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Autore: pink_pig    04/09/2017    0 recensioni
In un tempo lontano, in un mondo a noi sconosciuto, una donna nata bastarda, divenne Regina del proprio Regno, ma non si aspettò mai che suo marito, il Re, si innamorasse di suo sorella maggiore, ripudiando lei e uccidendo il loro figlio!
Prima di morire giurò che, se potesse rinascere, non sarebbe mai più stata una donna buona e generosa, non si sarebbe mai più sposata con un Principe e che non non sarebbe mai più diventata Regina.
Nella Casa del Primo Ministro, Weya rinaque nel proprio giovane corpo, con gli occhi pieno di odio e la bocca sete di vendetta.
La moglie di suo padre la voleva morta? Weya la spedì all’inferno.
La sorella maggiore fingeva di essere un angelo? Weya le strappò la bellissima pelle dal viso.
La sorella bastarda le creava dei danni? Weya la porterà alla pazzia.
Chi aveva cercato o che cercherà di renderle la vita difficile lei lo ripagherà dieci volte peggio, e dalla morte non riusciranno a scappare.
E così la strada verso la vendetta ebbe inizio.
Ps. Storia tradotto dalla lingua cinese. All'interno allegherò il link originale dell'autore.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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*002 La figlia abbandonata

 
________________________________________inizio capitolo___________________________________


Sotto la fioca luce della candela, Weya era sdraiata sul letto, ma non stava più dormendo, si era già svegliata e stava ascoltando le voci fuori dalla sua stanza.

Fuori dalla porta, la signora Cavallo disse a bassa voce: “Madre, forse dovremmo chiarmare qualcuno per visitare la Terza Signorina*, è pur sempre figlia della Casa Li, se ora muore…”

Quando la vecchia signora sentì queste parole, riservò uno sguardo freddo alla propria nuora e disse semplicemente: “Questa ragazza si crede davvero di essere una signorina, ma io ho sentito dire che è nata da una serva che lavava i piedi ai padroini, e poi lei è nata a febbraio, nel mese maledetto. La famiglia Li è un’importante famiglia, quindi non l’hanno uccisa ma solo mandata in campagna dai altri parenti, però la sua presenza fece ammalare gravemente la Madre di Casa e sua suocera, la Nonna di Casa. Questo non è la prova della maledizione? È per questo che l’hanno portata in un posto sperduto come il nostro!” disse la vecchia signora e sbuffò: “Secondo me non è solo maledetta, ma anche pigra! Tutte le volte che le tocca lavorare si finge malata. Peste!”

Quando Weya sentì queste parole, spalancò gli occhi e si guardò intorno. In questa stanza non c’erano molte cose, solo un tavolo quadrato, quattro sgabelli, una scatola porta oggetti e poi questa panca di legno che funge da letto.

Questo posto era… la sua mente si annebbiò, mentre fuori continuavano ma parlare.

“Quando era dai suoi parenti veniva servita dai servi, non ha mai sgobbato, oggi è solo scivolata nel foro del fiume ghiacciato, non si è ammalata apposta…” disse la nuora e le fece pena la ragazza: fuori si gelava e sua suocera l’aveva mandata al fiume per lavare gli indumenti.  

“Questa peste è una nullità! Quando una persona normale fa due passi, lei ne deve fare tre per raggiungerlo! Vederla far finta di essere malata mi fa arrabbiare, mi viene da sbatterla fuori di casa!” disse e guardò la giovane nuora: “So che ti fa pena, ma se provi ad aiutarla, sarai tu che dovrai andare a lavare i panni al fiume!”

“Sì madre, ho capito.” Disse la giovane signora Li abbassando il capo, senza aggiungere altro.

Cosa succede? Non sono morta?Perché sono sdraiata qui? Weya provò a muoversi ma era talmente debole che non riuscì a muoversi.

Voleva guardarsi in giro, capire meglio in che situazione era finita. Proprio ora la tenda appesa all’entrata venne spostata e in pochi secondi Weya si sentì tra le braccia sottili di una giovane donna.

“Bevi il brodo che ti sentirai meglio.”

Quando Weya riuscì a guardarla in faccia, rimase pietrificata, come se avesse visto un fantasma. La donna che aveva di fronte era… se non si ricordava male, questa contadina di vent’anni era la moglie del figlio maggiore della famiglia che l’ospitava quando era piccola. Ma questo com’era possibile? Weya dovrebbe esser morta avvelenata, perché aprendo gli occhi si ritrova davanti una persona conosciuta 23anni fa?

Weya ha sposato Zena quando aveva 16anni, otto anni dopo lui divenne Re, poi era stata rinchiusa nella Corte Fredda per ben dodici anni, quindi quando era morta aveva trentasei anni, ma la signora Cavallo è identica a 23anni fa. Impossibile!

Weya abbassò lo sguardo e si guardò le mani: erano piccole, magroline, bianche e lisce.

Non erano le mani di una 36enne, ma di una ragazzina! A questo pensiero, negli occhi di Weya comparve incredulità e paura.

“Cos’hai? Hai freddo?” chiese la donna e dalla sua voce si capiva che era sinceramente preoccupata. “Dovresti esser visitata da un dottore, ma mia madre…”

Weya guardò la ciottola fumante che aveva in mano la donna: emanava un odore strano, non si capiva cosa c’era dentro, ma gli occhi le si inumidirono lo stesso.

Se questo era un sogno, non vorrebbe mai più svegliarsi! Perché questo le faceva sentire come se fosse ancora in vita.

Prima che Weya potesse aprire bocca per rispondere, una persona entrò in camera a passo veloce e urlò contro la donna che tremò quando incrociò il suo sguardo.

“Cosa stai facendo qui? Passami la ciottola!”

La giovane signora si alzò subito in piedi e cercò di appoggiare sul tavolo la ciottola fumante, ma dalla fretta uscì un po’ di brodo dal bordo, scottandole le dita e bagnando il pavimento.

Vedendo la scena, l’ira della vecchia salì ancora di più, quindi prese la ciottola calda e la gettò contro la nuora: “Puttana! Ti ho detto che non le puoi portare da mangiare! Adesso non mi dai più ascolto? Non vuoi più rimanere in questa casa? Allora vattene e non farti più vedere!”

Con il viso scottato dal brodo, gli occhi rossi per il dolore la giovane donna senza dire una parola si piegò a raccogliere i frammenti della ciottola.

La vecchia signora Cavallo era uguale a come si ricordava: nei confronti degli estranei si comportava in modo scortese, nei confronti della nuova prepotente, sfruttandola come se fosse una bestia da lavoro.

Weya aprì bocca per aiutarla, ma la giovane donna scosse il capo prima che pronunciasse una parola. Se avesse parlato avrebbe solo peggiorato la situazione.

La giovane nuora era una donna gentile e docile, ma non agli occhi della vecchia, quindi la maltrattava tutto il giorno.

Weya strinse i denti, senza spostare lo sguardo dalla vecchia signora.

La contadina incrociò il suo sguardo freddo e un senso di  gelo le percosse lungo la schiena. Il suo cuore sobbalzò e le urlò contro: “Sei impazzita? Come ti permetti di guardarmi così?”

Weya non ebbe il tempo di riflettere sulla propria rinascita, di come possa esser tornata a quando aveva 13anni. Portò una mano al petto e, come si aspettava, trovò una collana con una pietra di giada e le si scaldò il cuore: le era stato dato da sua madre biologico alla nascita prima di lasciarla ai lontani parenti. Fino all’età di sette anni era stata accudita da una mama*, ma con il passare del tempo capirono che la famiglia Li non aveva intenzione di riportarla a casa, nella capitale, quindi la lasciarono a questa famiglia di contadini, dando a loro mensilmente dieci monete in argento* fino a sei mesi fa. La vecchia contadina era andata tre volte nella casa dei suoi parenti a chiedere i soldi, ma nessuno gliele voleva dare e da quel momento cominciò a trattarla come una lurida serva.

“Perché ti sei imbambolata, lurido verme?!” urlò la vecchia signora.

La collana di giada era l’unico bene che le aveva lasciato sua madre, la teneva sempre nascosta con sé per non farsi scoprire dalla vecchia, ma ora… Weya alzò il capo, con lo sguardo freddo, e un sorriso sornione comparve sul suo viso: “Zia, in questo periodo ti sei sempre presa cura di me ma non ti ho mai ringraziata. Ti regalo questa collana di giada.”

Se non si ricordava male, all’epoca la vecchia le rubò la collana un mese dopo, aveva cercato di riprenderselo ma non ci riuscì e venne addirittura picchiata. Poi, quando divenne la moglie del Terzo Principe, mandò le proprie guardie per riprenderselo ma la famiglia era già morta da tempo a causa di un’epidemia, quindi la collana venne persa per sempre.

“Così si fa! Brava!” sul viso della vecchia comparve un sorriso soddisfatto e prese la collana mentre la nuora fissò senza parlare la ragazzina, trovandola diversa, come se fosse una sconosciuta. Lei sapeva a quanto ci tenesse alla collana, l’aveva sempre nascosta, non l’aveva mai fatto ne vedere ne toccare a nessuno, e ora l’aveva regalato a sua suocera…

Non appena la vecchia prese in mano la pietra preziosa, il suo umore migliorò nettamente: “Per oggi lascia stare, rimani a letto a riposarti, ma domani dovrai continuare a lavorare.”

“Certo zia, domani mi alzerò a lavorare.”

La vecchia signora rimase sorpresa dall’obbedienza della ragazzina, aprì la bocca per dire qualcos’altro ma un uomo entrò nella stanza, si guardò intorno, e vedendo la solita scena ormai familiare, gli assalì la rabbia verso sua moglie ma cercò di reprimerlo, e guardò la madre cercando di sorridere: “Madre, cosa ti ha fatto arrabbiare? Vieni, oggi al mercato ho comprato un pezzo di stoffa da cucito per te, sembra quello delle signore della capitale, vieni a vedere!” disse e la portò via. Prima di uscire la vecchia rivolse uno sguardo alla propria nuora e disse: “Se ti vedo portarle ancora da mangiare, stai attenta alla tua pelle!”

Quando uscirono, le lacrime trattenute scesero sul viso della giovane donna. Le dispiace per la collana di Weya, ma la ragazzina scosse indifferentemente il capo. Sì, la collana era importante, ma in questa situazione doveva calmare la vecchia contadina. Ora gliel’aveva data, ma ha un mucchio di metodi per riprenderselo. Dato che era una vecchia furfante, Weya le strapperà la pelle strato dopo strato.


-----------fine capitolo---------

Spazio autrice:

la parte della maledizione portata è successo realmente: nel medioevo (impero cinese) c’era una principessa nata a febbraio, ed era considerata maledetta quindi la regina l’aveva lasciata allevare al proprio fratello, lontano dal palazzo reale, in campagna, ma arrivò la crisi e l’epidemia nel villaggio, quindi si diede la causa alla principessa.

 
Spazio traduttrice:
 
*Terza Signorina = terza figlia della Casa
*mama = tata, badante
*dieci monete di argento = una moneta in argento equivale a cento monete in rame, quindi sono tanti soldi.
 


 
  
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