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Autore: not_clivford    02/09/2017    0 recensioni
STORIA INTERROTTA
Scende la pioggia su Miami, bagnando tutto ciò su cui si posa.
Scende la pioggia su Miami, creando pozzanghere nelle quali ci saltano i bambini e facendo diventare il terreno fangoso.
Scende la pioggia su Miami, bagnando le persone prese alla sprovvista che, senza ombrello, corrono alla ricerca di un rifugio.
Scende la pioggia su Miami, bagnando una giovane coppia che ha appena litigato, portando via, insieme al vento, le parole urlate e le lacrime versate.
Scende la pioggia su Miami e un'altra storia d'amore ha inizio, nata dal nulla, nata da un gesto casuale che ne farà parte fino alla fine di essa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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«Ti dico che mi sembrava strano.» ripeté Alexis per l'ennesima volta «Insomma, perché mai dovrebbe volere un appuntamento con me a tutti i costi?»
Alexandra alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
«Forse perché sei la sua ragazza?»
Alexis sporse il volto fuori dal box della doccia e guardò in cagnesco l'amica che la fissava annoiata.
«Non c'entra!» ripeté «Aveva tutto quel brio addosso, come se... come se... aaaah, dannazione, non so neanche io come!»
Lo scroscio dell'acqua si interruppe come Alexis allungò un braccio per prendere l'accappatoio che Alexandra le stava porgendo; poi, avvolta in esso, uscì dalla doccia portando così una nuovola di vapore.
«Ma come fai a farti la doccia così calda?» esclamò la rossa uscendo in fretta dal bagno.
Alexis non le rispose, e si diresse in camera sua per cambiarsi velocemente. Poi tornò in bagno e prese una spazzola per pettinarsi i capelli.
«Ti stai facendo troppe paranoie.» disse Alexandra con un tono di rimprovero «Quell'idiota sta provando per la prima volta la sensazione di stare in una relazione seria, lascia che faccia ciò un ragazzo dovrebbe fare con la sua fidanzata.»
Alexis riuscì a scorgere una nota di tristezza nella voce dell'amica, ma non riuscì a dire niente ché il citofono suonò facendole morire le parole in gola.
Alexandra borbottò un impacciato "Vado io", mentre Alexis prese a sistemare il bagno. Non aspettava nessuno a quell'ora, ma forse suo padre era tornato a casa prima. Si sorprese di trovare Thomas sull'uscio della porta.
«Jay? Che ci fai qui?» chiese Alexis dopo averlo salutato. Aveva iniziato a chiamarlo "Jay" dopo che lui si era dimenticato di scrivere il suo cognome intero in una verifica di inglese, limitandosi a mettere la prima lettera del suo cognome, dopo il nome, così le era venuto naturale iniziare a chiamarlo così, di tanto in tanto.
«Hai dimenticato questo da Brown.» rispose lui porgendole il suo portalistini con al suo interno vari spartiti.
«Ah, grazie non me n'ero accorta. Vuoi qualcosa da bere?»
«Beh, ecco, dovrei andare...»
«Siediti e non rompere le palle.» disse Alexandra dalla cucina «Ti farò assaggiare il tè che viene preparato secondi i metodi della famiglia Scott di generazione in generazione!»
«Manco fossi una degli Armstrong...» commentò Thomas a bassa voce.
«Che hai detto?»
«Niente! Oggi è proprio una bella giornata, eh?»
Alexandra lo guardò storto, per poi tornare alla preparazione del suo famoso tè. Alexis lo odiava, ma non glielo avrebbe mai detto.
«Stavo pensando» disse Thomas rompendo il silenzio che iniziava a diventare pesante «Già che ci siamo potremmo provare il nostro pezzo, no? Ho dietro lo chitarra...»
Alexis soffocò una risata.
«Te la porti sempre appresso? »
«Certo!»
I due risero, poi la ragazza andò a prendere la sua chitarra e si sistemò sul divano, di fianco a Thomas. Mentre lei la accordava, lui tirava fuori dalla sua borsa alcuni fogli, lasciando che uno gli cadesse per terra senza che lui potesse accorgersene.
«Ho fatto qualche modifica.» avvisò il ragazzo prima che i due iniziassero a suonare «Non è cambiato molto. In realtà ho solo cercato di dare un po' più di carattere alla seconda chitarra, facendola andare per qualche battuta sullo stesso piano della prima, niente di che...»
«Cerchi sempre di non lasciare indietro nessuno, vero?» disse Alexis, quasi sussurrando.
«Come?»
«Niente, lascia perdere.»
Come iniziarono a suonare, Alexandra urlò dalla cucina che il tè era pronto, ma non ricevette risposta da nessuno dei due. Col passare dei minuti, iniziò a spazientirsi un poco, così si decise a raggiungerli per dirgliene quattro, ma una volta arrivata in soggiorno non poté fare altro che ascoltare e ammirare i due ragazzi che stavano suonando. Aveva già sentito più di una volta uno studente della sua stessa scuola suonare qualcosa con qualsiasi strumento, ma non si era mai sentita così presa dalla musica come in quel momento. Alexis e Thomas, riuscivano a creare un'atmosfera magnifica, qualcosa di... indescrivibile. Era come se fossero stati fatti l'una per l'altro, come se fossero nati per suonare insieme, come se fossero due metà separate che, attraverso la musica, sono finalmente riuscite a ricongiungersi.
È Thomas il primo ad accorgersi di Alexandra, ma non accenna a interrompere la canzone. Ciononostante, è l'ultimo ad alzarsi, una volta finito il brano.
«Beh, bravi» si complimenta Alexandra «Bella canzone»
«No. No, per niente»
«Assolutamente no, ma grazie»
La ragazza di certo non si aspettava di venir riempita di ringraziamenti, ma, insomma, non era questa la reazione che si era immaginata.
Thomas, vedendo la sua espressione perplessa, scoppiò a ridere, per poi spiegarsi meglio che poté.
«Beh, vedi, adesso il suono non era pulito, le note erano staccate e c'erano altre cose da sistemare, ma il brano è completo. Ci sono alcuni passaggi da definire meglio e-»
«Sì, ok, va bene, non voglio sentire le vostre ipotesi da musicisti depressi. Bevete il tè, o si raffredderà»
Thomas prese la tazzina che gli porse Alexandra ringraziandola. 
Alexis gli lanciò un'occhiata che lui non riuscì ad interpretare, così, appena bevve il primo sorso, spalancò gli occhi, ricambiando lo sguardo dell'amica musicista.
«Allora? È o non è il miglior tè che hai mai bevuto?!» 
«Ehm, sì, è molto buono, davvero, complimenti!» rispose impacciato Thomas. Poi si rivolse ad Alexis «Posso usare il bagno?»
La ragazza rispose affermativamente e gli indicò la strada, poi cercò di bere il suo tè. Mentre si sforzava per non sputarlo addosso ad Alexandra - prima o poi le avrebbe dovuto dire che faceva veramente schifo - notò, con la coda dell'occhio, un foglio per terra, quello che, senza che nessuno lo notasse, era precedentemente caduto a Thomas. Alexis posò la tazzina sul tavolino posto di fronte al divano, sul quale stava ancora seduta, per prendere il foglio e vedere di cosa si trattasse. Era un foglio bianco, sul quale erano appuntate alcune note scritte con una calligrafia incomprensibile, e ogni tanto saltavano agli occhi dei piccoli pentagrammi con disegnate sopra cinque o sei note ciascuno. Il titolo "Studio No. 15" si leggeva chiaramente, al contrario del resto, e Alexis non ci mise molto a capire che era una canzone.
Alexandra provò a dare una sbirciatina ma non ci capise molto, così chiese all'amica:«Che è?»
«Una canzone» rispose Alexis «Ma non si capisce niente, è una calligrafia orribile»
Si sentì lo scroscio dell'acqua provenire dal bagno, così Alexis si affrettò a mettere al suo posto il foglio, che, il giorno dopo, dimenticò totalmente, e non ne ebbe più memoria fino a quando non sentì quella canzone venire suonata, molti mesi dopo.

 

~~~

HEY EVERYBODY!

È settembre, sono ancora nella merda con i compiti, ma come promesso sono tornata!
Questo capitolo si svolge immediatamente dopo il precedente, dal punto di vista temporale.
Buuuuut anyway, Alexandra è un po' triste, ma ci vorrà ancora un po' prima di scoprire cosa le sta succedendo.
Thomas è un fanatico che si porta la chitarra anche mentre va al cesso, ma fottesega, a noi piace così.
niente, per oggi è tutto.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
See ya!

   
 
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