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Autore: Otaplef    06/09/2017    2 recensioni
Il concetto di giustizia è piuttosto relativo. Lo sa bene Sirius che dopo tanti anni passati ad Azkaban, si ritrova prigioniero nella vecchia casa dei suoi genitori con i membri dell'ordine, Harry ed un'irritante avvocato....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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“Caro James,
incredibilmente dopo tanto tempo ho trovato la forza di scriverti una lettera. Sono passati anni eppure mentre ti scrivo queste parole dentro di me c’è sempre la folle speranza che tu possa leggerle . Immagino già il tuo viso scettico e quello sguardo sorpreso, indeciso sulla possibilità di essere vittima di un mio ennesimo scherzo oppure no. Non sono mai stato un tipo da lettere, da frasi ad effetto o da grandi gesti e forse non sono stato nemmeno un grande amico per te .
Nessuno è perfetto, ma io di pregi in me non ne ho mai visti. Eppure tu ne trovavi tanti. A sentirti ero l’amico migliore che potessi trovare, il più fedele, il più simile a te. Ho detto più volte che sarei morto piuttosto che tradirti e forse è così. Ma non mi è stata data la possibilità di provarlo, di dimostrarti quanto io tenessi a te, a Lily e a Harry.
Harry è nei guai. Si trova in una situazione molto più grande di lui, che ancora non comprende e che forse non comprendo neppure io. La mia inutilità inizia a pesarmi più degli anni passati ad Azkaban…”

Sirius si accorse di non poter continuare. Iniziava a rendersi conto di quanto stupido fosse scrivere una lettera ad un morto, soprattutto quel “morto”.
Prese il foglio di pergamena e lo nascose nel cassetto, sotto una pila di cartacce impolverate. Era una di quelle giornate dove sentiva tutto il peso del dolore , della rabbia e del rancore sulle sue spalle. Vivere in uno stato continuo di sensi di colpa, ampliamente alimentati da Molly , non lo stava di certo aiutando. Neppure il pensiero di rivedere finalmente Harry riusciva a distrarlo.
“E’ l’atteggiamento che ti frega…” affermò alcune sere prima Tonks “Dovresti essere più positivo, potevi essere ancora rinchiuso ad Azkaban e nutrirti di topi”
“E invece sono rinchiuso nella vecchia casa dei miei genitori, grande miglioramento” rispose lui seccato dall’eccessivo ottimismo della ragazza.
“Si” intervenne Remus “Ma devi ammettere che il vitto è decisamente migliorato .Però, se ne senti la mancanza, dei topi li troviamo in poco tempo”
La serata si concluse con Tonks e Remus che, ignorandolo per tutto il tempo, si sedettero su un divanetto a chiacchierare dei tempi passati ad Hogwarts.
Tutta quella felicità e allegria non faceva altro che infastidirlo . Era sbagliato, lo sapeva, ma odiare tutto e tutti era una protezione a cui non voleva rinunciare. Soprattutto dopo la cena di quella sera.
Harleen Dini, un nuovo acquisto dell’ordine e cara amica di Tonks, era riuscita ad irritarlo tanto da portarlo a lasciare il tavolo fingendo di stare poco bene. Da quello che aveva capito, appena uscita da Hogwarts aveva intrapreso una carriera nella magisprudenza, diventando ben presto un ottimo avvocato. Erano tutti entusiasti di averla nell’ordine, ma nessuno si rendeva conto di quante celle di Azkaban erano vuote grazie a lei e di quanti colpevoli erano in libertà a causa della sua smania di raggiungere incarichi più prestigiosi all’interno del Ministero. Erano all’inizio della cena quando aveva iniziato, sotto suggerimento di una divertita Tonks, a raccontare di quante volte aveva salvato Mundungus dalla galera.
Dopo pochi minuti, non potendone più, si era alzato dal tavolo e si era rintanato nella camera che divideva con Remus. Lui si era sorbito 12 anni di galera da innocente e lei si divertiva a far scagionare ladri e delinquenti. La vita era decisamente ingiusta e mai come in questi momenti sentiva la necessita di avere qualcuno accanto, qualcuno come James.
Mentre metteva nuovamente a posto il calamaio, sentì dei passi salire le scale e si affrettò ad infilarsi tra le coperte. Non aveva nessuna voglia di sentire l’ennesima predica di Remus sul suo comportamento asociale.
Si rigirò sul fianco sperando che l’arrivo imminente di Harry riuscisse a migliorare il suo umore.

   
 
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