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Autore: Imtherealclo    28/08/2017    0 recensioni
Hogwarts dal punto di vista di una ragazza di diciassette anni, chiamata Vivian Gallagher. Lei ha un carattere forte, deciso, determinato. A volte, a parer della gente, può sembrare una ragazza antipatica e menefreghista. Lui, Draco Malfoy, è uno studente di Hogwarts. Nemico degli amici di Viv, Harry, Ron e Hermione. Lui è codardo, insensibile, menefreghista. Due ragazzi differenti, ma allo stesso tempo cosi simili. Saranno attratti l'uno dall'altra, ma riusciranno a stare insieme? Vivian riuscirà a superare il terribile segreto riguardo la sua famiglia?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"cara zia 

Ho ricevuto la tua lettera e con essa anche quella di Hogwarts. Non posso non essere che grata del tuo interesse nei miei confronti, e non so come ringraziarti per la tua buona parola al preside Albus Silente. Per quanto tutto questo sembri un sogno bellissimo e una gioia per me, devo dirti con dispiacere che anche quest'anno non credo di essere presente. La mia passione per le arti magiche non è finita e non finirà, ma da quando la mia più grande fonte di ispirazione di stregoneria, nonché nonna Asia, è andata in un posto migliore, non me la sento più di continuare a studiare. Era l'unica strega della famiglia, e non mi sento all'altezza di continuare ciò che lei non ha finito. 

Un bacio.

Tua, Vivian"

 

Seduta sullo sgabello di legno davanti alla mia scrivania, finii di scrivere le ultime righe della lettera per zia Sibilla.

Appoggiai la lettera tra il pollice e l'indice della piccola zampa di Candela, il gufo della famiglia. 

Dopodiché scesi le scale e raggiunsi la cucina, luogo in cui trovai mia madre cucinare. 

Aveva appena sfornato il pollo e il buon profumo invase subito le mie narici. 

 

«Ho appena dato la lettera a Candela» dissi rivolgendomi a mia madre, guardando l'attimo dopo l'orologio appeso alla parete sinistra della stanza. «Penso che entro domani mattina riesca ad arrivare, o almeno spero» aggiunsi. 

 

Mia madre posò la teglia, con dentro delizioso cibo, sui fornelli e chiuse il forno. Si tolse il grembiule e mi guardo con un'aria dispiaciuta. 

 

«Non pensi di essere stata troppo frettolosa? Potevi aspettare almeno il 31 luglio prima di fare una scelta così importante.» quando si riceveva la lettera, avevi tempo fino al 31 luglio per mandare la tua risposta, nonché conferma di ammissione. «Vorrei che tu ci ripensassi, quella scuola ti servirà molto. Hogwarts è una scuola prestigiosa, e non tutti i bambini aventi poteri vengono ammessi» 

 

All'inizio non nego di aver pensato ad un mio ritorno ad Hogwarts, poiché avevo già fatto il mio primo (e unico) anno quando avevo undici anni, e mi sarebbe piaciuto tornare. 

 

Bene o male sapevo come funzionavano le cose, anche se la zia Sibilla, nella sua lettera, scrisse

che furono cambiate tante cose dal mio primo ingresso e che mi avrebbe raccontato il tutto non appena arrivata a scuola.

 

Dopo la morte di nonna Asia le lettere di ammissione continuarono ad arrivare, ma io rifiutai sempre. Forse per paura, forse per tristezza, o forse solamente perché non avevo più voglia di fare niente in quel periodo. Chiusi definitivamente con la magia e con il mondo magico. 

 

Definitivamente, voglio dire, non proprio. A volte mi capitava di fare magie, anche se involontariamente.

 

Nonna Asia era l'unica che mi capiva, e dopo la sua morte sono rimasta da sola. Sono rimasta l'unica "strana" della famiglia. 

 

Molti parenti non mi guardavano di buon occhio, ritenevano la magia un qualcosa " contro natura". 

 

È vero, ci sono stati giorni in cui creai scompiglio, guai. Soprattutto nei momenti in cui la rabbia prendeva il sopravvento, ma non era colpa mia, non sapevo ciò che facevo, non riuscivo a controllare le mie emozioni. 

 

«Dovrei pensare a troppe cose, mamma. Preferisco andare in una scuola normale, come tutti gli altri, davvero.» risposi. 

 

«Ti sei fatta cacciare da due scuole di seguito, Vivian! Non puoi andare in una scuola "normale". Tu non sei normale. Quando finirai di comportarti da finta umana?» ribatté mia madre, con tono deciso. 

 

«Voldemort sta tornando e io non ho intenzione di rischiare la vita. Non è momento per andare a studiare in quel posto» sbottai io, nervosa. 

 

Non ebbi mai giocato a fare la finta umana. Solo che preferivo credere di fare cose normali come tutte le persone normali, anche se sapevo che non sarei riuscita nel mio intento.

 

«Non ti azzardare mai più a nominare tu-sai-chi nella nostra casa! Sei matta? Vuoi mandarci tutti quanti nei guai?» per un attimo mi sembrò spaventata da ciò che sarebbero potute essere le conseguenze. 

 

Aprii lo scaffale in alto e prese il barattolo del sale, iniziò a buttare i granelli dappertutto dietro di sé come per scacciare il "male". 

In quel momento pensai che mia madre non stesse molto bene di testa. Non era neanche una maga, cosa le sarebbe potuto accadere!? Ai maghi non interessavano in alcun modo i babbani.

 

«É solo un nome, il suo nome. Calmati» dissi io, annoiata dalla situazione ormai creata. 

 

Tornai nella mia stanza e mi sdraiai sul letto.

Iniziai a pensare. Pensai ad Hogwarts e al mio primo giorno lì dentro. Non mi sentivo diversa, come nella vita di tutti i giorni, tutti erano come me in quel posto. 

 

Avrei voluto realmente tornare in quella scuola, ma

in alcuni momenti credetti di non essere all'altezza, o di non riuscire ad affrontare tutto quel male. Soprattutto in quel momento che nessuno mi era accanto, nemmeno Harry. Harry Potter. Detto «Il bambino sopravvissuto.». Smisi di sentirlo dal secondo anno, ovvero da quando smisi di essere presente a scuola.

   
 
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