Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    01/09/2017    1 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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13. jealousy

 

 

 

 

 

Ho detto un milione di bugie,

ma ora dico una sola verità,

che ci sei tu in ogni cosa che faccio.”

(Imagine Dragons)

 

 

 

 

 

 

 

“Sei proprio una puttana.”

Al suono di quello sparo uscirono tutti riuscendo a vedere quell'uomo disteso per terra e degli schizzi di sangue sul mio viso e su i miei vestiti. Anche Min Yoongi, Hoseok e Taehyung uscirono.

“Che cosa avete da guardare tutti? Forza rientrate, non è di sicuro un bello spettacolo... avanti, tutti dentro!” gridò Yoongi mentre si grattava il mento con la sua pistola.

Jimin non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi e tutti i suoi amici lo guardarono con fare sbalordito.

Io non riuscì a trattenere la tensione e alla visione a cui avevo assistito, mi misi a piangere.

“Ma che cazzo fai eh? Vuoi uccidere tutti i ragazzi che oseranno solo guardarla?” gridò Yoongi con tono arrabbiato.

“Sì, è allora? Spiegami qual è il tuo cazzo di problema. Lei è mia.”

“Fantastico... ora sei anche il mio proprietario.” dissi tra una lacrima e l'altra.

“Sì, e non solo, io sarò anche la persona che ti ucciderà.” si avvicinò a me con fare minaccioso.

“Parla, ascolta, guarda, un altro ragazzo al di fuori di me e non sono staccherò le palle a loro, ma ti farò saltare il cervello.” Finito di parlare si girò e rientrò nel locale con le sue amatissime prostitute e i suoi amici lo seguirono a ruota.

Il suo ragionamento non faceva una piega eh?

Lui poteva scoparsi chi voleva ma se solo io osavo avvicinarmi a qualcuno lui avrebbe ucciso entrambi. Non potevo andarmene da sola, altrimenti si sarebbe arrabbiato ancora di più, fui costretta ad aspettarlo e quindi a rientrare dentro a quel locale squallidissimo, diedi un ultimo sguardo al corpo di quel ragazzo e rientrai cercando un bagno per potermi pulire al meglio da quegli schizzi di sangue che avevo sul viso, ancora con le lacrime agli occhi. Trovai il bagno e ci entrai, lavandomi il viso immediatamente mentre una ragazza dai capelli biondi corti e degli occhi verdi bellissimi. Indossava un vestito blu attillato e abbastanza corto accompagnato da dei tacchi neri altissimi.

“Va tutto bene tesoro?” mi disse in un tono dolcissimo.

“Si... grazie per l'interessamento” cercai di sorridere

“Se va tutto bene allora perchè piangi, Eveline..?”

“Tu sai il mio nome? Come...”

“Si so chi sei, sei la ragazza di cui Jimin parla tanto, io sono la figlia del suo capo, non posso dirti nient'altro.”

“Jimin parla di me? E sei la figlia del suo capo? Quindi tu sai il perchè sono obbligata a restare con lui?”

“Ehi calma ragazzina, Jimin ha proprio ragione, fai troppe domande, ma come ho detto io non posso dirti ninete, ho già detto fin troppo. Comunque piacere, io mi chiamo Eun Mi, ora smettila di piangere, asciugati il viso e vieni con me, andiamo a sederci con i ragazzi.”

“Sei molto gentile ma non credo sia una buona idea... Jimin è arrabbiato con me, non vorrei urtarlo di più.”

“Non preoccuparti tesoro, non è cattivo come sembra, andiamo dai.”

Mi feci convincere.

Era più di un' ora che eravamo seduti con loro ed era da tale tempo che non spiccicavo una parola. Jimin non mi guardava in volto e i suoi amici erano intenti ad ubriacarsi ed a parlare tra loro, mentre Eun Mi parlava con Jungkook e devo dire che sembravano molto presi l'uno dall'altro.

In quel locale faceva molto caldo e sentivo un bisogno pazzesco di bere qualcosa, quindi mi alzai di scatto e fu una scelta terribile perchè tutto intorno a me iniziò a girare e iniziai a sudare freddo, cercai di muovermi ma caddi a terra sbattendo la testa, e mentre i miei occhi si chiudevano sentii la voce di Jimin gridare e poi... il buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi risvegliai nel letto con la testa appoggiata sul petto di Jimin e il suo braccio si trovava sotto la mia spalla. La sua espressione era così rilassata... sembrava un bambino, guardarlo era fantastico.

Cercai di alzarmi ma mi ritrovai il corpo di Jimin sopra il mio.

“Dove credi di andare bellezza?” era incredibile il modo in cui cambiava umore, la sera prima mi avrebbe ucciso e ora mi sorride con un bambino quando vede dei dolcetti.

“A farmi una doccia.” sorrisi a mia volta.

“Anche io devo fare una doccia, sai, sarebbe bello se la facessimo insieme, non credi?” mi lasciò un bacio a fior di labbra che mi fece sentire le farfalle nello stomaco.

“Jimin...”

“Chiamami oppa...”

“Come vuoi... oppa, puoi spiegarmi cos'è successo ieri sera?”
“Oh, sei svenuta nel locale per un balzo di pressione dovuto al trauma che hai avuto per quella visione... solo che sei svenuta dopo due ore dall'accaduto perchè il tuo cervello lo ha realizzato dopo..”

“Ah... quindi non sei arrabbiato con me?”
“No piccola, non lo sono, ma non provare mai più a fare una cosa del genere. Ora andiamo giù, muoio di fame.”

Mi cambiai e scendemmo insieme, stranamente i non c'erano tutti gli altri.

Si era fatto preparare un sacco di cibo tra uova, pancakes, pancetta, brioches e persino il kimchi. Era la mia prima colazione salata, e devo dire che non mi era dispiaciuta affatto.

Il campanello di casa suonò e Jimin diventò teso tutto d'un tratto, prese una pistola da un cassetto della cucina dove di solito ci riponeva le posate. La impugnò e andò ad aprire.

Mi nascosi dietro il muro che collegava la cucina con l'ingresso principale.

La sua espressione quando vide chi c'era dietro la porta era un misto tra sbalordito e paura.

“Ciao Jimin.”

“Buongiorno capo, come mai è venuto qui...?”

“Non sono qui per te, bensì per Eveline.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Eccomi qui più veloce che mai! Ahahah

Il capitolo finisce così... cosa vorrà il capo dalla nostra Ev? E soprattutto, sta per scoprire la verità?

Lo scoprirete solo vivendo (ok no)

comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi.

Mi scuso ancora per eventuali errori di ortografia.

Alla prossima.

-Jessy

 

 

  
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