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Autore: moonchildinhades    12/08/2017    0 recensioni
[La canzone di Achille]
Spostò le nostre mani unite ancora più giù ed io mi lasciai attraversare da una scarica di adrenalina. Aveva potere su di me, e non mi dispiaceva affatto. Siamo sempre appartenuti l'uno all'altro.
Achille/Patroclo
[Missing Moments]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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There in the dark, down in the valley
Under the motel neon sign
Room 105, the back of the alley
You’re wearing my coat while sleeping
And it feels like I’ve come home


Il fuoco crepitava in mezzo al cerchio formato dai nostri corpi. Avevamo finito la cena da poco, qualcuno ancora teneva in mano il calice di vino mezzo pieno. Automedonte raccontava una delle sue storie, Fenice ascoltava con attenzione e Briseide sorrideva timidamente quando l'uomo di fronte a lei imitava le gesta di re ed eroi leggendari. Io guardavo Achille, il suo profilo illuminato dalla luce dolce della luna mischiata a quella più intensa del fuoco, che creava ombre contorte qua e là. Bevve un sorso del suo vino e sorrise appena alle parole di Automedonte, che io ormai avevo smesso di ascoltare. Poi la sua mano si spostò e cercò la mia. Indugiò un po', giocherellando distrattamente con le nostre dita intrecciate, disegnando linee sconnesse e spostandosi verso l'interno del mio braccio, lasciando scie di brividi ovunque. Notai i suoi occhi su di me, brillanti come un faro nella notte, e la sua bocca si piegò in un sorriso da gatto. Si passò la lingua sulle labbra carnose e tornò ad ascoltare il compagno d'armi mentre mi afferrava di nuovo la mano e se la portava sulle cosce, lasciate scoperte dalla vecchia tunica che ricadeva in strane pieghe coprendogli appena l'inguine. Lo aveva fatto di proposito. La mia pelle s'infuocò. Tutto intorno a me si fece più opaco e distante, rimase solo Achille. Dopo tutti quegli anni non avevo ancora imparato l'arte di resistere al suo corpo. Vidi le sue labbra curvarsi ancora, notando la mia reazione a quel gesto. Gli risposi con un sorriso a mia volta, riguadagnando una parte del mio autocontrollo. Ma una sfida con lui era persa in partenza. Spostò le nostre mani unite ancora più giù ed io mi lasciai attraversare da una scarica di adrenalina. Aveva potere su di me, e non mi dispiaceva affatto. Siamo sempre appartenuti l'uno all'altro.
Cercai di distrarmi da quel calore e tornai a seguire le parole di Automedonte, sperando che il rossore sulle mie guance fosse svanito. Guardandomi intorno mi resi conto che avrei potuto continuare così per sempre. Il pensiero della guerra svanì, eravamo solo un gruppo di amici riuniti per la cena. E finché saremmo stati lì, io avrei avuto Achille al mio fianco. Era confortante aver trovato una sorta di routine.

Più tardi, quando ci stendemmo sul giaciglio Achille sembrò addormentarsi subito. Io mi girai su un fianco per guardarlo, i tratti delicati del viso illuminati appena dalla luce fioca della luna che riusciva a perforare la tenda. Il suo petto si alzava e abbassava regolarmente ed ero abbastanza vicino per poter sentire l'eco del battito del suo cuore, il suono più bello al mondo. Passai una mano tra i suoi capelli dorati, accennando un sorriso. Achille emise un suono che somigliava ad una lieve risata soffocata, avvisandomi di essere sveglio. Voltò la testa verso di me e aprì gli occhi regalandomi di nuovo quello spettacolo verde screziato d'oro. Sorrise e la sensazione di casa si fece strada dentro di me come un fiume in piena. Il calore del suo corpo mi avvolse e la brama di lui si risvegliò in me, mentre pronunciava il mio nome come solo lui sapeva fare, tenendolo tra le labbra a lungo, senza mai farlo rotolare fuori come un peso indesiderato. Poi lo ripeté, ancora e ancora e io sussurrai ancora una volta le parole che non pensavo avrei mai detto. Intrecciò le dita tra i miei capelli e azzerò la distanza tra i nostri corpi mentre i respiri si mescolavano e le nostre membra si sfioravano in preda al desiderio. << Dillo ancora >> sussurrò al mio orecchio, sfiorandomi la bocca con le dita. << Dimmelo un'altra volta. >>
Spinsi le mie labbra sulle sue, le mani che scendevano sul suo corpo scolpito. Volevo sentire di nuovo ogni centimetro della sua pelle e volevo le sue impronte su di me, ovunque. << Ti amo >> ripetei tra i suoi respiri. << Achille. >>
I miei polmoni cercavano aria, i respiri si facevano più affannati mentre Achille riscopriva il luogo del mio piacere.

   
 
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