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Autore: Rosalie Hale e Bella Swan    16/06/2009    5 recensioni
Eve e Lilac Taylor, due sorelle vampire, conosceranno i gemelli Kaulitz, due licantropi trasferitisi da poco nella loro città, San Diego, insieme al loro clan. Cosa succederà? Per scoprirlo non vi resta che leggere! Rosali Hale
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16
Complementary opposites
(Ebony & Ivory)

Reprimono il desiderio solo quelli che lo hanno tanto debole da poterlo reprimere.

William Blake, “Il matrimonio del Cielo e dell'Inferno”

Quando siamo insieme, così vicini l'uno all'altra,
sento che siamo come l'ebano e l'avorio
il caldo e il freddo
il giorno e la notte
la luce e l'oscurità
il bianco e il nero
l'uomo e la donna
il grigio e il colore
due facce della stessa realtà
due facce dello stesso sogno
odio e amore
gioia e dolore
appagamento e insoddisfazione
disperata ricerca
e finale approdo
tutto questo trova la sua unità
in noi, con noi.

Dal diario di Lilac



Il tassametro girava mentre la vettura girava per le vie della capitale francese. Eve volle prudentemente assicurarsi di avere soldi sufficienti per pagare. Li aveva cambiati da poco. Con gli euro non sapeva proprio regolarsi.
Aveva qualche banconota da venti e pochi spiccioli. Non era molto. Prima che la cifra diventasse troppo alta, decise di fermare la macchina e scendere, maledicendo se stessa per aver dato quasi tutto il denaro a sua sorella.
I due si ritrovarono in una via della quale non conoscevano il nome. C'erano un piccolo parco e una cabina telefonica. Eve entrò mentre Bill rimase fuori a fare la guardia.
La vampira estrasse da una tasca il bigliettino sul quale aveva annotato nome e numero dell'albergo presso il quale alloggiavano Tom e sua sorella. Digitò alcune cifre, ma non terminò il numero, perchè alzando lo sguardo vide davanti a sè un essere spaventoso.

Un lupo!” gridò, mentre la bestia scuoteva violentemente la cabina.
Bill corse dall'altra parte e affrontò l'animale. Gli saltò addosso più volte, nel tentativo di azzannarlo, ma venne sempre respinto. Eve era impaurita. Tuttavia, ritenne necessario un suo intrvento e così uscì per affrontare la bestia. Tirò fuori una delle pistole che aveva nel cinturone, aggirò, furtiva, la cabina, e, quando si trovò alle spalle dell'enorme lupo, gliela puntò alla tempia. Premette senza esitazione il grilletto e il proiettile d'argento trapassò il cranio dell'animale, facendogli perdere una gran quantità di sangue. Poi si accertò che fosse realmente morto, tirando un calcio al corpo, rigirandolo: non si mosse. A quel punto corse da Bill, ancora seduto in terra per via dell'ennesima caduta.

Tutto bene?” chiese.
S- si.” rispose, ancora scosso per lo scontro.
Ok, chiamo l'albergo allora.”
Rientrò nella cabina, che non era stata danneggiata poi molto, e compose nuovamente il numero. Si fece passare sua sorella e le chiese di chiamare un taxi che portasse lei e Bill da quella via buia e sconosciuta fino alll'albergo. Le chiese di pagare l'autista per lei, dal momento che aveva quasi esaurito i soldi, e, terminata la telefonata, uscì. Fu investita subito da un odore forte: odore di sangue. Si guardò intorno per cercare di capire da dove provenisse e vide che Bill si reggeva il braccio, dolorante.

Tu sei ferito!” disse. “Dammi la tua maglietta.” aggiunse, tirandola per un lembo.
Eve non vorrei che ci arrestassero per atti osceni in luogo pubblico... Ma se davvero non riesci a resistermi beh potrei anche correre il rischio...”
Bill, non fare l'idiota. Devo fasciarti il braccio. Ti medicherò per bene in albergo.” disse, nervosa. L'odore del sangue continuava a sollecitare i suoi istinti. Del resto, non si nutriva da più di un giorno, e mantenere il controllo era davvero difficile. I suoi occhi stavano per assumere il colore del ghiaccio e i canni iniziavano a farsi più lunghi ed aguzzi. Scosse la testa, cercando di reprimere il suo desiderio di sangue.
Ad un tratto sentì la sua testa girare e si accasciò a terra.

Dio! Eve!” gridò Bill, allarmato. Si avvicinò a lei e prese il suo viso pallido tra le mani.
"Hai bisogno di nutrirti, vero? Dai, prendi." disse, avvicinandole al volto il braccio sanguinante.
"No, non posso..."
"Poche storie. Bevi!"
"Non posso bere il tuo sangue... Non voglio..."
"Considerami un animale come un altro e fai uno sforzo."
"Non pensarci nemmeno. Potrei non fermarmi, lo sai. Non voglio ucciderti."
"Proprio perché non vuoi non lo farai."
"Ti fidi troppo di me."
"So di poterlo fare. E ora, forza, bevi!"
"Bill, io..."
"Forza!" le ordinò.
Lei non potè opporsi. Accostò le labbra gelide alla ferita, senza affondare i denti, visto che il taglio era già aperto. Il sangue fluì dal braccio fin nella bocca di lei, che bevve avidamente, senza staccarsi dalla ferita. Era completamente catturata dal suo sapore: al fondo metallico tipico del plasma si aggiungeva un che di dolce, che le impediva di smettere di bere.
Bill reclinò la testa all'indietro, lasciandosi andare ad un sospiro, un po' per il freddo contatto tra le labbra di lei e la sua pelle e un po' per il sangue che stava perdendo. Sentiva le sue forze venire meno ad ogni sorso, il fiato mancargli sempre di più...ma era pronto a sacrificare anche la sua vita se necessario, purché lei si rimettesse in sesto. Non le avrebbe detto di smettere: l'avrebbe fatto da sola.
Mentre Eve beveva, alzò leggermente lo sguardo, posandolo su di lui che, a bocca aperta, cercava di prendere quanta più aria potesse. No, non poteva appagare oltre il suo appetito a scapito della sua vita.
Solo un altro po'...
No, rischi di ucciderlo.

Quell'ultimo pensiero la indusse a staccarsi dal suo braccio con decisione. Quando lo ebbe fatto, si leccò le labbra, sulle quali era rimasto ancora quel sapore delizioso. Assaporò ancora quelle ultime gocce, ad occhi chiusi.

Visto?” disse il ragazzo, respirando affannosamente. “Ci sei riuscita.”
Per pochissimo.” precisò lei.
L'importante è che tu l'abbia fatto.”
La luce di un paio di fari li colpì in pieno. Eve spostò lo sguardo sulla vettura che emanava quella gran luce.

Ecco il taxi. Adesso andiamo in albergo.” disse.
Lo aiutò ad alzarsi e ad arrivare alla macchina. Parlando un perfetto francese, chiese all'autista se era già stato pagato come aveva chiesto. L'uomo le rispose di si. Il silenzio che calò nei minuti successivi fu rotto nuovamente dal conducente, che chiese ai ragazzi cosa fosse successo, avendo notato il braccio sanguinante di Bill dallo specchietto retrovisore. Eve giustificò il tutto con un'aggressione di due delinquenti del luogo.
Il tassista commentò, indignato, la delinquenza dei giovani. Si, doveva essersi davvero bevuto quella storia.
Quando il taxi giunse a destinazione, i due ringraziarono l'autista molto gentilmente e si avviarono verso la hall, dove li attendevano Lilac e Tom.

I quattro si abbracciarono, felici.

Abbiamo preso un'altra stanza.” disse Lilac.
Bene... Aspetta perché una?” chiese Eve.
Perché ce ne era rimasta una sola. Fortunatamente è sul nostro stesso piano. L'hanno lasciata stamattina.”
Eve si rassegnò, imprecando a denti stretti per quella sfortunata situazione. Voleva chiedere a sua sorella di poter dormire in stanza con lei, ma sapeva che Tom non sarebbe mai stato disposto a cederle il suo posto.
Tom, nel frattempo, fece una sorta di interrogatorio a Bill mentre salivano verso le rispettive camere. Era tremendamente preoccupato per lui e gli chiedeva in continuazione se stava bene.
Quando raggiunsero il loro piano, il quarto, si separarono.
Mente Tom e Lilac si addormentarono subito, esausti per il viaggio affrontato.
Nell'altra stanza, la 421, Eve, seduta a un tavolo, medicava il braccio di Bill con gli attrezzi da pronto soccorso che si era intelligentemente portata dietro.

Ahia!” disse Bill, lamentandosi mentre lei stringeva una fascia intorno al suo braccio.
Non lamentarti. È già tanto che io stia nella tua stessa stanza. Fosse per me, dormirei in corridoio.”
Ma, cavolo, è stretta! Fa male!”
Ti ci devi abituare. Deve essere stretta. E poi non dirmi che un lupo come te si lascia spaventare da una fascetta!”
Chi, io? No, no. Non mi stavo lamentando. Stavo soltanto precisando.”
Bene. Adesso andiamo a dormire. Mi raccomando, niente scherzi.”
Sarò buono, promesso.”
Bravo bambino. Allora dormiamo.” dissse Eve.
I due si sdraiarono sul grande letto matrimoniale, tenendosi a debita distanza l'uno dall'altro. Bill si appisolò, mentre Eve continuò a rimanere sveglia. A un certo punto si alzò e andò verso la finestra, dalla quale proveniva un chiarore bluastro che illuminava leggermente le pareti bianche della stanza. Ammirò il panorama per un po', poi fu spaventata dall'arrivo improvviso di un fulmine. La pioggia iniziò a cadere fitta, battendo violentemente sui vetri.
Bill si svegliò e, vedendola in piedi, andò verso di lei.

Non riesci a dormire?”
No.”
C'è qualcosa che non va?”
Ho paura.” confessò, quasi senza accorgersene.
Non averne. Qualunque cosa accada sarò sempre con te.”
Preferirei che non ci fossi. Per colpa mia passi solo guai.”
Quel lupo mi ha solo colto di sorpresa.”
Fa lo stesso: non voglio che ti ritrovi in situazioni pericolose per colpa mia.”
Lui la guardava apprezzando ogni dettaglio del suo viso: occhi del colore dell'Oceano, pronti a diventare due specchi di ghiaccio, pelle dal candore quasi mortale, labbra vermiglie... Dio, quanto desiderava allungare una mano verso quel volto!
Continuò ad osservarla, quasi accarezzandola con lo sguardo. Fu un attimo: la sua mano fece ciò che facevano gli occhi, e così si ritovò a sfiorare delicatamente le sue gote. Poi osò ancora, e si insinuò tra i suoi capelli. Accostò il viso al suo e le sue labbra si posarono, lievi, su quelle di lei.

Che stai facendo?”
Niente.” rispose per poi tornare a baciarla con più passione.
Posò nuovamente le labbra su quelle di lei, stavolta dischiudendole lentamente.

Eve non oppose resistenza a quel contatto. Perché non lo stava allontanando con una spinta, buttandolo fuori dalla stanza senza neanche aprire la porta? Perché rispondeva a quel bacio con tanta passione, quasi lo avesse aspettato da tutta una vita?
La risposta era semplice: lei lo stava davvero aspettando, senza essersene mai resa conto. A forza di reprimere i suoi istinti, i suoi desideri e i suoi sentimenti aveva finito per opporsi alla chimica, commettendo l'errore più grave che qualunque essere, mortale o immortale che fosse, potesse compiere. Solo ora si rendeva conto di quanto fosse stata sciocca.
Le mani di lui si posarono sulle sue spalle e la accarezzarono lievemente, procurandole brividi.
Eve strinse le sue braccia intorno al collo di Bill, attirandolo a sé con forza.
Si staccarono per un momento e si guardarono negli occhi.
Avrebbe voluto dirgli mille cose: mi ami?, giurami che non mi lascerai...
Ma non proferì parola, incantata dal suo sguardo nocciola, nel quale coglieva quel fantastico riflesso arancione che lui aveva ogni volta che era con lei. Lasciò solo che lui la baciasse di nuovo e la portasse verso il letto matrimoniale, facendola sdraiare piano. Non voleva davvero quelle risposte, non in quel momento, perché non aveva bisogno d'altro che non fosse lui.
Come in preda a una febbre, con un continuo brivido che le correva lungo la schiena pallida e fredda, iniziò a respirare convulsamente. Lui le tolse i vestiti di dosso, continuando a darle baci e carezze e lei fece altrettanto, lasciandosi guidare dal suo cuore e abbandonando per una volta quella razionalità della quale era sempre andata tanto fiera.
Il calore di quella stanza contrastava terribilmente con il gelo e la pioggia dell'esterno. Dalla finestra, coperta da tende bianchissime, entrava solo la luce azzurra della notte. Fuori c'era un tempo da tempesta: la pioggia si abbatteva con violenza sui vetri e il vento spirava impetuoso.
Bill si fermò un attimo a guardarla. Lei era sdraiata sul morbido materasso e lui si manteneva issato sulle braccia.
“Sei bellissima, sai?” disse, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
Lei rimase a fissarlo.
“Non te l'ho mai detto prima, però è così. Sono pazzo di te e non mi importa se alla fine di tutto questo mi considererai uno stupido.”
“Agisci sempre così impulsivamente?”
“Il 99,9% delle volte.” disse, accennando un sorriso. “Dovresti provare anche tu. A volte può essere divertente.”
“E cosa pensi che stia facendo adesso?” rispose, attirandolo a sé e baciandolo.
“Temo” disse Bill “che tutto questo possa diventare pericoloso. Una sorta di dipendenza.”
Troppo tardi. Tu sei già la mia droga. Dammi le tue allucinazioni.” rispose, guardandolo negli occhi con aria dolcemente maliziosa.

***

L'angolo di Ros
Oggi faccio dei ringraziamenti veloci veloci...
Midnight of phantom: tesoro, oltre ad avermi fatto schiantare dalle risate come al solito, mi hai resa davvero felice. Sono contenta di non averti delusa. Mi raccomando, continua a seguirmi.
MissQueen: cara, a te dico poche parole, ma come sempre molto sincere: mi hai davvero commossa.
_Angel_Of_Lust_: oddio davvero ti è piaciuto? Menomale, mi sento davvero sollevata. ç____ç Stavolta perdonami ma il componimento in apertura mi deve essere uscito mentre ero ubriaca (anche se me regge benissimo l'alcol... -.-")
Gemel: è inutile che fai la santarellina... xD Ti ho beccata! Ammettilo! *indica* comunque sono felice che ti piaccia la storia. Come sai il tuo giudizio per me è fondamentale (visto che ti chiedo sempre un parere sulle mie ficcy).
Ladysimple: semplicemente GRAZIE. Sia per il commento che per l'inserimento tra le storie seguite. *si commuove*
Un grosso bacio a tutti (o forse dovrei dire a tutte, visto che il mio pubblico sembra essere esclusivamente femminile O.o).


  
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