Ringrazio anche solo chi legge.
Songfic scritta sulla song
‘Ed io tra di voi’ di Charles
Aznavour.
Lapis corrisponde a 17 e Lazuli a 18.
Sono i loro nomi da
umani.
Il dolore di Lapis
Lapis osservò Lazuli
mettersi una ciocca di capelli biondi
dietro l’orecchio, la giovane accavallò le gambe
affusolate e socchiuse gli
occhi.
“Sono felice di conoscere
il fratello della migliore
segretaria che mi potesse capitare. Piacere, io sono Trunks”
disse il giovane.
Allungò la mano verso Lapis che
l’afferrò.
Trunks sbirciò Lazuli, che
arrossì e si voltò, sorridendo.
Lapis lasciò andare la
mano del giovane, si mise la mano
nella tasca dei pantaloni e ne trasse la confezione sigillata di un
lecca-lecca.
“Io faccio il
cacciatore” spiegò.
Lazuli lo guardò e
sbuffò rumorosamente, si voltò e le sue
iridi color ghiaccio si specchiarono in quelle color cielo del Briefs.
“Oh, a me non piace molto
la caccia. La trovo una cosa
crudele. Tu che ne pensi, Lazuli?” domandò Trunks.
“Hai perfettamente
ragione” rispose Lazuli, sporgendosi in
avanti, lasciando intravedere i seni attraverso la propria camicia
candida.
Lapis si ritirò ed
incassò il capo tra le spalle.
< Quando eravamo bambini, io e
mia sorella eravamo un
tutt’uno. Tanto che io pensavo fossimo parte della stessa
anima. Lei è
cresciuta, ha iniziato a diventare femminile, diversa. Durante
l’adolescenza si
è allontana da me ed io le ho permesso di farlo,
perché ho capito la verità… Io
la amo, l’ho sempre amata. E non avrei mai voluta macchiarla
con una colpa
tale. Che il malato incestuoso resti solo io >
rifletté. Succhiò
rumorosamente il lecca-lecca che si era messo in bocca.
“Tu ami la pittura, se
ricordo bene” disse Lazuli.
“Tra
un’invenzione e l’altra, mi piace dedicarmi
all’arte.
Una di queste volte potresti venire a un museo con me”
rispose Trunks.
“Mi farebbe molto
piacere” rispose Lazuli, mostrando le
labbra rosso ciliegia.
“Ovviamente sarebbe
invitato anche tuo fratello, se vuole”
disse Trunks.
Lazuli scrollò le spalle.
“Non credo vorrebbe venire,
non gli piacciono cose simili”
ribatté.
Trunks la guardò
nuovamente negli occhi e Lazuli si morse il
labbro.
< Ho capito da qualche tempo
che fossi innamorata,
sorella mia e ora ne ho le prove. Sotto i miei occhi vedo la fine di
tutto i
sogni segreti che non ti ho mai confessato > pensò
Lapis.
“In ogni caso, devo
ringraziarvi per avermi invitato stasera”
disse Trunks. Si grattò il collo pallido, Lazuli
giocherellò con il bottone più
alto della camicetta.
“Potresti fermarti per
cena” disse.
“Non vorrei abusare della
vostra cordialità” rispose Trunks.
Lazuli si alzò in piedi e
mise una mano sul fianco, sopra la
minigonna.
“No, tranquillo. Anzi mi fa
piacere averti qui ancora un po’”
disse.
Trunks si alzò a sua volta.
“Almeno permettimi di
aiutarti in cucina” rispose.
Lazuli gli sorrise, si
piegò in avanti sollevando una gamba,
mostrando il tacco aguzzo della propria scarpa, e si sporse in avanti.
Posò un
bacio sulla guancia pallida di Trunks.
“Oh, sei un tesoro di
capo” disse gentilmente. Corse in
cucina, ancheggiando e Briefs la seguì.
< Nemmeno si sono accorti che
non parlo mai, ma sono a
sentire l’angoscia che cresce in me, mentre la vostra intesa
è evidente >
pensò Lapis.
Reclinò la schiena e
finì il proprio lecca – lecca,
giocherellò con il bastoncino e si alzò. Si
diresse verso la cucina e si
affacciò.
Trunks stava pulendo un po’
di panna dal naso di Lazuli,
intenta a ridacchiare.
“Volete un
aiuto?” chiese Lapis con voce roca.
“No, tranquillo. Tu sei
pessimo in cucina, mamma e papà lo
dicevano sempre” gli disse acida la gemella.
Lapis rabbrividì, facendo
ondeggiare i propri lunghi capelli
mori.
“Si può sempre a
imparare a cucinare, però, per stasera,
potresti apparecchiare nel frattempo” propose Trunks.
“Ottima idea, ti vengono
sempre delle idee così geniali”
disse Lazuli, alzando un po’ la voce.
“Non ho fatto niente. Sei
tu che in ufficio hai sempre idee
geniali. Come quando ti sei liberata di quello scocciatore dicendo che
ero in
riunione” disse Trunks.
Lazuli ridacchiò.
“Sei troppo
gentile” disse, arrossendo.
“In realtà non
ti faccio abbastanza complimenti” rispose
Trunks, facendole l’occhiolino.
Le iridi color ghiaccio di Lapis
divennero liquide.
Lapis entrò in cucina e
prese la tovaglia, tornò nella
stanza accanto e la mise sul tavolo. Ascoltò gli altri due
continuare a ridere,
entrò silenziosamente in cucina e recuperò
coltelli e forchette.
< Sì, hai scelto di
donargli il cuore, mentre il mio si
gonfia di pianto > pensò.
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“Sei stato davvero
silenzioso per tutta la serata. La mia
presenza ti ha forse infastidito?” chiese Trunks.
Lapis negò con il capo e
fece un sorriso sghembo.
“No, lui è
sempre silenzioso” s’intromise Lazuli.
“È
vero” rispose Lapis con voce rauca.
Trunks guardò il proprio
piatto vuoto e si mordicchiò il
labbro.
“Sicuro che la mia presenza
non è un disturbo?” chiese.
“Oh no, cosa vai a pensare.
Non ho niente, solo un po’ di
fatica” rispose Lapis.
“Allora è meglio
che mi aiuti Trunks a sparecchiare la
tavola. Se non è troppo disturbo per lui, in fondo
è l’ospite” disse Lazuli.
“No, anzi. Spero solo che
anche tuo fratello si sia
divertito” disse Trunks, mettendo in pila i piatti sporchi.
“Oh sì,
è stata una magnifica serata” rispose Lapis.
< Io e la mia pena ci siamo
fatti compagnia > pensò.
Lazuli prese una serie di bicchieri.
“Dopo questo è
decisamente meglio che vada. Ci vediamo
domani in ufficio?” chiese Trunks, dirigendosi verso la
cucina.
Lazuli lo seguì.
“Certamente”
rispose.
“Una magnifica
serata” ripeté con voce inudibile Lapis,
sentendo gli occhi pizzicare. Si alzò e si diresse in bagno,
chiuse la porta e
una lacrima gli rigò il viso.