Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Valexu15    05/09/2017    2 recensioni
Due amiche si ritrovano a dover cambiare radicalmente lo stile delle loro vite. L'incontro con sette famosi Idol coreani non renderà le cose semplici.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 10
 
Nell'aria si creò una certa tensione. Seokjin era lì, con aria furente a fissare il minore dinnanzi ai suoi occhi.
Yoongi guardò il suo compagno; sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Lo fece entrare nella sua camera indicandogliela con un gesto, chiudendosi la porta alle spalle, senza proferire parola.
Non sapeva cosa aspettarsi. Riusciva sempre a mostrarsi calmo anche nelle situazioni più complicate, compresa quella in cui si trovava in quel momento.
Doveva ammettere che trovarsi da solo con Seokjin, dopo tutto quello che era successo, gli metteva una certa agitazione. Yoongi sentì crescere i sensi di colpa in un baleno. Improvvisamente si rese conto di come si fosse comportato nei confronti del compagno. Durò un attimo, ma davanti ai suoi occhi riaffiorarono tutti i momenti in cui fece dei torti (seppur piccoli) a Seokjin. Il ragazzo sentì lo stomaco contorcersi in una morsa. Abbassò immediatamente lo sguardo appena l'amico si voltò verso di lui.
-Ti sto ascoltando.- disse Yoongi, mettendo fine a quel silenzio snervante.
-Sai... quando ieri... anzi, ormai credo di dover dire l'altro ieri. Comunque, quando arrivò la sera dell'appuntamento che avevo con Valentina, credevo di essere la persona più felice del mondo. Sembra strano, la conosco da pochissimo tempo, eppure mi sento totalmente rapito da quella ragazza. Ed ero certo che la stessa cosa valesse per lei. Però, non so perché, la sera dell'appuntamento era totalmente assente. Ho cercato in tutti i modi di attirare la sua attenzione. Non ho idea di cosa le sia preso. Doveva essere tutto perfetto. Mi sono sentito così male, non potresti nemmeno immaginarlo. Poi l'ho portata a fare un giro, sperando che un po' d'aria avrebbe cambiato le cose, ma niente. Valentina continuava ad avere la testa altrove. Mi sono sentito addirittura peggio. Allora ho azzardato una mossa, ho provato a baciarla. Mi ha respinto. In quel momento volevo solo sparire. L'imbarazzo, la delusione, lo sconforto, la rabbia, il dolore. Tutto. Adesso non riesco nemmeno a guardarla in faccia, mi sento troppo male. Capisci?-
Seokjin si sfogò con il compagno, raccontandogli dell'accaduto con Valentina.
A Yoongi quasi mancò il respiro. La causa di tutto quel malessere era lui. Era la causa del dolore del suo amico! In quel momento più che mai si rese conto di ciò che voleva dirgli Hoseok. Come poteva scegliere una sconosciuta al suo caro amico? Si sentì orribile. Tremendamente orribile.
-Perché me lo stai raccontando?- chiese, poi, con tono pacato, mostrandosi impassibile e privo di emozioni.
-Ormai lo abbiamo capito entrambi, non c'è bisogno di mentire. Quello che voglio, è chiederti di farti da parte. Con le tue azioni la stai solo confondendo.-
-E se non volessi?-
Continuava a rispondere in maniera gelida, facendo intendere a Seokjin che volesse sfidarlo. Non sapeva neppure lui perché reagisse in quel modo, anche se dentro di sé si sentiva sprofondare sempre di più.
Il maggiore sospirò, stanco di dover ripetere le stesse cose.
-Perché mi sembra di parlare con il muro? Pare che tu non voglia capire la situazione. A me lei piace. Sul serio. Non stiamo parlando di te che fai i capricci come i bambini e vuoi il giochino per spassartela qualche settimana e poi buttarlo via come roba vecchia. Sembra che non ti importi di ciò che sento.- lo rimproverò, poi, in maniera pesante. Accusandolo di non riuscire a capire cosa lui stesse provando in quei momenti, che non potesse arrivare a concepirlo.
Quindi era in quella maniera che Seokjin vedeva la situazione, pensò Yoongi. Non immaginava minimamente che in realtà anche lui potesse soffrirne.
Ma d'altronde come avrebbe potuto se il suo atteggiamento era sempre di colui a cui non importava di niente e nessuno? Aveva ragione a trattarlo in quel modo. Se lo meritava.
-Potrei dire lo stesso di te.-
-Mi prendi in giro? Per me questa cosa è diventata così importante che l'ho voluta raccontare anche agli altri, da cui ho ricevuto molto appoggio. L'unico da cui non ho ricevuto nulla, sei tu! Ti rendi conto?!- lo attaccò Seokjin, alzando gradualmente il tono di voce, diventando sempre più aggressivo e rabbioso.
Yoongi fissò l'amico in silenzio. Non aveva la minima idea di cosa potergli rispondere. Era in torto marcio. Ammetteva di aver sbagliato. Tutti commettono degli errori, anche i geni come lui.
-Siamo amici! Cazzo Yoongi, siamo quasi fratelli! Come puoi farmi questo? Perché?- sbraitò ancora il maggiore stanco di quelle risposte insensate e quei silenzi inutili. Non sopportava più quella situazione. Non riusciva proprio a capire perché Yoongi si comportasse in quel modo, mettendosi contro di lui.
Il minore tacque ancora, aveva il capo chino.
Yoongi in quel momento prese la sua decisione, quella definitiva, quella reale: si sarebbe arreso. La situazione era cambiata. Il suo punto di vista era cambiato. L'amicizia di Seokjin era di gran lunga più importante. La perdita in un così caro amico non poteva essere paragonata al dolore di perdere la ragazza per cui si era preso una cotta. Sarebbe durato qualche giorno, pensò. Da quel momento, Valentina sarebbe scomparsa ai suoi occhi. Non esisteva più. Avevano una sola fotografa, bionda, di nome Roberta.
Era la scelta giusta. Quella che avrebbe dovuto prendere dall'inizio.
Yoongi continuò a mantenere il suo silenzio, irritando ancor di più Seokjin, che si avvicinò alla porta della camera e l'apri con un movimento brusco, uscendo stizzito per recarsi nella sua stanza, cercando di riposare e sbollire la rabbia accumulata in quel breve lasso di tempo.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Valentina e Roberta salutarono i ragazzi uno ad uno sull'uscio della loro camera. L'atmosfera era cambiata radicalmente. La minore guardò l'amica e notò che avesse l'aria abbattuta.
-Stai bene?- le domandò, preoccupata, poggiandole delicatamente una mano sulla spalla in segno di conforto.
-No. Lasciami sola per il momento, ho bisogno di riflettere. Non aspettarmi sveglia.- rispose la mora, senza guardarla in faccia. Aveva lo sguardo fisso dinnanzi a lei, pareva totalmente assente. Si avviò verso una meta non molto chiara, sotto gli occhi turbati dell'altra, che rimase lì, ferma appena fuori la porta della stanza.
Ad un tratto, qualcuno che assistette alla scena si avvicinò alla fotografa. Quest'ultima non si accorse minimamente della presenza di Namjoon; era troppo impegnata a mettersi nei panni dell'amica per cercare di immaginare cosa stesse provando. Si sentiva male nel vederla giù di morale.
-Non te la prendere. Sono sicuro che domani le cose si sistemeranno. Stanno attraversando dei momenti difficili, ogni tanto fa bene rimanere soli.- proferì improvvisamente il leader, facendola sussultare.
-Mi hai fatto paura. Che ci fai ancora qui?-
-Avevo ascoltato per sbaglio la vostra breve conversazione e non me la sono sentita di rientrare vedendoti con quella faccia da funerale. Sono una persona sensibile.- precisò lui, sorridendo in modo rassicurante.
-Come no.- commentò ironicamente la giovane. Si sentì subito sollevata.
-Bene, torno in camera mia.-
La fotografa quando era con Namjoon si sentiva sempre bene. Era piacevole stare in sua compagnia, non le andava di doverlo salutare.
Il ragazzo si voltò, fece un passo in direzione della sua stanza, ma l'altra lo bloccò, tirandogli un lembo della camicia bianca che non ebbe il tempo di cambiarsi. Il leader si voltò verso colei che gli impediva di proseguire, guardandola confuso.
Roberta aveva il capo chino, era imbarazzante per lei dire ciò a cui stava pensando.
-Non... non voglio rimanere da sola. Puoi stare... puoi stare un altro po' con me?- disse, poi, a voce bassa, cercando di non far vedere al giovane il suo viso arrossato dall'imbarazzo.
Namjoon rimase spiazzato, non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere da parte della ragazza, ma ne fu tremendamente felice. Neanche lui voleva tornarsene in stanza.
-Okay, ti terrò compagnia fino a quando arriverà la tua amica. Va bene?- chiarì lui, cercando di nascondere il suo entusiasmo da bambino.
La fotografa annuì e gli fece cenno di entrare nella camera. Chiuse la porta ed entrambi si misero a sedere sul letto, uno di fronte all'altro, in silenzio.
-Che ne dici se continuiamo il gioco? Però senza penitenza. Un modo per conoscerci meglio e passare il tempo.- chiese d'un tratto il leader, guardando fisso la ragazza che annuì convinta.
-Sì, va bene. Niente domande imbarazzanti, però, sennò non rispondo.-
-Okay. Inizio io. Allora... domanda semplice, qual è il tuo colore preferito?-
-Ne ho due, blu e nero. Tocca a me. Mh... vediamo... oh, giusto! Quanti anni hai?-
-È vero, tu non conosci la mia età! Anche se ti saresti potuta informare su internet. Ne ho ventitre.-
-Sei un anno più grande di me?! Incredibile!-
-Sono troppo saggio per la mia età, lo so. Ora tocca a me. Fratelli o sorelle?-
-No, nessuno. Figlia unica. Cani o gatti?-
-Cani.-
-Ah, molto male.-
-Tu preferisci i gatti?-
-Li adoro. Faceva parte del gioco la domanda? Tocca a me?-
-No. Tocca ancora a me.-
In un attimo il tono divertito e giocoso del ragazzo cambiò: diventò serio e freddo all'improvviso. La giovane fece un'espressione confusa. Perché quel cambio di atteggiamento di punto in bianco?
Namjoon portò la sua attenzione su un punto imprecisato della camera, vagando con la mente chissà dove.
Si era ricordato di una cosa, una cosa successa qualche momento prima, in quella stessa stanza. La domanda di Taehyung a Jimin. E, soprattutto, la risposta a quella domanda. D'un tratto sentì crescere in lui una forte rabbia. Ebbe il timore di scoprire che la sua intuizione fosse corretta.
-Il tuo ultimo bacio non sono stato io, vero?- chiese, poi, continuando a fissare il vuoto.
La ragazza abbassò la testa e non rispose. Sì sentì a disagio. Perché quella domanda improvvisamente?
-Immaginavo.- aggiunse tra sé Namjoon, sorridendo lievemente in un gesto di nervosismo.
Spostò finalmente lo sguardo su di lei, e notò il suo imbarazzo. Quest'ultima continuava a tenere il capo chino, non sapendo come affrontarlo. In realtà non sapeva perché avrebbe dovuto temerlo. In fondo, loro non erano nulla; lei non aveva nessuna colpa. Eppure, sentiva di aver fatto un grave errore. Non sopportava l'idea che Namjoon potesse essere in collera con lei. 
Quest'ultimo si alzò dal letto, dirigendosi rabbioso verso la porta, in silenzio; la aprì e senza nemmeno richiuderla, camminò in direzione della sua stanza, quasi fuori di sé.
Odiava il doversi sentire in quella maniera. Perché Jimin? Pareva che la cosa non dispiacesse affatto alla ragazza.
Namjoon strinse i pugni. Era fermo in mezzo al corridoio con la testa immersa nei suoi pensieri.
Fino a che punto si erano spinti, poi? Che tipo di bacio era? Sentiva come se si stesse creando un certo tipo di legame tra lui e la ragazza, ma a quanto pareva si stava sbagliando alla grande.
Questo lo fece incavolare ancora di più.
Però lui non era di certo uno che si arrendeva facilmente. Non avrebbe lasciato le così in quella maniera.
-Fanculo!- esclamò ad alta voce tra sé e fece dietrofront, rientrando nella camera e sbattendosi la porta alle spalle.
Roberta saltò dallo spavento e scattò in piedi.
-Ma che stai combinando?- domandò sempre più confusa, ma non ebbe il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che Namjoon andò di prepotenza verso di lei, ignorando completamente la sua domanda o qualsiasi cosa potesse dire. Nella sua testa c'era una e una cosa soltanto, e nulla lo avrebbe persuaso dal non averla. Doveva averla.
In un attimo spinse la ragazza contro la parete della stanza, bloccandole ogni via di fuga. Questa volta non l'avrebbe lasciata scappare. Fermò le gambe della giovane intrecciandole alle sue e le bloccò le braccia sopra la testa con la mano sinistra, contro il muro, ostacolandole ogni possibile movimento. Il suo corpo la teneva saldamente contro la parete. Poteva sentire il battito della fotografa accelerare vistosamente. Il suo cuore non era da meno: iniziò a pompare sempre più intensamente. In quel momento stava provando un mix di emozioni che nemmeno lui riusciva a spiegarsi. Era da tanto che lo stava aspettando.
La ragazza aveva un'espressione preoccupata. Sapeva cosa stava per succedere e aveva paura. Lo guardò intensamente negli occhi. In quel momento, però, il desiderio di volerlo era più forte della paura. Iniziò a provare sensazioni nuove, mai sentite prima. Sensazioni piacevoli.
I loro respiri erano sincronizzati l'uno con l'altro.
-L'ultimo bacio dovrà essere sempre il mio.-
Le afferrò il viso bruscamente con la mano libera e in un attimo catturò le labbra della giovane con violenza. Era arrabbiato, deluso, ma allo stesso tempo la desiderava da morire.
Continuò a premere le sue labbra su quelle dell'altra quasi fino a farle male, rinunciando completamente al suo autocontrollo. Namjoon, però, non fece i conti con le sue emozioni, che contrastavano fin troppo quel gesto così aggressivo. Riprese i sensi quando staccò il suo corpo da quello della ragazza, lasciando la presa dalle sue braccia, ma continuando ad avere lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Roberta rabbrividì, non sapeva se per l'intensità di quel messaggio o per lo sguardo fermo che tratteneva il suo. Entrambi erano incatenati ognuno nelle iridi dell'altro.
Namjoon provò ad accarezzarle il viso, ma qualcosa gli impedì di compiere perfettamente quel gesto. Stava forse tremando? Rimase lì, con la sua mano sospesa per aria. Sembrò come se tutto intorno a lui si fosse fermato, quello che riuscì a percepire furono solo i battiti accelerati del suo cuore.
La giovane notò quel gesto, e con la mano, afferrò delicatamente quella di lui, quasi in un movimento inconscio, portandola sul suo viso. Aveva lo sguardo serio, fermo in quello dell'altro.
Namjoon si sorprese e lo interpretò come un invito a continuare ciò che aveva interrotto.
-Chiudi gli occhi.-
La ragazza eseguì l'ordine e chiuse i suoi occhi, impaziente di rivivere quel contatto.
Il giovane si beò di quella visione per qualche attimo per poi avvicinarsi lentamente, rendendo quell'attesa ancora più odiosa e quel momento sempre più desideroso.
Posò di nuovo le labbra su quelle di Roberta; era diverso stavolta, più profondo, più dolce.
La ragazza sentì il suo corpo pesante e leggero al tempo stesso, sentì la stanza girarle intorno.
Non riuscì a fermarsi. Le piaceva, le piaceva essere baciata da Namjoon, le piaceva il suo odore, il suo sapore, il suo tocco. Si abbandonò definitivamente a lui. Le sue labbra erano calde, dolci. No, non dolci. Dolci non era l'aggettivo adatto. Erano irresistibili, incredibili, semplicemente perfette.
Namjoon, la strinse ancora di più a sé, facendole sentire i loro cuori battere all'unisono.
Roberta si sentì attraversare da un brivido mentre lui con la sua mano cominciò ad accarezzarle la schiena, baciandola in maniera sempre più passionale.
La ragazza gli passò automaticamente le mani tra i capelli e lo strinse ancora più forte, mentre le loro bocche si univano, le loro lingue si intrecciavano e lei si sentiva precipitare dentro un abisso senza fondo. Avrebbe voluto bloccare il tempo, per rendere quel momento così magico, eterno.
Ma lo spalancarsi improvviso della porta fece staccare i due ragazzi l'uno dall'altro, facendoli tornare nel mondo reale e portando la loro attenzione su colei che era piombata nella stanza senza il minimo preavviso.
Valentina rimase sorpresa e si pentì amaramente di essere entrata in quel modo, proprio in quel momento. Capì di aver interrotto qualcosa di importante.
I due giovani fissarono la mora in silenzio, l'imbarazzo cresceva secondo dopo secondo. Roberta rimase pietrificata, guardando il basso. Fu il momento più imbarazzante della sua vita, pensò.
-Be'... io... vado a dormire. Nella mia camera. Sì... vado. Buonanotte.- esordì Namjoon, schizzando via dalla stanza in un baleno, ma, prima di chiudere la porta definitivamente e lasciare le due fotografe sole, rientrò solamente con la testa all'interno della camera, allungando il collo e guardando Roberta che era ancora ferma nello stesso punto.
La giovane, non sentendo il suono della porta che si chiudeva, alzò lo sguardo e notò Namjoon impegnato a guardarla in attesa di ricevere attenzioni da lei. Lo fissò a sua volta, facendo un'espressione confusa. Cos'altro voleva?
-Non dimenticarti ciò che ti ho detto. L'ultimo è sempre il mio.- le ricordò serio, facendola arrossire terribilmente, come se non fosse già abbastanza imbarazzata.
Chiuse finalmente la porta, lasciando le due in un silenzio che parve interminabile.
Valentina guardò l'amica con espressione impassibile, la oltrepassò e si mise nel letto, cercando una posizione comoda per dormire. Non era nelle condizioni adatte per chiederle qualcosa o esultare come una bambina, anche se era terribilmente entusiasta di ciò che aveva visto. E curiosa. Era fin troppo curiosa.
-Domani mi dirai tutto. Voglio sapere pure i minimi dettagli.- disse alla compagna, senza voltarsi a guardarla. Chiuse gli occhi, sperando di riuscire ad addormentarsi il prima possibile.
L'altra annuì in un gesto meccanico, anche se la mora non avrebbe potuto vederla.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Il giorno seguente si svegliarono tutti molto presto, pronti per un'altra giornata piena di impegni. Per prima cosa, si sarebbero dovuti spostare al Nippongaishi Hall per altre prove prima del concerto, che si sarebbe tenuto subito dopo. Non ci fu un attimo di tregua.
I ragazzi furono molto impegnati tutto il tempo, e le fotografe dovettero lavorare senza sosta. Le due riuscirono a vederli solamente attraverso i loro obiettivi che scattavano ininterrottamente.
Quando finalmente ritornarono, la sera, all'hotel, si fiondarono tutti nelle rispettive camere; erano distrutti. Avevano solo voglia di riposare. Alcuni di loro non mangiarono neppure prima di andare a dormire.
Il mattino dopo -l'ultimo giorno a Nagoya- si prepararono velocemente per dirigersi sul luogo dell'imminente incontro con le fan giapponesi.
Le due fotografe non avevano mai visto o sapevano cosa fosse un "fan meeting"; l'unica cosa di cui erano a conoscenza era il dover fare le fotografie ai sette idol, e a loro bastava sapere quello.
Mentre erano tutti nel camerino impegnati a cambiarsi e prepararsi aiutati dalle stylists e makeup artists, Valentina e Roberta si misero in un angolino della stanza, sedute su uno dei comodi divanetti neri, modificando le fotografie dei ragazzi, per non rimanere indietro con il lavoro.
In quel piccolo spazio faceva estremamente caldo e c'era una gran confusione causata sia dai BTS, sia dagli altri membri dello staff presenti nel camerino, che parlavano tutti contemporaneamente.
Roberta sbuffò più volte, non riuscendo a concentrarsi totalmente sul lavoro; l'altra, invece, sembrava completamente immersa nel suo, tanto da non accorgersi del caos all'interno della stanzetta.
Quando, finalmente, il camerino si liberò quasi del tutto, lasciando solamente i ragazzi, le fotografe e qualche makeup artists, la bionda poté tirare un sospiro di sollievo, tornando a concentrarsi alle fotografie.
-Aggiustami il colletto della camicia.- disse Namjoon, sbucando dal nulla e avvicinandosi alla fotografa bionda del gruppo.
Quest'ultima alzò lo sguardo per posarlo sul giovane. Si sentiva ancora in imbarazzo a causa del bacio che c'era stato tra i due; non riusciva a guardarlo negli occhi come prima, sfidandolo apertamente. Dopo quel che era successo, quando gli era vicino si sentiva strana, più del solito. Doveva combattere con le sue stesse emozioni in contrasto tra loro: da una parte c'era qualcosa che la spingeva ad avvicinarsi sempre di più al ragazzo, dall'altra, qualcosa che glielo impediva. Era confusa, ma felice. Si sentiva felice quando Namjoon le stava intorno. Fin troppo felice. Sapeva che quella non fosse più una semplice cotta, sapeva che stava cambiando, diventando qualcosa di più. Ogni volta che incrociava lo sguardo di lui, sentiva lo stomaco contorcersi in una strana e piacevole sensazione. Le piaceva ricevere le sue attenzioni. Le piaceva quando le si avvicinava senza motivo, come in quel momento. Le piaceva quando le si avvicinava e basta.
Lo guardò con aria confusa, non capendo il perché di quella strana e improvvisa richiesta.
-Hai le stylists per questo. Io sto lavorando.- annunciò, poi, fredda, tornando a fissare lo schermo del suo portatile. Perché aveva risposto in quel modo?
-Vieni qua e aggiustami il colletto della camicia, ho detto.- le ordinò il leader, con fare minaccioso. Non gli importava delle stylists, o delle assistenti, a lui interessava solamente avere una scusa per avvicinarsi alla giovane, qualsiasi scusa. Dopo l'accaduto di due giorni prima, si sentiva più vicino a lei, e avrebbe fatto di tutto per non cambiare le cose.
Roberta sbuffò rumorosamente, ma non oppose ulteriore resistenza, anche lei, infondo, desiderava stargli vicino quanto più possibile.
Poggiò il computer sul divanetto in pelle nera su cui era seduta comodamente, per poi alzarsi e avvicinasi al leader che la fissava impaziente.
La giovane si sollevò sulle punte dei piedi per raggiungere l'altezza dell'altro, prese tra le mani il colletto della camicia del ragazzo e cercò di sistemarglielo al meglio. Improvvisamente divenne completamente rossa in viso, percependo lo sguardo fisso di Namjoon su di lei. I loro corpi erano molto vicini e, se avesse alzato la testa, si sarebbe ritrovata a pochi centimetri da quella dell'altro. Cercò di fingersi calma, per non farglielo notare.
-Sei in imbarazzo? Ti piaccio così tanto?- 
Però il leader se n'era accorto eccome. Quest'ultimo sorrise soddisfatto. Gli piaceva molto anche la versione timida della ragazza. Pensò che fosse tremendamente carina e adorabile. Gli venne voglia di stringerla forte a sé in un tenero abbraccio, ma dovette contenersi, nel camerino c'erano ancora i membri del gruppo, impegnati a scherzare tra loro.
La giovane, in risposta,  gli tirò bruscamente il colletto, come per rimproverarlo di averla fatta arrossire ulteriormente.
-Mhmh sì, mi piacciono le cose violente.- continuò lui fingendo un tono di voce erotico, provocandola ancora.
La ragazza lasciò la presa dall'indumento e si allontanò da lui, facendo un passo indietro e guardandolo in malo modo. Namjoon rise divertito alla reazione della giovane.
D'un tratto qualcuno si avvicinò ai due, avendo assistito ai punzecchiamenti del leader nei confronti della fotografa.
-Rob, guarda, mi sistemi i peli del naso?- domandò ironicamente Jungkook, ridendo insieme al compagno che gli diede una leggera pacca sulla spalla in un gesto affettuoso e amichevole. Roberta storse il naso e incrociò le braccia al petto, guardando il più piccolo con aria di sufficienza.
-Io non ti sistemo un bel niente. Sono ancora arrabbiata con te per la faccenda della foto.-rivelò, poi, severa.
-No, dai! Mi dispiace, sul serio. Non immaginavo ci fosse quel tipo di foto. Guarda che le mie intenzioni erano del tutto innocue.-
-Non avresti proprio dovuto prendere il cellulare.- lo rimproverò serio, questa volta, Namjoon.
-Lo so, lo so. Mi dispiace! Sul serio!- affermò pentito Jungkook, guardando la fotografa con un'espressione da cucciolo bastonato. Come resistergli?
La giovane sospirò, alzando gli occhi al cielo in segno di resa.
-Va bene! Ti perdono. E poi, quella foto non farà più danno. L'ho eliminata definitivamente.- li informò la ragazza, sorridendo fiera e soddisfatta di sé stessa.
-Oh, peccato. Era una bella foto.- affermò Jungkook con il suo solito sorrisone raggiante, beccandosi uno schiaffetto dietro la nuca da parte del leader.
Namjoon lo allontanò dandogli un leggero calcio all'altezza del sedere, il minore si coprì con le mani la parte del corpo colpita e rise divertito, tornando dagli altri compagni.
Roberta rise alla scenetta comica, tornando seria quando Namjoon si voltò verso di lei e le si avvicinò guardandola fisso negli occhi; si chinò all'altezza dell'orecchio sinistro della giovane, sussurrandole qualcosa con tono malizioso.
-Poi mi farai vedere dal vivo come ti sta il completo nero. Ho già una mia idea.-
La giovane arrossì ancora una volta, collegando quelle parole al momento del gioco nella sua camera due giorni prima, quando fu il turno di Jungkook di porgere una domanda al leader.
Il ragazzo rise radioso, allontanandosi dalla bionda dopo essere stato chiamato -insieme al resto del gruppo- da un membro dello staff per l'inizio del fan meeting.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Seokjin lanciava delle fugaci occhiate alla ragazza seduta in un angolino, su uno dei sofà in pelle della piccola stanza, troppo impegnata a lavorare sul suo portatile per accorgersi di cosa le stesse accadendo intorno.
Il giovane sorrideva leggermente e inconsapevolmente ogni qual volta sul viso della mora si formava un'espressione contrariata, dovuta chissà a cosa.
Voleva parlarle, lo desiderava da morire. Non gli piaceva affatto quella situazione.
Continuava a fissarla, mordendosi con nervosismo il labbro inferiore. Sarebbe dovuto andare da lei? E se lo avesse rifiutato un'altra volta?
Quando Seokjin vide Namjoon avvicinarsi a Roberta, dicendole qualcosa e costringendola ad andare da lui, pensò si fosse creata la sua occasione.
Un po' titubante, si avvicinò a Valentina -che non lo notò- e sbirciò sul suo computer, sorridendo compiaciuto.
-Sono troppo bello.- disse fiero, osservando la sua immagine attraverso lo schermo del portatile.
La ragazza sobbalzò, sorpresa di ritrovarsi qualcuno alle spalle che la osservasse lavorare, e non un "qualcuno" qualsiasi, ma Seokjin.
Valentina non si sarebbe mai aspettata che le parlasse, non dopo quello che gli aveva fatto. Credeva fosse arrabbiato con lei. Si sentì  tremendamente a disagio. Non sapeva come reagire, non riusciva a guardarlo in faccia.
-Sempre il solito modesto.- gli rispose, cercando di fingere che non fosse successo nulla, cercando di comportarsi in modo normale, come al solito.
Ci fu un silenzio imbarazzante per qualche istante. Seokjin notò l'espressione triste sul volto della giovane. Sapeva di essere lui la causa della sua momentanea infelicità.
-Insomma, cos'è quell'espressione? Come fai a lavorare con la mia faccia davanti avendo un'aria così abbattuta?- esordì il giovane, cercando di tirarle su il morale, ma non ebbe successo.
La ragazza non reagì; lo guardò imbambolata, ponendosi tanti interrogativi sul perché di quell'improvvisa conversazione. Fino al giorno prima non si erano degnati nemmeno di uno sguardo, ed ora d'un tratto le si avvicinava come se nulla fosse successo.
-Non mi piace vederti così, dov'è finito il tuo bellissimo sorriso?- continuò Seokjin, diventando serio tutto d'un tratto.
Valentina non riusciva più a sorridergli come prima, si sentiva troppo in colpa per come erano andate a finire le cose, sentiva di essere perennemente dalla parte del torto.
-Mi dispiace per come sono andate le cose, è tutta colpa mia.- ammise la ragazza tutto d'un fiato, alzandosi dal divanetto, trovando finalmente il coraggio di guardare l'altro negli occhi. Quando la giovane fu in piedi avanti a lui, Seokjin sentì come una stretta al petto, bastava davvero così poco per scaturire in lui sensazioni così forti? Tornò alla realtà, quando realizzò cosa avesse detto la mora. Gli brillarono gli occhi e pensò subito che si fosse creata un'altra occasione per passare del tempo da solo con lei. Sul suo volto si formò un sorriso vittorioso.
-Ah! Allora devi proprio farti perdonare!- 
-Come?- chiese confusa la fotografa, incarnando un sopracciglio.
-Concedimi un secondo appuntamento.-
-Quando? Non abbiamo tempo libero. Voi ragazzi siete sempre così impegn-
-Stasera. Cena nella mia stanza.- la interruppe con tono deciso, sorprendendola con quella proposta improvvisa.
-Sì! Cioè... va bene...- 
-Okay! Buon lavoro allora.- si congedò il giovane, con un sorriso smagliante, allontanandosi e tornando dagli altri compagni.
Successivamente vennero chiamati per l'inizio dell'evento.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Il fan meeting ebbe inizio. Nella sala c'era una gran confusione. Orde di giovani fanciulle urlanti in preda ai loro ormoni impazziti fecero rimanere le due fotografe spiazzate.
I sette ragazzi si misero seduti dietro un lungo tavolo, uno di fianco all'altro, dove avrebbero dovuto incontrarsi con le varie fan.
Le giovani si misero al lavoro, iniziando a scattare fotografie a raffica.
-Ma guarda quelle! Vogliono rubarci il lavoro?- esordì esterrefatta d'un tratto la minore delle due, riferendosi alle fan sedute tra gli spalti dietro di loro, impegnate a catturare i ragazzi con le loro attrezzature fotografiche da paura.
-Ma che Diavolo! I soldi proprio c’hanno. A questo punto noi a che serviamo?- ironizzò l'altra, ridendo divertita. -Ma... lasciando stare le fan... dimmi un po', adesso siete fidanzati?- aggiunse, sorprendendo l'amica che rimase bloccata per qualche secondo, come se fosse stata congelata in quello stesso momento da un raggio invisibile. Sul viso di Valentina si formò un sorrisetto beffardo.
Roberta le aveva raccontato della faccenda del bacio. La maggiore, come annunciò, si fece raccontare tutto nei minimi dettagli dall'amica. In quel momento, mentre la compagna le mostrò tutte le sue emozioni e tutto il suo entusiasmo, si sentì bene, felice. Si sentì contenta per lei. Vederla entusiasta come una bambina che apriva i regali il giorno di Natale, la rendeva terribilmente felice; tanto che si dimenticò, in quegli attimi, della faccenda tra lei, Seokjin e Yoongi.
-Co-cosa? No! Cioè, non lo so. Ma... no di certo! Cavolo, guardale! Come si potrebbe stare insieme ad un idol?- disse con una lieve rassegnazione nel tono di voce la bionda, scongelandosi e ritornando nel mondo dei vivi.
-Ma non credo che non si possa fare, certo sarebbe più complicato di una relazione normale. Va be', lasciamo stare per il momento. Non sia mai mi tieni di nuovo il muso! In ogni caso... guarda, guarda quella come lo tocca!- Valentina cambiò discorso, indicando all'amica una fan un po' troppo in confidenza con il leader del gruppo. E pareva che a Namjoon non dispiacesse affatto ricevere quel determinato tipo di attenzioni; sorrideva radioso, mostrando quel suo magnifico sorriso.
La maggiore poté vedere delle fiamme accendersi negli occhi dell'amica, che provava ad incenerire con lo sguardo la ragazza di fronte a Namjoon.
-È solo una fan.- rispose con tono tagliente Roberta, senza staccare i suoi occhi assassini dalla figura di quella povera ragazza.
-Eh, ma guarda come abusa della sua faccia!- la provocò di nuovo la maggiore. Si divertiva nel vederla ingelosirsi.
-Io ho avuto qualcosa che lei non avrà mai.-
La mora si sorprese di quell'affermazione da parte della compagna. La gelosia la rendeva diretta, avrebbe detto facilmente qualcosa che solitamente si sarebbe tenuta per sé.
Volle provare a provocarla ancora una volta.
-Ma non tutto il pacchetto.-
-Per il momento.-
Valentina rimase letteralmente a bocca aperta, non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere. L'altra si sorprese da sola per le parole uscitegli dalla bocca istintivamente. Abbassò il capo dall'imbarazzo e si allontanò dall'amica inventando la scusa di voler riprendere i ragazzi da un'angolazione differente. L'altra annuì guardandola e cercando di trattenere le risate.
La mora tornò seria e si dedicò completamente al lavoro. Ad un tratto, dall'obiettivo della fotocamera, notò che Seokjin la stava salutando con la mano, sorridendo allegro. La giovane ricambiò il gesto senza farsi notare dalle fan dietro di sé.
Continuò a scattare, cambiando soggetto e rivolgendo la sua attenzione al lato opposto di quel lungo tavolo, notando qualcuno in particolare.
Yoongi stava sorridendo dolcemente ad una delle tante fan, sorprendendo Valentina; non lo aveva mai visto né ridere, né sorridere.
Si sentì pervadere improvvisamente da una sensazione di tristezza. Avrebbe tanto voluto che quelle dolci attenzioni fossero rivolte a lei.
Yoongi, in quel momento, aveva un atteggiamento completamente differente da quello a cui era abituata. La giovane sentì crescere in lei una forte invidia verso quelle ragazze che passavano in successione davanti agli occhi del giovane.
Gli occhi le divennero improvvisamente lucidi, ma prima che potessero caderle delle lacrime sul viso, cambiò nuovamente il soggetto da fotografare, distraendosi e ridendo nel vedere come Taehyung scherzasse allegramente con le fortunate fan.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Roberta continuò a scattare dopo essersi allontanata dall'amica, cercando di non pensare alla frase che era uscita pochi attimi prima dalle sue stesse labbra.
Scattò varie fotografie prima di soffermarsi di nuovo su Namjoon e... sulla ragazza davanti agli occhi di quest'ultimo. La giovane stava mettendo un cerchietto per capelli con delle finte orecchie da gatto costellate di fiori viola sulla testa del ragazzo.
Namjoon sorrideva dolcemente, stringendo le mani della fan.
-Te le ficco su per il culo quelle orecchie.- commentò tra sé a denti stretti la fotografa, fulminando la ragazza con gli occhi. Non riusciva proprio a contenersi.
Il leader guardò finalmente nella sua direzione e notò che la bionda lo stesse fissando intensamente con sguardo da killer. Sorrise deliziato e rivolse una smorfia alla giovane, tirando fuori la lingua.
Roberta gli rispose allo stesso modo, sorridendo allegramente subito dopo.
Il fan meeting continuò tranquillamente per un'ora e mezza, circa, tra vari commenti taglienti di Roberta verso le povere ARMY che ignoravano completamente la sua esistenza e il suo ruolo della vita del loro amato leader.
Quando fu il momento, tornarono tutti in quel piccolo camerino per cambiarsi.
Le due fotografe dovettero tornare per riprendersi le borse e le attrezzature che vi avevano lasciato.
Roberta si avvicinò alle sue cose, sistemandole ordinatamente nelle apposite borse, dando le spalle ai ragazzi e al resto dello staff.
Quando all'improvviso si sentì toccare la testa da qualcosa: un oggetto. Namjoon le aveva messo il cerchietto per capelli con le orecchie da gatto che una delle tante fan presenti all'evento gli aveva regalato.
-No.- gli urlò, girandosi di scatto verso di lui e lanciando il cerchietto per terra dopo esserselo tolto dalla testa.
Namjoon la guardò perplesso e si chinò a raccoglierlo. La giovane si stupì da sola per la brusca ed esagerata reazione che aveva appena avuto, ma cercò di non fargli notare di essersi pentita; continuava a tenere lo sguardo fermo e serio sulla figura di Namjoon che aveva raccolto l'oggetto da terra. Si guardarono per qualche momento.
-Te lo ha regalato la tua ARMY con tanto amore, non lo voglio.- precisò con tono gelido, incrociando le braccia al petto.
Sul viso di Namjoon si formò un ghigno soddisfatto.
-Cos'è, sei gelosa? Mh?- gli chiese sotto voce, avvicinandosi leggermente a lei con quell'oggetto tra le mani.
-Io?! Certo che no!-
Il ragazzo le mise nuovamente il cerchietto sulla testa, chinandosi, poi, alla altezza della giovane.
-A te stanno meglio, però.- le sussurrò all'orecchio, facendole provare un piacevole brivido lungo la schiena. Le venne un'improvvisa voglia di saltargli al collo. Si guardarono negli occhi per secondi che parvero infiniti.
Jimin notò quello scambio di effusioni da parte dei due piccioncini e decise di avvicinarsi per interromperli, ma Taehyung lo fermò, prendendolo per un braccio.
Jimin si voltò versò l'amico, vedendolo scuotere la testa in segno di negazione; cercò di persuaderlo dall'andare dai due ragazzi. Jimin non gli diede ascolto e si staccò dalla sua presa, andando verso Namjoon e Roberta, deciso.
-Rob, come sei carina così.- affermò il ragazzo dirigendosi direttamente dalla fotografa, prendendole dolcemente il viso tra le mani. La giovane si sorprese di quell'improvvisa apparizione da parte del ragazzo, ma gli sorrise allegra, cercando di nascondere un leggero imbarazzo. Tutto ciò accadde sotto gli occhi scioccati del leader che rimase a bocca aperta, per poi guardare l'amico in cagnesco. Ma prima che potesse spingerlo via, intervenne Taehyung per salvare la situazione. Non avrebbe sopportato l'idea di vedere altri due compagni discutere tra loro.
-È vero! Sei proprio carina.- proclamò gioioso, con un enorme sorriso stampato sul viso. Prese il cerchietto dai capelli della ragazza e lo mise sulla sua testa, litigando giocosamente con Jimin su chi l'avrebbe dovuto avere. Roberta rise, pensando che fossero davvero dolci e adorabili quando si comportavano in quel modo.
-Dai ragazzi, lo rompete così!- si lamentò, invece, Namjoon, rincorrendo i due come un bambino che cercava di recuperare il suo giocattolo.
I ragazzi vennero esortati a sbrigarsi a rivestirsi per ritornare all'albergo.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Era ormai pomeriggio inoltrato quando arrivarono tutti all'hotel. Le fotografe si diressero subito nella loro camera, a differenza dei ragazzi, che vennero fermati dal manager per parlare di alcune faccende lavorative riguardanti la successiva tappa del tour.
Appena furono sole nella stanza, entrambe posarono l'attrezzatura fotografica.
Roberta accese il suo portatile e si mise a sedere sul letto per continuare il lavoro che per colpa di Namjoon non era riuscita a terminare. A differenza sua, Valentina si fiondò in bagno per prepararsi: avrebbe cenato nella camera di Seokjin. Era in ansia. Sperò che quella fosse la volta buona. D'altronde, negli ultimi giorni, Yoongi non si era fatto vedere spesso. Anzi, non lo aveva visto per niente. Era come se... la evitasse. Pensò che fosse strano, ma scacciò immediatamente quei pensieri. Non sarebbe ricapitato una seconda volta. Almeno per quella sera, la parola "Yoongi" sarebbe scomparsa dalla sua mente.
-Ma che fai? Perché ti stai preparando? Dove vai?- chiese la minore, curiosa e confusa allo stesso tempo.
-Eh? Ah, già! Non te l'ho detto. Prima, al fan coso, Jin mi ha detto che stasera ceniamo insieme. Nella sua camera. È... è per farmi perdonare.- 
-E quando avevi intenzione di dirmelo?! Dopo averci pure scopato?- la rimproverò severa Roberta. L'altra rimase sconcertata.
-Tu voli proprio tanto con la fantasia, eh? È una cena. Dobbiamo mangiare e parlare per chiarirci. Non sono quel tipo di persona, lo sai.-
-Sì, scusa. È che prima le cose me le dicevi seduta stante, adesso sono passata in secondo piano. Mi rende triste.- rivelò amaramente la bionda, facendo un'espressione imbronciata. L'altra le si avvicinò e l'abbracciò forte, facendo attenzione a non far cadere il computer che l'amica aveva sulle gambe.
-Sei proprio stupida. Come potresti passare in secondo piano? È solo che stanno succedendo un sacco di cose e la mia testa sta quasi per esplodere. Non ci sto capendo più niente.- 
-Lo sai che puoi contare su di me. Sempre. Parla con me, non tenerti le cose dentro. Sfogati. Lo sai che ti voglio bene, vero?-
-Lo so. Anche io te ne voglio. Grazie.- 
Rimasero avvinghiate l'una all'altra per qualche minuto. Quando sciolsero l'abbraccio, tornarono tranquillamente a fare ciò che stavano facendo, in silenzio.
Una volta che la mora terminò di prepararsi, salutò l’amica -che le augurò buona fortuna- e uscì dalla camera, dirigendosi verso quella di Seokjin.
Quando fu dinnanzi alla porta esitò per qualche istante. Le sudavano le mani dal nervosismo. Alzò lentamente una mano e picchiettò le nocche sulla superficie di legno scuro, attendendo una risposta all’altra parte.
Seokjin le aprì quasi subito, sorridendole appena la vide. La invitò a entrare e ad accomodarsi.
La giovane era visibilmente tesa e imbarazzata. Seokjin cercò di distrarla e metterla a proprio agio parlando del più e del meno, creando un comune e banale discorso, riuscendo nel suo intento.
Ad un tratto, il ragazzo si assentò per andare al bagno, scusandosi con la sua ospite che gli sorrise cordialmente e gli disse di non preoccuparsi.
Toc, toc.
Qualcuno bussò alla porta della camera, facendo sussultare Valentina che si voltò di scatto a guardarla.
-Jin, stanno bussando!- riferì piano la mora, avvicinandosi al bagno.
-Vai a vedere tu, per favore!-
-E se è qualcuno dello staff? Che faccio?-
-A quest’ora è impossibile, non preoccuparti. È sicuramente uno dei ragazzi. Digli che non posso e mandalo via.-
La ragazza annuì, più a sé stessa, per convincersi che non sarebbe successo nulla, consapevole del fatto che Seokjin non potesse vederla.
Si avvicinò alla porta e poggiò una mano sulla maniglia, facendo una leggera pressione verso il basso e facendo scattare la serratura; la tirò lentamente a sé.
-Hyung, ho portato due bir… re…- Yoongi aprì bocca prima che la porta potesse essere completamente aperta, scoprendo, con sua sorpresa, che ad aprirgli non fu il suo amico, ma colei che aveva deciso di cancellare dalla sua vita. Il giovane sentì un pesante colpo al cuore.
I due si fissarono per pochissimi attimi, prima che Yoongi distogliesse lo sguardo dalla ragazza e si dirigesse verso il primo ripiano che gli era capitato a tiro per poggiare le due birre ghiacciate che aveva portato con sé. Lo aveva fatto per passare un po’ di tempo da solo con il suo compagno, come facevano prima. Si maledì di non averlo avvisato. Maledì sé stesso per essere andato in quella stanza, proprio in quel momento. Maledì lei e il fatto che le piacesse così tanto. Maledì i suoi sentimenti. Maledì tutto.
Valentina, dal canto suo, appena lo vide sgranò gli occhi e pensò “non un’altra volta”, ricordandosi dell’ultimo appuntamento con Seokjin. Ma, con sua estrema sorpresa, Yoongi non la degnò di un solo sguardo, ignorandola completamente. Lo vide entrare, posare due birre su un tavolino e uscire come se la camera fosse stata vuota.
La porta si chiuse dinnanzi ai suoi occhi, lasciandola imbambolata a fissare il vuoto. Non riusciva a crederci. L’aveva ignorata.
Si sentì crollare il mondo addosso. Perché? Perché d’un tratto si comportava in quel modo? Cosa aveva fatto di male? Se ci pensava, erano un paio di giorni che Yoongi non le rivolgeva più nemmeno uno sguardo.
Una fitta fastidiosa si fece largo nel suo petto, all’altezza del cuore. Odiava quelle sensazioni.
All’improvviso la porta del bagno si aprì, facendo tornare Valentina alla realtà.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Yoongi procedeva a passo svelto per il corridoio, ma non per dirigersi nella sua camera, no. Non voleva rimanere da solo con i suoi pensieri dopo quello che aveva visto. Non avrebbe permesso alla sua mente di vagare oltre.
Si fermò di fronte ad una porta e bussò pesantemente.
Hoseok aprì subito, spaventato, e quando si ritrovò l’amico davanti, lo guardò perplesso.
-Che succede? Chi è morto? Hai una faccia!-
-Io sono morto.- rispose tristemente Yoongi, entrando con noncuranza nella stanza del compagno senza ricevere il permesso di farlo. Ma a Hoseok non importò; chiuse la porta e dedicò la sua completa attenzione al ragazzo.
-Che vuol dire che sei morto?-
-Hoseok, avevi ragione. Ho sbagliato. Solo che mi sento un verme adesso.-
-Mi vuoi spiegare di che Diavolo stai parlando?- sbottò il minore, mettendosi entrambe le mani sui fianchi.
Yoongi si era seduto sul letto, sospirando. Posò gli occhi sull’amico impaziente di sentire cosa avesse da dirgli.
-Ho parlato con Jin hyung. Cioè in realtà ha parlato solo lui. Alla fine mi sono reso conto che stavo sbagliando, che lui è più importante di una cotta. Quindi ho deciso che quella tizia per me non esiste più. Però adesso l’ho vista nella sua stanza e ti giuro, non è piacevole.-
-Co-co-cosa?! Hai parlato con Jin hyung? Quando?! E poi stanza cosa? Ma poi “tizia”? E… e come non esiste più? Hyung perché devi essere così, cavolo!- 
Hoseok sospirò e si portò una mano alla tempia, sperando di riuscire a riordinare i suoi pensieri. Nel giro di qualche istante, Yoongi era stato capace di confonderlo completamente.
-In pratica, subito dopo aver finito di giocare a quel gioco nella stanza della fotografa-
-Le fotografe.- lo corresse Hoseok, interrompendolo.
-No. La fotografa. Se mi lasci finire ti spiego.- il minore annuì. -Quando tutti siamo tornati nelle stanze, Jin hyung mi ha raggiunto e mi ha detto che dovevamo parlare. Siamo entrati in camera e mi ha spiegato delle cose. Mentre spiegava quelle cose, mi sono reso conto che lui è decisamente più importante, come avevi detto tu. Quindi ti ho dato ragione. Ho preso la decisione vera, questa volta, e cioè che quella ragazza per me non esiste più. Credo sia il modo più veloce per dimenticarla. Per questo io adesso ho solo una fotografa. A Jin hyung non l’ho detto, lui sa che mi piace, quindi credo se ne accorgerà da solo, è inutile che glielo dica e faccia la vittima di turno. Questo è quanto.- spiegò tristemente Yoongi, sorridendo in modo forzato e finto.
Hoseok lo guardò dispiaciuto, come se la colpa fosse sua. Riusciva a percepire benissimo lo stato d’animo dell’amico. Se Yoongi aveva deciso di andare a parlargli di sua spontanea volontà voleva solamente significare che la situazione era molto più dolorosa di quel che si aspettasse.
-E tu come ti senti?-
-Devo essere sincero?-
Hoseok annuì.
-Patetico.- fece una pausa prima di riprendere parola. -Non pensavo sarebbe stata così dura. Ma è la scelta giusta.-
-E chi l’ha deciso che è quella giusta?-
-Hope, te lo avevo detto. O lui, o io. Uno dei due doveva essere quello che avrebbe sofferto. Preferisco essere io.-
-Ah, ma che cavolo! Non voglio vederti così. Non voglio vedere nemmeno Jin hyung triste, però. Perché deve essere così? Se solo quelle due non-
-Non prendertela con loro! Che colpa hanno? Non scherzare. Passerà Hope, passerà.-
-Lo so che non hanno colpa, però… - Hoseok non terminò la frase e si accomodò di fianco all’amico, che ormai si era steso completamente sul materasso, guardando il soffitto.
-Comunque ora lei è nella sua camera. L’ho beccata lì mentre andavo dallo hyung per passare la serata.- rivelò il maggiore, continuando a tenere lo sguardo fisso davanti a sé.
-E…?-
-E in quel momento mi sono sentito come frantumato in mille piccoli pezzettini. È la prima volta che provo questo tipo di sensazioni. Sono fastidiose e stupide… e dolorose.-
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
-Chi era?- domandò Seokjin alla ragazza voltatasi di scatto verso di lui.
-Era… Yoongi.- 
All’udire quel nome, il giovane scattò sull’attenti e deglutì.
-E che voleva?-
-Non lo so. Ha portato queste due birre. Credo volesse passare la serata con te, non sapeva che saremmo stati assieme.- rispose Valentina, indicando le due bottiglie di vetro marroncino poggiate sul tavolino.
-Ah… allora… gli parlerò domani. Ti… ti ha detto qualcosa?- chiese Seokjin con tono insicuro, quasi spaventato dal conoscere la risposta.
-In realtà mi ha detto un bel niente!- rivelò con rammarico la mora, abbozzando un sorriso falso rivolto al ragazzo di fronte a lei. Seokjin ne su sollevato.
Entrambi si accomodarono attorno al tavolo di legno scuro della stanza. Seokjin aveva già preparato tutto, ordinando le pietanze e facendosele portare in camera.
I due iniziarono a mangiare e a parlare delle loro faccende personali. Valentina gli raccontò che due anni prima i genitori avevano aperto un ristorante italiano a Londra, dopo che sua sorella maggiore si era trasferita lì per gli studi. Gli raccontò anche che dalla partenza di sua madre e suo padre, si trasferì nel attuale appartamento che divideva con Roberta in Italia, la quale ci viveva da sola già da un anno.
Seokjin le rivelò solamente qualche dettaglio: le disse che aveva un fratello maggiore a cui voleva molto bene e dei genitori molto affettuosi, cambiando subito argomento.
Tra un pasto e l’altro Valentina mandò giù troppi bicchierini di soju. Chiedendosi mentalmente perché gli asiatici bevessero l’alcol come fosse acqua.
Seokjin trovò l’occasione per aprire l’argomento “appuntamento fallito” (il motivo per il quale si trovavano in quella stanza).
-Scusami!- urlò dispiaciuta Valentina, bevendo altri due cicchetti di soju e poggiando, poi, il bicchierino vuoto sul tavolo. Iniziava a girarle violentemente la testa. Si sentiva molto più vulnerabile, in quel momento. L’alcol stava facendo effetto. Il ragazzo abbassò lo sguardo e si morse leggermente il labbro inferiore alle parole della giovane, non sapendo come poterle rispondere.
-È… è solo che se lui non fosse arrivato, molto probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso e- Seokjin alzò una mano all’altezza del viso dell’altra, interrompendola. Corrucciò la fronte in un’espressione confusa, fece un attimo di pausa, per poi prendere parola.
-Lui chi?- domandò serio, sentendo un fastidio farsi largo all’interno del suo corpo e cresce, diventando sempre più forte. Credeva di conoscere già la risposta, anzi, ne era certo.
-Yoongi!- esclamò la giovane. Seokjin sgranò gli occhi, sorpreso dal tono di voce usato dalla ragazza, come se il colpevole fosse già ovvio e non ci fosse bisogno di specificarlo. -Se non fosse arrivato lui con quel dannato vestito e quella sua aria da spaccone sicura-
-Allora, ti è piaciuta la carne?- Seokjin cambiò improvvisamente e immediatamente discorso; non gli piaceva la piega che aveva preso. Cercò con tutto sé stesso di restare calmo. Era infuriato. Yoongi lo aveva pugnalato alle spalle. Lo aveva tradito.
Seokjin strinse forte i pugni dalla rabbia, ma continuando a tenere un’espressione cordiale verso la ragazza di fronte a lui.
-S-sì… è stata davvero ottima.- risposte finalmente la giovane. Era visibilmente stordita. Si portò una mano alla testa facendo un po’ di pressione nel vano tentativo di bloccare quell’improvviso mal di testa. -Mi gira la testa.- continuò, con una voce che non parve la sua.
-Sei stanca? Vuoi riposare un po’?- domandò preoccupato Seokjin.
La mora annuì, adagiando la testa sulla superficie del tavolo e usando il suo stesso braccio come cuscino; chiuse gli occhi e si lasciò alle braccia di Morfeo.
Il giovane la guardò pensando che fosse davvero carina. Un dolce sorriso di fece largo tra le sue labbra, ma in un attimo le parole della ragazza riecheggiarono nella sua testa e la sua espressione divenne immediatamente cupa.
Ripensò a quel giorno. Lui aveva notato che ci fosse qualcosa di strano. Qual era quella cosa? Cosa accadde di strano quella sera? Il suo viso si illuminò in un istante. Finalmente ricordò cosa avesse notato di strano quel giorno: il comportamento del suo compagno Hoseok. L’amico insistette nel volerlo trattenere all’albergo, sicuramente era in combutta con Min Yoongi. Seokjin non gliel’avrebbe mai perdonato.
Si alzò dalla sedia su cui era seduto e andò verso Valentina che ormai era completamente addormentata; la sollevò delicatamente e la sistemò sul comodo letto della sua camera.
Dopodiché si diresse serio verso la porta, uscendo e chiudendola piano per non rischiare di svegliare la ragazza.
Il suo obiettivo era la stanza di Jung Hoseok.
 
                                            
◇◆◇◆◇◆
 
 
Roberta era rimasta nella sua camera a modificare il resto delle fotografie, immersa come al solito nei suoi pensieri.
Un lieve e istintivo sorriso si faceva largo sul suo viso ogni qual volta riaffiorava nella sua mente l’immagine di Namjoon.
Le parve di essere tornata nel passato, ai tempi della scuola e delle prime cotte.
A lavoro terminato spense il portatile e sistemandolo nell’apposita borsa sentì il suo stomaco brontolare. Si affrettò a mettere tutto a posto per poi chiamare il servizio in camera e ordinare qualcosa da mangiare.
Toc, toc.
Si voltò di scatto verso la porta, chiedendosi chi sarebbe potuto mai essere.
-Servizio in camera.- urlò una voce maschile dall’altra parte della stanza. La giovane fece un’espressione perplessa. Non aveva ancora ordinato nulla, come facevano a saperlo?
Roberta andò ad aprire la porta e si trovò davanti un Namjoon sorridente con due porzioni di ramen istantaneo già pronte tra le mani. La ragazza rimase a bocca aperta. Che ci faceva lì?
-Jin hyung mi ha raccontato dell’appuntamento con Vale e quindi… disturbo?- spiegò subito il leader, con un grosso sorriso allegro, impedendo alla giovane di dire qualsiasi cosa. Entrò nella camera senza aspettare il consenso da parte dell’altra, che lo fissò incredula. Namjoon si accomodò sulla moquette della stanza, poggiandoci i contenitori di ramen fumanti. Non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di rimanere da solo con lei, non avevano molto tempo libero.
Roberta chiuse la porta della camera, alzando gli occhi al cielo e fingendosi infastidita dalla presenza del leader. Si andò a sedere di fronte a lui e prese il contenitore di ramen.
-Sì.- affermò poi, guardandolo con aria di sfida. Namjoon le sorrise dolcemente e insieme iniziarono a mangiare.
Roberta in realtà si sentiva tremendamente felice da quell’improvvisata da parte del ragazzo, ma non glielo avrebbe mai fatto notare.
-Quei due che fanno la cenetta romantica e noi sempre a mangiare roba in scatola.- proferì improvvisamente la giovane, quasi inconsapevolmente, infatti si morse la lingua e si pentì di averlo detto. Sarebbe dovuto rimanere solamente nella sua testa.
Namjoon alzò lo sguardo su di lei, sorpreso. Aveva le tagliatelle di frumento che gli pendevano dalla bocca.
-Dovremmo farlo anche noi?- chiese ingenuamente il ragazzo.
-Non siamo mica una coppia! Era per dire… -
Il leader fece una smorfia di disapprovazione, guardando la giovane che aveva abbassato lo sguardo e stava continuando a mangiare. “Non ancora”, pensò sicuro Namjoon.
-Zitta e mangia!- le ordinò il ragazzo, cercando di nascondere un sorriso divertito. La bionda gli fece la linguaccia in risposta. Entrambi si misero a ridere e iniziarono a scherzare prendendosi rispettivamente in giro come due bambini.
Una volta finito di mangiare, Roberta si alzò da terra per andare a gettare i contenitori -ormai vuoti- di ramen nella spazzatura, per poi tornare a sistemarsi al suo posto, di fronte al ragazzo, che l’aveva seguita con lo sguardo tutto il tempo.
Rimasero in silenzio per qualche attimo, a guardarsi. Entrambi percepirono che l’atmosfera fosse cambiata.
-Comunque non c’era bisogno che venissi. Perché sei qui?- domandò d’un tratto la ragazza, utilizzando un tono lamentoso e provocando Namjoon che si indispettì. Quest’ultimo si mosse, gattonando in direzione della giovane, diminuendo drasticamente la distanza tra di loro. Roberta rimase impassibile, mostrandosi perfettamente calma. In realtà si stava agitando parecchio. Il cuore le batteva più velocemente del solito già con la semplice presenza del ragazzo, ma in quel momento credeva di perderlo per quanto pompasse in fretta.
-Non mi pare ti dispiaccia la mia presenza.- osservò soddisfatto Namjoon, sorridendo leggermente, tenendo gli occhi fissi su quelli dell’altra.
-E chi te l’ha detto?-
-E non mi pare ti sia dispiaciuto nemmeno quello che abbiamo fatto in questa stessa stanza due giorni fa.- continuò il ragazzo, diminuendo ulteriormente la distanza tra i loro corpi, fissando con insistenza le labbra della giovane. Quest’ultima sentì di star per esplodere.
-Oooh! Kim Namjoon! Così sicuro di te! Chi ti dice mi sia piaciuto così tanto?-
-Si può sempre migliorare.- concluse il leader, posando le sue labbra su quelle della ragazza che, inizialmente, trasalì dalla sorpresa, rilassandosi l’attimo dopo, ricambiando il gesto; chiuse istintivamente gli occhi e si lasciò pervadere da quelle forti e piacevoli sensazioni che le attraversarono tutto il corpo. Desiderò con tutta sé stessa che succedesse ancora.
Sentì la mano di Namjoon premerle la schiena e stringerla a sé, spingendola sempre di più contro il suo corpo. La ragazza passò lentamente le mani lungo il petto del ragazzo, partendo dal basso e salendo sempre più su, accarezzandogli il collo, fino ad affondare le mani nei suoi capelli tinti. Il cuore continuava a batterle all’impazzata. Namjoon insinuò la sua lingua tra le labbra di lei, cominciando a baciarla con passione. Appoggiò la mano libera dietro il capo della ragazza, spingendola verso il basso e facendola sdraiare delicatamente sulla moquette della camera, posizionandosi sopra di lei. Lasciò per un attimo le labbra morbide e ormai rosse della giovane per poterla osservare, scrutando ogni dettaglio del suo viso. Roberta aprì gli occhi, ritrovandosi intrappolata in quelli scuri e profondi di lui. Attimi interminabili parvero incastrarli l’uno all’altra, facendogli desiderare che il tempo smettesse di scorrere definitivamente.
Il ragazzo ricominciò a baciarla, ma questa volta più lentamente e a fondo di prima, come se calcolasse ogni movimento, ogni assaggio, ogni respiro. Poi Namjoon si staccò gradualmente da quel bacio, delicatamente, fissando intensamente la giovane ancora una volta, come se avesse paura di star sognando e di svegliarsi improvvisamente nella sua camera. Temendo che quel momento fosse tutta un’illusione creata da lui stesso e dal suo forte desiderio di renderla sua. Roberta lo osservò, studiandone anch’ella i tratti del viso; gli passò dolcemente una mano e sulla guancia fino ad arrivare alle labbra, che sfiorò. Namjoon le sorrise e le baciò i polpastrelli, per poi avvicinarsi ancora una volta alle sue labbra, lasciandole innumerevoli piccoli e teneri baci a stampo, fino a farla ridere.
Roberta avvolse le braccia attorno al collo del giovane, stringendolo a sé in un abbraccio che l’altro ricambiò senza esitare.
Rimasero distesi sul pavimento avvinghiati l’uno all’altra, coccolandosi dolcemente. Namjoon la stringeva saldamente a sé, tenendola per la vita e accarezzandole delicatamente la schiena, disegnando linee continue, su e giù, per tutta la lunghezza.
Roberta affondò il viso sul petto del ragazzo, avvolgendo le sue piccole braccia attorno a busto di quest’ultimo.
-Comunque ho quasi finito il libro che mi hai regalato. Sto diventando una camionista provetto.- esordì improvvisamente la bionda, facendo sorridere il leader che, abbassando il capo, le lasciò un tenero bacio sulla testa, sopra i capelli.
Dopo pochi minuti, Namjoon si accorse che la ragazza si addormentò.
-Brava la mia camionista.- le sussurrò, infine, dandole un altro bacio, per poi chiudere gli occhi e addormentarsi a sua volta.
 
 
◇◆◇◆◇◆
 
 
Seokjin bussò di prepotenza alla porta della stanza di Hoseok. Era pronto a sbraitargli contro per estorcergli qualsiasi tipo di informazione riguardo quella famosa serata. Era incavolato. I suoi amici lo avevano tradito consapevolmente.
Hoseok si precipitò di nuovo alla porta per aprire a colui che stava rischiando di svegliare tutto l’albergo battendo così violentemente le nocche sulla superficie solida, senza curarsi del fatto che avrebbe potuto ferirsi.
-Che caspita succede questa volta?!- tuonò Hoseok una volta aperta la porta, non fregandosi di chi potesse essere. Una volta scrutato il volto del visitatore deglutì pesantemente. -C-che ci fai qui, hyung?- continuò, ribaltando il suo tono di voce che divenne più silenzioso, ma meno sicuro e deciso di un attimo prima. Seokjin lo fissava in silenzio con sguardo fulmineo; pareva un predatore che bramava di sbranare brutalmente la sua preda.
-Tu!- urlò aggressivo poi, irrompendo nella camera e avvicinandosi minaccioso al compagno che indietreggiò spaventato. -Come hai po- il giovane si bloccò di colpo prima di terminare la frase; si voltò verso l’altra persona presente in quella stanza. Quella persona che non avrebbe dovuto essere davanti ai suoi occhi.
Yoongi si alzò dal letto, sorpreso dall’improvvisa e brusca apparizione del compagno.
-Hyung… - provò a dire qualcosa, ma Seokjin si scagliò contro di lui in preda alla collera.
-Bastardo!-
-Uooo! Fermo fermo! Hyung che ti prende?! Calmati!- Hoseok intervenne prima che potesse succedere qualcosa di tremendamente spiacevole, fermando il compagno appena in tempo. Seokjin era bloccato dal corpo dell’amico che gli impediva di azzuffarsi con Yoongi. Era ben evidente a tutti che le sue intenzioni fossero quelle.
Yoongi indietreggiò dallo spavento e dalla sorpresa, cadendo nuovamente sul materasso dietro di lui, rimanendo a bocca aperta. Cos’era successo? Perché Seokjin si comportava in quel modo all’improvviso?
In un attimo, la mente di Yoongi si illuminò e tornò razionale.
-Hyung! Che cosa hai saputo?- 
-Tutto, Yoongi! Ha confessato! Sei un bastardo! Anzi, siete dei bastardi! Tu eri suo complice! E lasciami!- continuò a sbraitare infuriato Seokjin, liberandosi dalla presa del compagno. Guardò Yoongi con occhi infiammati dalla rabbia.
-È-è stata una mia idea! Ho fatto tutto io. Lui non c’entra, non lo sapeva. Ho organizzato io la cosa.- spiegò Hoseok, mentendo spudoratamente, lasciando entrambi i suoi amici senza parole e facendoli voltare verso di lui.
-Hobi, ma che stronzate vai dicendo? Non ti crederebbe nessuno.- precisò Yoongi che spostò, poi, i suoi occhi sulla figura del maggiore. -Hyung, mi dispiace. Ho fatto una stronzata, una grossissima stronzata. Non mi rendevo conto di quello che facevo, volevo solo un po’ giocare. Mi dispiace tantissimo. Non credevo che per te fosse così importante, altrimenti non mi sarei mai permesso di pensarlo neanche. Adesso ho capito. Se potessi, cancellerei il passato, ma purtroppo non posso.- confessò amaramente Yoongi, alzandosi e avvicinandosi a Seokjin che lo ascoltò in silenzio, guardandolo con rammarico.
-Come ti sei sentito? Soddisfatto?-
-No, hyung. Mi sono sentito una merda. Ma non dovrai più preoccupartene, il momento del gioco è finito. Mi sono divertito abbastanza a fare il coglione. Mi dispiace di averti fatto star male.-
-Tu sarai sempre un coglione.- chiarì Seokjin, lasciando che un lieve sorriso si facesse strada sul suo viso.
Yoongi era visibilmente pentito, se n’era reso conto. Era arrabbiato, è vero, ma il cuore dolce di Seokjin non poteva reggere molto, soprattutto dopo che Min Yoongi si era scusato in quel modo! Avrebbe voluto registrare quelle parole.
-Non ferirei mai mio fratello. Scusami.- disse infine Yoongi sorridendo debolmente, facendo scattare una scintilla negli occhi di Seokjin che si sporse verso di lui e lo avvolse con le sue grandi braccia in un caldo e affettuoso abbraccio di riconciliazione. L’altro si stupì del gesto e della facilità con cui l’amico l’aveva perdonato. Ricambiò immediatamente la stretta, dando delle piccole pacche amichevoli sulla schiena del maggiore.
Hoseok -che era rimasto in silenzio ad assistere- si finse commosso e saltò addosso ai due, abbracciandoli a sua volta, contento dell’esito della questione.
-Le birre ce le beviamo domani.- aggiunse Seokjin, rivolgendosi a Yoongi che annuì e sorrise raggiante. In quel momento si sentì così leggero che gli parve di poter volare via da un momento all’altro se non si fosse aggrappato saldamente all’amico. L’unica cosa che mancava da fare era dimenticare definitivamente quella ragazza e le cose sarebbero tornate definitivamente alla normalità.
-Va bene, io adesso torno in stanza.- dichiarò il maggiore, staccandosi dai suoi amici che annuirono concordanti.
-Anch’io.-
-Bene. Buonanotte ad entrambi!- 
I tre si salutarono allegri e ognuno ritornò nella propria camera con un inevitabile sorriso sulle labbra.
Quando Seokjin aprì la porta della sua stanza si ricordò di un piccolo, ma significativo dettaglio: Valentina era ancora nel suo letto.
Non l’avrebbe di certo svegliata per farla tornare in camera, e sicuramente non avrebbe potuto portarcela in braccio. Si disse che avrebbe dormito sul sofà. Si avvicinò a quest’ultimo, lo fissò, per poi voltarsi in direzione del letto. Si portò una mano alla bocca, mordicchiandosi l’unghia dell’indice in un gesto di nervosismo. Non voleva dormire sul divano.
E se si fosse steso accanto alla ragazza? Sarebbe stato sbagliato?
Continuò a torturarsi le mani prima di prendere una decisione: si avvicinò al letto e si distese delicatamente sul materasso. Strinse a sé la giovane e portò la schiena di quest’ultima a scontrarsi con il suo petto. Affondò il viso nei capelli scuri e lisci della ragazza, assaporandone il profumo; posò le sue morbide e rosee labbra su di essi, lasciandoci un piccolo e dolce bacio.
Si addormentò subito dopo, spensierato.
 
 
 
 
NOTE DELLE AUTRICI.

Salve ragazzi/e!

È passato parecchio tempo dall’ultimo aggiornamento, ce ne rendiamo conto e ci dispiace, ma per tutto il mese di agosto siamo state in vacanza e abbiamo avuto davvero pochissimo tempo per scrivere (inoltre non avevamo nemmeno il computer). Infatti il capitolo l’abbiamo scritto una volta tornate a casa. Speriamo ci perdoniate anche questa volta!
Che altro? Be’… siamo arrivati al decimo capitolo! Wow! E chi se lo sarebbe mai aspettato!
Ringraziamo, sempre, chi recensisce la storia, chi l’ha messa tra le preferite, seguite e ricordate. E ringraziamo anche chi, senza troppo impegno, la legge per passatempo. Davvero, grazie a tutti!

Alla prossima!
Baci.

Vale e Rob.
   
 
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