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Autore: Nausicaa212    16/06/2009    4 recensioni
[...]Dopo un tempo che a lei parve interminabile, lui parlò. - Lo sai- le disse con voce leggermente rauca -che se ti butti non puoi più tornare indietro?-
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La canzone di Diana

 

By Nausicaa212

 

 

 

La ragazza sedeva sul bordo delle mura, con le gambe penzoloni e lo sguardo perso all’orizzonte. Sotto di lei, un volo di quasi trenta metri, ma la cosa non sembrava importarle. Aspettava.

Faceva dondolare adagio le gambe, ed il suo piede sinistro sbatteva lievemente contro le pietre vecchie quanto il mondo, come la lancetta di un orologio, per segnare il tempo.

Il sole era calato da qualche minuto, e l’oscurità la stava avvolgendo, inesorabile, quando lui le si avvicinò.

Le si sedette accanto, all’indiana, e si accese una sigaretta. Guardò giù, incerto sul da farsi.

Dopo un tempo che a lei parve interminabile, lui parlò.

- Lo sai- le disse con voce leggermente rauca -che se ti butti non puoi più tornare indietro?-

Lei chiuse gli occhi, senza voltarsi.

- Lo so.- rispose solamente, quasi in un sussurro.

- Stai tentando di trovare il coraggio o aspetti qualcuno che ti fermi?-

- Non lo so.-

Il ragazzo rise in silenzio, e più che una risata era un ghigno amaro, e lei se ne accorse nonostante le palpebre serrate.

- Tutt’e due, forse.- aggiunse allora, per farlo contento.

- Vuoi volare.- questa non era una domanda, ma un’affermazione. Lei annuì, aprendo gli occhi e fissandoli sulle stelle.

- E’ il sogno dell’uomo, volare.-

- Sì.-

Dopo quel monosillabo, tra di loro calò il silenzio. Lei richiuse le palpebre, e le parve quasi di sentire che lui se n’era andato.

Capì di essersi sbagliata quando sentì la sua mano infilarsi tra i capelli lunghi che portava, in una carezza che aveva un che di struggente.

Era sceso a terra, e le stava quasi dietro.

- Volare… volare è una bella fine.- disse incerto, poi si bloccò, quasi non sapesse come continuare.

Lei annuì debolmente.

- Sì.-

- Ma non è ora.- disse soltanto lui, togliendo la mano dai suoi capelli.

Lei si voltò sorpresa. Lui le porgeva la mano.

La prese titubante, accettando l’aiuto che lui le offriva per scendere.

 

***

 

- Te ne andrai da qualche parte adesso?- chiese lui, fermandosi improvvisamente a guardarla.

Lei annuì, quasi dispiaciuta.

- Non posso rimanere qua.-

- Lo so.-

- Già.-

- Già.-

Sorrideva, la ragazza, per l’assurdità di quella conversazione, degna di due vecchi sulla panchina.

- Devo prendere un treno.- gli disse.

Lui assentì, prendendole di nuovo la mano e cominciando a camminare.

Lei si lasciò guidare fino alla stazione con gli occhi chiusi.

- Addio.- gli sussurrò, ed una lacrima le scese lungo la gota.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Tremate, tremate, le streghe son tornate! Insomma, dopo un sacco di tempo che non toccavo la pagina elettronica -non per scrivere cose sensate, almeno- mi è venuta l’ispirazione all’improvviso.

Ci tengo a dire che non ho tentato di suicidarmi, qualcosa della mia vita l’ho messa in due frasi, sì, ma non vi dirò quali sono, perché sono davvero cosa molto -troppo- private.

E… il personaggio femminile (Diana, anche se non lo dicono) lo riutilizzerò. Non è un personaggio creato ad hoc per questa shot, ma lo ho in mente da un sacco di tempo, e di sicuro lo rivedrete presto.

Spero davvero che la storiella vi sia piaciuta, ed in tal caso, cosa vi costa lasciare un commentino? *_* fatemi felice, su, su!

Cost

  
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