Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    28/08/2017    1 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Se hai paura di amare qualcuno

è proprio con quel qualcuno che devi stare.”

-Massimo Bisotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Rimaneva l'uomo più bello che io abbia mai visto.”

 

Era ancora lì, beato, immerso nell'acqua fumante con il corpo ricoperto dalla schiuma.

Volevo entrare, davvero. Volevo.

Ma non ne ebbi il coraggio.

Speravo solo che si muovesse perchè non sapevo cosa fare... quella casa era enorme, mi ci sarei persa.

Mi rimisi ad esplorare la casa.

Scesa al piano inferiore, dopo al salotto, trovai un giardino con un prato verde ricoperto da sedie e tavolini di colore marroncino chiaro.

Più avanti trovai un piccolo bar, con degli alcolici sul bancone ed alcuni bicchieri vuoti.

Più avanti ancora trovai due piscine, una più grande quadrata e la seconda ovale.

Nonostante tutto non faceva una vita così schifosa...

E' stato lui a volermi qui con lui.

Quindi questa ora era anche casa mia.

Mi tolsi i vestiti e rimasi in intimo.

Osservai l'acqua per l'ultima volta, e mi tuffai.

Era bellissimo, l'acqua era stata riscaldata dal sole.

Stavo benissimo.

Con una capriola all'indietro mi ritrovai sott'acqua e mi sedetti sul fondo.

Il suono che udivo lì sotto era stupendo.

Mi dava senso di tranquillità.

Risalì.

Passai una mano sulla testa per portare i capelli in dietro bensì quando aprì gli occhi, ritrovai il mio diavolo sul bordo piscina.

Mi stava guardando.

Nessuno dei due parlò.

Successivamente entrò nell'acqua insieme a me.

Il suo viso era a due centimetri dal mio.

Si morse il labbro inferiore.

Mi prese per le gambe e le fece aderire contro il suo bacino, avvicinandomi ancora di più a lui.

Quanto avrei voluto baciarlo in quel momento...

Era così vicino a me... eppure così lontano...

Avrei voluto farlo mio, facendogli sciogliere quel cuore di ghiaccio che si ritrovava nel petto.

Io lo amavo.

Davvero, come non mai.

Poi però... mi ricordai chi era Jimin veramente.

Mi allontanai da lui uscendo dalla piscina e rientrando in casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il buio calò, nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare all'altro, Jimin era uscito e io mi ritrovai sola, in una casa così grande... per la prima volta mi sentii assalire da una sensazione terribile, mi prendeva il petto ed arrivava fino allo stomaco, lo stringeva con un nodo strettissimo.

Mi misi a pensare... com'ero finita in quella situaione? E' successo tutto così in fretta...

finchè pensai a Jin.

Mi ero quasi dimenticata di lui... spero tanto stia bene.

Presa dalla noia mi alzai dal letto di Jimin e uscii di casa, nonostante mi fosse stato proibito da quest'ultimo.

Uscii e vidi un sentiero formato da della ghiaia marrone e dell'erba ai bordi di esso. In lontananza vidi altre ville, grandi quasi quanto quella di Jimin.

Arrivai vicino ad una di esse e vidi un ragazzo in lontananza che parlava al telefono.

“Non si preoccupi signore, la ragazza è stata portata a casa di suo figlio e il ragazzo è stato portato in ospedale, non penso che sopravviverà... meglio così. …sì, arrivederci.”

E riattaccò.

Mi nascosi in un cespuglio lì vicino e scoppiai a piangere... che cosa era successo a Jin?

Cosa succederà a me?

Non ne potevo più, davvero, mi sentivo morire.

Sentivo dei passi che si avvicinavano sempre di più a me.

Ma non mi importò.

Volevo solo capire, volevo solo andare da Jin e riabbracciarlo, volevo solo sapere che cosa volessero quei sette tipi strani da noi.

Volevo tornare a casa mia, in Italia e riabbracciare i miei genitori... non li avrei visti mai più?

Ero accovacciata per terra quando sentii qualcuno che mi tirava per il braccio, obbligandomi a rialzarmi.

“Che cazzo fai eh? Stupida ti ho chiesto solo di restare in casa e di non fare nulla di impulsivo, non sei capace nemmeno di fare questo? Esci solamente un' altra volta e non rivedrai mai più la luce del sole.”

Mi gridò più furioso che mai Jimin.

Tolsi la sua presa sul mio braccio spingendolo via, osservando la sua espressione allibita.

Iniziai a correre verso casa nostra, aprendo la porta più bruscamente che mai, salendo le nostre scale, entrando nella nostra stanza e sdraiandomi nel nostro letto.

Poco dopo mi raggiunse, non volevo nemmeno guardarlo in faccia. Lo odiavo, l'unico sentimento che riuscivo a provare nei suoi confronti era l'odio.

“Il tuo carattere ribelle ti porterà alla morte.”

Si sdraiò a letto e si mise su di me, mi bloccò i polsi.

“Togliti di dosso, mi fai solo schifo, tu e i tuoi amici del cazzo, se solo Jin morirà, sarò io ad uccidere te.”

Rise.

Le sue risate rimbombavano per tutta la casa.

“Tesoro, dovresti preoccuparti per la tua di salute, sai.. non hai fatto ciò che ti ho detto.”

“E quindi? Che vuoi fare? Uccidermi? Fai pure.”

“No... sarebbe troppo facile...”

Mi disse con una voce calda e bassa.

Voglio solo punirti.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE.

Allora lo so. *piange* sono passati tantissimi mesi dall'ultima pubblicazione ma mi avevano tolto il pc perchè ero a rischio bocciatura.

Poi sono partita e sono andata all'estero e non ho portato l'adattatore per il pc.............................

Perdonatemi... spero che questo capitolo vi piaccia e niente, spero mi perdoniate, vi amo.

Alla prossima.

-jessy

  
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