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Autore: vero511    18/08/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“Quindi state insieme?” Mi domanda Jennifer ammiccando. Le ho raccontato tutto quello che è successo con Zack durante il weekend e ora ci sta già organizzando le nozze. Non avevo idea di come iniziare la mia narrazione, ma l’occasione mi è stata offerta su un piatto d’argento quando la mia amica mi ha domandato come mai il capo fosse così raggiante al nostro ritorno. “Certo che no!” Rispondo sbrigativamente. “Oh andiamo Ellie! Non siete due adolescenti, avete intenzione di continuare a baciarvi così, senza impegno?” Ora il suo tono non sembra più quello di una ragazzina sognatrice, ma quello di una donna matura. Sono perfettamente consapevole del fatto che ha ragione, dobbiamo comportarci come adulti. “Dobbiamo parlare e affrontare la questione il prima possibile, è sole che…” Jeni mi osserva in attesa che continui. “Non è facile. Ora che si è ripreso quasi completamente ha intenzione di gettarsi a capofitto negli affari e di occuparsi dell’azienda, inoltre…” non so come esprimere la mia paura, ma fortunatamente la mia amica mi viene incontro e lo fa lei per mio conto: “Temi che una volta tornato alla vita reale ritorni a trattarti da dipendente?” Annuisco e abbasso lo sguardo. “Ellie” Non è solo l’aver pronunciato il mio nome, ma è il modo in cui è uscito dalle labbra della segretaria a richiamare la mia attenzione. “Ascolta, tra voi non c’è mai stato un semplice e banale rapporto professionale. Vi siete lanciati sguardi di fuoco dal primo momento in cui vi siete incrociati, lo so io, lo sai tu e sono sicura lo sappia anche lui.”
“Io…non sono sicura di quello che provo” le spiego. “E chi lo è? Guarda me e Matt, ormai stiamo insieme da qualche settimana, ci vediamo ogni giorno e praticamente conviviamo anche se non in maniera ufficiale…eppure…nessuno dei due ha detto chiaramente quello che sente per l’altro. Nei sentimenti non è tutto bianco o nero. Quello che proviamo è complesso e mutevole, non puoi prevederlo, non puoi comandarlo, non puoi rifiutarlo.” Jennifer ha appena espresso alla perfezione il concetto, ma ora un ulteriore dubbio mi assale: “Quindi cosa pensi che dovrei fare?” “Parlagliene e ascolta ciò che lui ha da dirti, spesso le persone sanno stupirci” mi lascia un occhiolino e un’amichevole pacca sulla gamba, dopodiché si alza dal divano su cui siamo sedute da ormai un paio d’ore.
“Ehi Jen” la richiamo, “davvero tu e Matt non vi siete detti nulla?” Sono colpita da questa rivelazione. “Qualcosa sì, ma di certo non le due paroline magiche…” capisco immediatamente a cosa si riferisce e decido di non indagare oltre. “C’è un momento e un luogo per tutto” quest’ultima frase mi lascia un po’ interdetta e non so come interpretarla, poi forse capisco: quando sarò il momento, tutto verrà da sé.

Ho cercato in tutti i modi di convincere Jennifer a portare Mattew fuori città almeno per un weekend: entrambi hanno bisogno di un po’ di meritato riposo, ma nessuno dei due ha acconsentito alla mia proposta. Smith, dopo il ritorno del suo amico così pieno di energie, sembrava ancora più motivato a darci dentro. I ragazzi si trasmettono forza e passione ed io e Jen siamo davvero felici di vederli interagire con tanta vitalità, proprio come facevano prima dell’incidente. La mia amica mi ha raccontato che i due hanno avuto un incontro non solo per discutere in merito all’azienda e anche se non è a conoscenza dei particolari, è convinta che Zack si sia scusato per il suo comportamento degli ultimi mesi e che Matt l’abbia perdonato senza pensarci due volte.
Ora anche noi donne siamo decise a dare una mano e così ci occupiamo delle scartoffie e delle telefonate, proprio come facevamo prima dell’incidente. Il fatto di avere una sede identificata in un edificio è solamente una questione burocratica: l’azienda ha bisogno di un’immagine e di un luogo professionale dove tutti i dipendenti possano trovarsi. Il nostro  impegno è la prova che con la passione si può fare tutto.
Hamilton offre persino il suo ufficio per ogni necessità e negli ultimi giorni io ed Alex passiamo molto tempo da lui. Tra le altre cose, l’uomo mi ricorda che dovrei trovare una babysitter così da non dover trascinare mio figlio in studi e in altri luoghi poco adatti ad un bambino. So perfettamente che ha ragione, ma dopo l’esperienza con Kim, sono molto diffidente e l’idea di lasciare Alex con qualcuno che non conosco mi terrorizza.

Matt ha invitato me e Zack ad una cena a casa sua, sottintendendo che ci sarebbe stata anche Jennifer, per passare del tempo tutti insieme. Ho accettato di buon grado, così adesso mi ritrovo in camera mia nel disperato tentativo di allacciare una camicia azzurra ad Alex che non vuole saperne di restare fermo per due minuti. Zack passerà a prendermi tra poco e io non sono ancora completamente pronta; “Tesoro coraggio, lascia che la mamma finisca di allacciare i bottoni” lo prego in tono lamentoso. “Se fai il bravo ti prometto che zia Jen ti darà una fetta in più di torta al cioccolato” è brutto ricattare un bambino, ma questo dolce è il suo punto debole e la mia unica possibilità di riuscire a prepararlo in tempo. Come se avessi pronunciato una formula magica, mio figlio si immobilizza e osserva meticolosamente le mia dita che procedono nella chiusura dell’indumento.
“Adesso non muoverti dal letto, vado a pettinarmi e torno” gli lascio un bacio sulla testa e dopo essermi assicurata che Alex fosse esattamente al centro del materasso, mi affretto verso il bagno. I miei capelli sembrano il nido di una rondine e nemmeno la spazzola mi è d’aiuto, così decido di legarli in una crocchia e lasciare morbido il ciuffo a lato. Non mi trucco, se non per un po’ di mascara e un velo leggero di terra per dare colore alla mia carnagione altrimenti pallida. Do un ultimo sguardo allo specchio intero e annuisco alla visione di me con indosso un semplice abitino nero, delle calze dello stesso colore e uno stivale di camoscio senza tacchi. Sicuramente Jennifer sarà impeccabile, ma recandomi in un luogo privato ed essendo tra amici, non sento alcuna necessità di mettermi in ghingheri. Per assurdo, mio figlio di soli due anni è più elegante di me. Metto il capotto lungo dello stesso colore del vestito e allaccio le scarpe di Alex giusto in tempo perché arriva un messaggio di Zack, il quale mi avvisa che è nel parcheggio del St. Regis ad attendermi. Prendo in braccio il bambino e riparandoci a vicenda dal pungente freddo serale, montiamo sulla macchina del capo.
Noto che anche lui, seppur bellissimo come sempre, indossa abiti molto casual. “Matt mi ha detto che Jennifer ha preparato cibo per un intero reggimento, quindi spero abbiate fame” esordisce Zack ridendo e mettendo subito in moto. “Mi auguro che ci sia la torta al cioccolato” persino nella penombra riesco a vedere gli occhi di Alex scintillare al solo sentir nominare il suo piatto preferito, mentre il ragazzo accanto a me mi lancia uno sguardo confuso e subito mi appresto a spiegargli la vicenda di poco fa.

“Ho portato lo champagne!” Zack non saluta nemmeno e si comporta proprio come se fosse a casa sua, dal canto mio invece, resto immobile sull’uscio in completa ammirazione dell’appartamento di Matt. Ci troviamo in uno degli ultimi piani di un palazzo veramente alto e nonostante i corridoi e l’ascensore all’avanguardia e in metallo sfavillante, l’interno dell’abitacolo è estremamente accogliente, con un arredamento che varia dal tradizionale al moderno. “Ellie! Non stare lì, entra pure” Matt, da buon padrone di casa, mi accoglie con estrema gentilezza, lasciandomi anche un lieve bacio sulla guancia e spettinando i capelli di Alex con una carezza. “Complimenti, questo posto è magnifico” gli dico mente mi aiuta a togliere il cappotto. “Vero? Glielo dico sempre anche io!” Afferma Jennifer comparendo da quella che suppongo essere la cucina. “Ehi Jen!” La saluto velocemente perché subito mi interrompe: “Mettetevi tutti a tavola, non voglio che le mie prelibatezze si raffreddino!”

“Mi dispiace per te Ellie, ma anche se non smetterò mai di dire che la cena che hai preparato in montagna era fantastica, Jennifer è una cuoca eccezionale. Matt, hai la mia benedizione per prenderla in sposa” afferma di punto in bianco Zack e, un po’ per il mondo inusuale in cui l’ha detto, un po’ per il momento inaspettato, tutti scoppiamo in una sonora risalta, o per meglio dire, tutti a parte Alex che si sta gustando la sua tanto agognata fetta di torta. “Ellie è molto talentuosa in altro” mi difende la mia amica, non rendendosi neanche conto dell’ambiguità che si cela dietro la sua frase. “Chi vuole lo champagne?” Matt cambia velocemente discorso, prima che le nostre menti possano macchinare pensieri equivoci. “Io direi che a Jennifer è meglio dare dell’acqua” affermo convinta. Non sono mai stata un’amante del vino, ma il rosso servito in tavola stasera era veramente ottimo e tutti ci siamo un po’ fatti prendere la mano. “Oooh, suvvia, io sto benissimo!” Dire che è un po’ alticcia è riduttivo. Matt le offre premurosamente un piccolo sorso di champagne, giusto per brindare tutti insieme alla nostra amicizia, dopodiché io aiuto a sparecchiare e la serata continua nella sala, più precisamente sul divano. Zack aiuta la mia amica a mettersi seduta e i due iniziano un’animata conversazione sugli argomenti più disparati, mentre io osservo Matt recarsi in cucina con l’intento di caricare la lavastoviglie, così lo raggiungo.
“Hai bisogno di una mano?” Non credo proprio che tutto ci starà nell’elettrodomestico. “No, no. Sei un ospite, non ti farei mai lavare i piatti” mi spiega sorridendo. “Allora mi permetti di asciugarli?” Propongo prendendo già uno straccio tra le mani. “Non ti arrenderai finché non ti darò qualcosa da fare, vero?” “Esattamente”.

“Grazie per questo invito, mi ha fatto davvero piacere passare la serata tutti insieme.” “Quella da ringraziare è Jen, io ho fatto la proposta, ma non credevo saremmo riusciti a mettere in pratica il tutto in casa mia. Non ho spesso ospiti” mi confessa. “Oh, non si direbbe” rimango colpita dalle sue parole. “Comunque Jennifer mi trascina molto…prima non ero tipo da queste cose, il massimo che facevo era andare a prendermi una birra con Zack. Ma adesso…dovremmo farlo più spesso e poi…non dirglielo, ma mi è mancato il mio vecchio amico, quando l’ho sentito all’inizio del vostro weekend in montagna, è stata la prima volta dopo mesi ed è stato piacevole. Certo, avrei preferito parlargli ancora…ma so che nel luogo in cui eravate non c’era campo…”  annuisco felice alle sue parole, proprio come ho sempre pensato, l’amicizia dei ragazzi è qualcosa di unico e bellissimo; poi però nella mia mente sembra accendersi una lampadina… “Scusa Matt, hai detto che hai parlato con Zack una sola volta?” “Sì”. Ma allora, con chi stava parlando l’ultimo giorno? Non sono la sua ragazza e non ho nessun diritto di controllare le sue telefonate, ma era stato proprio lui a dirmi che stava chiamando il suo amico. Quindi, perché mentirmi?
Ero sempre più motivata ad intraprendere la famosa conversazione con lui, ma se non siamo sinceri l’uno con l’altra, non so dove potremmo mai andare. “Ellie, va tutto bene?” Matt mi posa una mano sulla spalla, comprendendo che qualcosa non va perché come al solito ero immersa nei miei pensieri e non mi sono resa conte di aver abbandonato la realtà. “Sì, non preoccuparti” lo rassicuro, anche se dalla sua espressione capisco che sta per chiedermi altro, ma non ne ha l’occasione.
“Ragazzi, venite qui!” Zack ci richiama allarmato e subito ci muoviamo verso la sala per raggiungerlo. Per un momento, temo che sia successo qualcosa ad Alex, ma poi lo vedo gattonare tranquillo lungo tutto il perimetro del grande tappeto e mi tranquillizzo.
Esamino la situazione davanti a me e la mia calma evapora fino a tramutarsi in panico: Jennifer è improvvisamente più sobria che mai, Zack osserva atterrito la televisione che sta trasmettendo il notiziario.

“Pochi minuti fa, una bomba è esplosa nel carcere di New York. La polizia è in difficoltà e si sta occupando del conteggio delle vittime, ma da fonti attendibili abbiamo ricavato che l’ordigno è riconducibile a quello scoppiato alla Evans Enterprise non molto tempo fa.”

Proviamo a cambiare canale, alla ricerca di nuove informazioni.

“Buonasera, sono Michael Scott, mi trovo sul posto della strage, i feriti sono davvero numerosi e al momento si stanno contando i decessi che aumentano sempre più, tra questi, compare il nome di Garrett Wilson, incarcerato poco più di due mesi fa.” 
  
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