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Autore: lady lina 77    21/08/2017    0 recensioni
Elke abbassò lo sguardo sulla sua mano, sul suo polso che ancora Mattheus stringeva. Era un uomo a volte duro, a volte irriverente, il più delle volte strafottente, ma una cosa l'aveva colpita fin dal primo istante in cui lui aveva sfiorato la sua mano dieci giorni prima, fermandola quando stava per scoccare una freccia contro i sei arcieri del villaggio che l'avevano attaccata: il tocco di Mattheus era delicato, gentile, buono; non vi era traccia di possesso, forza o prepotenza ed era opposto al suo modo di fare tanto scontroso e cinico. Mani gentili, ma di una persona che per la maggior parte del tempo si faceva beffe del suo prossimo. Eppure, quando era serio, Mattheus sembrava quasi un'altra persona, saggia e, sotto un'apparente durezza, gentile. Scosse la testa, turbata, rendendosi conto forse per la prima volta che sarebbe stato difficile conoscere per davvero quello stregone. Sotto la sua scorza tanto dura, doveva nascondersi un mondo ben più complesso e sconfinato di quel che appariva. Spesso la prendeva in giro, ma anche in quegli istanti, se si stava bene a ragionare sulle sue parole, Mattheus non faceva che darle insegnamenti.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre


Le giornate si facevano via via più corte, le foglie sui rami iniziavano ad ingiallire e qualche animale appariva assonnato. L'estate stava finendo, le sere erano ormai fresche e i temporali annunciavano inesorabilmente la fine della bella stagione e la fine dell'estate e per Pennes questo significava una cosa sola: festa del raccolto.

Era l'unico momento di allegria che il piccolo borgo si concedeva prima dei rigori invernali, del gelo e della neve; dal venerdì alla domenica dell'ultima settimana di agosto, Pennes diventava improvvisamente allegra e goliardica: si raccoglievano i frutti dalle piante, le massaie cucinavano leccornie che poi finivano sulla grande tavolata organizzata davanti alla Chiesa principale per essere offerte a tutti in una grande cena corale, gli uomini radunavano nella piazza i loro animali migliori per esporli ad amici e parenti e ogni anno, la domenica pomeriggio, a chiusura, si svolgeva una gara di tiro con l'arco.

Gli abitanti di Pennes, e in generale tutti gli abitanti delle valli, erano ottimi arcieri e cacciatori. Era un modo come un altro per sopravvivere in quell'ambiente tanto bello quanto ostile, a quell'epoca. E alla festa del raccolto, in ogni borgo, ogni uomo o giovane ragazzo voleva primeggiare in quella competizione dove non si vinceva nulla, se non l'onore e la soddisfazione di essersi dimostrato il migliore.

Mattheus era un grande stregone, ma a differenza degli altri uomini del villaggio non era minimamente interessato ad arco e frecce. In generale, odiava tutto quello che comportava fare fatica, ma non mancava mai alla gara fra gli arcieri, era sempre in prima fila, sopportando anche chiacchiere e occhiatacce dei suoi mal sopportati concittadini pur di esserci.

Per Drago e Falko, era tutto nuovo,erano inebriati dall'atmosfera festaiola di Pennes, anche se tutti li scansavano a causa del loro aspetto, ed erano stupiti dal fatto che un solitario brontolone come Mattheus partecipasse. Lo conoscevano ancora poco ma avevano capito un po’ di cose su di lui: odiava la confusione, si alterava facilmente, era un solitario e gli abitanti di Pennes erano terrorizzati da lui e dal suo essere uno stregone.

Falko, mentre erano appoggiati alla staccionata di legno che dava sullo spiazzo dove era stato posto il bersaglio per la gara di tiro con l'arco, decise di porre la domanda che frullava nella testa sua e del fratello da due giorni. "Mattheus?".

"In pubblico chiamami Pfeifer Huisele, per favore! E comunque, cosa c'è?".

"Beh, ecco... Mi chiedevo... Ci chiedevamo... Perché ci tenevi tanto a venire a questa competizione? Tu odi questo genere di cose".

Mattheus sorrise, a quella domanda. Un sorriso furbo, di chi sa esattamente quel che vuole e quel che fa. Dalla tasca tirò fuori un paio di ampolle con l'acqua del lago di Valdurna, mostrandole ai due nani. "Guadagno, ovviamente! Non ho altro motivo per venire in questa bolgia".

Drago lo fissò in viso, confuso. "Ma in che senso? Gli abitanti di Pennes oggi sono completamente presi dalla festa e dubito che pensino alla tua acqua. Guarda come si divertono!" - concluse, indicando le persone che si ammassavano vicino allo spiazzo dove si sarebbe tenuta la competizione; notando come fossero tutti in fremente attesa tenendosi a debita distanza da loro e da Mattheus. Nemmeno durante la festa dimenticavano il terrore che incuteva in loro il mago.

Mattheus sospirò, tornando ad appoggiarsi alla staccionata. "Arco, frecce, roba che punge, insomma. Qualcuno si farà un pochino male, no? Un graffietto, una piccola ferita... Oppure un bambino che corre, cade e si sbuccia un ginocchio... Succede sempre qualcosa, a una festa di paese! E ovviamente, quando succede, da chi arrivano a chiedere aiuto, questi stolti?".

Drago ridacchiò. "Dallo stregone del villaggio, ovviamente".

"Che gli chiederà fino all'ultimo centesimo che hanno in tasca, per la sua preziosa acqua" – concluse Falko. Finalmente aveva capito il motivo per cui si trovavano lì, Mattheus non si smentiva proprio mai. Guadagnava molto con la sua acqua, lo stregone. Una volta a settimana trasformava in gatti neri lui e suo fratello e con un malmesso carrettino andavano a fare scorta al lago di Valdurna. Ogni occasione era buona per Mattheus, per guadagnare qualcosa.

Mattheus sorrise. "Bene, sono contento che abbiate capito. E ora, silenzio, voglio vedere chi vincerà. Sono ormai cinque anni che il vincitore è sempre lo stesso e sono proprio curioso di vedere se sarà campione per il sesto anno consecutivo".

Falko e Drago non dissero nulla, sapevano a chi si stava riferendo Mattheus dato che in paese non si parlava d'altro. Si voltarono, osservando Hans Schultz, il più bravo arciere di Pennes. Era altissimo, imponente di corporatura, con capelli rossi e barba lunga. Le sue braccia erano muscolose grazie al suo lavoro di spaccapietre in montagna, e con arco e frecce non aveva rivali: mira perfetta, braccio fermo, occhio di falco. Hans Schultz probabilmente avrebbe vinto anche quell'anno.

La gara iniziò fra grida di incitamento e silenzi tesi. Come aveva pronosticato Mattheus, Hans Schultz eliminò uno a uno tutti i concorrenti, non sbagliando un colpo: faceva centro, sempre, e nel giro di un paio d'ore aveva sbaragliato tutti gli altri contendenti al titolo.

"Questa gara sta diventando noiosa" – sbuffò Mattheus, quando ormai i concorrenti rimasti erano solo due. Hans Schultz contro Peter Braunn, il pastore.

Falko e Drago guardarono Peter, era magro, basso e coi capelli ormai completamente grigi. In passato, da giovane, era stato un bravissimo arciere e si raccontava in giro che spesso tanti anni prima fosse stato proclamato campione alla festa del raccolto,, ma il tempo era passato inesorabile e nonostante Peter avesse dalla sua l'esperienza, era abbastanza improbabile che la spuntasse con la forza bruta di Hans.

Infatti, nonostante una battaglia onorevole, colpo su colpo e freccia su freccia, Hans Schulz ebbe la meglio.

Il capo villaggio, gongolante, si avvicinò allo spaccapietre per la proclamazione del vincitore, quando una freccia scoccata da chissà dove lo fermò, saettandogli davanti al naso e finendo a terra a pochi passi da Hans.

Tutti, compresi Mattheus e i nani, si voltarono stupiti verso la direzione dalla quale era provenuta. Qualcuno di estraneo al villaggio, dal bosco, l'aveva scoccata contro di loro.

Hans raccolse la freccia, mugugnando inferocito. "Chi ha osato attaccarmi?".

"Sono stata io e non ti ho affatto attaccato! Voglio solo sfidarti, campione" - sussurrò una voce femminile.

Una ragazza comparve come per magia dagli arbusti e dagli abeti del bosco, avanzando lentamente verso di loro.

La gente arretrò davanti a quella sconosciuta fanciulla che aveva osato attaccare il loro arciere campione.

Mattheus la guardò, accigliato. Poi sorrise... "Ora le cose si fanno interessanti".

"Davvero!" - rispose Falko, divertito. "Guarda gli abitanti di Pennes, sono spaventati dalla freccia scoccata da una ragazza. Stanno arretrando tutti come un branco di conigli".

"Non hanno paura solo di quella freccia". Mattheus puntò gli occhi su quella strana ragazza; indossava un semplice e logoro vestito verde che le arrivava alle ginocchia, , stivali di pelle ed arco e frecce sulla spalla destra. Ma non erano gli abiti tanto trasandati a renderla così particolare. I suoi capelli... Bianchi, bianchissimi come la neve, anche se quella fanciulla non poteva avere più di vent'anni. Capelli curati più dell'abbigliamento di certo, perfettamente pettinati e racchiusi in una treccia legata all'estremità da un fiocco rosso ornato di perline. Era snella, con due occhi blu da fare invidia al cielo estivo, la carnagione chiarissima e un viso dai lineamenti perfetti che la rendeva piuttosto carina. Mattheus però sapeva che avrebbe potuto essere la più affascinante donna delle Dolomiti ma tutti ne avrebbero avuto paura sempre e ovunque. "E' una ragazza albina. Non ne avevo mai viste in giro" – mormorò sovrappensiero.

Falko e Drago si accigliarono. "Cosa?".

Mattheus li guardò di sfuggita, più interessato alle prossime mosse della ragazza che ai due nani. "Gli albini sono persone i cui capelli non hanno pigmentazione. Nascono coi capelli bianchi e la carnagione molto chiara e rimangono così tutta la vita. Tutti ne hanno paura perché gli albini sono ritenuti figli del demonio, per questo gli abitanti di Pennes sono terrorizzati da lei. E ora voglio proprio vedere come andrà a finire. Ragazza albina contro un branco di conigli. Scommetto che vincerà lei! E che per questo riderò fino a Natale".

Drago impallidì. "Figli del demonio? Ma è una cosa vera?".

Mattheus alzò le spalle. "Probabilmente no, è solo una diceria, superstizione. Ma tutti ci credono e gli albini non conducono mai vite felici. Tutti li scansano, tutti li odiano, tutti pensano che siano creature maledette".

Falko e Drago si guardarono negli occhi. Capivano appieno il significato delle parole di Mattheus perché se era davvero così che stavano le cose la vita delle persone albine in fondo non era così diversa da quella dei nani. "Quella ragazza allora è come noi..." - mormorarono sconsolati. Improvvisamente quella fanciulla stava simpatica ad entrambi.

Incurante dei pensieri dei nani, Hans, rosso di rabbia in viso, guardò la ragazza con odio. "Sfidarmi? Figlia del demonio, tornatene all'inferno!".

La fanciulla sostenne lo sguardo feroce di Hans, non aveva paura di lui, era evidente. Si guardò attorno, guardinga, studiando uno a uno i volti impauriti degli abitanti di Pennes. Infine, di colpo il suo sguardo si fermò, puntandosi insistentemente sul viso di Mattheus.

Il mago si accigliò, infastidito, lo stava evidentemente fissando, che voleva da lui? Lo scambio di sguardi durò una manciata di secondi in cui lo stregone ebbe la netta, sgradevole impressione che la ragazza lo studiasse. E non era piacevole per niente.

"Mattheus, hai visto come ti fissava?" - chiese Drago, quando la ragazza era tornata a guardare il suo avversario. Nemmeno a lui era sfuggito quello sguardo indagatore sullo stregone. "La conosci?".

Mattheus alzò le spalle in segno di noncuranza. "Assolutamente no, mai vista".

Improvvisamente, provocando un moto di terrore fra la gente, la ragazza prese una freccia dalla sua faretra ed incoccò l'arco, pronta a colpire. "E allora campione, vuoi o no batterti con me?".

Hans digrignò i denti, furioso. Indicò col dito l'ultima freccia che aveva scoccato e che aveva sconfitto il vecchio Peter, conficcata esattamente al centro del bersaglio. "Sono io il campione e non puoi fare meglio di me. La gara è finita, è evidente! Brucia all'inferno, figlia del demonio".

Fu come se non avesse neanche parlato. Con tutta la tranquillità del mondo, la ragazza tese l'arco, prese la mira e scoccò la freccia. Che colpì in pieno quella scagliata poco prima da Hans. La freccia del campione si ruppe a metà, cadde, e quella scagliata dalla ragazza si infilzò esattamente al centro del bersaglio, prendendo il posto di quella dello spaccapietre.

La gente di Pennes spalancò gli occhi, mentre Hans diventava sempre più rosso dalla rabbia. "Sono io il campione, capito? Tu non vivi nemmeno qui, tu sei maledetta! Usi arco e frecce usando i poteri del demonio, tuo padre" – urlò, quasi in lacrime come un bambino.

Mattheus ridacchiò. "Spettacolo finito, torniamo a casa!". Vedere Hans Schultz bruciare di rabbia perché battuto da una ragazza albina forestiera lo metteva decisamente di buon umore.

Falko si affiancò allo stregone, correndo sulle sue piccole gambette per stargli al passo. "Non rimaniamo a vedere come va a finire?".

"La cosa non mi riguarda". Mattheus accelerò il passo. Non c'era più niente da vedere ormai. Si voltò di sfuggita, giusto per vedere Hans in preda a una crisi di nervi e la ragazza albina svanire nel nulla, nel bosco dal quale era arrivata.







  
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