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Autore: slenderguy93    12/08/2017    1 recensioni
Ormai sono passati due mesi da quando la vita di Dante è stata stravolta.
E' stato costretto ad accettare che nascosto dal nostro, esiste un altro mondo, violento e spietato, abitato da creature antiche e potenti oltre l'umana immaginazione.
Tuttavia sembra che sia riuscito a raggiungere un equilibrio... destinato a spezzarsi nuovamente con l'arrivo di vecchie e nuove conoscenze.
Dal testo:
“La promozione si è esaurita, ed anche il mio BB è al limite.
Inizio a planare verso il suolo, lo sguardo fisso verso terra; non riesco ad incrociare quello degli altri. Ero la carta vincente del piano, ma non sono riuscito a compiere il mio dovere…
“…Ho perso il conto dei complimenti che ho fatto stasera, ma questi sono davvero sinceri e soprattutto meritati. Era da un paio di secoli che non subivo un colpo del genere.” Kokabiel è atterrato poco prima di me, e mi concede il primo sorriso privo di follia e derisione che gli abbia mai visto fare.
Peccato che non me ne freghi un cazzo che provi rispetto per me. Avrei dovuto sconfiggerlo ad ogni costo…”
Seconda parte di DxD Tales. E' consigliato di leggere prima Knocking on Hell's Doors.
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Yuuto Kiba
Note: Cross-over, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD Tales'
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“La lezione è finita. Alzatevi, e andate in pace.”
…non è esattamente ciò che Tennogi-sensei ha detto, ma più o meno è quel che abbiamo recepito noi studenti.
Oggi è stata una giornata estenuante, anche e soprattutto perché è l’ultimo giorno prima delle visite di classe. E questo ha comportato una marea di esercizi e raccomandazioni dei professori, che volevano assicurarsi che facessimo bella figura.
Le visite in questione sono sia dei nostri parenti, che ci possono osservare durante una ‘tipica’ lezione, che degli studenti delle medie che come in una scuola aperta, si possono fare un’idea dell’istituto… in pratica è una mostra, o come lo definisco io, un giro allo zoo.
Lancio un occhiata furtiva a Kyoko: ha recuperato il borsone con l’attrezzatura, e si sta dirigendo verso il club del kendo. Dopotutto è uno dei suoi membri, anche se le sue frequentazioni fino a pochi giorni fa erano molto basse.
Questo per due motivi: il primo è che, essendo cresciuta con lo zio che gestisce un dojo*, è così brava da non aver nessuno sfidante alla sua altezza (Kiba è ovviamente impegnato a tempo pieno con il club dell’occulto, Tomoe Meguri, ovvero il cavallo di Sona, col Consiglio Studentesco); perciò si limita a farsi viva ogni tanto a dare consigli agli altri membri, ed accettare qualche sfida di allenamento per aiutarli a migliorare.
Il secondo è che aveva trovato un altra occupazione che la tenesse impegnata, ovvero fare da tutor a certi studenti occidentali trasferiti. Ha cominciato a metà del primo anno con Nathan, e continuato con me alcuni mesi fa.
…sono davvero lento. Ci ho messo una vita a capire che era veramente cotta di lui, e che stava impiegando del suo tempo prezioso per aiutarmi ad ambientarmi, quando avrebbe potuto passarlo da sola con lui. Ed ora è troppo tardi…
La seguo. Mi avvicino e le batto un colpetto sulla spalla.
“Ehi. Aspetti qualcuno per domani?” lei si gira un attimo, lanciandomi un occhiata stranita.
“…Mi pare ovvio. Stavolta zio Rokuji dovrebbe farcela.” Giusto, da quel che ho sentito lui e suo figlio non sono mai mancati agli eventi scolastici, sebbene talvolta il cugino sostituisse il genitore spesso impegnato. Sembra abbia un forte legame con entrambi.
Avendo perso i genitori da piccola, è vissuta col fratello di sua madre fino ad ora, che l’ha accolta come una figlia. Perciò è arrivata a considerare i suoi cugini come dei veri e propri fratelli, in particolare è molto legata con il maggiore, Kenji.
“Ne sono felice. I miei purtroppo non possono certo girare mezzo mondo solo per questo…” ormai siamo arrivati al dojo della scuola, e ci salutiamo mettendoci d’accordo per incontrarci il mattino seguente un po’ prima del solito.
Mi farebbe piacere conoscere suo zio, perciò ha detto che me lo presenterà. La osservo entrare nell’edificio, assorto nei miei pensieri.
Ddraig… lei è una ragazza normale, vero?
[Sì. Tranne un eccezionale forma fisica e abilità con la spada, non c’è nulla di particolare in lei. Non ci sono altre sorprese, tutto ciò dovevi sapere su coloro che ti circondano, ora lo sai.]
Sospiro. Se non altro per ora non sembra risentire di effetti collaterali dovuti all’incantesimo…
“…Motohama, lasciaci il posto: vogliamo vedere anche noi!”
“…No. Se volete le registrazioni, dovete lasciare che sia io a riprenderle. Non avete la finezza di un cameramen professionista, scimmie che non siete altro!”

…non dirmi che quelli che stanno bisbigliando—
Svoltato l’angolo, invece vedo proprio chi mi aspettavo: il famigerato Trio Pervertito della Kuoh Academy, ammassato contro il muro che dà agli spogliatoi femminili. Sono un gruppetto del secondo anno, mi pare si chiamino Motohama, Matsuda e… Hyodou, credo.
Ma oggi cascano male: congelerà all’Inferno prima che permetta loro di farsi i porci comodi con le riprese di ragazze ignare, soprattutto se una di esse è Kyoko!
[Cerca di non esagerare. Hai fin troppa tensione repressa, e non vorrei che ti sfogassi più del dovuto.]
Tranquillo, non gli farò nulla… di permanente.
Li raggiungo in poche falcate, avendo finalmente una visuale dell’oggetto della contesa: un barile, recuperato Dio-solo-sa-dove (ouch), su cui uno dei tre è salito per raggiungere l’alta finestra dello spogliatoio.
Lì vicino noto anche un buco nel muro attraverso cui un altro di loro sta sbirciando e che, sono abbastanza sicuro, sia artificiale.
“Vedo che l’intervento del Comitato Disciplinare è servito a molto… i miei complimenti, maiali che non siete altro.” I tre si voltano di scatto, tesi come corde di violino.
“…Nandini-senpai della sezione B…” Motohama fa sparire la videocamera in un lampo, e dopo essere sceso dal barile, si aggiusta gli occhiali squadrandomi attentamente.
“C-cosa, stai insinuando, Senpai?! Qui ci deve essere un equivoco!” stavolta è stato il rasato dalle orecchie a sventola a parlare, Matsuda.
“Già, ci stai accusando di qualcosa di cui non hai prove!” lancio un occhiata tagliente all’ultimo membro del gruppo, quello col taglio di capelli ridicolo e l’espressione più disgustosa dei tre.
“…Oltre al buco e il barile? Comunque, credete mi servano prove dopo tutti i vostri precedenti? State rischiando grosso. Un’altra segnalazione e potreste essere sbattuti fuori di qui. Oltretutto, tra le ragazze che si stanno cambiando c’è una mia amica, perciò vi conviene non farmi girare le palle e darmi il materiale incriminato, squallidi maniaci!” i tre si pietrificano.
“…Amica? Di chi sta parlando, è una bellezza del terzo anno?”
“Mi pare ovvio. Deve trattarsi di Shizuki-senpai, quei due girano spesso insieme… è una bellezza severa simile a Sitri-kaichou, ma un po’ più alla mano ed un esperta kendoka. La classifico come la numero 6 della nostra accademia.”
“…hai contato anche la nuova studentessa straniera? Da quel che ho visto ha un fisico notevole…”
“…dovrò riconsiderare la classifica, Issei-san. In effetti potrebbe diventare—“

“Ora basta! Datemi subito quella dannata videocamera, o avviserò Sona-kaichou delle vostre porcate. Vi avviso che anche lei è amica di Kyoko-san, e potrebbe prendere molto male la cosa…” finalmente vedo la paura negli occhi di quei pezzenti.
“…Non… sappiamo di cosa tu stia parlando. Non è che in realtà sei tu a volerla vedere senza— “ …e lì non ci vedo più. Stringo la mano a pugno e—
[Partner.]
…il richiamo di Ddraig riesce a trattenermi, in qualche modo. Prendo un respiro profondo, e mi limito ad estrarre dal taschino il mio cellulare, per poi cliccarci sopra.
Quindi clicco un'altra volta, girandolo poi verso quei tre. Sta eseguendo un video di ciò che è successo da quando li ho sentiti bisbigliare, che li inchioda senza possibilità di appello. L’ho girato sfruttando un foro creato ad arte sul mio taschino… lo so, sono un tipo previdente.
I tre sbiancano come lenzuoli, iniziando a balbettare scuse e preghiere ai kami*. Li raggiungo, e presa la videocamera da Motohama, cancello sia la scheda di memoria interna che l’SD, tra i suoi lamenti disperati.
“…Se oserete fare ancora qualcosa del genere, rimpiangerete di essere nati!” lancio l’apparecchio a quegli sfigati, e me ne vado. Arrivato ad una certa distanza, però mi fermo e mi piazzo dietro ad un albero ad osservarli: come mi aspettavo, hanno preso a cuore il mio consiglio… avvicinandosi nuovamente alla finestra dopo essersi assicurati che mi fossi allontanato.
Prendo fiato, e non appena ricominciano ad accapigliarsi per salire sul barile...
“GUARDONI FUORI DAGLI SPOGLIATOI!” i tre, presi alla sprovvista dal mio urlo da guerra Komanche, perdono l’equilibrio cadendo a terra in un mucchio disordinato.
Segue un istante di silenzio tombale, poi…
“ANCORA LORO, NON E’ POSSIBILE! PRENDETELI SUBITO, STAVOLTA LI SPEDIAMO ALL’OSPEDALE!” le grida inferocite del club femminile del kendo sono musica per le mie orecchie.
Molte di loro ormai si saranno cambiate, ed essendo a differenza di quei tre sacchi di patate atletiche e ben allenate, è scontato come andrà a finire…
Ahhh, mi sento già un po’ meglio…
 
Sto superando il cancello, ripensando sugli avvenimenti degli ultimi giorni, quando percepisco un aura familiare, che fa scattare me e Ddraig in allerta.
“Hey, è una buona scuola. Molto… movimentata, direi.” Appoggiato con la schiena al muro che recinta il territorio scolastico, c’è Vali Lucifer, l’Hakuryuukou.
“…Vali. Non è un po’ presto per l’incontro tra le fazioni? Cosa ci fai qui?” lui fa un sorriso inappropriato, ed inizia ad avvicinarmisi.
“Volevo solo vedere la scuola che ho visitato l’ultima volta. Sono venuto in Giappone per scortare Azazel, ma mi sto annoiando… tu invece sei piuttosto tranquillo. Non pensi che voglia ammazzare la noia sfidandoti a duello?” fa per punzecchiarmi il naso con l’indice, ma dei sibili improvvisi glielo bloccano a pochi millimetri. Due spade si sono parate in mia difesa, impugnate rispettivamente da Kiba e Xenovia.
Evidentemente sentendo la sua aura si sono precipitati qui, ed udendo le sue ultime parole hanno estratto la Spada del Tradimento e la Durrandal.
“Non so se tu sia serio o meno, ma non pensi che il gioco sia andato un po’ troppo oltre?”
“Non posso permetterti di iniziare un combattimento ora, Hakuryuukou.” Le loro voci sono ferme, e i loro sguardi freddi e concentrati, però…
“È meglio se vi fermate. Le vostre mani stanno tremando.” …è proprio come dice lui, i loro corpi, esposti alla potente ed aggressiva aura emanata naturalmente dal suo corpo, stanno tremando istintivamente.
“…Questo può andare bene per una recita scolastica. Dovreste sentire che tra me e voi c’è una grossa differenza di potere. Voi che non siete riusciti a vincere contro gente come Kokabiel, non avete nessuna speranza contro di me.” Sbuffo seccato.
“…Mettete via le armi, ragazzi. E tu, vuoi arrivare al punto? A differenza tua, noi siamo parecchio impegnati.” Lui sogghigna. Gli altri due invece,  vedendomi perfettamente calmo, ripongono riluttanti le loro lame.
“Dante Nandini, a che rango pensi appartenga la tua forza in questo mondo?”
…non dirmi che vuole farmi il pistolotto. Dovrebbe sapere che sto mettendo negli allenamenti tutto l’impegno possibile!
“Contando dall’alto la tua posizione con un Balance Breaker che puoi mantenere per soli dieci minuti, dovrebbe essere poco oltre le tre cifre. Tra il 1000 e il 1300, direi.” Fa una pausa, fissandomi meditabondo.
“Ci sono un sacco di esseri potenti in questo mondo. Anche il più forte dei Superdemoni, il Crimson Satan Sirzechs Lucifer non rientra nella Top 10.” ...questo è piuttosto sconfortante. Prevedibile, ma comunque pesante da digerire visto che se ciò che ha detto Kokabiel è vero, il fratello di Rias è ad oggi l’entità più forte del mondo biblico…
“Tuttavia il primo posto è già deciso. –è un esistenza fissata.”
“…e chi sarebbe? Non credo tu sia così arrogante da riferirti a te stesso.” Alza le spalle alla mia domanda.
“Presto lo saprai comunque, ma non sono io. –sei un esistenza preziosa, Dante. È meglio che continui ad addestrarti al meglio sfruttando ogni occasione disponibile.” Alza lo sguardo dietro di me. È arrivato anche il resto del club.
“Hakiryuukou, qual è il significato di questo? Se hai dei legami con i caduti, un contatto non concordato è—“ le parole di Rias vengono interrotte da Vali.
“—I due più famosi Draghi Celesti, il “Welsh Dragon” ed il “Vanishing Dragon”. In passato coloro ad essi collegati, non hanno mai avuto una vita soddisfacente. –Come finirà stavolta?”
Ora stiamo tutti fissandolo in silenzio. Lui mi lancia un ultima occhiata, quindi si allontana facendomi un cenno di saluto con la mano.
“…Dante è tutto a posto?” mi giro appena, incrociando lo sguardo preoccupato di Rias. Anche gli altri lo sembrano essere, in particolare Xenovia.
“…Sì, nulla di rilevante: solo un saluto tra rivali.” …in teoria, le cose dovrebbero stare così. Ma qualcosa nel suo atteggiamento e nelle sue parole in realtà mi ha messo molto a disagio, anche se non riesco a comprendere esattamente cosa…
[È inevitabile. In tempi di pace o di guerra, sono ormai millenni che ci scontriamo ininterrottamente, ma i risultati di questo summit potrebbero smorzare i toni della nostra sfida. Il resto dipende da voi due.]
Pare che non mi resti che continuare come ho fatto finora, d’altronde non è che abbia molte altre opzioni. Mi volto verso Xen.
“Vogliamo andare? Hai detto che ti serviva una mano per i compiti di domani…” lei annuisce, quindi ci mettiamo tutti in cammino verso casa.
  


Sono le sette di mattina, e mi trovo nell’aula del Consiglio Studentesco, seduto davanti alla scrivania di Sona. Lei è un po’ nervosa, e si sistema in continuazione gli occhiali sul naso.
“…Dante-kun, immagino ti starai chiedendo perché ti ho chiamato qui. Il fatto è che abbiamo bisogno di un po’ d’aiuto, visto che metà del Consiglio è impegnato in una missione urgente. Vorrei perciò che tu dessi una mano a Momo ed ai miei pedoni a gestire i nostri ospiti.” Di fianco a lei, una ragazza dai lunghi capelli bianchi mi fa un cenno cortese col capo.
“…Capisco. Suppongo questo voglia dire che dovrò saltare le lezioni, giusto?”
“Sì. Mi dispiace dovertelo chiedere, ma comunque oggi i professori tratteranno solo di argomenti già affrontati. Posso contare su di te?”
“Certamente. Spero solo di potermi prendere una piccola pausa per incontrare una persona: mi sono messo d’accordo con un amica perché me la presentasse.” Per un attimo, vedo un espressione dolorosa comparire sul suo viso.
“…Momo, comincerete un po’ più tardi. Puoi aspettare fuori per cinque minuti?” lei annuisce piano, mentre un’ombra di tristezza le passa sugli occhi.
…ora sono preoccupato. Che sta succedendo?
“…Dante-kun, mi duole informarti che non potrai incontrare Shizuki-dono quest’oggi. Non sarà presente alla visita, visto che deve affrontare una grave crisi ed un lutto…” sento una sensazione di vuoto attanagliarmi le viscere. È la stessa che ho provato quella notte nella chiesa, vedendola ricoperta di sangue e cadaveri.
“Cosa vuoi dire?! Kyoko sta bene, vero?! Cosa è successo???”
“Lei sta bene, stai tranquillo. Verrà informata al suo ritorno a casa… ma devi sapere che la sua famiglia non è estranea al mondo soprannaturale. Il capofamiglia ed il suo erede hanno un compito che si tramandano da generazioni, e per svolgerlo al meglio da circa un secolo hanno firmato un contratto con noi Sitri.” …non so bene come reagire. Ddraig, mi confermi che in lei non hai mai percepito nulla di strano?
[È così, Partner.]
“…Quale sarebbe questo compito, Kaichou? Ma soprattutto, lei ne è a conoscenza?” lei scuote il capo.
“È un segreto tramandato dal capofamiglia al proprio primogenito, o in alternativa all’erede più diretto. Kyoko-chan è del tutto estranea a ciò, sebbene sia stata preventivamente addestrata come una dei loro guerrieri. Quanto al loro compito… è di custodire un potente artefatto: la lama demoniaca Murasame, che è stata rubata ieri notte.” Ddraig.
[…Se non sbaglio è una delle spade maledette più forti e pericolose in circolazione, stando alle voci è seconda solo a Gram.]
“…Capito. Quindi ad essere morto è…”
“Kenji Shizuki, il diretto custode. Aveva ricevuto il passaggio di consegne due anni fa, visto che ormai per suo padre l’età iniziava a farsi sentire, e lui invece è diventato un maestro di spada a soli 19 anni… ancora fatico a crederci.” Abbassa il capo, chiudendo gli occhi.
“…Sono pochi gli umani in grado di battere un diavolo spadaccino di alta classe, soprattutto in un duello di pura abilità con degli shinai…* ma lui c’è riuscito, proprio il giorno in cui è diventato il custode. È stata la prima volta che ho visto il cavallo di mia madre rimanere senza parole.” Sono stupito: i legami tra i Sitri e quei due dovevano essere ben più profondi di un normale rapporto lavorativo. 
…non posso continuare a fare la statuina.          
“Avete idea di chi sia stato?”                                                                 
“No. Ho inviato Tsubaki e le altre ad indagare, e dovrebbero farsi vivi anche alcuni pezzi dei miei genitori… l’unica cosa che credo sia certa, è che possiamo escludere dai sospettati i nemici storici del loro casato, visto che è principalmente contro di loro che abbiamo creato le nostre difese magiche, ed esse non hanno reagito all’intrusione.” …sembra che non abbia molto altro da dire. Posso fare qualcos’altro per aiutarla?
[…Forse, ma credo che ora preferirebbe rimanere da sola. Le è costato parecchio parlarti di tutto questo, chiaramente doveva tenere a quel ragazzo.]
 …ha ragione. Sono stato così scioccato da questa rivelazione, da non notare che il suo umore stava sprofondando di minuto in minuto.
“Ricevuto. Mi metterò subito al lavoro, se dopo ti servisse altro, non hai che da chiedere.” Mi allontano, ricevendo uno stanco ringraziamento, e lascio l’aula.
Fuori mi sta aspettando uno dei suoi alfieri, Momo Hanakai.
“…Mi fa piacere che tu abbia capito come stanno le cose. Se vuoi seguirmi ti porto dagli altri: ci attende una giornata impegnativa.” Inizia a muoversi, guidandomi verso… la segreteria, immagino.
“Non pensavo che dei casati infernali potessero stringere rapporti così stretti con degli umani. Ma immagino che dopo decenni di contatti, fosse inevitabile…” lei si ferma.
“Inevitabile no, ma possibile, senza ombra di dubbio.” Si volta, ispezionandomi attentamente con occhio analitico.
“…Va bene, visto che la Kaichou sembra contare molto su di te, ti darò qualche dritta. I Sitri ed i Gremory sono piuttosto atipici come casati, praticamente tutti gli altri Pilastri ritengono ancora gli umani semplicemente una fonte di guadagno, siano essi tesori, anime, o da quando si sono diffusi gli Evil Piece, forza lavoro.” Trattengo a fatica una smorfia, ma lei sembra notarla comunque.
“…so che sarebbe più corretto chiamarci schiavi, ma a Sona-kaichou non piace questo termine. Devi sapere che questa sarebbe anche la nostra linea ufficiale… almeno per ora. Sbandierare ai quattro venti il fatto di voler trattare gli umani come nostri pari, sarebbe a dir poco lesivo per lo status e gli affari delle famiglie… perciò al momento ci limitiamo a mantenere buoni rapporti coi nostri clienti in questo mondo, anche perché così facendo può capitare che alcuni tra i più affezionati e possibilmente, dotati, accettino di farsi reincarnare. Cosa che è capitata con la maggioranza di noi, peraltro.”  Beh, immagino che per dei non-cristiani l’idea di potere, ricchezza, e 10000 anni di vita in più, possano valere il dover sacrificare parte della propria libertà.
“Detto questo, per ora la nostra strada è ancora lunga ed accidentata, ed esprimere senza cautela pensieri simili a quello di prima davanti a dei conservatori, potrebbe causarci dei guai… visto che purtroppo la fazione dei Maou ha meno influenza della loro.” …questa ragazza è davvero precoce, non mi sorprende che Sona abbia deciso di darle la fiducia per la posizione di prossima Presidentessa del Consiglio.
“Ti ringrazio per la spiegazione e l’avvertimento, Momo-san. È stato molto gentile da parte tua, nonché un potenziale salvavita per determinate situazioni.” …questo partendo dal presupposto che io sia solo il servitore di una diavola. Le lancio un sorriso amichevole, quindi la precedo dirigendomi verso la segreteria.
Sfruttare ogni occasione possibile, eh Vali? Non ho certo bisogno che me lo dica tu.
 
Il resto della mattinata scorre in un lampo, mentre aiuto il Consiglio Studentesco ad occuparsi della logistica, e ne approfitto per passare a fare un saluto a Kyoko e a ragguagliarla sul mio nuovo impegno.
Alla fine è stata informata dal diretto interessato che non poteva presentarsi, sebbene ovviamente non le avesse detto nulla di preciso. Avrei voluto passare un po’ di tempo con lei, in previsione di ciò che la aspetta stasera, ma ho dato la mia parola a Sona… e pare che lei e i Sitri siano più adatti di me per esserle vicini in questa situazione.
All’inizio della pausa pranzo, mi incontro con il club e Xenovia davanti alle macchinette. Sono tutti piuttosto rilassati, eccetto Rias che è notevolmente agitata.
“Allora Buchou, alla fine anche Sirzechs-sama è venuto?” pare che anche Xen abbia iniziato a chiamarla così.
“…Sì, è venuto insieme a mio padre.” Fa Rias portandosi una mano alla fronte e sospirando. Intanto compare anche Kiba, l’unico che ancora mancava all’appello.
“Ara, Yuuto. Tè?” alla domanda di Akeno, Kiba indica il corridoio oltre di noi.
“No, per qualche ragione ho sentito che una strega faceva delle foto per un evento, così pensavo di andare a dare un occhiata.” Alla sua risposta tutti noi ci guardiamo, e decidiamo di seguirlo.
Ci sono dei lampi provenienti dal corridoio più avanti, con degli uomini che reggono delle fotocamere mentre scattano foto a qualcosa in un angolo. Dal momento che è un vera e propria folla, non abbiamo idea di chi si tratti perciò decidiamo di avanzare scostando alcuni di loro.
L’unica a rimanere indietro è Rias, che all’improvviso assume l’espressione di chi ha appena avuto un epifania. Noi intanto raggiungiamo un punto da cui possiamo vedere distintamente chi ha scatenato tutto questo putiferio: una bella ragazza mora dagli occhi blu con addosso… un cosplay da maghetta.
Un costume di Magica Milky Spiral 7, forse di un edizione speciale.
…Adesso, ditemi cosa ho fatto di male per meritarmi questo. Perché quella dannata serie e i suoi fan strampalati mi perseguitano?!?
Avendo accettato di aiutare il Consiglio a mantenere un po’ d’ordine durante questa giornata, immagino che porre fine a questo spettacolo di dubbio gusto rientri nelle mie mansioni… non invidio proprio il lavoro quotidiano di quei poveracci.
Mi faccio forza e mi preparo ad avanzare, quando una voce nota si fa sentire.
“Hey, hey, tu che stai facendo un servizio fotografico in un percorso pubblico!” sono arrivati i soccorsi, per fortuna: Saji si sta facendo strada tra la folla seguito a ruota da Nimura, l’altro pedone dei Sitri. È una piccola ragazza del primo anno, abbastanza simile a Koneko eccetto per i lunghi capelli bruni raccolti in due code.
“Avanti, disperdetevi. Questo è il giorno in cui mostriamo le classi al pubblico, quindi non fate un putiferio in questo posto!” sotto le incitazioni di Saji, la gente inizia a sgomberare, fino a che non rimaniamo solo noi diavoli e Xen. Ormai mi sono accorto dell’aura nascosta di quella ragazza: è molto simile a quella di Grayfia.
“Anche tu, non indossare quel costume per favore. Aspetta, sei parente di uno studente? Se è così, esiste un abbigliamento appropriato per il luogo in cui ci si trova, questo è preoccupante.”
“Eh, ma questa è la mia uniforme?” senza badargli, quella continua a posare.
In quel momento lui si accorge della presenza di Rias.
“Oh, Rias-senpai. Sei arrivata al momento giusto: stavamo guidando il Maou-sama ed il vostro Otou-san.*” Dietro di lui compaiono Lucifer e un uomo dai capelli rossi ed una leggera barbetta, guidati da Sona. Alla vista della Kaichou, la maghetta si anima all’improvviso.
“Sona-chan! Ti ho trovata?” le si fionda addosso, e la chiude in un abbraccio soffocante, lasciando il nostro prode pedone a bocca aperta. 
“…un momento. Non è che quella…”
“Esatto, Saji-kun. Quella è Serafall Leviathan, una dei 4 Maou… nonché sorella maggiore della Kaichou.” Anche Momo ci ha raggiunti, e sta osservando la scena con un sorrisetto sulle labbra, stando però ben attenta a non farsi notare dalla sua padrona.
“Serafall-sama, è passato parecchio tempo.”
“Ara, Rias-chan. Tutto bene?”
“Certamente. Sei venuta per la visita alla classe di Sona?”
“Sì? Sona-chan è davvero cattiva. Non mi ha detto niente di questa giornata! A causa dello shock, stavo per attaccare il Paradiso!” …questa qui mi sembra una fusione tra Mil-tan e Mitelt. Orrore e raccapriccio!
[Dante-kun, presentati.] mi giro verso Rias, che sta lanciando uno sguardo compassionevole alla sua amica ancora bloccata tra le braccia della sorella. Quindi torno ad osservare Sona, che ha un espressione indescrivibile.
[…sicura che sia il caso di interromperle? Sembrano così affiatate…] lei contrae le sopracciglia, assumendo un’espressione inequivocabile. E va bene…
“Leviathan-sama, piacere di conoscerla. Sono il Sekiryutei Dante Nandini, pedone di Rias-sama.” Mentre mi presento, accenno un inchino cercando di non guardare troppo quell’assurdo e fin troppo rivelatorio completo. Che consiste in: top e minigonna svolazzante rosa, basco fucsia, guanti-maniche staccate neri, ed infine calze a righe nere e fucsia infilate in stivaletti neri col fiocco.
…un momento. Perché ho registrato tutto così facilmente?! Ditemi che non mi sta venendo il gusto per l’orrido…
“…Piacere di conoscerti? Sono il Maou Serafall Leviathan. Puoi chiamarmi Levia-tan?” mentre lo dice, ruota il capo verso di me di 180—no, di 135 gradi, facendo con la mano libera il segno della pace(l’altra sta premendo contro il proprio seno il viso di Sona).
“Ehi, Sir-tan. È lui il chiaccherato Drago-kun che ci hai portato via?” la sua voce allegra e spensierata acquisisce per un istante una nota di biasimo e di rimprovero. Sirzechs replica tossicchiando lievemente imbarazzato.
“Ehm, sì… scusa. Ma ci sono delle circostanze da considerare…” ma lei dopo un versetto di disapprovazione, si rivolge a suo padre immergendosi in un discorso sul suo vestiario. Pare che non se la sia presa così tanto, alla fine.
Rias sospira.
“Ho dimenticato di dirvelo, ma tutti gli attuali Maou sono così. Durante i loro periodi privati sono fin troppo sereni e tranquilli…” io e Xen ci scambiamo uno sguardo smarrito. E questi sarebbero i terrificanti Re degli Inferi?!
Il viso di Sona intanto si era arrossato violentemente, e riesce finalmente a liberarsi dalla presa della Maou, attirando il suo sguardo preoccupato.
“Sona-chan, cosa c’è che non va? Sei completamente rossa, lo sai? Dal momento che ti sei riunita con me, credo che dovresti mostrarti più felice? Dovremmo chiamarci “Onee-sama” e “So-tan”, e poi stringerci così forte da farla sembrare una scena yuri*…” la poveretta inizia ad avere delle contrazioni attorno gli occhi.
“…Onee-sama, questa è la mia scuola, in cui ho preso il ruolo di Presidente del Consiglio Studentesco: non importa il nostro legame familiare, non posso approvare una simile condotta e… vestiario!”
“…Ma Sona-chan! Se mi viene detto questo diventerò triste! Sono famosa come la ragazza magica la cui bacchetta può cancellare gli angeli e i caduti! Come posso invadere il Paradiso senza la mia uniforme?!”
Mi giro lentamente verso la mia Master.
“Che compito ha tra i quattro Maou?” ovviamente, ciascuno di loro ha un compito preciso: ad esempio, Beelzebub si occupa dello sviluppo e della tecnologia, Sirzechs invece sarebbe praticamente il Presidente. Rias resta in silenzio per un po’, chiaramente imbarazzata.
“…Affari Esteri.” …..………………..ah. …Ok.
Mentre parliamo, Sona raggiunge il punto di rottura e si dà alla fuga, venendo inseguita dalla sua appiccicosissima sorellona.
Come abbia fatto l’Inferno ad evitare altre guerre dal conflitto delle tre fazioni, credo sia uno dei più grandi misteri dell’universo…
 
 
[Selgram]
 
 
Lathian sta camminando tranquillo sulle mura della fortezza che funge da congiunzione tra la caverna principale che ospita la città e l’ingresso per la zona esterna. Entro breve dovrebbe incontrarsi con Zaldor e il suo capo, ma prima vorrebbe dare un’ultima occhiata alla capitale… sa che potrebbe non avere molte altre  occasioni di farlo, nell’immediato futuro.
Ripensa alla notte precedente. Erano anni che lui e il suo amico non passavamo la serata a discutere fino a tardi… in effetti, da quando quest’ultimo ha concluso il suo addestramento nel Senjutsu. Mentre il drago d’argento ha continuato a seguire quella strada, quello di bronzo ha scelto la via dei Maestri Elementari, come sua madre prima di lui.
…Sua madre. Il motivo per cui ha iniziato il suo viaggio in giro per il mondo… ovvero scoprire i nomi dei suoi assassini, e recuperare dai loro cadaveri la spada leggendaria che le avevano sottratto.
Sa che deve essere successo qualcosa. Zaldor ha già ucciso dei diavoli legati alla distruzione di Galenstein, ma da quando l’ha reincontrato ha notato una luce diversa, nei suoi occhi.  
“Quindi piace anche a te, questo posto.” Kragnarr lo raggiunge sulla cima del bastione.
“…Difficile che non piaccia. Con questo panorama…” si godono entrambi la vista.
Sono nel punto più alto raggiungibile a piedi della caverna, e possono vedere l’intera area, miglia e miglia in tutta la sua estensione. Questo perché sulle pareti sono stati applicati potenti sigilli magici che alterano l’effettivo spazio disponibile.
“…Sai, tempo fa considerai di unirmi al gruppo ambasciatori come te, Zaldor, e mia sorella. Ma so di non esserne tagliato: se persino tu hai perso la pazienza davanti alle porcate che compiono gli abitanti degli inferi, non oso pensare cosa potrei combinare io…” Lathian gli batte una mano sulla spalla.
“…Non essere così duro con te stesso. Al contrario, dovresti essere orgoglioso di non poter accettare passivamente che davanti ai tuoi occhi accadano cose simili. Tuttavia, non è questo l’unico motivo, vero? Uno come te non si farebbe scoraggiare da una cosa simile, e ci sono altri impieghi nel ministero oltre all’infiltrato.” Lui sogghigna.
“Beccato. Già, credo che non sarei mai riuscito ad abbandonare qui quella manica di cazzoni. Siamo cresciuti insieme, perciò penso che aspetterò che si diplomino tutti quanti. Ormai è solo questione di mesi…” Lathian sorride amaramente, considerando l’improbabile coincidenza.
“Beh, ormai quello è un termine che vi sta stretto. Siete migliorati molto, e non solo nell’arte del prendervi a pugni. Non vedo l’ora di vedervi là fuori all’opera come squadra.”
“Non ti deluderemo.” Il cellulare del drago d’argento inizia a squillare: un messaggio.
“Spero che apprezzerai il mio regalino d’addio. L’ho fatto con tanta passione. Mizuki :) “ fissa interrogativo Kragnarr, che battendosi un colpo sulla fronte, tira fuori un pacchetto.
“Quasi scordavo: devo darti questo. Avrebbero voluto venire anche gli altri a salutarvi, ma non potevano saltare tutti la scuola in blocco.” Accetta il dono, quindi svolge il panno che lo avvolge ammirando estasiato il suo contenuto: un contenitore termico colmo di cibo dell’Imperial Lair!
“Sai, nel tempo libero si diletta in cucina, e volendo, terminata la scuola la accetterebbero come aiuto cuoca in quel ristorante. Abbiamo già avuto modo di assaggiare i suoi lavoretti, e come vedi siamo ancora tutti vivi.”…non sa cosa dire. Nonostante la consideri eccessivamente spregiudicata, ormai è certo che quella ragazza sia di buon cuore.
“Lo apprezzo molto.” Scrive un messaggio di ringraziamenti, e glielo invia.
“…Senti, se dovessi incontrare la tua senpai, visto che credo di sapere dove state per andare… potresti consegnarle questa?” Kragnarr estrae anche una zanna grossa quanto il suo pugno. Che essendo quello di un mezz’orco, è MOLTO grosso.
Lui dopo qualche istante la riconosce: è quella di un drago piroclastico*. Emana un sentore di magma…
“…Alla faccia della prova di iniziazione! Durante la mia, mi sono limitato ad uno della ferocia. Ti piace proprio il rischio, eh…” Kragnarr si gratta la testa.
“Beh, avendo trovato quel bestione, non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione… a quanto pare stavano per inviare degli Sterminatori per toglierlo di mezzo, visto che si stava avvicinando troppo alle nostre caverne, perciò li ho battuti sul tempo.”
Lathian ridacchia, pensando che era proprio da lui.
“Va bene, se dovessi incrociarla glielo farò avere. E salutami gli altri quando li rivedi.” Ha appena notato il suo superiore, e ci sono un paio di cose di cui vuole assicurarsi prima della partenza.
“Contaci. Ci vediamo in giro!” agitando la mano, Kragnarr raggiunge la scalinata, mentre l’altro si mette a seguire Xandelsur.
 
“Ah, quindi è così che sei riuscita a diventare la numero 2 in un solo mese…” Zaldor lancia uno sguardo ammirato a Eiko. La kitsune si limita ad agitare le code annoiata.
“…Non trovo sia nulla di eclatante. Questo è solo un gruppo di ragazzacci che si divertono insieme, non certo una organizzazione complessa.”
“È comunque una bella dimostrazione di capacità tattiche e manipolatorie. Sei una gran furbetta—”
“Non lo dire…”
“—volpacchiotta.” Le code divampano di ki infuocato, e allungandosi, sibilano come fruste cercando di fustigare il giovane drago. Lui però è già balzato in aria, e sta fluttuando tranquillo fuori dalla loro portata.
“…mi aspettavo gestissi meglio le emozioni, considerando chi ti ha scelta per spedirti qui.” Lei si calma, pur continuando a lanciargli una truce occhiataccia.
“Quando voglio le so gestire.” L’altro sghignazza.
“Come la tua amica? Ho sentito i cuoricini sprizzare perfino nel bel mezzo del pestaggio con Kragnarr…” lei si chiude in un silenzio glaciale.
“…Eddai, non prendertela; Lathian mi ha raccontato tutto. È stata solo un’inevitabile fatalità, nulla di grave. Dopotutto… sei stata tu a creare quell’occasione, no?” sospira.
“…Sì. Volevo che quella timidona trovasse il coraggio di parlare come si deve col ragazzo che le piace, quindi diciamo che ho creato un link diretto.” Lui sorride, quindi atterra di fianco alla ragazza.
“Ci avrei giurato. Bè, spero che le cose vadano bene: in verità è sempre stato un po’ impacciato in queste cose. Potrebbe essere ciò di cui ha bisogno per svegliarsi un po’.” Eiko annuisce.
 “…Immagino tu mi abbia già vista, o non avresti capito chi sono…”
“Lo ammetto, ti ho notata di sfuggita durante i nostri allenamenti col vecchio bastonatore. Ma ormai saranno passati… dieci anni? Non mi aspettavo saresti stata inviata qui. Devo dire che sei cresciuta davvero bene…” lei gli poggia un dito sulla fronte sollevandogli il capo, spostando così lo sguardo puntatole sul seno.
“Su gli occhi, Renegade: sono già impegnata.” l’altro alza le mani sconfitto.
“…Che tragedia... Sniff.” Eiko scuote la testa, mettendosi poi ad osservare un punto sopra la spalla del suo interlocutore.
“…quindi l’hai ritrovata.” Lui smette istantaneamente di fare lo scemo.
“L’hai notata, eh.” Con un cenno della mano, fa comparire una lunga katana da una tasca dimensionale.
“…Pare che sia stata alterata, in modo da non poter essere utilizzata contro i diavoli, suppongo. Attualmente la maggior parte del suo potere è sigillata. Per liberarlo ci vuole un esperto di rituali con un livello di potere adeguato.” Zaldor annuisce.
“È proprio quello che ho intenzione di fare. Dove stiamo per andare, ne conosco una che fa al caso mio…” lei fa un sorrisetto, quindi estrae un rotolo di carta, e dopo averci scribacchiato qualcosa verso il fondo, lo sigilla e glielo porge.
“…Oppure potresti liberarlo e potenziarla. Fallo avere a chi di dovere, e la tua spada verrà sistemata in men che non si dica. Certo che però… non mi aspettavo che quella spada sacra potesse acquisire un simile potere anche al di fuori da quella specifica condizione.”
“…è merito di mia madre. Essendo un dono fattole dal profondo del cuore voleva tenerla con sé e farne buon uso, perciò si è prodigata per migliorare la sua tempra legandola alla sua energia spirituale. Si può dire che da allora, ogni singola scintilla che ci ha incanalato dentro l’abbia resa più affilata e resistente, oltre a donarle ovviamente una grande affinità con l’elemento fulmine.” Eiko sembra impressionata.
“…per influenzarla così tanto, Ilexia deve aver avuto uno spirito davvero eccezionale... era davvero degna della sua fama. Molto bene, mi auguro che anche tu impari ad usarla a dovere.” Lancia un occhiata verso il bastione, notando Lathian e Xandelsur camminare verso di loro immersi in un’intensa discussione.
“E’ arrivato il momento: buona fortuna per la vostra missione. Ah, anche il resto della banda ti saluta.” Con un cenno di congedo, la kitsune si allontana.
Zaldor risponde al saluto, quindi ripone la spada. Le voci del suo amico e del suo boss sono sempre più vicine, perciò si volta e si dirige verso di loro.
Sa bene che a seconda di come si svilupperà la situazione, potrebbe non rivedere mai più questo posto. Ma ormai ha preso la sua decisione molto tempo fa, quando Lathian ha condiviso con lui i ricordi di sua madre.
Vendetta, o morte.
 
 
[Kyoko]
 
 
Lo schiocco secco degli shinai è l’unico rumore presente nel dojo. Oggi nessuno del club si è fermato, dato che la visita dei parenti ha esaurito le energie mentali di quasi ogni studente.
Io invece avevo bisogno di sfogarmi un po’: è la prima volta che sia zio Rokuji che Kenji Onii-chan mancano entrambi ad una promessa… però a ben pensarci, è da giorni che mi sento stranamente tesa, come se qualcosa non andasse per il verso giusto.
CLACK!
L’attimo di distrazione mi è fatale: la mia spada vola via lasciandomi alla mercé della mia avversaria. Lei fa un breve inchino, e si fa indietro.
Dopo averla imitata, vado a raccogliere la mia arma, per poi raggiungerla su una panca per rifiatare un po’.
“Sei migliorata ancora tantissimo, Tomoe-chan. Ormai mi hai superata anche in tecnica, oltre che in velocità.” La ragazza scuote la testa, facendo ondeggiare i capelli color pino.
“…Ho solo acquisito un po’ più di fluidità: unita ai miei riflessi, mi permette di ribattere al meglio le tue mosse. Ci vorrà ancora tempo prima di eguagliarti in quella.” Sorrido alla mia kouhai: è ancora estremamente modesta e rigorosa. L’anno scorso ha frequentato il club per un paio di mesi, poi lo ha abbandonato unendosi al Consiglio Studentesco.
Durante quel breve periodo ha mostrato un incremento di velocità e riflessi davvero incredibile, tanto che qualche volta mi è venuto perfino da chiedermi se fosse davvero umana.
“…Sarebbe vero se avessi messo tutta te stessa nel combattermi: invece ti stavi trattenendo. Per poterlo fare e mantenere comunque un livello simile ci vuole parecchio controllo e abilità.” Lei arrossisce lievemente, distogliendo lo sguardo. Beviamo una bibita energetica, quindi ci rialziamo.
“…Dimmi, perché hai voluto tenermi compagnia oggi? Se non erro, tu e diversi altri membri del Consiglio siete state occupate per tutto il giorno, perché dopo essere tornata a scuola hai voluto sfidarmi?” lei socchiude gli occhi, assumendo un aria pensierosa.
“…Forse nostalgia? Era da parecchio che non combattevamo.” Ci posizioniamo nuovamente una di fronte all’altra, studiandoci attentamente. Quindi ricominciamo.
Stavolta mi concentro completamente nel duello: per compensare la sua rapidità superiore, eseguo movimenti semplici e rapidi, e mosse che lasciano aperture minime.
Dopo alcuni minuti, un cambio nel movimento dell’aria ci distrae allo stesso momento, e ci fermiamo in ascolto: un lieve rumore di passi proviene dalla sala d’ingresso. Ci voltiamo verso la porta per scoprire l’identità del visitatore.
“Non interrompetevi per causa mia, continuate pure. Avrei comunque ancora qualche faccenda da sistemare…” Sona. Si siede su una delle panche, ed tira fuori un tablet.
Dopo esserci lanciate un’occhiata, io e Tomoe riprendiamo lo scontro. Stavolta dura quasi mezz’ora, e si conclude in un ‘pareggio’.
…Uffa. Non sono riuscita a farle tirar fuori tutta la sua velocità, fino alla fine ho avuto la netta sensazione che si stesse ancora trattenendo.
“Kaichou, io vado a cambiarmi e raggiungo le altre. Kyoko-senpai, è sempre un onore incrociare la spada con te.” La saluto, e la osservo entrare nello spogliatoio.
“Volevi parlarmi, Sona-chan?” lei fa un sorriso tirato, e mette via il tablet. Io intanto la raggiungo e mi siedo al suo fianco.
“…Sì. Innanzitutto volevo ringraziarti per aver contenuto la furia delle tue compagne del club. Anche se quei… deplorevoli individui si meritano questo ed altro, sarebbe stato un problema se avessero subito troppi danni.” Ridacchio. In effetti mi sarebbe piaciuto rimanere a guardare, ma non potevo permettere che le ragazze finissero nei guai a causa di quei tre.
“Figurati, è un semplice dovere di Senpai. Spero che dopo questa lezione entri loro un po’ di sale in zucca… si dice che la terza sia la volta buona. Hai già preso provvedimenti per quel buco?” Sona annuisce, poi sospira leggermente. 
“Comunque, ci alcune questioni lasciate in sospeso, che ho rimandato fin troppo a lungo. Volevo ringraziarti appropriatamente anche per aver aiutato me ed il resto del Consiglio durante tutti questi anni. Non ti sei mai tirata indietro, e questo ti fa onore, soprattutto considerato…” fa una breve pausa.
“…che per certi motivi non ti ho mai offerto un posto all’interno di esso, pur sapendo che tu lo desiderassi. Ti devo le mie scuse.” La guardo stupita. Questo comportamento è davvero insolito da parte sua.    
“…beh, grazie per queste parole gentili, ma le scuse non sono necessarie. Per ottenere qualcosa bisogna lottare per essa, e a quanto pare non sono stata all’altezza.” Lei si mordicchia il labbro, come se volesse dirmi qualcosa ma non potesse.  
“…a parte questo, volevo dirti che qualunque cosa succeda, potrai sempre contare su di me. Ricordalo.” …si comporta in modo sempre più strano, e non strano come dopo le visite della sua sorellona.
“…Sona, che succede? Non dirmi che Serafall-san ne ha combinata una di grossa…” lei scuote la testa, quindi si alza e fa per andarsene.
“Nulla di tutto ciò. Credo che sia ora che vada…”
…è chiaramente preoccupata, e vorrei capire da cosa.
“Senti, che ne dici se usciamo a cena? È da una vita che non lo facciamo, potremmo cogliere l’occasione per parlare insieme di… cose. Ad esempio, che so… ragazzi? Mi pare che ultimamente tu veda Dante-kun piuttosto spesso…” Sona sospira nuovamente, e dopo aver rifiutato gentilmente ed avermi salutata, se ne va.
Beh, ora sono proprio curiosa. Ma farei meglio a tornare a casa, lo zio mi è sembrato abbastanza agitato stamattina, e non è cosa che capiti spesso.
E devo dare una tirata d’orecchi a Kenji per non essersi presentato al posto suo, figurarsi se mi perdo l’occasione di rimproverarlo dopo che non ha mantenuto una promessa: dopo i triliardi di  volte che l’ha fatto lui durante i nostri allenamenti, è un must have.
 
 
[Dante]
 
 
“…Direi che la qualità è buona, vero Otou-san?” alla domanda di Sirzechs, l’uomo dai capelli rossi annuisce con un gran sorriso. Ci troviamo nel nuovo attico del mio palazzo ormai completamente ristrutturato ed ampliato, che ora ospita la Buchou.
Dopo scuola, il Maou Cremisi ha invitato l’intera scacchiera di Rias e Xenovia nel suo appartamento, per poter festeggiare la riunione del gruppo sotto un unico tetto, diceva.
E dopo un abbondante e sontuosa cena (opera di Grayfia, che è chiaramente una maga ai fornelli), quale modo migliore di festeggiare se non… guardare il filmino della visita scolastica?
“Oh, sì: fare attenzione al fiorire di una figlia è il dovere di ogni genitore dopotutto, e avere delle buone registrazioni anche senza aver usato la magia non potrebbe rendermi più felice!” getto un’altra occhiata al video: mostra quasi l’intera giornata di Rias a scuola, inframezzata dai commenti fuor campo del  padre e del fratello. Lei invece è in fondo alla stanza, rossa come un pomodoro, e tutta tremante.
“Per favore guardate! La nostra Ria-tan sta sollevando la mano per rispondere al Sensei!” …beh, bisogna ammettere che guardare un video sulla sorellina di Lucifero, mentre quest’ultimo ti fa la telecronaca tutto eccitato, è davvero un esperienza… da ricordare. Credo che come Levia-tan, possa essere tranquillamente definito un sis-con.*
“Non posso sopportarlo! Onii-sama, idiota!” Rias non ce la fa più, e fugge dritta in camera sua.
SCIAK!
Grayfia ha tirato fuori un ventaglio di carta, e l’ha sbattuto seccamente sul capo di Sirzechs. Akeno invece si congeda con i Gremory, e segue la nostra padrona per consolarla.
“Ah, la piccola Rias è così timida! Comunque direi che il resto possiamo vedercelo a casa…” Lord Gremory spegne il televisore, un bestione a cristalli liquidi di non so quanti pollici, e recupera la videocamera. Si gira quindi verso me e Xenovia, che dal nostro arrivo ci siamo piazzati su un divanetto relativamente poco distante da loro.
Relativamente perché questo salotto, nonché l’intero appartamento sono davvero enormi: per capirci, occupa tutto l’ultimo piano di questo gigantesco edificio!    
“Dunque, ho saputo che è grazie al vostro impegno che la mia Rias è ancora tutta intera… volevo dunque ringraziarvi, Dante-dono e Xenovia-san.” …ha subito una vera metamorfosi. Durante la visita a scuola è stato il modello del perfetto gentiluomo, ora invece è il più vivace tra i padri di famiglia vivaci.
“Si figuri Gremory-sama, è stata una scelta ovvia combattere contro quel caduto fino alla fine. Un fallimento avrebbe portato ad una nuova guerra…” Xenovia è a suo agio come sempre, e risponde prontamente e con naturalezza.
“…Dovere, signore. Sia come agente del Governatore, che come pedone di sua figlia.” Lord Gremory sorride.
“…ne dubito. Se non sbaglio eri all’oscuro della tua vera missione, vero? Avanti, Sirzechs, non guardarmi così, pensi che tua madre ed io non avremmo capito?” Lucifer infatti aveva fatto una mezza faccia sorpresa. Beh, in effetti che io fossi anche un agente dei Grigori, oltre a noi dovrebbero saperlo solo i loro due boss…
“…comunque ti sono davvero grato. Mi sarebbe piaciuto conoscere anche i genitori responsabili della crescita di un ragazzo così forte e determinato—” senza rendermene conto, irrigidisco le spalle.
“—credi che verrebbero fino in Giappone se li invitassimo in uno dei nostri hotel?” dopo aver preso un breve respiro, scuoto la testa.
“Temo che non sia possibile. Mi dispiace.” Lui inarca le sopracciglia.
“Beh, ci siamo informati sulla tua situazione familiare, e… considerato il talento del nostro casato in quel campo, credo che potremmo aiutarli con quel loro problemino.” Ha scelto le parole con cura, e a differenza di poco fa, ha usato un tono tranquillo e comprensivo… ma io stringo ugualmente i denti facendo un secondo cenno di diniego.
“…Temo sia troppo tardi per quello. E prima di insistere, mi lasci spiegare.” Lui, che sembrava pronto ad una tirata sulle capacità e responsabilità del loro casato, si ferma.
“…Ormai nessun diavolo o creatura simile può anche solo mettersi in contatto con loro, perché una mia conoscenza si è assicurata che ciò non sia più possibile.” tutti i presenti in salotto spalancano gli occhi, rimanendo senza parole.
“…dopo il mio scontro con Astaroth, e il metodo… un poco coercitivo con cui il Governatore mi ha convinto ad accettare la missione, mi sono reso conto che sarebbero potuti diventare bersaglio di esseri contro cui non avrebbero potuto difendersi, perciò ho chiesto ad una persona di fiducia di metterli sotto la protezione del Paradiso… dopotutto, loro non possono rifiutare di garantire la sicurezza di cristiani minacciati da creature ‘del male’, giusto?” i diavoli continuano a fissarmi, alcuni increduli, altri meditabondi. Alla fine Lord Gremory mi batte una mano sulla spalla, per poi allontanarsi.
Lui e Sirzechs, accompagnato come sempre da Grayfia, salutano i presenti e si dirigono verso il portale collegato ad uno dei castelli dei Gremory negli inferi. Quest’ultima, poco prima di svanire, mi lancia uno sguardo triste, come se comprendesse veramente ciò che sto provando al momento.
I tre svaniscono nella solita luce rossastra, lasciando i presenti in un clima alquanto imbarazzato. Mi alzo, e mi giro verso Koneko e Kiba, che dividono un divanetto vicino al grosso camino in pietra.
“…Io per stasera mi ritirerei. Se doveste incrociare Akeno e la Buchou, per favore salutatele da parte mia.” Senza aggiungere altro, lascio la stanza a passo deciso.
 
Chiudo la porta d’ingresso dietro di me, e mi fiondo in camera dove mi cambio per la notte. Quindi passo in bagno dove mi lavo i denti.
[…Domani faresti meglio a scusarti. Capisco che abbiano avuto un pessimo tempismo ma… le loro intenzioni erano buone.] l’unica risposta che Ddraig riceve è un ringhio. Finito di sciacquarmi, mi fermo in corridoio, indeciso.
…se andassi a letto ora, dubito che riuscirei ad addormentarmi. Forse prima potrei guardarmi un film? Mentre rifletto sulle mie opzioni, la porta d’ingresso si apre, annunciando il ritorno di Xen.
Mi farò bastare un libro. Mi dirigo verso la mia camera, ma lei appare in fondo al corridoio, ed inizia ad avvicinarsi.
“Dante… tutto bene?” …no guarda, una meraviglia.
“…tutto a posto. Ora vado a letto. Notte, Xen.” Poggio la mano sulla maniglia, ma lei me la afferra prima che possa tirarla.
“Allora non avrai niente in contrario a tenermi compagnia per un po’, no? Sono solo le nove…” …non può essere così tonta da non essersi accorta che l’unica cosa che voglio ora è essere lasciato solo e in pace…
“È urgente?” lei si morde le labbra.
“Forse no, ma direi che è abbastanza importante…” sospiro, ma decido comunque di darle qualche minuto. Poco dopo ci troviamo uno di fronte all’altro seduti al tavolo della cucina.
“Dimmi.”
“Innanzitutto volevo farti sapere che se avessi bisogno di parlare, io sarei più che disposta ad ascoltarti. Dopo quello che hai fatto per me, direi che è il minimo.” annuisco distrattamente.
“Poi… volevo sapere se tu hai un sogno.” …Uh?
“Quello che voglio sapere è: hai un sogno, un desiderio che vorresti vedere realizzato?” inizio a riflettere attentamente.
“…Direi di no. Non attualmente almeno…” lei mi fissa interrogativa.
“…ma ne ho avuto uno, che per mia fortuna, si è realizzato. Volevo ottenere delle risposte, e dopo averle trovate la mia vita è cambiata.” Lei pare finalmente intuire che è qualcosa di cui non vorrei parlare, e perciò prosegue con il suo discorso.
“Sai, oggi in un test ci hanno fatto questa domanda, ed io non sapevo come rispondere… però non volevo disturbare nuovamente la Buchou, perciò dopo ci ho riflettuto da sola…” …suppongo che voglia dirmi a che conclusioni è giunta.
“Ed hai trovato una risposta?” lei annuisce.
“…Voglio avere un figlio.”
…………………………………………..COOOSA?!?!?!?
“…sul serio?”
“Lo trovi così strano?”
“…beh, visto che hai solo 16 anni, direi che è perlomeno insolito. Come sei giunta a questa risposta?”
“In realtà ormai sarebbero 17, comunque… sin dall’infanzia, ci dicevano che i sogni e gli obbiettivi, ogni cosa era intrecciata con Dio e la fede. Per esempio, sconfiggere i demoni era per il bene del Signore ed i suoi seguaci, coloro che diffusero questo ci credevano, ed io non ne ho mai dubitato. Ecco perché ora che sono stata scomunicata, essi mi sembrano scomparsi.”
“E da dove ti è uscita l’idea dei bambini?”
“…Mentre ero al servizio di Dio ho buttato via una parte di me, la felicità delle donne. Il mio corpo, il mio cuore, ho sigillato ogni cosa per il bene della fede. Per questo ho deciso di rilasciarli, e di provare queste sensazioni sconosciute.” …da un estremo all’altro, vedo.
…un momento. Ora che ci penso, Rias le aveva detto qualcosa di simile…
“Capisco… e quando penseresti di realizzarlo questo sogno?”
“Il prima possibile direi. A questo riguardo, mi—“ alzo la mano bloccandola, e lanciandole un occhiata ammonitrice.
…ditemi che si è aperta la camicetta solo perché ha caldo…
“Obiezione. Questo non è assolutamente un sogno da prendere alla leggera, quindi non potrai realizzarlo in tempi brevi. E spero che tu riesca a capire il perché…” lei mi guarda spaesata, iniziando a causarmi un certo giramento di coglioni.
“…Avere figli comporta una grossa responsabilità: ipotizziamo che tu ne abbia uno di qui ad un anno… cosa penseresti di fare?” lei aggrotta le sopracciglia, poi nei suoi occhi inizia a farsi strada la luce della comprensione. Alleluia.
“…Esatto. Attualmente non sei in grado di badare adeguatamente neppure a te stessa: l’unica cosa che potresti fare è la mercenaria, mettere in vendita la tua spada. E in queste condizioni non potresti certo occuparti di un figlio.” Lei annuisce pensierosa.
“…Dovrei prima diplomarmi e trovarmi un lavoro normale… poi una casa, e—“ si perde in riflessioni e in un monologo che, francamente, mi eviterei volentieri. Mi alzo e faccio per andarmene quando…
“…Dante. Grazie, mi hai aiutato a fare mente locale. C’è però un ultima cosa che vorrei chiederti.” …so già che me ne pentirò, ma decido ugualmente di darle retta ancora una volta.
“Spara.” Per un attimo sembra un po’ titubante, ma poi procede decisa come suo solito.
“Ora sembri avere acquisito il controllo della tua vita, e questo mi lascia perplessa: durante il periodo da Don Vincent, eri completamente perso, senza uno scopo né un obbiettivo. Non credo che tu possa aver ottenuto questa sicurezza solo grazie dalla scoperta del mondo soprannaturale e dal mio esempio di determinazione… ha per caso a che fare con il sogno a cui hai accennato?” stringo i denti. Molto forte.
“È davvero importante?”
“…Sì. Ti voglio capire meglio, per poterti così restituire l’aiuto e la gentilezza che mi stai offrendo.” Respiro profondamente.
“E va bene… sì, questo controllo e questa ‘sicurezza’ li ho ottenuti dopo aver raggiunto la consapevolezza che, per poter andare avanti con la mia vita, avrei dovuto tagliare i ponti quella attuale. È questo il vero motivo per cui mi sono trasferito in Giappone: l’addio l’avevo già dato quando sono partito dalla chiesa.” Ora è stupefatta.
“…Quindi hai abbandonato la tua casa, la tua famiglia… così, solo perché volevi andare avanti?” mi sta guardando neanche se fossi una strana creatura. 
“…E ti pare poco? Tutti gli uccelli lasciano il nido prima o poi… io ho solo perso la coincidenza per poterli salutare di persona un’ultima volta…” in pochi istanti, lei si alza in piedi e mi raggiunge, afferrandomi per la maglietta.
“Cosa significa questo, Dante? Tu hai dimostrato di essere una persona sensibile e comprensiva, come puoi mostrare così poco rispetto per—“ le artiglio i polsi esercitando una pressione crescente, costringendola così a mollarmi.
“…mi pare che questa non sia una questione che ti compete. E comunque… anche quel comandamento, è soggetto ad una regola molto semplice e sacrosanta: il rispetto va guadagnato.” Lei si allontana massaggiandosi i polsi arrossati.
“…cosa può averti portato a provare una rabbia simile verso i tuoi stessi—“ ancora una volta la interrompo, cercando di rimanere calmo.
“E va bene: lo dirò una volta sola, perciò sturati bene le orecchie.” Si immobilizza, limitandosi a scoccarmi un occhiata ostile.
“…Perché una famiglia goda di pace ed armonia, ha bisogno di amore reciproco, ma soprattutto di comprensione, reciproca: se manca quella, essa cammina sull’orlo di un baratro. Molti uomini e donne dopo essersi sposati, oppure anche solo dopo un certo periodo di convivenza, scoprono aspetti dei loro compagni che non avevano notato o che loro stessi avevano nascosto, e spesso si tratta di qualcosa che non sopportano. Questo porta a dei conflitti a cui possono seguire una serie di arrangiamenti per tenere il rapporto a galla, oppure portare ad una separazione. Dopotutto, se ciò che unisce due persone viene meno, non sussiste il motivo per rimanere insieme no?” Lei continua a fissarmi seriamente.
“…Tuttavia, possono nascere delle complicazioni. Complicazioni chiamate figli.” Xen impallidisce.
“…In quel caso, si può cercare di tenere duro per il bambino limitando le liti, raggiungere un accordo sulla custodia, oppure—” lei chiude gli occhi.
“…mi dispiace. Non volevo… riaprire vecchie ferite.” Sbuffo.
“Se ho soddisfatto la tua curiosità, ora andrei a letto.” Mi volto e vado in camera, stavolta senza interruzioni.
[Partner… non le hai detto tutto.] …non ne vedo la necessità, e poi…
…quello è qualcosa che non voglio rivelare a nessuno.
 
 
1 Dojo: tipica palestra giapponese specializzata in arti marziali.
2 Kami: divinità shintoiste.
3 Otou-: Padre, o papà a seconda del suffisso.
4 Shinai: spada da allenamento di bambù.
5 Yuri: termine giapp. per indicare un rapporto lesbo soft.
6 Drago piroclastico: possente drago di fuoco e terra, il cui habitat naturale è caratterizzato da vulcani e distese di lava. Per maggiori informazioni vedere pag. 170 del Draconomicon.
7 Sis-con: persona affetta dal complesso della sorellina. Può essere inteso come una premura soffocante verso la stessa, oppure anche come un’insana dedizione che può sfociare nell’incesto.
 
 
NdA
 
Ehilà. Oggi è la festa della famiglia, eh…
Scherzi a parte, Dante rivela un altro spicchio del proprio passato, anche se come sempre bisogna levarglielo con le pinze. Ho riflettuto a lungo su come gestire la famiglia del primo  protagonista, ed alla fine ho optato per questa scelta, visto che ciò porta a delle dinamiche interessanti nel suo rapporto con Xenovia… oltre all’evitare di dover sprecare spazio con personaggi il cui unico ruolo sarebbe quello di “supporto”(sì, parlo con voi genitori di Issei) o di ostaggi. Sebbene non ci saranno flashback, ci sarà almeno un ultimo approfondimento su questo argomento, ed arriverà a breve…
Anche Kyoko rivela di aver avuto problemi in famiglia… ed ovviamente sta per averne degli altri.
Ho fatto fare un cameo ad Issei ed i suoi compagneros, ma li ho usati solo come comparse, e in futuro verranno al massimo citati.
Come ormai sarà chiaro, non provo la minima simpatia per il protagonista originale che a mio avviso, con quella sua terrificante combinazione di idiozia e perversione (e nonsense, perché a parte Asia e Rias, nessuna delle ragazze ha veri motivi oltre al fatto che possieda un Longino, di preferire lui a ragazzi migliori come Kiba),rovina buona parte di quella che avrebbe potuto essere un ottima opera.
E parlo con cognizione di causa: ci sono simili protagonisti di harem commedy che trovo molto più apprezzabili, tipo Tomoki di Sora no Otoshimono e Kazuma del recente Konosuba.
Xandelsur ed i nostri draghetti stanno invece per iniziare una missione fondamentale, il cui risultato determinerà lo status quo dell’intero mondo soprannaturale. Chissà quale linea d’azione seguirà, e se Zaldor riuscirà ad ottenere la sua vendetta…
Saluti da Slenderguy!
 
 
 
   
 
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