Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Odhem    04/09/2017    0 recensioni
Un uomo si sveglia in una prigione e non ricorda niente, nemmeno il suo nome. Dovrà lottare con tutte le sue forze per ricordare e tornare libero.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VI

 

Ci svegliarono presto, non era ancora l'alba. Il letto d'erba era stato più comodo del previsto e mi ero svegliato riposato come non mai. Il capo delle guardie degli elfi ci raggiunse subito.

"Il re vuole parlare con il vostro capo", disse.

"Sono io".

"Bene, vieni con me".

Mi condusse verso il centro del villaggio dove c'era quell'enorme albero e mi fece segno di seguirlo su per le scale. Era piuttosto alto e arrivati in cima avevo il fiatone mentre l'elfo sembrava non avesse fatto nemmeno una scala.

Scostò una tenda ed entrò mantenendola con la mano per invitarmi a entrare. La casa era piuttosto grande. C'erano delle finestre con delle tende del solito colore verdognolo ma molto eleganti. Vi si trovavano anche delle sedute imbottite e in fondo alla stanza era seduto il re Adolamin: aveva i capelli lunghi e bianchi, lucenti ma non sembrava vecchio dato che non aveva neppure una ruga. Qualcosa, però, mi diceva che era il più anziano tra tutti. Sapevo bene che gli elfi vivono a lungo e guardandolo negli occhi capii che erano saggi come non avevo visto mai.

"Re Adolamin, questo è il capo dei ribelli che abbiamo trovato nella foresta sacra", disse l'elfo.

Il re mi guardò con attenzione per un bel po' poi disse:

"Tu devi essere Walkas. Ho sentito parlare di te e che sei riuscito ad evadere da Rockpeak".

"Come conosce il mio nome?"

"Sono poche le cose che non so e la foresta me le dice"

Non capii bene cosa volesse dire, pensai che doveva essere qualche magia che non conoscevo.

"Sono qui da tante generazioni e ho visto avvicendarsi tanti uomini che vivono in fretta e si sforzano per ottenere tutto quello che desiderano, spesso solo il denaro, e non rispettano le nostre tradizioni per esempio quando violano la foresta sacra".

"Mi dispiace non sapevamo che fosse sacra"

"Ora non preoccuparti, se siete sopravvissuti e siete qui davanti a me ci sarà un motivo. Se seguirete i miei ordini può darsi che avrete successo".

"Noi abbiamo già un piano".

"Si lo so ed è un piano sanguinario. Non mi piace molto ma è un buon piano. Ora veniamo al motivo per cui sei qui. Le mie guardie avrebbero potuto uccidervi ma abbiamo bisogno di voi. Uno dei miei figli si trova dietro le sbarre e voglio che lo liberiate".

Ricordavo di aver visto un elfo nella prigione, evidentemente era lui.

"Sarete accompagnati dai miei guerrieri fin vicino la prigione, poi potrete mettere in atto il vostro piano e riportarmi mio figlio. In cambio sarete ricompensati. Che ne dici Walkas?".

"Sua maestà, sono d'accordo, anche se non me l'avesse detto avevamo intenzione, comunque, di liberare tutti i prigionieri".

"Non dovete solo liberarlo, dovete portarlo qui da me e i miei uomini vi aiuteranno".

"Va bene, siamo d'accordo".

"È deciso, potete partire subito. Vi daremo dei cavalli. State attenti".

Gli elfi prepararono i cavalli per tutti noi.

Era da poco sorto il sole quando partimmo. L'aria era fresca e il cielo terso. Viaggiammo per tutto il giorno fino alla sera ma ancora non si vedeva la fine della foresta dove si trovava la prigione.

A un certo punto il capo degli elfi parlò:

"Allora, qual'è il piano che avete? Il re ha detto che è un piano sanguinario, vorresti spiegarmi?"

"Le guardie sono tutti traditori e devono pagare".

"Avete intenzione di ucciderli?", disse stupito.

"Loro non ci penserebbero due volti a farci fuori tutti"

"E come avete intenzione di combatterli? Anche con il nostro aiuto non potremmo mai farcela"

"Lo vedrai, è un piano quasi infallibile. L'ha ideato Shadak l'orco"

"Ora capisco perché è un piano sanguinario"

Noi eravamo una trentina tutti armati di arco e frecce e spada e gli elfi erano una ventina tutti ottimi tiratori, non potevamo fallire.

Gli alberi si erano fatti più radi e la luna si era alzata nel cielo, era quasi piena e potevamo distinguere il paesaggio anche senza l'uso delle torce o della magia.

Continuammo a viaggiare anche la sera fino a notte inoltrata, fino a che i cavalli ce la facevano e finalmente giungemmo al limite della foresta.

"Lasciamo qui i cavalli", dissi, "procediamo a piedi. Dobbiamo colpire stanotte mentre le guardie sono meno attente".

Shadak disse: "Forse è meglio che aspettiamo un altro po'. Poco prima dell'alba li troveremo sonnecchianti e avremo più possibilità di farcela".

"L'orco ha ragione. Poco dopo l'alba c'è il cambio di turno e quelli della notte li troveremo stanchi".

Ci avvicinammo al picco dove sorgeva la prigione e ci appostammo in modo da non poter essere visti. Aspettammo un paio d'ore. L'alba era vicina.

"Ora tutti bevano la pozione di invisibilità. Avremo circa un'ora di tempo."

Tutti bevemmo e dopo pochi minuti la pozione fece effetto. Ne avanzò un po' e la demmo ad alcuni elfi che dovevano coprirci le spalle.

I cancelli erano aperti, evidentemente non si aspettavano un attacco. Avevamo stabilito un segnale al quale dovevamo muoverci tutti insieme: uno di noi avrebbe fischiato.

Penetrammo nella fortezza e nascosti alla vista ci dirigemmo ognuno verso una guardia, alle loro spalle. Quasi tutte sonnecchiavano e quelle sveglie erano poco attente.

Poco dopo eravamo pronti ognuno con una guardia davanti.

Ci fu il fischio di Shadak, tutti estrassero le spade, con la mano sinistra tapparono la bocca alla guardia e con l'altra mano le tagliarono la gola. Le guardie caddero a terra senza emettere un lamento. Erano quasi tutte a terra quando udimmo un grido: un giovane aveva esitato. La guardia aveva visto tutti i suoi compagni morire con la gola tagliata senza un apparente motivo. Fece un passo indietro spaventato e urtò con il giovane ribelle che era alle sue spalle. Senza guardare estrasse la spada e colpì all'indietro. Per il ragazzo non ci fu niente da fare, gridò e poi si accasciò al suolo. La guardia era ancora stupefatta e non riusciva a capire quando una freccia, scagliata da uno degli elfi, lo colpì alla gola e si accasciò al suolo. Le guardie sulle mura e nel chiostro erano tutte morte ma ne arrivarono altre che evidentemente erano all'interno. Guardarono i loro compagni caduti e diedero l'allarme, un corno suonò. Tutte erano all'erta ma noi eravamo ancora invisibili e loro non lo sapevano. Si guardarono intorno senza capire.

"Che diavolo sta succedendo? Sono tutti morti!"

Si erano raggruppate in cerchio. Shadak emise un altro fischio. Tutte le guardie si girarono verso quel punto ma non videro niente. A un certo punto una sembrò capire:

"Sono invisibili!", gridò.

Ma era troppo tardi, gli elfi avevano già puntato e scagliarono le frecce. Le guardie caddero una dopo l'altra. Ce l'avevamo fatta con una sola perdita, quel povero ragazzo.

Tutti emettemmo un alto grido di vittoria. Era stato un massacro ma loro avrebbero fatto lo stesso con noi. Eravamo contenti. Ci Forse c'era ancora qualche guardia all'interno.

Mi avvicinai alla porta, puntai la mano:

"Anoix", gridai. La porta si spalancò. Ma le guardie erano pronte e scagliarono degli incantesimi verso la porta aperta. Me l'aspettavo e riuscii a schivare quei colpi ma colpirono Shadak che gridò e si accasciò al suolo. Le guardie continuavano a scagliare incantesimi alla cieca ma sapevo che presto si sarebbero stancate e allora avremmo attaccato. Dopo un po', infatti, udivamo le guardie gridare gli incantesimi ma dalle loro mani non usciva niente: avevano esaurito la loro carica magica.

"Ora!", gridai. Gli elfi scagliarono tre frecce, una per ogni guardia. Le guardie caddero al suolo. Ora niente ci separava dalle celle.

Prima di entrare controllai se Shadak stesse bene. Riuscii a trovarlo davanti alla porta e lo tastai: era vivo! Gli diedi degli schiaffi in faccia e riprese subito i sensi:

"Come stai?", gli chiesi.

"Sto bene, ci vuole ben altro per uccidere un orco".

Scendemmo i pochi gradini e raggiungemmo le guardie. Presi le chiavi da una delle guardie e aprii la porta che conduceva alle celle.

I prigionieri sentirono la porta aprirsi. Avevano capito che stava succedendo qualcosa di strano.

"Siamo i ribelli, siamo venuti a liberarvi. Tra poco apriremo le celle non abbiate paura, siamo invisibili."

Aprimmo tutte le celle, l'elfo si trovava nell'ultima di fronte alla cella da cui eravamo fuggiti e che aveva ancora il buco nella parete.

La missione era riuscita. Parlammo con l'elfo e gli dicemmo che era il figlio di Adolamin dato che anche lui non ricordava niente. Fu pronto a seguirci.

Uscimmo dai cancelli e ci dirigemmo verso la foresta. Non avrebbero impiegato molto tempo per rendersi conto di ciò che era successo e il re avrebbe di sicuro inviato altre guardie. La luna era ancora alta nel cielo quando raggiungemmo una vasta radura e decidemmo di accamparci.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Odhem