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Autore: Perez9115    06/09/2017    0 recensioni
Si viaggia in continuazione, si cammina e si esplora.
Vaghiamo tra la nostra mente e la loro realtà, spesso senza sapere se stiamo vivendo la prima o la seconda.
La sola cosa sicura è che saremo dov'è sempre estate
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Va bene.
Siamo qui, sono qui io, è qui lui, ora cosa facciamo?
Pensiamo: io sono stanco, lo zaino pesa, il cellulare è scarico, è tardi e i fagioli mi sembrano pesanti a quest’ora. La torcia si sta scaricando, siamo su una spianata che è più sasso che terra. Non sarebbe un problema passare la notte sotto le stelle, ma l’odore di pioggia è mai tanto forte che quasi quasi sono preoccupato di svegliarmi in mezzo all’acqua.
Quindi? Che facciamo?
A cosa pensi?” mi chiede.
“Ad una birra…”
Con questo freddo?
“Con questa fatica…”
 
Cosa facciamo?
“Che ore sono?” l’orologio non lo porto da anni.
Le 2 e 40. Mancano una quindicina di chilometri per il prossimo paese
“Altre tre ore quindi”
Anche quattro, di sto passo, tra il buio e lo zaino. Dovrei anche cagare
“Siamo soli in mezzo al buio, va qualche metro più in là e falla…”
Nah…
“Come sarebbe a dire nah?”
Metti che arriva un cinghiale: scappare coi pantaloni calati e il culo sporco non mi sembra comodo…
“Ci sta…”
Già
“Allora cosa facciamo?”
L’ho chiesto prima io a te
“Giusto… Dormiamo?”
E se arriva il cinghiale?
“Montiamo la tenda”
Sassi
“Che palle…”
Già…
Ancora qualche minuto di silenzio e la voglia di birra sale. Ora anche la voglia di cinghiale, grazie a quel patacca di Gio e alla sua fobia di carne nera ancora viva.
Cosa cavolo vuoi che faccia un cinghiale che passa? Basta che non mi pisci in testa e basta.
“Facciamo ancora un po’ di strada, troviamo un posto per la tenda, se in mezz’ora non troviamo niente di buono dormiamo e basta. Se hai paura stai sveglio, io me la dormo”
Vedremo
Ripartiamo.
Passo dopo passo l’aria si fa sempre più umida, la strada più sassosa e le stelle scompaiono sempre più velocemente dietro le nubi.
Ecco di nuovo quel bellissimo pensiero: birra. Dove sei mia ambrata amica?
Domani troverò un bar, un pub, un chiosco… basterebbe anche un barbone sbronzone a cui rubare la scorta di alcool.
Non è vero, scherzo. Voglio essere il primo ad aprire la lattina.
Qua la strada peggiora!
“Io dormo, quasi quasi non monto neanche il poncho…”
Non sarebbe neanche un lavoro né lungo né pesante: un filo tirato e un poncho sopra, ma chi ne ha voglia? Inoltre mancano gli alberi…
“Notte”
Ma io…
“Notte”
Lo zaino cade a terra e ci svengo sopra.
Dormo come non mai: la stanchezza, la fame e la sete creano un cocktail straordinario servito direttamente dalle mani di Morfeo.
Non sento i rumori di ciò ce ci circonda, non sento i mugolii di Gio, passo sopra all’umidità che si posa su di me e anche ai sassi che mi si piantano nella schiena.
Dormo e basta. Niente sogni, di alcun genere.
Figata.
   
 
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