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Autore: XtinaA    04/09/2017    3 recensioni
Da quella posizione vide i medico della ciurma avvicinarsi a piccoli passi veloci verso di loro. Scrutava con la fronte aggrottata un foglio che teneva tra le zampette.
-Zio Chopper.- squittì felice la bambina che considerava la renna come un pupazzo vivente.
-Buongiorno a te Olvia.- sorrise lui.
-Tutto bene? - gli domandò la rossa.
-Si, si, Stavo solo analizzando i risultati delle analisi del sangue che vi ho fatto fare qualche giorno fa e nelle tue c'è qualcosa di strano.-
-Oddio sono malata?- chiese preoccupata la ragazza.
-Al contrario. Sei sana come un pesce e credo proprio che tu sia incinta.-
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nel cielo splendeva un bel sole e la navigazione procedeva abbastanza tranquilla già da qualche giorno. Dopo la tempesta che avevano dovuto affrontare quando avevano lasciato l'ultima isola, tutto procedeva per il meglio.
Mancava ancora qualche settimana prima di raggiungere l'isola successiva perciò tutti si godevano il bel tempo. C'era chi tentava invano di pescare qualcosa, chi cantava allegramente e chi preparava deliziosi dolcini con la frutta fresca. Insomma ognuno era preso dalle solite faccende. 
Nami sorseggiava il suo succo di mandarino comodamente sdraiata su una sdraio mentre Olvia, la figlia di Robin e Franky, giocava con i suoi capelli.
Nami adorava quella bambina e le piaceva giocare con lei nei momenti in cui i suoi genitori avevano bisogno di una pausa.
Aveva gli stessi capelli azzurri di Franky e gli occhi castani della madre. Possedeva una intelligenza vivace e acuta come Robin ma non riusciva a stare mai ferma come il padre per cui era difficile starle dietro.
Nami però era riuscita ad attirarsi le simpatie della bambina che, spesso, la guardava con ammirazione quando disegnava le carte nautiche.
-Zia Nami posso farti le trecce?- le domandò mentre le accarezzava la cascata ramata.
-Certo Olvia.- sorrise la navigatrice mettendosi in posizione supina per facilitare il lavoro della piccola.
Da quella posizione vide i medico della ciurma avvicinarsi a piccoli passi veloci verso di loro. Scrutava con la fronte aggrottata un foglio che teneva tra le zampette.
-Zio Chopper.- squittì felice la bambina che considerava la renna come un pupazzo vivente.
-Buongiorno a te Olvia.- sorrise lui.
-Tutto bene? - gli domandò la rossa.
-Si, si, Stavo solo analizzando i risultati delle analisi del sangue che vi ho fatto fare qualche giorno fa e nelle tue c'è qualcosa di strano.-
-Oddio sono malata?- chiese preoccupata la ragazza.
-Al contrario. Sei sana come un pesce e credo proprio che tu sia incinta.-
Nami spalancò la bocca in una smorfia tanto disperata quanto divertente.
-Che bello avrò un cuginetto con cui giocare.- disse Olvia.
Ma la navigatrice non sentiva più nulla. Era come paralizzata dallo shock. Lei incinta? Non poteva crederci... Già era tutto difficile nel loro viaggio verso lo One Piece, come avrebbe fatto con un bambino a complicare tutto? 
Lei voleva completare la mappa del mondo non era ancora pronta per diventare mamma. Scosse la testa incredula. Ecco a cosa portavano i suoi gesti avventati.
Si alzò dalla sdraio con mille pensieri che le ronzavano per la testa.
-E adesso dove vai? Non hai detto una parola.- le chiese preoccupato la piccola renna.
-Devo dirlo a padre che domande.-

*

*

*
*                                                     
Quella settimana era toccato ad Usop il turno di pulizie della palestra. Cosa che lui non trovava affatto giusta visto che non ci metteva mai piede se non quando doveva stare di vedetta ma sapeva che mettersi contro Nami e Sanji, ovvero coloro che stilavano il calendario dei turni, era impossibile.
Finì di pulire i pesi proprio mentre Zoro usciva dal bagno dopo aver fatto la doccia post-allenamento.
-Perfetto così ora dovrò ripulire di nuovo quel maledetto bagno.- disse stizzito il cecchino.
-E chi ti ha detto di venire adesso a pulire? Potevi aspettare che io finissi.- gli ripose il ragazzo dai capelli verdi.
Usop emise un grugnito, offeso dalla risposta del suo compagno e prese tutto il necessario per pulire nuovamente il bagno, allontanandosi.
In quel momento la testa di Nami fece capolino dalla porta. -Ehi Zoro ti stavo cercando. Posso parlarti un attimo?- 
-Va bene. Stavo andando in cucina, mi accompagni?- la rossa annuì.
Il ragazzo la precedette mentre scendevano della torretta in cui si trovava la palestra. Nami si sentiva nervosa, non sapeva come introdurre l'argomento.
Diavolo, non era mica una cosa così semplice da dire. Pensò che con un bel bicchiere di rum in corpo probabilmente avrebbe trovato il coraggio necessario.
Si tormentava una ciocca di capelli incapace di guardare in faccia lo spadaccino.
-Beh non dovevi dirmi qualcosa?- le domandò il verde accorgendosi del prolungato silenzio della ragazza.
-Sì, ma... ecco... non so bene come iniziare. E' una cosa delicata.- balbettò lei.
Zoro la fissò incuriosito. Non era normale che Nami si comportasse in quel modo. Perchè non si decideva a parlare? Quanto mai poteva essere grave questa cosa che doveva dirle?
-Lasci la ciurma?-
-No, no assolutamente. Niente di tutto ciò. Io...- che figura patetica che stava facendo dannazione! Possibile che fosse così codarda?
Deglutì cercando di ricacciare in fondo al suo essere la tensione che le attanagliava le viscere.
-Sono incinta.- disse alla fine. Non sapeva come avrebbe reagito il ragazzo. Di certo non erano una coppia ufficiale, erano solo due amici che si erano spinti un pò troppo oltre. Anche se lei avrebbe voluto portate la relazione ad un livello più profondo, ma dubitava che a lui interessasse la cosa. Inoltre lei non  avrebbe mai accettato di farsi mettere in secondo piano da tre spade e innumerevoli ore di allenamento.
-Ah. E di chi?- chiese ingenuamente lui.
Nami lo fissò stupita... Sapeva che, a proposito di certe cose, Zoro non era particolarmente sveglio ma come faceva a non capire una cosa così lampante?
-Pensi forse che io vada a letto con tutta la ciurma?- disse mollandogli un sonoro pugno sulla testa. -Sono incinta di te idiota!- quasi si pentì di avergli detto che aspettava un bambino. Quanto diavolo poteva essere ottuso? 
-Cosa? Stai scherzando?-
-Secondo te scherzerei su una cosa del genere? credi che per me non sia una cosa inaspettata come per te? Sono stata una cretina a pensare che ti fregasse qualcosa di tuo figlio.- disse lei voltandosi per andare nel suo studio.
Per qualche secondo aveva sperato che lui l'avrebbe chiamata per fermarla. Che l'avrebbe rassicurata dicendole che avrebbero cresciuto quel bambino insieme.
Si chiuse la porta alle spalle mentre lacrime di frustrazione e rabbia le rigavano il volto.
*
*
*
*

-Mamma, mamma! Sai che la zia Nami ha mangiato un bambino e presto avrò un cuginetto con cui giocare? Però io sono più grande e più super quindi dovrà fare quello che gli dico io.- disse la piccola Olvia saltando tra le braccia di Robin.
-E a te chi lo ha detto?-
-Glielo stava dicendo lo zio Chopper. Chi l'ha aiutata a mangiare il cuginetto? Lo zio Sanji?- 
-Ma chi ti insegna queste cose?-
-Papà.-  rispose ingenuamente lei. -Ha detto che i bambini nascono così. Anche lui ti ha aiutata a mangiarmi?-
Robin annuì, del resto quella era l'unica cosa possibile da fare in quella situazione e si ripromise di fare una chiacchierata con Franky appena possibile. 
Se la bambina aveva detto il vero comunque allora Nami era veramente incinta. Non l'aveva vista in tutto il pomeriggio e, in effetti, doveva aver anche saltato il pranzo.
Le preparò due sandwich con lattuga e formaggio con l'intenzione di portarglieli nel suo studio. Una donna nelle sue condizioni non si poteva permettere di saltare i pasti. Poggiò tutto su un vassoio, insieme ad un bicchiere di tè freddo.
Si chiese come mai la sua nakama non fosse andata da lei a darle la lieta notizia. Nonostante il lavoro come navigatrice e cartografa la tenesse impegnata per buona parte della giornata, si poteva pur permettere di spendere due minuti per avvisarla.
C'era qualcosa che non la convinceva del tutto nella faccenda. Quando era rimasta incinta, lei e Franky non vedevano l'ora di dirlo a tutti.
Possibile che il figlio di Nami fosse frutto di uno stupro? No, si disse dopo qualche istante di riflessione. Non poteva assolutamente essere così.
E se fosse figlio di Chopper e quindi Nami si vergognasse di mettere al mondo un ibrido? Anche quella opzione le sembrava però inverosimile.
Con il vassoio in man rifletteva sulle cause del comportamento della sua amica. Forse aveva avuto un litigio con il padre del nascituro e quindi il lieto evento era stato messo in ombra per quel motivo.
Se realmente era andata così solo una persona si sarebbe potuta comportare in quel modo.
-Usop mi meraviglio di te.- lo rimproverò la mora.- Sapevo che sei fifone ma non immaginavo ti saresti comportato così con Nami.-
Il cecchino aveva interrotto il suo dipinto incredulo. Non si aspettava un simile attacco da parte dell'archeologa.
-Eh? Ma che stai dicendo? Io non le ho fatto proprio nulla. Stamattina per sbaglio le ho lanciato addosso una mia stella di uova marce ma mi ha già picchiata abbondantemente lei. Non mi sembra il caso di rinfacciarmelo ancora.- si giustificò lui.
La mora lo fissò attentamente. Il ragazzo sembrava sincero e, se fosse stato veramente lui il padre, non avrebbe avuto quella reazione.
-Quindi non sei tu il padre del bambino che aspetta?-
-Cosa? Certo che no!- disse lui imbarazzato -Veramente è incinta?-
-Così le ha detto Chopper.-
-Cavolo! Non ne sapevo nulla. Così ora diventerà ancora più intrattabile.- disse già preoccupato per le future sfuriate della sua compagna di ciurma.
-Usop non c'entra niente. Sono io il padre.- li informò Zoro, che fino a quel momento era rimasto in ascolto, impegnato nella manutenzione delle sue spade.
I suoi due amici lo guardarono stupiti. Prprio lui aveva messo incinta Nami? E dire che sembrava il meno interessato alle donne ed invece, di nascosto dai suoi compagni, si era dato da fare con Nami.
-E allora cosa ci fai qua? Lo sai che ha saltato il pranzo e che è rinchiusa da ore nel suo studio?- gli disse la mora.
-Non sono affari miei nè tuoi quello che fa Nami.- rispose lui secco.
Robin resistette all'impulso di schiaffeggiarlo e poggiò il vassoio accanto a lui. -Portale questo almeno.- gli disse gelida poggiando il vassoio accanto allo spadaccino, poi se ne andò seguita da Usop.
Così Zoro rimase solo con i suoi pensieri ingarbugliati. Non riusciva a capire come mai Robin avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti nel giro di pochi secondi.
In fondo a lei cosa importava di tutta quella storia? Era amica di Nami ma questo non la autorizzava a mettere bocca in cose che non la riguardavano.
In quanto a lui, beh era stato un vero idiota a non pensare alle conseguenze delle sue azioni. Se la navigatrice era rimasta incinta era stata colpa di entrambi che erano stati incauti.
Non si pentiva di ciò che avevano fatto insieme solo non riusciva a vedersi con un marmocchio tra le mani. Non era quello il futuro che aveva immaginato per se stesso. E non era neppure sicuro di quello che la ragazza provasse nei suoi confronti. Aveva sempre pensato che a lei piacessero quelli come Sanji. Servile, romantico e sempre pronto a trattare le donne come se fossero delle principesse in pericolo e bisognose del suo aiuto.
Lui invece era l'esatto opposto. Dimenticava compleanni, anniversari e non gli interessavano i fiori o le smancerie.
Forse non era quello giusto per Nami.
Prese il vassoio e si diresse verso lo studio della rossa incerto su cosa dirle. Aprì la porta senza bussare e la trovò addormentata sul tavolo. Sotto al viso aveva una cartina, di cui aveva disegnato solo poche linee. Aveva una espressione così rilassata che quasi non sembrava la stessa furia che si aggirava per la nave.
Poggiò il vassoio sul tavolo e la prese delicatamente in braccio per farla stendere sul divano per farla stare più comoda. 
La rossa neppure si accorse dello spostamento e continuò a dormire beatamente. Zoro, dopo averla adagiata sul divano, si sedette sul pavimento accanto a lei.
Forse in effetti non si era comportato bene con lei ma non sapeva bene cosa pensare. La sorpresa era stata tale che si era chiuso a riccio e aveva fatto infuriare la ragazza.
Ma il suo obbiettivo, d'ora in poi, sarebbe stato quello di allenarsi come un forsennato per diventare lo spadaccino più forte del mondo per tenere fede alla promessa fatta a Kuina ma anche per proteggere Nami e il loro bambino.
Avrebbe fatto a fette chiunque avesse osato intralciare la loro strada.
-E tu che ci fai qua?- gli domandò lei che, svegliandosi, aveva notato il ragazzo a poca distanza da lei.
-Niente. Stavo solo pensando che ti proibirò di bere alcolici durante la gravidanza e l'allattamento e che dovremmo dire allo stupido cuoco di fare un menù apposito per te e a Chopper di visitarti periodicamente.-
-Come mai così apprensivo ora? Prima sembrava che non ci volessi tra i piedi.-
-Il passato non conta. Non sarò un padre esemplare ma voglio essere presente.-
Nami rimase di stucco a quelle parole. Lo fissò attentamente e notò che effettivamente qualcosa era cambiato nel ragazzo. Forse aveva realmente accettato di diventare padre, il che era un notevole passo avanti nella loro relazione.
-Neanche io so come fare la madre ma ci aiuteremo a vicenda come fanno tutti.-
-E ovviamente che sia maschio o femmina diventerà uno spadaccino e lo addestrerò io personalmente.-
-Sei pazzo? Non è neppure nato che vuoi già massacrarlo di esercizi?- replicò lei.
-Ovvio.-
Nami si portò una mano alla fronte esasperata. Ma non poté fare a meno di sorridere felice. Insieme avrebbero cercato di fare del loro meglio per crescere loro figlio. Pur sbagliando o litigando lo avrebbero fatto insieme. Come una vera famiglia.
Ridacchiò come una ragazzina mentre il ragazzo le porgeva il vassoio con i sandwich.
Già insieme. Pensò mentre lui le posava un bacio sui capelli e lei intrecciava una mano con quella del ragazzo.

   
 
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