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Autore: _thantophobia    30/08/2017    1 recensioni
«Vedo una porta rossa e la voglio dipinta di nero.
Non più colori, voglio che si trasformino in nero.»
-The Rolling Stones, Paint it black
Raccolta ispirata ai prompt della Soukoku Week 2017
I: «È stato uno stupido, Chuuya, ad aver pensato che Dazai fosse stato sincero almeno una volta quando parlava di creare una Port Mafia diversa o di scappare da Yokohama insieme. L’ha solo usato, e lui si è lasciato usare.»
VI: «[...] gli aveva promesso che l’avrebbe sempre fermato, che sarebbe arrivato sempre in tempo per aiutarlo… Ma ha finito per tradire la sua fiducia.»
[Soukoku | Lunghezza e rating variabili | Introspettivo, Maliconico, a tratti Angst | Molteplici riferimenti alla morte (e come non potrei, visti i soggetti) | Probabile presenza di altri personaggi | OOC per paranoia]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Paint it Black

[Dark does not destroy Light: it defines it]

 

 

IV: This life feels like a cyanide pill

 

Memento Mori | Once again, I chase my wish that slips throughEien misui ni bood bye

 

 

Procurarsi della morfina non è per nulla difficile, non quando passi così tante ore in infermeria che ormai sei di casa.

Gli viene quasi da ridere, mentre arrotola lentamente la manica della camicia fin sopra il gomito senza curarsi di bagnarla e stringe piano tra le dita quella piccola siringa piena di liquido incolore – si chiede se avesse dovuto anche prendere un laccio emostatico, ma ormai non può tornare indietro a cercarlo e dovrà farsi bastare la manica della camicia che gli stringe un poco il muscolo. Scivola un po’ di più nella vasca, ora l’acqua gli sfiora le clavicole.

La parte più difficile, ogni volta, è trovare la vena – quella vena che Osamu sa essere lì, da qualche parte nell’incavo del gomito, un po’ verso l’interno: la trova dopo un’estenuante e snervante ricerca che gli procura un vistoso livido intorno all’ago e una leggera sensazione di dolore che scompare appena inizia a premere lo stantuffo.

La morfina entra in circolo dopo poco tempo e Dazai si sente subito meglio: la testa è leggera, libera da ogni pensiero, si sente bene, in pace con sé stesso… Poi il caldo, che dura un attimo o forse ore, e i brividi che gli corrono lungo la schiena proprio come dopo un orgasmo… E poi nulla, il corpo pare galleggiare e ha sonno e non sente più nulla e tutto è diventato bianco davanti ai suoi occhi. Sta così bene…

Senza nemmeno accorgersene, scivola nella vasca con tutta la testa.

 

C’è qualcosa che preme con forza contro il torace e un ronzio lontano che non riesce a capire da dove provenga, ma che gli dà un tremendo fastidio.

-..zai! Bru.. iota,… egl… !-

La pressione sul petto si fa sempre più insistente e vorrebbe scacciarla via – sta così bene, lasciatelo in pace… - ma non riesce a muoversi. E tutto è così… Così confuso, quasi ovattato…

Qualcosa preme contro le labbra schiuse e la sensazione di acqua che risale lungo l’esofago lo fa tossire: scatta seduto e tossisce fino a sentire la gola bruciare, finendo a carponi per terra. Si guarda intorno, confuso, impiegando non sa bene quanti minuti a capire di essere a casa propria, nel proprio bagno, con i vestiti e le bende zuppi d’acqua e con un forte dolore al braccio sinistro. Ha ancora l’ago in vena, oh, lo toglie senza nemmeno pensarci.

Volta appena la testa e fa in tempo a notare una zazzera di capelli rossi che un pugno si abbatte implacabile sul proprio zigomo, così forte che quasi batte la testa contro la vasca. Si porta una mano alla guancia offesa, senza capire.

-Perché l’hai fatto?!- urla Chuuya, negli occhi rabbia e lacrime trattenute a stento. –Se avessi tardato ancora di qualche minuto non avrei fatto in tempo! E tu saresti morto e… -

Lo prende a pugni sul petto sempre più blandamente, ripetendogli di essere un idiota e non fargli mai più niente del genere, prima di crollargli tra le braccia e continuare a dargli dell’idiota soffocando le parole contro la stoffa umida della sua camicia.

-…ci ero quasi riuscito.- mormora, inudibile, mentre stringe le spalle sottili di Chuuya con un braccio. –Mancava così poco… Così poco… -

Eppure non riesce ad arrabbiarsi, perché vedere la paura negli occhi color del mare di Chuuya gli ha lasciato uno strano senso d’amaro in bocca.

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum

No, non sono morta. È solo morto il computer ancora.

E no, la morfina non è a caso. Il vero Dazai Osamu, dopo il terzo tentativo di suicidio, contrae l’appendicite e viene operato e diventa dipendente dal Pabinal – un farmaco a base di morfina.

[Wiki I love you]

…okay, la smetto di fare la nerd della situazione. Il titolo è un verso della canzone dei Sirenia Dim days of dolor, just so you know.

 

Non picchiatemi, vi voglio bene.

Maki

 

 

  
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