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Autore: Mo0ny_    10/08/2017    2 recensioni
[KageHina, Attack On Titan Crossover]
Hinata e Kageyama hanno sempre desiderato solo una cosa: vedere il mondo. Ma quando tutto si tinge di rosso, capiscono che hanno bisogno l'uno dell'altro e di nient'altro.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Rosso, Rosso Scarlatto
 

Hinata aveva sempre pensato che il mondo doveva essere fantastico oltre le mura. Quali bellezze potevano nascondersi nei boschi? Quante cose avrebbe potuto conoscere? Cosa avrebbe visto? La curiosità era sempre stata un suo difetto fatale, eppure non si pentiva di aver intrapreso quella strada, di essersi unito al Corpo di Ricerca neanche in quel momento in cui era ricoperto di sangue scarlatto, la vista era appannata e non poteva reggersi in piedi. 
-Hinata... -la sua voce però era in grado di sentirla. La riconoscerebbe anche tra le urla di tutto il Wall Maria.
-Kageyama... -tossisce e sputa sangue. Il corvino è subito chino su di lui, avrebbe voluto aiutarlo, ma dalle sue ferite era ovvio che lui stesse.... -sto morendo... Vero?-
Pianse Kageyama, le lacrime bagnavano le sue guance sempre pallide. Hinata invece sorrise.
-Ho visto il mondo. Il mio sogno, io l'ho realizzato -disse con il poco fiato che gli era rimasto in gola. Kageyama non poteva accettarlo, Hinata era  tutto quello che aveva. Cosa avrebbe fatto senza di lui?!

 

-Piacere, sono Hinata Shouyou! Tu come ti chiami? -erano solo bambini quando si erano conosciuti. Kageyama era sempre stato un tipo molto solitario, non amava la compagnia di nessuno.  Erano state le loro mamme a combinare quell'incontro, anche se i bambini non lo sapevano. Un tipo solare e vivace come Hinata avrebbe sicuramente fatto aprire di più il corvino. A convincerlo a presentarsi a sua volta ed accettare la mano che il rosso gli aveva porso, furono gli occhi ambra di Hinata. Erano ambrati, con diverse sfumature giallastre e rossastre, grandi come quelli di un sognatore. Kageyama vide il mondo che tanto voleva esplorare in quegli occhi.
-Piacere, Kageyama -

 

Lacrime e ancora lacrime. I morti cadevano pian piano, i giganti avanzavano e per Kageyama il mondo si era fermato, tutto scorreva lentamente intorno a lui. Gli ufficiali urlavano, dovevano ritirarsi ma lui rimaneva fermo a guardare e toccare il volto di Hinata.
-Devo andare... Non puoi morire qui... -Faticava a dire quelle parole, ma Hinata non voleva che anche lui se ne andasse. Lui doveva vivere e realizzare il suo sogno.

 

Quando i giganti sfondarono le mura del Wall Maria i due bambini erano insieme. Erano stesi a terra, come sempre, a guardare il cielo e sperare di riuscire a volare come i corvi che potevano tranquillamente uscire fuori dalle mura ed esplorare quel mondo a loro sconosciuto. Era il loro grande sogno, andare fuori dalle mura. La paura e la consapevolezza che i giganti non avrebbero lasciato che il loro sogno si realizzasse arrivò quel giorno, quando gli umani provarono per la prima volta l'umiliazione di essere delle bestie in gabbia. Riuscirono a scappare, furono condotti fuori dal Wall Maria, ma persero tutto: le loro famiglie, i loro amici. Su quella nave che li conduceva al Wall Sina si abbracciarono e piansero.
-Kageyama.... -disse ad un certo punto Hinata.
-Dimmi... -rispose prontamente il corvino.
-Io non voglio rinunciare al mio sogno... -ci furono molti minuti di silenzio, dopo di ché, Kageyama si mise in modo che potesse guardare il piccoletto negli occhi e dirgli:
-In questa nuova avventura saremo insieme, promesso? -
-Promesso -Hinata gli sorrise e si strinsero i due mignoli, stringendo il patto che li avrebbe uniti per sempre.


 

-Non dirmi di lasciarti qua! Non voglio! -piangeva ancora, non sapeva di poter versare così tante lacrime. 
-Sapevo che sarebbe potuto succedere... Ma lo abbiamo fatto lo stesso. Abbiamo visto il mondo. Non sei felice? -gli chiese, a fatica ma continuando a sorridere. 
Kageyama singhiozzava, non riusciva a dire un "sì" convinto.
-Tobio -lo chiamò -avvicinati-


 

-Davvero complimenti! Ad entrambi! Tobio Kageyama, Hinata Shouyou siete i nostri migliori cadetti! -erano soliti a ricevere questi complimenti da quando erano lì, a fare l'addestramento per riuscire ad entrare nel Corpo di Ricerca. Kageyama era bravissimo con le lame, riusciva a portare a termine ogni missione di omicidio che gli veniva assegnata, Hinata, invece, era bravissimo ad utilizzare la manovra tridimensionale. Ogni volta che la utilizzava sembrava di vedere un uccello in volo. Era bravo a schivare ogni tipo di attacco da parte dei giganti. Insieme a loro c'erano altri cadetti, ma loro erano quelli che spiccavano di più, anche perché erano stati soprannominati "La coppia stramba". Quello in cui peccava uno, risolveva l'altro. Erano sempre insieme, pronti ad aiutarsi in ogni occasione. Ma nessuno dei due lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
-Idiota! Non gridare così! -
-Io?! Parli tu che urli più del mio mulo?! -Questo tipo di discussioni era all'ordine del giorno, litigavano per ogni minuscola cosa, strappando a tutti un sorriso.
-Ragazzi! Ora basta! -li metteva a tacere qualche volta Yachi, la loro nuova amica. L'avevano conosciuta là, ed erano subito entrati in sintonia. Quella ragazza era dolce e sempre disponibile. Credeva il loro, più che in sè stessa! Fu l'unica che non si sorprese quando lo stesso capitano Erwin Smith invitò i due nel Corpo di Ricerca. Si arruolarono, naturalmente. 


 

Kageyama si avvicinò, lentamente. E quando finalmente fu ad un soffio dal viso di Hinata, quest'ultimo alzò la testa per fare entrare in contatto le sue labbra con quelle del moro. Fu un bacio disperato, e al sapore di sangue.

 

Il primo giorno di spedizione, osservarono tutto, dal singolo filo d'erba all'ultima foglia  degli alberi. Era tutto bellissimo, diverso da quello che avrebbero mai potuto vedere all'interno delle mura, o forse era il senso di libertà che faceva apparire tutto più bello. 
Il secondo giorno fu tranquillo come il primo, i due continuavano ad esplorare tutto, fin dove i loro occhi gli permettevano.
Il terzo giorno, fu il giorno in cui Hinata e Kageyama rivissero quello che avevano visto anni fa.
I giganti.
Una decina di giganti erano pronti ad attaccare tutti. Qualcuno gridò la ritirata, e tutti iniziarono a correre. Erano proprio sfortunati loro due, la maggior parte di quelli erano giganti anomali. Fecero fuori una buona parte del corpo di Ricerca. 
Sangue, rosso scarlatto, sangue.
Solo questo videro gli occhi di Hinata. Kageyama aveva sempre creduto che il rosso fosse un bellissimo colore, forse perché lo aveva associato sempre agli occhi di Hinata e ai suoi capelli. In quel momento, dove tutto si colorava di rosso, non riusciva a vedere niente di bello. 
Hinata!
Dov'era quel piccolo idiota?! Si erano separati senza rendersene conto. Guardò ovunque in cerca del suo amico. Non lo vedeva, dov'era?! Una sensazione di vuoto si impadronì di lui, costringendolo a pensare ad un futuro senza il piccoletto. Senza la sua risata, senza i suoi occhi, senza le sue chiacchiere quasi estenuanti. Poi lo vide, stava correndo con il suo cavallo inseguito da un giganti di 15 metri. E poi accadde tutto così velocemente e Kageyama riuscì solo a gridare il nome di Hinata e vederlo a terra, colmo di sangue.
Il suo cavallo era inciampato o era ferito, fatto sta che cadde a terra facendo scivolare il piccoletto proprio sotto il piede del gigante che però lo colpì solo con una piccola parte del tallone, ma fu sufficiente a ferirlo gravemente. Kageyama corse e quando lo  raggiunse si piegò su di lui, ascoltò le sue parole, pianse, lo baciò. Non aveva mai pensato a Hinata in quel modo, eppure quel bacio gli fece aprire gli occhi sui suoi veri sentimenti. Perché l'aveva capito solo in quel momento, perché?!
-Kageyama... Ti prego, scappa -gli ripetè di nuovo Hinata, con il volto più bianco del latte. 
-No... Non posso... Non adesso... Ti prego! -e ancora lacrime.
-Vivi... -quella parola di detta in un sussurro.  Kageyama si alzò, ancora con il volto pieno di lacrime e fece per andarsene. Fece solo qualche passo quando si rese conto che i giganti stavano tornando. E fu allora che si butto al fianco di Hinata e gli disse:
-Non posso andarmene! Saremmo rimasti sempre insieme! Ricordi?! -
Sorrise Hinata e pronunciò le sue ultime parole.
-Ti amo -
Kageyama venne preso per la vita da un gigante di 12 metri. Quella era la sua fine, ma prima di morire rispose ad Hinata:
-Ti amo anche io -
E poi fu tutto rosso, rosso scarlatto.




 

Angolo Autrice
Questa fanfiction è nata un po' per caso, mentre facevo uno strano discorso con una mia amica. Non è il massimo, lo so, ma spero comunque che a qualcuno possa piacere! E' presente anche sulla mia page Wattpad, babbanaalcampogiove.

 

   
 
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