Si viaggia in continuazione, si cammina e si esplora.
Vaghiamo tra la nostra mente e la loro realtà, spesso senza sapere se stiamo vivendo la prima o la seconda.
La sola cosa sicura è che saremo dov'è sempre estate
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Va bene.
Siamo qui, sono qui io, è qui lui, ora cosa facciamo?
Pensiamo: io sono stanco, lo zaino pesa, il cellulare è scarico, è tardi e i fagioli mi sembrano pesanti a quest’ora. La torcia si sta scaricando, siamo su una spianata che è più sasso che terra. Non sarebbe un problema passare la notte sotto le stelle, ma l’odore di pioggia è mai tanto forte che quasi quasi sono preoccupato di svegliarmi in mezzo all’acqua.
Quindi? Che facciamo?
“A cosa pensi?” mi chiede.
“Ad una birra…”
“Con questo freddo?”
“Con questa fatica…”
“Cosa facciamo?”
“Che ore sono?” l’orologio non lo porto da anni.
“Le 2 e 40. Mancano una quindicina di chilometri per il prossimo paese”
“Altre tre ore quindi”
“Anche quattro, di sto passo, tra il buio e lo zaino. Dovrei anche cagare”
“Siamo soli in mezzo al buio, va qualche metro più in là e falla…”
“Nah…”
“Come sarebbe a dire nah?”
“Metti che arriva un cinghiale: scappare coi pantaloni calati e il culo sporco non mi sembra comodo…”
“Ci sta…”
“Già”
“Allora cosa facciamo?”
“L’ho chiesto prima io a te”
“Giusto… Dormiamo?”
“E se arriva il cinghiale?”
“Montiamo la tenda”
“Sassi”
“Che palle…”
“Già…”
Ancora qualche minuto di silenzio e la voglia di birra sale. Ora anche la voglia di cinghiale, grazie a quel patacca di Gio e alla sua fobia di carne nera ancora viva.
Cosa cavolo vuoi che faccia un cinghiale che passa? Basta che non mi pisci in testa e basta.
“Facciamo ancora un po’ di strada, troviamo un posto per la tenda, se in mezz’ora non troviamo niente di buono dormiamo e basta. Se hai paura stai sveglio, io me la dormo”
“Vedremo”
Ripartiamo.
Passo dopo passo l’aria si fa sempre più umida, la strada più sassosa e le stelle scompaiono sempre più velocemente dietro le nubi.
Ecco di nuovo quel bellissimo pensiero: birra. Dove sei mia ambrata amica?
Domani troverò un bar, un pub, un chiosco… basterebbe anche un barbone sbronzone a cui rubare la scorta di alcool.
Non è vero, scherzo. Voglio essere il primo ad aprire la lattina.
“Qua la strada peggiora!”
“Io dormo, quasi quasi non monto neanche il poncho…”
Non sarebbe neanche un lavoro né lungo né pesante: un filo tirato e un poncho sopra, ma chi ne ha voglia? Inoltre mancano gli alberi…
“Notte”
“Ma io…”
“Notte”
Lo zaino cade a terra e ci svengo sopra.
Dormo come non mai: la stanchezza, la fame e la sete creano un cocktail straordinario servito direttamente dalle mani di Morfeo.
Non sento i rumori di ciò ce ci circonda, non sento i mugolii di Gio, passo sopra all’umidità che si posa su di me e anche ai sassi che mi si piantano nella schiena.
Dormo e basta. Niente sogni, di alcun genere.
Figata.