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Autore: paige95    02/09/2017    0 recensioni
[Storia appartenente alla serie "Un amore incompreso"]
Ha toccato anche a me questa storia, ma fino ad oggi non avevo mai pensato di avere un altro figlio. È una grande responsabilità sia accettare che rifiutare. E poi c’è mio padre, che non credo acconsentirà tanto facilmente di macchiare la sua discendenza. Ora un nuovo pensiero mi frulla in testa e spero con il cuore di prendere la decisione più giusta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un amore incomprenso '
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Una parola di troppo
 
 
P.O.V Goten
 
Non credo di riuscire a dormire stasera. Ho combinato un casino. Bra non dovrebbe volermi neppure più vedere e invece è ancora qui accanto a me e cerca pure di infondermi coraggio. Non sono così sicuro di meritarla.
 
Ciò di cui sono certo invece è di voler aiutare questo bambino. Sono stato impulsivo però, forse ho intrapreso la strada sbagliata. Non so nemmeno io cosa mi sia preso a non parlarne a lei, magari Bra avrebbe potuto darmi un consiglio. Ed ora che sa tutto le ho pure vigliaccamente mentito, non era per accertarmi dell’idoneità della nostra famiglia se non l’ho messa al corrente della situazione, quanto piuttosto temevo la sua reazione. È chiaro che io l’abbia sottovalutata e mi sento in colpa, in fondo ho tradito la sua fiducia. Non importa quante volte lei mi perdonerà, io non riuscirò a cancellare questa sensazione dal cuore.
 
Sono persino riuscito a farmi licenziare. Mia moglie tiene così tanto a quel lavoro, al fatto che sia vicino a lei. Era veramente felice ed ora non lo sarà di certo più, la sua spensieratezza svanirà per la mia brillante idea.
 
Forse dovrei cercare un altro modo per andare in soccorso di quel bambino, così metterei tutti d’accordo e placherei la furia di mio suocero. Ma a che servirebbe? A mio parere ha solo trovato una scusa per liberarsi di me. Mi auguro solo che le prossime firme non siano quelle del nostro divorzio.
 
“Goten”
 
Pensavo dormisse e invece la voce di mia moglie è tutt’altro che assonnata.
 
“Perché non dormi?”
 
“E tu perché non dormi, Bra?”
 
La provoco, ma mi guarda e non sa cosa rispondermi. Probabilmente dalla sua espressione deduco che non si aspettasse di essere scoperta. Sono davvero un pessimo marito, ora le ho tolto persino il riposo, le sto addossando troppi pensieri.
 
“Domani devi andare al lavoro, quindi devi dormire”
 
Mi viene drammaticamente da ridere alle sue parole. Ma di quale lavoro sta parlando?
 
“Tesoro, credo di essere disoccupato da domani”
 
Diventa ancora più triste, come se il suo umore potesse peggiorare.
 
“Non ho letto molto attentamente quella lettera. Le tue dimissioni sono a effetto immediato?”
 
Non ho nemmeno la forza di confermare, affermo silenziosamente.
 
“Ma mio padre non può farlo!” si sta agitando “Neanche fossi un delinquente!”
 
Evidentemente per Vegeta sono esattamente questo, il più terribile di tutti i malviventi, solo perché sono un Son e ho sposato sua figlia.
 
“Goten, ti prometto che lo farò ragionare. Lui non mi farà questo”
 
No, tesoro mio, il male te l’ho fatto io. Tuo padre ha solo approfittato della mia stupidità.
 
“Scusami, Bra. Non avrei mai dovuto nemmeno pensare a tutto questo”
 
Mia moglie mi guarda con delusione.
 
“Finiscila! Guarda che il colpevole di tutto è mio padre. Tu non hai fatto nulla di male”
 
Mi si avvicina per guardarmi negli occhi, si alza leggermente e la trovo proprio difronte a me. I suoi bellissimi occhi azzurri mi fanno per un momento dimenticare tutto e persino le parole che mi ha appena riferito con concitazione passano in secondo piano.
 
“Ohi, Goten. Mi hai sentito?”
 
Mi riporta alla realtà e le sorrido.
 
“Sì, amore, ti ho sentita”
 
“Mio padre e il suo dannato orgoglio non vedono mai oltre il loro naso”
 
Mi fa sorridere la sua considerazione.
 
“Ma è pur sempre tuo padre, tesoro. E in fondo ti vuole bene”
 
Su questo non ho davvero alcun dubbio.
 
“Credo che voglia più bene al suo orgoglio” si sofferma a guardarmi “Goten, credo che dovremmo tentare. Sono certa che Lily ne sarebbe entusiasta”
 
Lo fa sicuramente per accontentarmi, non si è presa nemmeno 12 ore per pensarci, come fa ad esserne così sicura?
 
“Bra, riflettiamo ancora un po’. Forse è il caso che anche io freni la mia smania. Non è una decisione da prendere alla leggera e paradossalmente tuo padre mi ha dato questa certezza”
 
È ancora più triste dopo le mie parole.
 
Non mi risponde ma si allunga oltre me per aprire il cassetto del mio comodino.
 
“Ma che fai?”
 
Accende la luce per illuminare maggiormente la stanza, tira fuori le carte dell’affidamento, le appoggia sul mio petto ed inizia a sfogliarle.
 
Seguo ogni suo movimento e ogni suo sguardo per provare a decifrare i suoi pensieri.
 
È concentrata su quello che legge e una nota di dolore attraversa i suoi occhi.
 
Ritorna a guardarmi con amore e sofferenza.
 
“Io voglio che Nicholas faccia parte della nostra famiglia. Non mi importa un accidente di quello che pensa mio padre o di quanto tempo ci vorrà”
 
Era vero quando credevo di non meritarla. Quelle carte raccontano tutto di quel bambino, tutto ciò che riguarda la sua triste storia.
 
Le tolgo prudentemente dalle mani quei fogli e li poso sul comodino.
 
“Bra, sono sincero, non importa quello che c’è scritto qui sopra. Anche perché allo stato attuale non riceverebbe amore, ma solo altro dolore”
 
Non replica, ma si corica sul mio petto abbracciandomi ed io la stringo forte a me.
 
 
 
Ci siamo addormentati l’uno tra le braccia dell’altra. Ma il nostro sonno viene interrotto dal campanello.
 
“Ma chi è alle 6 del mattino??”
 
È stato più il tono alto di mia moglie a destarmi completamente, che il suono in sé.
 
Il campanello continua a suonare. La innervosisce quel disturbo. Si alza rapidamente per evitare che i bambini si sveglino. Mi chiedo davvero chi possa essere il cretino che citofona in quel modo.
 
La seguo. Sono già sufficientemente irritato. Ma Bra apre la porta prima di me.
 
“Papà!”
 
Una grande sorpresa e una certa nota di terrore si dipinge sul viso di Bra.
 
Vegeta fa vagare lo sguardo prima su sua figlia e poi su di me.
 
Mia moglie prende entrambi alla sprovvista.
 
“Mi hai risparmiato un viaggio, sai? Si può sapere cosa ti è saltato in mente, licenziando Goten??”
 
La guarda, ma indugia a risponderle.
 
“Papà, riassumi mio marito e accetta il fatto che non vada tutto come vuoi tu”
 
Glielo sussurra, ha la voce rotta dal pianto e questo suo stato mi frantuma il cuore.
 
Mio suocero continua ad essere apatico e questa incertezza mi fa spazientire.
 
“Vegeta, basta farla soffrire! Esci da casa mia!”
 
Alza lo sguardo su di me, ma stavolta non è più così indifferente. Mi minaccia.
 
“Casa tua??”
 
Si avvicina, ma io non indietreggio. Non mi spaventa, o almeno non più.
 
Ride, per la verità è più un ghigno.
 
“Questa non è casa tua, pivello” mi squadra con il suo solito sguardo strafottente, lo conosco da una vita, ma non credo che ci farò mai l’abitudine “Ti ricordo che da solo non avresti combinato nulla”
 
Queste insinuazioni mi toccano sul vivo, non è questione di orgoglio, ma trattarmi come un nullafacente lo considero veramente troppo.
 
“Vegeta, ho sempre lavorato e mantenuto la mia famiglia! Quindi, se permetti, posso tranquillamente considerarla casa mia”
 
“Ed ora magari mi dirai anche che hai cresciuto i tuoi figli, vero?”
 
Mi provoca, riesce a tirare fuori il peggio di me, non riesco più a mantenere la calma, che ho faticato tanto a controllare fino ad ora.
 
Mia moglie cerca il mio sguardo per chiedermi di non assecondarlo, di non cedere alle sue provocazioni, ma io sono arcistufo di questa situazione. Stavolta ha davvero esagerato.
 
“Non farmi ridere, Vegeta! Dai lezioni di morale a me, quando volevi che Bra abortisse?!” sono davvero sconcertato “Avresti davvero eliminato Lily pur di evitare il nostro matrimonio?!”
 
“Goten”
 
Mi guarda spaventata e mi richiama. So già di aver alzato la voce e probabilmente svegliato i bambini, ma dopo poco abbassa lo sguardo oltre me. Mi giro d’istinto interdetto e vedo che mia figlia guarda Vegeta con gli occhi lucidi.
 
Oh no! Perché non ho frenato la lingua?? Non mi sono accorto della sua presenza, ero troppo intento a sputare tutta la mia rabbia contro mio suocero, che mi ha veramente tirato liso.
 
Anche Vegeta abbassa gli occhi sulla bambina, ma non le rivolge nemmeno una parola. Credo di leggere dispiacere nei suoi occhi, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Non sono più così sicuro che sappia amare qualcuno oltre a se stesso. Ritorna con lo sguardo su di me: una nuova minaccia si dipinge sul suo viso, ma non è una novità, non mi stupisce. Se proprio lo vuole sapere neanche a me lui è molto simpatico. Si volta con decisione e nell’uscire sbatte la porta e non so nemmeno come faccia ancora ad essere intatta.
 
Al momento la mia preoccupazione è per Lily. Abbasso la guardia, che istintivamente avevo alzato verso mio suocero. Mi volto verso la bambina e mi chino per arrivare alla sua altezza.
 
“Tesoro, non volevo dire quello che hai sentito. Ero solo un po’ arrabbiato con il nonno”
 
Provo a sorriderle, ma c’è troppo dispiacere nel mio cuore per fingere serenità.
 
“Nonno Vegeta non mi vuole bene, vero papà?”
 
Non volevo davvero arrivare a tanto, non desideravo che Lily lo odiasse, non era nelle mie intenzioni.
 
“Ma, piccola, cosa ti salta in mente?! Come si fa a non volere bene ad un tesoro come te?!”
 
Scoppia in lacrime davanti ai mie occhi ed io non so in che altro modo consolarla se non abbracciarla e stringerla forte a me.
 
Continuo a combinare un guaio dietro l’altro, facendo soffrire le persone che amo di più al mondo.
 
Ora avrò sicuramente deluso mia moglie. Alzo gli occhi su di lei per scusarmi, per comunicarle quanto mi distrugga questa situazione, che alla resa ho creato con le mie mani.
 
Sentire il pianto della mia bambina contro il petto fa quasi scendere le lacrime anche a me. La allontano dolcemente.
 
Sto cercando le parole più adatte per riabilitare l’immagine di Vegeta ai suoi occhi, ma Bra mi anticipa.
 
“Lily, tesoro, va tutto bene”
 
Le porge una carezza sulla testa, ma a quel contatto la sua disperazione si trasforma in rabbia e corre su per le scale, lasciandoci sorpresi.
 
Sono talmente demoralizzato che non ho nemmeno la forza di parlare, fatico persino a reggermi in piedi.
 
“Bra, sei mi odi, non ti biasimo”
 
Mi guarda un momento, ma non riesco a decifrare quali pensieri le stiano attraversando la mente.
 
“Ti odi già a sufficienza da solo” nella sua voce c’è un lieve tono di rimprovero “Potevi evitare di dire quelle cose, Goten. Lo sai anche tu quanto è stato al mio fianco quando tu non c’eri”
 
“Lo so” lo rammento nitido nella memoria “È la rabbia che mi ha fatto parlare. Lui non si fa alcun problema a rinfacciare le mie mancanze. Ma ho esagerato, lo ammetto. Ed ora però chi ne soffre è mia figlia. Come posso pensare di aiutare quel bambino, se non so nemmeno evitare un dolore ai miei figli?!”
 
Non sa più cosa rispondere. Stavolta sono stato davvero molto bravo, sono riuscito a deluderla davvero.
 
Si avvia verso le scale, lasciandomi con un nuovo peso sul cuore.
 
 
P.O.V Bra
 
Capisco la sua rabbia, mio padre non è certo il tipo con cui intraprendere una conversazione pacifica, ma così ha solo peggiorato una situazione già sufficientemente precaria.
 
Sono bastate poche ore per far cadere le mie convinzioni sulla nostra felicità.
 
Mi avvicino alla porta della cameretta di Lily e sento forti singhiozzi. Viene da piangere anche a me per la sofferenza che sta vivendo la mia bambina.
 
Anche il ricordo dei momenti che Goten ha richiamato alla memoria mi provocano un certo dolore. Sono trascorsi anni, ma percepisco ancora sulla pelle quelle sensazioni, lo spaesamento, la paura, i contrasti con mio padre. Riaffiora inesorabilmente tutto, senza che io possa evitarlo.
 
Prendo un respiro per non lasciarmi travolgere da quelle remote emozioni e abbasso la maniglia.
 
“Amore mio”
 
La chiamo dolcemente per attirare la sua attenzione. Alza gli occhi su di me, ma da essi traspare grande dolore e delusione. Spero tanto non sia arrabbiata anche con me, ma lo scatto che ha fatto al mio tocco poco fa non mi lascia sperare poi più di tanto.
 
Mi siedo prudentemente accanto a lei, non voglio urtare ulteriormente la sua sensibilità.
 
“Lily”
 
Come faccio a spiegare quella delicata situazione ad una bambina di 6 anni?
 
“Anche tu non mi volevi, vero mamma?”
 
Non ci credo che mia figlia possa pensare una cosa simile! Non ho parole per smentire. Mi guarda addolorata.
 
“Tesoro mio, sei la mia bambina, come potrei non volerti bene?!”
 
Ma alla fine non ha tutti i torti. Io stessa avevo pensato di abortire. Egoisticamente a quel tempo credevo di eliminare il problema con una drastica decisione. Alla fine facevo del bene solo a me e a Goten per evitare la furia di mio padre, ma alla resa forse avrei sentito per sempre i morsi della colpa.
 
“Perché il nonno voleva eliminarmi?”
 
È davvero impossibile trovare le parole per spiegarle quella situazione, per giustificare il comportamento di mio padre. Posso solo convincerla che l’amore che proviamo nei suoi confronti è sincero e che senza di lei nessuno di noi potrebbe più vivere.
 
“Il nonno ti vuole un bene dell’anima” le sorrido “Sai, ho imparato a non ascoltare gli altri quando sono arrabbiati. Dicono sempre quello che non pensano e spesso delle grandi bugie”
 
Forse ho sortito l’effetto sperato? I singhiozzi sono cessati, solo qualche solitaria lacrima è rimasta sulle sue guance. Provo a proseguire.
 
“Il papà è molto arrabbiato con il nonno e non ha prestato attenzione a quello che diceva”
 
Riflette prima di ribattere.
 
“Quindi anche quando tu e papà litigate non pensate davvero quello che dite”
 
Vedo che ha capito, ma leggo dalla sua espressione che ha ancora qualche dubbio ed è più che logico, io non le ho spiegato nulla e non credo nemmeno sia il momento.
 
Le do un bacio sulla fronte.
 
“Inizia a prepararti, altrimenti rischi di arrivare tardi a scuola”
 
Mi avvio verso la porta palesemente provata. La apro velocemente, ma non mi aspetto di trovare davanti a me mio marito.
 
Butta un occhio dentro prima che io la richiuda alle spalle.
 
“Come sta?”
 
“Insomma”
 
Ritorna con lo sguardo su di me.
 
“E tu come stai?”
 
Indugio a rispondergli, non so come sto, ma probabilmente non ho nemmeno il tempo di riflettere sul mio umore.
 
“Sono stanca, Goten. Sono veramente stufa di non riuscire a trovare un po’ di pace”
 
Lo feriscono le mie parole, si sente in colpa, ma stavolta non lo giustifico. Perché mai non riesco? Forse sono convinta davvero che sia colpa sua per questa nuova situazione. Dopotutto è così, conosce mio padre e non avrebbe dovuto azzardare una simile mossa, doveva immaginarsi che lo avrebbe infastidito. Perché, per vivere in armonia dobbiamo evitare di infastidire mio padre, vero? Assecondarlo e incassare ogni suo singolo colpo, restando zitti, giusto? È una triste realtà, ma comincio a non vedere altre soluzioni.
 
“Vado a vedere Charlie”
 
Abbasso gli occhi e faccio per avviarmi, ma mio marito mi blocca per un braccio.
 
“Bra, risolveremo tutto”
 
Sorrido rassegnata alle sue promesse. Sento nel cuore di aver sbagliato ogni cosa dal principio, non avrei mai dovuto innamorarmi di Goten e tanto meno sposarlo.
 
Mi stacco dalla sua presa e riprendo il cammino verso la cameretta di mio figlio. Ma attualmente vorrei non solo allontanarmi da mio marito, anche la posizione in cui mi trovo mi è stretta.
 
 
P.O.V Vegeta
 
È solo un pivello di terza classe che si permette di buttare fango su chi ha tenuto in piedi il suo matrimonio, su chi si è preso cura di sua figlia. È un idiota, ma dopotutto cosa potevo aspettarmi dal figlio di Karoth?!
 
Maledico me stesso per aver lasciato mia figlia nelle sue mani. Non ha un minimo di cognizione, parla e non ragiona nemmeno su quello che dice.
 
È proprio per colpa sua se volevo che Bra abortisse, era per evitare di ritrovarmi in queste condizioni.
 
Ora mia nipote è convinta che la odi. È riuscito persino a mettermi contro Lily. Odio quella sua aria da santarellino, che fa passare sempre e comunque me per il cattivo.
 
Lui e le sue stupide idee di volersi occupare di quel terrestre. E ovviamente anche in questa situazione diventa il buon samaritano. Odio Karoth e la sua famiglia! Una bontà e un’ingenuità nauseanti.
 
Avrei tanto voluto sfogare la mia rabbia su mio genero, ma ho preferito contenermi per non far precipitare tutto e finire col farmi odiare veramente da Bra.
 
Rientro a casa e mi avvio verso la Gravity Room, l'unico posto in cui al momento mi è consentito dar sfogo alla furia che cresce dentro me. Sono a pochi passi dalla stanza, quando mia moglie mi si para davanti con fare sospettoso.
 
“Vegeta, non devi dirmi niente?”
 
Ci mancava solo lei e il suo terzo grado.
 
“No. E levati che non ho tempo”
 
Si mette davanti alla porta per impedirmi l’accesso. Sarebbe stato troppo strano se fossi riuscito a liquidarla così facilmente.
 
“Nemmeno io ho tempo da perdere dietro un cafone come te, eppure sono anni che paziento e provo a farti ragionare”
 
Dalle sue parole deduco che sappia già tutto. Goten è andato a lamentarsi? O Bra forse? Non mi stupirei, quei due sanno perfettamente che Bulma sa essere molto persuasiva quando vuole.
 
“Vegeta, oggi tuo genero non è al lavoro e Trunks mi ha detto che tu lo hai licenziato” attende una mia reazione “Mi spieghi come diavolo ti sei permesso??”
 
È chiaro che non è al corrente del motivo, ma conoscendola non credo che comprenderà mai le mie ragioni.
 
“Goten voleva prendere in affido un bambino”
 
Rimane sorpresa dalle mie parole. Il suo viso si rilassa a quella rivelazione.
 
Ed ecco che la bontà di quel ragazzino colpisce ancora. Mia moglie è rimasta ammaliata. È vomitevole la mia posizione.
 
“E tu lo licenzi per questa ragione??”
 
Figurarsi se per una volta tanto mi comprende! Ed io cosa mi sforzo a fare per spiegarglielo?
 
“Esatto. Ora ti togli che devo allenarmi?”
 
Ha uno sguardo deluso e infuriato.
 
“Vegeta, non ti devi mai più permettere di prendere una decisione simile senza il mio permesso! Mi hai capito?”
 
Finisce sempre così: Goten vince ed io perdo.
 
 
 
Continua…
 
   
 
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