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Autore: Mikirise    09/08/2017    0 recensioni
In cui Lance è un poliziotto e odia i pompieri, Keith è un pompiere, e Allura vorrebbe soltanto che tutti loro andassero d'accordo.
[klance]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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È l'ennesimo incendio nel giro di pochi giorni.

Lance beve il suo caffè in silenzio, guardando come i marciapiedi già neri si siano oscurati ulteriormente e così anche gli alberi intorno alle case, sono carbonizzati. “Uhm” mormora, appoggiandosi alla macchina della polizia. Ci sono dei bambini in strada. Rimangono fermi a guardare un palazzo, con una palla in mano e la bocca aperta. E fa caldo.

Il sole splende non troppo alto in cielo e il cemento a terra riflette il calore. Dicono che non può essere altro se non l'ovvia conseguenza di questo. Un materiale anche soltanto un po' più infiammabile e le case vanno a fuoco. Potrebbe anche essere. Probabilmente è così. I bambini continuano a giocare per la strada, dopo aver studiato la situazione intorno a loro e Lance sorride di lato e pensa ai suoi nipotini, che più o meno fanno la stessa cosa. Corrono, studiano la situazione intorno a loro e poi ricominciano a giocare. Immagina sia una proprietà dei bambini. Lo faceva anche lui da piccolo. Rideva e correva e si sbucciava i gomiti e poi ricominciava a ridere. Riprende a bere il suo caffè, per nascondere il suo sorriso che si piega lentamente verso il basso.

Hunk sta aiutando a sistemare delle borse ad una vecchietta che sembra aver preso in antipatia Lance, e che non lo vuole da nessuna parte vicino a lei o alla sua famiglia. Lance non saprebbe dire il perché, ma non litigherà con una signora che ha appena subito un trauma. Quindi non può fare altro che rimanere in silenzio ed aspettare, mandare le informazioni che già ha a Pidge e scegliere come e cosa scrivere sui documenti che riguardano l'incendio. Tenere la mente occupata, in pratica. È quello che fa da quando ha capito cosa vuol dire dover dare spazio ai pensieri negativi. Non farlo in pubblico. Non dargli troppa importanza. Far fare loro il loro percorso. E non bere troppo caffè, perché fa male e non lo fa dormire la notte. Sono tutti ottimi punti. Non inizierà la giornata con pensieri negativi. Non è per questo che si veste la mattina. Sorride. (Consuelo lo ripeteva sempre.) (Non ci si veste per essere depressi.)

Ci sono tantissimi pompieri. Corrono di qua e di là. Portano tubi, hanno spento il fuoco e stanno sistemando perché ovviamente è questo quello che fanno. Corrono. Senza pensare. Corrono dietro ad un nemico che non ha forma, non ha volto, non ha cattiveria, se non la sua stupida natura. E poi se ne vanno via e pensano di poter anche essere chiamati eroi. Il fuoco non ha logica. I pompieri non hanno un vero e proprio nemico.

È stato sicuramente un incendio colposo. Almeno, pensa che questo lo sia. Non è un genio della fisica o di cose che hanno a che fare con la scienza in generale, ma, normalmente, si fida del suo istinto e di Hunk. Ed entrambi gli hanno detto di passare oltre, firmare le scartoffie e darsi alla sua routine di bellezza. Non può continuare a dormire meno di quattro ore al giorno. Ne ha già parlato con Shiro. Sicuramente è un incendio colposo.

“È sicuramente un incendio colposo” mormora Keith, avvicinandosi a lui, con la faccia sporca di qualche polvere nera e asciugandosi le mani sulla tuta che gli ricade sui fianchi. Ha i guanti attaccati ai fianchi e gli occhi gli lacrimano. Tira su col naso e alza le sopracciglia verso Lance, che continua a bere lentamente il suo caffè. “Non serve la polizia.”

“È doloso” risponde Lance, staccando le labbra dal bicchiere d'asporto e lancia un'occhiata ad Hunk, che viene abbracciato un po' da tutti e sorride, grattandosi la testa. Poi chiude gli occhi e si rende conto di quello che ha appena detto. Ha detto che è stato un incendio doloso, giusto? Si maledice mentalmente, mentre Keith alza un sopracciglio. Bene. Fantastico. “Per questo siamo qui” completa, posando il caffè sul cofano della macchina. Che, comunque, quale idiota starebbe lì a bere roba calda con quaranta gradi all'ombra? A quanto pare Lance. Non capisce perché perde il controllo delle sue azioni, ultimamente. Fa cose e non vorrebbe fare cose. Come dire che un incendio è doloso solo per non dare ragione a Keith. È stupido. È irresponsabile.

Keith lo osserva e si toglie il caschetto giallo e nero da pompiere. “Come vuoi” mormora decidendo di girare la testa verso l'edificio. “Se vuoi perdere tempo.”

“Non è affar tuo come perdo il mio tempo.”

Keith alza ancora lo sguardo verso di lui e sembra accennare un sorriso divertito. Ovviamente è divertito. Lance sta soltanto dicendo cose stupide, soltanto per andargli contro. Che odio. “Se è un incendio doloso, allora deve essere colpa del proprietario del condominio” inizia, sbattendo lentamente le palpebre e riportando il suo sguardo a Lance, che deve trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo. “L'ottantacinque per cento degli incendi dolosi mirano all'assicurazione, ma, a dirla tutta, non vedo perché la signorina --assottiglia lo sguardo, leggendo un foglietto che ha trai guanti— Nyma Torres dovesse fare qualcosa del genere.” Si appoggia alla macchina della polizia accanto a lui e inclina la testa, quasi a volergli rilanciare la palla e, santo cielo, quanto lo fa arrabbiare quando fa così.

“Già, non vedo nemmeno un motivo per cui Nyma Torres, una evidatrice fiscale, che è appena uscita di prigione, potrebbe dare fuoco ad un... non è troppo giovane per essere la proprietaria di un condominio?”

Keith sospira ancora una volta, accarezzandosi il ponte del naso. “Perché la conosci?” chiede a bassa voce, e Lance stava per perdere la frase tra le nuove risate dei bambini che giocano intorno a loro, perché ha deciso di correre da Hunk ed andare a fare due domande a Nyma. Appena gli verrà affidato il caso, certo. Aspetterà di poter parlare con Shiro, ovviamente. Anche perché forse questo non porterà a nulla, quindi non vorrebbe essere impantanato in un caso inutile. Crede. Magari è solo una stupida intuizione. Ci potrà lavorare anche qualcun altro, non è quello il problema.

Sente Keith sospirare, ma la cosa non gli importa più di tanto.

Fa una chiamata a Pidge, piuttosto.











I pompieri se ne sono andati ma Keith è ancora in piedi in mezzo alla strada, con la tuta aperta a metà e una maglietta nera. Un maglietta nera che gli sta anche troppo bene. Che è esageratamente aderente. Che gli mette in risalto l'accento dei muscoli del petto e delle braccia. Che sicuramente lui non ha notato. Lance lo dice da amante della bellezza qual è. Non c'è nessun altro motivo, sinceramente. Keith Kogane è oggettivamente un bel ragazzo, purtroppo. Anche se è uno stupido pompiere e sta in mezzo alla strada parlando con un altro bellissimo pompiere. Allura.

Il fatto che non abbia pensato niente su di lei è dovuto al fatto che, a quanto pare, Allura Prince è collegata al suo distretto e quindi non la può per niente oggettualizzare per strane fantasie. E anche perché, beh, anche se è un pompiere, Lance ammira e rispetta Allura, che non è un'idiota, come invece lo sono altri componenti della sua squadra. Sì, sta pensando a Keith. Stupido Keith Kogane. Allura è sinceramente un dono dal cielo e vorrebbe che fosse allontanata da tipo del genere, ma è anche vero che è lei a scegliere cosa fare della sua vita, che aiuta le persone e che sembra anche felice nel farlo. Lance non sa come un pompiere aiuti le persone ma, okay, è felice che Allura sembri felice.

Quindi, cosa fai quando due bei pompieri sono fermi davanti alla tua macchina a parlare di cose? Aggiungendo il dettaglio che uno di loro è Keith e che, nella vita reale, i pompieri non ti prendono in braccio e non ti portano via, cavalcando verso l'orizzonte (cosa che ha molto deluso Lance), c'è solo una reazione logica e razionale. Fissare la maglietta nera di Keith. Completamente logico. Sì.

Allura si è tagliata i capelli. E si è girata verso di loro. Cavolo cavolo cavolo cavolo. Lance sbatte velocemente gli occhi, decidendo di guardare intensamente il marciapiede e usare la sua espressione più rilassata. Sicuramente non funziona. Cavolo cavolo cavolo cavolo. Allura si sta affacciando al finestrino, che Hunk abbassa prontamente, inclinando la testa verso di lei.

“Ti prego non dire a Shiro che ti stavo oggettualizzando” mormora sotto voce Lance, rompendo il contatto visivo col marciapiede e decidendo di girarsi di nuovo verso Keith, che sta facendo di tutto per liberarsi dalla sua tuta nomex, e calcia via la parte inferiore, che rimane comunque impigliata tra le sue gambe, prima di muoversi goffamente verso Allura. Lei gli lancia un'occhiata seccata, prima di sorridere ad entrambi e chiedere, aprendo anche lei la sua tuta nomex, inconsapevolmente, forse per il caldo: “Ci potreste dare un passaggio per il distretto?”

“Solo se possiamo far finta di arrestarvi” risponde prontamente Hunk, indicando i sedili posteriori col pollice, in cui, stranamente, Allura si accomoda con eleganza e maestria, mentre Keith sembra doversi lanciare sui sedili e continuare a scalciare per liberarsi dalla tuta e Lance non sta facendo nessun commento in proposito, meriterebbe una nota di merito anche soltanto per questo. E, per la cronaca, anche i pantaloni stanno molto bene a Keith. “State andando a trovare Shiro?” chiede Hunk, accendendo il motore.

Lance deve trattenere uno sbuffo. Guarda dallo specchietto come Allura sorride, mentre si tira in avanti per parlare, nonostante sia separata dalla rete di protezione. Si è legata i capelli in due trecce attaccate alla nuca, esattamente come glieli aveva legati lui prima dell'inizio di questo caldo assurdo. Ed anche se si è tagliata i capelli (si vede da come alcuni ciuffi le spuntano e vadano verso l'alto quando prima non lo facevano) sembra che la pettinatura riesca a reggere sia sotto il casco che sotto quel cappuccio orrendo che devono portare i pompieri. Sorride. Le ore passate ad imparare come pettinare le sue cuginette hanno dato i loro frutti. Ne è assolutamente fiero. Keith si schiarisce la gola e Lance sbatte le palpebre velocemente, cercando di guardare le strade al di fuori della macchina. “Scusate?”

“Keith dice che pensi che l'incendio di oggi sia doloso.” Keith si dovrebbe fare un bel po' di affari suoi. Ancora una volta si deve fermare dal sospirare e si passa una mano sul viso, più per evitare lo sguardo seccato di Hunk e quello curioso di Allura che per qualsiasi altro motivo. Riesce a rispondere con un grugnito, giocherellando con le pieghe della maglietta che Shiro gli ha imposto di deve indossare tutti i giorni. “Dai è perfetto!” risponde ancora Allura, aggrappandosi dalla rete. “Stavamo pensando esattamente la stessa cosa.”

C'è un momento di silenzio in cui si sente soltanto l'attrito delle ruote sull'asfalto e Lance ha paura che Hunk non stia guardando la strada ma soltanto Allura, che continua a sorridere. Keith ha nascosto il viso in una mano e Lance pensa di non potercela veramente fare. Perché sente di sapere già come andrà a finire questa conversazione? “C-cosa?” chiede e sente come la voce gli si spezzi, salendo di almeno un'ottava, cosa che gli fa guadagnare un'occhiataccia da Keith, che lo guarda dagli spazi vuoti tra le dita. Perfetto. Tradito anche dal proprio corpo.

“Già, abbiamo dei file in archivio che vorrei che un agente veda, ovviamente accompagnato da uno dei nostri vigili del fuoco.” Allura continua a sorridere e, davvero, sembra soltanto uno dei suoi esercizi per aumentare la fiducia tra le forze armate e non armate del distretto. Lance odia quando fa cose del genere, più perché lo coinvolge in prima persona, dicendo che, e sono sue esatte parole, Lance sembra avere un conto in sospeso con i pompieri. Cosa per niente vera. Ha dei conti in sospeso con Pidge, perché le deve ancora venti dollari o una bevuta fuori. Ha un conto in sospeso con Hunk, perché devono ancora decidere chi pagherà per il pranzo. Ha un conto in sospeso con suo fratello Hernando, perché non si è presentato il giorno del suo compleanno. I pompieri? I pompieri non occupano nemmeno il venti percento dei suoi pensieri. “Infatti se all'inizio gli incendi ci sembravano casuali, adesso ci stiamo chiedendo se -è solo una congettura, ma ci stavamo chiedendo se non si trattasse di un piromane. È un -penso dovremmo chiamarla un'intuizione di Keith, e normalmente mi fido delle sue intuizioni.” Congiunge le mani e guarda prima Hunk, che continua a guidare in silenzio e Lance, che sta boccheggiando e non sa cosa dovrebbe rispondere. Sa soltanto di star gridando dentro con tutta la sua voce mentale. Pensa anche che la sua voce mentale rimarrà senza voce mentale da quanto sta gridando. “Per questo stiamo andando al distretto. Il vostro è quello con i migliori agenti che conosco. Almeno. Agenti che potrebbero lavorare sul caso. E non vi ho mai visto mangiare ciambelle, se non quelle di Hunk, che condivide sempre. Io metto a disposizione Keith, ovviamente. Idea sua, caso suo. Lavorerebbe nelle ore più calde con noi e il pomeriggio con l'agente incaricato.” Ride. “Keith è uno dei nostri migliori elementi, potrebbe essere un problema non averlo per molto tempo. Come potrebbe non esserlo. Ha delle ferie arretrate, pensate un po'. Ma, comunque, se affiancato ad uno dei vostri migliori agenti…”

“Potrebbe capitare chiunque a capo del caso.” Lance si schiarisce la gola e si gira verso di lei. “Anche il detective Jordan, che è tutto tranne che un vero detective.”

Allura fa quella cosa in cui sorride e sbatte lentamente le palpebre e Lance sa di essere fregato. Keith sta ancora lottando contro la sua tuta, Hunk pensa intensamente a qualcosa mentre guida e Allura inizia a canticchiare felicemente. E per qualche minuto a Lance sembra di star marciando verso la sua punizione.

Magari non è uno dei suoi modi per consolidare la fiducia tra le forze dell'ordine di Brooklyn. Magari è veramente qualcosa in cui lei crede. Magari assegnano qualcun altro al caso. Magari non sarà Lance. Magari.








Sinceramente non sa che cosa si stesse aspettando. Ovviamente sarebbe andata così. Per Allura basta sbattere le palpebre un paio di volte per fare in modo che le cose vadano come dice lei. Soprattutto se dall'altra parte della scrivania c'è Shiro e Lance la ammira così tanto per questo, gli ricorda quando Consuelo andava da papa e poteva chiedergli qualsiasi cosa le girava per la testa e lui avrebbe detto sì a tutto. E quindi quando chiunque voleva qualcosa, da una bambola al convincere papa e mama che farsi l'abbonamento alla televisione a pagamento era l'idea migliore del mondo, si chiedeva a lei. Consuelo aveva un potere incredibile in casa, e così lo ha anche Allura su Shiro, per qualche strana ragione. E di solito è divertente. Ma in questo momento la odia così tanto.

Si gira verso Keith, che tradisce un'emozione per meno di un millesimo di secondo, per poi riprendere il controllo della sua espressione facciale. Che comunque non ha così tante espressioni. Lance ne ha contate tre. Keith Combattimi. Keith Combattimi Dico Sul Serio. Keith Sono Emo. L'ultima è la sua faccia neutrale. E Lance la detesta, davvero. La odia. Deve fermarsi sempre dal lanciare pugni a quella faccia, soprattutto quando Keith si avvicina dopo un incendio, tutto sudato e sporco di cenere. Hunk dice che quella non è l'espressione di qualcuno che vuole prendere a pugni qualcuno, ma quando parla in questo modo Hunk non è affidabile e quindi Lance non lo ascolta. Decide di girarsi di nuovo in avanti e camminare verso la porta, lanciando occhiate annoiate alla sua scrivania, accanto a quella di Slav, che continua a fare calcoli su calcoli, di cui solo lui sa l'utilità. Ma che sono utili. Che sa perfettamente che sono utili, come la maggior parte delle cose che tutti fanno in quell'ufficio. (Ad eccezione di Lance.)

Quando escono dall'ufficio di Shiro, Lance tiene aperta la porta per se stesso, ma la lascia andare non appena Keith lo segue, guadagnandosi un'occhiataccia da Shiro, e Pidge mette giù il telefono collegato con l'ufficio del capitano e sorride. Ma non c'è niente di divertente, a dirla tutta. Lance vorrebbe piangere. Quindi si gira di nuovo verso Keith, che sembra essere entrato in modalità Keith Combattimi e sospira. Non ha neanche un senso dell'umorismo. Come può un essere umano vivere senza senso dell'umorismo?

“Tu fai le tue indagini e io faccio le mie” borbotta lui, incrociando le braccia davanti al petto e non cercando per niente un contatto visivo con lui. “Io in un lato della stanza, tu nell'altro. Molto lontani.” E Lance deve fermarsi dall'alzare gli occhi al soffitto perché uau, davvero? È lui che non vuole indagare insieme a Keith non il contrario. È lui il detective, certamente non Keith. È lui che ha avuto un'intuizione, non Keith. Che poi l'intuizione sia venuta grazie a Keith e al non volergli dare ragione di Lance è tutta un'altra storia. Quindi grazie tante ma questo discorso dovrebbe farlo lui. Perché gli deve rubare le cose più belle? Perché? “Senza nessun vero contatto.”

Keith si gira finalmente verso di lui e c'è una nuova sfumatura nei suoi occhi. Lance è bravo a riconoscere certe cose, a capire cosa c'è che non va e cosa invece va bene. A casa lo prendono sempre in giro per il suo parlare in continuazione di sentimenti. Ma non è colpa sua se la sua famiglia è stitica e scherza sulle dimostrazioni di affetto. Quindi. Keith ha quest'energia intorno a lui che -Keith non sembra mai stare completamente bene. E Lance odia il notarlo senza neanche volerlo. Questa è un'espressione Keith Combattimi aggiunta a qualcos'altro. Vorrebbe solo sapere a cos'altro. “Bene” risponde.

“Bene” ripete Keith.

La cosa veramente ironica? Lance si è messo in questo pasticcio da solo. Se avesse fatto quegli stupidi esercizi di fiducia come volevano Allura e Shiro, a questo punto starebbe nella scrivania a fare quello che fa normalmente. Indagare. Sparare. Mangiare ciambelle. Cose del genere.

E invece adesso sta qui, ad osservare le spalle di Keith, che sembrano sostenere il peso di qualcosa di molto più pesante del suo ego.








Il Giorno Uno è un incubo.

Per prima cosa, Lance deve entrare nella base dei vigili del fuoco e chiamarli vigili del fuoco. Infatti, Allura gli ha spiegato con un sorriso passivo-aggressivo che se uno dei suoi uomini le avesse riferito di aver sentito la parola con la P avrebbe preso provvedimenti. E già il proibirgli di dire pompieri è un'ingiustizia gratuita, ma Lance non ha detto niente e ha continuato a camminare. Per seconda cosa i pompieri tengono i loro file in uno stupido sgabuzzino buio che è tutto tranne che spazioso, il che vuol dire che quando Lance allunga una gamba il suo piede va a scontrarsi contro la coscia di Keith, che sta dall'altra parte della stanza, o almeno così dice. E ogni volta che Lance dà un calcio involontariamente a Keith, Keith Combattimi Kogane entra in modalità da battaglia, rallentando le loro ricerche e quindi facendoli rimanere dentro lo sgabuzzino per più tempo. In più, e Lance vuole che tutti prendano nota di questo fatto, nello sgabuzzino non entra luce, o aria. È un po' come essere rinchiusi in una cella insieme ad una delle persone più antipatiche del mondo, e non avere nemmeno le creme per idratare la pelle quando senti che si sta seccando.

Ma la cosa delle creme non è colpa di Keith, bisogna essere giusti. È colpa di Shiro, col quale ha litigato per settimane sul permesso per portarsi dietro le creme per le mani, ma che ha vinto soltanto perché è il capitano. Lance odia le gerarchie, ma non può farci niente. Soprattutto dopo la volta dell'appostamento con Hunk, del quale hanno deciso di non parlare. La storia è tutta qua. Va bene, grazie per l'attenzione. Torniamo al punto.

È una delle giornate più brutte della sua vita. Ha sprecato tre ore della sua vita.

Ma se fosse soltanto questo, la mancanza delle creme, il fatto che lo sgabuzzino è piccolo, il non poter chiamare pompieri i pompieri, Lance si lamenterebbe, ma non così tanto. Il problema è Keith e il modo in cui lui si sta rapportando a Keith. Perché a questo punto si rende conto che c'è qualcosa di strano. Perché è così distratto. Perché gli sembra di voler risolvere un caso, ma che questo non sia il caso che ha tra le mani, scritto nei documenti impolverati ed in bianco e nero, e nemmeno tra le mappe appese ai muri in cui sono state evidenziate le zone più a rischio incendio e quelle che sono state colpite dagli incendi. E questo non va bene. Non va bene per niente.

Lance scuote la testa aprendo e chiudendo i fascicoli davanti a lui e poi stirando la gamba in avanti e arcuando la schiena. Keith gli lancia un'occhiataccia, prima di tornare a leggere e Lance immagina che questa possa anche essere vista come una vittoria. “Potremmo andare a parlare con Nyma Torres” propone e la voce gli esce più roca di quanto si sarebbe immaginato. Si vede che non parla da molto tempo, quindi afferra il cellulare accanto a lui e manda un messaggio ad Hunk, giusto per essere sicuro che le persone a cui vuole bene sappiano che è ancora vivo e che nessuno ha ancora provato ad ucciderlo. Almeno spera che qualcuno si fosse preoccupato per lui. Si alza in piedi e stira la schiena ancora una volta, stando attento a non scontrarsi con nessuno scaffale di metallo.

Gli occhi di Keith non si alzano dai fogli e dal suo quaderno, che continua a scarabocchiare ed evidenziare. Lance sta pensando di uscire dallo sgabuzzino ed andarsene senza aspettare una sua risposta, quando la testa del ragazzo si gira verso di lui. “Non hai dovuto controllare il suo file per sapere chi è Nyma Torres” mormora, chiudendo i fascicoli e inclinando la testa.

Lance sorride, posando le mani sui fianchi e poggiando la schiena alla porta. “A me piacciono le cattive ragazze” risponde e sta mentendo, certo. Ha provato queste frasi in bagno, davanti allo specchio, migliaia di volte. “E alle cattive ragazze piaccio io.” Si tira indietro i capelli con quello che spera davvero tanto sia uno dei suoi migliori sorrisi civettuoli -oddio, ha appena pensato civettuoli, nessuno dice più civettuoli, giusto?, che odio. E Keith inclina la testa, osservandolo con tanta attenzione da far sentire caldo alla base del collo di Lance, che decide sia meglio distogliere lo sguardo e aprire la porta. E iniziare a camminare per i corridoi.

Sente i passi di Keith dietro di lui, ma spera soltanto di non dover affrontare il suo volto adesso. Non potrebbe sopportare di guardarlo in faccia, adesso.








Nyma è e sempre sarà una buona distrazione.

È una criminale? Sì. È la ragazza che Lance porterebbe a casa per la cena di Natale? No. Ha accanto a lui un pompiere che puzza di cenere e fumo e per il quale sembra provare una curiosità che non riesce a definire? Sì. Questo lo ferma dal provarci con lei? No. Quindi si tira di nuovo i capelli indietro, mentre Keith alza un sopracciglio e si mantiene indietro, appoggiando la spalla al muro accanto alla porta. “Ciao” saluta, incrocia le braccia e le caviglie, per sembrare il più naturale possibile. “Che dici?”

“Stai facendo le prove per salutare una ragazza” mormora Keith, sempre con quel sopracciglio alzato e con quell'aria da superiore. “Davanti alla sua porta di casa.”

“Sai come si dice. Nessun posto è come casa, quindi nessun posto è come casa di Nyma” ribatte lui, facendo gli occhi bianchi e una smorfia. Davvero. Keith fa uscire il suo lato più infantile e lui non deve stare al suo gioco. Quindi si ricompone, prende un respiro profondo e guarda verso la porta marrone. Non sembra neanche chiusa a chiave. “Non mi hai dato una risposta.” Si gira teatralmente verso di lui, giocando con i capelli e usando un'espressione accattivante, anche se si sente una specie di patata che prova a a salvare il salvabile della sua reputazione. Poco. Quello che rimane della sua reputazione da salvare è veramente poco. Ed infatti Keith sorride. Bene. Okay. Non sembra nemmeno un sorriso sarcastico.

“Era un buon saluto” borbotta Keith, avvicinandosi a Lance e, per mezzo secondo -Lance non è così stupido da crederci per più tempo, ma per mezzo secondo, solo per quel mezzo secondo, entra nel panico, rendendosi conto di come Keith cammini verso di lui, e quel mezzo secondo sembra dilungarsi per più di mezzo secondo e quello stupido calore alla base del collo arriva anche alla punta delle orecchie e ci sono quelle classiche due lacrime negli occhi di quando entra nel panico e non sa cosa fare. Tutto questo per poi rendersi conto che quello a cui mirava Keith era la porta. Lance dovrebbe veramente calmarsi e decidere di trovarsi un hobby, o, almeno, qualcosa a cui pensare. Qualcos'altro. Keith bussa alla porta e Lance incrocia le braccia, tirandosi indietro.

I pompieri non portano nulla di buono, si deve ricordare e si sistema i capelli e spera che Nyma apra quella porta perché davvero, lei è sempre stata una buona distrazione. Con lei si può parlare.

Keith gli lancia un'occhiata seccata, prima di colpire di nuovo la porta. “C'è nessuno?” chiede gridando e Lance deve fermarsi dall'alzare gli occhi e sospirare. Allunga la mano, per premere il campanello e alzare le sopracciglia verso il pompiere che sembra chiedergli che cosa dovrebbe cambiare da quello che ha fatto lui.

In effetti, normalmente non sarebbe un cambiamento così grande. A casa sua Lance risponde a chiunque, anche se non usano il campanello, ma perché lui non è il costruttore del campanello di casa. Ed infatti inizia a suonare uno stupido motivetto dall'altra parte della porta, che Lance fischietta piano. Keith aggrotta le sopracciglia, girandosi verso di lui. “È una canzone di La La Land. La suonano ironicamente” mormora, prima di continuare a canticchiare. “Another day of sun. Non sono sicuro che tutti loro la cantino ironicamente ma…”

“Perché sai tutte queste cose?”

Lance sta per rispondere che sono affari suoi. Perché sono veramente affari suoi se sa che tante cose di Nyma e di casa sua ed è così stanco di persone che gli chiedono se la loro conoscenza è dovuta a qualche passato da -ma lui non... La porta viene aperta e c'è un ragazzo col cappello e l'aria annoiata che sbatte lentamente le palpebre, prima di cominciare a masticare la gomma che ha in bocca. A questo punto Lance non si trattiene neanche più. “Rolo” mormora, prima di ruotare gli occhi e sbuffare. Nyma è okay. Nyma lo è sempre stata da quando erano bambini, con lei si può parlare, si può trattare, si può avere un rapporto. Rolo... con Rolo è diverso. Lui non è una distrazione quanto un promemoria. Lance odia i promemoria.

“Lance” risponde il ragazzo, poi soffia abbastanza da creare una bolla dalla gomma da masticare e farla scoppiare. Alza un sopracciglio verso Keith, “Immagino vogliate entrare.” Fa un passo di lato, per far loro il passo ed inclina la testa in un sorriso pigro quando Lance inizia a mordersi l'interno delle guance. “Non sto costruendo niente di illegale.” Ride, girandosi verso il salotto ed andandosi a sedere sul divano. La casa non è cambiata e sembra che nemmeno Rolo lo sia. Keith si muove con la sua solita naturalezza, che sembra andar via soltanto quando è impegnato a parlare con le persone. E Lance prende un respiro profondo prima di entrare.

“Non è quello che stavo pensando” mormora, avvicinandosi alla poltrona. Rolo si gira verso di lui e fa loro cenno di venirsi a sedere. La casa è rimasta piccola e in disordine. Keith schiva facilmente i pezzi di metallo per terra e le montagne di libri che hanno preso possesso del pavimento senza un vero e proprio schema, ma non si siede. Rimane in piedi, con le braccia incrociate e osservando Lance. “Mi sembra strano che tu sia qui, senza Nyma.”

“Nyma è andata da Bleezer.”

Lance ruota gli occhi. Non si è mosso dall'entrata. Chiude la porta alle sue spalle e sospira. “Per che cosa vi devo arrestare questa volta?” chiede, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Keith rimane in silenzio, mentre i suoi occhi passano da uno all'altro, facendo uno strano movimento della testa. La inclina tirandola leggermente indietro, mentre il suo sguardo si assottiglia e Lance non dovrebbe star osservando lui, ma Rolo, che fa un sorriso inclinato, mentre posa le braccia sullo schienale del divano.

“Se te lo dicessi che criminale sarei?” Rolo scoppia a ridere, per poi continuare a masticare la sua gomma, girando la testa verso Lance, che si morde furiosamente il labbro inferiore. “Ma, questa volta, nada, siamo puliti, amico. Almeno. Lo siamo adesso. Bleezer aveva messo il condominio che è andato a fuoco a nome di Nyma qualche giorno fa, quindi stanno studiando la situazione per poi andare a parlare con la gente dell'assicurazione. Vedi? Tutto perfettamente legale.”

“Mi sembra strano che proprio qualche giorno fa il condominio sia stato dato alla signorina Torres e che oggi il condominio sia andato a fuoco” interviene Keith, sempre con le sue braccia incrociate e la sua faccia Keith Combattimi. Lance deve dire che, per una volta nella sua vita, è divertito dal viso sulla faccia del pompiere. Più che altro è felice che quella faccia non sia rivolta a lui. È bello averlo dalla sua parte. Ed è anche stupido. Stupidamente bello.

“Tu saresti...?” Lo chiede ma non gli importa, infatti perde immediatamente interesse in Keith. Allarga invece le gambe e lancia un'occhiata annoiata a Lance, che sente le orecchie diventargli rosse da alcune emozioni mescolate. Riesce a sentire rabbia, e frustrazione e qualcosa di simile al disagio. Keith stringe i pugni e sembra essere ad un passo così, davvero così piccolo, dall'attraversare il salotto e iniziare a prendere a pugni Rolo. Deve dire che non sa biasimarlo.

Lance si schiarisce la gola. “Abbiamo detto che come cosa ci sembra abbastanza strana.”

“State indagando su un piromane, allora.” Rolo alza un lato delle labbra e gira la testa da Lance a Keith. “Perfetto, perché lo stiamo facendo anche noi. Lì dentro avevamo un giro. Sono andati in fumo milioni di dollari.” Sembra pensarci per qualche secondo. Come se avesse detto qualcosa che non doveva dire, o come se volesse dire qualcosa che non avrebbe dovuto dire. “Senti, Lance, in onore dei vecchi tempi, va bene?” Punta le ginocchia contro i cuscini del divano e si tiene dallo schienale del divano. Continua a masticare quella dannata gomma. “Bleezer non parlerà coi poliziotti. L'ultima volta che ti sei immischiato non è finita bene per nessuna delle due parti. O no? Io e Nyma siamo ancora nel giro e tu... tu sei qui. Quindi, vedilo come un favore di un vecchio amico. Se proprio vuoi fare qualcosa di buono, perché non chiami uno bravo e tu te ne stai a casa a mangiare ciambelle e giocare coi videogiochi. Che dici? È un buon consiglio?” Alza ancora una volta un lato delle labbra.

Keith aggrotta le sopracciglia e fa cadere le braccia accanto ai fianchi, prima di fare un passo avanti verso Rolo. Lance rimane impassibile. Almeno spera che la sua espressione sia rimasta impassibile, perché sarebbe imbarazzante dover spiegare una qualsiasi emozione a questo punto. Quindi si gira verso la porta. Tira giù la maniglia. Apre la porta e la chiude dietro di lui. Ed esce dal condominio. Un passo alla volta.







Keith non ne fa parola. Si siede nel sedile del co-pilota e aspetta che Lance accenda la macchina. “Penso siamo sulla pista giusta” borbotta invece, abbassando il parasole, e con la sua faccia da Keith Emo.

“Già.”

Keith annuisce lentamente. “Già” ripete. E Lance, lo giura, è molto felice del fatto che non stia parlando e che non stia commentando quello che è appena successo. È decisamente felice che non stia facendo domande quindi, okay, tutto bene. Tranne per il fatto che vorrebbe davvero tanto andarsene a casa e, come si dice?, ricaricare le batterie. Sarebbe una bella cosa poterlo fare. Potersi fare una doccia e, beh, sai, non pensare. Vorrebbe invitare Pidge a fare una maratona di videogiochi e rimanere svegli fino a domani mattina e poi ricominciare a lavorare e dirsi, okay, tutto passato.

Quindi sospira e guida verso la centrale. E Keith è così preso da qualsiasi pensiero stia avendo che non si volta a guardarlo e, se lo fa, non lo dà a vedere. Lance immagina di poter essere grato per questo. E poi esce dalla macchina, fa un cenno con la testa e basta. È andato via.

Il Giorno Uno è finito e Lance sbatte la testa contro il volante e prende lunghi e lenti respiri.




 
  
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