Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Hoshimi_    22/08/2017    1 recensioni
Lo Yamazaki è un liquore da assaporare lentamente, in modo da apprezzarne ogni singola sfumatura ambrata. È un processo da gustare gradualmente dall'inizio alla fine, lasciandosi trascinare nel vortice dei suoi sapori. All'inizio si è investiti da un aroma fruttato, che lascia presto spazio al profumo di spezie, con un curioso accento di vaniglia. Tuttavia, è solamente quando il liquore avvolge la lingua e scende lungo la gola che la sua vera essenza si rivela, impregnata della dolcezza della cannella e accompagnata, al contempo, da un retrogusto deciso di sherry e tè nero.
Non è dunque difficile capire il motivo per cui, quando Min Yoongi pensa a Park Jimin, lo collega a questo particolare whisky: entrambi ambrati e delicati ad una prima impressione, ma, più a fondo vengono gustati ed esplorati, più emerge la loro vera anima.
*yoonmin & taekook*
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
Capitoli:
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Kaiseki






Junkook si svegliò all'alba, dopo una notte trascorsa quasi del tutto insonne. Aprì le palpebre lentamente, fissando il soffitto, ben consapevole del luogo in cui si trovava: una camera beige accogliente, con tanto di bagno interno e terrazzino. La stanza non era decorata come le altre al piano terra, anzi, in confronto ad esse risultava piuttosto spoglia, ma il ragazzo la trovava confortevole.

Il letto matrimoniale era stata una sorpresa insperata.

Dire che la sera prima era stata strana sarebbe stato un eufemismo. Il banchetto era progredito in un insieme confuso di chiacchiere, alcool, cibo e spettacoli, sebbene quel ragazzo particolare dai capelli violetti non vi avesse più preso parte. La sua esibizione aveva colpito tutti loro e Jungkook aveva provato un moto di gelosia nel vedere il modo in cui Taehyung lo guardava.

Tuttavia, aveva ben presto capito che quel giovane era stato di maggiore distrazione per Yoongi, tanto da impedirgli di concentrarsi troppo sul fatto che si fossero incontrati o di rivolgere loro occhiate inquietanti.

Quando il banchetto si era concluso, Tanaka era rimasto con pochi altri uomini richiedendo privacy, così che loro avevano avuto occasione di allontanarsi e ritirarsi nelle proprie stanze. Prima di entrare, Namjoon li aveva fermati per dire ai tre che, se avessero voluto, la mattina dopo avrebbero potuto fare colazione insieme agli altri nella sala da pranzo al pian terreno.

Jungkook sospirò. Sapeva bene che quella mattina avrebbe dovuto affrontare Yoongi e che avrebbe dovuto fornire delle spiegazioni convincenti. Per una frazione di secondo pensò addirittura di mentire o scappare, ma poi scosse la testa, lasciando da parte quei pensieri.

Sovrappensiero, aveva iniziato ad accarezzare il braccio scoperto del ragazzo che stava stringendo tra le braccia, osservando la pelle d'oca che si formava ogni volta che il suo indice sfiorava quel corpo dorato.

“Baby” Impresse un bacio sui capelli biondi dell'altro “È ora di alzarsi.”

In risposta, Taehyung, ancora in dormiveglia, emise un verso di scontento e si strinse più forte al suo fianco. Jungkook sorrise e lo cinse dolcemente con le braccia, inspirando a fondo il suo dolce profumo e trattenendolo per qualche secondo tra le proprie braccia, per poi lasciarlo andare. Seppure a malincuore, si divincolò per dirigersi al bagno.

“Mi faccio una doccia, tu riposa ancora un po'” Disse con affetto, scompigliando i capelli dell'altro e vedendolo raggomitolarsi nelle coperte, per poi appoggiare la testa, prima adagiata sul suo petto, al cuscino.

Si diresse in bagno, lasciando una scia di vestiti sparsi lungo il percorso. Mentre aspettava che il getto diventasse caldo si guardò attorno, trovando con sorpresa la stanza completamente arredata, quasi li stesse aspettando. Probabilmente era così.

Notò una serie di essenze su una mensola in legno e, passandole in rassegna una ad una con lo sguardo, ne scelse una all'aroma di acero, coordinata allo shampoo. Entrò poi nella cabina, lasciandosi avvolgere dal getto caldo, che aveva ormai creato una lieve condensa nel piccolo bagno. Il calore sciolse facilmente i muscoli, ancora rattrappiti dal poco sonno, scivolando lungo il suo corpo. Reclinò il capo all'indietro, sentendo l'acqua scendere sulle guance a lavare via la stanchezza.

Prese il bagno doccia e se lo passò sul corpo, rilassandosi nel sentire quel dolce profumo. Stava per mettersi lo shampoo, quando sentì la pressione di due mani sui fianchi. Sobbalzò, senza però aprire gli occhi, ormai troppo abituato a quel tocco delicato per non riconoscerlo.

“Buongiorno.” Sussurrò Taehyung contro il suo orecchio mentre entrava a sua volta nella doccia. Delle labbra soffici si appoggiarono sulle sue, scivolando facilmente sulla bocca bagnata. Sorrise contro il bacio dell'altro, ricambiando dolcemente.

“Ci siamo svegliati finalmente?” Chiese Jungkook staccandosi dalle labbra del biondo. Nonostante il calore, un brivido di piacere lo percorse quando le sue mani passarono sulla schiena, scivolando lungo le scapole e percorrendo l'intera lunghezza della spina dorsale.

“Mmm.” Mormorò l'altro, sfiorando con il naso il suo collo e facendogli reclinare il capo “Adoro questo profumo.” Aggiunse, passando la lingua lungo la giugulare, per poi afferrare piano la pelle tra i denti. Le mani di Taehyung abbandonarono presto la schiena per scendere lungo l'addome.

“Tae” Lo ammonì Jungkook, che aveva iniziato a passare il sapone lungo il corpo dell'altro.


 

“Dobbiamo proprio?” Protestò, lasciando che l'altro lo ricoprisse di schiuma.


 

“Sì” Rise il giovane dai capelli neri.


 

“Ma non abbiamo ancora inaugurato la nuova stanza” Si lamentò.


 

“Più tardi” Promise il moro, facendolo girare e massaggiandogli i capelli pieni di shampoo, per poi finire di sciacquarsi e uscire.


 

“Dove vai?” Chiese imbronciato Taehyung.
 

Jungkook ammirò il corpo nudo dell'altro da capo a piedi, passandosi la lingua sul labbro inferiore “Mi distrai troppo” Gli rivolse un sorrisetto prima di uscire con un asciugamano legato in vita.


 


 

Una volta che Taehyung ebbe finito di lavarsi e che entrambi si furono vestiti, scesero per la colazione. Quando arrivarono al pian terreno, la tavola era ormai al completo, tanto che tutti che si voltarono nel momento in cui varcarono la soglia.

“Siete arrivati!” Esclamò Namjoon con un sorriso sincero.

Jungkook, imbarazzato, abbassò lo sguardo mormorando un “Ciao” appena percepibile, mentre Taehyung, con un ampio sorriso, esclamò “Buongiorno a tutti!”

Jungkook si guardò intorno: la tavolata non era grande quanto quella della sera prima, ma sembrava imbandita con la stessa quantità di cibo. Anche il numero di persone era minore: notò un ragazzo dai capelli rossi, che non aveva visto precedentemente e, di fianco a lui, il bellissimo giovane dai capelli violetti, che si era presentato come Jimin.

Non fu difficile individuare Yoongi, il quale sedeva un po' lontano dagli altri, evidentemente a disagio. I suoi occhi si illuminarono quando li vide. Jungkook, rassicurato da quello sguardo, si sedette vicino a lui, trascinando l'altro con sé, prima che si mettesse a parlare con le altre persone.

“Ieri è stato tutto molto affrettato” Iniziò Namjoon non appena si furono accomodati “Non abbiamo avuto il tempo di fare le presentazioni adeguatamente. Considero questa casa, così come le persone che vi abitano, come una famiglia e spero vi troverete bene nel periodo che passerete con noi.” Indicò il ragazzo dai capelli violetti, che annuì “Avete già avuto modo di conoscere Jimin. Ma non credo abbiate incontrato Hoseok” Si rivolse al giovane dai capelli rossi, che li salutò con la mano “Mentre loro sono Suga, V e Jungkook.”

Nel frattempo, un giovane dai capelli marroni era entrato nella stanza con quattro piatti colmi di cibo in equilibrio sulle mani. Alla sua vista, il volto di Namjoon si illuminò “E lui è Seokjin.”

Jin gli sorrise a sua volta “Non sapevo bene cosa preferiste.” Disse appoggiando i piatti, che si accumularono agli altri sul tavolo “Conosco bene i gusti dei miei ragazzi, ma non so quasi nulla di voi, così ho preparato un po' di tutto, sperando vi piaccia.”

Solo in quel momento Jungkook si concentrò sul cibo: disposta sulla tavola c'era ogni pietanza possibile, da riso e zuppe a frutta e croissant. Sgranò gli occhi, stupito da quanto fossero gentili e disponibili in quel luogo.

Iniziarono a mangiare mentre un silenzio privo di tensione calava su di loro, forse anche grazie all'ottimo cibo, così che l'unico rumore a riempire la stanza era quello di scodelle, bacchette e posate.

“Allora.” Junkook e Yoongi sgranarono gli occhi sentendo Taehyung prendere parola “Cosa è questo posto esattamente?” Jungkook gli tirò una gomitata, ma l'altro si limitò a rispondere con un finto sguardo innocente e, senza curarsene oltre, si girò verso gli altri in attesa di spiegazioni.

Namjoon ghignò divertito e lasciò stare il cibo, unendo le dita per rispondere “Che idea vi siete fatti?” Chiese guardandoli con curiosità.

“È una casa di prostituzione?” Chiese seriamente Taehyung.


 

“V!” Urlò Jungkook sconvolto.


 

Gli altri scoppiarono a ridere “Perché lo pensano sempre tutti?” Disse tra sé Jimin divertito.


 

Namjoon li fissò, in attesa che gli altri due azzardassero un'ipotesi a loro volta, ma, vedendo che nessuno lo faceva, iniziò “Quest-”


 

“Se posso fare un tentativo.” Venne interrotto quasi subito dal ragazzo con i capelli verdi nell'angolo, che era rimasto zitto fino a quel momento. Annuì, improvvisamente incuriosito “Da quello che ho potuto vedere e sentire” Iniziò fissando la tazza di caffè che teneva in mano “Non mi sembra una casa di prostituzione. Non ho visto stanze apposite o ospiti intrattenersi con i ragazzi” Gettò una veloce occhiata a Jimin e Hoseok, che lo stavano guardando. Poi continuò “Penso infatti che la loro professione sia limitata ad esibizioni, private o meno.” Gettò uno sguardo palese alle braccia di Namjoon “Ho anche notato che hai numerosi tatuaggi. Per quanto oggi non siano così inusuali, tuttavia non posso fare a meno di pensare che, visto il contesto in cui ci troviamo, tu sia in qualche modo coinvolto nel mondo del crimine o, per lo meno, che lo fossi in passato. Credo anche che questa casa sia usata per traffici illeciti, di qualsiasi tipo essi siano. Non penso, però, che tu gestisca il tuo business solo qui, anzi, ipotizzo che questo posto sia il vostro luogo sicuro e ho idea che tu tratto la maggior parte delle tue attività a Kabukicho, anche se devo questa intuizione più alla parlantina di Tanaka che altro. Ho scoperto recentemente che tale quartiere è gestito dalla Yakuza, quindi è a te che voglio fare una domanda” Lasciò in sospeso le parole per qualche secondo e fissò Namjoon negli occhi “Siamo nella casa protetta di una delle più grandi famiglie mafiose giapponesi?”

Nella stanza calò il silenzio mentre sei paia di occhi fissavano allibiti Yoongi.

“Molto... Intuitivo.” Ammise Namjoon con uno sguardo indecifrabile “È vero. Gestisco molti locali in quel quartiere e, grazie a Tanaka, sono in contatto con la Yakuza. Lui è un tramite con la famiglia. Quindi no, non lavoriamo direttamente per loro. Loro non lo fanno, per lo meno.” Disse indicando gli altri tre “Hai ragione, i miei tatuaggi sono una prova vivente del mio passato. Una volta ero in un clan minore. Qualche anno fa c'è stato un cambio di persone ai vertici e sono riuscito a uscirne, seppur a caro prezzo. Tanaka mi ha aiutato, questo è vero, ma una volta che devi un favore a persone del genere è finita.” Sospirò “Da quel momento sono stato legato a lui contro la mia volontà, come se mi possedesse. Quasi tutto quello che faccio passa attraverso lui. Negli ultimi tempi, però, mi è stata concessa più libertà, gestisco più attività autonomamente e sono riuscito ad assumere persone di cui mi fido” Si rivolse verso il ragazzo dai capelli marroni “Seokjin si occupa di organizzare gli eventi e prendersi cura dei ragazzi. Siamo in molti e abbiamo molte case del genere, ma noi quattro viviamo principalmente qui. Cerchiamo di avere a che fare il meno possibile con loro. Per quanto riguarda i locali a Kabukicho, mi limito a versare un tributo alla famiglia.”

Seguì un breve silenzio, in cui tutti fissarono il tavolo, ognuno concentrato nei propri pensieri. Jungkook si accigliò nel sentire quelle informazioni e poco dopo Yoongi annuì, ma fu Taehyung a rompere la tensione chiedendo “Ti fidi abbastanza per rivelarci tutti questi dettagli o per rivelarli a loro?” Indicò Jimin e Hoseok.

Namjoon sorrise come se si aspettasse tale domanda “Te lo ripeto, qui siamo una famiglia: loro sono tutto quello che ho e viceversa. Voglio che sappiano tutto,perché tra noi non esistono segreti. Per di più, credo che nessuno di noi qui presenti possa fare la predica all'altro” Rivolse loro un'occhiata palese “E vi ricordo che sono stato io a dare a Tanaka le informazioni: sto molto attento a chi frequenta il locale. Ricordatevi che dovrete familiarizzare con l'ambiente se vorrete arrivare a Sakamoto” Si fece più serio “Sentite, qui vogliamo tutti la stessa cosa: rubare quel dannato quadro e fare in modo che arrivi a loro. Quindi ogni persona, ogni aiuto, ogni informazione sarà utile.” Detto questo si alzò, seguito dagli altri due quasi si fossero messi d'accordo “Scusateci, ma ora dobbiamo proprio andare. Vi lascio nelle mani di Jin” Sorridendo, diede loro le spalle e si allontanò con i due ragazzi.


 


 


 

Quando ebbero finito di mangiare Seokjin propose “Vi faccio vedere la casa.”

Fece loro strada lungo la villetta, le cui parti erano ben distinte. Le stanze private erano nell'ala nord, mentre l'intera ala sud era adibita al ricevimento degli ospiti. A nessuno dei tre era sembrata così grande dall'esterno.

Al piano terra erano situati i camerini con tutto il necessario per le esibizioni dei ragazzi invece, lungo il corridoio, trovarono una piccola palestra e, con sorpresa dei tre, una piscina coperta con tanto di impianto termale e vetrate sull'esterno.

“Potete usufruirne senza problemi” Spiegò il ragazzo dai capelli marroni. Yoongi dubitava che ci sarebbe mai andato, ma Taehyung sembrò molto interessato, tanto da porre costantemente domande all'altro.

Seokjin li condusse poi nel giardino, che collegava facilmente le due parti, indicando alla sua sinistra un piccola costruzione, completamente invisibile dall'esterno, con cui terminava la villetta “Quella è la serra. Dovrebbe essere uno spazio comune, ma dovrete calpestare il cadavere di Jimin per entrare. Ci tiene molto.”

Infine, aprì una porta scorrevole e li condusse in una sala spoglia, solamente un tavolo a riempirla “Abbiamo pensato di lasciarvi questa stanza per il vostro ehm... Lavoro.” Spiegò, invitandoli a entrare.

Yoongi annuì, ringraziandolo, e gli altri due gli fecero un cenno. Il ragazzo si era già allontanato quando Taehyung disse “Torno subito.” E, senza ulteriori spiegazioni, raggiunse Seokjin per parlargli.


 


 

***


 


 

Taehyung, dopo aver lasciato Seokjin, si diresse velocemente nella propria camera per prendere il suo computer e una valigetta. Quando tornò, trovò Yoongi e Jungkook seduti a terra: il ragazzo dai capelli verdi fissava con uno sguardo inquietante il moro, che invece teneva gli occhi rivolti in basso. Taehyung alzò gli occhi al cielo e si sedette a sua volta di fianco a Jungkook.

“Sputa il rospo Yoongi.” Disse, appoggiando il proprio computer sul tavolo.


 

“Spiegatemi.” Si limitò a dire l'altro incrociando le braccia.


 

“Non c'è molto da dire.” Iniziò Jungkook, passandosi stancamente la mano sul collo.


 

“Sono passati tre anni e mezzo non c'è molto da dire?” Rispose sarcasticamente alzando il tono di voce.


 

“Calmati hyung'” Asserì Taehyung con noncuranza, aprendo il proprio computer e iniziando a far scorrere fluidamente le dita sulla tastiera mentre li guardava “Non mi sembra il caso di parlarne qui, specialmente dopo le recenti scoperte” Gettò un'occhiata eloquente intorno. “Suggerirei di rimandare la conversazione ad un luogo più consono.” Disse fermamente “E di concentrarci sull'incarico per cui siamo stati assunti.”


 

Yoongi lo fissò attentamente e poi sgranò gli occhi “Tu lo sapevi?” Chiese incredulo.


 

Taehyung scrollò le spalle “Tu no?” Senza scomporsi, rivolse l'attenzione al pc “Sei un fottuto genio, hai una memoria incredibile e non ti sei informato sulle persone per cui lavori?”


 

Ancora più sconvolto, il giovane si rivolse al ragazzo dai capelli neri “Lo sapevi e gliel'hai permesso?”


 

“Io non ne sapevo nulla!” Jungkook era incredulo quanto Yoongi.


 

“Tesoro, non fartene una colpa.” Disse Taehyung accarezzandogli la guancia dolcemente “Ci servivano soldi e tu non potevi continuare così.” A quelle parole, Yoongi rivolse loro uno sguardo interrogativo. Il biondo non gli badò e, invece, prese la valigetta che aveva recuperato in camera precedentemente. La aprì e porse loro due plichi di fogli “Questi me li ha consegnati Tanaka. Ci sono tutte le informazioni sul quadro, che, tra parentesi, è un Hiroshige, sull'uomo in questione e sula mostra.”

Continuò a scrivere sulla tastiera mentre gli altri prendevano i documenti e davano loro una scorsa. Ancora incredulo, Yoongi sospirò e sfogliò il fascicolo che Taehyung gli aveva passato: era colmo di nomi, foto, contatti. Lesse le prime pagine velocemente per poi chiuderlo buttandolo sul tavolo.

“Per prima cosa, dovremo interrogare la fonte” Il tono stanco non nascose del tutto il fremito della sua voce.

“Jimin. Si chiama Jimin.” Taehyung gli rivolse un sorriso sornione “Anche se non credo che tu lo abbia dimenticato.”

Nel sentire quel nome le sue guance si tinsero di rosso “Se lo dici tu.” Il sarcasmo non riuscì del tutto a nascondere la finta noncuranza “Lo farai tu. Io non mi fido del tutto di Tanaka e voglio controllare le informazioni di prima mano.”

“No.” Taehuyng non si degnò nemmeno di guardalo negli occhi mentre pronunciava quel secco rifiuto, troppo impegnato a scorrere lo sguardo sul desktop del pc “Sai benissimo che come hacker sono molto meglio di te. Non a caso sono stato assunto. E poi cosa credi stia facendo? Me lo hai insegnato tu: mai fidarsi delle fonti.”

Yoongi sospirò cercando di mantenere la calma” Bene, Jungkook lo farai tu.”

“Mmm no.” Il moro stava già iniziando a protestare, ma fu preceduto da Taehyung, che stava ancora guardando lo schermo “Lo farai tu.”

“Scusami?” Yoongi sollevò un sopracciglio.

“Sei il più bravo a capire le persone, sai riconoscere meglio di chiunque altro se qualcuno mente o no. In più sei in grado di vedere cose cui noi non abbiamo accesso” Disse sinceramente l'altro “Inoltre, in questo modo avrai la possibilità di informarti sul luogo in cui Namjoon lavora e, soprattutto, per chi lavora. Conosci l'ambiente, lo hai detto tu stesso, e puoi scoprire più facilmente se c'è qualcosa che ha a che fare con Ish-”

“Shh. Ma sei matto?” Yoongi lo zittì con occhi pieni di panico.

Senza scomporsi, Taehyung aggiunse “In aggiunta, non riuscivi a staccare gli occhi di dosso da quel ragazzo. Mi ringrazierai.” Gli fece l'occhiolino e, vedendo la sua espressione, aggiunse “ Un giorno.” Poi prese un foglio e scrisse in un'elegante grafia un indirizzo “Questa è la via dove lavora Jimin, ho chiesto prima a Seokjin il nome del locale.” Guardò l'orologio “Se ti dai una mossa potresti raggiungerlo prima che finisca l'allentamento del pomeriggio.”

Yoongi si sentì frastornato: stava accadendo tutto troppo velocemente. Di solito era lui a dirigere le operazioni, ma si disse che erano la stanchezza e le strane sensazioni della sera prima ad impedirglielo. Per il momento. Taehyung, comunque, stava facendo un buon lavoro e l'unico che poteva biasimare era se stesso.

Prese l'indirizzo.


 

“E come ci dovrei arrivare?” Chiese scetticamente.


 

“La macchina è già pronta sul retro” Gli rispose prontamente l'altro con espressione innocente.


 

Yoongi sbuffò sorridendo “Sei diventato bravo nelle previsioni.”


 

Il sorriso di Taehyung si allargò “Ho avuto un buon mentore.”


 

Yoongi li fissò: il biondo si era rivolto di nuovo al computer mentre Jungkook lo guardava intensamente. Sospirò e decise di rimandare l'interrogatorio ad un altro momento, chiedendosi che razza di relazione fosse nata tra i due e come esattamente fosse accaduta.


 


 

***


 


 

Yoongi strinse il foglietto che gli aveva dato Taehyung e diresse verso il civico 5. A differenza del giorno prima, quel pomeriggio il cielo era azzurro e il sole ben visibile, sebbene non riscaldasse del tutto la città. Si strinse nel giubbotto e procedette più veloce lungo la strada.

Non sapeva bene ancora cosa aspettarsi quando imboccò una viuzza laterale, per trovarsi di fronte ad una porta di legno intarsiata con la figura di un drago, circondata da lanterne rosse e da un'insegna che recitava Red Dragon.

Sospirò ed entrò.

Sebbene fuori ci fosse luce, le finestre ne facevano filtrare una piccola quantità, cosicché l'ambiente risultava immerso nella penombra. L'unica parte completamente illuminata era il palco, che occupava la maggior parte dello spazio del locale e che, al momento, serviva da luogo di prova per una decina di ballerini, accompagnati da una musica jazz in sottofondo.

Yoongi individuò facilmente il ragazzo dai capelli rossi di quella mattina, che lo salutò da dietro un bancone. Indeciso, il ragazzo si avvicinò, sedendosi ad uno sgabello girevole e dando le spalle al palco.

“Benvenuto!” Esclamò Hoseok “Seokjin mi aveva avvisato che saresti passato. Desideri qualcosa?”

Yoongi gettò un'occhiata alla serie di bottiglie alle spalle del ragazzo e scosse il capo “Sto cercando Jimin.”

L'altro fece un cenno verso il palco “Lo hai trovato.”

I ballerini di prima si erano allontanati, lasciando spazio al giovane dai capelli violetti, che si stava dirigendo al centro del palco trascinandosi dietro una sedia. Indossava una tuta e una canottiera, che lasciava intravedere le clavicole. Appoggiò la sedia a terra con lo schienale rivolto al pubblico e si sedette a cavalcioni sopra di essa. La poca luce che entrava dalle finestre illuminava i suoi capelli, rendendoli quasi bianchi. Una musica partì in sottofondo e il suono dei bassi riempì l'ambiente.*

Jimin strinse lo schienale della sedia, muovendo lentamente il bacino contro di esso. Si alzò agilmente e fece mezzo giro su se stesso, facendo scendere le proprie mani dai capelli, lungo i fianchi per poi stringere tra le dita il bacino e il fondo schiena.

Era un ballo molto diverso da quello della sera prima: i movimenti sensuali e aggraziati erano stati sostituiti da mosse più sexy e decise.

Jimin si fermò muovendo la testa a ritmo di musica e fece alcuni passetti con i piedi per non perdere il ritmo, aspettando il ritornello per prendere lo slancio e gettarsi in verticale, scendendo lentamente con il corpo fino a terra per poi strusciare le ginocchia contro il pavimento. Si girò, la schiena a terra mentre il solo bacino si alzava. Successivamente, si diede una spinta flettendo le ginocchia e si trovò in piedi. Salì nuovamente sulla sedia e con lentezza si allungò, le braccia sopra di lui che si muovevano sinuosamente mentre le ginocchia si piegavano accompagnate dal movimento del bacino.

“Niente male eh?” Chiese Hoseok, vedendo lo sguardo di Yoongi.

Il ragazzo trovò difficile esprimere un pensiero coerente, sentendo una piacevole sensazione di calore nello stomaco e perciò si limitò ad annuire con lo sguardo rivolto ancora verso Jimin, il quale fece un ultimo giro su sé stesso, prima di sedersi sulla sedia, a tempo con le ultime note della canzone.

Il giovane dai capelli viola sollevò il capo e cercò di riprendere fiato, trovando facilmente i due che lo stavano fissando. Rivolse uno sguardo interrogativo a Hoseok che, in risposta, alzò entrambi i pollici in segno di approvazione. Jimin annuì soddisfatto e scese dal palco, dirigendosi verso di loro.

“Nuova coreografia?” Chiese il ragazzo dai capelli rossi.

La fronte di Jimin era imperlata da un lieve strato di sudore e il suo respiro era ancora affannato quando si sedette nello sgabello di fianco a Yoongi. Le sue braccia muscolose sfiorarono la spalla del ragazzo, il quale sentì improvvisamente l'urgenza di spostarsi impercettibilmente verso l'altra parte del bancone. Hoseok lo guardò sghignazzando, leggendogli l'imbarazzo in volto.
 

“Ci sto lavorando per lo spettacolo di sabato. Non so... non mi convince ancora del tutto.” Confessò Jimin, prendendo la bottiglietta d'acqua che l'amico gli aveva offerto.
 

“Di sicuro qui è stata apprezzata” Hoseok gli fece l'occhiolino e tornò a lavorare dietro il bancone.
 

Il viso di Yoongi avvampò e Jimin rise divertito “Ne sono contento.”
 

Il ragazzo dai capelli verdi cercò di ricomporsi e gli chiese “Ehm. Dovrei parlarti... A proposito-”
 

“Sto morendo di fame.” L'altro sembrava non aver fatto caso al suo tono incespicante “Ti spiace se ne parliamo a cena?”
 

Yoongi alzò le sopracciglia sorpreso, tuttavia non gli sembrò una cattiva idea dal momento che non aveva mangiato nulla dalla mattina.
 

“Mi faccio una doccia e arrivo” Esclamò Jimin senza attendere una risposta, correndo verso i camerini.


 


 


 

Dopo una ventina di minuti, in cui Yoongi aveva avuto modo di ammirare l'architettura del locale, Jimin tornò con un abbigliamento completamente diverso. La tuta era stata sostituita da eleganti pantaloni di pelle nera, coordinati ad una giacca nello stesso tessuto e ad una maglia bianca semi trasparente. Yoongi guardò i propri jeans neri strappati e la felpa grigio scuro sentendosi fuori luogo.

“Andiamo?” Il ragazzo dai capelli verdi gli rivolse uno sguardo interrogativo, sicuro che avrebbero mangiato lì. Jimin gli fece strada, raggiungendo la propria macchina e invitandolo a entrare. Yoongi, titubante, fissò la maniglia per un istante, prima di aprire la portiera ed salire.


 

Dopo qualche minuto Jimin ruppe il silenzio che si era creato “Quindi... Suga eh?”

 

Yoongi imprecò mentalmente, vedendo sfumare le sue speranze di limitare la conversazione agli affari “Mmm.”

 

“Immagino non sia il tuo vero nome.”

 

“Già.” Yoongi si fissò le mani, troppo a disagio per fare o dire altro.

 

Il giovane si concentrò sulla strada, fermandosi ad un semaforo rosso. Quando divenne verde riprese “Se lo indovinassi me lo diresti?” Chiese con un tono speranzoso.

 

“No.” Il giovane pregò che un'auto si schiantasse contro la loro.

 

“È Minho?” Insistette Jimin.

 

“No.” Rispose seccamente.

 

“Chongmin?” Tentò di nuovo.

 

“Oddio no.” Lo guardò con le sopracciglia aggrottate.


 

“Più particolare? Hwanhee?” Chiese tra sé.

 

“Esiste davvero un nome del genere?” Il tono di Yoongi era quasi divertito.

 

“Un indizio almeno?” Chiese il giovane con tono lamentoso.

 

Un sorriso nacque sulla bocca di Yoongi “No.”

 

“Hai intenzione di rispondere no ad ogni domanda che ti farò?”

 

“No.”

 

Jimin alzò gli occhi al cielo scuotendo il capo e Yoongi sperò che si arrendesse. Trascorsero alcuni minuti in silenzio, in cui il ragazzo credette che l'altro avesse desistito, quando invece Jimin gli chiese “Ti è piaciuta l'esibizione di ieri?” Gli rivolse uno sguardo veloce colmo di curiosità, prima di concentrarsi di nuovo sulla strada.

 

I nomi. Decisamente meglio i nomi, pensò Yoongi sentendo il rossore salire alle guance e chiedendosi perchè quel ragazzo stesse tentando di fare conversazione.
 

“S-sì certo” Balbettò.


“Sapevo che sarei riuscito a farti dire un sì.” Jimin fermò la macchina e tirò il freno a mano “Bene comunque” si voltò verso Yoongi “Perché ci tengo molto che i miei ospiti si divertano.” Disse abbassando la voce. Yoongi lo stava fissando stringendo le mani tra loro e cercando di calmare il battito del proprio cuore, improvvisamente accelerati “Siamo arrivati” Aggiunse poi l'altro ritraendosi e uscendo dalla macchina.

 

Tentando invano di calmare il proprio respiro, Yoongi scese a sua volta dall'auto. Non era bravo con gli estranei, men che meno con sconosciuti ballerini attraenti. Inspirò lentamente mentre entravano in quello che si presentava come un ristorante di lusso.

 

“Buona sera Signor Park.” Li accolse un cameriere alla reception.

 

“Buonasera Koisho.” Rispose cortesemente il ragazzo.

 

“Il suo solito tavolo è già pronto.”

 

Jimin sorrise ringraziando e si diresse con passo sicuro verso una sala privata, dove li aspettava un tavolo per due, che dava sul quartiere illuminato.

Si sedettero e Yoongi, non sapendo bene cosa fare, prese il menù. Rimase a bocca aperta nel vedere il numero di pietanze sconosciute scritte in giapponese e, soprattutto, i loro prezzi. Decise che avrebbe cenato una volta tornato a casa.


 

Poco dopo un cameriere si avvicinò “I signori desiderano?”

 

“Per me un Kaiseki, senza sakè” Ordinò Jimin, per poi rivolgere uno sguardo a Yoongi invitandolo a parlare.

 

“Niente grazie” Disse l'altro chiudendo il menù.

 

“Spero tu stia scherzando.”

 

“Non ho fame” Si limitò a dire il ragazzo.

 

“Ti verrà solo stando qui, credimi.”

 

“Non serv-” Si affrettò a dire Yoongi.

 

“Insisto. Sei mio ospite.” Poi, senza degnarlo di uno sguardo, ordinò al cameriere “Due Kaiseki. Vuoi del sakè?”

 

“Mmm no grazie.” Disse, ancora riluttante all'idea di mangiare in quel luogo e chiedendosi come avrebbe pagato.

 

“Ok.” Quando il cameriere si fu allontanato, Jimin congiunse le dita appoggiando i gomiti al tavolo “Ora possiamo iniziare. Chiedimi qualsiasi cosa.”

 

Yoongi fece un respiro profondo e si concentrò sulle domande da porre “Da quanto tempo lavori per Namjoon?”

 

“Sono tre anni ormai.”

 

“Sempre in quel locale?”

 

“Sì, solo recentemente ho iniziato a tenere serate private” Si sporse verso il ragazzo “Non prendi nota? Non mi registri?”

 

“No.” Rispose Yoongi fissandolo.

 

“Ok.” Il giovane non sembrava molto convinto.

 

“Il figlio di Sakamoto lo frequenta molto?”

 

“Non tantissimo. Viene un paio di volte al mese, quando non è impegnato a viaggiare per lavoro. Ogni volta porta da noi i suoi clienti stranieri per farli divertire” Jimin si passò una mano tra i capelli ravvivandoli “Sakamoto e i suoi colleghi mi avevano chiesto uno spettacolo privato, un qualcosa di simile a ieri sera, solo che ovviamente si è tenuto al al loc-” Si interruppe vedendo il cameriere entrare con le portate.

 

Yoongi fu sorpreso dalla quantità di cibo che venne servito: davanti a lui erano state messi dieci piattini, che sembravano più dei capolavori in miniatura che vero e proprio cibo. Ogni pietanza era disposta ordinatamente in diverse ciotole, decorate con spezie colorate e circondate da fiori.

 

“Sono in ordine dall'antipasto al dolce” Spiegò Jimin, che, vedendo l'indecisione sul volto dell'altro, lo incoraggiò “I petali sono commestibili.”

 

Yoongi prese le bacchette, ancora indeciso se rovinare quel pezzo d'arte davanti a sé. Alla fine vinse l'esitazione e provò la prima coppa. I due mangiarono in silenzio, finché il cameriere non si fu allontanato. Poi Jimin continuò “Dicevo. Al locale. Di solito i nostri clienti non fanno caso agli accompagnatori quando fanno certi tipi di discorsi. Credo pensino che siamo vincolati a qualche contratto o che siamo solo statuine di bella presenza senza un cervello” I suoi occhi si fecero tristi per qualche secondo “Sta di fatto che Namjoon, conoscendo i soggetti, mi aveva avvertito di stare particolarmente attento alle conversazioni di quella sera.” Prese con le bacchette la portata successiva e continuò “Erano tutti molto ubriachi-”

 

“Tu avevi bevuto?” Lo interruppe Yoongi.

 

“Cos-? No!” Jimin strinse le labbra in una linea “Io non bevo né prima né durante il lavoro.”

 

“Ieri lo hai fatto.” Yoongi alzò le sopracciglia.

 

Jimin sgranò gli occhi “I-ieri è stato diverso!” Il suo tono di voce era infastidito “Non perdo mai a quello stupido gioco.”
 

“Ok, dovevo chiedere.” Rispose Yoongi, sentendosi in colpa. “Vai avanti.”

 

“Stavo versando i drink alla tavolata e raccontando degli aneddoti, quando Sakamoto ha incominciato a vantarsi di suo padre, di quanto stesse guadagnando in quel periodo e di come avrebbe ereditato tutto il suo patrimonio. Poi ha iniziato a farneticare sul fatto di essere un artista e di quanti quadri importanti avesse la sua collezione” Sospirò “Mi ha persino preso il viso tra le mani dicendo che ero un pezzo d'arte e che avrebbe dovuto esporre anche me” Mosse la mano in aria, come per scacciarne il pensiero “ Per poi aggiungere, come se non esistessi, che quest'anno ci sarebbe stata una sorpresa per la mostra. Un inedito.” I suoi occhi brillarono guardando Yoongi “C'era molta gente che chiacchierava, quindi non tutti lo hanno sentito e ormai stava andando avanti con quel monologo da troppo tempo per attirare gli altri, ma io ero molto interessato, quindi l'ho invitato a parlare. Sembrava contento che qualcuno gli stesse prestando attenzione. Così, si è avvicinato e mi ha sussurrato che avrebbero esposto un quadro rubato per l'occasione” Scosse il capo “Penso non si sia reso nemmeno conto che lo stava dicendo a me.”

 

Yoongi, che aveva continuato a mangiare fino a quel momento, fece improvvisamente fatica a inghiottire il pezzo di carne che aveva in bocca.

 

Jimin si riprese “Ha nominato una tela inedita di Hiroshige. Probabilmente pensava che non io avessi idea di quello di cui stava parlando.” Il suo tono si fece amaro “Peccato non sapesse che ho studiato molto per diventare ciò che sono, specialmente per quanto riguarda l'ambito artistico. Amo i dipinti.” Gli sorrise “Così l'ho riferito a Namjoon, sapendo che lui avrebbe saputo come usare l'informazione.”

 

Il ragazzo dai capelli violetti riprese a mangiare, attendendo che Yoongi assimilasse le informazioni ed esprimesse il proprio giudizio.

 

Yoongi si morse l'interno della guancia e rifletté a lungo prima di rispondere “Non mi sembra molto su cui lavorare. Il tizio di cui mi hai parlato non era nemmeno lucido e potrebbe essersi inventato ogni cosa” Disse sinceramente.


“Beh, immagino che questo dovrete scoprirlo voi.” Ribatté Jimin senza scomporsi “Non sono un esperto nel campo, ma di solito ho un buon intuito con le persone.”

 

Il ragazzo dai capelli verdi alzò le sopracciglia “Vedremo cos-”

 

“Questa è per te” Lo interruppe Jimin, porgendogli una ciotolina nera. Yoongi lo fissò perplesso “La si offre all'ospite invitato a cena.”

 

Il ragazzo allungò le mani, sfiorando per un istante le dita dell'altro e prendendo il piattino. Nel frattempo, Jimin versò una salsa verde brillante in una ciotola in mezzo al tavolo. Vedendo lo sguardo di Yoongi, gliela porse “Voi provare?” Chiese.

 

“Mmm” Yoongi non era convinto “Cos'è?”

 

“Si chiama Wasabi.” Spiegò Jimin, leccandosi la punta dell'indice, dove era rimasta della salsa “Devo avvisarti però che è molto pic-”

 

Yoongi si portò la bacchetta alla bocca e assaggiò la salsa verde. Prima ancora di poterne percepire il sapore, sentì il palato andare a fuoco, seguito dal naso e dalla testa “ Sì direi che è piccante” Disse tossendo e bevendo un lungo sorso d'acqua.

 

Jimin rise apertamente “Lo chiamano anche Namida, che significa lacrima.”

 

Yoongi non lo trovò per nulla divertente.

 

“Dicono anche che abbia proprietà afrodisiache.” Aggiunse con finta noncuranza Jimin, il quale versò una buona quantità di salsa sopra una tartina al pesce, che teneva in equilibrio tra le bacchette. Il suo sguardo si fissò su Yoongi mentre si portava la pietanza alla bocca, tenendola in sospeso senza mangiarla. Con un sorrisetto, avvicinò alle labbra solamente la parte con la salsa verde e, molto lentamente, passò la lingua sopra essa, leccandola via del tutto. Poi, senza battere ciglio, mangiò il pesce in un boccone.

 

Yoongi lo fissò a bocca aperta, incapace, ancora una volta, di connettere i pensieri a causa di quel ragazzo.

 

“Quando ci si fa l'abitudine è sorprendentemente buona.” Si limitò a dire l'altro quando ebbe finito di masticare.

 



 

Il resto della cena era continuato con altre domande da parte di Yoongi, questa volta molto più specifiche e particolari. Jimin faceva fatica a seguire il ragionamento del ragazzo, che lo ascoltava attentamente e lo interrompeva chiedendo informazioni a suo avviso secondarie: cosa avevano mangiato, quale tono di voce aveva usato Sakamoto, quanto gesticolava mentre parlava e via di seguito.

Yoongi aveva preteso che si ricordasse un numero pressoché infinito di dettagli e Jimin, a fine serata, si era trovato privo di energie più che dopo un allenamento.

Alla fine, il giovane dai capelli violetti aveva insistito per pagare la cena a entrambi e non ne aveva voluto sapere di ricevere denaro da Yoongi, che aveva tentato di contribuire almeno in minima parte alla spesa.

“La prossima volta, magari.” Aveva suggerito Jimin.


 

 

Era ormai tarda notte quando rincasarono.

Alla fine, il ragazzo dai capelli verdi si poteva ritenere soddisfatto del materiale che aveva raccolto: le informazioni indirette, i particolari che la mente registrava inconsciamente, erano i dettagli più importanti e il suo compito era di trovarli e analizzarli.

Yoongi stava riflettendo talmente a fondo sul tempo e il modo necessari per trascriverle e riportarle agli altri, che non si era reso conto di trovarsi di fronte alla porta della propria camera, senza il benché minimo ricordo di come ci era arrivato. Succedeva spesso quando era immeso nei propri pensieri.

Jimin, che aveva intuito quanto l'altro fosse concentrato sulle sue idee, lo aveva seguito in silenzio a distanza, fermandosi vicino alla propria stanza e aspettando che gli rivolgesse l'attenzione.


 

“Quindi” Iniziò con voce incerta dopo quache minuto, interrompendo il flusso di pensieri del ragazzo “Buona notte... Yuhno?” Aggiunse speranzoso.


 

Destatosi dai propri pensieri, Yoongi sorrise nell'oscurità, certo di non essere visto “No...tte Jimin.”













* Credo diventerà una tradizione quella di associare una canzone ai balli di Jimin: https://www.youtube.com/watch?v=AJonA0pynoQ



Note:
Ciao readers.
Non ci sto credendo nemmeno io, ma finalmente sono riuscita ad aggiornare questa ff.
Direi che i miei propositi di scrivere un capitolo a settimana sono naufragati, insieme con tutte le mie ship. Certo non è molto di aiuto se, mentre sto scrivendo, mi vengono in mente altre 10 possibili ff da fare.
Still.
Dunque. Come sempre, spero che il capitolo vi sia piaciuto. 
Dovrei prendere un master in cultura giapponese solo per l'ammontare di ricerche che sto facendo per scrivere questa fanfiction. Quindi fatemi sapere se avete dubbi, domande, apprezzamenti, critiche, qualsiasi cosa (ricordate che i commenti mantengono in vita le scrittrici).
Also, questa volta ci sono un bel po' di riferimenti ad altri contesti. Ad esempio, ho scoperto che il Kaiseki è stato usato come titolo per ogni episodio della seconda stagione di Hannibal (telefilm che vi consiglio caldamente, essendo uno dei miei preferiti). Perciò sono stata molto happy di citarlo, seppure indirettamente.
Poi. Beh, è alquanto intuibile ma, per il ballo di Jimin, mi sono rifatta ad una parte della coreografia di Blood, Sweat & Tears, cause I mean, non so come sia possibile, ma quei passi si adattano perfettamente ad ogni traccia musicale che ascolto.
Per il resto, penso che questo capitolo si possa riassumere in poche semplici parole:
Yoongi non ce la fa.
Jungkook ci prova.
Taehyung salva la situazione.
Jimin è una slut.


Nulla di nuovo insomma.
Chiarito ciò, devo annunciare che (purtroppo) credo passerà un bel po' di tempo prima che aggiorni di nuovo. I capitoli stanno venendo molto lunghi e mi serve tempo per gestirli (anche perchè non ne sono mai soddisfatta a pieno). Perciò, ringrazio tantissimo la mia beta, @didyx, che mi sopporta, aiuta e incoraggia sempre.
Grazie anche a voi per la lettura.
A presto.


Hoshimi.









 

  
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