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Autore: Sincere_Lies    11/08/2017    1 recensioni
Storia tradotta dall'inglese con il permesso dell'autrice.
Jasico. Soulmate timers AU (un mondo in cui ogni persona ha un timer sul polso che si azzera quando si incontra la propria anima gemella, che cosa stupenda.)
Dal capitolo uno:
Quando Nico Di Angelo aveva dieci anni incontrò Percy Jackson, ma il suo orologio non si fermò. Era leggermente deluso.
*/*/*
Occhi azzurro elettrico trovarono quelli marrone scuro e per quel momento tutto sembrò fermarsi.
Dal secondo capitolo:
"Perché mi sei sempre mancato, anche senza conoscerti."
Dal terzo capitolo:
“Questi numeri non sono una benedizione Hazel, sono una maledizione."
Dal quarto capitolo:
"Saresti stato buono per me."
Link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/1119869/chapters/2256441
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Jason/Nico, Nico di Angelo, Talia Grace
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore originale: Sincere_Lies
Traduttrice: bipolareT
Lingua originale: inglese
Disclaimer:I personaggi di Percy non mi appartengono, ma sono proprietà di Rick Riordan; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Note dell'autore (alla storia originale): Per questo ci ho messo così tanto metà per il college e metà perché sono spaventata ansiosa di finirla. È stata una gioia scrivere questa fic e il fatto che piace a così tanti di voi ha reso tutto più divertente. Quindi spero che questo ultimo capitolo sia in linea con gli altri per voi.

Guardate la mia incapacità di scrivere scene d'azione. Inoltre, avrei potuto dare un finale drammatico. Non sono dispiaciuta.(alla fine del capitolo altre note dell'autore originale)

Note della traduttrice a fine capitolo
 

Play

Guardando indietro, mentre si abbassava così un pugnale non avrebbe raggiunto la sua testa, Jason poteva vedere che sette di loro che andavano ad Atene in modo da poter fermare Gea non era un piano molto ben pensato. Come? Cosa si aspettavano? Solo di camminare dentro e pugnalare Gea in faccia prima che si svegliasse? Sarebbe stato fantastico, per favore, perche non era stato così?

Ahimé, la strada per Atene non fu facile. Oltre a tutti i mostri e all'Argo che avevano dovuto riparare almeno tre volte, avevano anche incontrato Efialte e Oto di nuovo, e Encelado più tardi. Erano stati fortunati che Bacco apparentemente non riusciva a sopportare i gemelli quanto loro e che si fosse presentato più di una volta ad 'aiutarli'. Come per Encelado, Ecate aveva preso in simpatia Hazel e si presentò proprio quando la speranza di vincere li stava abbandonando.

E adesso si trovavano ad Atene nel giorno della Festa della Speranza, lottando con gli altri giganti e guardando Gea che diventava sempre più grande. Loro erano superati in numero dai giganti e dai mostri. Jason si trovava vicino Percy mentre creavano una tempesta come avevano fatto nel Fort Sumter. Potette solo guardare in panico quando Ippolito, rovina di Ermes, portò Piper e Leo dove Gea stava sorgendo. Il sangue dell'Olimpo.

Poi da qualche parte dietro di lui una schiera di frecce colpì perfettamente il gigante, facendolo cadere sui due semidei. Jason lo fissò con incredulità.

“Santo Ade.” Percy sospirò vicino a lui e Jason pensò solo al modo di dire, prima di notare che Percy stesse effettivamente fissando qualcosa dietro di loro. Jason si girò e in effetti c'era il dio, Ade in persona con quello che sembrava essere mezzo Campo Mezzosangue e Giove. I figli di Apollo, sia romani che greci, avevano appena abbassato i loro archi così come le Cacciatrici di Artemide. Riusciva a distinguere sua sorella a distanza e Jason era sicuro che fosse un'allucinazione.

Sbattette gli occhi due volte ma la scena rimase la stessa. Non aveva mai visto Ade, ma era difficile sbagliare divinità con l'aura oscura che emanava, con le anime angosciate del suo mantello rosso sangue, con l'armatura forgiata con il ferro dello Stige e con il famoso Elmo dell'Oscurità. C'era un'oscurità che nascondeva i semidei, come se loro avessero appena viaggiato nelle ombre; cosa che probabilmete avevano fatto dal loro aspetto. Quando l'oscurità si dissipò, Jason riusciva chiaramente a vedere tutti pronti per la battaglia e Nico accanto al padre.

Jason sentì il più inappropriato bisogno di ridere forte. Forse avrebbero potuto sul serio vincere adesso.

*/*/*

E lo fecero.

Appena ogni semidio assunse la fatica dei propri genitori, i suddetti dei incomiciarono ad apparire sul campo di battaglia, combinando le loro forze per sconfiggere i loro nemici. Quando Ares, Marte? Jason non poteva dirlo, si presentò vicino a Frank e disse semplicemente:

Bene, non potevamo lasciare tutto il divertimento ad Ade di nuovo.

Così adesso lui era seduto su un terreno solido con Thalia di fianco a lui e Percy e Annabeth sull'altro fianco, tenendosi il braccio che era stato trafitto da un pugnale e guardando tutta la distruzione e allo stesso modo i semidei e gli dei. Suo padre e quello di Percy stavano discutendo di qualcosa con gli altri e questo non avrebbe dovuto far sentire in pace Jason, ma lo faceva. Di certo non sarebbe durata.

“Nico!” L'urlo di Hazel risuonò attraverso il campo di battaglia e Jason sentì il suo cuore fermarsi. Il dolore che sentiva non derivava solo dal suo avambraccio. Veniva dal suo polso.

“No.”Sussurrò disperatamente prima di alzarsi e correre, volare in realtà, verso il luogo da cui era venuta la voce di Hazel. Riusciva debolmente a sentire Thalia chiamarlo.

Trovò Hazel inginocchiata e piangente vicino a un corpo. Un corpo in cui lui non riusciva a riconoscere come Nico, perchè non era impossibile che quella pallida e sanguinante persona con una lancia che perforava il suo stomaco fosse Nico Di Angelo. Ma lo era e Jason si inginocchiò vicino alla testa dell'altro ragazzo chiedendosi dove fosse il suo cuore, perchè non riusciva a sentirlo nel suo petto.

“Padre! Padre, per favore.” Hazel supplicò e solo allora Jason notò che adesso Ade si era avvicinato. Il volto del dio era impassibile, ma Jason vide qualcosa di tremolante nei suoi freddi occhi d'acciaio quando guardavano verso il figlio.

"Non può ... Hazel." La voce di Nico sembrava rotta e sembrava che probabilmente gli facesse male parlare. Jason voleva farlo smettere di parlare finché non fossero riusciti a risolvere questo problema. "Deve.. rispettare.." Hazel scosse suo fratello e si mise a guardare attorno freneticamente.

"Qualcuno faccia venire un figlio di Apollo. Anche Apollo stesso! "Jason poteva vedere dall'angolo dei suoi occhi che avevano raccolto l'attenzione degli altri. Thalia era venuta a stargli accanto e lui vagamente registrò Percy e Annabeth ansimare alla scena davanti a loro.

"È troppo.. tardi Hazel." Nico si sforzò di alzare una mano alla guancia di Hazel, per togliere via una lacrima. La fece solo piangere di più. "Sono orgoglioso.. molto orgoglioso di te. Mi dispiace.. non ero.."

Non finì, ma Hazel scosse la testa in negazione, si rivolse a Frank dietro di lei e gridò più forte. Nico voltò la testa verso Jason e gli porse l'altra mano. Jason la prese, non accorgendosi del sangue che la ricopriva, preoccupandosi solo di come gli occhi scuri di Nico emettevano barlumi di luce.

"Starai bene." Sussurrò Jason, ma sapeva che non era vero. Tutti gli dei stavano guardando ora, e se Jason avesse avuto la forza gli avrebbe gridato di fare qualcosa. Erano dei.

"No.. non lo sarò.." Le labbra di Nico tentarono di formare un sorriso amaro, ma gli faceva male ".. con l'ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere... suppongo che questa.. è l'unica volta.. che ho lasciato per.. noi.” Del sangue stava cominciando a gocciolare dalla bocca del ragazzo e Jason dovette combattere i singhiozzi che volevano uscire da lui.

"Non dire questo." Sussurrò e cominciò ad avere paura, quando la mano di Nico nella sua si afflosciò.

"Saresti stato buono per me.'' Furono le ultime parole del figlio di Ade prima che i suoi occhi diventassero completamente senza vita.

"No! Nico! Nico! "Gridò Jason, ma fu inutile, era andato. Portò la mano che stava ancora tenendo più vicino e fissò il corpo di Nico, completamente sconvolto sul farsi.

"A cosa servite?!" Thalia urlò nel silenzio assordante che si era creato facendo quasi saltare Jason fuori dallo shock in cui era, ma voltò solo la testa per vedere sua sorella guardare gli dei con aria feroce. Poteva sentire l'energia elettrica che attraversava il suo corpo.

"Thalia." Una bambina che riconobbe come Artemide parlò, la sua voce con un tono di avvertimento.

"Divina Artemide, non mi dispiace. Voi siete tutti qui, a guardare solamente. Potreste benissimo salvarlo. "

"Ci sono delle regole, Thalia". Il padre venne, imponendosi avanti e guardando verso di loro. "Non possiamo intervenire con.." Thalia lo interruppe con una risata sprezzante.

"Questo è tutto quello che fate! Voi ci usate come pedine per le vostre missioni e profezie! "

"Thalia." Si fissarono l'un l'altra e i tuoni fecero saltare tutti gli altri campeggiatori per la paura.

"Orfeo.” Thalia sbottò improvvisamente e si voltò a guardare Ade. "L'hai lasciato portare sua moglie, Euridice, indietro dagli Inferi.”

"Questo è stato il volere di Persefone. Ha un cuore morbido.” Disse il re del mondo sotterraneo. Jason si chiese se avesse troppo sperato nel pensare che Ade non disapprovava il percorso che Thalia stava prendendo.

"Selene e Arianna! Anche Dionisio ha portato la madre e la moglie indietro dalla morte! "Dionisio sollevò le mani in un gesto per tenersi fuori da questo. "E Teseo! Eracle lo ha portato indietro con lui quando ha lasciato gli Inferi.” E se Jason non stava immaginando le cose, gli Olimpici avevano cominciato a sembrare contriti. A eccezione di Apollo e Ade che sembravano avere una conversazione con gli sguardi.

“Dove vuoi arrivare Thalia?” Zeus chiese quasi impaziente.

"Che Nico Di Angelo è ugualmente un eroe come uno dei sette. Senza di lui nessuno di noi sarebbe qui. Probabilmente saremmo morti e l'Olimpo sarebbe stato distrutto."Il silenzio incontrò l'affermazione, ogni dio stava apparentemente considerando il suo punto prima che lei sbottasse in modo casuale: "Un dono!”

"Scusami?"

"Quando Percy ha compiuto l'ultima profezia, gli hai offerto un dono. Non saranno offerti anche ai sette dei doni? "

"Lei ha ragione. Lo hanno guadagnato. "Minerva, forse Athena?, convenne, guardando soprattutto la figlia.

"Jason, figlio mio." Jason si meravigliò per un secondo dato che era la prima volta nella sua vita che sentì quelle parole. Ma Zeus continuò come se le successive parole che gli disse fossero dolorose da ammettere. "Quando Perseo.. ha salvato l'Olimpo lo scorso anno, gli è stata offerta l'immortalità. Rifiutò. Qual è la scelta che intendi fare?" Jason aprì la bocca e esitò, non perché non sapesse cosa voleva per una volta, ma perché Giunone scelse di avanzare e di guardarlo in attesa.

"Jason, potresti stare con noi. Potremmo essere una vera famiglia. Per sempre." Jason solo fissò, non credendo a quello ch eaveva sentito.

"Voi non siete la mia famiglia." Quella era la prima volta che aveva visto suo padre e poteva contare su una mano quelle che aveva visto Giunione. L'aveva portato via da sua madre, da sua sorella. Aveva fatto sparire i ricordi che aveva dell'unica casa che conosceva e dell'unica persona con cui si sentiva completo. Si girò a guardare i suoi amici. "Questa è la mia famiglia, e tutto quello che voglio è Nico di nuovo in essa." Tornò a guardare Giunone e dalle sue labbra e mani serrate Jason era sicuro che era finito, ma Zeus riprese ancora le redini.

“Molto bene, Ade puoi risucitare tuo figlio.” Ade sollevò la testa in riconoscimento e per un secondo fissò Jason con qualcosa che lui vagamente riconosceva come approvazione prima di lasciare che l'oscurità lo circondasse e scomparire. Poi fuori dal nulla un ragazzo biondo e abbronzato si inginocchiò sull'altro lato di Nico e rivolse a Jason un sorriso accecante. Apollo.

"Beh, meglio cominciare a guarire questa cosa in fretta prima che zio Ade riporti la sua anima o altrimenti tornerà a sanguinare a morte. Will?” Chiamò suo figlio, mentre già stava facendo scomparire la lancia di ferro cantando sotto il suo respiro. Guardò una volta Solace che era accanto a lui. "Dov'è Austin? Oh." La sua luminosità diminuì e se solo per un secondo Jason si sentì terribile a salvare solo la vita di Nico quando tanti l'avevano perduta allo stesso modo contemporaneamente. "Adesso Kayla ti aiuterà e fidati dei miei altri figli.” Apollo continuò dopo un momento, ma era ancora una volta concentrato su Nico. "Dovrà essere sottoposto a questa cura prima di dimetterlo". Iniziò a cantare di nuovo, e anche Will cantò accanto a lui.

"Zeus, dobbiamo andare. Tutti noi qui, nell'antica terra, la rendono instabile. "Jason continuava a fissare ciò che Apollo stava facendo, ma era sicuro che fosse stata la madre di Annabeth a parlare.

"Hai ragione, Atena." Annuì una volta, prima di rivolgere lo sguardo ancora a Jason e ai suoi amici. "Una volta che voi sette sarete tornati in America verrete chiamati sull'Olimpo in modo da essere ricompensati.” Con quello Zeus e il resto degli dei scomparsero, solo Apollo rimase ancora con Nico.

"Incantevole come sempre, nostro padre." Il dio del Sole disse ruotando gli occhi quando finì con Nico. Si alzò e si guardò attorno all'esercito di semidei con un sorriso. "Suppongo che ti do almeno un aiuto." La luce soffocante improvvisamente lo vinse, e Jason sentì come se stesse cadendo nel vuoto.

Finalmente aprì gli occhi quando sentì un gemito dal ragazzo steso sul pavimento. Erano nuovamente sull'Argo II, e con tutti gli altri anche se il suono che ne derivava era vero. Erano proprio nel vestibolo dell'infermeria e Nico stava cominciando a tornare. Jason non ebbe la possibilità di reagire prima che Will Solace e uno dei suoi fratelli portassero Nico lontano da lui e in una stanza.

Lui fissò solamente mentre la porta si chiudeva.

*/*/*

Perché in ospedale, o in un'infermeria in questo caso, era sempre tutto bianco? Sembrava solo portare l'attenzione su come le persone in esso erano niente ma bene. Come se rendesse un'atmosfera scura, solo più scura.

Jason cercò di guardare qualcosa che non fosse la gente intorno a lui, ma tutto quello che vedeva era bianco. Pareti bianche, pavimenti bianchi, porta bianca. Tutto bianco. Come Nico era stato..

Scosse la testa per liberarsi dall'immagine. Erano stati solo pochi minuti, ma erano sembrati un'eternità. Nico era morto nelle sue braccia e Jason non voleva più pensarci. Più facile a dirsi che a farsi, con il suddetto ragazzo ancora con i figli di Apollo dietro il muro che tutti stavano fissando.

Jason dava un'occhiata in giro. Dei sette di loro solo Leo non c'era. Aveva detto qualcosa sulle forme organiche di vita e la gestione della nave piena di persone ora, ma Jason non se ne preoccupava molto, conosceva Leo abbastanza per farlo.

Piper e Reyna stavano sul suo lato destro, Piper occasionalmente metteva una mano sul suo braccio stringendolo. Sembrava niente, ma in realtà era d'aiuto. Fu sorpreso che anche Reyna, inflessibile com'era, rimase lì. All'inizio pensò che rimaneva solo perché c'era Piper. Ma lui conosceva Reyna abbastanza bene per sapere che la sua espressione vuota dicesse più di qualsiasi altra cosa avrebbe potuto dire. Era altrettanto preoccupata come ognuno di loro.

Hazel e Frank, erano all'altro lato, il braccio di Frank non lasciò le spalle della ragazza, nonostante il fatto che Hazel non sembrava in grado di smettere di agitarsi. Più di una volta c'erano stati un pugnale o una spada che volavano dal nulla verso la figlia di Plutone. Il fatto che non aveva nemmeno la volontà di arrossire e di scusarsi per quella capacità diceva molto sullo stato in cui si trovava.

A pochi metri da loro c'erano Percy e Annabeth sul pavimento. Percy era con la testa appoggiata alla parete, e fissava il soffitto. Annabeth gli teneva solo la mano seduta accanto a lui, avendo rinunciato a dare rassicurazioni al figlio di Poseidone. Se Jason non avesse avuto cose più importanti nella mente in quel momento, era sicuro che sarebbe stato un po' infastidito da quanto Percy stava prendendo questo, così duramente.

I passi lungo il corridoio li avevano allertati e fissarono la porta prima di capire l'errore e si girarono per vedere Thalia che si avvicinava.

"Ancora niente?" Lei chiese aggrottando le sopracciglia e poi alla porta come se fosse il grande colpevole qui. Jason era incline a condividere il sentimento. Ma in questo momento poteva solo scuotere la testa in rifiuto.

Piper si spostò così che Thalia avrebbe potuto prendere il posto al suo fianco e Jason guardò giù alla sorella quando si prese la mano nelle sue. Ah, doveva guardare la sua sorella maggiore. Detta sorella maggiore ma che era più giovane di lui adesso. Si chiese come fosse avere una vita normale, senza genitori divini, sorelle immortali, guerre e lance che attraversavano lo stomaco della tua anima gemella.

"Dovresti stare con le tue Cacciatrici.” Disse, ma non volendolo davvero. Perché, nonostante ci fossero quattrordici anni a dividerli, lei era ancora la sua famiglia e la più vicina che faceva sentire Jason a casa accanto a Nico..

"Possono gestirsi da sole; Sono esattamente dove dovrei essere." La presa sulla sua mano si strinse e sentì la gola stringersi e stava quasi perdendo di nuovo. Sentendo gli occhi bruciare e i pensieri andare in luoghi in cui lui non li avrebbe lasciati.

E se fosse stato per niente? Rifiutare la benedizione di suo padre e Giunone, rischiare tutto, e Nico non fosse venuto fuori neanche da questo vivo?

Sentirono dei passi ancora una volta, e questa volta dall'altra parte della porta. Poteva sentire Thalia guardarlo e la sua espressione non doveva essere stata controllata come pensava, visto che qualsiasi cosa che lei vide la fece stringere appena di più la presa e mettere anche la sua altra mano sul braccio.

La porta finalmente si aprì e Will Solace uscì, sembrando stanco. Jason poteva solo sentire il sangue che correva attraverso le orecchie mentre il figlio di Apollo prese un momento per guardare ciascuno di loro.

"Will? Come è la sua condizione? "Annabeth parlò dal suo angolo con Percy, il suono della sua voce che risuonava nalla quiete morta che si era creata da quando Will era uscito dall'infermeria.

"Siamo riusciti a stabilizzarlo. Era più complicato di quanto doveva essere perché era così malnutrito e aveva perso un sacco di sangue.”

"Ma.. ma starà.." Hazel balbettò, allontanandosi finalmente da Frank per poter vedere direttamente Solace.

"Starà bene. Probabilmente ci vorrà un po' di tempo per svegliarlo e anche allora sarà costretto a riposare per un po' di tempo."Will sorrise brillantemente a loro e Jason sentì tutta la tensione lasciare il suo corpo. Se non fosse stato per Thalia che lo teneva, probabilmente si sarebbe lasciato cadere a terra. Ma poi improvvisamente aveva le braccia piene e tutto quello che riusciva a guardare era dei capelli ricci color cannella.

"Grazie, ti ringrazio tanto. Mi dispiace, mi dispiace tantissimo."Hazel continuava a farfugliare nella sua maglietta e Jason si allarmò quando la sentì umida. Strinse le braccia incerto su cosa fare con loro e si rivolse a Frank per aiuto. Il figlio di Marte sorrise mestamente e scrollò le spalle. Jason abbracciò attentamente Hazel e fece un respiro e non sapeva chi stava tenendo chi quando la ragazza strinse le braccia intorno a lui.

Rimasero così per un istante, nessuno diceva niente. Quando Hazel finalmente lo lasciò andare, lo guardò con gli occhi dorati scintillanti e un timido sorriso che non poteva fare a meno di ricambiare, nonostante tutto.

"Potete andare a vederlo se volete." Disse Will e tutti si mossero prima che lui alzasse una mano per fermarli. "In realtà, solo Hazel e Jason. Nico è ancora addormentato e ricoverato, è meglio non avere troppa confusione dentro. Inoltre ci sono ancora gli altri che stanno continuando a guarire. Troppe persone disturberebbero i canti" Lui annuì loro di nuovo prima di entrare nuovamente nell'infermeria.

Jason guardò la sorella. Thalia gli sorrise prima di stringergli la mano ancora una volta, spingendolo leggermente in avanti. Hazel diede a Frank un ultimo abbraccio prima di seguire Solace dentro. Ma Jason si trovò bloccato sulla soglia, il cuore che improvvisamente voleva uscire dalla gola..

Hazel si voltò verso di lui ma notò che non era dietro di lei e qualsiasi cosa che gli vide in faccia la fece sorridere un po'. Tornò indietro verso di lui, afferrò la mano nella sua piccola e camminarono insieme. I mormorii di canti latini e greci da diverse baie gli riempivano le orecchie mentre camminavano verso quella di Nico. E una volta dentro Jason era contento per la presa che Hazel aveva su di lui, la mano di Hazel stringeva quasi dolorosamente la sua visto che lei stava male alla scena davanti a loro.

Nico non era esattamente una grande persona in una situazione normale, ma lì steso più pallido del solito, con bende e tante lenzuola bianche, il figlio di Ade sembrava davvero minuscolo e fragile. Fece ricordare a Jason la battaglia e la lancia e il sangue e

Saresti stato buono per me.

Smettila! Jason si disse e strinse la mano di Hazel senza volerlo. Lei lo guardò con preoccupazione, prima di annuire e lasciarlo andare per raggiungere il capezzale di Nico. Jason esitando andò dall'altra parte e lo fissò solamente.

Le sue mani volevano toccarlo; Per essere sicure che il ragazzo davanti a lui fosse veramente vivo. Poteva vederlo respirare ma Jason voleva sentirlo. Ma non pensava che avesse il diritto di farlo. Guardò Hazel e si mordicchiò il labbro inferiore, quando la vide spostare una ciocca dei capelli scuri di Nico dalla sua faccia. Era sorpreso di come avesse voluto farlo, avere quel tipo di libertà.

"Non credo che lui sappia quanto sia importante per me." Disse Hazel quasi sussurrando, ma Jason la sentì e spalancò gli occhi. Lei teneva la sua mano su quella di Nico. "Non credo che sappia quanto sia veramente buono. Vede solamente quello che lui pensa che la gente veda e non è.. non è vero.. è solo.." Lei soffocava le sue parole e Jason si trovò proprio accanto a lei.

"Hazel.” Disse piano, mettendo la mano sulla spalla. Ardenti occhi dorati lo guardarono di nuovo.

"Lui è la mia famiglia. Gli voglio bene e lui è buono.” Gli disse come una sfida, come se volesse convincere Jason.

“Lo so.” Rispose semplicemente e non allontanò il suo sguardo dai suoi occhi brillanti. Non sapeva cosa cercava, ma improvvisamente le lasciò cadere le spalle e sorrise stancamente.

"Lo fai, vero.”

*/*/*

Il giorno successivo Hazel e Jason si allontanarono a mala pena dal capezzale di Nico, ma il figlio di Ade non mostrava segni di volersi svegliare. Will aveva detto che era normale, ma non potevano fare a meno di essere ansiosi e pensare che qualcosa sarebbe potuta andare storta. Così quando Solace portò Frank e Piper a farli fare una passeggiata al di fuori dell'infermeria, non era sorpreso. Però questo non significava che non fosse stato riluttante a lasciarlo.

Si trovarono al cassero dove Leo stava guidando la nave e dove stavano anche Reyna, Annabeth e Percy. Erano già quasi sulla costa spagnola, impiegando un tempo di viaggio straordinario. Si chiese se gli dèi li avessero aiutai a tornare in qualche modo, perché una nave piena di semidei sicuramente attirava più mostri di appena sette. Jason si meravigliava anche per quanto diversa fosse l'Argo II piena di persone, e alla meraviglia di entrambi Greci e Romani, che si trovavano a bordo.

"Dov'è Thalia?" Chiese una volta che erano tutti riuniti, mancando la sorella e le sue Cacciatrici.

"Lei e le Cacciatrici hanno preso la vigilanza notturna e ora si sono addormentate nella tua cabina". Jason annuì solamente in comprensione. Tutti stavano condividendo le loro cabine e anche così non c'era spazio per tutti. Aveva detto a Thalia che avrebbe avuto la sua, comunque non avrebbe mai trascorso il suo tempo lì.

"Ancora niente su Di Angelo?" La domanda venne, sorprendentemente, da Reyna. Aveva nuovamente lo sguardo vuoto sul volto.

"No, sta ancora dormendo. Will dice che è normale però." Hazel rispose cercando di suonare allegra ma fallendo. Il silenzio li raggiunse.

“L'ha fatto nel sonno.” Disse improvvisamente Reyna e tutti gli occhi caddero su di lei, senza capire. Continuò. "C'è voluta più di una settimana per portare la statua al Campo Mezzosangue e ogni volta che dormiva per riconquistare le sue forze utillizzava il suo subconscio per comunicare con Ade. Per cercare di convincerlo ad aiutarci. E una volta che siamo arrivati nel mezzo della battaglia di entrambi i campi è stato lui fondamentalmente a fermarla con un terremoto.” Si fermò per un secondo per lasciare che le informazioni fossero assimilate; Gli unici che non sembravano sorpresi erano Jason e Hazel. "Lo ha fatto senza sapere se suo padre avrebbe aiutato. Ha chiesto l'aiuto di suo padre, senza sapere se entrambi i campi avrebbero seguito la Morte in Grecia. Saremmo tutti morti se non fosse per Nico Di Angelo.” Concluse e Jason finalmente capì da dove proveniva. Non era solo preoccupazione per un compagno; Era vero rispetto che Reyna provava per Nico.

Un grugnito frustrato li fece saltare tutti e Jason guardò sorpreso Percy che si allontanava da loro, Annabeth lo chiamò indietro senza alcun risultato.

"Che cos'ha?" Chiese Jason, onestamente un po' rritato. Percy era stato strano tutto il tempo del viaggio dalla Grecia.

"È solo.. Puoi parlare con lui, Jason?" Annabeth supplicò e Jason aprì la bocca per metterlo in discussione, ma lei continuò. "Per favore, credo che abbia veramente bisogno di parlare con uno di voi." E per qualche motivo Jason aveva la sensazione che quel 'voi' significava lui e Nico.

Quindi Jason seguì Percy, sospirando un po' quando notò che Hazel si avvicinava all'infermeria con Frank. Trovò il figlio di Poseidone appoggiato all'albero principale, che fissava l'orizzonte. Jason, però, si prese un momento per guardare l'albero stesso; Nico ci passava molto tempo prima. Poi si appoggiò accanto a Percy sull'albero, guardando anche lui l'orizzonte e aspettava.

"L'ho delusa." Disse Percy dopo un po' di tempo, e Jason si accigliò in confusione non capendo di chi stesse parlando. "Sua sorella, Bianca. Mi ha chiesto di prendermi cura di lui e non l'ho mai fatto.” Silenzio di nuovo, ma Jason non sentiva che Percy avesse già finito. "Era un ragazzo felice, sai, quasi fastidioso. E poi Bianca è morta... Mi fece promettere di proteggerla, e ho deluso anche lui." Jason rifletté sul loro incontro con Eros e le visioni dei ricordi di Nico e come sembrasse impossibile che Nico fosse stato una volta quel piccolo bambino.

"Non era qualcosa su cui avevi potere, Percy." E Jason credeva fosse vero; perché se il destino ti faceva crescere con profezie e numeri sui polsi, non potevi sfuggirgli.

"Lo so! Ho solo.. "Gli occhi verdi lo fissavano e Jason poteva vedere che questo era quello che stava veramente preoccupando Percy." Ha salvato la mia vita tante volte. Ha salvato molte volte le vite di tutti.. Mi sento colpevole di tutto questo." Guardò indietro verso il mare e anche Jason lo fece. Rimasero in silenzio perché come poteva rispondere a qualcosa di simile. Ma poteva sentire che un peso era stato sollevato da Percy, anche se solo un po'. "Lo farai per me?" Si rivolse indietro a Percy, ma lui continuò a guardare avanti mentre parlava. "Ti prenderai cura di lui?"

"Nico non ha bisogno di nessuno che si prenda cura di lui.” Questo non significava che Jason non avrebbe cercato di farlo.

"No, ma lo farai comunque. Non è vero? "Percy gli sorrise e Jason quasi rise per la prima volta in quella che sembrava un'eternità.

"Sì." Rimasero in un silenzio socievole per un attimo, prima che dei passi affrettati si avvicinassero verso di loro. Frank si fermò di fronte a loro e il secondo che prese per riprendere il respiro fece si che il sangue di Jason cominciasse a lasciare il suo viso.

“Jason! Si è svegliato!" E se lui o Percy avessero voluto dire qualcos'altro, Jason non sarebbe rimasto a sentirlo. Andò all'infermeria in modo così veloce che poi avrebbe tentato di ricordare se avesse volato.

Poi rimase lì, fissando le due persone davanti a lui. Hazel aveva una mano di Nico tra le sue e la teneva sulla fronte, piangendo. Nico la guardò, non sapendo cosa fare. Ma poi notò Jason.

Occhi azzurri elettrici trovarono quelli marrone scuro e per quel momento tutto sembrò fermarsi.

Jason ricordò quel giorno di tanto tempo fa nell'ufficio di Reyna. Del tempo che sembrava essersi fermato e tutto quello che poteva vedere, tutto quello che poteva discernere era il ragazzo di fronte a lui. Non notò che Hazel se ne andava, ma doveva averlo fatto perché era seduto sulla sedia che occupava prima. Non ricordava né di essersi mosso né di essersi seduto, solo fissò e fissò.

La sua mano si mosse senza il suo permesso e ne sentì un'altra sotto la sua. La pelle sembrava secca e le dita lunghe erano ossute. Girò la mano nella sua e finalmente distolse lo sguardo dagli occhi scuri che lo fissavano per guardare i numeri che ancora poteva vedere sul polso dell'altro.

00.00.00

Ed era tutto quello che ci voleva per Jason per lasciare finalmente tutto quello che stava ancora tenendo indietro. Toccò con la fronte i numeri e pianse. Il tipo di pianto disperato che scuoteva tutto il tuo corpo con esso. Riusciva a sentire Nico irrigidirsi sotto il tocco, ma non poteva fermarsi, non adesso che finalmente tutta la tensione accumulata stava venendo fuori.

Le dita della mano sotto di lui toccarono la sua tempia e tentennamente si aggrovigliarono nei suoi capelli. Era calmante, e Jason sentì diminuire i suoi singhiozzi. Non ci volle molto tempo prima che la sua stanchezza lo raggiunse e tutto fu scuro.

*/*/*

Dopo dodici anni nella legione Jason sapeva che aveva un sonno piuttosto leggero. Passi, mormorii, anche il vento che soffiava diversamente talvolta lo aveva svegliato immediatamente. Rendeva il sonno un po' difficile ma ci riusciva.

Quindi, svegliarsi lentamente con lunghe dita che massaggiavano i capelli era una sorpresa. Non male, non affatto. I suoi capelli erano diventati più lunghi di come era abituato portarli, e dopo che Scirone ne aveva tagliato una parte, avava considerato di tagliarli di nuovo. Ma adesso, andando in contro al tocco, avrebbe potuto lasciarli stare più lunghi.

La mano si bloccò il secondo in cui si mosse e Jason riluttante aprì gli occhi per guardare il ragazzo davanti a lui. Nico sembrava imbarazzato a causa della mano, come se lo avesse tradito e tentò di ritirarla rapidamente. Jason la prese nella sua prima che potesse tornare al lato del giovane. Per un secondo sembrò che Nico lo stesse respingendo, ma poi lasciò cadere le mani sulle lenzuola con un rossore sul viso. E vedere il colore, la vita, fiorire sulle guance pallide, rese Jason irrazionalmente sollevato.

"Hey." Disse tranquillamente, ricordando dove si trovavano in realtà. "Scusa mi sono addormentato"

"Anche io l'ho fatto, il canto mi rende sonnolento.” Disse Nico portandosi l'altra mano alla gola. La sua voce era sconcertante, ma sembrava che non capisse nemmeno come stava parlando.

"Come ti senti?"

"Sono.. vivo" Disse Nico con un peso sulla parola come se non riuscisse a capire il concetto.

"Bene, altrimenti sarebbe stato un dono sprecato.” Jason cercava di alleggerire l'umore ma gli fece guadagnare solo uno sguardo furioso dal figlio di Ade.

"Non avresti dovuto farlo." La voce di Nico era dura come l'acciaio e Jason non riusciva a capire perché gli sembrava così arrabbiato.

"Sì, avrei dovuto. L'ho fatto." Nico voltò la testa e la scosse, come se la mera idea fosse incomprensibile. "Quando sono morto a dicembre, sei stato quello che ha chiamato il mio nome negli Inferi, non è vero?" Nico lo guardò allarmato. "Le Porte della Morte erano aperte. Mi avresti lasciato lì se Piper non mi avrebbe richiamato in vita?” Nico si mordicchiò il labbro e distolse lo sguardo in modo colpevole. Era la risposta di cui Jason necessitava. Quasi sorrise.

"Saresti stato un dio adesso. Sull'Olimpo con tuo padre." Farfuglò Nico, ma a Jason non importava dell'Olimpo o di suo padre.

"Sono esattamente dove voglio essere." Nico lo fissò come se non avesse mai visto niente di simile a Jason prima. Come se la nozione che qualcuno lo avesse scelto sopra ogni altra cosa non avesse mai attraversato la sua mente. Probabilmente non l'aveva mai fatto. Jason non voleva mai più abbracciare qualcuno, ma come gli occhi di Nico caddero alle loro mani intrecciate, Jason sapeva che non poteva non afferrare il figlio di Ade improvvisamente in un abbraccio.

"Ero sollevato prima." Nico disse tranquillamente e Jason fu confuso per un attimo prima di cominciare a diventare indignato, ma il ragazzo più giovane continuò. "Mi sono reso conto che ho avuto modo di parlare con te e Hazel prima di andare. Per molto tempo dopo che Bianca è morta, l'unica cosa che ho pensato era che non sono riuscito a parlare con lei, a dirle addio o altro. Questo era prima che imparassi a controllare i miei poteri. Sono stato arrabbiato per molto tempo. Non volevo questo per te.”

Il silenzio li raggiunse. Jason strinse appena la mano di Nico nel suo sforzo, pensando a tutte le cose che questo ragazzo aveva dovuto passare da solo, di tutto quello che aveva perso e quanto lui era stato vicino al perderlo.

"Beh.. abbiamo il resto della nostra vita. Adesso? "Domandò leggermente dopo un po' di tempo, non aspettandosi veramente una risposta, ma sentì la mano di Nico tesa nella sua e guardò la faccia dell'altro ragazzo. Nico lasciò cadere gli occhi in grembo e sembrò borbottare qualcosa a se stesso. Una o due volte, alzò lo sguardo su Jason come se avesse cominciato a dire qualcosa prima di guardare di nuovo giù. Jason stava cominciando a preoccuparsi quando l'altro ragazzo sembrò finalmente riordinare la sua mente e guardò dritto negli occhi di Jason.

"Che ne pensi dell'Italia?" Sussurrò Nico in fretta, come se stesse dicendo un segreto e Jason si fermò e lo fissò un attimo. Nico intendeva quello che Jason stava pensando?

Comunque Nico stava stringendo nervosamente le lenzuola con la mano che Jason non stava tenendo. Ma mantenne il contatto visivo. E anche se erano in un'infermeria, dopo appena aver vinto una guerra, con Nico ancora dolorante e letteralmente affrancato dalla morte.. Jason non si era mai sentito più completo di quel momento, con la mano di questo ragazzo nella sua.

Sembrava una risposta ovvia.

Lui sorrise.

Note finali dell'autore(alla storia originale): Ed è fatta gente :)

Posso dire onestamente che sono un po' triste, ho davvero amato scrivere questa fic.

Solo una cosa che sento la necessità di spiegare però:

- Nico 'morente' era sempre stato il piano. Per quanto non mi piace come la parte della battaglia sia venuta, era necessario (per me almeno). Ho solo esitato un po' a pensare che Jason sarebbe stato OOC a chiedere che Nico tornasse come un "dono". Tuttavia in L'eroe perduto quando Thalia viene congelata e Jason incomincia con: "Chi ha fatto questo? Io ti uccido io! ". Quindi sì ... forse non OOC, dopo tutto.

Se voi ragazzi avete qualunque domande avete la libertà di chiedere. Sarò felice di rispondere :). Tranne se si tratta di Leo. Mi dispiace, ma io sinceramente non ho idea di cosa fare con lui in questa AU.

Note della traduttrice: Posso dire che anch'io ce l'ho fatta. Scusate i vari errori che forse (sicuramente) avrete trovato nel corso di questi capitoli, un giorno spero al piu' presto risolverò.Vorrei dirvi che è stato un piacere. E penso che se avete qualche domanda da fare all'autrice farò da intermediaria. Non so se mi cimenterò in altri lavori in generale, ma spero di avervi dato una lettura piacevole e al quanto in linea con la storia originale; se volete fatemelo sapere. E beh, penso sia finita qui, non sono brava con le parole.

   
 
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