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Autore: Rohhh    02/09/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao ragazze!
Questo è un capitolo un po' sofferto e voglio fare delle piccole premesse.
Innanzitutto scriverlo è stato faticoso perché sono in un periodo un po' impegnativo e ho tante cose a cui pensare che mi danno ansia. Quando non riesco a scrivere mi dispiace tanto e io stessa ne soffro, quindi ho cercato nonostante tutto di metterci tutto l'impegno e la cura che ho potuto e spero di aver fatto un lavoro decente e che lo apprezziate.
In secondo luogo, come anticipato, purtroppo non è un capitolo felice e spero capirete il mo intento. La mia filosofia è che spesso per crescere e per maturare occorre passare anche da momenti di insicurezza e di dolore ma sono tutte tappe che portano poi a qualcosa di più bello. Credo sia molto reale e bisogna accettarlo, perciò non prendetela come la fine del mondo. Niente rimane lo stesso sempre e tutto può cambiare quando meno ce lo aspettiamo!
Adesso vi lascio, vi ringrazio come sempre per l'attenzione che dedicate alla storia e sappiate che, soprattutto in questo periodo, sapere che qualcuno legge e apprezza mi dà sempre una piccola giooia e mi aiuta a migliorare anche una giornata buia.
Io spero sempre di trasmettervi qualcosa di positivo anche nei capitoli un po' più tristi come questo.
Non mi dilungo oltre, spero di aggiornare presto!

Cap. 25 Chiacchiere, pettegolezzi e dolori

 

«Ashley!»

La ragazza chiamata in causa sollevò repentinamente il viso, ancora chino sul lavandino e gocciolante di acqua, tese i muscoli delle braccia e sgranò gli occhi.

La voce femminile che aveva pronunciato il suo nome l'aveva colta alla sprovvista, senza preavviso, intrufolandosi in quel momento delicato in cui Ashley si sentiva terribilmente esposta e vulnerabile, e per un attimo provò la stessa tremenda sensazione di terrore e sconforto di un animale che tenta disperatamente di sfuggire ma improvvisamente viene braccato dal cacciatore.

Non aveva pianto ma era stravolta, aveva il viso pallido e gli occhi spenti e, se solo fosse esistito un modo per guardare anche dentro la sua anima, la situazione non sarebbe apparsa meno devastante.

A conciarla in quella condizione pietosa e ad annullare il suo senso della realtà fino al punto da non rendersi nemmeno più conto di essere in un bagno pubblico, con la possibilità di essere sorpresa da chiunque in quello stato a dir poco spaventoso, era stata semplicemente la visione di Matt che spariva nel buio, trascinato via da una ragazza che non era lei, subito dopo averla tenuta stretta sulle scale in un vortice di adrenalina e passione che si era esaurito troppo presto.

Era bastato solo quello a destabilizzarla e a riempirla di pensieri contrastanti che per di più facevano a pugni tra loro nella sua povera testa.

Dopo un primo attimo di smarrimento e confusione, cercò di riprendersi e mettere a fuoco la situazione attorno a lei e così, dal riflesso dello specchio, riuscì a scorgere la figura minuta ed esile della sua amica Melissa.

Stava immobile, in piedi all'ingresso del bagno, stretta nel suo cappotto grigio, quasi a volerci scomparire dentro, e con le mani giunte sul petto.

La fissava con lo sguardo carico di apprensione e tremava un po', incerta se valicare la soglia o doversi rimproverare per aver interrotto la sua amica in un momento troppo personale.

Ashley si girò, diede le spalle allo specchio e stavolta guardò direttamente l'amica, senza usare filtri o riflessi, consapevole di non poter evitare il mondo intero quella notte, anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Avrebbe tanto voluto scappare da quel posto affollato e assordante, dalla gente che si accalcava come insetti, dalle risate finte e dagli sguardi vuoti, e soprattutto dal rischio di dover rivedere lui, magari avvinghiato a qualcuna, con le stesse identiche braccia che poco prima avevano avvolto i suoi fianchi.

Voleva solo tornare a casa, rifugiarsi sotto le coperte e dormire per dimenticare ogni cosa al risveglio.

Come se fosse possibile farlo.

«Melissa, sei tu?» le si rivolse con la voce un po' roca, asciugandosi frettolosamente con la mano le ultime gocce di acqua dal viso, sperando che l'amica non le scambiasse per lacrime.

«Ashley, santo cielo, stai piangendo? - esclamò però la mora, deludendo subito le sue aspettative – ti è successo qualcosa? Stai bene?» prese a chiedere tutto d'un fiato, avvicinandosi con cautela.

«Sì, non preoccuparti! Avevo solo bisogno di rinfrescarmi un po', non sopporto i luoghi chiusi e affollati e...mi mancava l'aria lì dentro!» le spiegò in breve, sforzandosi di accompagnare le sue parole con un sorriso stentato e non troppo convinto.

Melissa parve tranquillizzarsi, si affiancò lentamente all'amica e aprì il rubinetto per sciacquarsi le mani.

«Oh, meno male, mi hai fatto prendere un tale spavento quando ti ho vista piegata sul lavandino! Anche io odio questi posti, poco fa un idiota mi ha versato per sbaglio un drink addosso! Ho le mani tutte appiccicose e per questo ero venuta qui. - disse Melissa con calma, intenta a togliersi di dosso le tracce residue di quello sgradito incidente – Beh, mi sento sollevata, comunque! Sai, mentre scendevo ho incrociato...Matt...era insieme a una ragazza, forse la sua fidanzata, non saprei – prese a raccontarle mentre Ashley, nel sentire quella descrizione, abbassò lo sguardo, avvertì lo stomaco chiudersi e un nodo fortissimo alla gola – In ogni caso, sembrava provenire da fuori e poi...quando ti ho vista qui, in questo stato, io... ho pensato potesse esserci il suo zampino, anche se...» ma non riuscì a completare la frase perché Ashley si voltò di scatto e abbandonò quell'aria abbattuta e mesta.

«Perchè mai dovrebbe essere stato lui a farmi del male?» chiese, alzando involontariamente il tono della voce e risultando troppo brusca, mentre Melissa sussultò per la vergogna.

La bruna assunse un'espressione terribilmente dispiaciuta per quel passo falso, deglutì a vuoto e tornò a farsi invadere dalle sue timidezze e paure, chiudendosi a riccio nelle spalle, incapace di formulare nessun' altra frase di senso compiuto.

Ashley capì di aver esagerato, si era lasciata prendere dalla rabbia e aveva finito per ferire la sensibilità di Melissa, colpevole solo di essersi preoccupata per lei.

Si odiò per la sua reazione spropositata ma non aveva potuto fare a meno di difendere Matt da quelle accuse infondate, esattamente come gli insulti che sentiva rivolgergli contro dai suoi amici ogni singolo giorno, senza mai poter intervenire e urlare a tutti che si sbagliavano di grosso.

Si avvicinò all'amica e le posò una mano sulla spalla, sentendola tremare impercettibilmente.

«Mi dispiace tanto, Melissa, io non volevo...non avevo intenzione di parlarti in questo modo, sono stata pessima, perdonami - le sussurrò dolcemente, sorridendole e sentendosi sollevata quando la ragazza alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso – Scusami, sto passando un periodo davvero orribile, ho sempre cosi tanti...pensieri in testa che a volte mi sembra di scoppiare! Non ce l'ho con te, anzi, sei stata molto gentile a preoccuparti. Matt non mi ha fatto niente...se sto così è solo colpa mia» mormorò, infine, meravigliandosi di quanto fosse estremanente vera quell'affermazione.

E non solo per l'equivoco in cui era caduta Melissa.

Non era Matt la causa delle sue sofferenze, come le veniva comodo pensare a volte, l'unica da incolpare era solo lei e la sua incapacità di affrontare i sentimenti e decidere una volta per tutte cosa scegliere e a cosa rinunciare invece di continuare a camminare su un filo teso sopra un precipizio a cento metri di altezza.

«Non fa niente, Ashley, non avrei dovuto trarre certe conclusioni affrettate. Il fatto è che...Colleen ci ha raccontato che l'altra sera ti ha visto litigare con lui per strada e...così...lo so, sono stata stupida a collegare subito le due cose, mi dispiace.- le disse, balbettando appena e contorcendosi le mani, poi arrossì in viso e, senza capire da dove provenisse quel coraggio, si decise a sganciare una bomba che teneva da troppo tempo in attesa di esplodere – in effetti lui...non ti guarda affatto con odio, tutt'altro» confessò su due piedi, con una schiettezza che non pensava di poter cavare fuori.

Ashley si pietrificò, sentì il sangue congelarsi e nello stesso tempo una sensazione quasi dolce che la attraversava tutta.

«Che vuoi dire?» domandò, aggrottando lievemente le sopracciglia e lottando per rimanere fredda e indifferente, mentre dentro di lei si scatenavano un turbinio di emozioni diverse, dalla paura, all'ansia, fino alla gioia.

«Scusa, può sembrare una stupidaggine pazzesca e magari lo è ma...quel pomeriggio, quando eravamo insieme e abbiamo incontrato Luke e lui ci ha fermate... ho notato che Matt ti guardava come se...non so dirlo con esattezza e probabilmente mi sbaglio ma... la sensazione era proprio che pendesse dalle tue labbra, che ti desiderasse...c'era così tanta tensione nell'aria e i suoi occhi sembravano quasi...sembravano quelli di un innamorato» le illustrò, fermandosi poi per prendere aria e sperare di non aver esagerato nuovamente e messo a dura prova la pazienza della rossa.

Ashley rimase senza fiato, fu costretta ad aggrapparsi alla ceramica fredda del lavandino per sorreggersi, il suo sguardo si perse in un punto impreciso della stanza, senza espressione e completamente confuso.

Era davvero così che apparivano all'esterno, agli occhi degli altri?

Era possibile che Matt provasse qualcosa per lei che andasse oltre il loro rapporto indefinito e che fosse addirittura così evidente da risultare visibile ad occhi estranei e non ai suoi?

Non si era mai domandata se il loro segreto fosse smascherabile anche da semplici scambi di sguardi e scoprirlo così, all'improvviso, ebbe su di lei l'effetto di una secchiata di acqua gelida.

Era come aver avuto per tutto quel tempo gli occhi sigillati dallo scotch e poi di colpo strapparlo via, senza lasciare il tempo di riabituarsi alla luce accecante.

Se Melissa aveva intuito qualcosa, allora avrebbe potuto farlo anche chiunque altro, forse ci era già quasi riuscita Colleen e, chissà, magari prima o poi l'avrebbero fatto persino Terence o Michelle.

Nuovamente avvertì la sensazione di essere divisa in due: da un lato una irrazionale felicità si impadronì del suo cuore, nell'ascoltare la descrizione di ciò che aveva visto Melissa e nell'immaginare che fosse reale; dall'altro venne scossa dal terrore che il suo segreto potesse non essere così al sicuro come credeva.

Che doveva fare, adesso?

«Ma non è possibile! Ti sarai di sicuro confusa!» ribattè all'amica, accennando una risata un po' nervosa e insicura.

Melissa osservò la sua coinquilina con attenzione, qualcosa in lei e nelle sue reazioni non la convinceva affatto ma quello non era il luogo nè il momento adatto per approfondire la questione.

«Sì, deve essere così!» la assecondò, evitando di aggiungere altro, ma la sua espressione si incupì quando il pensiero che l'amica stesse nascondendo qualcosa, le ricordò che anche lei era immersa in un mare di menzogne e segreti.

«Ho detto qualcosa che non va?» domandò Ashley dopo pochi secondi di silenzio, preoccupata che il velo di tristezza sul volto di Melissa fosse, per la seconda volta, opera dei modi poco delicati che quella sera era stata costretta a usare per difendersi e proteggere quella che ormai poteva definire la sua doppia vita.

La ragazza scosse la testa, facendo ondeggiare furiosamente i suoi corti e lisci capelli.

«No, tu non c'entri...sono solo un po' giù, in questi giorni. Luke mi sembra strano, ultimamente...è come se fosse più distante, pensieroso...lo colgo spesso a fissare il vuoto, si distrae in continuazione e pare aver perso la sua solita vena ironica. Sembra cambiato e forse so anche il perché.» mormorò affranta, sotto lo sguardo perplesso di Ashley, che faticava a immaginarsi un Luke serio e incapace di scherzare.

«Che intendi?» insistette.

Melissa fece spallucce, si fissò le punte degli stivaletti e lasciò che i capelli e la frangia le coprissero mezza faccia.

«Beh, non ci vuole di certo un genio per capire che si è stancato di me, semplice, no? - dichiarò con la voce spezzata e le labbra che tremolavano, rivelando tutta la sua irrequietezza – In fondo prima o poi doveva succedere, sono mesi che la nostra situazione si trascina in questo modo, senza sviluppi, con me bloccata sempre allo stesso punto. Per quanto un ragazzo possa essere paziente c'è un limite a tutto e io l'ho davvero superato. Sapevo che sarebbe arrivato questo momento prima o poi ma...non pensavo potesse essere così doloroso, sento come se...un macigno mi schiacciasse il petto e non potessi più respirare» le spiegò a fatica Melissa, portandosi una mano alla gola e diventando parecchio pallida.

«Dai, ma che dici? Sono sicura che ti stai sbagliando, magari Luke sta attraversando un periodo più impegnativo degli altri, sarà solo stressato per via degli esami e scommetto che gli passerà presto! Nel frattempo potresti cercare di parlargli per capire cosa gli succede, ti tranquillizzeresti anche tu!» cercò di proporle Ashley, consapevole del fatto che le sue parole di conforto contavano ben poco per un cuore sofferente e di certo non sarebbero bastate a convincerla.

Non aveva idea di cosa passasse per la testa piena di ricci del migliore amico di Matt e, nonostante l'ottimismo che cercava di infondere all'amica, doveva ammettere che l'ipotesi che Luke avesse deciso di troncare per colpa delle troppe difficoltà tra loro, non era un'ipotesi così irreale.

Matt stesso le aveva fatto capire che se Melissa non si fosse affrettata a prendere una decisione probabilmente il suo amico avrebbe perso la sua eroica pazienza e dopotutto non gli si poteva dare nemmeno tanto torto.

Si rese conto che lei e la sua amica stavano vivendo una situazione quasi identica e avrebbe tanto voluto confidarle che la capiva perfettamente perchè viveva quello stesso tormento sulla sua pelle da troppo tempo, ormai.

Melissa fece spallucce, non molto persuasa dal tentativo di risollevarle il morale, messo in piedi da Ashley.

«Forse dovrei affrontare la cosa con lui ma...non sono sicura che sarebbe un bene. La verità è che... vorrei poter avere una scelta» si lamentò, stringendo i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.

«Esiste sempre una scelta» ribattè Ashley, con un'ombra di tristezza a disturbare la luce nei suoi occhi.

Per quanto dolorosa una scelta c'era e ogni giorno che passava se ne rendeva sempre più conto.

«Ti sbagli, dover scegliere tra il ragazzo che amo e l'amicizia non è una scelta, è solo una tortura, e non dovrebbe essere così, non so davvero come comportarmi e più passa il tempo, più diventa difficile!» la smentì subito Melissa, con la voce rotta da quello che pareva essere il principio di un pianto.

'Non sai quanto ti capisco' pensò Ashley, senza osare esporre ad alta voce quel pensiero. Il suo sguardo si fece assorto e, senza dire più una parola, cinse le spalle della sua amica e cercò di farsi forza insieme a lei.

«Sù, adesso andiamo o si chiederanno che fine abbiamo fatto» le disse, sorridendole e stringendole la spalla dolcemente.

La mora annuì, per miracolo gli angoli delle sue labbra imitarono un debole sorriso e, ancora abbracciata ad Ashley, si diresse con lei fuori dalle mura di quel posto, ormai troppo impregnato di dubbi e incertezze senza alcuna soluzione.

 

 

«Ehi Matt, Pam deve riaccompagnare a casa una nostra amica ubriaca che non può guidare e la macchina è piena! Non è che potresti darmi uno strappo fino a casa?» cinguettò Christie, tutta esaltata e con i suoi occhi da cerbiatta illuminati di euforia.

«Va bene, non c'è problema» rispose piatto il biondo, degnandola appena di uno sguardo prima di riprendere a sorseggiare la sua birra.

Accanto a lui, Jessica lanciò un'occhiata storta alla ragazza, che nel frattempo era tornata a ridacchiare soddisfatta dalle amiche, poi ne riservò una ancora più furibonda al suo ex che, comodamente seduto sul divanetto con un gomito poggiato alla spalliera e la sua solita espressione glaciale e indecifrabile, guardava senza troppa attenzione il mucchio di persone che si muoveva a ritmo di musica poco più in là.

«No ma dico, seriamente vuoi caricarti quella in macchina?» domandò di getto, non potendo più resistere e senza nemmeno dargli il tempo di realizzare a cosa si stesse riferendo.

Matt aggrottò le sopracciglia confuso, poi si voltò lentamente verso la bionda che, accigliata, con le braccia incrociate al petto e un piede che ticchettava pericolosamente sul pavimento, lo fissava minacciosa come una madre che sta per rifilare al figlio la ramanzina del secolo.

«Caricarla in macchina? Si può sapere come parli? Mi ha solo chiesto un passaggio, non posso mica lasciarla qui in piena notte» cercò di spiegarle lui, con un tono piatto e indifferente, tornando a dedicarsi all'ozio più totale.

«Solo un passaggio? - sbottò Jessica, scoppiando in una risata sarcastica – Sveglia! Capisco che probabilmente i tuoi ingenui occhi sono annebbiati dall'amore e non riesci a vedere altro che arcobaleni e unicorni ma, andiamo! Quella ti sbava dietro, è evidente, ha trovato solo una scusa idiota per rimanere da sola con te, dannazione!» strillò per benino al suo orecchio, per assicurarsi che il ragazzo capisse alla perfezione, nonostante la musica piuttosto forte in sottofondo.

Matt la guardò sconvolto, o Jessica era in piena crisi premestruale o quella sera aveva decisamente esagerato con gli alcolici.

«Vuoi calmarti, per favore? Prima di tutto, stà tranquilla, il mondo lo vedo ancora perfettamente per la bella merda che è, te lo assicuro, niente orsacchiotti e altre stronzate, non mi sono rimbecillito per fortuna e...seconda cosa, non sono scemo, so benissimo che Christie ci sta provando...in ogni caso domani devo alzarmi presto» liquidò la cosa, premendo la schiena contro il divano e gettando indietro la testa, socchiudendo gli occhi per la stanchezza.

«Ah, quindi se avessi potuto alzarti a mezzogiorno ti avrebbe fatto piacere ritrovartela spalmata addosso come una cozza!» continuò Jessica, isterica e furiosa come se la faccenda la riguardasse personalmente.

Matt, sempre più attonito, rimase a bocca aperta, inarcò un sopraccigliò e cominciò seriamente a preoccuparsi per la salute mentale della sua ex ragazza.

«Allora, mettiamo le cose in chiaro: Christie non mi interessa, non mi piace e non voglio farmela, così va meglio? Tu, piuttosto, sicura di stare bene? Ti stai comportando come una pazza gelosa, lo sai?» le ribattè, guardandola con circospezione.

Se non fosse stato sicuro al cento per cento che Jessica non provasse più nulla per lui, le reazioni allucinanti di quella sera gli avrebbero sicuramente fatto venire più di un dubbio al riguardo.

«Sto solo facendo le veci di chi dovrebbe esserlo al posto mio e invece è troppo impegnata a coccolare Terence e quella strega di sua sorella!» sibilò, facendo esplicito riferimento ad Ashley e rivelando il vero motivo della sua collera.

Matt roteò gli occhi e sbuffò, ricevendo conferma del sospetto che aveva avuto fino a quel momento.

«Perchè dovrebbe essere gelosa? Ashley non è la mia ragazza!» le spiegò, massaggiandosi le tempie quasi doloranti e usando tutta la calma che riuscì a trovare, nel tentativo disperato di inculcare un po' di logica nella testa di Jessica.

Involontariamente però si ritrovò a cercare la rossa con lo sguardo ma fallì nell'impresa, c'era troppa confusione in giro e di lei nemmeno l'ombra.

L'azzurro dei suoi occhi si oscurò per un attimo: aveva ancora ben impresso nella mente il loro fugace e sensuale incontro di prima e, sebbene le parole di Jessica sembrassero eccessive, non poteva negare a sè stesso che un fondo di verità ci fosse eccome.

Chi voleva prendere in giro?

Era troppo evidente che ciò che provava per quella testarda e problematica ragazza fosse più che una semplice attrazione fisica o amicizia ma non voleva cascarci come un fesso per poi rimanere incastrato dentro una relazione impossibile e magari finire a logorarsi come Luke.

«Non lo è per adesso, ma lo diventerà» precisò la bionda, decisa a non cedere le armi.

«Non sarà mai la mia ragazza! Se anche ci fosse una remota possibilità nell'universo per cui dovesse capitare la disgrazia di innamorarci, non potremmo comunque stare insieme per una lunga serie di motivi che non sto qui a elencarti» tagliò corto Matt, incrociando le braccia dietro la nuca e fissando il soffitto, illuminato da quelle luci ipnotiche.

«Però ci hai fatto l'amore!» incalzò Jessica, sporgendosi verso di lui e braccandolo coi suoi occhi indagatori che non lasciavano tregua.

Matt la fissò snervato, mentre si domandava come diavolo fosse riuscita a sapere quel piccolo dettaglio.

«Ma tu...come... - poi ecco l'illuminazione, si voltò a cercare Luke, che trovò poco più distante, il riccio gli rivolse un sorriso da lontano, ignaro dei discorsi in corso, e Matt provò il desiderio di strangolarlo – Che stronzo, giuro che... - biascicò a bassa voce per poi sollevare di nuovo lo sguardo verso Jessica e il suo ghigno di vittoria stampato sulle labbra rosse e così sospirò rassegnato – Abbiamo fatto 'sesso'... – scandì bene quella parola per far capire alla ragazza di aver usato la parola sbagliata prima – perchè ci andava ed è capitato, come succede a milioni di persone nel mondo! Non era nient'altro che quello» precisò poi, con un tono però molto meno convinto, quasi non riuscisse ad ammetterlo a voce alta, quasi gli facesse male.

Sapeva benissimo che non poteva ridurre ciò che era successo quel giorno a semplice sesso senza sentimenti ma questo non poteva dirlo a Jessica.

«Va bene mi arrendo! Sai che ti dico? Fai come vuoi, continua a fingere che sia così, menti pure a te stesso! Ti conosco bene, mio caro, e se parlo così è perché vedo chiaramente quello che ti sta succedendo e...sia io che lo strampalato del tuo amico vogliamo solo che tu sia finalmente felice e... se è una ragazza di quel gruppo di idioti che ti fa stare bene allora noi lo accetteremo anche se ci stanno sul cazzo perché è questo che fanno i veri amici e dovrebbero impararlo anche le amichette della tua rossa del cuore!» strillò Jessica esasperata, prima di alzarsi di scatto dal divano, portare i lunghi capelli dietro la schiena con un elegante colpo di testa ben assestato, sistemarsi il vestito corto sulle cosce e sparire come una furia, lasciando Matt senza parole, con lo sguardo perso nel vuoto e la durezza di quelle parole così vere a tormentare la sua coscienza.

 

 

Jessica affondò il cucchiaino nella sua enorme coppa di gelato al cioccolato e cocco e ne assaporò il dolcissimo sapore. Dopo una giornata di lavoro ne aveva proprio bisogno e, chi se ne fregava della linea, in quel momento sarebbe stata capace di mangiarne almeno tre.

Al suo fianco, Christie le lanciò un'occhiata contrariata, ormai non era un mistero che tra le due non corresse proprio una grande simpatia.

«Mangi il gelato a Novembre?» le domandò, sorseggiando con altezzosità il suo tè caldo per poi riporre la tazzina delicatamente sul piattino.

Jessica non si lasciò impressionare, scrollò le spalle e ingurgitò un'altra cucchiata.

«Guarda che non si muore mica! É deprimente pensare di poter mangiare questa bontà solo alcuni mesi dell'anno, è così limitante e...noioso» le rinfacciò abilmente, sfoggiando un sorriso finto, mentre la castana faceva una smorfia di disappunto e distoglieva lo sguardo sdegnata.

«Senti Christie, non ci hai detto com'è andata con Matt l'altra sera, mi hai solo accennato al telefono!» intervenne Pam, per cambiare argomento visto che l'aria sembrava essere attraversata di continuo da piccole scosse elettriche generate dalle sue due amiche che continuavano a guardarsi in cagnesco.

«Beh, non c'è molto da raccontare, in realtà! - si rabbuiò Christie, la sua espressione appariva palesemente delusa – in auto abbiamo parlato del più e del meno ma a lui sembrava non importagliene nulla di quello che dicevo! Arrivati sotto casa mia gli faccio capire che se gli andava poteva anche salire, per chiacchierare un po', niente di che, non pensate male!» specificò subito, incrociando le braccia sul tavolo e ignorando lo sguardo davvero poco convinto di Jessica.

«E dunque?» incalzò Pam, curiosa.

«Niente, lui ha rifiutato, ha detto che doveva lavorare o qualcosa del genere e io non ho potuto fare altro che scendere e salutarlo. Era così freddo e disinteressato, un disastro completo!» si lagnò la ragazza, alla quale quel rifiuto continuava a bruciare nonostante fossero passati dei giorni.

«Evidentemente non gli piaci» concluse Jessica, semplice, succinta ed efficace.

Christie si accigliò ma cercò subito di non dare a vedere il nervoso che le stava dando l'atteggiamento di superiorità di Jessica, si schiarì la voce e sistemò la sua treccia ben acconciata sulla spalla sinistra.

«Sì, va bene ma...quale ragazzo sano di mente non accetta di salire da una bella ragazza che lo sta chiaramente invitando a passare qualche ora piacevole? Magari avrei potuto fargli cambiare idea su di me, chi lo sa...» disse Christie, con tono molto allusivo e malizioso, lasciando intendere che in realtà le sue intenzioni erano davvero poco caste quella sera.

«Non so che dirti, tesoro, mi dispiace tanto! - fece Pam con una vocetta sconsolata, dopo aver preso un sorso del suo caffè – insomma, almeno avrebbe potuto provare a conoscerti, darti una possibilità. Sei carina, intelligente e intraprendente, io Matt proprio non lo capisco!» concluse, incrociando le braccia sul tavolo mentre Christie sospirava.

«Ragazze, io vi avevo avvertite, Matt ha già una ragazza in testa e tu Pam, dovresti ricordarti che lui diventa praticamente un santo quando si innamora.» intervenne Jessica, sicura del fatto suo.

«In effetti ora che ci penso... - si sforzò di ricordare Pam, assottigliando gli occhi e portandosi una mano sulle labbra – conoscevo Matt anche quando era al liceo e si è sempre comportato in questo modo. É un ragazzo molto serio da questo punto di vista e...quando sta con qualcuna o quando prova dell'interesse non esiste più nessun'altra ragazza per lui! Ti ricordi della sua ex dei tempi, Veronica? Tutte le ragazze della scuola gli morivano dietro e lui non aveva occhi che per lei!» raccontò Pam, tornando indietro con gli anni al periodo in cui non usciva ancora con il gruppo di Matt ma di lui sentiva parlare ogni giorno. Quel ragazzo un po' ribelle che faceva strappare i capelli alla sua famiglia rispettabile, bravo a infrangere le regole ma con lo sguardo perennemente triste e incazzato col mondo intero.

Era quella l'immagne che tutti avevano di lui, e quel suo fascino anticonformista faceva sospirare mezza componente femminile della scuola, delusa dal fatto che, al contrario di quanto si potesse credere, Matt non si era mai comportato da classico stronzo con l'unico obiettivo di farsi tutte le ragazze del circondario, ma aveva dimostrato sempre una certa selettività e serietà in quel campo, pur avendo avuto le sue storie più o meno serie, come tutti del resto.

«Che sfortuna, dovevo capitarci proprio io? Che tempismo di merda!» si lamentò Christie, imbronciandosi, Jessica nascose strategicamente un sorrisetto divertito dietro un fazzoletto.

«Mi dispiace cara, non si può avere tutto dalla vita!» mise il dito nella piaga la bionda, dandole una leggera pacca sulla spalla.

«Comunque è davvero strano! Possibile che noi non abbiamo mai visto questa fantomatica ragazza? Dovranno pur incontrarsi in qualche modo! Non mi pare che lui abbia portato qualche ragazza nuova nel gruppo, ultimamente...tu Jess ne sai qualcosa?» chiese Pam alla sua amica, Christie si voltò verso di lei, attendendo impaziente una risposta.

Si era presa una cotta davvero seria per Matt e, doverci rinunciare perché una misteriosa ragazza fantasma, che tra l'altro nessuno aveva mai visto, si era presa il cuore del bel biondo, la faceva innervosire parecchio.

Che Jessica lo stesse coprendo e invece fosse ben al corrente di tutto?

Non si fidava di lei, sia perché era l'ex di Matt, sia perché le sue reazioni erano fin troppo tranquille e pacate, come se non si meravigliasse di nulla.

«Ve l'ho già detto, ne so quanto voi! Matt è un tipo molto riservato quando si tratta della sua vita privata!» asserì, senza distogliere lo sguardo dalla sua coppa, ormai quasi alla fine, purtroppo.

«Uffa, eppure io sono curiosissima di scoprire chi è questa stronza fortunata!» ribadì Christie, che pareva proprio non arrendersi all'idea di archiviare quella sbandata e mettersi l'anima in pace.

«Perché non indaghiamo un po'? Sarebbe divertente e poi anche io sono curiosa...Matt non è certo tipo da innamorarsi della prima che capita e qualche sano pettegolezzo non ha mai fatto male a nessuno, che ne dici, Jess?» propose Pam, mentre Christie fremeva sulla sedia all'idea di togliersi lo sfizio di vedere che faccia avesse la sua rivale per capire se poterla battere in bellezza o classe o semplicemente per poterci fare un paio di battute maligne insieme alle amiche.

«Spero che voi stiate scherzando! Che diavolo vorreste fare, pedinarlo? - sbottò schifata, ma quando notò le occhiate colpevoli che si scambiarono le due ragazze, spalancò la bocca ed ebbe voglia di sprofondare – cazzo, non mi direte di averci pensato sul serio? Pam, non abbiamo più sedici anni da un pezzo! Queste cose le facevamo allora non adesso, e poi Matt non se lo merita! É davvero scorretto, soprattutto da parte tua, dovresti essergli amica e non tramargli contro!» ribattè seccata e anche molto infastidita dopo aver intuito le cattive intenzione di quelle due.

Se solo quelle sconsiderate fossero entrate in azione avrebbero potuto fare una bella frittata e provocare più danni di una bomba nucleare.

«Non lo pedineremo, tranquilla! Lo dicevamo tanto per dire!» si giustificò subito Pam, che in effetti non voleva comportarsi male nei confronti del suo amico e pareva essere di colpo rinsavita, mentre Christie sbuffò, visibilmente delusa.

«Bene, e tu Christie, faresti meglio a lasciar perdere, te lo dico da amica, fidati! Finiresti solo per starci male!» le consigliò, ottenendo come riposta un sorriso falsissimo che non la fece per nulla stare tranquilla.

L'argomento venne dirottato rapidamente verso altri temi ma Jessica segnò in mente di dover stare attenta a quelle due, che non gliela raccontavano giusta e potevano trasformarsi in mine vaganti, pronte a fare un danno più grande di quanto immaginavano.

Pur se inevitabile, non sarebbe stato il momento giusto fare venire fuori quella storia così presto e in quel modo brusco e Jessica non voleva ritrovarsi davanti un Matt distrutto e sconfitto dall'ennesima delusione nella vita.

Forse avrebbe dovuto chiedere il supporto di quell'antipatico di Luke, per quanto odiasse farlo.

Finì il suo gelato, pensierosa e tesa, poi con una scusa riuscì a sganciarsi dalle due ragazze e lasciare quel tavolo, attorno al quale, quella sera, ne aveva già sentite abbastanza da farle venire l'orticarie.

 

 

Novembre era già iniziato da qualche giorno, i maglioni erano stati ormai tirati fuori dal fondo dell'armadio e il cielo, spesso grigio e piovoso, contribuiva come sempre a rendere gli animi più malinconici e spenti.

Non erano giorni facili per chi soffriva di metereopatia e si fondeva col clima circostante, diventando un tutt'uno con il vento, le foglie secche e il freddo, che cominciava a intrufolarsi nelle ossa e a far congelare e arrossare il viso.

Era proprio una di quelle serate uggiose, quando Ashley si decise a chiudere il libro sul quale era china da tre ore e a sollevare finalmente la testa prima che il suo collo decidesse di presentarle il conto il giorno dopo, con dolori fastidiosi.

Si sgranchì le braccia, stiracchiandole verso l'alto, poi abbandonò la sedia e diede una rapida occhiata alle goccioline di pioggia che si infrangevano sui vetri della finestra.

Non si stava consumando un acquazzone tremendo ma il paesaggio fuori appariva lo stesso deprimente.

Ashley sospirò, si strinse nel maglione largo e continuò a osservare le strade bagnate e i pochi passanti che lottavano con il vento e gli ombrelli.

Il suo umore risentiva ancora dei postumi di quel sabato sera di circa una settimana prima e non si era ripresa del tutto dai pensieri che la tormentavano costantemente da quando aveva visto Matt insieme a quella Christie e aveva realizzato che quell'immagine la faceva stare male e al contempo poteva essere la sua unica via d'uscita.

Non faceva altro che pensare a lui, alle parole di Melissa e al fatto che la situazione poteva complicarsi improvvisamente se avessero dato spazio a sentimenti pericolosi.

Quelli di lui, quelli che invece provava lei, si confondevano gli uni con gli altri in un mucchio indistinto nel quale non riusciva più a trovare il capo della matassa per venirne fuori, al pari di una Arianna moderna che ha dimenticato di portarsi dietro il filo per uscire fuori da un intricato labirinto.

Non sentiva Matt da almeno una settimana, un po' perché si era dedicata anima e corpo alle lezioni e allo studio, in vista degli esami, un po' perché aveva paura di sentirlo o guardarlo negli occhi e scoprirci le stesse cose che Melissa era stata capace di leggere con solo un paio di occhiate.

Decise che per quel giorno si era torturata abbastanza le meningi e sentì il bisogno di stare in compagnia.

Uscì dalla stanza e trovò le sue coinquiline tutte in cucina, ad eccezione di Beth che era a casa del suo ragazzo.

«Ashley, sei arrivata giusto in tempo, ci stavamo preparando una cioccolata calda, oggi è proprio la giornata perfetta!» la informò Michelle, con moderato entusiasmo, in piedi davanti ai fornelli, voltandosi appena verso di lei mentre Colleen le dava una mano con le bustine di cacao.

«Già, è vero» rispose Ashley, lanciando un'occhiata attenta alla castana, che trovò leggeremente più fredda nei suoi confronti.

Doveva aver saputo da Terence del suo rifiuto e, anche se non poteva accusarla di non aver accettato i sentimenti del fratello, di certo non doveva essere rimasta felice dalla notizia.

Probabilmente, si era già immaginata Terence laureato e anche fidanzato con la ragazza di cui si era innamorato, il tutto senza intoppi o problemi, l'ennesimo trionfo di una lunga serie, e quella sconfitta, seppure insignificante, in fondo, doveva averla amareggiata, come se avesse macchiato un percorso altrimenti liscio e senza ostacoli.

Sembrava davvero averla presa peggio del diretto interessato per colpa del suo dannato orgoglio ed Ashley non aveva ancora avuto modo di confrontarsi con lei, visto che non erano mai riuscite a beccarsi da sole.

Melissa, in compenso, le rivolse un sorriso gentile e la invitò con un cenno del capo a prendere posto accanto a lei.

Quando tutte le tazze furono ben disposte e loro quattro accomodate, l'atmosfera parve tornare quella di sempre, chiacchiere, risate, e qualche aneddoto del passato.

Finchè Colleen non decise di prendere un argomento inaspettato.

«Ragazze che ne dite di spettegolare un po'? Io sono appena venuta a conoscenza di un gossip piuttosto interessante!» iniziò la rossa fuoco, attirando l'attenzione delle presenti, che sollevarono i nasi dal dolce profumo della cioccolata.

«E quale sarebbe?» chiese Michelle, sporgendosi in avanti in direzione della cugina.

Colleen fece un ghigno, poi si drizzò sulla sedia e schiarì bene la voce.

«Pare proprio che quello stronzo di Matt si sia preso una cotta di quelle potenti per una misteriosa ragazza!» rivelò poi, facendo pietrificare Ashley, che solo per miracolo non fece cadere il cucchiaino per terra.

«E tu come lo sai?» domandò Michelle, con la fronte contratta e un'espressione di sdegno sul viso.

«Beh, la sorella di una mia collega le ha raccontato che una sua amica è stata appena scaricata da lui! Pare che questa ragazza avesse cercato in tutti i modi di conquistarlo, e che una sera, nonostante fossero soli e lei l'avesse esplicitamente invitato a salire a casa sua, Matt abbia rifiutato con freddezza, senza nemmeno dare una motivazione!» continuò Colleen, prendendo un sorso dalla tazza.

Ashley deglutì a vuoto, la testa le girò, era attraversata da un tremore che sperava non si vedesse all'esterno e il cuore le batteva all'impazzata.

Che significava che Matt si era innamorato di una ragazza misteriosa? Come facevano ad affermarlo con tanta sicurezza?

Poi provò a calmarsi: magari non si trattava di lei, anzi, perché diavolo doveva avere la presunzione che fosse proprio lei la ragazza di cui parlavano?

«Magari non era il suo tipo!» azzardò Melissa, dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata ad Ashley, che aveva smesso di bere e, bianca come uno spettro, stava con lo sguardo basso e fisso, quasi fosse caduta in catalessi.

Il suo comportamento non faceva altro che alimentare i suoi sospetti che tra lei e Matt ci fosse più di qualche sguardo e una presunta litigata per strada.

«Ragazze, si trattava della tizia che era con lui due sabati fa! Non so che parametri avete voi, ma io la considero una bella ragazza, anche piuttosto al di sopra della media!» chiarì Colleen e la sua frase spezzò ogni dubbio di Ashley.

Matt aveva respinto Christie, nonostante gli avesse praticamente offerto tutta la sua mercanzia quella sera, mentre solo qualche ora prima aveva invece tenuto stretta e baciato proprio lei, che era poi scappata a rifuguarsi dalle sue stesse debolezze.

Avrebbe dovuto esserne felice e, in effetti una parte dentro di sè provó un'insolita sensazione di piacere a quella notizia ma...contemporaneamente, un altro pezzo della sua coscienza si incrinò quando realizzò che Matt, con quel suo comportamento irrazionale, stava mettendo a rischio tutta la sua copertura.

Quanto tempo ci avrebbe impiegato la macchina del pettegolezzo dilagante a scoprire l'identità di quella fantomatica ragazza?

Qualcosa comunque non le quadrava, Colleen parlava con troppa sicurezza e non si spiegava come potessero trarre la conclusione di un suo presunto innamoramento solo da quella vicenda.

«Come fai a dedurre da un rifiuto che ci sia dell'altro dietro?» trovò il coraggio di chiedere, impegnandosi per non fare trapelare nessuna emozione e stringendo lievemente i pugni sulle ginocchia, nascosti sotto la tavola.

«Tesoro, tu sei nuova qua, ma io e Michelle conosciamo Matt fin da quando era uno scricciolo pestifero di 5 anni. Può essere un bastardo quanto vuole, ma qui abbiamo tutte gli occhi, è obiettivamente un gran bel ragazzo e non ha mai disdegnato approfittare dei doni che madre natura gli ha fatto per avere qualche storiella senza futuro. Di una cosa però puoi stare certa: quando si innamora o è fidanzato è la persona più seria del cosmo, non ha mai tradito e non guarda nessun'altra ragazza, nemmeno se quella decide di strisciargli ai piedi e nemmeno se si tratta di Miss Universo in persona. Noi lo sappiamo bene perché Michelle, ai tempi...» fece per raccontare, ma la diretta interessata ruppe il suo discorso, battendo forte la tazza sul piatto e facendo sussultare tutte.

Colleen si bloccò all'istante, assunse una faccia mortificata e si morse la lingua per essersi lasciata trasportare troppo dai ricordi e non aver considerato che a sua cugina quella storia bruciava ancora nell'orgoglio.

«Colleen, è degradante parlare ancora di quell'impiastro e sinceramente questo discorso mi annoia. Sì, ok, Matt è sempre stata una persona fedele e tutto ma...nella vita si cambia e i suoi voltafaccia li conosciamo molto bene, quindi non mi stupirei se si stessero tutte sbagliando! E poi non me ne frega un accidente di quello che fa, per me può benissimo sbattersi chiunque. Spero solo che stavolta trovi qualcuna che lo umili e lo faccia soffrire come lui ha sempre fatto con gli altri» sibilò, carica di odio e con i lineamenti dolci del viso improvvisamente tesi e rigidi.

Ashley strinse le mani ghiacciate attorno alla tazza, ma nemmeno il calore che la ceramica emanava riuscì a scaldarle.

Aveva freddo e difficoltà nel muoversi, si sentiva come paralizzata e la sua mente non faceva altro che pensare alle parole di Colleen e al loro significato.

Se davvero Matt si comportava così quando provava dei sentimenti veri, perché aveva fatto sesso con lei nemmeno un mese prima?

Possibile che si fosse innamorato di qualcuna dopo quell'episodio?

O forse, ancora peggio, avrebbe dovuto trarre la semplice conclusione di essere lei stessa la prescelta, dato che pareva l'unica ad avere avuto contatti intimi con lui nell'ultimo periodo.

Ripensò alla loro conversazione su Christie e a come lui avesse negato di provare attrazione per la sua spasimante, per poi baciare Ashley subito dopo quella confessione.

Se la logica, come la matematica, non era un'opinione, i fatti accaduti e il comportamento del biondo non potevano che portare alla conclusione che Matt si fosse innamorato proprio di lei.

Per gli altri questa ragazza non aveva un volto ma Ashley sapeva quello che andava avanti tra loro da qualche mese ed era quindi l'unica a poter azzardare un'ipotesi sull'identità della sua cotta.

Perché baciarla, persino sulla scala nel retro di quel locale rumoroso solo una settimana prima, perché farci sesso e continuare a cercarla se, come affermavano le altre, fosse esistita una ragazza da qualche parte per la quale lui provasse dei sentimenti forti che gli impedivano di concedersi una nottata piacevole in compagnia di una bella e disponibile fanciulla?

Se a ciò si aggiungeva anche il fatto che Matt le aveva rivelato di aver interrotto ogni rapporto che non fosse solo amicizia con la sua ex Jessica, tutti quei ragionamenti avrebbero avuto un senso logico solo se quella ragazza ignota fosse proprio lei.

Sembrava un'equazione ben combinata che poteva avere soluzione solo se l'incognita avesse avuto il suo nome.

Di colpo si sentì esposta e vulnerabile sotto gli occhi delle sue amiche che, inconsapevoli di tutto, non potevano sapere di avere lì davanti proprio l'oggetto misterioso della loro conversazione.

Ashley sbandò, per un attimo ebbe l'impressione di svenire.

Un'ondata di calore la invase al pensiero di Matt, di ciò che poteva provare nei suoi confronti, di come quello avrebbe cambiato le cose fra loro e di quanto, forse, quei sentimenti erano già corrisposti, ma venne subito sostituita dal gelo quando la rossa si rese conto che il comportamento rispettoso e corretto di quel ragazzo, avrebbe paradossalmente potuto cacciarli in guai seri e rovinare per sempre ciò che Ashley aveva lentamente costruito in quei mesi.

La sua tranquillità, l'amicizia di coloro che l'avevano sostenuta quando non aveva nulla.

Era pericoloso, troppo, e li esponeva a rischi madornali.

Già Melissa aveva avuto qualche sospetto e di lì a poco, se queste voci si fossero sparse, forse il segreto che lei aveva sempre considerato in una botte di ferro, avrebbe finito per disperdersi come fumo al vento.

Non poteva finire così, doveva scoprire la verità e doveva farlo presto, non c'era più tempo da perdere.

Sorrise distrattamente alle amiche, che nel frattempo avevano cambiato discorso e dimenticato presto quello precedente che, al contrario, a lei era rimasto attaccato addosso come una piovra che voleva strangolarla.

Solo Melissa rimase in silenzio, a lanciarle qualche sguardo discreto ogni tanto, con un dubbio nel cuore e la paura che potesse essere reale.

 

 

«Devo parlarti» affermò gelida Ashley, in piedi davanti alla porta dello studio di Matt.

Aveva percorso l'intero tragitto terrorizzata di poter essere vista, incappucciata per nascondersi e col cuore in gola.

 

Era ridicolo dover conciarsi in quel modo per vederlo, ma purtroppo era stata costretta a farlo dopo gli ultimi sviluppi.

Matt la fissò meravigliato e sorpreso da quella visita inaspettata e, dal tono duro della ragazza, capì che non prometteva niente di buono.

«Entra» le disse, facendole cenno col braccio, mentre lei varcava la soglia e vacillava un attimo nel rivedere quel tavolo, che nel giro di una frazione di secondo, le fece esplodere nella mente ricordi ormai indelebili nella sua memoria.

Non entrava in quel posto da 'quel giorno' e non potè fare a meno di rivivere come un deja-vù tutte le sensazione passate.

Con una punta di imbarazzo, cercò di non far trasparire nulla, mantenne un'aria composta e indifferente, si tolse la sciarpa e il cappotto e rimase al centro della stanza, col viso basso e le braccia strette al petto.

«Puoi sederti» la invitò Matt ma Ashley scosse energicamente la testa.

«Non c'è bisogno, ti faccio perdere solo qualche minuto» rifiutò, fredda come prima ma meno sicura.

Matt le lanciò un'occhiata preoccupata, poi si sedette e aspettò in religioso silenzio.

«Si può sapere perché non vai più a letto con le altre?» gli chiese di getto, come un fulmine a ciel sereno che investì Matt in pieno, facendolo quasi cadere dalla sedia, indeciso se ridere o prenderla per pazza.

Ma cosa avevano tutti in quel periodo? Prima Jessica e ora Ashley.

«Scusa, puoi ripetere? Credo di avere capito male. Anzi lo spero» precisò lui, facendole intuire che aveva sentito più che bene le sue parole ma che evidentemente le trovava assurde.

Ashley prese un lungo respiro, cercò di farsi forza e continuò imperterrita.

«Hai capito bene, voglio sapere perchè non frequenti più nessuna! In giro si dice questo e...non è normale, voglio sapere qual è il motivo» ripetè, facendogli strabuzzare gli occhi.

Matt contrasse le sopracciglia, poi non potè più trattenere una risata.

«Cioè, fammi capire. Saresti venuta fin qui solo per chiedermi come mai non faccio sesso? - le chiese, facendola arrossire miseramente senza possibilità di ribattere, quando si rese conto che quella domanda risultava davvero ridicola e fuori luogo – senti, Ashley, mi lusinga molto il fatto che tu ti preoccupi per la mia vita sessuale, è davvero premuroso da parte tua ma...ti assicuro che va tutto bene, puoi stare tranquilla» tagliò corto Matt, voltandosi e riprendendo a lavorare al computer.

«No che non va bene! Non capisci? Hai rifiutato Christie e...adesso lo sanno tutti e...pensano che ci sia altro sotto!» provò a spiegargli, senza parlare esplicitamente di sentimenti.

Matt si fermò, cominciò a intuire quali fossero i reali motivi di quella visita, scese dallo sgabello e stavolta si avvicinò ad Ashley con passo felpato, sollevandogli con due dita il mento, che si ostinava a tenere basso, per poterla guardare in viso.

Ashley sussultò, lui notò che tremava come una foglia, la scrutò apertamente coi suoi occhi taglienti poi sorrise.

«Quindi sei venuta qui solo per chiedermi di scoparmi le altre? Dovrei farlo per allontanare i sospetti da te, non è così? Mi stai davvero chiedendo questo?» incalzò Matt, sempre più sconvolto, facendo crollare tutti i suoi nervi saldi e i tentativi di rimanere lucida e razionale.

Di colpo realizzò quanto fosse idiota quella richiesta e quanto stesse cadendo in basso per salvarsi da lui, dall'unica persona che invece rappresentava la salvezza per lei.

Un paradosso bello e buono.

«Io non...non intendevo quello...volevo solo sapere perché...» balbettò senza controllo, ora che il viso di Matt sembrava così serio, deluso.

«Allora Ashley dovresti essere sincera, con me ma anche con te e farmi la domanda giusta. Non sei venuta per chiedermi di andare con le altre solo perché hai paura che possano scoprirci e nemmeno perché sei preoccupata per le mie abitudini sessuali...quello che vuoi sapere davvero è perché sia successo solo con te..» riformulò la questione abilmente, lasciandola indifesa di fronte alla realtà, quella che pensava di poter seppellire in fondo al suo cuore ma che lui puntualmente tirava fuori con estrema facilità.

Ciò che la tormentava era capire la natura dei sentimenti che Matt poteva provare per lei e, contemporaneamente, aveva l'enorme terrore di scoprire che fossero gli stessi che anche lei sentiva nei confronti del biondo.

«É successo solo una volta...e non si ripeterà» obiettò glaciale, tremando, con le braccia tese lungo i fianchi e la postura rigida.

«Lo so, ha colto alla sprovvista anche me, cosa credi? Ma non ti preoccupa solo questo, il sesso è solo una minima parte. Quello che ti spaventa sono i baci, le carezze, i momenti in cui ci abbandoniamo l'uno all'altra, in cui ci spogliamo delle nostre difese...non hai paura di Terence o di Michelle, o per lo meno, non solo di loro. Hai paura di me e di te insieme, hai paura di quello che si scatena quando siamo vicini...hai paura perché non sai come controllarlo e soprattutto, hai paura di chiedermi la cosa più terrificante di tutte» concluse con tono enigmatico, ad un passo dalle sue labbra senza però sfiorarle, con i rispettivi respiri che si carezzavano.

Ashley boccheggiò, messa a nudo dalla verità: aveva paura di sè stessa, più che di ogni altra persona o cosa al mondo, paura di quei sentimenti, paura di affidarsi di nuovo a un altro essere umano e di finire spezzata come le ultime volte.

Paura.

«Ti sbagli io...voglio solo che...questa cosa tra di noi non venga mai fuori e...» provò debolmente a difendersi ma ogni suo sforzo venne spazzato via dalla voce di Matt, calma e diretta.

«Sarebbe davvero così grave se noi due ci amassimo?» le domandò senza nessun preavviso, ponendo la domanda vera, l'unica giusta e che contava, quella che lei camuffava dietro ad altre meno rilevanti.

Era tutto riassunto lì, in poche parole e la colpì peggio di un proiettile dritto in petto.

Forse adesso avrebbe avuto bisogno della sedia che lui gli aveva gentilmente offerto all'inizio, quando ancora l'aria tra loro non era stata inquinata dai toni duri e dalle frasi pungenti.

Era sull'orlo di un pianto, lui le stava quasi confessando i suoi sentimenti in quel modo un po' contorto e lei non sapeva che fare, era bloccata dalle incertezze, dai sensi di colpa e da sè stessa.

«Certo che lo sarebbe, è...impensabile...impossibile» sussurrò, con la bocca secca e il poco fiato che i polmoni le offrivano.

Le mancava l'aria, sapeva che quello assomigliava sempre più al loro disastroso addio ufficiale e lo stava accettando passivamente, da brava debole quale era.

A quell'età e dopo tutto ciò che aveva subito, quanto tempo ancora le serviva per crescere?

«Bene, allora puoi stare serena. Io non sono innamorato di te» dichiarò Matt, con un tono gelido e un'espressione così distaccata e lontana da quella che era solito rivolgerle, che Ashley parve sentire chiaramente il rumore del suo cuore che si spaccava in più pezzi.

Raccattò il cappotto, si rivestì in fretta nel silenzio più totale mentre Matt le dava le spalle, annientato da quel dolore che si era ripromesso di non dover più provare.

Lei non potè vedere i suoi occhi azzurri velati dalla tristezza e dalla delusione quando aveva capito di doversi rassegnare a cancellare quella ragazza dalla sua mente e, cosa più difficile, dal suo cuore.

«Perfetto» disse Ashley, lapidaria.

Non capiva come riuscisse ancora a parlare, a portare avanti quella messinscena falsa e arida.

Non avrebbe più rivisto il viso di Matt o accarezzato i suoi capelli, sentito le sue braccia consolarla o quella voce scanzonata colpirle piacevolmente le orecchie e stava succedendo così in fretta da non lasciarle tempo di realizzare del tutto.

Compì gli ultimi passi in quella stanza, teatro di innumerevoli attimi intensi tra loro e, adesso, anche dell'ultimo, il più crudele.

Strinse la sciarpa al collo, e si sentì mancare il fiato anche se il nodo era largo.

Fece per aprire la porta ma le arrivò l'ultima coltellata da quel ragazzo che così ingiustamente aveva ferito quel pomeriggio, a tradimento, senza nemmeno avvertirlo o dargli tempo per prepararsi.

«Ah, non preoccuparti più per il tuo segreto, stasera stessa andrò a divertirmi un po' con qualcuna, visto che ci tieni tanto, così queste voci spariranno, nessuno sospetterà più nulla e tutto tornerà com'era prima, com'è sempre stato.» ebbe cura di informarla, mentre le lacrime riempivano gli occhi di Ashley e nessun suono riuscì più a uscire dalla sue labbra, spaccate dal freddo e dal nervosismo, e sanguinanti, come tutta la sua anima.

Se lo meritava.

Si meritava quella cattiveria e non poteva essere più giusto.

Aveva toccato il fondo, era stata stronza e vigliacca con l'unico ragazzo che l'avesse aiutata a capirsi, a uscire dal tunnel che aveva scavato da sola in quei mesi terribili e che adesso meritava di crollarle addosso e schiacciarla per sempre.

Vile e codarda, non c'erano altri termini per definirsi e si odiava dal profondo del cuore.

Aprì la porta e scappò via, il viso ormai allagato di rivoli salati e l'impressione di aver buttato alle ortiche la cosa più preziosa che le fosse capitata in quei mesi.

 

  
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