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Autore: paige95    10/08/2017    1 recensioni
Protagonisti di questa mia prima FF ambientata nel mondo di Harry Potter sono Hermione e Ron. I due giovani sono sposati e da poco è nata la loro piccola Rose, ma purtroppo la loro vita insieme non proseguirà nel migliore dei modi.
Il narratore è interno, infatti sarà proprio Hermione a raccontarci le vicende e i suoi stati d'animo.
Spero possa piacervi. Fatemi sapere. Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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L’ora della verità
 
È trascorsa una settimana da quel terribile giorno.
Quella donna non ha più dato segni di vita; nonostante ciò, io mi sono personalmente interessata a non abbassare le difese al Ministero. Non riesco proprio a dimenticare quello che è successo e i miei propositi di scoprire la verità.
Ron è tornato a casa e finalmente anche io e Rose. Ritroviamo più o meno la nostra normalità: mio marito resta tutto il giorno a casa con la bambina, mentre io torno sempre a casa tardi dal lavoro; i ruoli si sono invertiti, peccato che al mio ritorno debba sbrigare tutte le faccende domestiche, con la scusa delle stampelle trascorre tutto il giorno a coccolare sua figlia e non muove un dito in casa. Sebbene io ritorni dal Ministero stanca morta, ritrovare la mia famiglia è la migliore cura ai miei mali.
 
Sono le dieci di sera e finalmente arriva per me il momento più atteso della lunga giornata. Mi butto a peso morto sul letto ed immediatamente le mie palpebre si chiudo. Una sensazione di sollievo mi invade.
Peccato che mio marito non tardi a rivendicare le dovute attenzioni per sé. Sento piccoli baci lungo il collo.
“Ron, ti prego, sono sfinita” gli rispondo senza nemmeno aprire gli occhi
Si blocca, ma replica offeso “Mi sembrava d’aver capito che volessi un altro figlio”
“Sì, ma possiamo pensarci un altro giorno? Stasera non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti” cerco di cavarmela con poche semplici parole
“Non è mai sera per te, Hermione” sento il peso del suo corpo ritornare dall’altra parte del letto, sospira deluso
Apro gli occhi, sono un po’ alterata per la sua reazione così infantile “Bè, se tu mi aiutassi un po’ di più, troverei le forze per fare tutto”
Mi volto verso di lui, tirandomi su con il gomito, ma inavvertitamente gli tiro un calcio proprio alla gamba ferita.
“Ahia, Hermione!”
Devo avergli inferto un dolore lancinante, perché si porta le mani sul viso per contenerlo.
Prendo paura dalla sua reazione e anche io mi alzo di scatto sulle ginocchia portandomi le mani sulla bocca.
“Oddio, non volevo! Scusa, mi dispiace tantissimo!”
Non reagisce, sembra non stia nemmeno respirando.
“Ron! E dai, non spaventarmi”
Mi avvicino al suo viso, con l’intenzione di scostargli le mani, ma sente il mio respiro affannato per la paura avvicinarsi e in un attimo mi ritrovo catapultata sul letto sovrastata da lui.
“Sei uno stupido!” gli tiro un paio di pugni sul petto per fargli capire quanto sia poco divertente lo scherzo che mi ha appena fatto
Ma lui ignora il mio sfogo e si avvicina per baciarmi “Ora però sei sveglia”
Mi lascia senza fiato con un dolce e profondo bacio, che mi trasporta subito altrove.
Sta scendendo giù per il collo con lenti baci, ma stavolta è il pianto di nostra figlia a bloccarlo. Si stacca con un sospiro. Si alza, prendendo una stampella, anche se ormai cammina molto meglio, e prima di allontanarsi mi rivolge un avvertimento “Hermione, non osare addormentarti. Torno subito”
Gli sorrido, ma non sono così sicura che riuscirò a resistere alle invitanti braccia di Morfeo.
 
Dopo circa un quarto d’ora, mio marito ritorna con in braccio la bambina: si è addormentata stringendo con la manina la maglia di Ron.
“Hermione, abbiamo un problema. Sembra che Rose non voglia un fratellino”
Sorrido a questa dolcissima scena.
Si siede sul letto al mio fianco. Do un leggero bacio sulla testa della mia piccola e mi appoggio alla spalla di Ron per ammirarla meglio. Lui mi guarda rassegnato alla piega che la serata ha preso.
“È così piccola” divento triste “Non voglio che le capiti nulla”
Ron non capisce questa mia considerazione. Mi accorgo tardi di aver esternato pensieri poco felici “Ma so che ci sarai sempre tu a proteggerla”
“Perché tu dove sarai, Hermione?”
La mia frase gli ha provocato un sospetto “Qui accanto a voi. E dove dovrei essere, secondo te?” gli do un bacio sulla guancia con un sorriso
 
Mi sveglio all’alba, il sonno è stato particolarmente agitato. Quando mi volto dall’altra parte del letto, trovo Ron e Rose ancora abbracciati che riposano serenamente.
Mi alzo lentamente per non svegliarli ed inizio a prepararmi. Ho intenzione di trovare quella donna per avere delle spiegazioni, ma non posso dirlo a mio marito, altrimenti farebbe follie pur di fermarmi.
Purtroppo però Ron si sveglia.
“Hermione, ma che stai facendo?” si gira verso il comodino su cui si trova l’orologio, è assonnato “Sono le cinque del mattino, torna a letto”
Continuo a prepararmi senza nemmeno guardarlo “Attento a non svegliare Rose”
Subito controlla di non aver già fatto danni. Abbassa la voce “Dove stai andando?”
Mi avvicino a lui e gli do un bacio che ricambia subito.
“Fidati di me”
Provo ad allontanarmi, ma mi ferma per un braccio “Hermione, c’entra con quello che mi hai detto ieri sera?”
Mi siedo accanto a lui, non riesco a nasconderglielo.
“Voglio parlare con lei, Ron. Non riesco a stare con questo dubbio”
“Non puoi andare da sola” cerca di alzarsi, ma io gli intimo di stare fermo indicando Rose con lo sguardo
“Resta con nostra figlia. So cavarmela” provo a trovare un modo migliore per convincerlo “E poi fai ancora fatica a camminare, Ron”
“Ma se ti succede qualcosa, io come faccio??” il solo pensiero gli provoca un velo lucido davanti agli occhi “Hermione, ti prego” cerca di sedersi portando con sé la bambina “Non perderà l’occasione di farti del male. Non lasciarmi con una bambina da crescere”
“Non farei mai una cosa simile” mi mostro offesa dalle sue insinuazioni
“Se vai, la tua vita è nelle sue mani ed io non posso permetterlo”
Gradisco le sue preoccupazioni, ma questa faccenda la devo risolvere da sola “Ron, lo sai che ti amo, vero?”
“Hermione, che domanda è? Certo che lo so ed anche io ti amo. È per questo che voglio che resti qui con noi”
È più difficile di quanto pensassi. Allontano lo sguardo da mio marito.
“Stavo pensando di dimettermi”
“Che cosa??” rimane stupito ed alza la voce
Rose si sveglia ed inizia a piangere, interrompendo la nostra conversazione. Ron non reagisce, così la prendo in braccio ed inizio a cullarla “Sshh, piccola mia, non è successo niente, c’è la mamma”
Mio marito rimane sconvolto da quello che gli ho appena detto.
La bambina inizia a calmarsi, anche grazie al suo ciuccio.
“Ron, io non voglio più che siate in pericolo solo perché io sono il Ministro” sono estremamente sincera ed impaurita
“Hermione, non c’è persona al mondo che sappia ricoprire quel ruolo meglio di te”
Non riesco a proseguire con quell’argomento. Mi incanto a guardare con tenerezza Rose e vedo con la coda dell’occhio che lui sta facendo il medesimo gesto.
“Domani la nostra bambina compie 10 mesi” gli annuncio sorridendo
Non mi risponde, è rimasto sconvolto da tutto quello che gli ho rivelato.
“Tesoro? Hai capito?”
“Sì, ti ho sentito. La festeggeremo”
Indugio un momento “Porto Rose nella sua culla. Aspetta qui”
 
Mi allontano. Prima di lasciarla riposare, le do un dolce bacio sulla fronte “Ti voglio bene, amore mio, ricordalo sempre” e mi fermo a contemplarla.
Quando è nata ero la donna più felice del mondo. Non desideravo altro che un figlio tutto nostro. Ora però la devo lasciare con l’incertezza di non rivederla più e questo mi spezza il cuore.
Esco dalla stanza a passi leggeri senza più voltarmi indietro, non voglio che mio marito mi senta piangere. Richiudo lentamente la porta e resto un momento con la testa appoggiata ad essa. In questo momento vorrei davvero essere un’altra persona, forse addirittura, per assurdo, una babbana.
 
Ritorno dopo qualche minuto. Ron è ancora nel letto sovrappensiero, ha un’espressione preoccupata, sicuramente sta cercando una soluzione ai nostri problemi.
Istintivamente resto a contemplarlo dalla porta e mi sfugge un mezzo sorriso. Lui non si accorge di nulla, è profondamente immerso in pensieri poco felici.
Rioccupo la mia parte del letto, mi avvicino a lui e gli sussurro nell’orecchio “Allora, dove eravamo rimasti ieri sera?” domanda retorica, non voglio rischiare di morire senza prima aver sentito un’ultima volta quelle sensazioni che solo lui sa donarmi
Mio marito mi guarda interdetto. L’ho risvegliato all’improvviso da una realtà parallela.
“E dai, Ron. Non dirmi che non ne hai più voglia, perché non ti credo”
“Forse ho un po’ sonno” finge di essere offeso
Mi guarda dritto negli occhi come se fosse la prima volta che mi vede. Non resiste e si avvicina lentamente per baciarmi. Forse spera sia il modo migliore per tenermi accanto a lui e non farmi commettere pazzie e questa è la mia stessa speranza. Lacrime inaspettate scendono dai nostri volti.
Mi sussurra tra i baci “Non te ne andare”
In poco tempo riprendiamo da dove ci siamo interrotti poche ore fa e finalmente riusciamo ad abbandonarci completamente a noi stessi.
 
Ci addormentiamo sfiniti e abbracciati. Mi sveglio prima di lui e mi fermo a contemplarlo. Un sorriso mi sfugge dalle labbra al solo pensiero che un altro piccolo Weasley possa presto nascere. Gli lascio un ultimo delicato bacio sulle labbra, con l’intima speranza di rivederlo presto.
Sto per alzarmi, ma un braccio mi ferma. Subito cerco di tranquillizzarlo.
“Vado al lavoro, tesoro” mi guarda sospettoso, non sono certa mi abbia creduta “Pensi tu a Rose?”
Mi fa un cenno di assenso con il capo.
Gli do un altro bacio, sforzandomi di essere serena “A stasera”
Mi preparo velocemente, prima che il coraggio mi venga a mancare e vada veramente dritta al Ministero.
Ron segue tutti i miei movimenti con una grande preoccupazione, so che conosce le mie intenzioni, ma non comunichiamo a parole i nostri pensieri, ci pensano già i nostri sguardi.
Non mi ferma, lascia che io mi avvii verso la porta, probabilmente sa che non cambierei mai i miei piani. Solo due parole dalla sua bocca.
“Stai attenta”
Gli sorrido “Come sempre”
Prima di varcare la soglia mi volto ancora una volta verso di lui.
“E comunque, se fai qualche pulizia in casa, giuro che non mi offendo, anzi, si potrebbe pensare anche ad un premio”
Mi fa un mezzo sorriso, non è in vena di scherzare ed io non riesco più a reggere quel suo sguardo, quindi esco senza aggiungere nulla di più.
 
 
 
La trovo appena fuori da quel maledetto locale. Mi stava aspettando?
“Che cosa vuoi da me?” la guardo con ribrezzo, ho la bacchetta alla mano, vorrei tanto attaccarla, ma in realtà punto di usarla solo per difendermi “E spiegami cosa è successo realmente con mio marito”
Prende anche lei la bacchetta e la punta contro di me. Mi tengo pronta ad attaccare. Lei è più veloce però e in un attimo mi ritrovo in un’altra dimensione.
 
Sono morta? No, impossibile, sento ogni parte del mio corpo.
Oh no! Un pensiero per quel bambino che forse sta crescendo dentro di me. E se l’avessi condannato insieme a me?
Non posso abbandonarmi a pensieri così tetri. Cammino e cerco una via d’uscita.
Riconosco il luogo: è quel locale. Entro e vedo Ron e Harry ridere e scherzare come due bambini.
E se fossi entrata nei ricordi di sabato?
All’improvviso mio cognato si alza e se ne va, lasciando solo Ron. Una preghiera silenziosa verso mio marito a seguirlo. Ma lui non mi vede.
Dopo poco quella donna gli si avvicina ed anche io istintivamente mi avvicino a loro, tento di proteggerlo dall’inevitabile.
Sento le loro parole.
“È libero?”
Ron le risponde distrattamente con un cenno del capo.
Lei ritenta un approccio “Posso offrirti da bere?”
“Come?” non la sta nemmeno ascoltando
“Vuoi qualcosa da bere?” lei prova a ripetere
“Ah no, grazie. Credo che mia moglie mi stia aspettando. Devo andare” alza la mano sinistra per guardare l’ora e noto che ha la fede
Sorrido con sollievo.
Prova ad alzarsi, ma lei lo ferma per il braccio.
“In realtà, volevo chiederti un favore” fa una pausa e si guarda intorno “Ho un po’ paura a tornare a casa a quest’ora tarda. Potresti accompagnarmi, per favore? Abito a quattro isolati da qui”
“Anche io abito da quelle parti. Possiamo fare la strada insieme”
“Perfetto”
Ron non lascerebbe mai una donna in difficoltà, è nella sua indole.
 
Li seguo mentre camminano per la strada. Scherzano tranquillamente come mi ha detto Gabriel.
Dopo poco arrivano davanti alla nostra porta. Ron si blocca.
“Io abito qui”
“Splendido, perché quella laggiù è casa mia”
Mio marito suona, ma io non ci sono. Maledizione, perché non ci sono?!
“Non è in casa tua moglie?”
“Pare di no” ha un tono deluso, quella sera avevamo litigato, forse pensa sia questo il motivo della mia assenza, tira fuori le chiavi e le inserisce con risolutezza nella serratura
“Sai, credo di non sentirmi molto bene” la meschinità di quella donna supera ogni limite, sta per svenire, ma Ron la prende prontamente fra le braccia
La porta in casa e l’adagia sul divano.
La donna apre gli occhi “Grazie”
“Di nulla, ti prendo un bicchiere d’acqua”
Ma lei si alza e tenta di baciarlo. Ron si tira indietro “Ehy, ma che fai?” la guarda allibito “Sono sposato” alza la mano sinistra per mostrarle la fede, nel caso le fosse sfuggito quel dettaglio
Sorrido inevitabilmente con orgoglio a quella scena.
Lei insiste “Non è un problema” e ritenta
Ron la respinge nuovamente “Ma è un problema per me” la guarda sempre più adirato “Amo mia moglie e questa è casa nostra” ma nell’ultimo tentativo gli ha lasciato un po’ di rossetto sulla candida camicia
Giuro che in questo momento lo abbraccerei, ma lui non è realmente davanti a me, quindi non posso lanciarmi in quel gesto.
Con un gesto fulmineo quella donna tira fuori la bacchetta e lo colpisce.
NO!
Non posso fare nulla per aiutarlo, devo assistere inerme a quello che sta succedendo. Ron è svenuto e lei mette in scena tutto davanti ai miei occhi: la camicia, l’orecchino.
Lo fa lievitare sul nostro letto, che provvede a scombinare per rendere tutto più veritiero.
Dopodiché esce, lasciando Ron addormentato.

 
Anche io ritorno alla realtà con una certa soddisfazione negli occhi.
“È vomitevole la fedeltà che Ron ha nei tuoi confronti” ha un’espressione veramente disgustata
Un’illuminazione attraversa i miei occhi.
“Un momento, parli di lui come se lo conoscessi da tempo”
Ride. Ma cosa c’è di così tanto divertente?
“Davvero non mi riconosci, Hermione? Sono così invecchiata?”
Ora che me lo fa notare, è un viso conosciuto.
“Sarah O’ Donnell”
Non ci credo, non la vedo dall’ultimo anno ad Hogwarts.
“Felice di rivederti, Granger”
Ricordo che era una Serpeverde.
“Che cosa vuoi da me?”
“Intendi, a parte il fatto che una mezzosangue sia diventata Ministro della Magia e che rappresenti anche noi Purosangue? Nulla, cara” fa una pausa, ha gli occhi iniettati di sangue “Mi spieghi come fai ad avere una vita così schifosamente perfetta?? Sei sempre stata perfetta”
Mi punta nuovamente la bacchetta contro.
“Sarah” la intimo ad arrendersi, nonostante tutto non le voglio fare del male, a differenza sua
Sta per colpirmi “Stupe”
Ma io la disarmo in tempo “Expelliarmus” mi avvicino a lei con compassione “Basta, Sarah. Vattene e lasciaci in pace, se non vuoi che ti arresti per crimini contro l’ordine pubblico” ed è anche poco per quello che mi ha fatto passare
“Non finisce qui, Granger. Giuro, che tornerò”
Si smaterializza.

Sono felice di aver scoperto che Ron mi è stato fedele, ma nello stesso tempo resto dell’idea che il ruolo che ricopro metta in pericolo la mia famiglia. Resterò sempre una mezzosangue e ci sarà sempre qualche squilibrato come Sarah che non lo accetterà, ci sarà sempre qualcuno che minaccerà la sicurezza di tutti solo per farmi del male ed io non lo posso permettere, non voglio siano tutti in pericolo per causa mia, specialmente le persone che amo di più al mondo.
Devo valutare con calma l’idea di lasciare la mia posizione. Anche se a malincuore, ma al momento non vedo altra soluzione.
 
Continua…
   
 
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