Paint it
Black
[Dark does not destroy
Light: it defines it]
IV:
This life feels like a cyanide pill
Memento Mori
| Once again, I chase my wish that
slips through – Eien misui ni bood bye
Procurarsi della morfina non è per
nulla difficile, non quando passi così tante ore in infermeria che ormai sei di
casa.
Gli viene quasi da ridere, mentre arrotola
lentamente la manica della camicia fin sopra il gomito senza curarsi di
bagnarla e stringe piano tra le dita quella piccola siringa piena di liquido incolore
– si chiede se avesse dovuto anche prendere un laccio emostatico, ma ormai non
può tornare indietro a cercarlo e dovrà farsi bastare la manica della camicia
che gli stringe un poco il muscolo. Scivola un po’ di più nella vasca, ora
l’acqua gli sfiora le clavicole.
La parte più difficile, ogni volta,
è trovare la vena – quella vena che Osamu sa essere
lì, da qualche parte nell’incavo del gomito, un po’ verso l’interno: la trova
dopo un’estenuante e snervante ricerca che gli procura un vistoso livido intorno
all’ago e una leggera sensazione di dolore che scompare appena inizia a premere
lo stantuffo.
La morfina entra in circolo dopo
poco tempo e Dazai si sente subito meglio: la testa è
leggera, libera da ogni pensiero, si sente bene, in pace con sé stesso… Poi il
caldo, che dura un attimo o forse ore, e i brividi che gli corrono lungo la
schiena proprio come dopo un orgasmo… E poi nulla, il corpo pare galleggiare e
ha sonno e non sente più nulla e tutto è diventato bianco davanti ai suoi
occhi. Sta così bene…
Senza nemmeno accorgersene, scivola
nella vasca con tutta la testa.
C’è qualcosa che preme con forza
contro il torace e un ronzio lontano che non riesce a capire da dove provenga,
ma che gli dà un tremendo fastidio.
-..zai! Bru.. iota,…
egl… !-
La pressione sul petto si fa sempre
più insistente e vorrebbe scacciarla via – sta così bene, lasciatelo in pace… -
ma non riesce a muoversi. E tutto è così… Così confuso, quasi ovattato…
Qualcosa preme contro le labbra
schiuse e la sensazione di acqua che risale lungo l’esofago lo fa tossire:
scatta seduto e tossisce fino a sentire la gola bruciare, finendo a carponi per
terra. Si guarda intorno, confuso, impiegando non sa bene quanti minuti a
capire di essere a casa propria, nel proprio bagno, con i vestiti e le bende
zuppi d’acqua e con un forte dolore al braccio sinistro. Ha ancora l’ago in
vena, oh, lo toglie senza nemmeno
pensarci.
Volta appena la testa e fa in tempo
a notare una zazzera di capelli rossi che un pugno si abbatte implacabile sul
proprio zigomo, così forte che quasi batte la testa contro la vasca. Si porta
una mano alla guancia offesa, senza capire.
-Perché l’hai fatto?!- urla Chuuya, negli occhi rabbia e lacrime trattenute a stento.
–Se avessi tardato ancora di qualche minuto non avrei fatto in tempo! E tu
saresti morto e… -
Lo prende a pugni sul petto sempre
più blandamente, ripetendogli di essere un idiota e non fargli mai più niente
del genere, prima di crollargli tra le braccia e continuare a dargli
dell’idiota soffocando le parole contro la stoffa umida della sua camicia.
-…ci ero quasi riuscito.-
mormora, inudibile, mentre stringe le spalle sottili di Chuuya
con un braccio. –Mancava così poco… Così poco… -
Eppure non riesce ad arrabbiarsi,
perché vedere la paura negli occhi color del mare di Chuuya
gli ha lasciato uno strano senso d’amaro in bocca.
D.P.P.:
Deliri Post Partum
No, non sono morta. È solo morto il
computer ancora.
E no, la morfina non è a caso. Il
vero Dazai Osamu, dopo il
terzo tentativo di suicidio, contrae l’appendicite e viene operato e diventa
dipendente dal Pabinal – un farmaco a base di morfina.
[Wiki I
love you]
…okay, la smetto di fare la nerd
della situazione. Il titolo è un verso della canzone dei Sirenia
Dim days of dolor, just so you know.
Non picchiatemi, vi voglio bene.
Maki