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Autore: Shinji    17/06/2009    8 recensioni
Un giovane che ha perso tutto, ma che guadagnerà una missione.
Una Guerra Santa alle porte, come un richiamo tessuto da un Dio oscuro.
Anni di addestramento, di crescita come di dolore.
E un canto solitario, ad accompagnare il volo di un'anima smarrita.
{AVVISO IMPORTANTE: Gli aggiornamenti saranno sospesi per quanto riguarda Dicembre e probabilmente anche Gennaio}
Genere: Generale, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il Canto della Banshee

 

 

Secondo Canto ~ Conoscere il proprio Destino (Primo Movimento)

 

“L’inferno è pieno di amanti della musica: la musica è il brandy dei dannati.”
George Bernard Shaw

 

 

 

Era accaduto tutto rapidamente.

Non ero pronto per un cambiamento, anche il minimo, nello stato per cui mi trovavo; ma credo che nessuno, al posto mio, sarebbe stato pronto per quello.

 

Mi trovavo nel Regno dei Morti.

 

Ero un luogo che andava oltre ogni immaginazione, un Mondo non umano.

Un’enorme porta si stagliava davanti a me e all’uomo in nero –Rhadamanthys, aveva detto di chiamarsi. Giudice Infernale, e mio maestro. Non avevo ancora capito che cosa esattamente avrebbe dovuto insegnarmi, o perché, ma sospettavo di non aver visto ancora niente.

 

Sulla porta vi era una scritta in greco: non ero in grado di leggerla.

 

-Lasciate ogni speranza, voi che entrate.-

 

Fu il mio Maestro a tradurla per me: mi diede i brividi.

 

Perché quando si abbandona la speranza, si perde tutto.

Ma io, d’altronde, avevo già perso ogni cosa.

 

-Seguimi. Ti mostrerò il luogo in cui non solo ti addestrerai, ma che dovrai imparare a proteggere. Questo è il regno del Sire Hades, dove le anime degli uomini giungono dopo la morte, per essere giudicate.-

 

Divinità greche? Regno dei Morti? Giudizio?

 

Tutto mi pareva assurdo, ma non osavo contraddire quell’uomo: non pareva avere molta voglia di scherzare o di raccontare frottole.

Qualsiasi cosa uscisse dalla sua bocca, era verità assoluta: almeno, per me così è stato, in questi anni.

 

E comunque, non avevo forse l’incredibile già davanti ai miei occhi?

 

Avanzando in quel regno di ombre e fiamme e di torbide acque, vidi altre persone con armature simili a quella di Lord Rhadamanthys.

Uno in particolare ci si avvicinò ad un tratto, inginocchiandosi davanti alla mia guida.

 

-Bentornato, Sommo Rhadamanthys. Ho già provveduto all’organizzazione dell’addestramento odierno delle reclute.-

 

Il Maestro gli rispose, guardandolo appena: -Bene, Harpy. Ti affido il resto.-

 

Il ragazzo –non pareva essere molto più vecchio di me- posò uno sguardo penetrante su di me: aveva occhi luminosi, e curiosi capelli di un assurdo colore rosato.

 

-È appena stato reclutato? Devo occuparmene?-

 

Sentii un brivido corrermi lungo la schiena, e indietreggiai leggermente d’istinto: sebbene non fosse particolarmente rassicurante, non volevo allontanarmi dal mio unico punto di riferimento.

 

Per fortuna, Lord Rhadamanthys disse che si sarebbe occupato personalmente di me.

 

Il giovane uomo che era stato chiamato Arpia mi lanciò uno sguardo ancora peggiore del precedente, degno del suo nome di mostro mitologico.

 

Tuttavia, non commentò ulteriormente se non per congedarsi da quello che –avevo ormai capito- doveva essere un suo superiore, se non IL superiore per eccellenza.

 

Una volta allontanatosi, proseguimmo per la nostra strada: il Maestro, che fino ad allora non mi aveva degnato di particolari attenzioni, mi guardò da sopra la spalla, sentendosi in dovere di spiegazioni:

 

-Valentine di Harpy, della Stella del Cielo Piangente. È il mio Tenente Generale, e si occupa degli addestramenti delle reclute.-

 

Detta in questo modo, mi sembrò ancora più oscuro; per la prima volta ebbi il coraggio di parlare:

 

-…Stella del Cielo Piangente?-

 

Eravamo giunti, nel nostro camminare, fino ad un campo pieno di fiori: erano meravigliosi, tanto da attrarre irrimediabilmente lo sguardo. Eppure percepii qualcosa di sinistro, che anche quella bellezza non poteva coprire.

 

Il Maestro lì si fermò, e lentamente si girò, guardandomi con i suoi occhi lampeggianti: anche a distanza di anni, quegli occhi avrebbero avuto la capacità di smuovermi nel profondo.

 

Fu allora che mi venne spiegata una storia che nessuno aveva mai raccontato nel mondo degli uomini comuni.

Mi venne raccontato di un Dio oscuro, che voleva creare un mondo freddo e dominato dalle tenebre per purificare gli uomini, quelle creature indegne che avevano sprecato i meravigliosi doni che gli Dei avevano loro concesso. Mi parlò di un Dio salvifico, che con un’unica pennellata di nero voleva portare i fallibili esseri umani sulla retta via: un Dio puro, che voleva salvarci stringendoci nel suo abbraccio.

Mi venne spiegato anche di una Dea bambina, che non comprendeva quanto il genere umano avesse bisogno di essere salvato -ché ogni miglioria necessita di sacrificio- e di come costei cercasse sempre di farli fuggire dalla morte.

La morte, invece, è salvezza.

Libertà.

L’ultimo e il più sublime gesto d’amore che il Sire potesse donarci.

 

 

Il peso di quelle parole mi franò addosso senza scampo. Pesavano, quelle parole, sulle mie spalle di poco più che bambino.

Invero riflettei molto, anche negli anni a venire, su quel discorso.

 

Che il destino di mio padre fosse stato inserito in questo disegno d’amore?

Che la felicità che avevo provato in passato non fosse stata altro che un’illusione, dettata dalla fallibilità umana?

Era più felice, mio padre, adesso? E la piccola Anastasia?

Perché io ero sopravvissuto, allora? E soprattutto…

…li avevo uccisi io?

Era stato quel canto di morte a portarli con sé, tra le fiamme?

 

Era troppo: non potevo accettare una consapevolezza del genere così facilmente.

 

Caddi a terra in ginocchio, le braccia a cingermi in una stretta, un patetico abbraccio per trattenere il tremore che mi assaliva. Come potevo vivere con un dubbio così atroce ad aleggiare su di me?

 

Lord Rhadamanthys mi si avvicinò, scrutandomi con un’espressione dura.

 

-Non fermarti. Non siamo ancora giunti.-

 

Non gli risposi. Stetti lì, fermo, in mezzo a quei fiori che erano sbocciati su una terra pregna di cadaveri.

Mi si avvicinò ancora di più, afferrandomi per il bavero e sollevandomi all’altezza del suo viso, apparentemente senza sforzo.

 

-Quando ti do un ordine sei tenuto ad eseguirlo all’istante. Non intendo ripeterlo mai più; chi trasgredisce le regole, muore.-

 

Io non volevo guardarlo negli occhi, ma non ebbi scelta; furono loro a chiamare me.

Avevo davanti un Giudice, e non potevo sfuggirgli.

Egli era grande e forte e antico, e mi sfogliava l’anima con la stessa facilità con cui una foglia d’autunno viene strappata dal suo ramo.

 

Tutto l’orrore che avevo dentro esplose improvvisamente.

Sentii ancora quel fuoco oscuro, quel serpente raggomitolato sinuosamente dentro di me: ora era incredibilmente vicino, bastava tendere la mano per poterlo toccare… in un attimo era già fuori, con tutta la mia frustrante rabbia.

 

-Che senso ha tutto questo? Perché io? Perché ora? Io non capisco, cosa ho a che fare io con questo luogo? Anche se volesse uccidermi, cosa cambierebbe? Ho già perso tutto! Tutto! Non basterebbe finirla qui? Allora basta, cosa…cosa vuole da me?!-

 

I suoi occhi lampeggiarono minacciosamente, e strinse la presa sul mio collo, soffocandomi.

La furia disperata che mi aveva colto mi abbandonò rapidamente, sostituita dal terrore.

 

-Non osare mai più rivolgerti a me in questo modo. Vuoi morire? Potrei porre fine alla tua vita qui, subito. Ma il Sire Hades ha altri piani per te. E anche io.-

 

Mi fece cadere a terra di colpo; cercai di riprendere a respirare, ma mi era difficile. Era la seconda volta in poche ore che mi ritrovavo totalmente senza fiato.

 

Lord Rhadamanthys continuò imperterrito:

 

-Quello che hai perso non è altro che la prima ordalia che ogni guerriero del Sommo Hades ha affrontato. Hai provato sulla tua pelle la profonda ingiustizia che regna nel mondo degli uomini, ma tutto ciò non è altro che un passaggio. Io ti darò qualcosa di molto più importante: ti darò un nome e una storia. Ti darò il potere, ti darò un ideale, ti renderò un guerriero. E tu userai la tua forza per il Dio dell’Oltretomba.-

 

Ricordo le sue parole come se fosse ieri.

Riecheggiavano, a quel tempo, dentro di me, come impazzite. Si fondevano e si mischiavano, come fumo.

 

Un mondo congelato… un mondo coperto dalle tenebre… un mondo senza affanno…

 

…un mondo silenzioso.

 

La folgorazione mi colpì. Non so da dove provenne quella consapevolezza, forse dallo stesso luogo di quella cosa che poco prima era esplosa.

Una frase, un concetto. Un obiettivo. Non avevo ancora la forza per seguirlo, ne la stabilità per innalzarlo, ma era proprio lì, nel centro esatto del mio animo.

 

In un mondo silenzioso, nessun canto di sventura può risuonare.

Niente grida. Niente suoni. Niente.

Solo la voce del Silenzio.

 

Il Maestro tornò a scrutarmi, con un’espressione indecifrabile, ma prima della rabbia gelida di poco prima.

 

-Hai realizzato, vedo. Ora, andiamo.-

 

come poteva aver capito?

 

Mi alzai a fatica, una mano a massaggiarmi il collo, l’altra istintivamente a togliermi i capelli, arruffati dal vento e dalla cenere, da davanti al viso.

 

Non dissi altro. Solo:

 

-Va bene, Master.-

 

 

Sgranai subito dopo gli occhi, scioccato: il mio sguardo era caduto sulla sua mano destra, con la quale mi aveva afferrato.

Il palmo era ustionato, come se avesse afferrato un tizzone ardente.

 

Non feci altro. Mi limitai a seguirlo sulla strada dei morti.

Lo faccio tuttora.

Lo farò sempre.




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Eccoci qua, dopo un mese esatto. Dovrei tenere questo ritmo, se tutto va bene. *O*;
Il Meikai inizia ad aprirsi davanti ai vostri occhi, o giovani discepoli. Per ora non sento la necessità di spiegare alcunché, ma più avanti inizieranno dei bei casini. Attendete insieme a meh!

Ora, tempo di recensioni. Ringrazio tutti i commentatori, e anche i lettori un po’ più pigri. Io vi aspetto qui, eh? Non siate timidi, coraggio! Non sono pericoloso, sono un adorabile piccolo Spectre! *O*

 

LeFleurDuMal: Scorpio. Ben ritrovato. Ti ringrazio per la benevolenza, non sai quanto la tua opinione sia importante, per me. E sì, il Canto è anche un po’ vostro, ormai. Perché avete accettato a braccia aperte Dylan nell’allegra famigliola, e non posso che esserne fiero ed onorato. Spero di continuare ad emozionare te e tutti gli altri con le mille mirabolanti ed inglesissime avventure di Mister Dunkin. A presto! *spuccia*

 

Claudia: Maziarella! *abbraccio stritolatore* Sono contenta che il prologo ti abbia preso. E ti ringrazio per l’osservazione, hai effettivamente ragione. ._. lo sistemerò appena la dannata Maturità me ne darà il tempo. XD Guarda, c’è sempre tempo, per farsi una cultura su Saint Seiya. Comunque il mondo in cui mi muoverò sarà in buona parte inventato da me, quindi ti basterà un’infarinatura generale sull’Hades Chapter. Un bacione, alla prossima!

Guvo_Tave: Grazie mille! Sì, effettivamente il “What if” è legato a quello. Ma in verità, andando a rileggere il manga, non viene spiegato assolutamente nulla degli Spectre, quindi ogni possibilità è plausibile, ho giocato proprio su questo: Myu di Papillon quando si scontra contro Mu di Aries parla del fatto che gli Spectre sono esseri umani normali, nati su questa terra, e poi in loro si è risvegliata la consapevolezza quando il Sigillo di Athena è venuto a mancare. Non dicono niente riguardo addestramenti o che: certo, l’ipotesi più plausibile è che sia pronti all’uso, come dici tu. Ma non è la sola. Spiegherò meglio più avanti la questione, stay tuned! *_*

Athena:  Ehi, se mi fa i complimenti Athena stessa sono a posto. *O*/  è vero, gli Spectre sono sempre un po’ snobbati, sento infatti una grande responsabilità per quanto riguarda questa storia… speriamo in bene. Intanto ti ringrazio per i complimenti, attendo il commento anche a questo capitolo! Bacioni!

shiinait: Ciao cara shii, ti ringrazio XD guarda, come ho già detto alla maziarella, per documentarsi su Saint Seiya c’è sempre tempo… tu continua a seguirmi, spero di non deluderti ^_^ un bacione, alla prossima!

 

Ren_chan: Camuuuuuuusss çOOOç ciao! Anche per quanto riguarda te, le parole sono superflue. Sono onoratissimo della passione che hai messo nel seguire questa storia, capitolo per capitolo. Ti ringrazio infinitamente e ti mando un bacione e tanti spuccini. …e dì a Kanon di tranquillizzarsi. ._. *spuccia anche lui*

   
 
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