Collisione.
Una perenne adolescenza.

Fa male. Essere me, dico. Come essere una qualsiasi ragazza senza alcun particolare talento, senza alcuna qualità: non la bellezza, non l'intelligenza e nemmeno quel caratterino...

Non c'è niente, niente di più di quello che vedi. Nessun sentimento, nessuna emozione.
Solo dolore. Dolore e paura, ma questi non sono certo sentimenti.

Adesso guardarti allo specchio. Non ce l'ho con te, credimi, non ne avrei motivo, probabilmente nemmeno ti conosco. Eppure, ne sono sicura, Dio ti ha dato tutto: sei bella, mediamente intelligente e hai quel genere di carattere che ti strappa sempre un sorriso.

Poi guarda me. Temprata dal fuoco e colpita dal martello, eppure fredda come la lama della spada prima della battaglia.
Non di certo la lama di un cavaliere portatore di onore, splendente e affilata, ma quella di un mercenario: consunta, sporca, forse perché baciata dalla vergogna di chi non lotta per un ideale.
Io sono quella lama. Quella senza gemme di abbellimento, senza un nome da battaglia. Quella lama il cui metallo verrà nuovamente fuso in un qualche mercato popolare, tra i rumori forti della città.

Quella lama che si spezzerà tra le grida di battaglia.