Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: tenacious_deep_soul 99    31/08/2017    2 recensioni
Lee Miyon è una giovane studentessa del conservatorio più prestigioso di Seoul, il “Seoul Artspool Conservatory”. Orfana di madre e violinista quasi provetta alle soglie della laurea, verrà affiancata da un giovane e talentuoso pianista frequentante il suo stesso corso: Min Yoongi. Il loro rapporto sarà a dir poco conflittuale, situazione che creerà un senso di rivalità fra le due parti per tutto il resto del duro periodo di studi. Solo dubbi ed incertezze si porranno fra i due ragazzi e la loro relazione, all’insegna di un apparente crollo...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Capitolo 1~

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Accomodata su una delle tante sedie di quell’ampia aula di musica, Lee Miyon non riusciva a smettere di pensare quanto potesse essere a dir poco rilevante lì dentro. Lo spartito posto davanti ai suoi occhi era il più difficile che le fosse mai stato assegnato, forse era proprio per questo che non azzeccava nemmeno una nota.
Mentre cercava di nascondere le evidenti stonature concentrandosi sul pezzo, non le mancò di lanciare qualche rapida occhiata furtiva intorno a sé, notando di avere mille sguardi giudicanti puntati addosso.
In mezzo alla marea di note che vagheggiava leggiadra nell’area della stanza facente le veci di una grande cassa, Miyon riuscì comunque ad intercettare un sonoro sbuffo proveniente dalla sua insegnante che, impegnata a guardarla con occhi storti, esibiva  un perfetto movimento rotatorio del polso.
Cercò di concentrarsi nuovamente su ciò che stava facendo, anche se in maniera penosa.
Il potente trillo della campanella segnò la fine della sua agonia, che cominciò a decrescere quando la restante ventina di studenti si riversò in massa fuori dall’aula.
Nemmeno si curarono di augurare una buona giornata a chi, come Miyon, una giornata l’aveva sottosopra.
Era già all’inizio del secondo quadrimestre e non aveva ancora concluso nulla. Molte volte si domandava come fosse riuscita a superare brillantemente la prova del mese scorso dato che, paragonandosi a ora, sembrava una vera e propria schiappa. Immersa ancora nelle sue più profonde riflessioni sentì come se lo sguardo della donna, rimasta sola lì con lei, le sfiorasse il capo e le mani.

-Signorina Lee- esordì quella con tono autoritario, avendo finito di cancellare le note scarabocchiate alla lavagna. Una nube di gesso indusse la donna a tossire, portandola a dimenarsi a destra e a manca per scacciare l’ammasso di pulviscolo sottile che le circondava la faccia.

-Sì, Choi sosaengnim?-.

Miyon alzò la testa di scatto, lasciando le sue domande cadere per terra insieme agli spartiti.

-Il tuo rendimento mi preoccupa fortemente, è da una settimana che non segui i ritmi del corso- sollevò il mento in alto, mostrando due paia di occhi ingigantiti dalle lenti poste a metà del ponte nasale.
Aveva ragione: in quel periodo Miyon non seguiva i ritmi in tutti i sensi.

-Mi dispiace, davvero. Sto facendo di tutto pur di recuperare, deve credermi- disse raccogliendo i fogli dal parquet.

-Sai che non me ne faccio nulla delle tue scuse, Lee. Cerca di darti una mossa, o potrai sognarti di superare il prossimo esame-

Tutto questo era pressoché demoralizzante. Le venne in mente la frase che le diceva sempre sua madre: “Fai buon viso a cattivo gioco”, e così fece. Solo fin quando lei non morì. Miyon si sforzava di rispettare il desiderio della donna ma ormai per lei era quasi impossibile soddisfarlo.
Caricatasi la tracolla di cuoio sulla spalla, si avviò verso la porta accompagnata dalla custodia nera recante all’interno il suo amato violino. Un piede si fermò al limite dell’uscita e, a seguire, il suo corpo.

-Il “Seoul Artspool Conservatory” non porta avanti gli incapaci, sarebbe meglio che lo tenessi a mente-

Rimase ferma sull’uscio a far sì che le parole le si infilassero in testa poi, indispettita, tolse la mano dallo stipite per trascinarla con sé lontano da quell’essere infame che si ritrovava come tutore. Pensandoci bene non si stupiva del fatto che la Choi avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti, dopo che il nuovo arrivato era entrato nelle sue grazie Miyon non contò più nulla. Tutto il sostegno che aveva ricevuto fu solo colmo di ipocrisia: chissà se ciò che diceva di lei lo pensasse sul serio, si domandava.

Giunta al corridoio sentì una scarica elettrica attraversarle la schiena.
Di certo quello non era un buon segno. In effetti, il primo individuo che si trovò davanti fu proprio colui che avrebbe voluto evitare a tutti i costi, quell’acido galletto cinico entrato a far parte del suo corso di musica classica: Min Yoongi.
Strano come questi potesse essere così apprezzato e benvoluto da tutti nonostante il suo caratteraccio. Ed era ancora più strano il fatto che avesse recuperato ogni lezione del quadrimestre precedente, essendo appena arrivato. C’erano solo due risposte alla sua domanda: poteva benissimo trattarsi di un alieno, venuto a godersi il bagliore dei riflettori terrestri, o di qualcuno abbastanza scaltro che, per poter passare con successo, avesse dato una bella mazzetta di won a chi di dovere.
Appoggiato con le braccia conserte ad una fila di armadietti, esibiva con superbia il suo sorrisetto schernevole. Miyon lo guardò con fare interrogativo, poi girò i tacchi attraversando il lungo corridoio dell’ala est dell’edificio con la tracolla stretta in mano.

-Giornata no, eh Lee?- la fermò quello prima che Miyon potesse compiere un altro passo.

-Non sono affari che ti riguardano, Min- rispose freddamente dandogli le spalle.

-Suvvia Miyon, non essere così scontrosa. Ho solo preso il tuo posto nella tribuna della Choi-

Diciamoci la verità: Min Yoongi era un perfetto stronzo. E proprio per questo Miyon non rispose alla sua provocazione. Si voltò improvvisamente verso il ragazzo, permettendo ai lunghi capelli lisci di compiere un cerchio concentrico intorno a lei.

-Voglio farti notare che non siamo in confidenza come credi tu, quindi ti pregherei di non mandare a fanculo gli onorifici- la mora posò per terra la pesante custodia nera e lo fissò in silenzio. Una sottile risatina di arguzia la colpì in piena faccia.

-Cos’hai da ridacchiare in quel modo?-

-Da quando ho messo piede al corso mi sono sempre chiesto cos’è che ti rendesse diversa dagli altri... adesso ho capito che sei abile nel cambiare argomento-  alzò un angolo della bocca, accentuando la rotondità della sua gota.

-La verità fa male, non è vero?- terminò con detestabile convinzione.

Dalle braccia tese e le spalle alte si comprendeva benissimo quanto quelle parole avessero stizzito Miyon. Senza proferire parola, che indubbiamente contro di lui sarebbe stata persino inutile, si limitò ad andarsene. Non lo salutò neppure... beh, in fondo era quello che si meritava.

-Hai scordato il violino... letteralmente!- le urlò dietro indicandole il case.

Trovava odiosamente divertente il modo in cui Yoongi aveva di prendersi gioco di lei col suo tipico fare sprezzante, rinfacciandole le molteplici figure di merda fatte al corso nell’ultimo periodo.
Tornò indietro a passi pesanti, ritrovandolo ad aspettarla con in mano la custodia lucida. Sotto l’impetuosa luce solare che attraversava le finestre del corridoio, il suo sguardo color nocciola rivelava palesemente il suo essere: pensandoci bene, chiunque non avrebbe saputo resistere a quegli occhi quasi ammalianti e, probabilmente, era proprio per questo che era diventato beniamino indiscusso della professoressa.
Di sicuro Miyon, infastidita com’era, in quel momento gliene avrebbe suonate di santa ragione. Ovviamente nel vero senso del termine. Avrebbe avuto un violino in mano quindi... perché non usarlo? Sicuramente sarebbero uscite fuori alte note di dolore, le migliori che avrebbe mai potuto sentire. Naturalmente sarebbero state apprezzate più delle sue stonature frequenti.
Lasciando quello sfogo violento alla sua fervida immaginazione, si limitò a scippare dalle luride mani di Yoongi il suo adorato strumento.
Le avrebbe mai potuto chiedere scusa dopo un’umiliazione del genere?
Figurarsi, Yoongi non era di certo quel tipo...







►Angolo autrice:
Annyeonghaseyo mie care lettrici! Siccome sono una persona molto impaziente di natura, ho deciso di pubblicare il primo capitolo della mia nuovissima fanfiction - nonostante non sia ancora terminata. Mi auguro vivamente che la trama riesca ad incuriosirvi tanto quanto il capitolo stesso!---
Sarà meglio che evapori adesso, prima che qualcuno mi picchi malamente per non averlo avvertito dell’aggiornamento (_MartyK_  ... yeodongsaengie perdonamiiii  *si prostra*)
Ovviamente, fatemi sapere che ne pensate! Bacii <3 
  
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