata vegetariana e dispensatrice di ottime ricette buone e nutrienti, ma nulla, quella volontà sembrava non giungere mai.
Uscii dal negozio con un sacco della spesa tra le braccia, quando la solita signora senza dimora che chiedeva l'elemosina di fianco alla porta mi tese la solita mano, e io le diedi la solita moneta. Ma questa volta, mi fermò, afferrandomi il polso e guardandomi con i suoi occhi scuri e lucenti.


<< Lei, milady... ha qualcosa di speciale >>. La fissai un po' stupita e confusa, per poi pensare che fosse un modo per ringraziarmi dei soldi che spesso le porgevo, e sorrisi, ma mi interruppe. << E' protetta, è protetta dall'Amore >>. “Mah, a dire il vero sono sempre stata disgraziata in campo”. << e l'Amore tornerà, ma ricordi: tanta più luce è presente, tanto più forte sarà l'oscurità che vorrà infiltrarsi. E voi, milady, di luce ne avete molta >>. E voi? era passata da darmi del lei a darmi del voi? o intendeva me e qualcun altro? ma chi? mi sarei innamorata di nuovo, finalmente? ma a cosa sto pensando? Sono tutte baggianate. Non puoi credere a quello che dice una pseudo cartomante babbana.

<< G-grazie.. >> abbozzai un sorriso e me ne andai, notando che la signora continuava a fissarmi come preoccupata. “Che storia” pensai; nonostante ciò, mi lasciò lo stesso una strana sensazione addosso, a cui, però, non diedi importanza.

 

 

Ficcai le lasagne surgelate a scaldarsi nel forno e lasciai che il tavolo si apparecchiasse da solo con la magia. La musica di quei babbani dei Muse che adoravo, e che avevo messo per tutta casa, avrebbe dovuto darmi la spinta e carica, ma continuavo a sentirmi stanca e moscia.
Notai dal riflesso del forno qualcosa che brillava tra i miei capelli, e mi recai in bagno per guardare meglio dallo specchio cosa fosse. Era un capello bianco. Andai in palla -letteralmente-, e iniziai a disperarmi. GIA' DA ORA?? SONO COSI' VECCHIA? per poi ricordarmi che mi era già successo di vedermene sbucare nei periodi sotto stress. Che strano, eppure sento di star bene ultimamente. Sarà mica che mi sto arrovellando per qualcosa a mia insaputa?

Non ero mai stata una ragazza particolarmente instrospettiva, chi mi aveva conosciuta e seguita a Hogwarts lo sapeva fin troppo bene. Studiosa, sì, molto riflessiva in amore -paradossalmente-, ma per il resto un'impulsiva accanita che si cacciava frequentemente nei guai, spesso a sua insaputa, opera delle conseguenze dei gesti a cui spesso non pensavo. Una volta qualcuno mi disse che amava il modo in cui affrontavo la vita: sempre vivendo il presente, mai proiettandomi nel passato e nel futuro. Ed era vero. Era una caratteristica che anche io avevo amato di me stessa. Avevo vissuto spensierata, pienamente, fino in fondo, senza timori o limiti, travolgendo tutti con la mia energia e felicità innate. E se qualcosa non andava, avevo sempre avuto la forza e positività giuste da affrontare qualunque problema.

Abbozzai un sorriso triste mentre mi guardavo allo specchio: << Chissà, Scorpius, se lo avresti mai detto che sarei cambiata così tanto da arrovellarmi il cervello per qualsiasi cosa e diventare riflessiva e incerta. Forse ora capisco meglio cosa significhi essere introversi com'eri tu >>. Staccai il capello bianco con cautela, prima di aprire la finestra e respirare aria di primavera in silenzio, parlando ad alta voce. << Sta di fatto, Rose, che non sei ancora del tutto in grado di entrare in contatto con te stessa o non ti sfuggirebbero malesseri latenti. Devo imparare a conoscermi di più >>. Non è forse quello che fanno le persone per tutta la vita?
Risi da sola all'idea di cosa avrebbero pensato gli altri vedendomi parlare da sola, poi andai alla porta: Al e Lily erano arrivati.

 


Al si stava abbuffando affamato, mentre Lily era seduta a gambe incrociate sul divano e mangiava composta e rilassata. Era diventata una bellissima donna, inconsapevolmente posata e piena di fascino come sua mamma e, con molta probabilità, anche sua nonna paterna. Al, invece, fisicamente non era cambiato molto, forse si era leggermente inspessito di più, ma la sua corporatura era sempre asciutta e il viso quello di un bambino angelico, con la differenza che ora, sul suo volto, appariva un accenno di barbetta, il giusto da renderlo più intrigante e meno infantile.

<< Sentite >> esordii, mentre stavo leccando via il ragù colato sulla mano. << Oggi mi sono imbattuta in un tipo un po' sospetto >> e ne descrissi fisico e sensazioni.

<< Ma chi? Lars? >> rispose Albus perplesso, con le sopracciglia aggrottate.

<< Lo conosci? >>.

<< Certo. Lavora al Ministero da un mesetto... E' un Magonò, ma ha doti intellettive sorprendenti, fuori dal comune, e l'hanno assunto come consulente. Gira per i vari piani a operare dove c'è bisogno di risolvere qualcosa di incomprensibile e che solo lui è in grado di fare. Dovete conoscerlo >>.

Rimasi un po' a pensare. Lily lo guardò: << Certo, Al, che sei sempre stato una calamita per gli individui indecifrabili e asociali >>.

Calò il silenzio. Lily si rese conto solo dopo di aver accennato all'amicizia con Scorpius, e vidi che si sentì tremendamente in colpa per aver riaperto una ferita profonda e mai guarita sia in me che nel fratello. Al mandò giù il boccone lentamente, guardando il tavolo, e io tentai di rompere quell'assordante assenza di rumori: << Beh, di sicuro la tua vita sociale, con individui simili, è più interessante della nostra. Ma sei comunque sicuro non abbia proprio nulla nulla di strano? >>.

Al sorseggiò la burrobirra: << No, Rose. Certo, non è proprio il classico tipo da chiacchiere e interazioni sociali, ma a parte questo e qualche strana fissa, è a postissimo, te lo garantisco >>.

<< Però, >> constatò Lily << Rose ci ha sempre azzeccato con le sue sensazioni, non a caso è stata un'ottima Auror al tempo, e tutt'ora dà una mano quando le chiedono opinioni su presunti maghi oscuri >>.

<< Ma ti ricordo, sorellina, che anche io ci ho sempre azzeccato >> rispose posando il piatto sul tavolo basso << e anche Domi; ciononostante, non si è mai accorta che Zac, ai tempi, faceva il doppio gioco tra noi e i Mangiamorte superstiti >>.

<< Non se n'è mai accorta perché Zac si era innamorato sul serio di lei >> sentenziò con disappunto, in difesa di nostra cugina.


Lily aveva ragione. Zachary Nott si era infiltrato tra di noi con il pretesto di passare informazioni ai suoi genitori e alla loro combricola, ma non aveva preso in considerazione l'idea di innamorarsi davvero di Dominique e fare amicizia con i suoi cugini. Aveva iniziato, perciò, a fare il doppiogioco anche con i Mangiamorte per salvarci in più occasioni, ma quando Domi aveva scoperto tutto -quella volta in cui eravamo andati in vacanza in Francia, a casa di sua nonna, e avevamo affrontato alcuni dei fantatici di Voldemort -, l'aveva immediatamente lasciato. Di conseguenza, Zac si era costituito poco dopo al Ministero della Magia denunciando i suoi genitori, se stesso e facendo qualche altro nome, tra cui la famiglia Selwyn, specialmente Samaire -la madre di Samantha, ex pseudo ragazza di Scorpius al sesto anno di Hogwarts-, la quale era quasi riuscita a diventare Primo Ministro. Erano stati tutti arrestati e portati ad Azkaban, ma la pena di Zac era durata cinque anni avendo evitato grandi tragedie grazie alle sue confessioni e non avendo mai ucciso o ferito nessuno. Da quando era uscito si trovava sotto libertà vigilata e viveva da solo in una cittadina dello Yorkshire.
Malgrado tutto, a causa dei suoi gesti e scelte si era persa l'occasione di salvare Astoria Greengrass, catturata dai Mangiamorte avidi di vendetta verso i Malfoy per aver abbandonato all'ultimo il Signore Oscuro, e un anno dopo era stata trovata morta.
A Rose tornò un ricordo di otto anni fa, durante la fine del sesto anno di Hogwarts:

 

[Dal capitolo 16 di Unexpected]

 

<< Dobbiamo dirlo agli zii >> affermò Dominique, alzandosi.

<< No! >> esclamò deciso Scorpius. Dominique lo fissò, sconcertata: << Sei matto? E se ce ne fossero altri? E se qualcun altro morisse? >>.

<< Perché devi sempre correre dalla tua famosa famigliola? >> sbottò secco. << Non possiamo per una volta risolvere noi? >>.

<< E come? >> li interruppe Albus, cogliendo la rabbia di Dominique e cercando un modo per non farla esplodere all'offesa, ma parve non funzionare perché lo evitò.

<< Forse il problema è tuo padre? >> disse la bionda più con affermazione. << Scommetto che non sa che c'eravamo anche noi. Ti toccherebbe affrontarlo >>.

<< Non darmi del vile >> enfatizzò alzandosi anche lui. << Perché lo sei anche tu dal momento che preferisci sputare problemi alla famiglia piuttosto che risolverli tu stessa >>.

Rose poté scommetterci: c'era qualcosa di ben oltre l'ambito dell'accaduto. Si capiva dagli sguardi che si lanciavano. D'altro canto, non aveva mai visto Scorpius così spavaldo e schietto.

Dominique lo fissò prima di cedere, con stupore di tutti: << Come vuoi. La risolveremo noi stessi, ma concedimi l'intervento di Ted >>.

<< Va bene >> rispose. << Purché non ci aiutino altri membri del Ministero se non lui >>.

<< Sarà fatto >> si unì Zac, guardandolo un po' rancoroso. C'era qualcosa che andava storto: troppi discorsi ambigui, troppa aria di sospetti. A Rose infastidiva assai: si sentiva leggermente irascibile e a stento trattenne la voglia di obbligarli con la forza a confessare cosa nascondevano i tre.

<< E' meglio dormire >> constatò Roxanne, alzandosi ed entrando. << Ho già fatto tutti gli incantesimi di protezione. Ci sveglieremo a turni con questo aggeggio che ho preso dal negozio per sorvegliare la zona. Prendetene uno e mettetelo vicino a voi. Notte >> ognuno obbedì ed entrò nella propria tenda.

<< Rose?! >> mormorò Albus, sdraiandosi nel sacco a pelo accanto al suo.

<< Mh? >> chiese, guardandolo.

<< Tutto ok? >>.

<< Sì >> sbottò a bassa voce. Albus, nonostante la situazione, rise un po'. Lo fissò: << Ti sembra il momento di... >>.

<< Lo so, lo so >> la interruppe. << Ma sei buffa perché nonostante quello che è successo riesci ancora ad arrabbiarti per una cosa simile >>.

<< Allora l'hai notato anche tu! >> esclamò fissandolo.

<< Ovvio, mica sono scemo. E' una cosa riguardo il rapimento della madre... >> ma si interruppe, rendendosi conto che forse doveva smettere. Rose si alzò a sedere: << Parla >>.

<< No! >> borbottò coprendosi. Lo scoprì e lo costrinse di malagrazia a voltarsi verso di lei, fissandolo di sbieco: << Fallo >>.

<< Quando hanno rapito Astoria, Dom e Zac erano nelle vicinanze e avevano saputo la notizia, ma al posto di intervenire chiamarono gli Auror >> confessò a bassa voce. << Scorpius ce l'ha con loro perché pensa avrebbero potuto fare qualcosa >>.

<< E infatti avrebbero dovuto! >> disse sconcertata.

<< Scherzi? >> esclamò Albus, scettico. << Avevano morte assicurata! >>.

<< No, se li avessero seguiti furtivi o attaccato saggiamente >> constatò.

<< Tu sei matta >> annuì senza parole. << Sono ex Mangiamorte! >>.

<< Come puoi pensare di non intervenire in situazioni simili anche solo minimamente? Dov'è finito lo spirito di Godric Grifondoro? >> biascicò arrabbiata, e quando si rese conto di cosa aveva detto, si arrestò all'istante. Vide gli occhi di Albus velarsi di tristezza e si morse un labbro: l'aveva ferito. Il cugino volse lo sguardo verso l'entrata della tenda e, anche se non riuscì a guardarlo bene per il buio, dedusse che gli fosse uscita una lacrima perché si passò rapidamente una manica sulla guancia, poi si distese.

<< Mi dispiace >> mormorò mortificata.

<< No, è la verità. Sono la vergogna della famiglia: il vile in mezzo agli eroi coraggiosi >>.

<< Non dire così... >>. Non rispose più. Rose sospirò e poi pian piano entrò nel suo sacco a pelo: Al la lasciò fare, pensieroso; poi lei, messa su un fianco, lo abbracciò forte posando la guancia sul suo petto. La lasciò in quella posizione per qualche istante, prima di scostarla mettendosi su un fianco pure lui per rendere la stretta più forte: posò la fronte nell'incavo del collo di Rose e lo inumidì leggermente con un pianto silenzioso. Rose si sentì spezzare il cuore a ogni lacrima che percepiva e lo cullò dolcemente accarezzandogli i capelli, senza dire nulla, finché si addormentarono all'unisono. A volte i gesti valgono più di mille parole.

 

 

<< Potete, per favore >> iniziai a dire, con crescente voce tremante che a stento tratteneva la rabbia << smetterla di rispolverare il passato? E' controproducente far riferimento a cose avvenute un secolo fa >>.

Lily e Al ammutolirono e abbassarono lo sguardo. Lily mormorò delle scuse, mentre Al riprese il discorso Lars per smorzare la tensione: << Comunque, Rose.. non sei sempre stata tu a dire che non bisogna giudicare il libro dalla copertina? >>.

Credo si accorse di aver involontariamente aperto di nuovo il passato nel momento in cui Lily gli mollò un calcio sulle gambe. Era la frase che dicevo sempre a tutti in difesa di Scorpius quando lo schivavano per pregiudizi dovuti al suo cognome.

 

                                                                                           * * *

 

                                                                                  Sette anni prima

                                                                                        1 Aprile

 

Scorpius è scomparso da tre mesi. Cerco di non mollare, ma le giornate sono dure. La sua assenza è come un coltello che mi porto costantemente infilzato nel cuore, certe volte si sente con forti fitte, altre riesco almeno a respirare un po'.
Io lo so che è vivo: lo sento. E sto continuando a escogitare un piano per andare a cercarlo e salvarlo insieme ad Albus, Dominique e Lily. Ma non sarà così semplice: da quando hanno annunciato la morte di Astoria e ritrovato il corpo, la sicurezza a Hogwarts si è, se possibile, quadruplicata, e non posso avere accesso all'esterno.

Finisco un esercizio di Trasfiguazione, con un grosso groppo in gola e nello stomaco: dove sei, Scorp? Stai bene? Ti stanno torturando?
Poso il libro sulla scrivania e la mia fronte sopra di esso. Non riesco, non ce la faccio... sua mamma, l'unica persona che ha sempre saputo confortarlo e farlo sentire amato e accettato, è morta. Ripenso alle lettere che si sono scambiati negli anni e che lessi a casa della nonna di Domi quest'estate e non riesco a smettere di piangere. Come ti sei sentito, Scorp, quando l'hai saputo? Come hai sfogato la tua rabbia? Mi hai odiato per non essere stata lì accanto a te a confortarti e soffrire insieme, rendendo parte del tuo dolore il mio allo scopo di alleviarti il male? Perché è tutto così ingiusto? Avevi ragione quando in una delle lettere dicevi ad Astoria di essere una vittima del mondo che si ritrova a pagare le conseguenze delle azioni dei suoi antenati. Avrei voluto essere stata rapita insieme a te o al posto tuo, avrei voluto baciarti ancora una volta, dormire accoccolata al tuo petto, inebriarmi del tuo profumo così delicato e unico, dirti che ti amo e che non ti avrei mai abbandonato. Mai.

<< Come ho fatto a non accorgermene che ti stavano portando via? >> tremo in preda al dolore e rimorso. Mi accascio a terra e continuo a piangere, fino a quando Liberty Thomas e Kimberly Humnel, le mie compagne e amiche di stanza, mi sentono e raggiungono subito dal bagno, abbracciandomi forte, probabilmente con l'intento di alleviare il mio di male. Ormai sono abituate ai miei momenti down... capitano raramente, ma ci sono. Mi riprendo e asciugo le lacrime, ringraziandole, per poi abbozzare un sorriso: << Grazie, ragazze. Certi giorni è più dura di altri >> sussurro giustificandomi mentre loro si prendono cura di me e mi lasciano parlare. Faccio un bel respiro e raddrizzo la schiena, decisa, con uno strano luccichio negli occhi: << Qualunque cosa gli stia succedendo, tornerà da me. Lo so, lo sento, è vivo... ce la farà e potremo tornare insieme >>.

<< Ne sono certa, Rose >> dice Liberty fiduciosa e altrettanto sicura. << Anche io sento che è vivo. Scorp è molto intelligente, determinato e un eccellente mago. Se la saprà cavare e di sicuro il pensiero di sua mamma e di te gli permetteranno di sopravvivere e affrontare qualunque avversità >>. Annuisco complice e con un sorriso sincero, alzandomi, fino a quando sentiamo bussare alla porta. Apro: è James, con un'espressione funerea.

<< Rose, io... >> non mi guarda, e parla con voce flebile. << Vieni >>. Non replico né faccio domande, ma lo seguo in silenzio con Libbie e Kim.
Nonostante non sia ancora ora della cena, la Sala Grande è gremita di studenti e professori di tutte e tre le scuole. Mi siedo accanto ad Alice e Roxanne, nel tavolo con Lily, John, Alphard e Hugo. Louis è tra i Corvi e Al tra le Serpi.

<< Sicuramente è qualcosa riguardante il Torneo Tremaghi >> constata Lily, annoiata, buttando a tratti lo sguardo su Alphard.

<< E' probabile >> risponde John mentre mi osserva, capendo al volo che ero stata male. Continuiamo a fare supposizioni, finché la McGranitt, vestita di nero, prende parola. A lato, Victoire e Teddy sembrano stravolti. Che ci fanno loro lì? E tutti quei Auror? Non è forse il team che sta lavorando per trovare Draco e Scorpius? Sento qualcuno alle mie spalle: è Domi. Anche lei qui? Che sta succedendo?

<< Arriverò dritto al punto >> la voce della McGranitt è bassa e mesta, tuttavia ha qualcosa di strano << Oggi, con molto rammarico, devo annunciarvi la perdita di un vostro compagno >>.

Cala il silenzio, con brusii di sottofondo. Inizio a sentirmi il cuore battere all'impazzata e a sudare freddo, ma non posso lasciarmi sopraffare dall'agitazione. Al, dall'altra parte della sala, mi guarda disperato, come a chiedermi conforto e rassicurazione sul fatto che lo studente perso non è Scorpius.

<< Ieri sono stati trovati i... >> la McGranitt si ferma e posso osar dire di vederle gli occhi lucidi. Horace Lumacorno le stringe un braccio e lei si riprende << … i corpi senza vita di Draco Malfoy e suo figlio Scorpius. Putroppo, l'obiettivo dei Mangiamorte Superstiti è stato compiuto >>.

<< NO! >> Albus si alza in piedi e urla straziato e arrabbiato. James, che aveva passato tre quarti della sua vita a prendere in giro il fratello minore, si affretta nella sua direzione e lo stringe forte, come a contenergli lo squarcio di dolore che posso chiaramente vedere nel petto e volto di Al.

Sento qualcuno singhiozzare, Lily compresa, e la notizia colpisce anche Hugo e Louis, i due che non hanno mai potuto sopportare Scorpius a priori. Altri si commuovono, ma tutti, tutti, abbassano lo sguardo e fanno silenzio. Non ho mai sentito la Sala Grande così spenta e cupa. Dominique mi stringe le spalle, aspettando pronta una mia reazione. Non sento niente. Un profondo vuoto inizia a insidiarsi in ogni cellula del mio corpo e fisso insistentemente il tavolo. Sento gli occhi di tutti puntati addosso a me. Sento il sollievo nascosto che provano molti di loro nel non avere Malfoy come cognome e di conseguenza non essere morti. Morti... Scorpius e Draco non possono essere morti. No. Lo avrei sentito, in qualche modo. Di questo sono certa... SCORPIUS NON PUO' ESSERE MORTO SENZA CHE IO ME NE SIA ACCORTA! NO! CI DEVE ESSERE QUALCOSA...
Le orecchie mi fischiano, la vista mi si annebbia, la voglia di vomitare si fa forte, ma non so dove trovo la forza di alzarmi decisa e guardare in direzione dei professori e Auror, sicura e cosciente di me stessa.


<< Scorpius Malfoy non è morto. Siete dei bugiardi >>.


Se possibile, la sala si fa ancora ulteriormente silenziosa. Iniziano a guardarmi con compassione e pena, convinti che lo dica come reazione di difesa e rifiuto di fronte alla notizia shoccante. E forse sì, è una reazione del mio cervello per sopravvivere al dolore, ma in quel momento sono fermamente convinta delle mie parole, mi risuonano dalle viscere. E io mi affido sempre all'intuito.
Sento parole, sguardi di conforto e falsa empatia, ma Ted... Ted Lupin, lui mi guarda in modo diverso e indecifrabile.

 

* se interessati nel leggere lo scambio
epistolare tra Scorpius e Astoria, si
trova nel capitolo 20 di Unexpected -
Il Passato di Scorpius


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=963792&i=1 


Mi svegliai di soprassalto, sudata e con il cuore che batteva all'impazzata. Allungai la mano verso l'orologio di Topolino che mi regalarono mamma e papà per il primo anno di Hogwarts -e che da allora non tolsi mai dal polso-, per vederne l'ora: tre e mezzo del mattino.

<< Non è possibile, Rose, non è possibile. Calmati >> cercai di ripetermi, con gli occhi lucidi. Erano passati tre anni da quando avevo smesso di avere incubi. Costanti, ripetitivi, uguali, non mi avevano dato tregua, né lasciata vivere. Incubi su Scorpius. << Me lo sono sentito, oggi... c'era qualcosa in me che non andava. Ecco cosa >>.

Scesi dal letto e andai in cucina per scaldarmi del latte. Gli incubi erano iniziati un anno dopo la sua morte -dichiarata il 1 Aprile di sette anni fa-, precisamente quando compresi e accettai che era davvero stato ucciso, grazie a una prova di Alice. Il mondo mi era crollato addosso ed ero andata in crisi, cominciando quello che sarebbe stato il lungo e tumultuoso processo di sofferenza che mi avrebbe portato a un inesorabile cambiamento personale. E da lì, per molte notti, a periodi saltuari, facevo gli stessi incubi, così realistici e agonizzanti che ero dovuta andare per un periodo da una psicomaga: Scorpius che mi chiedeva aiuto, Scorpius torturato, Astoria morta. Ma i peggiori non erano i sopra descritti, no. Quelli che mi avevano lacerata vedevano uno Scorpius che mi diceva di essere vivo e tornava da me. Ero riuscita a non cadere in esaurimento nervoso dovuto all'assenza di sonno regolare grazie a una pozione soporifera, ma non sempre aveva funzionato. Comunque, come ho detto, per tre anni non si erano più presentati, a grandi linee in concomitanza con la perdita di lavoro come Auror e inizio di quello nuovo. Precisamente, quando avevo smesso di pensare a lui ed ero tornata a vivere, voltando pagina.
Pucciai qualche biscotto al cioccolato nel latte e li mangiai, imprecando quando macchiai il pigiama bianco con gli orsetti colorati che avevo addosso. Pensai fosse molto strano il sogno, era diverso dagli altri... era semplicemente un ricordo di qualcosa che avevo vissuto all'epoca. << Ma perché? Perché proprio ora? Forse è stata opera dei discorsi con Lily e Albus... ad ogni modo, posso farcela. Stavolta non cadrò nel baratro e ce la farò: ormai sono passati tanti anni dalla sua morte e anche se non lo dimenticherò mai, la mia vita sta andando avanti da tempo senza lui >>.
Diedi un rapido sguardo al calendario: era il primo di Aprile. Ecco giustificato il sogno: oggi cadeva il suo anniversario di morte. Feci un piccolo sorriso e ammirai la pioggia notturna picchiettare sulla finestra: nessun allarme, non sarei tornata a soffrire di nuovo per un segno del tempo passato e ormai chiuso. Anzi, magari qualcosa di grande e bello si prospettava per me: d'altro canto, l'aveva detto anche quella specie di vagabonda e sensitiva al supermercato.

 

 

                                                                                     * * *

 

<< Rose >>.

 

 

Una lieve e fresca brezza marina accarezzò il litorale deserto. Il mare era calmo e silenzioso, il cielo plumbeo e con qualche schiarita in lontananza. Si udivano solo le onde incespicare tra le rocce, e il sussurro di un uomo che pronunciava il nome di una donna ormai lontana.

 

Just stop your crying,
It’s a sign of the times.
Welcome to the final show,
hope you’re wearing
your best clothes.

 

Guardava la foto sulla Gazzetta del Profeta con occhi malinconici e sofferti. Ricacciò dentro le lacrime, impedendo loro di scendere, e posò il giornale sulla sabbia accanto a sé, non senza prima sfiorare il volto della donna che sorrideva con le proprie dita affusolate e chiare.
Finalmente ce l'aveva fatta. Un mese fa aveva chiesto al vicino di casa, il vecchio e strambo signor Wilkinson, se potesse passargli le edizioni del quotidiano una volta finite di leggerle. Aveva sperato ogni giorno di trovare immagini o notizie di qualcuno di loro, soprattutto di lei, ma il desiderio non sembrava volersi esaudire. E invece, stavolta, ci era riuscito.
Guardò il mare con i suoi occhi grigi e spenti, nonostante la giovane età, finché sentì una manina leggera e morbida toccargli la ispida barbetta chiara che riuscì a destarlo dai suoi pensieri.

<< Papà! >>. Sorrise dolce alla vista del suo ometto, quasi completamente la propria fotocopia se non fosse per il taglio e colore degli occhi. Diventare padre a ventun anni non era stata una passeggiata, ma senza ombra di dubbio, la sua salvezza. Quel piccolo gli manteneva l'anima in vita. Lo strinse facendogli il solletico, per poi lasciarlo sedere su di sé ad ammirare l'ambiente marino con lui.

<< C'è una lettera per te >>. La prese, aprendola molto sorpreso quando ne riconobbe il mittente.

 

Egregio Signor Collins,
in vista della mia seconda gravidanza e matrimonio,
la invito con famiglia al Castello di Gryffindor il giorno 2 Maggio,
ore 11, Godric's Hollow, per banchetto e festeggiamenti.
Considerate le circostanze ormai favorevoli alla vostra incolumità,
saremmo molto lieti di avervi con noi. Contiamo sulla vostra presenza.

Con affetto,
V.”

 

Guardò a lungo e in silenzio la lettera. Poi, con uno strano tremolio nella voce e rapida scintilla negli occhi, sussurrò: << Armand, dì alla mamma che ci andremo >>. Quando il bambino si alzò dalle sue gambe per correre dentro, e lui lo seguì con lo sguardo, il cuore non aveva ancora cessato di battere forte.

  
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