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Autore: Padfootblack    04/09/2017    1 recensioni
E se Alex avesse intrapreso una relazione con una collega musicista? E se non fosse tutto così idilliaco?
Raccolta di song fic!
Dal testo:
Probabilmente si accorse del mio sguardo, perché si girò e sorrise imbarazzata, muovendo la mano come a salutarmi. Non riuscii a muovere un muscolo, aveva uno sguardo splendido. Era come se potesse leggermi dentro e mi persi in quel paradiso verde azzurro, fin quando non si voltò di nuovo verso gli altri. E la magia scomparve, ritornai nel backstage del club, attorniato da luci stroboscopiche e ombre penetranti, proprio mentre loro salivano sul palco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Do Me A Favour – Amy

Well, the morning was complete
Where there was tears on the steering wheel, dripping on the seat
Several hours or several weeks
I'd have the cheek to say they're equally as bleak

Non mi aveva parlato o degnato di uno sguardo per tutta la sera. Ero al pub con Julie, la mia migliore amica, e rigiravo fra le mani la bottiglia di birra ancora intatta. Al mio arrivo, erano tutti venuti a parlarci, tranne lui. Mi avevano chiesto come era andato il mio soggiorno a casa, chi avevo incontrato. Erano cose già dette ad Alex, forse non aveva parlato perché si annoiava. Più tardi ero andata a parlargli, ma mi aveva a malapena salutata. Gli avevo chiesto come andava, bene, aveva risposto laconico. Così avevo deciso di sedermi ad un tavolo con Julie e ignorarlo a mia volta. Il giorno prima era stato così felice di vedermi, mi aveva dato consigli sulle nuove canzoni e avevamo scopato per l’ennesima volta. Ero sgattaiolata fuori da casa sua prima che i suoi genitori tornassero. Che si fosse arrabbiato per quello? Perché non gli avevo lasciato un biglietto d’addio? Secondo Julie non dovevo farmi tutti questi problemi, era una rockstar e voleva solo qualcuno che gli gonfiasse l’egocentrismo. Ma Alex non era come tutti gli altri, era sensibile. Certo, non lo dimostrava a parole, ma le canzoni parlavano chiaro.

E poi anche io ero una rockstar, ma non mi importava molto del mio egocentrismo. Avrei voluto una storia con lui? Sì, ma forse era troppo presto e il nostro non mi sembrava proprio un lavoro che permettesse relazioni serie. Dio, ma a cosa pensavo? Avevo solo diciassette anni. Il pub stava per chiudere, erano le quattro del mattino. Stavo per alzarmi quando la porta si spalancò e una ragazza corse verso Alex, seguita da un ragazzo che esclamava: “Stiamo chiudendo!”. Aveva i capelli castani lunghi fino alle spalle e un succinto vestito blu che mostrava le sue curve al punto giusto. Non vidi la sua faccia perché era esattamente su quella di Alex, lo stava baciando come immaginavo si baciasse un marito di ritorno dal Vietnam. Che fosse una fan sfegatata? Perché non riuscivo a pensare ad altre opzioni. Non potevano esistere altre opzioni. Fissai Matt, ma lui abbassò gli occhi venendo verso di me, come costretto. Sbuffai, quasi divertita. Che bella situazione di merda.

“Da quanto?”chiesi calma a Matt, piazzatosi di fronte a me.

“Non toccava a me dirtelo”

“Lo so. Da quanto?”

“Un anno”. Ah però. Complimenti. Schioccai le labbra ed uscii velocemente da quel posto, lanciando la bottiglia sul marciapiede. Stronzo, stronzo, stronzo. Alex è sensibile, è diverso dagli altri. Già, santo Alex, la rockstar che cantava dell’amore e tradiva la propria ragazza. Asciugai le lacrime dal mio viso, come era possibile che tenessi così tanto a lui dopo così poco tempo passato insieme?

“Amy”chiamò. Adesso aveva il coraggio di parlarmi? Accelerai il passo, rischiando così di inciampare. Maledetto marciapiede che mi stava fra i piedi.

“Amy!”

“Vaffanculo!”urlai. Attraversai la strada e inciampai nell’altro maledetto marciapiede. Mi sedetti sfinita prima di lasciare la faccia su quella strada e presi il viso fra le mani. Chiusi gli occhi, immaginando di essere da sola, in camera mia. Ero a Manchester, con i miei genitori e i miei amici, nessuno mi disturbava, potevo cantare tranquilla in giardino ... Fino a quando qualcuno non si mosse accanto a me.

“Vattene!”esclamai.

“Non finché non mi lascerai spiegare”

“Sta zitto e vattene!”. Non volevo vederlo, doveva andarsene. Restai in quella posizione per non so quanto tempo, ma quando finii di piangere tutte le mie lacrime, lui era ancora lì.

It's the beginning of the end
The car went up the hill and disappeared around the bend
Ask anyone, they'll tell you that
It's these times that it tends
To start to breaking up, to start to fall apart
Hold on to your heart

Che problemi dovevo avere per essere finita a letto con uno del genere? Lo fissai acida e lui prese un respiro: “È complicato ...”

“Complicato un corno!”urlai: “Siamo andati a letto tre volte!”

“È capitato ...”

“È capitato?!” ero fuori di me, avrei voluto prendere il cassonetto della spazzatura e sbatterglielo in testa. Solo dopo mi arrivarono davvero quelle parole. Era capitato. Così, si era trovato con una tizia a caso ed era capitato. Non ero niente per lui. Mi ero costruita castelli di carta e con due sole parole erano crollati. In fondo ero solo una stupida diciassettenne, pensavo che una scopata potesse essere davvero amore? Un’altra ipocrisia da parte mia.

“Immagino che tu sia arrabbiata ...”disse e mi resi conto che era ancora lì, a torturami.

“Non sai quanto”mormorai, avevo abbandonato la mia vena rabbiosa per lasciare spazio alla pura tristezza.

“Ho sbagliato”disse consapevole. Quelle erano le parole che non volevo sentire. Era normale, stava con lei da un anno, io ero solo una sciacquetta che gli serviva quando lei non c’era.

“Avrei dovuto dirtelo dall’inizio, ma ogni volta che ti vedevo, riuscivo solo a pensare a quanto fosse stata bella quella serata con te e a quanto volessi ripeterla di nuovo”. La sciacquetta che gli faceva dimenticare temporaneamente la sua ragazza, il prossimo titolo del nostro album.

“Stiamo registrando nello stesso studio”dissi: “Hai avuto molte occasioni per dirmi la verità e non l’hai mai fatto”

“Mi dispiace”. Annuii schifata dal suo comportamento, mentre gli occhi mi bruciavano. No, non potevo piangere di nuovo. Perché diamine stavo piangendo? Lui allungò una mano verso di me, ma lo frenai.

“Stai fermo”mugolai.

“Stai piangendo”

“Lo so!”esclamai. Guardai in alto sperando che le lacrime tornassero indietro, da piccola funzionava sempre.

“Amy ...”. Feci segno di no con la mano, e ne approfittò per stringerla fra le sue, tentando di riscaldarla. Voltai la testa dall’altra parte, ordinando al mio cuore di smetterla di battere così forte, ma non mi ascoltò. Non lo faceva mai.

“Sono un coglione, avrei dovuto dirtelo”

“Già”

“E avrei dovuto lasciarla”aggiunse. Che cazzo stava dicendo? Non riuscivo a stargli dietro, prima era capitato e aveva sbagliato, ora doveva lasciarla. Avrebbe potuto pensarci prima. Che idiota, ci avevo anche scritto una canzone insieme. Mi alzai in preda al nervosismo più completo che mi impediva di stare ferma quando volevo solo insultarlo. Avrei voluto davvero essere matura e dirgli che era stato bello finché era durato, e che ora sarei tornata a casa, per conto mio. Ma volevo stare con lui, sentivo il bisogno di stare fra le sue braccia, perché il solo pensiero che lui appartenesse a un’altra mi mozzava il respiro. Era in piedi accanto a me, con gli occhi lucidi.

And the eyes were all red
You could see that we'd cried

“Hai fumato?”chiesi senza nessun filo logico. Scosse la testa, divertito: “No, è l’allergia”

“Stavi piangendo?”sussurrai, come se fosse un segreto.

“Credo sia il freddo”mentì, abbozzando un sorriso. Avevo resistito fino a quel momento, ma vederlo così mi faceva stare ancora peggio. Lo abbracciai di slancio e ne approfittò per stringermi forte a sé. Sembrava così minuto, una creatura da proteggere a tutti i costi, non uno stronzo che tradiva la sua ragazza. Appoggiò le labbra sulla mia fronte, lasciandoci un bacio leggero. Quanto avrei voluto essere matura, e invece mi ritrovavo ad arrossire come una ragazzina.

“Scusa”borbottò.

“Smettila di piangere, okay?”ordinai piano.

“Pensavo ti arrabbiassi di più”

“Prego?”chiesi non capendo.

“Pensavo che una volta scoperto di Johanna ti arrabbiassi di più”

“Abbiamo scopato 3 volte, non ci siamo sposati”chiarii: “E sono ancora arrabbiata, comunque”

“C’è un modo in cui posso farmi perdonare?”. Sì, torna indietro e non fare niente di tutto ciò che hai fatto. Oppure torna indietro, lasciala e poi inizia qualcosa con me. Ma non puoi, vero, Alex? Riesci a fare innamorare le ragazze con le tue canzoni e a distruggerle con le tue azioni. Volevi un corpo caldo quando la tua ragazza non c’era, volevi un’anima musicale affine alla tua che ti aiutasse nella stesura di una canzone, ma poi saresti sempre tornato da lei.

“Sì”dissi sicura: “Noi ora ci salutiamo definitivamente e tu decidi cosa vuoi fare della tua vita”mi distaccai da lui e gli diedi le spalle per andarmene, ma mi prese una mano, tirandomi di nuovo a sé.

“Alex”mi lamentai, senza tentare di liberarmi. Rimasi lì, la mia schiena contro il suo petto, i suoi baci sul collo. Per un attimo pensai di farlo lì, per strada, cosa poteva importarmi di Johanna? Non mi sembrava il suo tipo. Che poi, qual era il suo tipo?

Curiosity becomes a heavy load
Too heavy to hold, too heavy to hold
Curiosity becomes a heavy load
Too heavy to hold, will force you to be cold

“La ami?”. I baci si fermarono e lo sentii sbuffare.

“No”

“Perché stai insieme a lei allora?”

“Amy”ammonì.

“Non posso essere curiosa? Voglio capire se l’hai tradita per noia o per sport”. Mi osservò per capire se la domanda fosse sincera e se non fosse una battuta.

“Non tradisco per sport”rispose un po’ ferito: “Quando io e te siamo stati insieme, neanche mi ricordavo della sua presenza”

“Però ora ci stai insieme”. Si staccò da me ed annuì: “Okay, hai ragione, sono uno stronzo”

“Uno stronzo che non sa cosa vuole dalla vita”

“Vaffanculo”

“Come?”

“Non giudicarmi”

“Non ti sto giudicando, dico solo che non sai cosa vuoi dalla vita”. Sbuffò infastidito: “So cosa voglio, ma non è facile”

“Ed è meglio stare con lei piuttosto che affrontare la solitudine? È questo che stai dicendo?”chiesi mettendomi di fronte a lui: “Hai così paura di essere da solo, da accontentarti di stare con lei?”

“Non hai capito niente”

“Vaffanculo, Turner”ripetei e corsi via.

And do me a favor, and ask, if you need some help
She said, do me a favor, and stop flattering yourself
And to tear apart the ties that bind
Perhaps 'fuck off' might be too kind

Solo con il movimento delle gambe mi resi conto di avere il telefono in tasca. Lo estrassi e, sempre correndo, lessi il messaggio di Julie. Oddio, Julie!

Matt mi ha riportata a casa, cosa sta succedendo là fuori? Merda, mi ero dimenticata di tutti.

Jul, scusami, sono una pessima amica. Come stai? Guardai davanti a me, avevo fatto quella strada un centinaio di volte in macchina, potevo farcela di corsa. Il messaggio di Julie arrivò subito.

Io bene, ma tu dove sei?

Fra poco arrivo a casa. Ci sentiamo domani, baci. Corsi per una mezzora buona, piangendo, ridendo, urlando per le strade, come una pazza. Arrivai a casa stanca morta, con i vestiti attaccati al corpo sudato, e mi buttai sul divano, crollando in un sonno profondo.

   
 
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