A TimeFlies,
mio sole ed enorme aiuto

Di quadri e d’amore

«Hai finito?» chiese Ginny.
   «Quasi» rispose Luna. «Continua a stare ferma.»
   Ginny si mosse e lei la colpì scherzosamente sul braccio col pennello. «Ferma, ho detto!»
   «È che non vedo l’ora di vederlo.»
   «Sarà pronto tra poco. Tu però devi stare immobile.»
   Era un meraviglioso pomeriggio di inizio estate. La luce del sole entrava nella stanza della Tana attraverso la finestra aperta e illuminava le abili mani di Luna, che si muovevano con delicatezza su quella tela inusuale. Miliardi di granelli di polvere danzavano attorno alle due ragazze, anch’essi illuminati dai raggi del sole. Ginny soffiò in alto, verso di loro, facendo cambiare il loro volteggio ordinato in un ballo confuso e veloce. Sorrise e chiuse gli occhi, sempre con il viso rivolto verso l’alto, colpita dalla luce.
   «Ci siamo quasi» mormorò Luna, intingendo il pennello nella boccetta di pittura nera. Si chinò sul dipinto e passò il colore sulle punte di un albero per rifinire le ultime ombre. Guidò il pennello sulla linea corretta, lo guardò depositare il colore nei punti giusti, creando un tratto perfetta. Un ultimo dettaglio e… «Fatto!» esclamò. Si allontanò un attimo e osservò la propria opera.
   «Hai finito? Posso girarmi adesso? Posso vederlo?» Ginny fece per alzarsi, ma l’altra la afferrò per le braccia e la tenne ferma.
   «Non ancora. Devi essere paziente.»
   Ginny sbuffò, facendo ridere Luna, che la lasciò andare.
   «Aspetta, aspetta.» Mise giù il pennello e prese la bacchetta. Piegò un poco la testa di lato, come se fosse incuriosita da qualcosa, e puntò la bacchetta verso il dipinto, recintando l’incantesimo. Il dipinto cambiò.
   Luna annuì soddisfatta e si avvicinò a Ginny. «Adesso puoi guardare» disse, baciandola sulla spalla nuda.
   Ginny si balzò giù dal letto con un salto, trascinandosi dietro un lenzuolo con cui coprirsi il seno. Si posizionò davanti allo specchio, dandogli le spalle. Voltò la testa per vedere il riflesso. «Per la barba di Merlino!»
   La schiena di Ginny, normalmente pallida e tempestata di lentiggini, ora mostrava una foresta di pini che si stagliavano nel cielo notturno, mentre un falò illuminava la scena. L’intera immagine era viva grazie alla magia. Le fiamme sembravano bruciare davvero, i rami degli alberi si muovevano lievemente al vento e le stelle brillavano nel cielo che aveva creato.
   «Ti piace?»
   «Luna, è meraviglioso.»
   Luna sorrise mentre guardava la sua ragazza saltellare davanti allo specchio e torcere il collo per osservare l’opera da più angolazioni. «Sono contenta che ti piaccia. Sembri un gufo ballerino» aggiunse.
   «Cosa sono quelle macchie attorno al fuoco? Si vedono appena.»
   «Nargilli» disse Luna.
  Ginny si immobilizzò. «Nargilli?»
   Luna annuì.
   «Sei riuscita a inserire dei nargilli nel mio dipinto?»
   «Be’, normalmente non si vedono, ma ho pensato che...»
   La frase venne interrotta a metà da Ginny, che aveva lasciato cadere il lenzuolo e si era precipitata a baciare la ragazza.
   «Attenta! La pittura non è ancora del tutto asciutta» gridò Luna.
   Ginny rise e la strinse in un abbraccio. Lei le accarezzò i capelli rossi fiammanti e la baciò delicatamente sulle labbra. Stando attenta, però, a non toccare il colore fresco.

Angolo note (in)utili:

Un buongiorno (o buonanotte) e un grazie a chiunque si sia fermato a leggere questa storiella. Qualche giorno fa sono stata travolta dal "mood Linny" e ho buttato giù questa breve fanfiction. Non è nulla di che, ma spero vi abbia fatto spuntare almeno un sorriso. Soprattutto se anche voi, come me, siete seccati per la mancanza della coppia Ginny/Luna nell'elenco dei pairing EFP.
Come sempre commenti, critiche e consigli sono ben accetti, visto che sono qui per migliorarmi.