Nel
cielo splendeva un bel sole e la navigazione procedeva abbastanza
tranquilla già da qualche giorno. Dopo la tempesta che
avevano
dovuto affrontare quando avevano lasciato l'ultima isola, tutto
procedeva per il meglio.
Mancava ancora qualche settimana prima di
raggiungere l'isola successiva perciò tutti si godevano il
bel
tempo. C'era chi tentava invano di pescare qualcosa, chi cantava
allegramente e chi preparava deliziosi dolcini con la frutta fresca.
Insomma ognuno era preso dalle solite faccende.
Nami
sorseggiava il suo succo di mandarino comodamente sdraiata su una
sdraio mentre Olvia, la figlia di Robin e Franky, giocava con i suoi
capelli.
Nami adorava quella bambina e le piaceva giocare con lei
nei momenti in cui i suoi genitori avevano bisogno di una
pausa.
Aveva gli stessi capelli azzurri di Franky e gli occhi
castani della madre. Possedeva una intelligenza vivace e acuta come
Robin ma non riusciva a stare mai ferma come il padre per cui era
difficile starle dietro.
Nami però era riuscita ad attirarsi le
simpatie della bambina che, spesso, la guardava con ammirazione
quando disegnava le carte nautiche.
-Zia Nami posso farti le
trecce?- le domandò mentre le accarezzava la cascata ramata.
-Certo
Olvia.- sorrise la navigatrice mettendosi in posizione supina per
facilitare il lavoro della piccola.
Da quella posizione vide i
medico della ciurma avvicinarsi a piccoli passi veloci verso di loro.
Scrutava con la fronte aggrottata un foglio che teneva tra le
zampette.
-Zio Chopper.- squittì felice la bambina che
considerava la renna come un pupazzo vivente.
-Buongiorno a te
Olvia.- sorrise lui.
-Tutto bene? - gli domandò la rossa.
-Si,
si, Stavo solo analizzando i risultati delle analisi del sangue che
vi ho fatto fare qualche giorno fa e nelle tue c'è qualcosa
di
strano.-
-Oddio sono malata?- chiese preoccupata la ragazza.
-Al
contrario. Sei sana come un pesce e credo proprio che tu sia
incinta.-
Nami spalancò la bocca in una smorfia tanto disperata
quanto divertente.
-Che bello avrò un cuginetto con cui giocare.-
disse Olvia.
Ma la navigatrice non sentiva più nulla. Era come
paralizzata dallo shock. Lei incinta? Non poteva crederci...
Già era
tutto difficile nel loro viaggio verso lo One Piece, come avrebbe
fatto con un bambino a complicare tutto?
Lei voleva
completare la mappa del mondo non era ancora pronta per diventare
mamma. Scosse la testa incredula. Ecco a cosa portavano i suoi gesti
avventati.
Si alzò dalla sdraio con mille pensieri che le
ronzavano per la testa.
-E adesso dove vai? Non hai detto una
parola.- le chiese preoccupato la piccola renna.
-Devo dirlo a
padre che domande.-
*
*
*
*
Quella settimana era toccato ad Usop il turno di pulizie della
palestra. Cosa che lui non trovava affatto giusta visto che non ci
metteva mai piede se non quando doveva stare di vedetta ma sapeva che
mettersi contro Nami e Sanji, ovvero coloro che stilavano il calendario
dei turni, era impossibile.
Finì di pulire i pesi proprio mentre Zoro usciva dal bagno
dopo aver fatto la doccia post-allenamento.
-Perfetto così ora dovrò ripulire di nuovo quel
maledetto bagno.- disse stizzito il cecchino.
-E chi ti ha detto di venire adesso a pulire? Potevi aspettare che io
finissi.- gli ripose il ragazzo dai capelli verdi.
Usop emise un grugnito, offeso dalla risposta del suo compagno e prese
tutto il necessario per pulire nuovamente il bagno, allontanandosi.
In quel momento la testa di Nami fece capolino dalla porta. -Ehi Zoro
ti stavo cercando. Posso parlarti un attimo?-
-Va bene. Stavo andando in cucina, mi accompagni?- la rossa
annuì.
Il ragazzo la precedette mentre scendevano della torretta in cui si
trovava la palestra. Nami si sentiva nervosa, non sapeva come
introdurre l'argomento.
Diavolo, non era mica una cosa così semplice da dire.
Pensò che con un bel bicchiere di rum in corpo probabilmente
avrebbe trovato il coraggio necessario.
Si tormentava una ciocca di capelli incapace di guardare in faccia lo
spadaccino.
-Beh non dovevi dirmi qualcosa?- le domandò il verde
accorgendosi del prolungato silenzio della ragazza.
-Sì, ma... ecco... non so bene come iniziare. E' una cosa
delicata.- balbettò lei.
Zoro la fissò incuriosito. Non era normale che Nami si
comportasse in quel modo. Perchè non si decideva a parlare?
Quanto mai poteva essere grave questa cosa che doveva dirle?
-Lasci la ciurma?-
-No, no assolutamente. Niente di tutto ciò. Io...- che
figura patetica che stava facendo dannazione! Possibile che fosse
così codarda?
Deglutì cercando di ricacciare in fondo al suo essere la
tensione che le attanagliava le viscere.
-Sono incinta.- disse alla fine. Non sapeva come avrebbe reagito il
ragazzo. Di certo non erano una coppia ufficiale, erano solo due amici
che si erano spinti un pò troppo oltre. Anche se lei avrebbe
voluto portate la relazione ad un livello più profondo, ma
dubitava che a lui interessasse la cosa. Inoltre lei non
avrebbe mai accettato di farsi mettere in secondo piano da tre spade e
innumerevoli ore di allenamento.
-Ah. E di chi?- chiese ingenuamente lui.
Nami lo fissò stupita... Sapeva che, a proposito di certe
cose, Zoro non era particolarmente sveglio ma come faceva a non capire
una cosa così lampante?
-Pensi forse che io vada a letto con tutta la ciurma?- disse
mollandogli un sonoro pugno sulla testa. -Sono incinta di te idiota!-
quasi si pentì di avergli detto che aspettava un bambino.
Quanto diavolo poteva essere ottuso?
-Cosa? Stai scherzando?-
-Secondo te scherzerei su una cosa del genere? credi che per me non sia
una cosa inaspettata come per te? Sono stata una cretina a pensare che
ti fregasse qualcosa di tuo figlio.- disse lei voltandosi per andare
nel suo studio.
Per qualche secondo aveva sperato che lui l'avrebbe chiamata per
fermarla. Che l'avrebbe rassicurata dicendole che avrebbero cresciuto
quel bambino insieme.
Si chiuse la porta alle spalle mentre lacrime di frustrazione e rabbia
le rigavano il volto.
*
*
*
*
-Mamma, mamma! Sai che la zia Nami ha mangiato un bambino e presto
avrò un cuginetto con cui giocare? Però io sono
più grande e più super quindi dovrà
fare quello che gli dico io.- disse la piccola Olvia saltando tra le
braccia di Robin.
-E a te chi lo ha detto?-
-Glielo stava dicendo lo zio Chopper. Chi l'ha aiutata a mangiare il
cuginetto? Lo zio Sanji?-
-Ma chi ti insegna queste cose?-
-Papà.- rispose ingenuamente lei. -Ha detto che i
bambini nascono così. Anche lui ti ha aiutata
a mangiarmi?-
Robin annuì, del resto quella era l'unica cosa possibile da
fare in quella situazione e si ripromise di fare una chiacchierata con
Franky appena possibile.
Se la bambina aveva detto il vero comunque allora Nami era veramente
incinta. Non l'aveva vista in tutto il pomeriggio e, in effetti, doveva
aver anche saltato il pranzo.
Le preparò due sandwich con lattuga e formaggio con
l'intenzione di portarglieli nel suo studio. Una donna nelle sue
condizioni non si poteva permettere di saltare i pasti.
Poggiò tutto su un vassoio, insieme ad un bicchiere di
tè freddo.
Si chiese come mai la sua nakama non fosse andata da lei a darle la
lieta notizia. Nonostante il lavoro come navigatrice e cartografa la
tenesse impegnata per buona parte della giornata, si poteva pur
permettere di spendere due minuti per avvisarla.
C'era qualcosa che non la convinceva del tutto nella faccenda.
Quando era rimasta incinta, lei e Franky non vedevano l'ora di
dirlo a tutti.
Possibile che il figlio di Nami fosse frutto di uno stupro? No, si
disse dopo qualche istante di riflessione. Non poteva assolutamente
essere così.
E se fosse figlio di Chopper e quindi Nami si vergognasse di mettere al
mondo un ibrido? Anche quella opzione le sembrava però
inverosimile.
Con il vassoio in man rifletteva sulle cause del comportamento della
sua amica. Forse aveva avuto un litigio con il padre del nascituro e
quindi il lieto evento era stato messo in ombra per quel motivo.
Se realmente era andata così solo una persona si sarebbe
potuta comportare in quel modo.
-Usop mi meraviglio di te.- lo rimproverò la mora.- Sapevo
che sei fifone ma non immaginavo ti saresti comportato così
con Nami.-
Il cecchino aveva interrotto il suo dipinto incredulo. Non si aspettava
un simile attacco da parte dell'archeologa.
-Eh? Ma che stai dicendo? Io non le ho fatto proprio nulla. Stamattina
per sbaglio le ho lanciato addosso una mia stella di uova marce ma mi
ha già picchiata abbondantemente lei. Non mi sembra il caso
di rinfacciarmelo ancora.- si giustificò lui.
La mora lo fissò attentamente. Il ragazzo sembrava sincero
e, se fosse stato veramente lui il padre, non avrebbe avuto quella
reazione.
-Quindi non sei tu il padre del bambino che aspetta?-
-Cosa? Certo che no!- disse lui imbarazzato -Veramente è
incinta?-
-Così le ha detto Chopper.-
-Cavolo! Non ne sapevo nulla. Così ora diventerà
ancora più intrattabile.- disse già preoccupato
per le future sfuriate della sua compagna di ciurma.
-Usop non c'entra niente. Sono io il padre.- li informò
Zoro, che fino a quel momento era rimasto in ascolto, impegnato nella
manutenzione delle sue spade.
I suoi due amici lo guardarono stupiti. Prprio lui aveva messo incinta
Nami? E dire che sembrava il meno interessato alle donne ed invece, di
nascosto dai suoi compagni, si era dato da fare con Nami.
-E allora cosa ci fai qua? Lo sai che ha saltato il pranzo e che
è rinchiusa da ore nel suo studio?- gli disse la mora.
-Non sono affari miei nè tuoi quello che fa Nami.- rispose
lui secco.
Robin resistette all'impulso di schiaffeggiarlo e poggiò il
vassoio accanto a lui. -Portale questo almeno.- gli disse gelida
poggiando il vassoio accanto allo spadaccino, poi se ne andò
seguita da Usop.
Così Zoro rimase solo con i suoi pensieri ingarbugliati. Non
riusciva a capire come mai Robin avesse cambiato atteggiamento nei suoi
confronti nel giro di pochi secondi.
In fondo a lei cosa importava di tutta quella storia? Era amica di Nami
ma questo non la autorizzava a mettere bocca in cose che non la
riguardavano.
In quanto a lui, beh era stato un vero idiota a non pensare alle
conseguenze delle sue azioni. Se la navigatrice era rimasta incinta era
stata colpa di entrambi che erano stati incauti.
Non si pentiva di ciò che avevano fatto insieme solo non
riusciva a vedersi con un marmocchio tra le mani. Non era quello il
futuro che aveva immaginato per se stesso. E non era neppure sicuro di
quello che la ragazza provasse nei suoi confronti. Aveva sempre pensato
che a lei piacessero quelli come Sanji. Servile, romantico e sempre
pronto a trattare le donne come se fossero delle principesse in
pericolo e bisognose del suo aiuto.
Lui invece era l'esatto opposto. Dimenticava compleanni, anniversari e
non gli interessavano i fiori o le smancerie.
Forse non era quello giusto per Nami.
Prese il vassoio e si diresse verso lo studio della rossa incerto su
cosa dirle. Aprì la porta senza bussare e la
trovò addormentata sul tavolo. Sotto al viso aveva una
cartina, di cui aveva disegnato solo poche linee. Aveva una espressione
così rilassata che quasi non sembrava la stessa furia che si
aggirava per la nave.
Poggiò il vassoio sul tavolo e la prese delicatamente in
braccio per farla stendere sul divano per farla stare più
comoda.
La rossa neppure si accorse dello spostamento e continuò a
dormire beatamente. Zoro, dopo averla adagiata sul divano, si sedette
sul pavimento accanto a lei.
Forse in effetti non si era comportato bene con lei ma non sapeva bene
cosa pensare. La sorpresa era stata tale che si era chiuso a riccio e
aveva fatto infuriare la ragazza.
Ma il suo obbiettivo, d'ora in poi, sarebbe stato quello di allenarsi
come un forsennato per diventare lo spadaccino più forte del
mondo per tenere fede alla promessa fatta a Kuina ma anche per
proteggere Nami e il loro bambino.
Avrebbe fatto a fette chiunque avesse osato intralciare la loro strada.
-E tu che ci fai qua?- gli domandò lei che, svegliandosi,
aveva notato il ragazzo a poca distanza da lei.
-Niente. Stavo solo pensando che ti proibirò di bere
alcolici durante la gravidanza e l'allattamento e che dovremmo dire
allo stupido cuoco di fare un menù apposito per te e a
Chopper di visitarti periodicamente.-
-Come mai così apprensivo ora? Prima sembrava che non ci
volessi tra i piedi.-
-Il passato non conta. Non sarò un padre esemplare ma voglio
essere presente.-
Nami rimase di stucco a quelle parole. Lo fissò attentamente
e notò che effettivamente qualcosa era cambiato nel ragazzo.
Forse aveva realmente accettato di diventare padre, il che era un
notevole passo avanti nella loro relazione.
-Neanche io so come fare la madre ma ci aiuteremo a vicenda come fanno
tutti.-
-E ovviamente che sia maschio o femmina diventerà uno
spadaccino e lo addestrerò io personalmente.-
-Sei pazzo? Non è neppure nato che vuoi già
massacrarlo di esercizi?- replicò lei.
-Ovvio.-
Nami si portò una mano alla fronte esasperata. Ma non
poté fare a meno di sorridere felice. Insieme avrebbero
cercato di fare del loro meglio per crescere loro figlio. Pur
sbagliando o litigando lo avrebbero fatto insieme. Come una vera
famiglia.
Ridacchiò come una ragazzina mentre il ragazzo le porgeva il
vassoio con i sandwich.
Già insieme. Pensò mentre lui le posava un bacio
sui capelli e lei intrecciava una mano con quella del ragazzo.