Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: AnnabethJackson    16/08/2017    1 recensioni
Sono passati sei anni da quando Percy ha lasciato bruscamente Annabeth, e lei ancora non sa perché. Scappata in California, la ragazza ha voltato pagina, mentre lui deve pagare ancora le conseguenze del suo errore. Nessuno dei due ha dimenticato. Ma entrambi non sanno che chattano l'uno con l'altro ogni giorno da tre mesi nascosti dietro i nomi di "AtlanticBoy16" e "WiseGirl210".
_____________________________
Dal testo:
"Stavo con lui da quando avevo 16 anni. Avevamo raggiunto quasi i dieci anni di fidanzamento, quando all'improvviso lui aveva rotto con me. Non conoscevo il motivo e probabilmente non l'avrei mai saputo.
Lui aveva preso le sue cose e se ne era andato dal nostro piccolo appartamento, non facendosi più sentire.
Beh, non gli abbia mai dato una chance.
Avevo impacchettato le mie cose anche io e, con le lacrime agli occhi, ero salita su un taxi con un biglietto aereo appena comprato in mano.
WiseGirl210: Non lo so. Credo che traslocherò. Non so dove, ma devo assolutamente andarmene da qui.
AtlanticBoy16: Buona fortuna allora, ragazza intelligente. Il trasloco può essere difficile... non che io mi sia mosso dopo il College.
Stavo pensando a cosa rispondere quando il citofono"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa è la traduzione della soria You've got mail” pubblicata su Fanfiction.net dell'autrice “HAWTgeek”.
Il per tradurre questa storia permesso mi è stato accordato dalla stessa autrice. (Per leggere la storia in inglese cliccare sul titolo).
Tutte le (fantastiche) vicende narrate sono solo e soltanto sue.







 
You've got em@il
 

Capitolo 6
 

PERCY


 

Noah mi guardava e io provavo a non incrociare i suoi occhi azzurri mentre finivo di asciugare l’acqua dal suo viso e gli abbottonavo la camicia del pigiama.
Non gli avevo volontariamente detto nulla riguardo ad Annabeth e lui non aveva nemmeno cercato di fare domande. Ma potevo dire cosa stava pensando mentre mi guardava.
Noah voleva che fossi io a parlarne. Voleva che gli dicessi cosa fosse successo, cosa sarebbe potuto accadere e se io avessi incasinato tutto ancora una volta.
Purtroppo per lui, non avrebbe avuto risposte.
Non solo non volevo parlargli di Annabeth, ma mi rifiutavo proprio. Perché nulla di quella storia lo riguardava.
Beh, in realtà lo riguardava eccome, ma il suo coinvolgimento risaliva a prima ancora che io e sua madre scoprissimo se era in arrivo un Noah o una Noel. E non volevo coinvolgere mio figlio più di quanto non lo fosse già.
Noah sapeva già che lui era stata la ragione per cui avevo perso Annabeth la prima volta, ma non volevo pensasse che fosse colpa sua anche la seconda volta.
Di nuovo, ero stato io a non dire quello che avrei dovuto dire…
«Hai finito i compiti per domani?» gli chiesi mentre facevo passare l’asciugamano tra i suoi capelli una volta ancora.
«Sì, Sam mi ha aiutato.»
Annuii.
L’amicizia di Sam era una bene per Noah.
Malgrado a volte mi sentissi a disagio quando dovevo vedere Malcolm, amavo il fatto che Noah e Sam andassero così d’accordo. E adoravo la piccola Kate.
Rispecchiava perfettamente il mio ideale di nuora, così ogni tanto prendevo in giro Sam.
«Ok, ho finito.» Sorrisi mentre gettavo l’asciugamano nel cesto della biancheria sporca, sapendo che quella notte avrei probabilmente fatto il bucato per smettere di pensare ad Annabeth con mio figlio.
Stavo per dare a Noah una scusa per dirgli che doveva guardarsi il film della Domenica da solo quando lui parlò.
«Voglio che tu ed Annabeth torniate insieme.»
Fissai mio figlio con gli occhi spalancati.
Fin da quando Noah aveva imparato a parlare, era sempre stato contro gli appuntamenti di JoJo. Ma aveva sempre mostrato un felice interesse nella mia vita amorosa – o per meglio dire, la mia non-vita amorosa.
Aveva cercato di sistemarmi con le amiche di sua madre. Lui e Christine avevano collaborato per mettermi con le donne single che conosceva lei e l’unica persona di mia conoscenza che non avesse cercato di trovarmi un rimpiazzo era JoJo. Probabilmente solo perché non ci vedevamo quasi mai.
Nessuno sembrava capire che ero un papà single.
Non un papà sulla piazza.
E nemmeno un papà sposato.
Ero solo un papà.
Quando era nato Noah, avevo già capito che da lì in poi saremmo stati solo noi due.
Le mie sole e uniche possibilità erano sempre state Noah o Annabeth, e io avevo scelto mio figlio già molto tempo prima.
Ammetto che mi sarebbe piaciuto poter percorrere entrambe le strade, ma me ne ero già fatto una ragione. E anche Annabeth sembrava aversene fatta una.
«Non succederà mai, Noah.»
«Lei è ancora innamorata di te, papà, te lo posso assicurare» tentò Noah.
Probabilmente aveva ragione. Ma l’amore non sempre corrispondeva a una relazione.
Annabeth aveva frainteso tutto.
Sicuramente pensava che l’avessi tradita invece di ubriacarmi e fare uno sbaglio. Pensava che avessi saputo di Noah molto prima di lasciarla, e invece me ne ero andato il giorno stesso in cui lo scoprii. Pensava che fossi solo un cretino che aveva avuto un bambino mentre stavamo insieme…
… e probabilmente su quest’ultimo punto aveva ragione.
«Questo non vuol dire che non possa dimenticarmi, Noah.»
«Ma non ci hai nemmeno provato, papà!»
Spalancai gli occhi sorpreso mentre guardavo Noah.
Noah viveva con me da anni e prima di allora avevo la custodia parziale. Ma non mi aveva mai urlato contro e io nemmeno.
Non sapevo cosa dire. Come potevo spiegargli che non potevo fare quello che mi chiedeva di fare? Dovevo usare la carta del “sono io il genitore qui”?
Noah mi osservava come un falco mentre si sdraiava nel suo letto, quando io alla fine trovai un modo per chiudere la conversazione.
«Era fidanzata prima di tornare.»
Lo sguardo di Noah si ammorbidì all’istante e i suoi occhi si inumidirono.
«Non hai mai pensato che ha rotto il fidanzamento perché è ancora innamorata di te?»
Era vicino alle lacrime ora così mi sedetti sul pavimento in modo da essere alla sua stessa altezza.
«Papà, io voglio che tu sia felice.»
«Io sono felice con te. Sono felice della vita che abbiamo e voglio che tu sappia che non c’è sempre un lieto fine, e che Annabeth ed io non lo avremo. Ma il mio lieto fine sei tu. Noah, ho bisogno che tu capisca che le seconde occasioni non sempre accadono.» Odiavo dover dire queste cose a mio figlio.
Sapevo che un giorno avrebbe imparato che la vita vera non era un film, ma mi sentivo crudele nel portargli via quella sensazione quando era ancora così piccolo. Noah credeva ancora nel ragazzo buono che alla fine vince sempre. Quel super eroe che salva sempre la situazione e alla fine si mette con la ragazza. L’eroe che ha sempre il fato dalla sua parte.
Ma il fato mi odiava. Il ragazzo buono non sempre vince. E la ragazza non sempre soccombe al super eroe.
Era una lezione che avevo imparato a mie spese e con mille cicatrici. Ma rimanevo dell’idea che fosse sempre meglio impararlo sulla propria pelle invece che sentirselo dire.
Volevo che Noah credesse in quell’illusione finché la vita glielo avesse permesso.
Noah annuì esitante e io capii che non mi credeva. Non sapevo se esserne felice o meno.
«Ti voglio bene, Noah. Buonanotte.» Lo bacia sulla fronte.
«Ti voglio bene anche io, papà.»
Gli arruffai affettuosamente i capelli neri prima di spegnere la luce e uscire dalla sua stanza. Fermo immobile con la porta della sua stanza chiusa dietro di me, non riuscivo a respirare.
«Ma non ci hai nemmeno provato, papà!»
Mi ripetevo quelle parole nella testa ancora e ancora.
C’era verità in esse? Se ci avessi provato, potevo tornare a essere di nuovo il suo Testa d’Alghe?
O sarei stato il ragazzo che odiava perché l’aveva tradita, il quale poi era tornato per avere un’altra chance quando aveva buttato via la prima?
Mi avrebbe accettato o mi avrebbe odiato ancora di più?
Non potevo pensarci.
L’unica cosa che potevo fare era chiudere la mente, accendere il mio computer e mandare una email a WiseGirl210.

 

To: WiseGirl210
From: AtlanticBoy16

E' orribile quando tuo figlio di sei anni dice cose più sensate di te.
Sta cercando di convincermi a intraprendere il ruolo del “Ragazzo che vuole una seconda chance” ora che lei è tornata in città. Non so come gestire questa situazione. Voglio dire, continuo ad amarla. L’ho sempre fatto, ma non posso spezzarle di nuovo il cuore. E ora lei mi odia ancora di più.
Cosa dovrei fare?

-AB


Ero vicino alle lacrime pensando che agli occhi di Annabeth apparivo come un traditore quando dal mio computer giunse un suono, segno che era arrivata la sua email di risposta.
 

To: AtlanticBoy16
From: WiseGirl210

Sono nel tuo stesso problema.
Lui è la ragione per cui sono infelice. Lo so che dovrei stargli lontana, ma c’è qualcosa in lui che mi fa solo venire voglia di tornare tra le sue braccia ancora e dimenticare tutto.
Lo amo. Ma odio quello che mi ha fatto.
E non sono sicura di poter ignorare tutto e perdonarlo.
Per la tua situazione, tutto dipende da lei. Pensi che lei tu ami ancora? E, se tu fossi nei suoi panni, potresti perdonarla?

-WG


Avrei potuto perdonare Annabeth per aver avuto un bambino con un altro uomo mentre stavamo insieme?
Non ne ero così sicuro.

 

To: WiseGirl210
From: AtlanticBoy16

… Non lo so.
Penso di sì. Forse…
Ma lei non sa nemmeno come è andata realmente! Lei ha frainteso tutto, immaginandolo mille volte peggio! Voglio dire, quello che ho fatto è stato orribile, ma lei pensa che io sia il tipo di ragazzo che meriterebbe solo la morte come punizione. E non le posso neanche spiegare.
Non voglio essere quel cretino…
Quindi questo ragazzo è il tuo Giuda, huh?
Se pensi con il tuo cuore, passa sopra tutto. Se invece vuoi pensare con la testa…
Non lo so.

-AB
 

WiseGirl210 non perse tempo prima di rispondere.
 

To: AtlanticBoy16
From: WiseGirl210

Lui mi fa sentire come se avessi ancora sedici anni.
Sto mangiando cioccolato e piangendo mentre guardo la fine di una commedia romantica perché i protagonisti si sono tornati insieme, al contrario di noi. Vorrei urlargli contro. Vorrei colpirlo. Vorrei tanto ucciderlo.
E, ancora, vorrei abbracciarlo e nascondere la mia faccia nelle sue spalle. Vorrei stare sulle punte dei piedi e baciarlo. E vorrei anche far parte della vita che sta facendo.
È solo perché siamo stati insieme a lungo?
Avevamo programmato una vita insieme. Ci saremmo sposati e ci saremmo trasferiti in una bella casa in periferia per crescere i nostri figli. Eravamo pronti a fare tutte queste cose…
E, con una parole, tutto questo è andato in fumo.
Quella vita. È come se fosse stato tutto solo un vecchio sogno.
È lui che voglio oppure la vita che avremmo potuto avere?
Continuo a chiederlo a tutti, ma lo so che sono l’unica ad avere le risposte.
Ma dove posso trovarle? Posso trovarle in tempo?

-WG
 

In tempo.
Avrei ripetuto gli stessi errori? Oppure sarei stato in grado di far capire tutto ad Annabeth e farle volere bene me e il piccolo Noah?

 

To: WiseGirl210
From: AtlanticBoy16

Quando le troverai, potresti svelarmi il tuo segreto?

-AB
 

Inviai.

 

♣___♣___♣___♣___♣___♣___♣___♣___♣___♣___♣___♣



ANNABETH
 

Quando le troverai, potresti svelarmi il tuo segreto?

Non volevo iniziare a piangere. Ma, in qualche modo, lo feci.
In qualche modo mi aveva spinto oltre il margine. Era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Improvvisamente, tutto faceva male.
Aprii il mio browser per scrivere un altro messaggio ad AtlanticBoy, ma non riuscivo a vedere attraverso le lacrime.
Come poteva Malcolm essere così stupido?
Aveva detto di sapere che io ero ancora innamorata di lui e che la mia rottura con Henry era stata la prova di cui aveva bisogno e, visto che io ero stata attenta nel tenermi lontana, lui era stato costretto a passare all’azione per fare in modo che sua sorella tornasse di nuovo a essere felice. Quello che non aveva capito era che non stavo scherzando quando avevo detto di non volerlo vedere.
Stavo solo proteggendo me stessa.
La mia intenzione non era quella di impedirmi di tornarci assieme, né di tenermi occupata per non pensare alla mia recente rottura.
«Grazie mille, Malcolm» borbottai mentre raccoglievo i miei capelli con un elastico e afferravo le chiavi. Buttai le mie cose alla rinfusa nella mia borsa senza un vero ordine, infilai le flip flops e chiusi il laptop.
Se dovevo diventare una triste e disperata donna isterica, dovevo almeno attrezzarmi del necessario.
Cominciai a fare una lista della spesa nella mia testa.

- Cioccolato
- Marshmallows
- Oreo
- Tre pacchetti di patatine
- Altro cioccolato
- Gelato
- Ancora altro cioccolato

Stavo cercando di ricordare dove fosse il supermercato più vicino che avesse i miei gusti di gelato preferito quando aprii la porta e mi incamminai verso il piccolo parcheggio privato della struttura di case in cui vivevo.
Ma poi vidi qualcuno buttare il sacco dell’immondizia nel cesto che il mattino dopo sarebbe stato svuotato.
Merda.
Lascia cadere la borsa e il contenuto si sparse dappertutto.
«Seriamente?» mormorai.
Avevo due opzioni: abbandonare tutto e mettermi in salvo dal parlare con lui, oppure rischiare e recuperare le mie cose. Ero molto tentata di intraprendere la prima alternativa quando ricordai quanto mi era costata quella borsa.
Dannazione.
Mi inginocchiai e cominciai a raccogliere tutto più veloce che potevo, maledicendomi per tutte le cose importati che avevo messo in borsa perché, se non le avessi portate, avrei potuto abbandonare tutto e correre via.
«Annabeth?»
Mi raggelai.
Alzai lo sguardo e vidi Percy.
In qualche modo, anche con i capelli in disordine e il suo pigiama da anziano, continuava ad essere perfetto come lo era sempre stato, se non di più.
«Oh, ciao.» Portai una ciocca di capelli sfuggita alla coda dietro all’orecchio
Percy sembrava realmente stupito di vedermi, anche se eravamo vicini di casa.
«Io… ehm, volevo parlarti, in realtà.»
Dovetti mordermi la lingua per trattenere il groppo che avevo in gola.
«Io non ti voglio parlare, Percy.» Mi infilai la borsa sulla spalla e mi imposi di stare ferma, usando tutta la mia forza di volontà per non esplodere e correre alla mia auto.
«Annabeth, devi sapere-»
«Non voglio parlare, Percy.»
Non volevo ascoltarlo mentre cercava di spiegarsi.
Sapevo cosa aveva fatto e non ero sicura di poter mantenere un atteggiamento distaccato a lungo con lui e il suo portamento divino che mi guardavano.
«No, tu non hai capito» tentò nuovamente Percy.
«Percy.»
La mia voce cominciava a sembrare più disperata che autoritaria.
«Non voglio ascoltarti, okay?»
E ora la disperazione stava diventando rabbia.
Percy alzò le mani, mettendole davanti a sé.
«Sto solo cercando di spiegarmi.»
«Io non voglio che ti spieghi!»
«No, tu vuoi solo essere arrabbiata con me!»
«Tu mi hai tradito! Io ho il diritto di essere arrabbiata con te!»
«Sì, ma ti rifiuti di conoscere la verità! Tu vuoi solo odiarmi!»
«Quale verità? Smettila di giustificare l’aver avuto un bambino con qualcun altro mentre stavi con me!»
«Sai cosa? Bene!» Percy alzò nuovamente le mani, fulminandomi con i suoi occhi verdi. «Io ci rinuncio.»
«Di cosa diavolo stai parlando?»
«Tu non vuoi ascoltare, quindi io smetto di provarci.» Lui mi sorpassò arrabbiato e l’acqua nella fontana cominciò a bollire mentre lui ci passava accanto.
Lo guardai andarsene e sentii un vuoto dentro di me mentre lui sbatteva la porta di casa sua.
Stavo per entrare in macchina e andare a comprare la mia scorta di cioccolato quando notai un mostro correre lungo una strada poco illuminata lì vicino, l’unico posto nel vicinato che non era puntato da telecamere di sorveglianza.
Al diavolo il cioccolato.
Sfiorai il mio pugnale dalla tasca posteriore dei pantaloni e cominciai a correre dietro al mostro che avevo visto, fingendo di essere una moglie trofeo che cercava di tenersi in forma.
Arricciando il naso, il mostro si girò verso di me.
«Figlia di Atena arrabbiata» disse puntandomi stupidamente.
«Figlia di Atena arrabbiata, già.» Annuii, estraendo il mio pugnale.



 








 

NOTE

Cercherò di essere breve e concisa.
Non aggiorno questa storia da più di un anno, me ne rendo conto, e non sto nemmeno qui a spiegarvi il motivo.
Visto che non mi piace lascare le cose a metà, ho deciso di riprendere in mano la traduzione, per cercare di portarla a termine senza che passino ere di mezzo. 
Tempo e impegni permettendo, la mia intenzione era quella di pubblicare un capitolo due volte la settimana, il mercoledì e il sabato.
Ho deciso di pubblicare la traduzione di questa storia anche sul mio profilo di Wattpad, dove la potrete trovare sotto omonimo nome.
(Vi lascio il link: You've got email)
Null'altro.
Come sempre grazie di essere arrivati fin qui a leggere ♥

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AnnabethJackson