Anime & Manga > HunterxHunter
Segui la storia  |       
Autore: shinigami di fiori    02/09/2017    2 recensioni
Quando Gin arrivò sull'isola portava te in braccio...Eri piccolissimo.
Ci chiese di occuparci di te.
Non potevo lasciarti nelle sue mani, così decisi di prenderti con noi.
Provai a chiedergli di tua madre ma mi disse che si erano separati.
Per questo noi...
Non sappiamo nulla di tua madre...
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Freecss, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Restrizione…Hai detto-?
Netero chiuse gli occhi, sorseggiando il suo te.
-Mi stai dicendo…-Gin si sollevò piano, osservando l'anziano.
-Mi stai dicendo che...Che Alva potrebbe salvarsi-? Chiese.
C'era una punta di sollievo nella sua voce, come se avesse dovuto sorridere da un momento all'altro.
-Freecs...Non farti un'idea sbagliata-
Gli occhi di Gin si oscurarono improvvisamente.
-Una restrizione...Non è mai nulla di buono-
Improvvisamente due uomini si fecero largo nella stanza.
-Signor Presidente...Il Cavaliere…-
le pupille di Gin si rimpicciolirono.
-Ohi...Vecchio...Cosa significa…-?
Netero sudò, ghignando.
-Avevo detto di tenermi monitorato sulle condizioni del Cavaliere…-
-Cosa…Cosa significa…-?
-è successo...Alla fine…-
I due uomini si fissarono.
-Presidente...Il Cavaliere dell'alba è morta-.
Gin si sentì morire...Sentì il mondo crollare addosso.
Era morta.
Quanti mesi aveva aspettato di sentire queste poche parole?
Era morta...Proprio come voleva.
Però.
-é morta...Tuttavia…-
Netero sollevò piano la testa, puntando lo sguardo sui due uomini.
-Tuttavia…-? Gin strinse i pugni.
Il più alto dei due si morse le labbra, ingoiando nervosamente la saliva.
-I parametri vitali sono assenti…Tuttavia...Tuttavia…-
Netero si sollevò dal divano, coprendosi con il proprio kimono posato poco prima sulla sedia.
-è uscita dall'ospedale- Aggiunse Netero.
Gin non ci stava più capendo niente.
-Non capisco...è morta si o no-? Chiese sbottando, prendendosi la testa tra le mani.
-Lo è...In tutto e per tutto se dovessimo parlare di un essere umano- Sorrise il Presidente.
-Ma lei...Lei non lo è mai stato-.
Gin si avviò verso la porta con veloci falciate.
-Dove hai intenzione di andare, Gin Freecs-? Chiese Netero, sistemandosi le mani nelle maniche.
Il giovane poteva anche essere confuso...Ma non era stupido.
-So quello che Alva vuole fare…Andrò da lei- Disse, chiudendosi la porta alle spalle.
Il silenzio avvolse la sala di quell'albergo, lasciandola calma e piena di quiete.
-S-Signore..-?
Netero scoppiò in una fragorosa risata.
-Questa non me la perderei per nulla al mondo, signori miei- Disse, portandosi una mano alla fronte divertito.
………………………………………………………………………………………
Primo piano:

-Chiamate tutti gli Hunter disponibili della città-!
I dottori correvano per tutto l'ospedale.
-Il paziente della camera 2088 è impazzito e sta seminando il caos all'interno dell'ospedale- Disse una ragazzina tirocinante, correndo per i corridoi.
Dei lunghi capelli ricci comparsero.
-Cosa…-? Rosaline era ferma all'interno dell'ospedale, immobile mentre tutti le correvano intorno.
-Rosaline-san-! Gridò Jina, raggiungendola.
-Che succede-?
-Non...Non riescono a tenerla ferma- Disse, spaventata.
Rosaline si morse le labbra.
-Non è ostile...Se nessuno si avvicina a lei non è interessata ad attaccare- Aveva detto, riprendendo fiato.
-Però...Ecco…-
Rosaline deglutì.
-Se qualcuno provasse a fermarla…-
………………………………………………………………………………………
Terzo piano:

-Merda...Che diavolo sta succedendo-?
Il terzo piano dell'ospedale era diventato una trincea: i lettini erano diventati dei muri di difesa dove i poliziotti appostati prendevano tempo fino all'arrivo degli Hunters.
-Signore...Altri due sono morti- disse un giovane stringendo la pistola tra le mani.
-Dannazione…-L'ufficiale si portò una mano al viso.
-Signore...è perché l'abbiamo attaccata…-Pianse il giovane, singhiozzando.
L'odore di sangue era sparso in giro per l'aria...La paura era palpabile.
La luce dell'interno piano andava e veniva, pulsando incessantemente accompagnata da rumori di neon fastidiosi.
Sul muro vi erano macchie di sangue fresco, odore di marcio e morte.
Tutti i poliziotti erano appostati nei corridoi, riparati da lettini e macchinari ospedalieri.
Il silenzio era inquietante.
-Non voglio morire...Signore-
L'ufficiale prese una sigaretta sui denti, accendendola ed inspirando una buona boccata di fumo.
-Anche non vorrei che questa fosse l'ultima sigaretta...Ma purtroppo…-
In mezzo all'enorme hall che collegava tutti i corridoi vi era la figura ignobile, putrida, perfida e causa di tutto quell'inferno.
I suoi capelli bianchi sporchi di sangue toccavano il pavimento, fluttuando e spazzolando l'aria.
Il corpo pallido, privo di sangue e calore.
Il viso fermo come un ritratto di marmo accompagnato da due occhi incapaci di vedere.
Intorno a lei una melma oscura e disgustosa si espandeva sul pavimento, arrampicandosi sulle pareti.
Dietro di lei la scia putrida della melma aveva segnato la stanza da cui era risorta.
Non vi erano reazioni nel suo viso...Puntava dritto come una statua costruita all'entrata di un cimitero.
-So di aver dimenticato il pacchetto in caserma- sorrise, uscendo dal suo nascondiglio e  puntando la donna con la piccola pistola silenziata.
Il dito accarezzò il grilletto, ma del sangue aveva già sporcato la parete.
………………………………………………………………………………………

Secondo piano:

-Jina, qualche notizia di Gin-? Chiese Rosaline mentre correva per raggiungere le scale che le avrebbero permesso di raggiungere il terzo piano.
-Non risponde al telefono…-Disse la ragazza, correndo al suo fianco.
-Dobbiamo avvertire la polizia di non attaccarla- Disse, arrivando ansimante alla porta del terzo piano.
Dopo un attimo di esitazione, entrò tutta d'un fiato, osservando il lungo e buio corridoio davanti a lei.
-Jina...Stiamo vicine- Sussurrò.
Rosaline chiuse gli occhi, lasciando che il Ten avvolgesse il suo corpo.
La sua energia vitale prese le sembianze di una grossa armatura di vento, trasparente e dinamica.
L'enorme corazza era come fatta formata da piccoli tornadi in movimento, impedendo persino ad una mosca di entrare.
Nella sua mano destra si manifestò un'ascia della stessa consistenza dell'armatura.
Era pronta.
Solo i corposi ricci fuoriuscivano dal particolare elmo.
Jina si concentrò, chiudendo gli occhi.
Il suo En si sprigionò come una forza bruta dal suo corpo, scuotendole i capelli.
-Ho avvolto l'interno palazzo...Non sento nessuna forma di vita qui al terzo piano che non sia la nostra- Disse, con un tono più serio del normale.
-Non abbiamo a che fare con una forma di vita a quanto pare- Disse, mentre la sua figura era alterata a causa dell'armatura di Nen.
Un rumore infondo al corridoi buio le fece trasalire, portandole entrambe sulla difensiva.
-Qualunque cosa accada...Non attacchiamola- Sussurrò Rosaline, portandosil'ascia davanti al viso.
Le luci pulsavano...Ma dal fondo…
-O...Ohi...Rosaline-san...Cos'è quell'affare-? Chiese Jina, abbandonando la sua posizione da combattimento.
Rosaline sudò freddo, allentando la presa sulla sua arma.
-Cos'è...Quella cosa-? Chiese la voce spaventata di Jina.
Rosaline indietreggiò appena, facendo perdere alla compagna più giovane ogni istinto combattivo.
Dal fondo, accompagnata dalla povera luce pulsante, una figura svestita e quasi bianca come la neve avanzava lentamente.
I capelli lisci e completamente dritti le davano un'aria mostruosa, il viso abbassato a fissare il terreno.
Al suo passaggio la melma oscura imbrattava l'ospedale, accompagnandola come un fidato compagno.
-Ro...Rosaline-san- Jina era terrorizzata.
La più grande riuscì a mantenere un briciolo di lucidità.
-Jina...Chiama Gin…-Sussurrò, notando la melma oscura dietro quel mostro muoversi in modo strano.
Quado il demone alzò appena lo sguardo, i lunghi rami di fango nero gettarono ai piedi delle due ragazze la testa di un commissario di polizia...Un ufficiale probabilmente.
Il rumore crudo e la scia di sangue fecero gridare Jina che, spaventata, di mise le mani ai lati della testa.
Gli occhi rivolti all'indietro e la bocca spalancata.
Il liquido scarlatto era ovunque.
-SUBITO-! Urlò, spingendo la compagna verso la porta e uscendo a sua volta.
Chiuse immediatamente la grande porta, vedendo per un'ultima volta quel viso stanco...Quel viso che, nella sua vita, aveva subito troppe ingiustizie.
Mentre le due porte si chiudevano, Rosaline vide le lacrime scure e putride della donna più bella che avesse mai visto.
Rosaline riuscì a capire...Capì che quello che la creatura si portava dietro, quello che scendeva dai suoi occhi...Era la sofferenza che in vita l'aveva portata alla disperazione più totale.
………………………………………………………………………………………….

-Stai andando all'ospedale, Gin Freecs-? Chiese Netero, correndo con maestria sui cornicioni che accompagnavano le strade, con le mani comodamente sistemate nel kimono.
-No- rispose semplicemente l'uomo, guardando in alto e vedendo un Dirigibile News sparpagliare notizie.
-Oh Oh- Sorrise il più anziano, osservando il giovane.
-So dov'è diretta…- Sussurrò, stringendosi al cuore il nastro con la voce di Alva e sistemandosi meglio lo zaino contenente il vecchio registratore.
Il suo telefono squillò.
-Pronto…-?
-Rosaline, Jina...State bene.-?
-Gin...I poliziotti sono tutti morti, non venire all'ospedale...Lei non è più qui- Urlò la donna.
-Lo so già, non sono diretto lì- rispose, sentendo in sottofondo gridi e urla.
-Noi stiamo bene...Non preoccuparti per noi e fa quello che devi fare- disse Rosaline, mentre alle sue spalle venivano curati i feriti e le ambulanze portavano via i corpi senza vita di poliziotti e giovani cadetti.
-Allora vi richiamo, a più tar…-
-GIN-!
Al giovane morirono le parole in gola.
-Non strafare, va bene? Qui aspettiamo tutti il tuo ritorno- sussurrò Rosaline, vedendo Jina stretta in un angolo con il viso affondato nelle gambe.
Gin sorrise.
-Che diavolo dici? È la mia compagna sai-?
Quando riagganciò, Netero lo stava osservando.
-Cosa c'è-? Chiese, osservando davanti a sé.
Netero lo imitò.
-Stavo...Pensando…-
I due correvano fianco a fianco.
-E se la sua Restrizione...Avesse qualcosa a che fare con quel nastro-?
Gin si voltò di scatto, senza fermarsi.
-Hai detto che il Cavaliere aspetta...Di essere riconosciuta come madre. L'unico modo in cui vostro figlio potrà mai riconoscerla...Sarà ascoltando quel nastro di cui mi hai parlato-
Gin spalancò gli occhi.
Il rumore dei loro passi veloci.
-Ho capito…-
Strinse il nastro a sé.
-Ho capito tutto...Alva-
………………………………………………………………………………………….

Il piccolo bimbo rideva e lanciava piccoli urletti, agitando le braccina per agguantare quei capelli bianchi che gli solleticavano il naso.
Il muro aveva un enorme foro.
La piccola clinica in cui era stato affidato Gon pullulava di bambini divisi in più stanze...Anche senza occhi, lei era riuscita a trovare quella che le interessava.
Era chinata con il busto in avanti ad osservare quel visino puro, allegro.
Dietro di lei le braccia oscure infettavano le pareti e i mobili, avvolgendo la stanza.
Gon rideva, osservando quegli occhi spenti.
Nell'angolo della stanza l'infermiera era paralizzata, letteralmente incapace di muoversi.
Piangeva e la paura sembrava averla fatta invecchiare di svariati anni, facendole perdere anche alcune ciocche di capelli.
Non aveva provato ad attaccare...Ed è per tale motivo che era ancora in vita.
Rimaneva rannicchiata a fissare quella scena, quei lunghi capelli bianchi che le facevano da mantello.
La culla era inclinata a causa della forza con cui la creatura si appoggiava.
Non poteva vedere il bambino...Ma sentiva la luce che il suo piccolo sorriso le stava donando.
Non era più umana.
Era mosso soltanto da Gon.
Non era più il Cavaliere dell'Alba...Solo un mostro mosso da uno sciocco ideale di madre.
Allungò una mano fredda verso il viso di Gon, portando l'indice sulla sua guanciotta paffuta.
Era bianca, fredda, morta.
Aprì le labbra da cui uscì una densa condensa.
Sentire il bambino così vicino a lei...Le fece riacquistare quell'ultimo atto di umanità.
L'ultimo della sua vita.


-G..G...o...Go…Go..n-.


Non era la voce di una madre.
Non era la voce di una donna.
Non era la voce di un essere umano.
Era cupa, sembrava quella di un mostro.


Il piccolo le aveva afferrato il luno indice privo di calore, giocandoci e ridacchiando.
I suoi rantoli vennero interrotti da un rumoroso respirare affaticato proveniente alle sue spalle.
Un uomo stava recuperando il fiato piegato sulle ginocchia.
Si sollevò, camminando verso la donna avanzando tra la melma oscura che infangava il passaggio.
Si bloccò, vedendo i capelli del mostro fluttuare e danzare piano, come cullati da una ninna nanna.



“Non ho nessuna intenzione di morire...Gin”




Il giovane strinse i denti e prese un respiro.
-ALVA-! Urlò.







-Angolo Autrice-
Ed eccomi di ritorno...*Cof Cof* dunque…
Alva ormai è un guscio vuoto mossa solo dalla volontà di essere riconosciuta come madre...Gin l'ha raggiunta finalmente, ma non è più la sua amata T.T
Non so quanti capitoli ancora prenderà, ma non sono molti.
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fino a qui dedicandomi parte del loro tempo, sia recensendo sia leggendo...Siete davvero gentili <3
Vi aspetto al prossimo capitolo, un abbraccio.
Alla prossima!
-Shinigami di fiori-



 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > HunterxHunter / Vai alla pagina dell'autore: shinigami di fiori