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Autore: _AreyC    01/09/2017    3 recensioni
Seguirono secondi di silenzio interminabile in cui Yuuri si sentì come se tutto fosse stato messo al proprio posto, il suo sguardo si rivolse verso il più grande “Perché io, Viktor?” “Perché sei un opera d’arte, Yuuri Katsuki” aveva risposto l'altro con un sorriso sincero “È ora che qualcuno te lo faccia capire.”
 
||Hogwarts!AU||Hufflepuff!Yuuri||Durmstrang!Viktor||Slytherin!Yuri||Ravenclaw!Otabek||
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Phichit Chulanont, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nome: Unconditional love

Personaggi: Yuuri Katsuki, Viktor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Otabek Altin, Pichit Chulanont

Pairing: ViktorXYuuri (Victuuri), accenno di Otayuri 

Raiting: Verde

Genere: Avventura, Fantasy, Fluff

Avvertimenti: Mini storia, Slash, AU

Note: Viktor frequenta il settimo anno a Durmstrang mentre Yuuri è al sesto ad Hogwarts

 

 

 

 

▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪▪






«C’era quella cosa che cresceva dentro,
che li spingeva l’una verso l’altro,
quella cosa a cui ancora
non avevano avuto il coraggio
di trovare un nome,
ma sapevano benissimo cos’era.»






Una volta parlato con Yuuri, Viktor, decisamente più sereno imboccò il corridoio che portava verso l’uscita da Hogwarts: era parecchio stanco e l’idea di mettersi a letto gli balenava in testa già da un po'. Sciolse i capelli passando una mano tra le ciocche argento e prese a giocherellarci mentre imbucava il lungo passaggio. Una voce familiare proveniente da un aula con la porta mezza aperta lo distrasse dai suoi
pensieri, si avvicinò nascondendosi dietro la parte chiusa.

 

“AVEVI DETTO CHE NON L’AVRESTI FATTO, BEKA! E SE TI SUCCEDESSE QUALCOSA?” La squillante voce di Yuri gli saltò all’orecchio e subito abbozzò un sorriso schiacciandosi di più sulla porta. Si sarebbe mai perso l'occasione di vedere uno Yuri preoccupato? Mai.
“Non mi succederà nulla, Yura. Non devi preoccuparti.” Viktor riconobbe immediatamente la voce calma e bassa di Otabek e si affacciò leggermente per vedere cosa stava succedendo. “Non mi succederà niente, te lo prometto.”
Il biondo sbuffò mettendo il broncio “E io che ti avevo preso anche un regalo di compleanno. Non te lo meriti. Non dovresti ricevere niente stronzo.” Otabek alzò un angolo della bocca in un accenno di sorriso “Non dovevi Yura. Ti avevo detto che non volevo niente.” Yuri gli rifilò un occhiataccia seguita da un evidente frecciatina “Evidentemente non sei l’unico a fare cosa non deve!”
Il moro non trattenne una risata, quel ragazzino era davvero esasperante. Esasperante e bellissimo.
“Comunque è tutta fortuna” sbottò il serpeverde porgendogli un pacchetto “Se il tuo compleanno fosse stato domani non avresti nemmeno potuto partecipare! Sei ti succede qualcosa giuro che ti uccido brutto Kazako impertinente!”
Otabek prese il pacchetto abbozzando un sorriso e iniziò a scartarlo, il suo sguardo si fece sorpreso e divertito quando due guanti a mezze dita da motociclista leopardati gli saltarono agli occhi. “Yura sono..”
“Volevo regalarti qualcosa che ti piacesse e.. Che allo stesso tempo ti ricordasse me.”

 

Se Viktor non l’avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe mai creduto: Yuri Plisetsky era appena arrossito e aveva nascosto il viso sotto le ciocche bionde cercando di coprire l’imbarazzo.
“Sono bellissimi, Yura. Mi piacciono tanto.” Otabek lo guardò sincero spostandogli dolcemente una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Grazie.”
Le labbra di Yuri si alzarono in uno di quei sorrisi particolari che il moro aveva la fortuna di vedersi rivolgere spesso “Buon compleanno Bekah. Ti stai facendo sempre più vecchio.”
“Sei tu il ragazzino, Plisetsky.” Il kazako gli diede un buffetto sulla guancia non trattenendo un sorriso, I loro volti si erano fatti molto vicino ma nessuno dei due sembrava accorgersene.
“Ho quattordici anni idiota! Non sono un moccioso.” Sibilò il biondo fulminandolo con lo sguardo e avvicinando il viso al suo per fronteggiarlo. “Solo perché hai perso la traccia ti senti grande?”
Otabek rimase spaesato da quella vicinanza, sentiva il respiro dell’altro fondersi con il suo e la voglia di baciarlo cresceva sempre di più.
“Beka?” sussurrò Yuri titubante “Perché mi stai guardando così?”
Quasi non fece a tempo a finire la frase che si ritrovò le labbra del moro sulle sue.
Viktor quasi cadde dallo stupore e si dovette portare una mano alla bocca per evitare di urlare.

 

Tutto successe in una frazione di secondo: Otabek si ritrovò nella stanza da solo e confuso mentre Viktor inseguì automaticamente la piccola figura bionda che sfrecciava tra i corridoi “YURI!” Lo afferrò per un braccio attirandolo a se “Yuri fermati.”
Il più piccolo lo guardò con occhi spaesati e strattonò il braccio “Lasciami in pace Viktor.”
Niente idiota o cretino, la faccenda doveva essere più grave di quello che sembrava.
“Vuoi raccontarmi cosa è successo, Yurotchka?” Il più grande lo guardò dolcemente.
“Ti ho visto fuori dalla porta, Nikiforov. Sai benissimo cosa è successo!” il biondo ringhiò spingendolo con foga. “Non fare il finto tonto.”
“Voglio che me ne parli tu, Yuri. Sai di essere come un fratello minore per me e..”
“Solo perché mio nonno era amico di tuo padre e ti ha preso in casa quando quella merda umana ti ha lasciato solo non vuol dire che sei mio fratello” sputò acido il più piccolo distogliendo lo sguardo, si pentì di quelle parole subito dopo averle pronunciate “Viktor..”
Viktor gli accarezzò la guancia, il suo volto sempre illuminato da un sorriso “Perché ti ha turbato tanto il fatto che Otabek ti abbia baciato?”
“È il mio migliore amico! Tra.. tra amici non si fanno queste cose” la sua voce si affievolì “Noi.. siamo amici.”
“Dovresti parlarci Yuri, ma non è che ti pia-“ Il più grande venne subito interrotto. “MA CHE DIAMINE HAI NEL CERVELLO? TI HO DETTO CHE SIAMO AMICI! PENSA PER TE E TORNA DA QUEL COTOLETTO A CUI SBAVI DIETRO!”
Viktor lo guardò divertito “Mi spieghi cos’hai contro Yuuri?”
“È irritante.” Sbuffò il biondo “È sempre in quel fottuto mondo dei sogni e ha una faccia da schiaffi. La domanda è come diavolo faccia a piacerti.” Il suo broncio divenne un ghigno “Giusto, tra cretini vi capite.”
“Nikolai ha ragione, sei diventato troppo sboccato Yurotchka.” Il ragazzo dai capelli argento sorrise pizzicandogli la guancia.
“Come se lui fosse fine!” Yuri lo guardò di sottecchi. “Cerca di non farti ammazzare in quella merda di torneo.”
“Lo sapevo che infondo tieni a me, Yurotchka.” Il sorriso di Viktor si ampliò facendo irritare sempre di più l’altro “Fottiti, Nikiforov.”

 

 

 

~




Viktor non era mai stato agitato per un appuntamento, non era il tipo.
Non aveva visto Yuuri da nessuna parte quel giorno e lo stava aspettando in giardino da quasi venti minuti.
Quando ormai si era rassegnato e si stava avviando verso la nave sentì una voce chiamare urgentemente il suo nome, Yuuri stava correndo verso di lui trafelato e prima che riuscisse a parlare passò qualche minuto.

 

“M-Mi dispiace c-così tanto Viktor! Il professore mi ha voluto trattenere per parlarmi del pessimo voto che ho preso all’ultima verifica e non voleva lasciarmi più andare. S-Scusa davvero il ritardo, capirò se vorrai andartene e..”
“Sono contento che tu sia qui, Yuuri.” Il russo sorrise aggiustandogli gli occhiali in un gesto quasi automatico “L’importante è che tu stia bene.”
L’altro arrossì abbassando lo sguardo “S-Si, sto bene.”
I due si sedettero sotto un albero restando in silenzio, ma non era un silenzio imbarazzante, era una di quelli piacevoli che solo con una persona a te cara potevi provare.
“Sei emozionato per il torneo?” Yuuri lo guardò stringendosi nella sciarpa che gli circondava il collo.
“Parecchio” ammise l’altro con un sorriso. “È una cosa nuova per me, all’inizio non ero neanche sicuro di partecipare. L’allenatore della squadra non è per niente d’accordo.” Viktor alzò le spalle “Ma il mio marchio è sorprendere il pubblico e non ho intenzione di smettere di farlo.”
“Quando sei in volo mi sembra che tu stia raccontando una storia, che tu non ti stia limitando a giocare.”
Yuuri arrossì abbassando lo sguardo sulla neve. “A volte mi sento come se stessi parlando direttamente con me, attraverso le tue coreografie in aria.”
“Sei la prima persona che mi dice una cosa del genere.” Lo guardò di Viktor era sorpreso, Yuuri aveva centrato in pieno il punto. “Sei la prima persona che lo capisce, Yuuri.”
Il moro arrossì ancora di più stringendo le ginocchia al petto sia per scaldarsi che per nascondere l’imbarazzo, Viktor lo notò e sganciò il lungo mantello di pelo poggiandoglielo dolcemente sulle spalle “Va meglio?”
“C-così avrai freddo.” Il più piccolo lo guardò sorpreso mordendosi l’interno guancia, quell'indumento sapeva di lui in ogni centimetro quadrato.
“Vengo dalla Russia, Yuuri.” Il più grande rise dolcemente scherzando “Questa per me potrebbe essere estate.”

 

Yuuri si fece coraggio e alzò gli occhi nei suoi accennando un sorriso timido
“Come conosci Yuri? Plisetsky ovviamente, so come conosci me”
Il giapponese si lasciò andare in una risatina nervosa mentre l’altro gli sorrideva tranquillo “Mia madre è morta durante il parto e mio padre se n'è andato circa sette anni fa. Nikolai, il nonno di Yuri era un amico di famiglia e decise di adottarmi per non lasciarmi crescere in un orfanotrofio” Viktor guardava dritto davanti a se, perso nel suo racconto “Legalmente anche Yuri è sotto la custodia di Nikolai, quindi siamo praticamente fratellastri.”
“Mi.. mi dispiace per i tuoi genitori, Viktor” sussurrò Yuuri, aveva sempre visto Viktor allegro e sorridente, pensava avesse avuto una vita bellissima e solo adesso si era accorto che non era così.
“E di cosa?” Il sorriso sul volto del più grande era luminoso come sempre “Sono contento di com’è andata la mia vita, non potevo capitare in una famiglia migliore. Nonostante il suo carattere burbero Yuri è una bravissima persona, so che in fondo ci tiene a me. Poi beh, Mosca mi piace.”
“Com’è San Pietroburgo invece?”

 

Lo sguardo di Viktor si illuminò “Beh, è casa.” Sorrise contento per quella domanda, nessuno glielo chiedeva mai. “Mi è dispiaciuto dovermi trasferire a Mosca, nonostante sia una bellissima città è troppo.. veloce e caotica per i miei gusti. Sento la mancanza della mia città ogni singolo giorno.” Il ragazzo si piegò verso il volto del moro guardandolo curioso. “Tu sei mai stato ad Hasetsu? O hai sempre vissuto ad Edimburgo?”
“Ci sono stato un paio di volte con i miei genitori” iniziò a raccontare mentre un sorriso nasceva sulle sue labbra. “È una cittadina molto tranquilla, con pochi abitanti e dove tutti si conoscono. Sinceramente penso spesso di andare a vivere li una volta finita la scuola. Edimburgo è troppo grande per una figura invisibile come me.”
“Ti definirei in moltissimi modi, Yuuri Katsuki, ma invisibile non è tra quelli.” Viktor appoggiò due dita sotto il mento di Yuuri e avvicinò il viso al suo “Riconoscerei i tuoi occhioni nocciola tra mille, ne sono sicuro.”
Il tassorosso arrossì violentemente e scattò con la testa all’indietro, imprecando a bassa voce quando la nuca andò a sbattere contro il tronco dell’albero.
Lo studente di Durmstrang rise e gli appoggiò delicatamente una mano sulla parte lesa “Tutto bene?” ad un cenno affermativo dell'altro continuò “Cosa ti piace fare oltre al Quiddich? Hai qualche passione?”
Yuuri arrossì sentendo le dita dall'altro accarezzargli la nuca e gli sorrise timidamente “Danzo fin da quando ero piccolo, quando sono a casa seguo lezioni da un amica di famiglia, Minako” abbassò lo sguardo lo sguardo ormai abituato alle prese in giro ma il tono di Viktor fece scattare i suoi occhi in alto “Amazing! Mi ha sempre affascinato la danza. Ballerai per me, Yuuri? Magari al ballo del ceppo?”
Il moro non credeva alle proprie orecchie, quasi si strozzò con la sua stessa saliva “Cosa?”

 

“Vieni al ballo del ceppo con me, Yuuri. Aiutami a sorprendere il pubblico ancora una volta."
L'altro era senza parole “Viktor io..”
“Se vuoi del tempo per pensarci lo capisco.” Lo sguardo del più grande si fece deluso. “Magari avevi già in mente di invitare qualcuno e..”
“No, no!” Yuuri scattò muovendo le mani in senso di negazione. “Cioè non volevo invitare nessuno e si, si voglio venire al ballo con te” Sussurrò paonazzo mentre l’altro gli baciava le nocche della mano destra con un sorriso luminoso.
Seguirono secondi di silenzio interminabile in cui Yuuri si sentì come se tutto fosse stato messo al proprio posto, il suo sguardo si rivolse verso il più grande “Perché io, Viktor?”
“Perché sei un opera d’arte, Yuuri Katsuki, ed è ora che qualcuno te lo faccia capire.”

 

 

 

~

 

 

 

Viktor e gli altri campioni non avevano idea di cosa avrebbero dovuto affrontare.
La mattina della prima prova erano stati portati in un tendone allestito vicino al campo da Quiddich ed esso era stato trasfigurato in un arena.
Otabek accanto a lui, vestito con i colori della propria casata, strofinava le mani coperte da dei bizzarri guanti leopardati tra loro e lo studente di Durmstrang sorrise quando la figura di Yuri gli passò per la mente.
Viktor legò i capelli in una treccia stretta in modo che non gli dessero fastidio durante la prova e si levò il pesante mantello appoggiandolo su una sedia, aveva ancora l’odore di Yuuri.
“Dai! Non vuoi augurargli buona fortuna?” Una voce familiare fece girare il ragazzo verso l’entrata del tendone.
“Ma Pichit io-“ Vide Yuuri venire spinto dentro la tenda e lo prese per i fianchi esattamente un attimo prima che cadesse per terra, i loro visi erano particolarmente vicini.
“Devi smetterla di presentarti a me così, Yuuri. Finirai per farti male.” Viktor sorrise quasi perdendosi in quegli occhioni marroni, gli lasciò una carezza sulla guancia e si ricompose rimettendolo in piedi. Yuuri notò che il suo migliore amico si era dileguato lasciandolo solo.
“Io volevo.. augurarti buona fortuna.” Lo sguardo del moro era basso e Viktor pensò che fosse la cosa più adorabile che avesse mai visto.
“Mi fa piacere che tu sia qui, ti ringrazio.” Il più grande sorrise dolcemente, l’impulso di baciarlo era sempre più forte.
“B-Beh è m-meglio che vada, s-sarò sugli spalti.” Yuuri alzò lo sguardo arrossendò “Buona fortuna Viktor.”
L’altro gli prese la mano lasciando un bacio sulle nocche e sorrise “Ci vediamo dopo, Yuuri Katsuki.”
Il tassorosso sorrise timidamente e prima di uscire augurò buona fortuna anche ad Otabek che gli rispose con un cenno del capo, troppo impegnato a osservare una minuta figura bionda che stava entrando nel tendone.
“Yuri! Sei venuto ad augurarmi buona fortuna?” Viktor fece per abbracciare il biondo che si scansò irritato “Ti piacerebbe, vecchiaccio.”
Lo sguardo del più piccolo si addolcì quando vide che Otabek indossava i guanti che gli aveva regalato “Solo.. non fatevi uccidere come dei cretini o ci penserò io a voi, sono stato chiaro?”
Yuri si avvicinò ad Otabek e lo fulminò con lo sguardo “Hai capito Altin? Prova a morire e ti uccido. Ti faccio in mille pezzi.” E, sorprendendo tutte le persone presenti, il biondo afferrò Otabek per le spalle e gli lasciò un impacciato bacio sulle labbra, prima di sussurrargli un 'Davai' a pochi centrimetri dal suo viso e uscire a grandi falcate.
Viktor scoppiò in una fragorosa risata “Non so come tu faccia a domarlo, Otabek. Insegnami il tuo trucco.”
“Non ne ho la minima idea neanche io” Le labbra del Kazako si alzarono in un lieve sorriso mentre le sue guance si coloravano lievemente di rosso.

 

Non c’erano turni, avrebbero gareggiato tutti e tre contemporaneamente e questo spronava ancora di più Viktor a dare il meglio di se, voleva lasciare il pubblico a bocca aperta. Si sarebbero ricordati di lui.
Un Ippogrifo.
Il doversi avvicinare all’animale era stato l’unico indizio che avevano ricevuto, il resto lo avrebbero dovuto capire da soli.
Il preside iniziò a presentarli e i tre campioni uscirono dal tendone in fila, Viktor si ritrovò tra Otabek e Sara.
Il campo da Quiddich era stato allestito come uno stadio, gli studenti assistevano alla prova dagli spalti e al centro si svolgeva l’azione.
Il campione di Durmstrang cercò subito Yuuri nella folla e quando lo trovò la leggera agitazione si placò totalmente. Cosa gli stava facendo quel ragazzo?
Erano usciti, la prova era iniziata.
I tre scattarono e il campione di Durmstrang si fermò a pochi metri dall’animale e dopo aver abbassato la testa si piegò in un profondo inchino, la punta della treccia toccò terra.

Tutte le persone sedute trattennero il fiato.
Viktor e l’animale erano inchinati l’uno davanti all’altro e Yuuri avrebbe giurato su qualsiasi cosa che non aveva mai visti niente di più elegante, il pubblico sembrava essere d’accordo con lui. 

Il russo prese ad accarezzare dolcemente il muso dell'ippogrifo e gli sfilò da sotto il collo una pergamena arrotolata, poi lanciò un occhiata intorno a se per vedere a che punto erano gli altri.
Sara stava facendo parecchio fatica a relazionarsi con l’animale mentre Otabek non era nel suo raggio visivo, doveva aver già capito la seconda parte della prova.
Viktor srotolò in fretta la pergamena e osservò la mappa per qualche secondo, indicava le varie strade all’esterno di Hogwarts e una ‘X' era situata appena superato il confine con la foresta nera.
Il campione saltò in groppa all’animale e spiegò il volo, avrebbe vinto quella prova a tutti i costi. Le voci dello stadio si fecero sempre più lontane e, una volta entrato nella foresta nera, scese dell’ippogrifo avviandosi a passo veloce verso un punto non definito.

 

Camminava ormai da minuti quando vide da lontano Otabek che indietreggiava spaventato “OTABEK!” urlò Viktor correndo verso di lui “Che succede?” Bastò un occhiata davanti a se è capì, prese a scuotere il ragazzo per le spalle “Otabek è un molliccio, è soltanto un molliccio.”
Il Kazako non rispondeva, sopraffatto dalla paura, allora il russo sfilò la bacchetta dalla tasca “Riddikulus!” Il molliccio cambiò immediatamente forma e, come se fosse stato richiamato, si dileguò in un istante.
Otabek si passò le mani sul viso cercando di calmarsi e guardò Viktor “Grazie.”
“Non ne farò parola con nessuno, solo noi sapremo cosa è successo.”
L’altro lo guardò sorpreso ma annuì. “Era a guardia di qualcosa, li c’è un uovo.”
Viktor scrutò attentamente l’uovo prima di prenderlo in mano “Forse dobbiamo portarlo li.”
Otabek annuì e si guardò intorno, qualche metro più in là qualcosa scintillò tra i rami e il ragazzo scattò verso quella direzione “Ci vediamo al ritorno, Viktor.”
“Ci conto, Otabek.”

 

 

 

Saaaaaaalve!

 

Ringrazio davvero chi è arrivato fin qui, grazie di cuore.

All'inizio doveva essere una one shot ma alla fine probabilmente sarà una short story di 5/6 capitoli, non ho ancora deciso. 

Niente, domani ho l'esame di storia di riparazione e ho voluto pubblicare, nel caso non sopravvivessi. 

Fatemi sapere se vi è piaciuto il cambio di prospettiva, ho deciso di altermare le due prospettive di Yuuri e Viktor.

 

Se ci sono cose che non vi tornano non esitate a farmele notare, ci tengo al vostro parere! 

Fatemi sapere se vi è piaciuto e cose posso migliorarmi, non ho commenti sul capitolo, preferisco lasciarli a voi!


🇷🇺

Davai -> Forza! / Buona Fortuna

 

 

 

 

 

Ringrazio vivamente chi ha fatto questa fan art e se si fa avanti sarò felicissima di dargli i crediti e il merito che gli aspetta. 

Alla prossima! 

 

Vostra, Arey

  
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